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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 108

Università: lettera aperta ai deputati

Posted by fidest press agency su lunedì, 22 novembre 2010

Roma 22 nov. 2010, ore 10,30, inizia la discussione sulla riforma universitaria alla camera, (PDL n. 3687) “avevate sospeso l’esame del PDL in attesa di copertura finanziaria, come proposto dalla Commissione Cultura, il solo modo di dare un senso alla riforma e una risposta ai Ricercatori. Ma oggi il PDL torna a voi, con depennate le norme di copertura. Questo vuol dire che vi sara’ chiesto di “decidere senza decidere”. Per la dignitè del Parlamento, il Paese non sopporterebbe un Parlamento che “decide di rinviare ad una seconda decisione”, che forse mai piu’ verra’. In sede di legge di stabilita’, avete assegnato 800 milioni al FFO – Fondo di Finanziamento Ordinario delle Universita’, pur se il minimo necessario e’ di 1,4 miliardi. Non è comunque pochissimo.
Ma forse va messo sul piatto che le riforme didattiche degli scorsi anni (fors’anche troppe lauree …, e forse troppe sedi, sotto la pressione delle Regioni e degli enti locali) sono state gravate sulle spalle dei professori di ruolo e del grande precariato (55.000 persone) e sugli enti locali, non sul bilancio dello Stato (come, invece, la Ministra aveva detto in Senato il 29 luglio u.s.). Quanto detto in Senato il 29 luglio (che “i professori hanno dilapidato il denaro pubblico”) e’ stata una ingiusta infamia.  Perche’ questo eccesso ? Vi ricordo che da anni ormai, il FFO gira intorno a 7 miliardi l’anno, ma anche (anzi soprattutto) che nel 2002 (anno delle prime turbolenze didattiche) il FFO fu di 6,2 miliardi e che in quegli anni scoppio’ la grande inflazione, a causa dell’Euro, che dimezzo’ il potere d’acquisto del reddito fisso, in generale. Questo vuol dire che il FFO, se fosse riportato in termini reali a quello del 2002, dovrebbe essere di 12 miliardi. On.li Deputati, oltre l’infamia in Senato, sui prof grava anche la beffa: infatti, poiche’ il FFO serve a pagare il personale, la retribuzione reale dei professori e’ oggi la meta’ di quella del 2002, a parte un piccolo recupero, grazie ad alcuni meccanismi. Non solo questo: nel PDL rimangono criticita’ normative che lo fanno una contro-riforma. Ne ricordo alcune:
1) Secondo l’art. 97 della Costituzione, il reclutamento dei professori deve farsi per concorso. Invece il PDL abolisce i concorsi, perche’ “burocratici e lunghi” (parole della Ministra in Senato il 29 luglio u.s.). Per evitare scandali e accelerare le procedure, serviva solo fare le commissioni giudicatrici con sorteggio;
2) il blocco del turnover, fin dai tempi della Moratti-Ministro (mentre un gran numero di professori sta andando in pensione) ha gia’ determinato la perdita, e per sempre, di parte del sapere accumulato, a causa della interruzione dei rapporti diretti tra i maestri e i successori;
3) il FFO rimarra’ deciso in base alla bizzarrie dei ministri del Tesoro, invece che (come da noi proposto) in base al costo standard per studente (come per il federalismo fiscale). Il controllo della Corte dei Conti sulle università non sara’ sul bilancio preventivo (ma, ancora, solo su quello consuntivo, che e’ tardivo per il controllo della spesa …).
4) Anticipando l’abolizione del ruolo dei ricercatori a tempo indeterminato (26.000 persone), il personale di ruolo delle universita’ viene dimezzato.
Sia chiaro che in Italia i prof non sono troppi: i docenti di ruolo sono 60.000 e gli studenti sono 1.800.000. Questo vuol dire che c’e’ un docente di ruolo ogni 30 studenti. Il recente DPEF del Governo (pag. 37 dell’Allegato) ricorda che nei Paesi OCSE c’e’ un professore ogni 15,8 studenti. Perche’ esaltare una cosa e fare un’altra cosa ?
On.li Deputati, la persistenza di queste criticita’, pur dopo i contributi propositivi del mondo universitario (lasciati cadere), indica una precisa scelta del governo per una parziale demolizione dell’universita’ pubblica. Il Governo vi propone questa scelta, pur se in una Italia “dualistica”, che ancora richiede un forte impegno pubblico per la formazione della classe dirigente e per la ricerca, uniformemente nel Paese.
On.li Deputati, serve il cambiamento …, ma non quello del “gattopardo”..  Forse e’ il caso di rinviare le vostre decisioni a miglior tempo. (Nino Luciani, Prof. Ordinario di scienza delle finanze)

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