«Non volevamo fare le Cassandre né tanto meno auspichiamo tensioni sociali per poi dire “lo avevamo detto”. Ma gli scontri che sono avvenuti alla periferia di Massa, la scorsa notte, tra la “prima ronda proletaria antifascista”, organizzata dai Carc (Comitati di appoggio alla Resistenza per il comunismo) e Asp (Associazione solidarietà proletaria) e simpatizzanti di destra erano prevedibili». A parlare è Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp – Sindacato indipendente di Polizia, che rilancia la posizione del sindacato, contraria all’utilizzo delle ronde come mezzo per presidiare città e territori. «Non è neanche accettabile liquidare il tutto come ha fatto il ministro Bossi, definendo l’episodio come il frutto dell’azione di qualche pirla: il problema sta nella comunicazione della funzione che hanno e avranno le ronde. Né l’una né l’altra posizione sono accettabili da un Paese che voglia definirsi libero e democratico. La gestione della sicurezza lasciata in mano a “sceriffi fai da te”, rischia di amplificare il problema. Per un puro caso – ha detto ancora Maccari – gli scontri dell’altra sera non si sono trasformati in tragedia. E, senza voler essere uccelli del malaugurio, quello che è successo è solo il germe di una situazione che alla prima occasione esploderà in maniera violenta». «Ha ragione Bossi quando dice che “il pirla” lo trovi sempre – continua Maccari – ma ci sembra davvero un atteggiamento irresponsabile ed ai limiti del criminoso offrire al “pirla” l’opportunità di trovare terreno fertile per sfogare i suoi istinti. Se esistono uno o più pirla, non può fare da contraltare uno Stato irresponsabile». «Anche questa volta – conclude Maccari – a rischiare di più sono stati gli Uomini della Polizia: infatti gli Agenti della Digos si sono trovati contro un gruppo di giovani in motorino, armati di bastoni, chiamati dagli stessi Carc per fronteggiare, dicono i simpatizzanti di estrema sinistra, quelli di destra. Due poliziotti sono rimasti contusi dallo scontro. Ci sembra già un dazio troppo altro che lo Stato, attraverso gli uomini legittimati a rappresentarlo, deve pagare alla stupidità e alla cecità di chi, non essendo stato capace di risolvere il problema sicurezza in altro modo, si fa scudo dietro la violenza repressa di cittadini che, pur facendo salva la buona fede di alcuni, vengono mandati letteralmente “al macello” non avendo essi stessi capacità e mezzi per garantire la sicurezza nelle città».
Archive for 27 luglio 2009
Scontri tra ronde a Massa
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
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A proposito di Pio XI
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
“Sulla figura di Pio XI ci sarebbe molto da precisare – scrive Rosario Amico Roxas – riandando alla sua memoria personale riguardante un fratello di sua nonna paterna, mons. Alberto Vassallo, che conobbi e frequentai”. E precisa: “ Ci sono momenti storici di Pio XI poco considerati e, spesso, anche ignorati, come la grande amicizia e collaborazione con mons. Alberto Vassallo, che fu nunzio apostolico a Monaco di Baviera. La chiusura di quella nunziatura fu causata da uno scontro violentissimo tra l’arcivescovo e Hitler a causa delle leggi razziali; l’arcivescovo Alberto Vassallo, dei baroni di Torregrossa, nativo di San Cataldo, prov. di Caltanissetta, venne arrestato e liberato solo l’intervento del cardinale Pacelli, futuro Pio XII. Venne obbligato a risiedere nella sua città natale, dove si adoperò alla fondazione di un ordine religioso laico della Compagnia di Sant’Orsola nella diocesi di Caltanissetta, collaborando fattivamente con la nipote (figlia di una sorella, Marianna Amico Roxas, per la quale è in corso il processo di beatificazione). Ma nella sua città natale non dimenticò la grande esperienza maturata nella diplomazia vaticana; fu in costante contatto sia con il pontefice che con i cardinali Pacelli e Roncalli, con quest’ultimo aveva compiuto gli studi di diplomazia. Collaborò alla stesura di una enciclica mai promulgata la Humani generi unitas, ma non poteva farlo direttamente, in quanto controllato dal regime fascista, per cui si serviva dell’arciprete della “Madrice” di San Cataldo mons. Petrantoni, (uomo di grandissima cultura umanistica e latinista forbito), il quale periodicamente si recava a Roma per portare appunti, memorie, riflessioni indirizzate al pontefice e filtrate da S.E. Roncalli. Il pontefice morì la notte precedente la promulgazione di quell’enciclica; la morte fu certificata dall’archiatra pontificio prof. Petacci (padre di Claretta). Nei diari del cardinale Tisserant, resi noti nel 1972 (ma adesso scomparsi e secretati al 5° livello della biblioteca vaticana, alla quale si accede solo con personale consenso del pontefice), viene avanzata l’ipotesi che il pontefice fosse stato avvelenato per ordine di Mussolini, venuto a conoscenza del contenuto dell’enciclica di condanna delle leggi razziali e di scomunica per quanti le avessero onorato. Mons. Alberto Vassallo morì in San Cataldo il 7 settembre del 1959, ultranovantenne; avevo 18 anni e ne conservo un ricordo nitidissimo (era fratello della mia nonna paterna). Mi recavo spesso a trovarlo insieme a mons. Petrantoni che mi fu maestro di latino; conservo molte memorie, mentre i pochissimi documenti rimasti appartengono alla Chiesa Madre di San Cataldo. Il testo integrale dell’enciclica non promulgata (Humani generi unitas), non è mai stata resa nota; Pio XII la secretò per non dilatare le persecuzioni naziste ai cattolici, ma è certo che quella enciclica ispirò Il Concilio Vaticano II (ottobre 1965) che abolì con il decreto “Nostra Aetate” la definizione di Ebrei deicidi”.
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Il Messico e Pio XI Papa “Liberale”?
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
La leggenda di Pio XI “Papa liberale” è sfatata dai fatti storici e dai princìpi dei documenti magisteriali promulgati da papa Ratti[1]. Infatti, a) se una parte dell’episcopato messicano preferiva, per evitare un male maggiore, trattare giuridicamente col governo al fine di ottenere la libertà per la Chiesa; vi era un’altra parte dell’episcopato che preferiva la resistenza, prima passiva, poi attiva e in ultimo armata, per ottenere lo stesso risultato. b) La dottrina cattolica insegna che è lecito pattuire giuridicamente, a condizione di non ledere i principi delle fede e del diritto naturale e divino. Dunque non vi è stato peccato di liberalismo nella pratica “concordataria” di una parte dell’episcopato, anche se essa si è poi rivelata una chimera. Al massimo si può dire che vi fu un errore pratico di valutazione sui mezzi migliori da prendere, ma non che vi sia stato cedimento sui princìpi o scelta di mezzi cattivi in sé. Così pure – per la dottrina cattolica – è lecito, come extrema ratio, resistere attivamente ed anche con le armi a certe determinate condizioni (essere sicuri moralmente della riuscita della rivolta e che la situazione posteriore non sarà peggiore di quella anteriore). Ora i “cristeros” avrebbero potuto vincere (ma tuttavia non ve ne era la certezza) e ridare la libertà alla Chiesa. Quindi anche la loro condotta non fu biasimevole, anzi, essa si sarebbe rivelata poi – praticamente – la migliore. I “cristeros” obbedirono all’episcopato (a differenza di Maurras) e questo si lasciò dirigere da Roma (a differenza dei gallicani). c) La tattica della Segreteria di Stato fu più “conciliazionista” di quella del Papa. d) Pio XI, che già il 2 febbraio 1926 (Paterna Sane Sollicitudo) “aveva alzato il tono della critica” (m. de giuseppe) e l’11 luglio 1926, aveva appoggiato l’episcopato messicano nella decisione di sospendere il culto (a differenza di Gasparri, che manteneva le sue perplessità su tale divieto), nel 1929 appoggiò (pur con qualche dubbio pratico) la tattica del dialogo giuridico, onde evitare una guerra civile; nel 1932, però, cambiò strategia, (distanziandosi dal card. Gasparri che opinava ancora per gli accordi giuridici) davanti al fatto che il governo messicano non aveva rispettato i patti. Infine, nel 1937 dette il nulla osta alla rivolta armata dei fedeli laici, escludendo dalla lotta armata – ma non dalla direzione e protezione degli insorti – soltanto il clero e l’Azione Cattolica in quanto associazione direttamente mandataria del clero. (Don Curzio Nitoglia)
[1] Dal punto di vista filosofico-teologico, Pio XI volle riportare in auge, seguendo la linea di Leone XIII e s. Pio X, il tomismo contro ogni forma di immanentismo liberale e modernistico, con la enciclica “Studiorum duce” del 1923. In campo sociale-politico istituì la festa liturgica di “Cristo Re” e scrisse la “Quas primas” sulla regalità sociale di Gesù Cristo nel 1926; ad essa seguirono la Divini illius magistri del 1929, sulla esatta nozione di educazione della gioventù, la Quadragesimo anno sulla questione dei rapporti tra capitale e lavoro nel 1931, la condanna del comunismo come “intrinsecamente perverso”, con la Divini Redemptoris del 1937. In materia dogmatica nel 1928 condannò il falso ecumenismo, con la Mortalium animos. In campo ascetico, condannò ogni forma di americanismo e falso misticismo con la Mens nostra, sugli “Esercizi Spirituali” di s. Ignazio da Loyola, nel 1929 e la Ad catholici sacerdotii nel 1935, sulla retta definizione del sacerdozio cattolico. Infine, “in re morali” scrisse la magistrale Casti connubii nel 1930. Come si vede, le idee di Pio XI sono l’esatto contrario per diametrum di ogni forma di liberalismo, naturalismo, immanentismo, laicismo e modernismo, condannati già nella sua prima enciclica Ubi arcano Dei del 1922, che è il programma del suo pontificato: la pace tra uomini e nazioni (appena uscite dalla prima guerra mondiale) potrà sussistere solo se si tornerà sinceramente a Cristo, non solo individualmente ma anche socialmente. Onde accusarlo di essere un Papa “liberale”, significa o non aver letto il suo magistero o essere in mala fede. (messico1,2)
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Giornata Internazionale della Gioventù
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
San Marco Argentano (Cosenza), 29 luglio alle ore 18.00, nella sala consiliare di palazzo santa Chiara, si terrà la presentazione della Giornata Internazionale della Gioventù, che sarà celebrata nella cittadina normanna, così come nel resto del mondo, il 12 agosto del 2009. Interverranno all’iniziativa, Adriano Ritacco, referente Comitato Promotore Club Unesco San Marco Argentano; Enrico Marchianò, presidente Club Unesco Cosenza; Luigi Mazzei, responsabile regionale AGESCI; Helda Nagero, commissione regionale Croce Rossa Italiana; un funzionario della Regione Calabria – Protezione Civile; Alberto Termine, sindaco di San Marco Argentano; Giulio Serra, consigliere regionale e S. E. mons. Domenico Crusco, vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea, che concluderà i lavori. Seguirà l’inaugurazione della sede del Comitato Promotore Club Unesco San Marco Argentano. Il tema prescelto per questa edizione è Sostenibilità: la nostra sfida. Il nostro futuro. Adriano Ritacco, referente Comitato Promotore Club Unesco San Marco Argentano, anticipa alcuni momenti: <<I giovani arriveranno a San Marco Argentano giorno 11 agosto e saranno ospitati in alcune tendopoli organizzate dalla Protezione Civile, Croce Rossa Italiana e Scout Regione Calabria. Sarà offerto loro vitto e alloggio. Il 12 agosto sono previste – precisa Adriano Ritacco – una escursione sulle alture circostanti e visite guidate al patrimonio storico-artistico della città di San Marco Argentano. Alle ore 18.00 si terrà il convegno ufficiale della Giornata Internazionale della Gioventù con la partecipazione del presidente della Regione Calabria, di presidenti delle Province calabresi e di un rappresentante dei giovani. La serata sarà conclusa da un concerto de Il Parto delle Nuvole Pesanti>>. (Silvio Rubens Vivone) (giornata)
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Sul lago d’Orta brillano due nuove stelle
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Sono Chiara Danese, 17 anni appena compiuti, e la 24enne Alessandra Tria le nuove stelle del lago d’Orta, incoronate reginette dal concorso “Fantastica”, approdato ieri sera nella tensostruttura del campo sportivo di San Maurizio d’Opaglio. L’iniziativa, giunta alla sua tredicesima edizione, è stata organizzata con la collaborazione del Consorzio Cusio Turismo e con il patrocinio della Pro Loco e dell’Amministrazione Comunale. Tornando alle selezioni, Chiara Danese, giovane studentessa di Gravellona Toce, si è aggiudicata la fascia di Miss Fantastica Indossatrice. “Sono davvero contenta – ha detto ai cronisti la neoreginetta – speravo che il lago mi portasse bene, mi auguro che questo sia un trampolino di lancio”. Alessandra, 24 enne di Ghemme, è stata invece incoronata Miss Fantastica Cantante. Entrambe parteciperanno alle finali nazionali del concorso, che si terranno a Cava De’ Tirreni (Sa) dal 2 al 5 settembre. Il concorso nazionale “Fantastica” è rivolto a ragazze e coppie dai 13 ai 25 anni e ha l’obiettivo di scoprire nuovi talenti, per poi lanciarli nel mondo della tv e dello spettacolo. L’evento è stato ideato dal coreografo Rai Massimo Pietrucci, che nel tempo ha potuto lanciare personaggi come la bella Laura Freddi, Maria Zaffiro (Amici, in onda su canale 5), Rossella Brescia (Colorado, Italia 1), Marzia Fontana (Ricominciare, programma di Rai 1), Eleonora Di Miele (Carabinieri, trasmesso da Canale 5). Tra le particolarità di questa edizione, il fatto che ad agosto l’iniziativa si sposterà in Sardegna, dove sarà presente anche il Consorzio Cusio Turismo, che illustrerà le bellezze e le opportunità del lago d’Orta, grazie ad uno stand ospitato all’interno della manifestazione. (danese e tria)
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Tra boschi e valli d’or: recital per arpa e soprano
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Santa Margherita di Staffora (PV) 2 agosto ore 17,00 Chiesetta di Pian del Poggio, Passo del Giovà, Il Festival Ultrapadum fa tappa a Pian del Poggio, con un recital per arpa e voce soprano dedicato in gran parte alle arie più celebri dell’Opera italiana. Pian del Poggio, frazione di Santa Margherita di Staffora, è una località sciistica a 1320 metri sul livello del mare, alle sorgenti del fiume Staffora, che scende a valle caratterizzando una delle località più suggestive dell’Oltrepò Pavese, tra rilievi innevati e fitti boschi. Il concerto si svolge nella piccola chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, dalla caratteristica pianta a croce latina con unica navata, costruita nel 1570 sui resti di una costruzione più antica. Degni di nota sono il trittico che sovrasta l’altare, le decorazioni e gli affreschi, opera di Domenico Fossati di Tortona. In questa cornice particolarissima, Eleonora Perolini (arpa) e Angelica Cirillo (soprano) presentano un raffinato programma in duo che spazia dall’opera alla musica sacra, con brevi intermezzi strumentali e sporadiche incursioni jazzistiche. Tra i brani in programma spiccano alcuni tra i più celebri del repertorio vocale: “Casta diva”, dalla Norma (V. Bellini); “Mi chiamano Mimì” dalla Bohème e “O mio babbino caro” da Gianni Schicchi (G. Puccini); “Addio al passato” dalla Traviata (G. Verdi); l’Ave Maria di Mascagni e quella di Schubert. Al termine del concerto ci si potrà fermare a gustare le delizie tipiche del luogo, una consuetudine che caratterizza le serate del Festival Ultrapadum. Eleonora Perolini, diplomata in arpa al conservatorio G. Verdi di Milano nel 1988, ha proseguito il perfezionamento sullo strumento con nomi illustri tra cui E. Malone ed E. Zaniboni. Ha suonato come solista con prestigiose orchestre tra cui la Rai di Milano, i Pomeriggi Musicali, l’orchestra di Bacau (Romania) e molte altre, effettuando numerose registrazioni e incisioni. Ha collaborato in duo con S. Gazzelloni, A. Adorjan e dal 1991 collabora stabilmente con la flautista Marlaena Kessick, affiancandola nelle tournée in Europa e Usa. È direttore artistico del Centro Internazionale di Musica e Cultura di Biella e della sezione Incontri d’autore che vede tra i nomi degli artisti quello di Bruno Gambarotta, Edoardo Siravo e Fabio Vettori. È docente di Musicoterapia e Arpaterapia per questo collabora stabilmente per la ricerca sul suono con le cliniche geriatriche Redaelli di Milano sulla ricerca del suono per il benessere psicofisico. È docente di arpa all’istituto musicale di Rho Milano. Per lei hanno scritto F. Mannino, L. Giachino, M. Kessick, C. Calderoni. Angelica Cirillo, soprano lirico di agilità, sanremese. Intraprende lo studio del canto lirico con il soprano Josella Ligi, e gli studi musicali con il maestro Doria Miglietta. Frequenta i corsi di studio e approfondimento di spartito d’opera presso l’Accademia Ducale di Genova con il maestro Roberto Negri. Si perfeziona con il tenore Ottavio Garaventa e in seguito con il soprano Luisa Maragliano. Ha debuttato al Teatro Cavour di Imperia nel “Rigoletto” di Verdi, con l’Orchestra Filarmonica del Piemonte diretta dal maestro Aldo Salvagno. Ha così iniziato la sua carriera nei ruoli di Berta (Barbiere di Siviglia), Norina, (Don Pasquale), Zerlina (Don Giovanni), Musetta-Mimì (Bohème), Nedda (Pagliacci), Violetta (Traviata), selezione di Trovatore a Piacenza, fino a toccare l’operetta in Anna Glawari (Vedova allegra). Si esibisce regolaremente in concerti di musica da camera e sacra principalmente in duo di arpa e violino, svolge un intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero. http://www.festivalultrapadum.com. (cirillo)
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Danny Rolph 23rd dimension
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Porto Cervo (OT) fino al 30/8/2009 via Porto Vecchio, 1 Vittoria Design/Art Gallery mostra -23 rd dimension- dell’artista inglese Danny Rolph, le cui opere sono note per il singolare utilizzo della plastica che si presta ora a nuovi interventi e nuovi significati. “Il mio lavoro ha sviluppato ultimamente un rapporto piu’ diretto con la topologia della pittura o con l’analisi dello spazio. Dipingendo su plastica Twinwall e Triplewall, cosi’ come su tela e carta, ho evidenziato i miei desideri e le mie ispirazioni, individuando tutta una serie di domande e possibilità. Si tratta di ispirazioni fisiche (oggetti, luoghi, persone, ecc.), nonche’ concettuali (musica, poesia ecc.), i quali incarnano, mediante la pittura e gli elementi a collage disposti sulle superfici, tutto cio’ che io sono fisicamente, mentalmente, politicamente, storicamente ed economicamente. Le opere esposte possiedono nella loro composizione piu’ di una qualità dissonante, accentuata da tratti che denotano un’associazione piu’ netta con forze quali movimento, velocità e accelerazione, e sono al tempo stesso in contrasto con le strutture semi-architettoniche che circumnavigano, smontandole e ricostruendole sullo stesso piano. Le combinazioni frammentarie che pervadono tutta l’opera danno adito a un piacere psicologico che attira e respinge un osservatore attraverso la superficie, permettendo di trasgredire impulsi simili a quelli che George Bataille descrisse, commentando le fondamenta dell’arte e la pura e semplice impossibilità della nostra esistenza nel mondo. Desidero che i miei dipinti appaiano attraverso le brume dell’attività e del tempo, con un potenziale di gioia e disperazione per ogni secondo che passa.” (D. Rolph)
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XXVIII Edizione AsoloArtFilmFestival
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Asolo, 28 agosto – 6 settembre 2009 Cinema e Censura Per il 2010 AAFF e Replay, azienda veneta di denim e casualwear sponsor dell’evento, getteranno le basi per tracciare un nuovo sentiero intitolato “RE-veal”: un contenitore per tutti quei video che, trascendendo i generi, sono stati “sommersi” o censurati sia dal Marketing che dalla politica.“RE-veal” si propone quindi di individuare, liberare e far rivivere tutte le espressioni video e dare loro spazio e respiro tramite il festival e la rete. A partire dal 2009, AsoloArtFilmFestival si lega al tema della Censura. Componente essenziale riconosciuta tra le libertà fondamentali e sancita dalla tutela e rispetto dei diritti umani, connessa al valore della pace e la sicurezza internazionale in conformità alla Carta delle Nazioni Unite, è la Libertà di Opinione e di Espressione prevista dall’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Fortemente voluto dal regista iraniano Babak Payami ben prima delle recenti tensioni in Iran, il progetto “Censored Cinema” prende vita durante la XXVIII edizione del festival asolano attraverso due seminari, “Arte e Censura” e “Censura, democrazia e dittatura”, ed un dibattito, “Il diritto di offendere”, con ospiti di rilievo nazionale ed internazionale. Dal 2010 “Censored Cinema” si amplierà e diverrà programma ufficiale del festival, presentando ogni anno una selezione di film che sono stati censurati nel proprio Paese d’origine per ragioni di carattere politico. I film saranno selezionati all’interno delle Nazioni con le peggiori condizioni in fatto di violazione dei diritti umani, così come contenuto nella relazione redatta e pubblicata annualmente da Amnesty International ed altri organismi internazionali. AsoloArtFilmFestival vuole diventare una piattaforma dalla quale i cultori del cinema di ogni parte del mondo potranno dichiarare la loro solidarietà ed il loro sostegno a quei registi che sono stati e sono soggetti a persecuzione nel loro Paese d’origine. Ad affiancare tutto questo, sarà costituita una ONG dedicata alla protezione e al sostegno dei registi perseguitati nel loro Paese d’origine per il loro lavoro artistico. Sarà creata una rete di corrispondenti locali nei vari Paesi da monitorare, che tenga sotto controllo qualunque forma di censura, dalla non pubblicazione fino all’arresto o prigionia, riguardante tutti gli aspetti di lavorazione di un film. Sempre nella logica del valore di libertà e creatività l’edizione del 2010 vedrà il lancio del festival on-line: tutte le proiezioni, sia dell’edizione storica che di “Censored Cinema”, saranno trasmesse in contemporanea via web, dando così la possibilità al mondo intero di assistere in diretta al festival. (censura)
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Mostra collettiva d’arte contemporanea
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Magione 1/-16/8/2009 Inaugurazione: 31 luglio 2009, ore 19.00Via Memorabile N 21, Corso Marchesi N 24, Ufficio Turistico Piazza della repubblica N 3, Largo G. Mazzini, 6. Ideazione: Fabrizio Segaricci; a cura di: Z.one Cultural Crossing. Enti Promotori e attuatori: Comune di, Proloco di Magione. Artisti: Sendi Facchin, Gruppo Sinestetico, Manuela Mancioppi. Dopo il grande successo della mostra Trasimeno Transit, l’Associazione Z.one Cultural Crossing ed il Comune di Magione, con il sostegno della Proloco di Magione, replicano la loro collaborazione, e danno vita ad un’inedita manifestazione artistica. Arterie, infatti, nasce dal comune interesse per la valorizzazione del territorio e la promozione della cultura contemporanea. A tal fine, nel corso del consueto appuntamento estivo Agosto Magionese, alcuni locali del centro cittadino, da lungo tempo inutilizzati, diventano spazi espositivi temporanei, e le loro vetrine tornano a brillare grazie alle opere dei giovani artisti invitati. Così facendo, si cerca di porre l’accento in maniera non ovvia sul problema della “desertificazione” dei centri storici. Ma non solo. Parallelamente si muove il tentativo di mostrare come l’arte contemporanea sia in grado – se non di risolvere il problema – almeno di restituire una nuova dignità, culturale e non più soltanto commerciale, a quei negozi dimenticati. A questo scopo, pertanto, Sendi Facchin ci propone un’istallazione articolata, il cui tono apparentemente ludico è solo la faccia sorridente di una diffusa inquietudine, che condivide con la sua generazione. Anche Manuela Mancioppi, mediante un cortocircuito fra ironia giovanile e disincanto, approda ad una visione critica dell’attuale cultura mediatica di massa. Così come, a scanso di fatalismo, il video proposto dal Gruppo Sinestetico, ci indica la potenza intrinseca della parola, ma anche la sua estrema vulnerabilità, dalla censura, dal cattivo gusto e dall’ignoranza proposta come modello vincente. (arte2)
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Sogno di una notte di mezza estate
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Roma fino al 2 Agosto 2009, ore 21.15 di William Shakespeare. La rappresentazione messa in scena a Roma al Silvano Toti Globe Theatre nel cuore di Villa Borghese è diventata uno spettacolo nello spettacolo. La magia della notte è davvero suggestiva. Il pubblico della prima per le grandi occasioni non ha mancato d’applaudire a scena aperta agli attori e assegnare un dieci e lode al regista per avere offerto una primizia così raffinata e succulenta. La stessa trama sa tanto di attualità. Non è solo un risveglio della natura sotto il fascino della stagione ma il desiderio di tutti noi che emerge da questo sogno onirico per entrare in una realtà che si vorrebbe la sua naturale continuazione dotandola con le armi della fantasia. (quella degli spiriti, delle ombre). Ma i sogni come il risveglio e la vita vissuta possono trasformarsi in incubi. Il “Sogno di una notte di mezza estate”, scritta in occasione di un matrimonio, è come una serie di scatole cinesi. All’esterno dell’opera ci sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti, la vicenda di Piramo e Tisbe. In questo mondo stregato domina il capriccio, il dispotismo di Oberon che attraverso Puck gioca con i mortali e con Titania, per imporre il suo dominio. Si compie quindi su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge. Si noti la sequenza degli scambi fra gli amanti. Si inizia con Ermia che ama Lisandro e con Elena che ama Demetrio, ma quest’ultimo con l’appoggio di Egeo, padre di lei, vuole invece conquistare Ermia. Si passa, attraverso l’intervento “magico” di Puck, al folle girotondo in cui Ermia insegue Lisandro, Lisandro Elena, Elena Demetrio e Demetrio Ermia. E non è finita. Perché Ermia, alla quale dapprincipio aspiravano entrambi i giovani, sarà abbandonata da tutti e due, innamorati ora di Elena, e solo nel quarto atto dopo un nuovo intervento di Puck, si avrà la conclusione in cui gli amanti formeranno davvero due coppie. La grandezza di Shakespeare sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico.” Il tutto ha il sapore acre e trasgressivo della follia, dai sentimenti alla natura e ci offre, nell’insieme, un percorso malinconico ma riccamente dotato dall’interpretazione artistica dei suoi guitti. Il cast: Regia Riccardo Cavallo Interpreti Teseo, Duca D’Atene Nicola D’eramo Ippolita, Regina delle Amazzoni Alessandra Korompai Egeo, Padre Di Ermia Roberto Attias Ermia Valentina Marziali Demetrio Marco Paparella Lisandro, Innamorato di Ermia Daniele Grassetti Elena Federica Bern Peter Quince Marco Simeoli Nick, Bottom Gerolamo Alchieri Francis, Flut Roberto Stocchi Tom, Snaout Claudio Pallottini Snug Roberto Della Casa Puck Fabio Grossi Fairy Cristina Noci Oberon, Re degli Elfi Gianni De Feo Titania, Regina delle Fate Claudia Balboni Maestro Di Cerimonie Fabrizio Amicucci Produzione Politeama Srl Scene Silvia Caringi e Omar Toni Traduzione Simonetta Traversetti Costumi Manola Romagnoli.
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Il “cambiamento” della scuola italiana
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Lettera al direttore. “Le valutazioni dell’OCSE relegano il sistema scolastico italiano tra i peggiori al mondo, su i 57 paesi analizzati l’Italia è notoriamente tra gli ultimi! Gli studenti italiani si esprimono male, hanno grosse difficoltà con la matematica e le discipline scientifiche. Volendo sintetizzare, i quindicenni (fascia di età analizzata) non riescono ad applicare alla vita reale i concetti appresi a scuola. Per dirla “all’OCSE”, difettano nelle capacità di “problem solving”. In effetti, la scuola italiana sta cambiando. L’anno scolastico 2010/2011 vedrà il battesimo dei nuovi regolamenti delle superiori! Per capire la direzione del cambiamento, ecco cosa varierà per le discipline scientifiche che per loro natura (attività di laboratorio, metodo scientifico, ecc..) meglio si adattano allo sviluppo delle capacità di “problem solving”:1. nei bienni iniziali le discipline scientifiche subiranno un taglio orario mediamente pari al 50%, la chimica, ad esempio, nell’istituto economico passerà da 4 ore settimanali a 2 ore settimanali! (cosa aggiungere sulle attività di laboratorio). 2. negli Istituti tecnici e professionali (triennio finale) le discipline scientifiche e tecnologiche d’indirizzo subiranno una diminuzione nelle ore d’insegnamento del 20% (che si ripercuoterà anche sulle attività di laboratorio).3. alcune discipline scientifiche e tecnologiche saranno assegnate solamente a docenti diplomati, gli “ITP” e non a laureati! 4. Nei licei si creerà un’unica disciplina scientifica “calderone” denominata “scienze integrate” in cui lo stesso docente laureato in scienze (generalmente scienze biologiche) si troverà a insegnare: chimica, biologia, astronomia e scienze della terra (sarebbe normale, forse, assegnare ogni disciplina a laureati specializzati nella stessa). Anche le università testimoniano quanto emerge dai dati OCSE. Per gli studenti in ingresso nei vari atenei sono sempre più necessari i così detti corsi di livello zero per matematica, chimica, fisica. A questi pressanti appelli la scuola italiana risponde con meno ore di insegnamento per le scienze, la quasi totale eliminazione delle attività laboratoriali e insegnanti generalisti con preparazione talvolta sommaria (eccezion fatta per la disciplina nella quale sono laureati). E’ da chiedersi allora se veramente i nuovi regolamenti seguono le indicazioni OCSE. Sarebbe, forse, necessaria una più strategica valutazione della situazione? Potremo mai cominciare ad affrontare il dibattito sulla scuola (settore strategico per gli altri paesi sviluppati) in maniera seria? (Prof. Biagio Pelligra)
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Il PD a “pane e cicoria”
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Il PD sta fornendo uno spettacolo indecoroso di prim’attori che difendono la propria incolumità (perchè di incolumità si tratta e non più di leadership). Gli intoccabili difendono le posizioni conquistate, anche se diventate ambigue. La “politica di servizio” si è definitivamente trasformata in “politica del self service”, esattamente speculare a quella del PdL, con la differenza che nel PdL si difendono palazzi, ville, aziende, società, banche, assicurazioni, capitali all’estero, interessi privati nominabili e non nominabili appartenenti ad una sola persona che si serve del potere per esercitare questa difesa personale; nell’imitazione offerta dal PD viene difeso il diritto di non mangiare “pane e cicoria”. La base sarà chiamata a votare ciò che “gli intoccabili” hanno deciso, proprio quella base che si dichiara fortunata quando può cenare con “pane e cicoria”. Una dieta forzata (a base di pane e cicoria) farebbe un gran bene a questi intoccabili: ridimensionerebbe le presunzioni, creerebbe una maggiore adesione alle realtà della nazione, eliminerebbe spontaneamente i deboli di stomaco che potrebbero andare dove si pasteggia a tartine di salmone (a spese della collettività). (Rosario Amico Roxas)
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I condoni “camuffati”
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Solo 16 mesi fa, il 13 marzo del 2008, l’allora ministro delle Finanze in pectore, Giulio Tremonti, giurava: «Basta condoni. Oggi non ci sono più le condizioni per farli, non li ho certo fatti volentieri, ma perché costretto dalla dura necessità. I condoni sono una cosa del passato». Sappiamo come è andata a finire. Nel cosiddetto anti-crisi è stato riproposto per la terza volta lo scudo fiscale: chi aveva accumulato soldi e beni all’estero senza avvertire gli uffici delle tasse potrà evitare una denuncia per omessa o incompleta dichiarazione dei redditi semplicemente versando all’erario il 5 per cento di quanto aveva nascosto. Ancora una volta, insomma, il governo premia i ricchi e i furbi. Sostenere che questo accade a causa della crisi economica mondiale che ha messo in ginocchio i conti pubblici, è sbagliato. Certo, i bilanci dello Stato sono a un passo da una situazione di tipo argentino. La necessità di fare cassa è evidente per tutti: nei prossimi mesi, con tutta probabilità, ci troveremo a fronteggiare altri 500.000 senza lavoro. E per i nuovi disoccupati bisognerà per forza trovare qualche nuovo e costoso ammortizzatore sociale. Questo blog, già in passato, ha però sottolineato come attraverso una tassa patrimoniale del 3 per mille che colpisca i patrimoni familiari superiori a 5 milioni di reddito sia possibile raccogliere 10 miliardi di euro. Molto di più insomma dei 3 miliardi e mezzo che, secondo alcuni calcoli, potrebbe garantire lo scudo fiscale. Perché, allora, non si batte questa strada?Accanto alle ragioni politiche – il governo di centro-destra ritiene che la patrimoniale gli alienerebbe il consenso del sul elettorato – ve ne è una che riguarda come al solito l’informazione. I media, e in particolare quelli televisivi, non fanno nulla per ricordare le promesse dei politici. E anzi, quando i fatti smentiscono le loro parole, nascondono sia i fatti che le parole. Insomma quello che tanto scandalizza nel caso escort-minorenni-Berlusconi, e cioè l’assoluta omertà della tv pubblica e privata, è ormai divenuto la regola in qualsiasi campo. Non è un caso. Einaudi ci ha spiegato come alla base di ogni democrazia liberale ci sia un principio semplice, semplice: bisogna conoscere per poter deliberare. Perché, se la conoscenza è impedita, la bugia diventa un metodo di governo. (fonte http://groups.google.com/group/riprendiamoci-litalia?hl=it)
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Sanità Lazio e le lobbies
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
«E’ ora di dire le cose come stanno sulla sanità nel Lazio. Invece di continuare a prendersela con l’utenza, si abbia il coraggio di attaccare i poteri forti: le lobbies farmaceutiche, gli interessi collettivi dei sindacati che impediscono un miglior utilizzo delle risorse umane e la “casta” dei direttori generali». E’ quanto dichiara Luigi Celori, presidente della Commissione per la Riforma del sistema sanitario della Regione Lazio.«Il presidente Marrazzo non è credibile, – continua Celori – ancora stiamo aspettando la verifica della “casta” dei direttori generali, la maggioranza di loro hanno operato con giunte sia di destra o di sinistra facendo i propri interessi e non quella dei malati, ragion per cui l’unico requisito che richiediamo per i nuovi manager della sanità è che non abbiano mai esercitato questo ruolo». «Il problema della sanità – conclude Celori – va affrontato in modo serio. Bisogna puntare sulla prevenzione, abolire i ticket, intervenire sui medici affinché prescrivano solo le medicine necessarie, in modo da ridurre la spesa dei farmaci. I ticket non risollevano i conti in rosso della sanità laziale, costituiscono solo un deterrente per quelle fasce più povere della popolazione che, per non gravare sul bilancio familiare, tagliano le spese anche sulle medicine, con la conseguenza di far acuire una malattia in corso e finire poi per pesare ulteriormente sul sistema sanitario».
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Premio di produzione per i militari
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Dieci giorni fa, il ministro della Difesa ha firmato il decreto contenente i criteri per la distribuzione del Fondo Efficienza Servizi Istituzionali (FESI) per le Forze Armate dopo che, recentemente, lo Stato Maggiore aveva acquisito dalle relative sezioni dei Cocer un parere favorevole sui criteri di ripartizione sbilanciati a favore degli enti centrali rispetto a quelli periferici ed operativi. Il soldato in Aghanistan quindi, esposto a rischi anche mortali, percepirà 300 euro in meno del suo collega “ministeriale” che lavora in ufficio a meno egli non provenga, per sua fortuna, da una delle “strutture di vertice” designate a percepire un assegno più “pesante”. I Cocer, dal canto loro, non si sono opposti alla proposta avanzata dalla Stato Maggiore – questo è il dato di fatto nudo e crudo – con il sigillo del ministro La Russa il quale, reduce da una recente visita ai nostri soldati in Afghanistan, ha dimenticato di informarli del decreto appena firmato. La difesa d’ufficio dei delegati militari per il vergognoso assenso a questa ripartizione che penalizza gli “operativi” rispetto ai ministeriali è – nei fatti – una resa incondizionata, almeno a leggere una recente delibera del Cocer dell’Aeronautica militare che per giustificare il proprio assenso alIa proposta dello Stato Maggiore aveva paventato “estenuanti e lunghissime procedure di concertazione per la ripartizione delle somme già allocate”. “Sporchi maledetti e subito” – devono aver pensato i coceristi – fornendo una inconsapevole sponda a coloro che vogliono far dimenticare ai militari che il loro contratto è scaduto da ben 19 mesi. Non va sottaciuto, inoltre, che proprio le recenti concertazioni (DPR 171 e DPR 52) hanno destinato ai colleghi di “palazzo” un incremento dell’indennità operativa di campagna del 10% finanziato con risorse contrattuali di tutto il personale. Nell’ultima concertazione, in particolare, ben il 46,41% di quanto destinato al contratto normativo (fonte Cocer Esercito) è finito dentro l’incremento dell’indennità operativa di campagna. Perché tutti queste risorse (FESI+operativa di campagna) hanno preso la strada dei “Palazzi”? Perchè agli enti operatvi che danno il maggiore contributo in termini di uomini e mezzi sia per esigenze interne (pattugliamento delle città) sia per quelle esterne (missioni all’estero) è riconosciuta una premialità economica inferiore a quella dei ministeriali? Adesso rimangono da definire i criteri per il FESI del 2009. Cosa accadrà?
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Pensioni
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
“La miniriforma delle pensioni sarà legge tra pochi giorni. Più ancora delle norme – che pure hanno carattere strutturale e contribuiscono alla stabilizzazione della spesa pensionistica – è importante che il Governo sia uscito finalmente dalla Fortezza Bastiani in cui si era volontariamente confinato in nome della teoria per cui, in tempi di crisi, non si possono toccare le pensioni” lo afferma il Vice Presidente della Commissione Lavoro della Camera On. Giuliano Cazzola che aggiunge “In questa materia resta ancora tanto da fare sul piano delle vere riforme. Occorre ripristinare, nell’ambito di un progetto di elevazione dell’età effettiva di pensionamento, dei requisiti uniformi per tipologia di trattamento e per genere da esercitare con gradualità e flessibilità. Bisogna, inoltre, prefigurare meccanismi di solidarietà del tutto ignorati dalla legge Dini del 1995, attraverso l’istituzione di una pensione di base finanziata dalla fiscalità generale su cui poggi una pensione contributiva obbligatoria finanziata da un’aliquota del medesimo livello per dipendenti, autonomi ed atipici, nuovi occupati. Col decreto anticrisi – conclude Cazzola – abbiamo fatto un importante passo in avanti, ma non siamo alla fine della storia delle riforme delle pensioni”.
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Sicurezza soldati in zone d’operazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 27 luglio 2009
Gli onorevoli del Pd Turco Maurizio, Bernardini Rita, Beltrandi Marco, Farina Coscioni Maria Antonietta, Mecacci Matteo e Zamparutti Elisabetta hanno nei giorni scorsi presentata una interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al ministro della difesa per sapere, in seguito alla “tragica e prevedibile morte di un militare dell’esercito impiegato come mitragliere in ralla su un mezzo « Lince » nella zona di guerra dell’Afghanistan, affidata al controllo italiano, quali misure il ministro intende adottare per la maggiore tutela dei militari impiegati nelle zone ad alto rischio. Del resto si era già da tempo a conoscenza che i veicoli tattici leggeri multiruolo « Lince » erano inadatti ed era stato deciso di sostituirli con i più adeguati « Veicolo blindato medio 8×8 Freccia ». Si tratta di 54 mezzi di cui il Ministro ha annunciato la disponibilità. Fanno parte di un primo lotto del programma di acquisizioni per 249 unità – 172 combat, 36 commando anticarro, 20 posto comando e 21 porta mortaio mentre il secondo lotto in finanziamento è di 109 unità ed il terzo di 86 e il cui costo è stato coperto previo accordi interministeriali. Per quanto risulta agli interroganti 54 veicoli sono pronti all’impiego operativo ma restano inspiegabilmente parcheggiati nelle caserme in attesa di collaudo. Nel frattempo fonti ufficiali indicano che negli anni 2007 e 2008 il numero dei militari dell’esercito deceduti o feriti in operazioni di guerra all’estero è stato di 65 unità. Logica vorrebbe che i 54 mezzi blindati sotto collaudo dovrebbero con procedura d’urgenza essere impiegati in luogo dei circa 200 lince attualmente in Afghanistan. In pratica ci sembra di capire che se dotare i militari italiani di mezzi più moderni e anche più potenti significa aumentare il livello dello scontro armato, allora s’impone una scelta di fondo: o ritirarsi dal teatro delle operazioni o ridurre gli interventi ma non escludendo ai militari che rimangono nell’area un’adeguata protezione. (4-03685)
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