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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Casa Savoia

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 agosto 2009

La storia non è quella che ci insegnano. Lo sostiene Paolo Federici nel suo libro “Una Labile Traccia Indelebile” che diventa ora un film in cui realtà e fantasia si intrecciano a partire da un complotto in Casa Savoia. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, Re Umberto II di Savoia avrebbe deciso di mettere la parola fine alla storia di Casa Savoia portandosi nella tomba il sigillo del casato. Questo è il punto di partenza —a cavallo tra realtà e fantasia— del film «Una Labile Traccia», tratto dal libro di Paolo Federici che vede come protagonisti Casa Savoia e una mutazione genetica (una «labile traccia») che secondo l’autore caratterizzerebbe tutti i membri di Casa Savoia a partire da Amedeo VII fino ai nostri giorni e che ancora oggi identificherebbe il vero erede dei Savoia e quindi il legittimo pretendente al trono d’Italia. Perché mettere la parola fine alla storia dei Savoia? Cosa avrebbe scoperto Re Umberto II di così importante da fargli prendere una tale decisione? Il film condurrà lo spettatore in un viaggio nel tempo, in cui passato e presente giocano tra di loro in una danza avvincente che lascia senza fiato, segnato da un segreto custodito nelle tele di Giovanni Canavesio, pittore piemontese della seconda metà del Secolo XV. Ma il punto di partenza di questo «giallo temporale» si colloca nella seconda metà del Secolo XIV, quando —secondo l’autore— Amedeo VII di Savoia, detto il Conte Rosso, si sarebbe innamorato di Aurora. La loro storia è osteggiata da suo padre, il Conte Verde, ma Aurora aspetta un bambino dal Conte Rosso, erede di Casa Savoia, e deve fuggire. Una piccola mutazione genetica caratterizzerà la vita di sua figlia Francesca e ancora oggi —proprio grazie a quella labile traccia (la mutazione genetica)— sarà possibile risalire all’unico vero erede di Casa Savoia, destinato prima o poi a riprendere il potere. I riferimenti storici si intrecciano dunque in un abbraccio appassionato con la fantasia. Una fantasia supportata da dati storici verificabili che rendono il film avvincente e anche convincente, facendo coesistere avvenimenti passati, presenti e addirittura futuri. Dell’esistenza di un complotto in Casa Savoia ne era convinto lo stesso Amedeo VII. È infatti un dato storico che il Conte Rosso morì nel 1391 durante una caccia al cinghiale, ma non pochi avanzarono accuse sulla famiglia e sulla corte per un possibile avvelenamento, tanto da convincere di questa ipotesi lo stesso Amedeo VII ormai morente. A partire dai riferimenti storici verificabili, il film segue il filo rosso del complotto in Casa Savoia. Un complotto che sarebbe poi volto a eliminare anche il vero erede di Amedeo VII, affetto dal raro morbo. Il perno della vicenda è il segreto che Giovanni Canavesio ha nascosto nei suoi dipinti. L’autore azzarda così, insistendo sulla credibilità di avvenimenti che non sono storicamente verificabili ma che potrebbero anche essere veri.

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