Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°87

PEC gratuita: Il Ministro fa flop

Posted by fidest press agency su domenica, 17 gennaio 2010

Massimo Penco, Presidente di “Cittadini di Internet” (www.cittadininternet.org), ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Cittadini di Internet l’aveva detto, il flop si sta puntualmente verificando. Con roboanti annunci di numeri campati in aria, il Ministro Brunetta ha dato il via alla PEC gratuita attraverso l’Inps e l’ACI con i quali aveva firmato un protocollo d’intesa. I dati erano confortanti: 30 milioni di iscritti all’Inps (di cui 3 milioni già in possesso del PIN) e tutti i cittadini italiani avrebbero avuto la PEC gratuita. I risultati sono ben altra cosa: 20.000 caselle di PEC distribuite dall’Inps e circa 10.000 quelle distribuite dall’ACI. E pensare che si insiste nel mandare avanti la gara che porterà Lottomatica o Poste Italiane ad aggiudicarsi ben 50 milioni di denaro pubblico per dare la PEC gratuita ai cittadini italiani. Al contrario, “confortato” da questi dati, il Ministro dovrebbe fare marcia indietro e fermarsi.   La nostra associazione aveva dato vita ad un indagine conoscitiva sullo stato della PEC nella PA che è consultabile su http://www.cittadininternet.org. Basta cliccare sulle faccine per avere dati sconfortanti, visto che la PEC è nata per comunicare con la PA. L’Art. 34  della legge n. 69 del 16 Giugno 2009, infatti, recitava «2-ter. Entro il 30 giugno 2009, le amministrazioni pubbliche che già dispongono di propri siti sono tenute a pubblicare nella pagina iniziale del loro sito un indirizzo di posta elettronica certificata a cui il cittadino possa rivolgersi per qualsiasi richiesta, ai sensi del presente codice. Le amministrazioni devono altresì assicurare un servizio che renda noti al pubblico i tempi di risposta, le modalità di lavorazione delle pratiche e i servizi disponibili. 2-quater. Entro il 31 dicembre 2009, le amministrazioni pubbliche che già dispongono di propri siti devono pubblicare il registro dei processi automatizzati rivolti al pubblico. Tali processi devono essere dotati di appositi strumenti per la verifica a distanza da parte del cittadino dell’avanzamento delle pratiche». Nulla di tutto questo è avvenuto. Sul campione di oltre 1.500 siti web della Pubblica Amministrazione che abbiamo esaminato, solo 27 sono in regola con la prima parte dell’articolo di legge e nessuno con la seconda parte. Ad esempio: su 38 ministeri, nessuno è in regola; su 83 prefetture, nessuna è in regola.  Fortunatamente, altre pubbliche amministrazioni stanno seriamente attuando sistemi che dovrebbero eliminare il ricorso alla PEC come sistema di comunicazione con la PA.  Ad esempio, in nome della semplificazione amministrativa, il 15 gennaio 2010 il Comune di Milano ha fatto partire il nuovo servizio di certificazione anagrafica via Internet. Gratis e senza attesa, per ricevere a casa i certificati anagrafici autenticati con timbro e firma digitale del sindaco Letizia Moratti, basta possedere una connessione a Internet e una stampante. L’uovo di Colombo, senza complicazioni di sorta, è arrivato utilizzando strumenti già esistenti senza sconvolgere l’esistenza di tutti gli Italiani con PEC, CEC o PAC. Per ottenere il certificato desiderato, ogni cittadino milanese deve registrarsi sul sito del Comune utilizzando il codice PIN (corrispondente a quello della cartella esattoriale della Tarsu, la tassa per la nettezza urbana) e rivolgersi allo sportello digitale. Il documento stampato mostra un timbro con la firma digitale del sindaco, a garanzia dell’autenticità dell’atto. Nei casi in cui serve un documento su carta bollata, si applica una marca da bollo digitale reperibile in tabaccherie o in uffici postali. Questa procedura verrà implementata anche per altri servizi, dove l’originalità consiste nell’idea di base di sistema “On Demand” al cittadino: occorre una cosa, la chiede e la ottiene subito. Speriamo che altri amministratori pubblici seguano l’esempio di Milano, anche perché questi sì che sono servizi gratuiti dove si utilizzano appieno tutte le potenzialità della rete in modo intelligente e non invasivo».

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