Un ministro nato e morto nel giro di poco più di una settimana non è cosa da poco conto. Brancher l’ho conosciuto alla vigilia di un grande raduno del Pdl e al quale gli fu assegnato l’incarico di coordinatore e mi è parsa un capace organizzatore. I risultati gli hanno dato ragione. Ma mi è anche sembrata una persona sfuggente sul piano personale. Un uomo per dirla con franchezza fatto più per le trame da sottobosco che per quelle allo scoperto. Averlo favorito al punto da nominarlo ministro proprio alla vigilia di un processo per consentirgli di invocare il legittimo impedimento mi è parsa una iniziativa troppo evidente per consentire una diversa interpretazione. Chi ha consigliato il presidente del Consiglio d’operare in questo modo meriterebbe le dimissioni al pari di Brancher. E se, invece, è stato di motu proprio allora a dimettersi il primo ministro non dovrebbe pensarci due volte. E’ un atto che, a prescindere da tutto il resto, ha fatto ricadere sulle istituzioni un’ombra ambigua. Come potremmo criticare chi al cospetto di questa forzatura istituzionale considera la politica corrotta al punto di fare carta straccia delle regole e persino del buon senso? Un governo che alle prese con una crisi economica seria e che tocca la vita degli italiani in profondità, tanto che l’Istat di questi giorni segnala un calo significativo dei consumi e persino un pesante ricorso all’acquisto di prodotti alimentari di scarsa qualità perché soldi non ce ne sono per scelte migliori, non trova di meglio che nominare nuovi ministri. Un governo e anche l’opposizione che al cospetto di una manovra economica che getta le basi per colpire duramente i redditi da lavoro medio bassi e le piccole imprese industriali e artigianali (parliamo di decine di milioni di persone) non pensa che i sacrifici si debbano fare incominciando ad eliminare gli sprechi e a ricercare dal centro alle periferie una conduzione virtuosa della spesa pubblica? Perché prendersela tanto con gli invalidi civili mentre si spende molto di più per tenere oltre seicentomila auto blu? Perché ridurre gli stanziamenti per la sanità quando sappiamo che un consistente recupero lo potremmo ottenere debellando la corruzione, la malasanità, gli sprechi e dando una migliore organizzazione del servizio? Perché non colpiamo le rendite parassitarie da capitale invece di quelle da lavoro? Perché non premiamo quelle amministrazioni regionali e locali che fanno a meno delle consulenze milionarie, delle spese di rappresentanza fuori controllo e riducano i loro consiglieri e i rispettivi emolumenti? Un margine, e persino cospicuo, c’è per tagliare la spesa senza umiliare chi ha dato e si pretende che continuino a dare sempre più e, guarda caso, sono sempre i soliti. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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Brancher alias la “falena”
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
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Cocer interforze: conferenza stampa
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Roma 6 luglio 2010 alle ore 11.00 via Marsala 104 il Cocer interforze terrà, autorizzato dal ministro La Russa, una conferenza stampa del generale di corpo d’armata Domenico Rossi Presidente del Cocer interforze. Il consiglio centrale di rappresentanza di esercito, marina, aeronautica, carabinieri, guardia di finanza convocato in sede permanente per l’esame della manovra finanziaria pur prendendo atto della presentazione di vari emendamenti di interesse non può al momento che continuare ad esprimere un giudizio fortemente negativo sugli effetti della manovra stessa sulla funzionalità e sugli operatori del comparto difesa e sicurezza. Un giudizio negativo che non varia anche dopo avere preso atto della presentazione di una proposta della tassazione della tredicesima per potere sovvenzionare gli aumenti stipendiali derivanti dalle promozioni al grado superiore, anche per la difficoltà di un esame globale delle effettive varianti che il governo vuole apportare al fine di una dovuta informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica. (seguito. qui)
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Seacily Jazz Festival: I Bonanova
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Palermo 6 luglio 2010 alle 22 ai Giardini sopra le mura del complesso monumentale di Santa Maria dello Spasimo, nell’ambito del Seacily Jazz Festival organizzato dalla Fondazione The Brass Group i Bonanova portano in scena la musica etno-popolare .- Una ventata di musica etno-popolare allo Spasimo. La formazione del gruppo fondato dal batterista palermitano Filippo Pasta, già da anni impegnato nella ricerca della musica popolare siciliana, sarà la seguente: Giuliana Di Liberto (voce), Giuseppe Di Blasi (chitarra), Joe Gagliardo (pianoforte), Davide Inguaggiato (basso) e lo stesso Filippo Pasta. Il repertorio comprende brani folk conosciuti altri originali orchestrati in stile ora jazzistico, ora contemporaneo e moderno. I testi in madre lingua, sono talvolta tratti da antiche poesie e ballate siciliane, altri sono originali, ma osservano un’antica e rigorosa costruzione metrica e risultano dotati di una semplice ricchezza narrativa. Vengono ampiamente descritti i valori e il colore del popolo siciliano, della sua cultura, delle sue credenze e tradizioni. Il costo del biglietto è di € 8,00. E’ possibile acquistare i biglietti in prevendita presso la sede della Fondazione, in via dello Spasimo 15, tutti i pomeriggi dal lunedì al venerdì e nei giorni dei concerti al botteghino a partire dalle 20,30.(bonanova)
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Mondiali: si punta sull’Olanda
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Sono rimaste in quattro a giocarsi il Mondiale sudafricano. La prima semifinale è Uruguay-Olanda e si gioca domani a Città del Capo. L’Uruguay è un po’ l’intrusa, se si pensa che si è qualificata per il Sudafrica solo ai playoff, piegando la squadra del Costa Rica. L’Olanda è l’unica delle semifinaliste ad aver vinto tutte e cinque le gare fin qui disputate. Il c.t. Van Marwijk è stato spesso accusato di giocare un calcio troppo timido, ma in campo poi schiera la squadra con Kuyt, Sneijder e Robben a sostegno di Van Persie. Per gli scommettitori Better, l’Olanda ha i favori del pronostico, la vittoria degli “orange” è scelta dal 93% delle preferenze, il 3% è per il pareggio e solo il 4% è per la vittoria dell’Uruguay del Ct Tabarez. Le quote sono soggette a variazioni www.better.it
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Nasce il nuovo house organ
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Sempre più attenta ad una comunicazione dinamica, APRIL Italia ha ideato “CASA APRIL”, il nuovo House Organ ricco di contenuti ed informazioni, pensato per essere un strumento informativo di tutte le Società del Gruppo in Italia e successivamente di tutta la rete. Nell’editoriale del numero zero, Girolamo Chiaramonte, Responsabile Marketing & Comunicazione di APRIL Italia, nonché ideatore dello strumento, ha voluto creare un canale di comunicazione con quanti quotidianamente lavorano in APRIL al fine di costruire una sinergia tra i vari membri delle diverse Società del Gruppo in Italia. Chiaramonte spiega le motivazioni alla base della creazione dello strumento: “Casa APRIL nasce dal desiderio di mettere a disposizione dei colleghi un semplice, inteso come fruibile, strumento per comunicare quanto avviene in APRIL cercando di non essere troppo “seriosi”. Ogni mese sarà il messo che porterà tutte le informazioni direttamente sul pc di tutti i colleghi e, successivamente e con le dovute modifiche, presso gli uffici di tutti i Partner Commerciali. Diviso in diverse rubriche permetterà di conoscerci meglio, di sapere quali eventi sono in programma nel mese di pubblicazione, conoscere i nuovi prodotti immessi nel mercato nonché sorridere leggendo qualche “chicca” proveniente dalle diverse strutture. Per APRIL la comunicazione è alla base dell’evoluzione e pertanto occorre partire da noi stessi per una corretta diffusione delle informazioni”
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Workshop di Cinema 3D stereoscopico
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Roma Workshop sul Cinema 3D del 2 luglio presso il CineLab dell’Isola del Cinema (isola Tiberina) organizzato nell’ambito dell’8° edizione del Festival CinemadaMare di Franco Rina. Ospiti del Workshop parte degli autori e dei tecnici che stanno realizzando proprio un film in 3D, ‘Sacro Codice’, una sorta di Avatar italiano, che hanno tenuto una sessione di docenza ai 100 registi presenti, provenienti da 47 paesi stranieri. Dopo l’introduzione del
giornalista di La7 Franco Rina, sono interventi il supervisor agli effetti visivi Gianfranco Confessore, che ha introdotto brevemente sia gli aspetti tecnici che l’impiego delle attrezzature e delle tecnologie della stereoscopia (la tecnica usata per far uscire dallo schermo oggetti e personaggi), il regista del film Jordan River, che ha illustrato come il fenomeno 3D stia cambiando radicalmente il
cinema, che pone non pochi sviluppi sia di linguaggio e di semantica che di tecnica narrativa e produttiva, e l’esperto fonico di mix Gaetano Musso, che ha illustrato come anche il suono stia mutando nello spazio tridimensionale e come il sistema Dolby si stia muovendo a supporto delle nuove potenzialità che offre la visione stereoscopica. Mentre negli Usa la produzione di film per la visione 3D, con alle spalle sperimentazioni ed esperienza, è ormai nella norma, in Europa e soprattutto in Italia, invece, tale fenomeno pone d’innanzi ad una vera rivoluzione di radicale rinnovamento, giacché seppur agli occhi dello spettatore possa sembrare tale, la visione 3D non è un effetto visivo, ma una vera e propria tecnica, che dal passato dopo vari tentavi solo oggi sembra riscuotere successo grazie al supporto di moderne tecnologie.
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Gli “Orange” favoriti contro l’Uruguay
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Domani c’è il primo atto delle semifinali. Si gioca alle 20:30, a Città del Capo, Uruguay-Olanda. Gli uruguagi sono la rivelazione assoluta di questi mondiali; i “tulipani”, dopo Germania ‘74 e Argentina ’78, hanno la possibilità di tornare a disputare una finale mondiale, sperando poi in un esito diverso. Per il passaggio del turno, i quotisti Better vedono come favoriti gli “orange”, quotati a 1,30, i sudamericani sono quotati a 3,25. Interessanti sono le quote per il passaggio del turno oltre i 90 minuti di gioco: il successo dell’Uruguay ai supplementari o ai rigori è quotato 13,00; l’affermazione dell’Olanda ai supplementari è quotata a 9,50, ai rigori a 11,00. Le quote sono soggette a variazioni http://www.better.it
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XXIX edizione del Corsanico Festival
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Corsanico 7 luglio alle ore 21,15 nella suggestiva Pieve di San Michele Arcangelo direttamente dall’Australia il concerto di inaugurazione della XXIX edizione del Corsanico Festival 2010. rassegna internazionale di musica classica, che quest’anno vanta il patrocinio del Senato della Repubblica. Questa volta ospita, nella sezione riservata ai cori e alle orchestre giovanili, il St Margaret’s Anglican Girls School Choir “Encorah”. Vincitore nel 2006 del Premio Kathaumixw Choral Festival in Canada e tra i finalisti per il titolo Choir of the World, il coro diretto dalla bravissima Catherine Baillie, intratterrà il pubblico con un repertorio classico e sacro eseguito prevalentemente a cappella e arricchito da eleganti coreografie. “Encorah”, che si propone di creare un suono corale australiano, unico nel suo genere, rispettoso della tradizione e, allo stesso tempo, contemporaneo, promette un’esibizione di grande qualità vocale in cui tecnica, creatività, espressività artistica raggiungono un equilibrio di altissimo livello. L’importante rassegna, organizzata dall’associazione Amici della Musica d’Organo “Vincenzo Colonna” presieduta da Graziano Barsotti, propone una serie di prestigiosi concerti fino al 28 agosto.
L’ingresso è libero.
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La Germania fa…90!
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Il 4-0 rifilato all’Argentina ha convinto anche gli ultimi scettici: la Germania è la vera squadra da battere in questo Mondiale. Non è quindi un caso che un cospicuo 72% di giocate finora raccolte da Matchpoint sulla semifinale tra tedeschi e spagnoli sorrida alla squadra di Loew, quotata a 2.75 contro il 2.60 delle Furie Rosse. Intanto festeggiano i 22 scommettitori Matchpoint che avevano correttamente previsto la clamorosa debacle dell’undici di Maradona: lo 0-4 pagava addirittura 90 volte la posta! Quattro di loro avevano puntato 10 euro, mettendone così in tasca 900. (Sisal Match Point)
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Dimissioni ministro Brancher
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
“Le dimissioni del ministro al legittimo impedimento sono una grande vittoria di Italia dei Valori e della determinazione che ha avuto, e del Pd che con noi ha scelto di percorrere la via della mozione di sfiducia” lo dichiara Massimo Donadi, presidente dei deputati di IDV. “Questa è la riprova che quando in gioco ci sono valori non negoziabili e grandi battaglie da combattere per la difesa della democrazia, della legalità e dei valori della Costituzione non bisogna aver paura di andare avanti con forza e determinazione, anche se in partenza appaiono posizioni minoritarie” aggiunge Donadi.
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Edward Evans: Journey paintings
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Bologna fino al 30/7/2010 via D’Azeglio 42, L’Ariete arte contemporanea mostra dedicata a Edward Evans, un protagonista dell’arte americana contemporanea. In mostra opere del ciclo pittorico ‘Grand Illusions’ a cui l’artista sta lavorando da tempo, intitolate nella selezione della mostra in Galleria ‘Journey paintings’.
Edward Evans, nato a Marshall (MN), è artista apprezzato da pubblico e critica internazionali. Ha al suo attivo 200 mostre personali e collettive in sedi publiche e private americane, canadesi, giapponesi, europee. I suoi dipinti – riuniti sotto il titolo -Grand Illusions’ per la loro straordinaria e illusoria immagine di superfici mosse, gualcite, sofferte, rese pittoricamente con tecnica complessa ed originale – hanno il fascino delle apparizioni appena intraviste, ambigue ed affascinanti nel loro non disvelarsi. Suggestioni stratificate, in un gioco di ombre e luci che attira l’occhio ad avvicinarsi, per cogliere qualcosa che ancora una volta ci dice del mistero inafferrabile della pittura. (evans)
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Manifesto del Carnevale di Viareggio 2011
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
L’opera realizzata da Edoardo Ceragioli dal titolo ispirato alla celebre canzone scritta da Gian Luca Cucchiar e portata al successo da Egisto Olivi “Come un coriandolo”, è stata selezionata tra le proposte giunte alla Fondazione Carnevale nell’ambito del concorso promosso per stimolare la creatività e la fantasia ispirata alla manifestazione simbolo di allegria. Un omaggio alla storia della manifestazione viareggina ed alla sua più radicata tradizione, attraverso il manifesto 2011, la valorizzazione della sua bellissima maschera che dal 1931 identifica la manifestazione. Attraverso Burlamacco, il Carnevale di Viareggio è rappresentato anche in alcuni dei più importanti Musei antropologici quali il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma sin dal dicembre 1988 ed al Museo dell’Uomo di Parigi dagli anni ’70. Da sempre una icona per i collezionisti, il manifesto oltre alla valenza di strumento di promozione ha punteggiato e connotato la storia della manifestazione viareggina. La presentazione del manifesto ufficiale del Carnevale di Viareggio è l’atto con cui Viareggio entra nel vivo della preparazione della sua più importante manifestazione e lo strumento principale per promuovere in tutto il mondo il calendario dei 5 grandi corsi mascherati. L’immagine di Edoardo Ceragioli guiderà l’intensa campagna di promozione dei corsi mascherati 2011 già a partire dall’estate in corso e sarà oggetto di una importante campagna di affissione in Versilia ed in altre località turistiche della Toscana. Il manifesto è disponibile per tutti i gestori di attività turistiche e commerciali della Città che possono richiederlo presso la Fondazione Carnevale. (manifesto)
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L’oro del Vaticano
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Roma 8 luglio – ore 19,30 L’isola del cinema – Isola Tiberina Claudio Rendina presenta il suo ultimo libro L’oro del Vaticano Con l’Autore interviene Alma Daddario Nel corso dei secoli, le proprietà della Santa Sede si sono accumulate fino a formare un vero e proprio tesoro. Ben lontani dallo spirito apostolico e dallo spirito di umiltà e di povertà raccomandato da Cristo, i rappresentanti di Dio in terra hanno edificato una complessa amministrazione per preservare, accrescere e controllare beni, immobili, opere d’arte, monumenti, ori e denari. Vi sono le tombe faraoniche in marmo e oro di cardinali e papi, le decorazioni inestimabili di altari e pareti, le collezioni di quadri, statue e preziosi esposte nei Musei Vaticani, nel Museo Lateranense e in altre collezioni della Santa Sede, i sigilli d’oro custoditi nell’Archivio Segreto e i tesori bibliografici della Biblioteca. C’è il denaro accumulato dallo Stato Pontificio attraverso i suoi tesorieri, dalle origini al 1870, e poi la fondazione degli istituti bancari dello ior e dell’apsa e il tesoro custodito nelle Isole Cayman, un autentico Fort Knox fuori da ogni legge. Inoltre le prelature come l’Opus Dei, solo teoricamente autonome dalla Santa Sede, in realtà costituiscono una fonte ulteriore di ricchezza. Gli scandali, le rivelazioni e i sospetti su questo patrimonio immenso sono sotto gli occhi di tutti e alla ribalta delle cronache più recenti. Forse è arrivato il momento di fare i conti in tasca al Vaticano. http://www.isoladelcinema.com (oro vaticano)
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Gioventù Camorrista
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Roma Giovedì 8 Luglio – ore 21,30 Stand altezza Ponte Cestio Lungoiltevere Giuseppe Carrisi Presenta il suo ultimo libro Gioventù Camorrista Con L’Autore interviene Alessandra Baldoni Crescere a Napoli tra scippi, rapine e prevaricazioni: la sconvolgente educazione criminale dei “guaglioni” di periferia, raccontata dalla voce dei protagonisti. Francuccio ha quindici anni e vive in uno dei quartieri di Napoli dove la camorra, “’o Sistema”, la fa da padrona. E dove, negli anni, attraverso le sue leggi non scritte, i suoi codici d’onore, identità e linguaggi, è riuscita a imporre una sottocultura criminale che ha scavato un solco profondo nelle vite dei giovani, ragazzi e ragazze, lasciando intatta una tragica e violenta esaltazione della propria individualità. Un’individualità principio e fine di tutto, che sembra potersi affermare solo esercitando il potere sugli altri. Nel dedalo di vicoli nascosti, nello squallore dei “bipiani”, lungo il muro di ferro e cemento della tangenziale, in questa periferia dimenticata da Dio e dagli uomini, Francuccio e i suoi amici (lo Scuro, Sasà, Vincenzo, Romina, ’O Barone e tanti altri ancora) si misurano con una feroce realtà fatta di scippi, rapine, spedizioni punitive, prevaricazione, odio, solitudine, abbandono. Questi giovani, giorno dopo giorno, cercano di sopravvivere a loro stessi sfidando la morte, e non sempre riescono a vincere. Perché, prima o poi, ti trovi nel posto sbagliato al momento sbagliato e, a sedici anni, come è successo a Mariano, hai solo il tempo di chiamare tua madre per salutarla: «Ciao mamma, mi hanno sparato. Ti amo, perdonami». (gioventù camorrista)
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Johnnie Shand Kydd: Siren City
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
London until 12/9/2010 39a Canonbury Square Estorick Collection of Modern Italian Art Johnnie Shand Kydd is an acclaimed documentary photographer perhaps best known for his portraits of artist friends such as Tracy Emin and Damien Hirst. In 2000 he embarked on a longterm project to capture the dramatic and chaotic world of Naples. Having never visited the city before, he soon developed a relationship with it that he described as ‘akin to a drug habit’, returning again and again over the next eight years. Naples is known as the ‘Siren City’ because of the legend of Parthenope who, having failed to seduce Ulysses with the beauty of her song, threw herself into the sea and was washed ashore at the place that was to become Naples. Documenting the city’s streets, culture, traditions and people, Shand Kydd was seduced by its contradictory and complex nature – sinister yet humorous, sacred yet profane, theatrical yet real. He observed a darker side to Naples, related not only to its infamous corruption and criminality but also to the city’s inherent pagan character. Whilst seeing Naples as a tough, noisy and anarchic city he also finds beauty and a particular light-heartedness which, he argues, can be ‘discovered in the detail rather than the overview.’ (Johnnie)
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Equitazione: 15° Derby di Predazzo
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Predazzo, Val di Fiemme (Trentino), Il 15° Derby di Predazzo, gara clou della 10 Giorni Equestre, è del 23enne Lorenzo De Luca e della sua fida cavalla Lovestar, di 8 anni. Il cavaliere modenese di origini leccesi è riuscito ad interpretare con un grande tempo i 19 impegnativi ostacoli della gara fiemmese e a precedere gli avversari nonostante i 4 secondi di penalità inflitti per aver abbattuto una tavolina sulla verticale numero 10 subito dopo il talus, il nuovo ostacolo del centro Le Fontanelle che ha creato qualche problema a più di un concorrente. Per De Luca si tratta di una piccola rivincita, visto che anche lo scorso anno
pur avendo vinto ben 5 premi alla 10 Giorni Equestre non era riuscito a far sua la gara più importante che si ispira ad un percorso di caccia, chiudendo al secondo posto alle spalle di Paolo Zani. Il tempo che ha fatto registrare De Luca, senza penalità, era addirittura di 127 secondi, l’unico a scendere sotto i 130 secondi.
Chi ha invece assaporato la vittoria fino a tre ostacoli dalla fine è stato il vicentino Stefano Nogara. Fino a quel momento era velocissimo, purtroppo però alla Fossa Ferrarese la sua cavalla Colandra è scivolata con le gambe posteriori, catapultando sull’ostacolo il suo cavaliere che ha dovuto dire addio ai sogni di gloria. Una giornata davvero negativa quanto insolita per Nogara dopo gli esaltanti risultati nelle prime due giornate, che già in mattinata si era ritrovato a terra.
Con la terza giornata di gare si è concluso così il concorso Nazionale A a cinque stelle, il 100 nella storia della 10 Giorni Equestre. Domani giornata di riposo per riprendere nelle giornate di martedì e mercoledì con il Concorso Nazionale B a quattro stelle, che prevede complessivamente 18 concorsi, un montepremi di 20.064 euro e 250 binomi iscritti.
15° Derby Di Predazzo: 1. Lorenzo De Luca su Lovestar 131”62; 2. Enrico Maria Frana su Olmo di San Giovanni 133”20; 3. Gino Bettella su Rajon di San Patrignano 138”93; 4. Vittorio Cavalieri su Marisol 145”37; 5. Lorenzo De Luca su Panam 145”79; 6. Vincenzo Chimirri su Sabaudo di San Patrignano 148”77; 7. Virginia Argenton su Snowy Land 149”37; 8. Miklos Csillaghy su Banca Ifis 156”62; 9. Oscar Baldo su Cartano 165”80; 10. Mauro Ferrari su Libelle 265 178”61.
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Caldo a Roma: distribuzione acqua
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
E’ attesa tra oggi e domani la prima ondata di calore nella Capitale che porterà la colonnina di mercurio sopra i 33 gradi, in condizioni di umidità pari al 50-60%. Il dipartimento nazionale della Protezione civile, dunque, ha dichiarato lo stato di allerta (livello tre) per la città di Roma dove il caldo è afoso già da qualche giorno. Secondo le previsioni della Protezione civile nazionale, la situazione meteorologica migliorerà già a partire da martedì, quando le temperature si abbasseranno di qualche grado. «Per limitare i rischi dovuti all’ondata di calore attesa per domani – ha dichiarato Tommaso Profeta, direttore della Protezione civile del Campidoglio – abbiamo allertato le organizzazioni di volontariato per la distribuzione di acqua in bottiglia nelle stazioni metropolitane di Termini, Anagnina, Tiburtina e nei pressi dei Musei Vaticani dove generalmente si formano lunghe code di visitatori. Nella stazione Ostiense, invece, l’acqua sarà distribuita da Met.ro. Complessivamente, metteremo a disposizione almeno 60 mila bottigliette che saranno distribuite dalle 11 alle 16 quando i rischi legati al caldo sono maggiori. Abbiamo inoltre allertato tre associazioni di volontariato che dispongono di ambulanza per far fronte ad eventuali emergenze di carattere sanitario. Il piano anti-caldo – ha concluso Profeta – resterà attivo fino al termine dell’ondata di calore».
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Oggi parliamo della Confederazione Sud
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
A Gaeta il 19 giugno scorso vi è stato qualcosa che mi ha rallegrato: sono state gettate le basi per il progetto fondativo della Confederazione Sud. Il motivo è duplice. In primis perché cinque soggetti politici rappresentati da Francesco Strafalaci (Sicilia Federale), Bruno Mabilia (Alleanza per il Sud), Antonio Ciano (Partito del Sud – Alleanza meridionale), Antonino Calì (Movimento per il Sud), Girolamo Foti (MovimentoSUD dei diritti),Sicilia federale, hanno convenuto di ritrovarsi insieme per dare più credibilità e forza ad una idea meridionalista che a lungo i nostri padri hanno atteso. E in secundis mi era parso di capire che si era consapevoli sulla necessità di unire le forze anche a costo di sacrificare le proprie identità per farle confluire in un progetto più grande nell’interesse della stessa causa che ciascun movimento ha inteso esprimere nella sua unicità. Questo perché il meridione ha bisogno di persone ma anche di numeri. Questo perché quanto sta accadendo intorno a noi ha necessità di un risveglio corale ma anche di un punto di riferimento autorevole. E l’autorevolezza, nella fattispecie, non ha nomi altisonanti per incarico istituzionale, anche perché i meridionali che ne sono investiti hanno deluso le aspettative, ma si nutre di una forza che nasce dal basso, perché dal basso è più avvertito l’abbandono, l’emarginazione, lo sfruttamento. Da qui la necessità di non disperdere le forze. Da qui la necessità di fare scelte che permettano di riscuotere un forte richiamo popolare dando prova di unità, di serietà, di capacità comunicative ed organizzative. Una Confederazione, per dirla tutta, capace d’entrare con forza nel dibattito politico, di prendere posizione, di rivelarsi un interlocutore affidabile e sicuro, omogeneo nella sua compagine, solidale e capace di sostenere senza esitazione chi è stato preposto alla sua guida. E’, beninteso, un primus inter pares, perché, non dimentichiamolo, il vero primus è l’elettore. E’ chi deve affidarci la delega, più volte tradita, per ritrovare quella sintonia tra i cittadini e i loro rappresentanti da tempo persa e che li ha resi e ci ha resi giustamente diffidenti. Ma è anche il momento delle scelte. O si è convinti di marciare uniti per un ideale condiviso o è meglio lasciare agli altri il compito di condurre questa battaglia per un riscatto sociale e civile per ridare dignità e rispetto a chi questa dignità e rispetto l’ha persa, non per sua colpa, ma per l’incapacità degli altri di saperla esprimere e rendersi credibile e farsene portabandiera. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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Il fiore che perde i suoli petali
Posted by fidest press agency su lunedì, 5 luglio 2010
Come un fiore dal quale i petali si staccano dalla corolla e sono sospinti lontano dal calice da una leggera brezza, così i corpi apoptotici, la cui etimologia greca richiama questa immagine, caratterizzano la frammentazione del nucleo e la rottura del DNA in piccole parti. Per quanto gli intimi meccanismi molecolari che generano l’apoptosi sono ancora in gran parte sconosciuti, una giovane laureanda in biologia ha cercato con la sua tesi di penetrare questo intimo e suggestivo posto di frontiera del ciclo cellulare e della sua regolazione. La tesi discussa, nello specifico, riguardava il “rapporto esistente tra la vita cellulare e quella di sintesi nel rapporto umano. Necrosi e meccanismo apoptico.” Ovvero una “riflessione” sul programma di morte cellulare e le sue diverse caratteristiche dalla morte “accidentale” o necrosi. Quest’ultima, a differenza dell’apoptosi, è provocata in genere da un danneggiamento del tessuto, ma richiede energia ed è caratterizzata dalla dissoluzione di tutti gli organelli, primi tra tutti i mitocondri. Siffatta ricerca è stata seguita dalla professoressa Renza Vento dell’Università di Palermo e dove la neo biologa si è cimentata dinanzi ad una attenta commissione. Sotto il profilo strettamente biologico questo processo di morte, provoca una rapida diminuzione del volume cellulare e la perdita dei contatti con le cellule vicine. Sappiamo dalla letteratura che tre possono essere le vie possibili che portano all’apoptosi: la prima lo deve all’assenza di fattori di crescita e che inizialmente erano regolati da proteine Bc12/bax. Questa “interruzione” fa si che si aprano, nella seconda fase, i canali della membrana esterna del mitocondrio da parte di Bax in luogo dell’iniziale attività di Bc12 che è preposto a mantenere chiusi i canali della membrana mitocondriale. Le conseguenze più immediate di questa apertura determinano, nell’ultima fase, la fuoriuscita del “citocromo c” e che, a sua volta, scatena un meccanismo di attivazione a cascata di enzimi definiti come caspasi (cysteine-aspartic acid proteases). La loro proprietà è quella di essere ricche di cisteina. Siamo quindi giunti all’evento chiave dell’apoptosi, alla segnalazione indotta dei “fattori di morte”. La seconda via è stata imboccata solo di recente. E’ definita anoikos (senza casa), ma i suoi segnali sono ancora sconosciuti. Essi si fondano sulla perdita degli avvisi di adesione alla matrice e che possono provocare l’apoptosi. Un altro elemento di ricerca è rappresentato dal ruolo dei geni che si oppongono alla proliferazione indefinita e, quindi, promuovono l’arresto della crescita cellulare e con il risultato di favorire l’apoptosi. L’argomento nel suo insieme ci porterebbe molto lontano ma se ci appare alquanto chiaro il processo di decadimento e di morte cellulare le ragioni scatenanti sono tuttora oggetto di studi e di ricerche appassionate. Dovremmo, a questo punto, per ragioni di chiarezza, fare una premessa. Sappiamo che la riproduzione è assicurata da cellule specializzate: i gameti (cellula riproduttiva aploide). Un nuovo individuo deriva dalla fusione di un gamete femminile (uovo o ovulo) con un gamete maschile (spermatozoo) che danno origine ad uno zigote. Da questa cellula iniziale, in seguito a numerosissime divisioni cellulari, accompagnate dal progressivo differenziamento cellulare, si sviluppa l’organismo completo. Inoltre negli organismi pluricellulari, anche la vita di ciascuna delle cellule che li accompagnano e la vita dell’organismo non coincidono: una singola cellula può morire, senza che per questo muoia l’intero organismo; anzi in molti organismi, la morte di singole cellule (che in alcuni casi possono essere sostituite da nuove cellule oppure essere perse definitivamente) è un fenomeno assolutamente fisiologico (si pensi ad esempio alla desquamazione della pelle e delle mucose dell’uomo) e rigorosamente controllato. Per le cellule tumorali, invece, rispetto a quelle normali, esiste un diverso programma che consente alle une di proliferare ed alle altre di morire. Ora se lasciamo da parte le dotte dissertazioni da specialisti e riflettiamo dando alle parole un significato più alla portata di una comprensione avulsa dai tecnicismi e dai rigori di metodiche da laboratorio, ci rendiamo conto che tutte le volte ci avviciniamo all’origine della vita, a complessi ed anche affascinanti meccanismi che si pongono lungo il suo cammino fino alla formazione del “prodotto finito”, il racconto ci apre una porta che somiglia tanto a delle scatole cinesi: una dentro l’altra e sempre più piccola e tutte le volte che ci sembra di aver raggiunto l’ultima qualcuno scopre che ve ne è un’altra ancora più minuta. A questo punto vi è anche chi osserva che la morte cellulare programmata rientra nella logica dei processi vitali degli esseri umani fin dalle origini della vita. E fa un esempio: nell’uomo la mano ha inizialmente le dita unite fra loro e solo successivamente la membrana interdigitale scompare per la morte delle cellule che la compongono. L’apoptosi è quindi nient’altro che un passaggio del processo evolutivo nella formazione di un essere vivente. E sin qui potremmo anche starci. Ma a questo punto si apre un altro capitolo allorché qualcuno paventa la possibilità che vi possa essere una connessione, analizzando a livello molecolare i loci responsabili per queste mutazioni, tra la morte programmata della cellula ed i fenomeni generali quali l’invecchiamento e la morte dell’intero organismo. Ma se dall’osservazione dell’infinitamente piccolo passiamo a quella dell’infinitamente grande e guardiamo dalla nostra finestra il cielo stellato e poi ancora lo esaminiamo dagli osservatori astronomici ci accorgiamo che esiste un fenomeno apoptotico anche in quel creato con stelle che annichiliscono e scompaiono ed altre che spuntano. Diciamo, a questo punto, che esiste una energia invisibile che chiamiamo “buco nero” dove la materia sembra trovare la sua forza rivitalizzante per rigenerarsi. Dobbiamo forse concludere che anche nei processi cellulari esiste qualcosa di simile che fa crescere l’uomo e lo fa morire per consentirgli di riprendere una nuova forma dopo il passaggio obbligato dal suo micro buco nero? Ed allora ci rendiamo conto che questa morte cellulare programmata sa anche di metafisico, sa anche uscire dal suo ristretto mondo e dirci qualcosa di più sulla storia della vita, sulla sua evoluzione, sul suo decadimento e rinnovato risorgere. Ma ci indica anche un pericolo dettato dal ruolo che possono svolgere quelli che possiamo chiamare, e non sono i soli, i mutageni chimici del nostro ambiente. Sappiamo, tra l’altro, che la popolazione umana è esposta a sorgenti di radiazioni ionizzanti sia naturali che artificiali, le quali possono essere causa del cancro a mezzo di mutazioni somatiche e di difetti ereditari a mezzo di mutazioni germinali. Sarebbe interessante chiederci dove tutto ciò ci porta e se l’insieme di queste insidie per la nostra esistenza sono tali da renderci più deboli, più esposti a fenomeni necrotici specifici, nella vita cellulare, e generali con la morte dell’intero organismo, o se riusciamo in qualche modo a metabolizzarli, sia pure col tempo, e a farceli alleati. Qui partiamo da un punto d’appoggio comune: abbiamo le stesse reazioni chimiche e metaboliche di base e si realizzano in tutte le cellule, dai batteri all’uomo. Questa unità biochimica della vita alla quale includiamo tutto il creato, introduce i processi della replicazione del DNA, della trascrizione, della traduzione e della mutazione, così come le più comuni reazioni enzimatiche per il trasferimento di energia. Possiamo trasformare, ad esempio, delle piantine di semenzaio di tabacco in luminose come lucciole, trasferendo il gene dell’enzima luciferasi dall’animale alla pianta e tale genere di combinazioni è ben noto ai biologi. Ma qui dovremmo fermarci o è possibile andare oltre concependo una testa di cavallo ed un corpo umano? Ciò che intendiamo asserire, in buona sostanza, è che la ricerca può conoscere le metodiche di un determinato processo di “confine” e compiacersi di mescolarle a suo piacimento, ma questo non è il fine ultimo che ci porta all’origine della vita. Conosciamo due tipi di morte cellulare, una di esse è fisiologico, ci è stato detto, mentre l’altro conosce le devianze di un programma genetico che una qualche ragione è stato degenerato. Ora dobbiamo chiederci se il secondo non sia quello che ci porta più direttamente verso il nostro buco nero e se questo non sia la nostra panacea per una rigenerazione della vita che concordi con un disegno universale che sta nelle cellule come nelle stelle e ci fissa e le fissiamo allo stesso modo. D’altra parte sappiamo molto bene che i processi che determinano la nostra formazione sono stratificati come se dalle prime forme di vita sino a quelle odierne tutto è conservato scrupolosamente nel grande magazzino del creato ed anche gli strumenti che danno origine alla nostra esistenza debbano seguire questa trafila per cui abbiamo cellule che si presentano al nostro programma ma hanno una esistenza limitata in quanto appartengono ad una categoria superata ma per una alchimia del nostro creatore hanno bisogno di essere presenti ad un dato punto prima di essere sostituite da altri più perfezionate secondo un certo disegno creativo. E la cosa potrebbe essere spiegata persino con una certa facilità. Quante volte, ad esempio, introduciamo nel nostro pc un nuovo programma? In memoria restano, a volte, molti file vecchi e non tutti sono cancellati automaticamente o per nostra iniziativa. Sembra quasi che il nuovo non sappia vivere senza ricordarci il suo passato e taluni passaggi diventano persino necessari per favorire la comprensione del novello programma. E l’apoptosi potrebbe rappresentare proprio questa capacità di combinare il vecchio con il nuovo e di arrivare ad una sua naturale conclusione autoeliminandosi allorché giunge alla conclusione del suo ciclo vitale. E’, semmai, Interessante sapere come esso si genera e trova il momento giusto per cedere il passo al nuovo e se dal nuovo di oggi non vi siano possibilità di renderlo meno nuovo con la formazione di un essere vivente maggiormente evoluto. Ai posteri, come sempre, l’ardua sentenza sia per il nostro passato ed il futuro che potranno costruire spogliandolo soprattutto dalle degenerazioni che sono oggi fondanti nella nostra cultura speculativa e a lasciarci trovare il percorso più appropriato per una effettiva crescita non solo in termini fisici ma soprattutto collocabili nella sfera dell’homo novus come modus d’agire comportamentale nelle relazioni interumane. E’ una riflessione che merita un riconoscimento in quella giovane donna che ha stimolato il cronista ad una certa meditazione intorno ad una parola, l’apoptosi che sa tanto di misterioso come del resto lo sono le tante parole che i biologi adoperano nei loro conversati e scaturiscono dai loro complessi testi.
Ha colto un’idea di morte e di vita che ci ricorda da vicino il nostro passato e lo allontana nello stesso tempo portandoci verso nuovo frontiere, forse più ambiziose, più esaustive, ma non certo meno affascinanti per i contemporanei di oggi di quanto la biologia e la scienza in generale ci possono offrire, ma con un solo rimpianto. E’ quello che ogni ricerca e scoperta ha senza dubbio qualcosa di bello e di appagante ma nasconde in sé il seme della discordia e della violenza che sembra esser l’eterno contro altare ad ogni nostro trionfo dell’ingegno, della genialità umana. Forse un giorno troveremo la sua apoptosi. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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