Il miracolo dei fili di lana
Posted by fidest press agency su giovedì, 9 luglio 2009
Pomezia 12 luglio – 20 settembre 2009 Via di Pratica Località Pratica di Mare, Museo Archeologico Lavinium Inaugurazione 11 luglio dalle ore 18,00. Catalogo Palombi Editori a cura di T. Cambellotti, Impera, Massafra, Petrosino, Tetro. Appendice con testi di Bruto, Impera, Tetro E’ una delle mostre di maggiore successo della stagione espositiva romana 2009, un outsider arrivato tra i primi al traguardo nella sorpresa generale. La magia di questa piccola rassegna va ricercata nello straordinario appeal della sua protagonista: la novantasettenne Laura Marcucci Cambellotti, la Rita Levi Montalcini dell’arte italiana. Figlia di Alessandro Marcucci, nipote di Giacomo Balla, nuora e discepola di Duilio Cambellotti, Laura Marcucci Cambellotti è passata con disinvoltura dalla pittura all’arredo, dai gioielli all’illustrazione, dalla ceramica ai costumi. Il suo contributo più originale consiste però nella produzione della particolare tipologia di arazzi realizzati ad ago che sono appunto oggetto della mostra curata da Romina Impera in collaborazione con Francesco Tetro e Maria Luisa Bruto. L’allestimento ideato dall’Archivio Cambellotti e dal Museo Lavinium punta ad evidenziare la forte sintonia delle figure femminili nate dall’immaginazione dell’artista con le antiche statue che sono il vanto del museo: gli ex voto muliebri lasciati dai fedeli nel Santuario di Minerva a Pratica di Mare tra V e III sec a.c. e, soprattutto, la splendida Minerva Tritonia in terracotta policroma, scoperta alla fine degli anni Settanta nel deposito votivo del tempio. Un confronto serrato e suggestivo “posto sotto la protezione di Minerva – spiega divertita Maria Luisa Bruto, direttrice del Lavinium – che non fu solo dea della Guerra e della Sapienza, ma anche inventrice dell’artigianato tessile, un’attività tipicamente femminile che Laura Marcucci Cambellotti ha trasformato in linguaggio d’arte” Alla produzione di arazzi Laura, classe 1912, approda a metà degli anni ’70 a causa di una malattia agli occhi che le lascia una percezione visiva distorta. Costretta ad abbandonare la pittura, l’artista elabora una tecnica del tutto originale che le consente di continuare a “dipingere” usando ago e filati al posto di pennello e pigmenti. I manufatti esposti in mostra vengono infatti definiti “arazzi” del tutto impropriamente giacché essi in realtà sono un esempio di pittura praticata su tessuto con gli strumenti del cucito e del ricamo. In mostra sarà presentata una selezione di venti dei trecento lavori ad ago eseguiti in trent’anni: qualche paesaggio e figure femminili, fiabesche creature senza volto avvolte in abiti multicolore dalle fogge fantastiche. L’arte di Laura Marcucci Cambellotti è sempre stata così: tutta declinata al femminile. Anche da ragazza, talentuosa pittrice con la passione del ritratto, dipingeva soprattutto donne: “perché gli uomini non sono decorativi. In vita mia ne ho ritratti solo due: un amico di famiglia, per via dei suoi meravigliosi capelli d’argento e degli occhi blu, e mio padre, Alessandro Marcucci. Sarebbe stato di un uomo anche il ritratto che non sono mai riuscita a realizzare, quello di mio suocero, Duilio Cambellotti” (il mare)
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