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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 108

Vita di campagna

Posted by fidest press agency su domenica, 16 agosto 2009

L’agriturismo tra il vecchio ed il nuovo di Riccardo Alfonso, edizioni Fidest. Scrive il cittadino Mauriac pensando alla campagna: “Ciò che spaventa della vita in campagna è quell’essere esposti senza riparo alla pioggia, al fango, alla neve, alla notte. La vita di città sfugge ai fenomeni atmosferici. Il suo ritmo non dipende dalla meteorologia. In campagna, preda del maltempo, il cittadino scopre di essere un animale inadatto a vivere. Come vivere? Come potrà resistere il pensiero, diciamo la coscienza, su questo globo inondato, ghiacciato, tenebroso?” Sono parole che, qualche anno fa, faceva sorridere ai cittadini che si tuffavano nella vita di campagna, quindici giorni all’anno e d’estate o al più a giugno o a settembre. Ora un po’ meno considerato che l’agriturismo ha avuto una certa evoluzione recettiva ed incomincia ad adattarsi alle comodità cittadine: piscine, campi di tennis, sauna ecc. E’ un peccato. Bernardelli ci ricorda che il tempo della campagna è quella della vita nascosta: ci ha insegnato a crescere, ci ha insegnato a conoscere noi stessi. Nella nostra anima di adolescenti segregati, mortificati, pensosi ha ammesso il senso misterioso della durata, il fremito inavvertito dei grandi paesaggi, la delicatezza della meditazione e ci ha preparati a morire.” E’ la memoria – per Bernardelli – il sussurro della cima di un albero, un’ombra di nuvole nel cielo del mattino, è lo struggimento di quell’esistenza di allora, piena di affanno, di desiderio, di rinuncia. La campagna è come una malattia, isola il fanciullo e l’artista in una solitudine miracolosa. Dobbiamo avere anche di questa “percezione” un amaro rimpianto?

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