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Lo sport degli italiani

Posted by fidest press agency su domenica, 2 agosto 2009

Editoriale fidest. Non manca occasione per mettere in cantiere un nuovo partito. Nel giro degli ultimi mesi, tanto per restare agli annunci autorevoli, vi è stato il governatore della Sicilia Lombardo con il suo Partito del Sud, l’hanno seguito a ruota alcuni militari o ex, non si sa bene, con il partito che si richiama agli uomini con le stellette ma aperto ai simpatizzanti “borghesi”. Ora è la volta di Grillo. Altri annunci similari, ma di basso profilo, li hanno contornati, mentre sappiamo bene che dividersi non rende, anzi. Lo sa bene  la sinistra italiana che si è ritrovata con un complessivo 7% ma essendosi presentata divisa ha perso la possibilità di far eleggere almeno cinque suoi esponenti alle europee. Grillo, di certo, fa quel che può per concentrare su di se i fasci delle luci della ribalta e per quanto non riscuota, in certi ambienti, molte simpatie ha saputo affrontare i reali problemi del paese e anche denunciarne la deriva, ma da qui a un partito ce ne corre. Ha cercato, ovviamente, di candidarsi nel Pd ma l’hanno rimandato al mittente in malo modo. Ci rendiamo conto della sua amarezza e, in un certo senso, la sua rabbia dettata dall’impotenza di dare concretezza al suo messaggio. L’unico partito che l’ha seguito è stato l’Idv di Antonio di Pietro ma, evidentemente, quella casacca gli sta troppo stretta. Egli ambisce ai grandi numeri e non gli diamo torto. Ma egli, più di noi, sa che la democrazia italiana è “ingessata”: Berlusconi potrà perdere due o anche tre punti percentuali e probabilmente qualche suo alleato li recupererebbe. Non migliore fortuna potrà avere il Pd con l’attuale 22% mentre in queste tornate “elettorali” per la segreteria del partito abbiamo Franceschini e Bersani due brave persone ma lontane dal carisma di un leader e per di più espressioni di divisioni all’interno del partito e non di unione. E gli altri? Sono condannati o a fare il Pierino di turno o a gestire “pazientemente”, e senza altre speranze, le loro percentuali del 5% per l’Udc di Casini e del 9% dell’Idv di Di Pietro. Il vero miracolo lo avremmo avuto se tutte le opposizioni dalla destra alla sinistra rinunciassero a fare da sponda alle loro “collocazioni geometriche” e decidessero di dirci seriamente con chi vogliono stare e i loro leader facessero un passo indietro per mettere alla loro guida, in mancanza di un leader carismatico, un uomo di buona volontà pulito e senza “grilli” per la testa o, pardon, di tenersene almeno uno per “futura memoria”. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)

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