Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 112

Archive for 1 gennaio 2010

I botti di fine anno

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Su tutta la penisola i botti ci sono stati e tanti ma nonostante ciò sono in molti ad affermare che, rispetto agli anni precedenti, sono diminuiti. Persino a Napoli, capitale del “botto”, si è notato questo calo congiunto ad una maggiore prudenza nell’uso dei petardi in specie tra i giovanissimi. Non sono mancati, ovviamente, dei feriti ma le sirene delle ambulanze del 118 hanno ululato di meno per l’imprudente uso dei petardi, durante la notte della grande baldoria. Dopo tutto quest’anno segna l’ingresso della prima decade del XXI secolo e più di qualcuno ne ha avvertito l’effetto suggestivo. Il botto più famoso battezzato a Napoli “A cap e Lavezzi” dal nome del Pocho, erede di Maradona e che fa impazzire i tifosi della curva B del San Paolo, si è fatto sentire, ma con moderazione. Questa bomba che arriva a pesare circa dieci chili e costa fino ad un “centone” è considerata la più pericolosa tra quelle del mercato clandestino. Non sono mancate, ovviamente, anche le truffe. Il classico “pacco” napoletano e forse la fregatura per gli acquirenti si è rivelato un bene salvandoli da rischi ben maggiore nel maneggio di un simile ordigno che taluni hanno fornito con una miccia corta che avrebbe impedito a chi l’accendeva di mettersi a distanza di sicurezza.  Il pericolo maggiore è venuto da parte di chi ha imbracciato un fucile o maneggiato una pistola sparando all’impazzata.

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Il 2009 visto dalle donne

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Parlare di donne che si sono rese in qualche modo protagoniste nell’anno appena trascorso sarebbe riduttivo se non citassimo, prima tra le altre, Neda la ragazza uccisa a Teheran dagli uomini dell’antisommossa di quel regime e che è diventata il simbolo della rivolta che ancora oggi insanguina le piazze di quel Paese. Vi è, poi, il Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, che anche nel 2009 si è battuta nel suo paese per sostenere i diritti del suo popolo. Un altro saggio al femminile lo abbiamo avuto con la presenza a Roma delle first lady in occasione del vertice del G8. Per la stessa circostanza Angela Merkel, concelliera tedesca, ha fatto la sua parte da protagonista a L’Aquila. Un’altra donna che di “prepotenza” è entrata nel gotha femminile internazionale è stata Michelle Obama, l’elegante e raffinata first lady Usa e che non è stata da meno con l’affascinante Rania di Giordania e la premiere dame di Francia, Carla Bruni. Queste sono, grosso modo, le star femminili che più delle altre donne hanno riempito le pagine della cronaca politica e mondana internazionale. In Italia, invece, si sono distinte Emma Marcegaglia, presidente della Confindustria e Diana Bracco presidente del Progetto speciale ‘Ricerca e innovazione’ di Confindustria e di ‘Expo 2015’. Un’altra donna che è stata citata per la sua battaglia prima di principio e poi coniugale contro il consorte è stata Veronica Lario e con essa, per altri meriti, la figliastra Marina Berlusconi, presidente di Mondadori. Vi è poi la nutrita schiera delle donne che si sono distinte in politica dalle ministre Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini a Rosi Bindi, eletta presidente del Pd, e Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, e oggi candidata alle regionali del Lazio per il Pdl.  Nel campo dello sport dobbiamo segnalare Federica Pellegrini nel nuoto e Flavia Pennetta nel tennis. Sul fronte, poi, dello spettacolo vi è Elisabetta Canalis per la relazione con George Clooney, e Belen Rodriguez per la love story con Fabrizio Corona. Riguardo la cronaca giudiziaria Amanda Knox, è balzata alla nostra attenzione per l’essere stata condannata insieme a Raffaele Sollecito per l’uccisione di Meredith Kercher. Infine due dolorose perdite: Susanna Agnelli e Alda Merini. Due donne che hanno lasciato un forte ricordo, rispettivamente, sia per il loro impegno politico sia per quello culturale.

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A Teheran resa dei conti?

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Da notizie delle ultime ore, sia pure frammentarie, si sa che il governo iraniano, in previsione di nuove manifestazioni di piazza, ha disposto l’invio di uomini e blindati dalle vicine province. Mezzi corazzati, infatti, si stanno muovendo da Karaj, città del nord del Paese, verso Teheran e con loro “mezzi antisommossa”. Testimoni oculari hanno riferito che la situazione nella capitale iraniana è molto tesa e che le opposizioni trovano sempre più solidale la popolazione. La risposta delle autorità non si è fatta attendere. Dure sono state le dichiarazioni del capo della polizia Esmail Ahmadi-Moghaddam rilasciate alla televisione di stato. Questo confronto rischia di trasformarsi in un bagno di sangue anche perché la prossima mossa del governo sarà certamente quella di arrestare i capi del movimento verde. Per tale eventualità Mehdi Karroubi e Mir Hossein Moussavi hanno lanciato un appello ai loro sostenitori di scendere, per tale evenienza, in piazza e non solo a Teheran ma anche nelle altre città iraniane.

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Valerie Santos a Roma

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Fitto il calendario per l’ultimo giorno del 2009, del sen. Mauro Cutrufo, Vicesindaco di Roma,  che ha ricevuto in Campidoglio il Vicesindaco per la pianificazione e lo sviluppo economico di Washington Dc, Valerie Santos. Una visita articolata per mostrare al Vicesindaco Santos, seppure in un breve lasso di tempo, i diversi aspetti della Caput mundi, meta privilegiata di milioni di visitatori. Prima tappa della visita i Musei Capitolini ed il Tabularium. “La Vicesindaco Santos – ha detto Cutrufo – è rimasta molto colpita delle vestigia della Roma Antica, ma abbiamo potuto parlare anche dello sviluppo che prevediamo per la Capitale, vista la delega della quale ha la responsabilità nella Capitale americana,  con la realizzazione del Secondo Polo turistico della Capitale, un sistema che punta sui turismi per raddoppiare le presenze; Roma non può sedersi sul suo incredibile passato – ha detto ancora Cutrufo –  e per tornare in cima alle classifiche europee deve, come sta facendo, necessariamente investire sul futuro”. Il Vicesindaco di Roma ha parlato anche del suo prossimo viaggi negli Stati Uniti, dove, come già avvenuto con Tokyo, Bruxelles e Londra, si recherà nel gennaio del 2010 per illustrare la strategia di sviluppo e di promozione del brand Roma, con la presentazione del Secondo Polo turistico della Capitale, la proiezione di “Omaggio a Roma” e la kermesse “Toccata & Fuga, Vacanze romane” che si esibirà in una speciale location situata vicino al Columbus Circle (Central Park). Al termine della visita in Campidoglio i due Vicesindaci, insieme al Sindaco Alemanno si sono recati nella Basilica di San Pietro per assistere al solenne “Te Deum”, alla presenza del Santo Padre, Benedetto XVI. Il Vicesindaco ha voluto donare alla sua omologa americana “l’Omaggio a Roma”, il cortometraggio firmato Franco Zeffirelli. La visita è proseguita con la visita alle vestigia romane situate sotto ad un noto locale del centro storico e, per finire, il sen. Cutrufo ed il Vicesindaco Santos si sono recati, insieme al Sindaco Alemanno, al Colosseo per assistere al concerto di Capodanno e per salutare l’arrivo del 2010. (cutrufo-santos)

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Dal buco della serratura

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Di Rosario Amico Roxas. La mia età è quella nelle quale si guarda il passato con disincanto e più che ricordi emergono rimpianti; volgendo lo sguardo al futuro non si trovano sogni o speranze, ma solo nuvole grigie che destano preoccupazione anche per le generazioni che stanno crescendo alle quali guardiamo con amore misto alla sofferenza del dubbio. Rimpianti anche per la politica che fu, quando uomini di grande valore si rimboccarono le maniche programmando la ricostruzione dell’Italia, ridotta ad un campo di battaglia degli sconfitti. I tempi erano duri, così i “duri” scesero in campo; il dibattito politico era acceso, vivo, sentito; si trattava di imboccare una scelta irreversibile, quella scelta della quale oggi noi godiamo con le libertà delle quali troppo spesso abusiamo. La politica si leggeva nei giornali, si ascoltava nei comizi, si seguiva nei resoconti parlamentari e si partecipava con passione. Oggi i tempi sono squallidi, conseguentemente sono gli squallidi a scendere in campo,  in questo novello sistema l’Italia si fa capofila dell’intero Occidente.  Oggi la politica non si legge più, non si analizza più, non si verifica più, la si guarda dal buco della serratura, intrufolandosi nelle alcove degli squallidi diventati potenti, ma rimasti squallidi incapaci di gestire il potere al servizio del popolo e concentrano le attenzioni al proprio orticello e alla propria garconniére e alla tutela personale in grado di dribblare i reati penali che altri, meno fortunati, pagherebbero caramente. Sono proprio i politici di vertice, quelli che più comandano, che forniscono gli esempi meno esaltanti, sperticandosi nella difesa d’ufficio del capo che li ha trasformati da nullità in servizio permanete effettivo. iAi tempi della politica un leader non si sarebbe mai fatto scoprire con escort a pagamento in cerca di notorietà e di arrotondamento del salario, mentre giostra un inequivocabile torneo con premio in natura. Da questa pozzanghera emerge la nuova politica; i sondaggi indicano un rifiuto dei metodi autoritari, egocentristi, così viene inventata la nuova ventata che dovrebbe conquistare le sensibilità sopite o ferocemente incazzate; una ventata che si appella al più antico dei sentimenti, ma che in bocca a chi ne ha sempre fatto sfacelo, diventa una offesa alle intelligenze. La “politica dell’amore” non può essere usata come analgesico o come antibiotico alla riluttanza che emerge da tutti gli angoli di questa disgraziatissima nazione che non riesce a diventare Patria. Stante il rifiuto di concedere ulteriori dilazioni ad un credibilità in crisi, viene offerta a questo popolo, sempre più incredulo, la ciambella di salvataggio chiamata “amore”, perché chi ha sfruttato questo stesso popolo e la sua ingenuità, ha deciso di spargere a piene mani tutto il suo amore, un amore che dovrebbe superare tutti gli ostacoli, ma principalmente i processi penali che ossessionano il presidente del consiglio. Vogliamo augurarci Buon Anno ????? (Rosario Amico Roxas)

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Le esternazioni presidenziali

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Editoriale Fidest. Ad ogni fine d’anno si ripete il rituale delle reti televisive unificate per il discorso alla nazione del Presidente della Repubblica. Per quanti sforzi facciano i commentatori politici delle varie testate giornalistiche per estrapolare dalle parole dell’illustre personaggio gli argomenti di maggiore presa per gli uditi degli italiani non possiamo che rilevare note ripetitive, vaghe speranze, auspici che regolarmente mancano di concretezza. E poi le consuete note dolenti per una o più inevitabili calamità che nel corso dell’anno ci hanno colpito. “Ma cosa vuoi che possa dire un capo di stato, mi faceva osservare un politico di mia conoscenza, se la Costituzione lo confina ad essere solo un’autorità morale?” E’ in pratica obbligato ad esternare il suo e il nostro perbenismo ma a farsene beffa non sono coloro che lo ascoltano ma chi è preposto a prendere le decisioni del caso: Parlamento, Esecutivo, leader di partiti, altri poteri che taluni classificano “occulti” ma che in effetti sono quelli che rappresentano i grandi interessi finanziari ed economici del paese. E tutti insieme si fanno un punto d’onore per sbeffeggiare l’uomo della strada con una operazione mediatica fatta di suggestioni, di emozioni, di solidarietà che durano appena un momento. A chi interessa realmente il disoccupato, il precario, il detentori di un salario da fame, la sofferenza di un malato, l’emarginazione sociale? Il nostro modello è fatto di tutt’altra pasta. E’ chi si è arricchito, e poco importa come, chi riesce a ricavare dalla sua professione lucrose parcelle, chi ha un lavoro e non teme la disoccupazione, chi ha una carriera politica di successo, chi riesce a lucrare sulle miserie altrui. A questo punto diciamocela tutta: non prendiamoci in giro più del dovuto. Il miglior augurio che possiamo farci e possono farci è di auspicare non la celebrazione della posa della prima pietra ma nel darci le chiavi per la messa in moto di una macchina già pronta per funzionare. Il resto sono tutte bolle di sapone. (Riccardo Alfonso fidest@gmail.com)

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Saldi: non tutti i prodotti devono essere scontati

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Durante i saldi, che sono imminenti, spesso sorgono discussioni con i consumatori in molti negozi perché non tutti i prodotti sono scontati. Premesso che ogni negoziante è libero di fare o non fare i saldi (ma, se li fa e mette il relativo cartello, deve rispettare le regole), l’Unione Nazionale Consumatori chiarisce a tale proposito che l’art. 15 del decreto legislativo n. 114/1998 ha stabilito che i saldi “riguardano i prodotti, di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo”. Ciò significa, in pratica, che il negoziante può decidere di vendere a prezzo pieno una parte dei prodotti del negozio. Anche le vendite promozionali possono essere effettuate “per tutti o una parte dei prodotti merceologici”. Soltanto le vendite di liquidazione devono essere effettuate dal dettagliante al fine di vendere “tutte le proprie merci”, mentre le vendite sottocosto possono riguardare solo 50 prodotti.

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Capodanno: allerta sulle strade

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

<<Oltre il 68% dei vacanzieri per capodanno si muoverrano in auto e sulle strade circoleranno in questi giorni oltre 6 milioni di persone. L’affollamento non solo nelle autostrade ma anche nelle strade secondarie che si verificherà nella notte di capodanno richiere una maggiore attenzione da parte dei guidatori e soprattutto un controllo a tappeto da parte della polizia stradale>>: Ad affermarlo è Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo la campagna nazionale per la sicurezza stradale e contro le stragi del sabato sera. << Sappiamo che nella notte che verrà – prosegue Lentino –  ci saranno numerosi giovani e non che si sposteranno per raggiungere discoteche e altri luoghi di divertimento per attendere il 2010. Auspichiamo che vi sia un utilizzo ampio della pratica del “Guidatore disignato” e che soprattutto ci si metta in strada stando attendi oltre alle regole del codice stradale anche ai pericoli che possono arrivare dagli altri guidatori>>. <<<<Non vogliamo iniziare il nuovo anno – conclude Carmelo Lentino – con nuove croci sulle strade. Questa notte anche i locali di intrattenimento facciano la loro parte. Noi come BastaUnAttimo rilanciamo l’iniziativa locali “inSicurezza”  grazie alla quale con l’invio di un sms al numero 346 1524944, in cui si riporta il nome del locale dove ci si diverte in modo sicuro e la zona dove è situato, lo si  farà entrare nella lista dei locali inSicurezza che sarà poi pubblicata nel nuovo sito di BastaUnAttimo http://www.bastaunattimo.it  e sarà visitato dalla campagna e dei suoi testimonial nel corso del nuovo anno>>.

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Il «tormentone» dei politologhi

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Tutta la “crema” degli opinion leader, degli analisti politici, dei “pensatori” e quanti altri dentro e fuori il “Palazzo” della politica per finire alle lontane periferie si sono cimentati per cercare di capire il perché vi sia stata una così scarsa affluenza alle urne. Questa eventualità ora potrebbe ripresentarsi con le vicine elezioni per il rinnovo dei consigli reglionali. Crediamo senza dover ricorrere necessariamente all’ingegneria politica che il dato va colto per quello che è. Esiste un malessere diffuso nell’opinione pubblica nei confronti della politica delle parole che mostra di non saper andare oltre. E’ finito il tempo delle grandi passioni, delle ideologie che ci portavano all’obbedienza assoluta e non ci facevano vedere oltre il nostro naso. Oggi la gente vuole delle risposte concrete e dei risultati immediati. Pretende, in altri termini, “certezze”. Tutti gli schieramenti politici oggi devono confrontarsi con un qualcosa che ci accomuna: il malessere sociale, l’incertezza del lavoro, l’insicurezza nelle strade, l’angoscia della mondializzazione, la mancanza del rispetto delle regole, una civiltà che ci dia crescita e benessere diffuso e non incertezze ed abusi per posizione dominante. E se qualcuno afferma che Bersani va troppo a “sinistra” o la sinistra va troppo a “destra” e se Rutelli sogna un centrismo “calamita” volto a delimitare a sinistra il perimetro della coalizione, fa semplicemente dell’accademia mentre sulla tavola imbandita di ogni italiano non è importante se le posate sono d’argento o di vile metallo, lo è invece cosa possiamo metterci nei piatti di commestibile. Incominciamo prima sulle cose essenziali e poi discutiamo delle forme che intendiamo dare ai “contorni”. E’ questo il vero punto. Non facciamo in modo che nell’opinione pubblica emerga il convincimento che il Pdl ed il suo leader siano il male minore e non facciamo come in altri tempi Montanelli affermava di votare un certo partito turandosi il naso.

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Tra una coppa di spumante e un sorriso “amaro”

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Quanti oggi vivono il presente cercando di esorcizzare le incognite del futuro celandosi dietro i simboli di uno stordimento collettivo colto dalle festività di fine anno? Probabilmente sono in molti, ma nessuna statistica sarebbe in grado di quantificarli con precisione e nemmeno con larga approssimazione. Sta di fatto che questo disagio si avverte nell’aria e a volte diventa inquietante. Gli italiani, si sa, sebbene siamo propensi nel credere che sia più un luogo comune che una realtà, sono abituati ad arrangiarsi. Resta, tuttavia, un aspetto contingente che si lega alla sopravvivenza che è connaturato ad ogni essere umano e che fa dell’ingegnarsi per uscire dalle difficoltà una condizione naturale che abbiamo ereditato dai nostri antenati e che, come si dice ora, è nel nostro codice genetico. Sta di fatto che in Italia molti italiani hanno vissuto le varie fasi storiche che ci hanno portato alla nostra attualità con una sopportazione che sa quasi di masochismo. Pensiamo al Meridione d’Italia. Le stesse parole che sono agli atti parlamentari, da un secolo a questa parte, potremmo riesumarle senza loro togliere una virgola pensando alle tante promesse regolarmente disattese secondo una logica gattopardesca del tutto cambiare per nulla cambiare. Pensiamo all’assistenza sanitaria che ingrassa solo coloro che insistono nel lasciarla con gli sprechi e le disfunzioni che ci ritroviamo. E questo per non parlare della cosiddetta giustizia dei tribunali che diventa chiaramente una “ingiustizia” se per giungere ad una sentenza definitiva sia nei procedimenti processuali del civile come del penale occorre ragionare in termini di lustri. E la scuola? E’ un’altra bufala dei nostri tempi. Avevamo inventato, negli anni del dopo guerra, gli ammortizzatori sociali, e gli studi universitari, dilatati sino all’inverosimile con la logica del “fuori corso”, ne facevano parte di diritto unitamente al servizio militare obbligatorio e agli impieghi pubblici, e taluni privati, moltiplicatori di lavori “fatiscenti”, per nascondere l’impossibilità di assicurare maggiori opportunità lavorative ed ora, che questi “idoli” stanno andando in frantumi uno dopo l’altro, ci ritroviamo con figli meno istruiti, più bisognosi di cercarsi un lavoro, più ossessivamente votati a darsi delle risposte attraverso i master che sembrano volerci insegnare ciò che la scuola non è più in grado di fare e scaricando i costi non indifferenti sui già modesti bilanci delle famiglie di provenienza. Eravamo orgogliosi di essere un popolo di formiche ed ora ci costringono ad essere delle cicale. Perdiamo i nostri risparmi con le speculazioni finanziarie messe in atto dai soliti furbi. Perdiamo la possibilità di farlo in futuro con la frenesia degli acquisti a rate per ottenere oggi ciò che i magri stipendi non ci permettono. Ed in questa misura incominciamo a perdere la nostra identità per diventare quella di qualcosa di diverso sebbene non riusciamo a definirne con esattezza i contorni. Ci rendiamo conto che Dna o qualcosa d’altro forse solo “arrangiandoci” potremo dare una continuità alla nostra vita. Ma è vita o qualcosa d’altro?

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Memoria e errori

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Per Marcuse la memoria diviene strumento di liberazione. Ricordare il passato significa uscire dalla propria unidimensionalità ed aprirsi a nuovi spazi. E’ una memoria intesa come concetto filosofico fondamentale nel possibile divenire pratico della ragione come libertà. Scrive Fanon (I dannati della terra, pref. di J. P. Sartre, Einaudi) “L’attenzione verso la sofferenza accumulata nella storia rende la ragione ricettiva, essa rinviene i percorsi della pratica del potere, li riconosce, li denuncia. Una memoria narrativa che si svolge in “narrazioni pericolose” è temuta dal potere in ogni sua forma. In realtà, la memoria degli oppressi è più profonda e più tenace di quella dei dominatori.” La storia occidentale è la storia delle sue potenzialità aggressive. E l’Europa di oggi nella memoria di chi è stato un oppresso ci ricorda troppo da vicino la sua innata ipocrisia nel parlare dell’uomo, della sua dignità, del suo riscatto civile e morale per poi massacrarlo ovunque lo incontra, a tutti gli angoli delle sue stesse strade, a tutti gli angoli del mondo. Individuare oggi una politica europea fatta di principi significa ritornare al solito antico “vizietto ipocrita” della giustizia, della liberà e della fratellanza umana cantata ma non praticata. Occorre uscire da tali paludamenti ed indossare ben altre vesti e dimostrare che la memoria sa anche emendarsi bagnandosi alla fonte del suo presente e ricercare un futuro più degno ed onorato. (dai quaderni di cultura politica della Fidest)

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La testa e la costola di Adamo

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Lettera al direttore. Benedetto XVI all’Udienza Generale, citando il teologo Pietro Lombardo, ha detto che “Dio creò Eva da una costola di Adamo e non, ad esempio, dalla sua testa, perché fosse non una dominatrice e neppure una schiava dell’uomo ma una sua compagna”. Giornali e televisioni riportano la notizia, e non pochi fedeli immaginano che la creazione dell’uomo si sia svolta realmente in tal modo. In realtà cattolici e protestanti da tempo ormai sono d’accordo che i versetti delle Genesi relativi alla creazione non possono essere assolutamente presi alla lettera. E’ ovvio che l’autore biblico, ricorrendo a quelle immagini, ha voluto dirci qualcosa. L’interpretazione data però dal teologo Pietro Lombardo, del perché Dio avrebbe scelto proprio una costola e non un’altra parte del corpo di Adamo, come ad esempio la testa, a mio parere lascia il tempo che trova. Mi sembrerebbe più logico ritenere che sia stata scelta una costola per il semplice motivo che ne abbiamo ben 24.  E’ difficile immaginare Adamo senza testa. A ben riflettere però forse sarebbe stato giusto togliergli la zucca anziché la costola. (Miriam Della Croce)

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Le riforme strutturali che la politica non osa affrontare

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

La capacità di mediazione che è tipica della politica in una sistema come quello occidentale dove è continuo il confronto, la dialettica, la ricerca di compromessi e di equilibri tra interessi diversi e sovente conflittuali tra di loro, sembra non sortire i suoi effetti benefici o, per lo meno, ricercare quei punti di convergenza comuni che possono rendere al meglio i contrappesi esistenti o che si intendono stabilire. Ed è questo il nodo irrisolto del nostro sistema. Facciamo solo qualche esempio tra quelli di maggiore attualità: la giustizia ed il sistema assistenziale. Nel primo caso si è troppo protesi verso soluzioni che vorrebbero far valere ora quelli corporativi degli avvocati e dei magistrati ed ora quelli volti a garantire certe “immunità” di natura clientelare affaristica, per cercare di trovare una risposta convincente al bisogno di giustizia che l’opinione pubblica richiede. Nel secondo caso tutti sappiamo bene che la spesa sanitaria è fuori controllo e conosciamo altrettanto bene le disfunzioni che potrebbero essere evitate. Ma anche in questo caso prevalgono gli interessi lobbistici, i voti di scambio ed altre diavolerie del genere che rendono impraticabili soluzioni che pure sono possibili ed auspicabili e che ridurrebbero il costo dell’assistenza pubblica di almeno il 30% rispetto ai costi attuali e tutto questo senza ridurre la quantità e la qualità delle prestazioni ma armonizzandole tra di loro. Ed è proprio nell’impotenza della politica di darsi un “potere” super partes e che sia autorevole al punto giusto per imporre riforme strutturali valide e durevoli nel tempo, sta il nostro tallone di Achille. E non ci illudiamo che ciò possa avvenire in futuro. Non lo garantisce l’attuale governo e nemmeno quello eventuale delle opposizioni di oggi. I loro programmi sono per la conservazione e non per l’innovazione e se si innova si fa solo per motivi di facciata, ovvero nel senso più formale che sostanziale. E’ un male, purtroppo, che non riguarda unicamente l’Italia, ma tutto il sistema politico occidentale. Questo sistema ha avuto la prima “scossa” con l’avvento del socialismo reale, ma non è servito abbastanza per farci cambiare musica. Ora dovremmo aspettarci qualche correzione di rotta del capitalismo di fronte al terrorismo integralista di marca islamica? Forse, ma nutriamo seriamente dei dubbi. Per noi è una questione di civiltà, di cultura, di osmosi tra generazioni, tra modi di vedere e di partecipare alla vita politica ed associativa. Se la politica diventasse per tutti come il pane che ci nutre ed il companatico che lo arricchisce forse allora sapremmo meglio rivolgerla alla realtà che ci circonda e che spesso vogliamo o ignorare o negarne l’evidenza.

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Il futuro dei giovani tra presente e passato

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

<< Siamo arrivati alla fine di un anno molto difficile per il nostro Paese. Il litigio e l’odio, che hanno caratterizzato i recenti momenti del nostro presente, non devono diventare un’abitudine, vogliamo costruire il futuro con basi ben differenti da quelle viste fino ad oggi>>.  Lo afferma Carmelo Lentino, segretario di Giovani Insieme e Consigliere del Forum Nazionale dei Giovani con delega alla Cultura, Riforme e Attività Legislativa in una lettera spedita a tutti i direttori dei giornali . << L’essere cittadino attivo implica – continua Lentino –  in una società complessa come la nostra, quel senso civico che deve prevedere un atteggiamento di fiducia negli altri e la disponibilità di cooperazione. Le opportunità arrivano – scrive  – anche attraverso un serio ricambio generazionale>>. << Condividiamo come giovani quanto detto ieri da Carlo Verdone “Spero – ha detto  –  che nasca una nuova generazione che sappia cambiare le cose. In politica, per esempio, e’ necessario un ricambio generazionale. Ma e’ difficile perché da noi, anche se hai 75 anni, non vai in pensione e non vedo disponibilità a favore i giovani. Quello che manca è una nuova classe dirigente, giovane e preparata che abbia meno voglia di presenzialismo in tv. Lo si lasci alla gente di cinema. I politici restino lontani dai riflettori” e aggiungiamo che per il 2010 i giovani sono pronti a fare la loro parte per riscattare l’Italia>>.

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Sotto il «cappello» della demagogia

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Abbiamo raccolto una nutrita documentazione su quanto ci costano i parlamentari, abbiamo rilevato gli eccessi di spesa o, per meglio dire, le mancate economie che tuttora impazzano nella spesa pubblica e qualcuno ci accusa di fare demagogia. Sappiamo bene che la democrazia ha un costo, ma sappiamo altrettanto bene che i nostri politici hanno pochi contatti con la realtà del nostro Paese di quella realtà fatta di modesti stipendi e pensioni, di persone che tutte le mattine si alzano all’alba e si sobbarcano chilometri di strada da pendolari su treni, tram, autobus e quanto altro per raggiungere il posto di lavoro, che sono alle prese giorno dopo giorno con la quadratura dei loro modesti guadagni e quando questi milioni di italiani si chiedono e ci chiedono cosa fa per essi lo Stato ed ancora con una certa vena tra l’accorato e l’ironico si pongono e ci pongono la domanda: ma Berlusconi è mai salito su un autobus nell’ora di punta, non ha mai avuto l’affanno per raggiungere il posto di lavoro in orario, non ha vissuto, diciamo per un solo mese, con lo stipendio di un operaio o di un pensionato? Probabilmente la domanda è mal riposta poiché più di qualcuno li accuserebbe e ci accuserebbe di fare della demagogia. Ma è proprio così?

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Quando i politici parlano ancora di Marx

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Va innanzitutto fatta una premessa. Dopo l’esperienza negativa del leninismo annaffiato di marxismo trasformato in una pratica di governo nel socialismo reale, possiamo dire di poter archiviare l’insegnamento del comunismo reale come una sommatoria di tante negatività che la storia del passato, pur recente, e del nostro presente intende respingere in toto? Non lo crediamo anche perché il leninismo ed il post leninismo, soprattutto, non va necessariamente associato al marxismo.  La rappresentazione che gli uomini si fanno delle cose, non sono false o irreali ma sono l’espressione di fenomeni profondi che investono il reale. Vi è stata in Marx una pratica geniale della interdisciplinarietà: oggi è proprio l’insieme delle scienze sociali che è chiamato a gettare luce sulla storia dell’umanità. E questo patrimonio d’idee, checché si voglia dire o affermare, resta ancora incontaminato alla prova di nuove e più geniali esperienze.

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La formazione a distanza

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Più volte la nostra attenzione è richiamata dalla pratica di e-learning e dalle tecniche che l’accompagnano. Un po’ tutti sembrano interessati a questa metodica di apprendimento e non vorremmo che fosse solo una “moda”. Prima di tutto occorre distinguere due momenti dell’e-learning. Esso si riferiscono, da una parte,ai neo assunti o al personale da riqualificare e, dall’altra, in ambito didattico riferito alle iniziative di professori e studenti. Nel primo caso i risultati sono significativi mentre nel secondo si avvertono aspetti contraddittori anche perché poco si è concretizzato per sanare i mali endemici della scuola italiana. Incominciamo con il dire che le imprese italiane spendono ogni anno in formazione “tradizionale” non meno di 4,6 miliardi di euro. Da questa cifra il peso delle tecnologie on line è di un terzo di tale ammontare anche se il suo livello di crescita previsionale si aggira sul 6% per anno. Per Gianni Ruffiano, direttore del Learning Services di Ibm occorre capire cosa si vuol dare e chi si dà questa forma di apprendimento. Se intendiamo operare con successo è necessario concepire un metodo d’integrazione con lo studio tradizionale in aula. Si deve, in pratica, prevedere la presenza di un tutor online che attraverso chat e webcam in viva voce sia disponibile per l’assistenza personale. Nello stesso tempo occorre riservare la massima attenzione ai contenuti e all’insegnamento mirato per favorire l’interesse dei discenti e portarli a concreti risultati qualitativi. L’ultimo dei metodi di e-learning adottati è il by doing cioè imparare strada facendo. Il sistema è progettato dall’americana Skill soft ed è proposto in Italia da Individual training. Occorre quindi che chi sceglie una forma di apprendimento non tradizionale sappia valutare con attenzione gli aspetti più qualificanti del sistema e sappia farne un uso adeguato per raggiungere gli obiettivi che si prefigge.

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Sullo stato vero delle cose in Italia

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

E’ la frase usata dal Murri per indicare lo stato d’animo dei cattolici che vivevano a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. “Ormai i cattolici – affermava – devono mettersi sul campo della lotta diretta contro uomini e partiti, nel terreno comune della costituzione vigente, salve le loro riserve; rivolgere contro quelli le acquisizioni della vita moderna, non temere i contatti momentanei con altri partiti dai quali più che gelosia di principi li divide, nel caso, incertezza di programma politico e temporaneo (R. Murri, Don Albertario, “Cultura sociale” 16/11/1898). Ora ci chiediamo cosa può insegnarci l’attuale situazione rispetto ad un secolo fa? Eravamo forse degli antesignani di fronte alla questione sociale mentre oggi si avverte un certo arretramento soprattutto culturale e generazionale. Allora il cattolicesimo impegnato in politica presentava limiti invalicabili come quello di mantenere una fisionomia essenzialmente religiosa e una connotazione rigidamente gerarchica. Oggi questo vincolo si è attenuato di molto. Dobbiamo, anzi, rilevare una tendenza all’opposto con una Chiesa che sembra andare oltre la politica condotta dai cattolici che in partiti o da soli percorrono tale strada. Mentre allora non era cosa da poco far penetrare i nuovi modelli e le nuove istanze sociali  e politiche per via delle resistenze operate dal vecchio organismo del laicato cattolico intransigente, oggi ci troviamo al cospetto di resistenze di ben altra natura che non provengono di certo dalle gerarchie religiose ma da interessi che sono avulsi al concetto di Fede che presiede gli spiriti liberi ed emancipati. Ciò che intendiamo dire, in ultima analisi, è che la battaglia di allora era verso la modernità quella di oggi è verso l’arretramento e di ciò i cattolici in prima fila dovrebbero averne coscienza e reagire di conseguenza. Oggi non possiamo addurre come alibi una visione bloccata  della funzione della Chiesa, ma renderci conto che la corsa verso il laicismo razionalistico merita più attenzione di quanto non era necessario in passato ed è proprio per questo motivo che taluni valori vanno riscritti ma anche sostenuti senza esitazione quelli fondanti.

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La storiografia è una scienza esatta?

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

In proposito sorgono ragionevoli dubbi. Dobbiamo chiederci, innanzitutto, se è possibile alla storiografia ricostruire, in tutti i suoi infiniti molteplici aspetti, un evento passato. La risposta è indubbiamente negativa. Una tale realistica rappresentazione è praticamente impossibile per quanto copiosi possono essere i materiali messi a disposizione dello storico. Alla fine subentra la logica della interpretazione e l’opinione del ricercatore a volte ne rimane influenzata. Questa riflessione noi la facciamo pensando agli eventi del XX secolo. Un secolo di libertà ma anche di grandi servitù da parte degli storici. Pensiamo, ad esempio, per quanto ci riguarda da vicino a tre figure emblematiche della storia italiana contemporanea: Mussolini, Togliatti e Craxi. Molto si è parlato di essi, ma siamo sicuri che di loro abbiamo riconosciuto l’effettivo ruolo storico-politico che li ha caratterizzati nella loro azione di governo per Mussolini, di opposizione per Togliatti e di statista per Craxi? Per costoro come per molti altri personaggi che hanno calcato le scene della vita e l’hanno in un certo qual modo condizionata e di certo non sempre in bene, la storia ancora si bagna di passioni che si riverberano sui figli, sui nipoti e pronipoti che l’hanno vissuta dentro questa stessa bolla storica. Non siamo per un prolungamento della cronaca, ma nemmeno ad un giudizio storico decisamente sereno e distaccato.

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I mercanti del tempio

Posted by fidest press agency su venerdì, 1 gennaio 2010

Il racconto sulla cacciata dalla scalinata che portava al tempio dei mercanti da parte di Gesù e quel dare a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare dovrebbero pure insegnarci qualcosa. E se rapportiamo queste riflessioni ai fatti dei giorni nostri dovremmo chiederci con molta franchezza se il Natale simboleggia solo il cenone oppure ha un significato più profondo e vada colto con più umiltà e più devozione. Siamo al cospetto di una natività che simboleggia molte cose tra le quali, tuttavia, prevale il significato della povertà, di una famigliola costretta a risolvere il suo problema di alloggio, di ristoro, di maternità in modo umile e ricorrendo alla “solidarietà” degli estranei e al calore di animali che albergavano in una stalla. A questo punto pensiamo che debba essere chiara una cosa: ognuno è libero di trasformare una festività in qualcosa di diverso ma se lo fa deve prendere atto che risponde ad una chiamata che è di Cesare e non di Dio. In questo caso diventa profana, laica o qualcosa d’altro ma non certo ha motivo di credere di avere assolto ad una funzione tipicamente religiosa, ad una rievocazione e ad un significato che convenzionalmente ogni anno vi attribuiamo per la Fede che essa intende esprimere in quanto cattolico o più in generale cristiano. Cristo nasce da una povera famiglia e resta povero ed umile nel corso di tutta la sua vita. E’ una natività, quindi, sofferta che deve farci riflettere e non certo, se siamo buoni cristiani, lasciarci trascinare dai bagordi. Sta a noi, quindi, come cattolici e cristiani restituire a questa data il suo originale significato e mostrare agli altri ciò che significa essere fedeli per una fede ed infedeli per qualcosa d’altro.

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