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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 112

Diagnosi della celiachia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 19 gennaio 2011

Per far conoscere a un pubblico vasto e non specializzato le grandi capacità scientifiche dei ricercatori dell’Ateneo, sulla Home Page dell’Università Politecnica delle Marche è presentato il “Lavoro scientifico della settimana” (www.univpm.it): una segnalazione in evidenza di alcuni tra i più significativi lavori pubblicati da prestigiose riviste scientifiche internazionali, frutto degli studi e delle ricerche in corso nei laboratori dell’Ateneo. Si tratta anche di un modo di “rendere conto” ai contribuenti di come vengono impiegate le (scarse) risorse pubbliche riservate alla ricerca e mostrare quanto siano infondate le generalizzate accuse di scarsa produttività scientifica rivolte alle Università. Questa settimana presentiamo la ricerca dal titolo “Diagnosi di celiachia: semplici regole funzionano meglio di complicati algoritmi”, che porta la firma del professor Carlo Catassi, docente di Pediatria Generale e Specialistica e consulente scientifico dell’Associazione Italiana Celiachia, con A. Fasano, ed è stata pubblicata sull’ultimo numero dell’American Journal of Medicine. Quello della celiachia, malattia rara che interessa l’1% della popolazione, è un problema in crescita, che comporta ricadute sociali rilevanti. L’intolleranza al glutine, malattia autoimmune, si associa infatti ad altre patologie autoimmuni, come il diabete e patologie della tiroide e non sempre viene diagnosticata tempestivamente, in quanto più spesso presenta una sintomatologia anomala, atipica, sfumata.  Il titolo “Diagnosi di celiachia: semplici regole funzionano meglio di complicati algoritmi” è significativo di un approccio illuminista. Questa la sintesi dei contenuti. La malattia celiaca è l’unica patologia autoimmune curabile, almeno quando venga fatta una diagnosi corretta e quindi avviata una dieta rigorosamente priva di glutine per tutta la vita. L’algoritmo diagnostico generalmente impiegato comprende uno screening iniziale con test sierologici, seguito da una biopsia intestinale di conferma che mostri il tipico danno immuno-mediato della celiachia. Il ruolo definitivo e indispensabile della biopsia intestinale, da sempre considerato il “gold standard” diagnostico, è stato di recente messo in discussione. In realtà, l’ampia variabilità dei riscontri associati alla celiachia suggerisce che è difficile concettualizzare il processo diagnostico in un algoritmo rigido che non tenga conto della complessità clinica di questa patologia. Pertanto viene suggerito un approccio quantitativo alla diagnosi che può essere definito come la regola del “4 criteri su 5”. La diagnosi di celiachia è confermata se almeno 4 dei 5 seguenti criteri sono soddisfatti: presenza di segni clinici tipici, positività della sierologia celiaca di classe A ad alto titolo, riscontro dei geni predisponenti HLA DQ2 e/o DQ8, evidenza di enteropatia celiaca e risposta favorevole alla dieta senza glutine.

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