C’è chi parla di ”tensione”, chi di ”irritazione” e chi, invece, di semplice ”malinteso immediatamente chiarito”. Fatto sta che, ancora una volta, dal Consiglio dei ministri trapela un certo ”fastidio” di alcuni ministri verso l’atteggiamento di Giulio Tremonti. Stavolta il pomo della discordia sono le risorse aggiuntive che da tempo Ignazio La Russa (Difesa) e Roberto Maroni (Interno) chiedono per il comparto sicurezza. Soldi che il premier Silvio Berlusconi in persona, a margine della cerimonia di apertura dell’anno accademico della scuola ufficiali dei Carabinieri qualche giorno fa, aveva promesso ai rappresentanti del Cocer. Ma proprio quando lo spinoso capitolo doveva essere affrontato in Cdm su richiesta di La Russa e di Maroni – riferisce qualcuno dei presenti secondo quanto riporta l’Ansa – il titolare dell’Economia non c’era perché aveva lasciato la riunione dicendo di avere un impegno. Un’assenza che La Russa, secondo retroscena di palazzo, avrebbe stigmatizzato con una frase che alle orecchie dei presenti è suonata più o meno cosi: ecco, proprio adesso che dobbiamo parlare di questo lui non c’è. Per sedare sul nascere le polemiche, almeno stando al resoconto dei presenti all’Ansa è intervenuto il solito Gianni Letta ‘giustificando’ l’uscita anticipata dalla sala di Tremonti con un improrogabile impegno al quale il ministro dell’Economia proprio non poteva non partecipare. (n.r. a noi questo “rimpallarsi” di “malumori” sa tanto di gioco delle parti con la stessa logica dei telefilm polizieschi americani dove nella pratica degli interrogatori si adotta la figura del poliziotto buono e di quello cattivo: in pratica nessuno dei due è quello che appare: il fine è comune, fregare il prossimo ma con la sola differenza, ed è a dir poco tanta nel nostro caso, in quanto a farlo sono gli stessi rappresentanti di coloro che dovrebbero prendere le difese di chi interrogano)
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Tremonti fa l’indiano?
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
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Agenda sindaco di Roma
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Roma 7/3/2011 ore 19.00: Piazza del Colosseo Il sindaco di Roma, Gianni ALEMANNO, insieme al presidente della Regione Lazio, Renata POLVERINI, interviene all’iniziativa “Mai più violate”, organizzata da Roma Capitale e dalla Regione Lazio. Nel corso della manifestazione sarà proiettato, sul Colosseo illuminato, il Manifesto programmatico contro la violenza sulle donne. Parteciperanno all’evento importanti rappresentanti delle Istituzioni, del mondo della cultura, dello sport, dello spettacolo e della società civile. Alla redazione del manifesto, oltre al sindaco Alemanno e al presidente Polverini, ha lavorato un gruppo composto dall’assessore regionale al Lavoro, Mariella ZEZZA, il consigliere regionale Isabella RAUTI e la delegata del Sindaco alle pari opportunità, Lavinia MENNUNI.ore 20.15: Hotel Westin Excelsior – Via vittorio Veneto, 125 Il sindaco di Roma, Gianni ALEMANNO, interviene alla serata di apertura della campagna 2011 del Keren Hayesod.
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Marketing e finanza islamica
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Roma, 9 maggio ¬ 20 giugno 2011 Le lezioni al Corso di alta formazione in marketing e finanza islamica che si svolgeranno dal 9 maggio al 20 giugno 20111, ogni lunedì dalle ore 9.00 e alle ore 13.00 e dalle 14.30 alle 17.30, presso la sede della SIOI, Palazzetto Venezia, – Piazza di San Marco 51. Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (SIOI) ha il piacere di informare sono aperte .Il Corso ha l’obiettivo di formare esperti dotati di competenze sempre più richieste dal sistema economico internazionale ed in grado di operare in modo efficiente con il mercato, il sistema bancario e le imprese dei Paesi di cultura islamica. Il mercato islamico rappresenta, infatti, una grande opportunità solo marginalmente nota agli operatori economici ed alle imprese del nostro Paese, ed il corso è volto all’acquisizione della conoscenza dei meccanismi che regolano i processi commerciali e finanziari in una prospettiva di interazione tra il mercato e la finanza occidentali e quelli di cultura islamica. Il percorso formativo è articolato in 4 aree tematiche:
Cultura islamica
Marketing islamico
Economia e finanza islamica
Cross cultural negotiation
Tutti i dettagli su http://www.sioi.org/corso_finanzaislamica.htm del sito http://www.sioi.org
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Donne dipinte: Un viaggio al femminile
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Cosenza 8 marzo 2011 ore 16.00 – Palazzo Arnone la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria, diretta da Fabio De Chirico, presenta in occasione della Festa della donna, Donne dipinte – Un viaggio al femminile nella GNC.La Galleria Nazionale di Cosenza diventa spazio ideale per parlare di donne fuori dagli schemi. Attraverso un “viaggio” nell’arte lungo quattro secoli verranno difatti riletti al femminile capolavori che hanno per protagoniste donne, eroine, dee, sante, regine ritratte, fra gli altri, da Mattia Preti, Luca Giordano, Francesco Guarino, Frans Wouters, Gaele Covelli, Silvestro Lega, Umberto Boccioni. Un’attenzione particolare sarà dedicata all’unica artista donna presente nella GNC, l’olandese Rachel Ruysch, che
nella prima metà del XVIII secolo realizza il bel dipinto raffigurante Natura morta. La conversazione e il percorso guidato sono a cura di Rosanna Caputo, storico d’arte direttore coordinatore della Soprintendenza BSAE della Calabria. Seguiranno un reading di letture creative, a cura della Compagnia Libero Teatro di Cosenza e testimonianze e riflessioni sui diritti negati, a cura dell’associazione Angelina. L’iniziativa è frutto di una proficua collaborazione fra la Soprintendenza BSAE della Calabria, l’associazione socio-culturale Angelina di Cosenza e il Comitato Se non ora quando di Cosenza e mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla cultura di genere. (Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Calabria Soprintendente: Fabio De Chirico)
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Torino: notte tricolore
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Torino 16 marzo, a partire dalle 18, le 8 Province piemontesi adotteranno una piazza del centro di Torino per animare la“Notte Tricolore”. Il progetto della Provincia di Torino prevede l’apertura straordinaria al pubblico di Palazzo Cisterna, nonché l’adozione di piazza San Carlo e di un tratto delle vie Lagrange e Carlo Alberto, con animazioni curate da gruppi storici, esibizioni dibande musicali (tra le quali la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense), degustazioni dei
prodotti-simbolo di Torino, prima capitale d’Italia.In piazza San Carlo, la Notte Tricolore inizierà ufficialmente alle 20,30 con le note dell’Inno d’Italia, suonato integralmente dalla Fanfara della Brigata Alpina Taurinense diretta dal maresciallo capo Marco Calandri. Il “Canto degli Italiani”, scritto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, sarà cantato in tutte le strofe dal Coro dei congedati della
Taurinense e dal pubblico presente in piazza San Carlo. La Fanfara suonerà successivamente brani del proprio repertorio (con una particolare attenzione alle musiche risorgimentali) e sfilerà in via Giolitti, via Lagrange e via Maria Vittoria, raggiungendo Palazzo Cisterna Dal Pozzo della Cisterna, dove si terrà l’alzabandiera alla presenza del Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e del Comandante della Taurinense, il generale di brigata Francesco Paolo Figliuolo. La sfilata riprenderà poi per via Carlo Alberto e si concluderà alle 21,30 in piazza San Carlo. Nata nel 1965 a Torino, la Fanfara della Brigata Alpina Taurinense dell’Esercito è attualmente costituita da 35 musicisti tratti dai Reggimenti Alpini piemontesi. Il repertorio della formazione comprende, oltre le musiche di ordinanza militari, brani sinfonici e leggeri con particolare attenzione al repertorio originale per banda. Quella della Taurinese non sarà però l’unica formazione bandistica che animerà piazza San Carlo e le vie limitrofe: ci saranno anche la Banda Città di Ivrea alle 21,30 e la Banda Città di Collegno alle 22,30.Tre dei quattro angoli di piazza San Carlo arredati dalla Provincia di Torino con i gazebo per le degustazionidei prodotti del “Paniere” della Provincia saranno dedicati ad un colore della bandiera italiana: bianco, rosso everde; un quarto riporterà il colore “Blu Risorgimento”, utilizzato per il look di Torino in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia:• il colore bianco sarà rappresentato dal Grissino Stirato Torinese, amato da Vittorio Amedeo II. • il rosso sarà il colore dei vini, in particolare i Nebbioli (Canavese Rosso e Carema), insieme agli altri vini DOCdella provincia di Torino ed ai salumi• il verde avrà come prodotti-simbolo l’Asparago di Santena, insieme alla frutta e verdura del “Paniere”. L’Asparago di Santena fa parte della storia risorgimentale perché fu il Conte Camillo Benso di Cavour (illustre agrimensore ed agronomo, oltre che statista di livello europeo) ad introdurre a Santena la cultivar francese “Precoce di Argenteuil”• il blu sarà il colore del Gianduiotto, che nacque nel 1865 dalla maestria dei cioccolatieri della ditta Caffarel Prochet, che aveva sede proprio in piazza San CarloDalle 21 alle 22 in via Lagrange angolo via Maria Vittoria si svolgerà la Sfilata Tricolore di moda “Fatta l’Italia, vestiamo gli italiani”, organizzata dalla Provincia di Torino in collaborazione con CNA-Federmoda. Nelle vie Lagrange, Carlo Alberto e Maria Vittoria passeggeranno e potranno quindi essere ammirati dal pubblico “La corte 1861”, “J’amis ëd la frola” di San Mauro, “La lavandera e ij lavandè’ d Bertula”, “Militaria 1848-1918” (con dame, alpini e bersaglieri).
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Mostra: Alla luce della Croce
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Bologna, 16 aprile 2011, ore 17.30 (16 aprile – 10 luglio 2011) via Riva di Reno 57 Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro Con il contributo della Fondazione FMR-Marilena Ferrari In collaborazione con Galleria San Fedele di Milano Promossa in collaborazione con Comune di Bologna – Istituzione Musei Civici Mostra ideata da Andrea Dall’Asta S.I. La mostra, a cura di Andrea Dall’Asta S.I. e di Fabrizio Lollini, Ede Palmieri, Elena Pontiggia e Francesco Tedeschi, interamente dedicata alla croce, simbolo per eccellenza dell’identità cristiana,
vuole riflettere su di un tema che ha alimentato nella storia infinite riflessioni di carattere filosofico e teologico. In mostra sono presenti opere di artisti contemporanei come Kengiro Azuma, Lawrence Carroll, Pietro Coletta, Mario Fallini, Jannis Kounellis, Mirko Marchelli, Marcello Mondazzi,Hidetoshi Nagasawa, Mimmo Paladino, Arnulf Rainer, Nicola Samorì, Sean Shanahan, Ettore Spalletti. La maggior parte dei lavori sono stati appositamente realizzati in occasione della mostra. Alle opere di questi artisti ne sono state accostate alcune di autori del secolo appena passato presenti nella Raccolta Lercaro, come Floriano Bodini e Vittorio Tavernari, alle quali è stata aggiunta la splendida acquaforte Christ en Croix di Georges Rouault (1936).La mostra è completata da alcune opere antiche, come una croce processionale in metallo dorato e argento realizzata tra i secoli XV e XVI in area lombarda, alcune incisioni del celebre libroEvangelicae historiae imagines del 1593, che ebbe tanta importanza nella diffusione del vangelo nell’Europa e nell’Oriente nel XVII secolo e di Roma Subterranea novissima del 1659, che illustra i risultati delle ricerche compiute per anni sulle catacombe romane, una croce in avorio già attribuita ad Algardi, una croce in avorio mitteleuropea del XVIII secolo, una drammaticacroce in legno mutila del XV-XVI secolo, come testimonianza di alcune tipologie di croci realizzate in tempi più lontani, la presenza delle quali origina quel confronto necessario per comprendere alcuni aspetti iconografici utili per entrare nel significato più profondo del mistero della morte e risurrezione del figlio di Dio.La Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro ringrazia in modo particolare la Fondazione FMR-Marilena Ferrari per avere permesso la realizzazione della mostra. (Orari: da martedì a domenica, ore 11 – 18.30 Chiuso il lunedì e il giorno di Pasqua (24 aprile) Aperto il lunedì dell’Angelo (25 aprile) Ingresso libero)
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Teatro: Ricette d’Amore
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Roma Dal 12 al 20 marzo 2011 Via Santa Giovanna Elisabetta, 69 Teatro Cassia di Cinzia Berni con Cinzia Berni, Cristiana Lionello, Chiara Salerno, Marta Zoffoli e Paolo Persi regia di Pippo Cairelli. Dopo il grandissimo successo di pubblico ottenuto sui palchi di Roma e dintorni (Teatro de’ Servi, Teatro Italia e Teatro Nino Manfredi di Ostia) torna Ricette d’Amore in scena al Teatro Cassia di Roma. Giulia, Irene e Susanna si riuniscono nella cucina di Silvia per preparare l’esame d’arte culinaria del corso “A tavola con lo chef” che frequentano insieme. Nel frattempo chiacchierano, discutono, si raccontano delle loro vite, dei loro sogni, di sentimenti e di sesso.
All’improvviso, Luca, il bellissimo fratello del vicino di casa di Silvia, piomba tra di loro – vestito solo da un asciugamano intorno alla vita, mostrando un fisico mozzafiato – perché è rimasto chiuso fuori casa mentre cercava di riattivare la corrente elettrica. Questa presenza cambia di colpo i rapporti che si sono creati tra le quattro donne e scatta la sindrome della preferita. Tutte vogliono piacere e cercano, ognuna a proprio modo di fare colpo sul giovane e bellissimo ragazzo. Le ragazze si rincontreranno dopo due mesi per le feste di Natale e tutte, di
nascosto dalle altre, hanno una storia con Luca. Ma il ragazzo verrà scoperto e le quattro amiche lo metteranno di fronte a una scelta. Nessuna di loro continuerà la relazione, ma questa esperienza cambierà la vita di tutte. http://www.teatrocassia.itPrezzi: mart/merc/giov Intero 17,00 – Ridotto 15,00 ven /sab/dom Intero 21,00 – Ridotto 18,00
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Mostra: Jim Dine
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Brescia Inaugurazione sabato 16 aprile, ore 18 (mostra 19 aprile – 24 settembre 2011) Galleria Agnellini Arte Moderna, Via Soldini 6/A. Curata da Dominique Stella, l’esposizione indaga tutti i grandi temi che Dine ha affrontato nella sua carriera e che lo hanno fatto diventare prima uno dei pionieri della performance, poi uno dei maggiori esponenti della Pop Art, passando per il movimento dell’American New Realism, per approdare, negli anni ’80, all’Espressionismo. L’evento espositivo é realizzato con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Brescia.In mostra si ammirano 25 opere tra dipinti a olio e acrilico, e sculture in bronzo e legno, una varietà di tecniche che ben rappresentano le diverse modalità espressive con le quali l’artista ha sempre cercato di avvicinarsi ai messaggi essenziali e intimi della vita. L’opera di Jim Dine nasce da un profondo radicamento nella cultura americana dei primi anni ’60 in pieno fermento: si sviluppa in quel momento il consumismo, la pubblicità, la cultura di massa. In questa fase rivoluzionaria di materialismo sfrenato l’artista intraprende un percorso del tutto personale orientato all’ambito dell’intimo e dell’affettivo. Nel testo in catalogo, Dominique Stella commenta: “Jim Dine appartiene a una generazione di artisti americani che negli anni ’60 acquisì una notorietà senza precedenti. Essi conquistarono il mondo dell’arte internazionale con una sicurezza sbalorditiva e una gran disinvoltura, segnando la storia con la forza dell’analisi della società nella quale vivevano. In questa atmosfera, Jim Dine segue una traiettoria particolare che coltiva in un sentimento di appartenenza a una particolare tradizione. […] Le immagini di Dine hanno ognuna la propria storia, sono legate alla sua esperienza e al suo sentire. Egli persegue un’opera intensamente sincera, soggettiva, che oltrepassa le categorie nazionali e universali, ai margini di ogni movimento artistico”. Accompagna la mostra un catalogo bilingue, in italiano e inglese, con testi di Dominique Stella, Claude Lorent e Gérard-Georges Lemaire, edito da Agnellini Arte Moderna. (Orari da martedì a sabato 10.00/12.30 e 15.30/19.30 Chiuso domenica e lunedì)
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Carnevale Venezia: corteo acqueo
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Venezia 8/3/2011. Si annuncia una chiusura ad effetto per il Carnevale di Venezia: tutto pronto per la Vogata del Silenzio, suggestivo corteo acqueo composto da gondole e imbarcazioni tradizionali che chiuderà il Carnevale martedì 8 marzo alle 24:00. Per l’occasione, i balconi dei palazzi e delle rive d’acqua nel tratto del Canal Grande compreso tra il Ponte di Rialto e il Bacino di San Marco saranno illuminati a led. Una iniziativa di Venezia Marketing & Eventi resa possibile grazie all’adesione entusiastica dei residenti dei palazzi che si affacciano lungo il percorso. A gonfie vele la prevendita: numerosi i posti venduti nelle gondole che apriranno il corteo. Oltre alle barche riservate al pubblico, il corteo comprenderà le barche tradizionali del Coordinamento delle Associazioni Remiere di Voga alla Veneta e dei privati che vorranno parteciparvi. Le uniche barche consentite saranno quelle a remi (espressamente vietata la circolazione delle barche a motore). Il corteo partirà alle 24.00 da Rialto (imbarco delle gondole per il pubblico a Rialto, davanti a Ca’Farsetti, ore 23:15; raduno delle altre imbarcazioni a Rialto lungo la Riva del Vin, ore 23:15), e si concluderà di fronte a San Marco, dove saranno “liberati” centinaia di palloncini luminosi, che saluteranno metaforicamente il Carnevale dando appuntamento all’edizione 2012.Posto singolo sulla gondola € 80,00, gondola intera per 5 persone € 365,00, prenotabili dalla home page del sito web http://www.carnevale.venezia.it.(vogata)
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Nuoro al centro dell’Europa
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Nuoro dall’8 marzo al 27 maggio sei appuntamenti con i grandi interpreti internazionali e lo spettacolo di poesie d’amore con il grande Ugo Pagliai Per l’autunno è già pronta una serata stellare: la “European Liszt Night” I protagonisti europei della musica colta si danno appuntamento in Sardegna per la nuova Stagione Classica dell’Ente Musicale di Nuoro. La rassegna primaverile ospiterà nomi in arrivo da Germania, Polonia e Ungheria. Come da tradizione, ritorna anche un grande nome del teatro italiano: Ugo Pagliai, impegnato a recitare le
più belle poesie d’amore di Neruda, Lorca e Borges, sulle musiche di grandi compositori classici. Bisognerà attendere sino al 13 maggio per i primi nomi italiani in cartellone. Questa volta toccherà al duo di Federico Paci, uno dei più stimati interpreti del clarinetto contemporaneo, e Maria Cecilia Curti, pianista cresciuta nelle aule del conservatorio di Cagliari. http://www.entemusicalenuoro.it Tutti i concerti della Stagione Classica avranno inizio alle 20:30. I biglietti per i concerti sono in vendita a otto euro (ridotti: 4 euro), quelli per lo spettacolo del 21 maggio a 10 euro (ridotti: 5). Gli abbonamenti si possono acquistare a 40 euro (ridotto: 15). Anche quest’anno la rassegna è organizzata dall’Ente Musicale di Nuoro con la direzione artistica di Maurizio Moretti e grazie al contributo di MIBAC (Ministero per i Beni e le attività Culturali), Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Banco di Sardegna, Comune di Nuoro e alla collaborazione con l’Istituto Superiore Regionale Etnografico.
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La vera storia di Garibaldi
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
In tema di anniversario dell’Unità d’Italia si fa una gran parlare di unità, cercando i personaggi che potrebbero avallarne la natura… viene scomodato anche Garibaldi. La vera storia di Garibaldi è molto controversa, nessuno ha scritto quella vera, indiscutibile, ma anche fantasiosa, come merita l’eroe dei due mondi…! Ora ci provo…!Un bel giorno Garibaldi si recò al porto di Genova, radunò alcuni portuali e li arringò proponendo una crociera nel Mediterraneo, con sosta a Marsala ed escursione turistica a Palermo. I portuali si mostrarono interessati, visto che si trattava di una crociera gratis, vitto e alloggio compreso, ma non erano abbastanza soddisfatti della proposta, che ritenevano limitata. Intanto Cavour aveva mandato in avanscoperta Rosolino Pilo. Per esaltare la proposta di Garibaldi intervenne il suo aiutante di campo che la storia tramanderà come Cetto Laqualunque (la madre dei Cetto Laqualunque è sempre incinta !); questi suggerì l’escamotage a Garibaldi, il quale colse al volo l’idea e comunicò ai portuali: “A Marsala troveremo pilo !!!” mentre Cetto Laqualunque scandiva “Cchiù pilu ppe tutti !” I portuali si esaltarono ed eccitatissimi si recarono alle imbarcazioni; era 7.500 e non fu possibile imbarcarli tutti, così’ ne vennero selezionati solo 1.000 tra i più muscolosi e, apparentemente, prestanti. La navigazione fu piuttosto nervosa, ma infine apparve Marsala con il suo porto. I portuali di Genova scesero dalle navi ma furono bloccati nello spiazzale, dove era stato approntato un palco per un comizio; si pensò a informazioni di metodo, invece si presentò un ometto tarchiato, gocciolante sudore, che esordì: “Sono Rosolino Pilo….” Non potè andare avanti perché i portuali capirono subito di essere caduti in una trappola, e, incazzatissimi, si mossero verso l’uscita dal porto in cerca di Garibaldi. I soldati borbonici credettero che quella folla ce l’avesse con loro e scapparono a gambe levate. Garibaldi, profittando del disordine, era già arrivato a Palermo, dove si precipitò a svaligiare il Banco di Sicilia, sottraendo l’oro che ivi giaceva)farà lo stesso con il Banco di Napoli, e quell’oro costituisce, ancora oggi, i 4/5 delle riserve auree della Banca d’Italia. Visto che c’era, Garibaldi si autonominò dittatore della Sicilia (Il vezzo di autonominarsi dittatori ha origine antiche!!!) e si apprestò a invadere tutto il regno delle Due Sicilie, in nome e per conto della dinastia dei Savoia, dopo il fallito tentativo nel 1713:“Vittorio Amedeo di Savoia e la moglie, Anna d’Orleans, sbarcarono a Palermo il 10 ottobre 1713 per prendere possesso del regno di Sicilia, e l’incoronazione del nuovo re avvenne il 24 dicembre nella cattedrale di Palermo con una solenne cerimonia, ultimo retaggio della fastosità del cerimoniale spagnolo. Il papa, rivendicando i suoi diritti sul trono di Sicilia, che era feudo della Santa Sede, non riconobbe l’investitura di Vittorio Amedeo e sorse un’accesa polemica tra i sostenitori del privilegio papale e quelli della patrimonialità del titolo di re di Sicilia, mentre rimaneva del tutto in ombra l’aspetto ben più significativo e legittimo dell’indipendenza politica dell’isola.” (da Rosario Amico Roxas, Storia della Sicilia dalle origini all’autonomia (1948), ed., Paruzzo, Caltanissetta 2002, pag. 90,91)”“L’abolizione della Legazia Apostolica, di cui la Sicilia godeva dai tempi dei Normanni (circa 600 anni) e di cui andava orgogliosa, esasperò i Siciliani, distogliendoli dalla fedeltà al nuovo regime e avvicinandoli alla Chiesa. Con l’interdetto i sudditi erano sciolti dall’obbligo di fedeltà al re e, mentre molti ecclesiastici sfidavano apertamente il re, l’esercizio del culto si fermò quasi del tutto. Vittorio Amedeo alla fine del 1714 lasciò la Sicilia per governarla attraverso un consiglio speciale con sede a Torino, mentre nell’isola rimase come vicerè il conte Annibale Maffei.(ib. Pag.91,92)” Vennero gettate le basi per la nascita di una nazione, che diventerà Stato dopo la seconda guerra mondiale e dopo l’infausta esperienza fascista, quando si dette una delle più avanzate Costituzioni del mondo. Nacque una nazione, si formò uno Stato, ma ancora aspettiamo che, finalmente, possa elevarsi a Patria. (Rosario Amico Roxas)
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“Archivi d’Italia”
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Roma 7 marzo 2011, ore 12.30, presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana, piazza dell’Enciclopedia Italiana, 4. Con Magazzini Einstein un inedito viaggio nella memoria e nell’identità nazionale. Dall’impresa alla moda, dall’architettura al cinema e alla musica: cinque tappe attraverso uno straordinario patrimonio storico, in occasione del 150º anniversario dell’Unità d’Italia. In onda a partire da giovedì 17 marzo alle ore 00.40 su Rai Tre e lunedì 21 marzo alle ore 08.00 e alle ore 19.00 su Rai Storia, con la 1ª puntata Intervengono: Giuliano Amato, Presidente del Comitato Nazionale 150 anni dell’Unità d’Italia; Francesco Maria Giro, Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali; Piero A. Corsini, Rai Educational; Luciano Scala, Direttore Generale per gli Archivi del MiBAC; Maria Paola Orlandini, Capo progetto RAI Educational; Riccardo Chiaberge, giornalista.
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“L’uomo che superò i confini del mondo”
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Il nuovo libro di Ruggero Marino, “L’uomo che superò i confini del mondo – vita e viaggi di Cristoforo Colombo l’eroe che dovrebbe essere santo” (Sperling & Kupfer), è l’ulteriore approfondimento di una ricerca che va avanti ormai da circa 20 anni, dopo “Cristoforo Colombo e il papa tradito” e “Cristoforo Colombo l’ultimo dei Templari” che Mauro Mazza, definì rigoroso, ma avvincente come il “Codice da Vinci” mentre Gianni Letta parlò del lavoro di Marino come del più importante caso di revisionismo degli ultimi decenni. Dei Templari”, ancora avvincenti vicende frutto di 20 anni di indagini. Bastano poche parole a sovvertire 500 anni di “storia” colombiana.Una frase come Non nobis, Domine, non nobis, sed Nomimi tuo da gloriam (“Non a noi, non a noi, Signore, ma al tuo nome dona la gloria”), il definitivo marchio templare dell’enigma. Se in “Cristoforo Colombo. L’ultimo dei Templari” Ruggero Marino invitava a ripensare l’immagine del navigatore tramandata ai posteri, in questo nuovo libro, la sua tenace e anticonformista ricerca storica si spinge ancora oltre, regalandoci un’appassionante narrazione che smonta uno a uno i “miti” e le secolari e infondate accuse costruite sulla figura dell’ammiraglio cittadino genovese. A partire proprio dalla grande bugia, quella che tutt’oggi si trova sui libri di scuola, secondo cui Colombo approda al Nuovo Mondo per errore. Niente di più falso: il navigatore è perfettamente consapevole del suo obiettivo ed è molto più di un semplice e fortunato marinaio. È un messaggero, incaricato direttamente da un Papa, quell’Innocenzo VIII che subirà come lui una damnatio memoriae a opera del successivo pontefice, lo spagnolo Rodrigo Borgia, Alessandro VI. E l’Ammiraglio, il Christo Ferens (come si firmava), subirà l’infamia di tornare in Spagna in catene, per poi essere liberato da quei re cattolici, Ferdinando e Isabella, cui si è devotamente affidato, ma che hanno più di una responsabilità tanto nell’accaduto quanto nella falsificazione storica che seguirà. Ancora una volta l’indagine appassionata di Ruggero Marino si muove lungo i percorsi di un’incredibile contro-storia. In relazione ai quattro avventurosi viaggi di Cristoforo Colombo, alle sue reali e misteriche conoscenze, alle sue qualità sciamaniche, alle “prescoperte”, alle mappe “impossibili”, alla situazione politica e religiosa, che accompagnò le imprese del “navigatore dei due mondi”, al suo ruolo di inviato della Chiesa di Roma e di cavaliere crociato, plausibilmente figlio di papa Innocenzo VIII. Erede di un sogno anche templare.Per secoli la figura di Colombo sarà dimenticata, e tuttora è in attesa di un’autentica riabilitazione. Per due volte è stato avviato un processo di beatificazione da parte di Pio IX e Leone XIII e regolarmente interrotto. Marino ne rivela l’incredibile documentazione. I mille volti di Colombo. http://www.ruggeromarino.it
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Esistono le guerre giuste?
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Di Giuseppe Casarrubea Con il libro “Guerre solo ingiuste. La legittimazione dei conflitti e l’America dal Vietnam all’Afghanistan”, uscito per i tipi di Mimesis Eterotopie, Carlo Ruta pone una questione centrale nell’era della globalizzazione. Non riguarda, in astratto, i conflitti e la loro natura, le questioni più o meno plausibili che essi sollevano, ma l’analisi critica della teoria di Michael Walzer in una sua opera ormai classica, “Guerra giusta e ingiusta”. Una lettura critica da parte di un intellettuale americano che ha come campo di osservazione l’istituzionalizzazione delle logiche di dominio di un Paese democratico come l’America. La questione iniziale che Ruta affronta, prende lo spunto dalla necessità di sapere se la dottrina del filosofo politico “sia stata in grado di intercettare, dopo il Vietnam, le istanze dell’America ufficiale”. Ma non solo di questo si tratta. Traspare, già dal titolo, una contestazione di fondo che ha radici umanistiche e legalitarie lontane nel tempo. Ragioni di ordine sottilmente psicologico che hanno fatto le vicende umane dall’epoca dei patriarchi del Vecchio testamento, dai padri della Chiesa ai nostri giorni. Costantino vinse le sue guerre nel segno della Croce e l’Europa conquistò il Nuovo mondo allo stesso modo commettendo atroci stermini. Stando alle stesse logiche, già alla fine della seconda guerra mondiale, gli Usa hanno avviato un allargamento del loro orizzonte politico, imponendolo a modelli di cultura diversi, utilizzando parametri ideologici. La guerra è stata soprattuto uno scontro della democrazia contro i modelli di dittatura comunista. Il caso del Vietnam è solo un punto di partenza nell’analisi di Walzer, preso in esame da Ruta. Divergente rispetto al comune sentire dell’opinione pubblica che avverte la guerra come “una caduta morale” e comincia a parlare di “guerra sporca”.Scrive il nostro autore: “Walzer argomenta che la guerra giusta è possibile a determinate condizioni e che la convenzione bellica, lungi dall’essere un inutile orpello, può costituire un espediente razionale per imbrigliare i conflitti fra Stati, allo scopo di ricondurli il più possibile a una dimensione morale”. E’ un tema, questo, che sollecita diversi altri filoni di lettura. In generale, scrive Ruta, gli Stati nella storia hanno sempre potuto giustificare le proprie aggressioni sostenendo i propri diritti e giustificando la guerra con i torti degli altri., fino all’accettazione dell’attacco preventivo, necessario a eliminare la minaccia dell’aggressione. Materia, questa, che trova le sue prime argomentazioni teoriche nella diffusa cultura del giusnaturalismo di epoca secentesca (Ugo Grozio) prima ancora che l’illuminismo desse nuove basi alla nozione del diritto internazionale. L’analisi di Ruta è scrupolosa e certosina, probabilmente sollecitata da ragioni umanitarie e dai disastri che si aprono continuamente nel mondo a causa dello scarso potere di dialogo tra i popoli e spesso per l’insufficienza o i ritardi di intervento delle stesse Nazioni unite di fronte a conflitti imprevisti, o cronicizzati. Essa prende in esame una sorta di manuale dei profili giuridici della guerra, smontandone le ragioni più dottrinarie finalizzate a legittimarla laddove questa è sempre un male estremo e irreparabile.Secondo Walzer le “risposte militari” (ad esempio quelle di Truman contro i giapponesi a Hiroshima e Nagasaki), “furono inopportune e terroristiche, computabili quindi come crimini”, in assenza di una assoluta necessità a fare uso delle bombe atomiche. “Nella mutata situazione geopolitica, la dottrina di Walzer fa scuola del resto ben oltre i confini dell’establishment. […] Norberto Bobbio giustifica la guerra all’Iraq del 1991, ritenendola una articolazione della legittima difesa del Kuwait, e, seppure con dei distinguo, quella portata dalla Nato alla Serbia di Milosevic a fine decennio. In definitiva è giusta per il filosofo torinese la guerra che viene combattuta in difesa di valori umani universali, che sia finalizzata comunque a una pace positiva retta sulla giustizia”. Dal canto suo, Jürgen Habermas, fatto proprio il medesimo paradigma, sostiene che la democrazia in determinate emergenze si possa imporre coattivamente. Suggerisce quindi la formazione di forze armate neutrali di pronto intervento, una sorta di polizia internazionale, capace di valutazioni imparziali e misurate.” Necessità, questa, dettata dall’insorgenza del terrorismo internazionale, dopo l’attentato alle Torri gemelle, l’11 settembre 2001. Anche il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite autorizza attacchi preventivi, quando ciò si rende necessario. Le logiche aggressive della guerra inducono così a trattare l’intervento militare sotto ben altri profili. Come quando – rileva Ruta – gli Usa, tra il 1950 e il 1953 intervennero contro la Corea del Nord, ponendosi come obiettivo “la totale distruzione del regime nord-coreano.Da qui la domanda che percorre tutto il libro di Ruta: è ammissibile una guerra giusta? Quella, insomma che Walzer definisce nei limiti dell’”estrema ratio”? La risposta è il dubbio. O meglio la soggettività della coscienza di chi è preposto ad intervenire. Ma la risposta più saggia è una sola: le guerre sono sempre ingiuste. E per un fatto semplicissimo: sono il risultato dell’incapacità degli uomini a risolvere a monte i problemi posti dai conflitti. (in sintesi)
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Davide Romano: “Uno spettro s’avanza”
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
…Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Presentazione di Paolo Ferrero, Prefazione di Daniele Gallo, Edizioni Ex Libris, pp. 128, euro 8 Presentazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale Prc – Federazione della sinistra. Il valore particolare di questo agile volume di Davide Romano sta proprio nella capacità di sintesi di cui l’autore fa mostra nell’affrontare presso a poco tutti i problemi fondamentali della nostra epoca: una capacità di sintesi che rende molto efficace la descrizione, la diagnosi e l’indicazione delle possibili soluzioni delle numerose difficoltà che la società e la politica si trovano oggi a fronteggiare. I processi di globalizzazione e di nuova territorializzazione, e la conseguente crisi degli Stati nazionali, sono posti lucidamente alla base della necessità di ripensare la democrazia sia nel rapporto paritetico tra grandi aggregati sovranazionali (Europa, Nordamerica, America latina…) che nella ridefinizione della cittàcome nuovo luogo della partecipazione civile.. La doppia sfida delle nuove (e diffusissime) povertà e della sostenibilità ambientale del presente modello di sviluppo, viene efficacemente presentata come la matrice della drammatica urgenza dei nostri problemi. La diffusione globale e locale dell’«economia criminale», e quindi delle mafie, viene giustamente enfatizzata come cifra di uno sviluppo economico del tutto sregolato che, esaltato dalla guerra permanente, fa sì che la politica divenga diretta rappresentante del crimine (andando quindi ben oltre il classico rapporto di “scambio politico”) e giunge a creare, in particolare nelle zone di più acuto conflitto, dei veri e propri “stati-mafia”. Insomma: tutte o quasi le nostre questioni essenziali sono tratteggiate da Romano in modo da renderne immediatamente percepibili, e quasi tangibili, le dimensioni e la gravità.
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1° raduno di graduati.net
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
L’Associazione Idea Legalità, l’Agenzia giornalistica Fidest e il suo Centro studi e graduati.net, per il prossimo mese di giugno a Roma, organizzano il 1° Raduno di graduati.net e presentano il nuovo soggetto culturale e politico “E’ Italia in movimento”. L’iniziativa intende prospettare le diverse problematiche attinenti la vita militare dal potenziamento dei reparti al Sud alla lotta alla criminalità organizzata ed ancora al controllo dei flussi clandestini nel Mediterraneo, alla stabilizzazione del precariato delle Forze Armante, al riordino delle carriere, al Riallineamento del personale militare arruolati ai sensi della Legge 958/86, all’estensione del diritto di associarsi liberamente per tutti gli operatori della difesa, alla loro sindacalizzazione, al Mobbing e sottoimpiego, allo Sviluppo e
Legalità e ai tagli al comparto difesa e sicurezza. Si tratta di un impegno corale che potrà realizzarsi con il concorso di tutti gli addetti ai lavori, nessuno escluso. Per questo motivo l’appello degli organizzatori intende rilevare la necessità che il supporto da dare all’iniziativa sia incanalato nella personale e diretta partecipazione di quanti si identificano nelle problematiche attinenti al ruolo militare che si svolge. Non è tempo, infatti, di delegare ad altri ciò che interessa direttamente e non solo perché toccano di persona ma perché rientrano in un contesto più ampio e generalizzato. Non si costruisce nulla di buono se si resta alla finestra a guardare. Bisogna scendere in strada, unirsi agli altri, affrontare insieme con serietà e professionalità i problemi contingenti e che si pongono in prospettiva e solo in questo modo si possono comprendere le difficoltà e apprezzare l’impegno di coloro che si collocano in prima fila per dibattere i temi comuni. Il tutto non può essere affidato al caso e all’improvvisazione. Le proposte possono emergere ed essere opportunamente vagliate solo se sono dispiegate in un pubblico dibattito poiché non sempre ciò che si propone e si realizza resta delimitato entro le mura di una caserma. Occorre pensare che i militari fanno parte integrante della società e molti aspetti ad essa afferenti si riverberano inevitabilmente nella società civile come quando si dice che vanno limitati gli sbarchi clandestini, che occorre un maggiore impegno per la lotta alla criminalità organizzata e che occorre una petizione popolare per il riordino delle carriere e della 958 per concedere un diritto di progressione di carriera ai graduati. La stessa sindacalizzazione della rappresentanza militare deve percorrere una strada impervia prima che diventi realtà ed è necessario che la stessa politica se ne faccia carico. L’appello, quindi, è che si esca dal proprio guscio e si concorra a costruire un modello di vita militare che sappia rispondere alle attese della società in tutte le sue diverse componenti. Solo in tal modo il preannunciato raduno romano per il prossimo mese di giugno potrà dare la risposta che tutti noi ci attendiamo per una forte rappresentanza. Solo in questo modo la classe politica potrà avere la consapevolezza di una volontà ampia e responsabile. Solo in questo modo si può dare tono a quanti già da tempo si sono battuti e continuano a farlo per la causa comune come l’attuale presidente di “E’ l’Italia in Movimento” Girolamo Foti, del Vice Presidente Filippo Scicchitano, dell’Avvocato Leonardo Bitti, Segretario Amministrativo, di Davide Salma Coordinatore Nazionale, del Dottor Giovanni Menni, esponente siciliano dell’Associazione Idea Legalità, del giornalista Riccardo Alfonso direttore dell’agenzia stampa Fidest e del suo centro studi, di Marco Federici, e di altri ancora.
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Affittopoli: ai giornalisti del Messaggero
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
In questi giorni si leggono molti articoli vostri su case di enti pubblici svendute o con affitti ridicoli. E’ vero, anzi, verissimo, ma voi dovete essere testimoni e raccontare obiettivamente e minuziosamente l’universo (spesso drammatico!) che c’è intorno agli enti pubblici. Parliamo pure degli enti previdenziali privatizzati che hanno fatto investimenti tossici (Lehman ecc) e per “coprire i buchi” stanno aumentando gli affitti del 70, dell’80, del 90, del 100%… Di questo dovete parlare se siete bravi giornalisti. se non altro perchè questo fatto riguarda 30.000 famiglie romane, non decine di privilegiati come quelli che appaiono nei vostri articoli.Per applicare questi aumenti hollywoodiani è stato necessario ottenere il sostegno delle grandi sigle sindacali. Ad esempio, per l’ultimo rinnovo dei contratti di locazione della Fondazione ’Enpaia, che impone un 70% di aumento agli inquilini, hanno firmato il Sunia, l’Uniat, Il Sicet, La Federcasa, L’unione Inquilini. Ci domandiamo come possono i sindacati accettare aumenti iperbolici e vergognosi nei confronti di una classe media che non può pagare tra 1000 e 2000 Euro al mese? Gli inquilini delle case degli Enti privatizzati sono davanti a gravissima, fatale, colpevole superficialità:• da parte di Enti privatizzati gestiti pessimamente ma impuniti (i dirigenti, nonostante le perdite causati dagli investimenti tossici, stanno li, inchiodati alle poltrone)
• da parte di normative che non tutelano gli inquilini
• da parte di alcuni Sindacati senza scrupoli
• da parte dei Ministeri e Comuni che non vigilano e lasciano mani libere agli amministratori degli Enti privatizzati
• da parte dei politici che promettono soluzioni-miraggio come il housing sociale, che altro non è che la versione per il pubblico della prossima escalation alla cementificazione delle periferie. (Beti Piotto)
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Enti Pubblici: affittopoli
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
Lettera al direttore. In questi giorni la stampa parla molto di case vendute a poco, di affitti ridicoli. Perchè non si parla dell’altra faccia della medaglia? Affitti aumentati del 70-100% ai NON ricchi e NON potenti. Si aumenta ai poveri per poter fare favori ai ricchi? E le mille manifestazioni dei NON ricchi e NON potenti anche a Montecitorio? Perchè la stampa non riferisce? E’ argomento che non vende? Non è rilevante parlare di vero e proprio sfruttamento immobiliare da parte degli enti pubblici ed enti privatizzati? Perchè la stampa non da testimonianza di queste vergogne? Mi domando, è un mio dubbio, se c’è relazione tra la proprietà di un determinato giornale ed il tipo di notizie che si offrono a ripetizione. Sono ottimista: ci sono giornali e giornalisti indipendenti che racconteranno obiettivamente i fatti (Beti Piotto)
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I referendum in Italia
Posted by fidest press agency su domenica, 6 marzo 2011
In passato ebbero un successo che superò ogni attesa o pensiero contrario come è stato quello famoso sul divorzio. Poi vi è stato un declino dovuto soprattutto alla sfiducia degli italiani che questo strumento potesse modificare qualcosa nella storia politica e sociale del paese. Ora ci risiamo. I temi trattati dai due quesiti referendari sono di enorme importanza. Ciò, evidentemente, giustifica il tentativo del governo di sfruttare la “stanchezza e la sfiducia nelle istituzioni” degli italiani per farli andare per conto proprio e in un periodo che molti già pensano ad altro. Se fossimo consapevoli sino in fondo della posta in gioco in specie riguardo al “legittimo impedimento” e non a convincerci del solito ritornello “tanto non cambia nulla” ma a trasformarlo in una sorta di “referendum” contro il sistema di potere di una leadership che si beffa del popolo così detto “sovrano” per governare a proprio piacimento, allora questo referendum dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio plebiscito. Non sarà certamente così e lo sanno bene gli stessi organizzatori. Perché gli italiani sono stanchi e sfiduciati. Perché gli italiani si stanno chiudendo in se stessi e cercano solo di arrangiarsi. Perché la democrazia sta perdendo pezzi con la benedizione di chi dovrebbe sostenerla e ne ha gli strumenti. Perché abbiamo una opposizione incapace di essere unitaria e di saper governare. Perché non vogliamo un pensiero unico ma nemmeno un’armata brancaleone e siamo costretti alla fine a scegliere il meno peggio turandoci, come ci diceva il buon Montanelli, “il naso e votiamo”. Qualcuno più saputello degli altri direbbe: mala tempora currunt e ci metteremmo in pace con la coscienza. Pur sapendo che pace non è, sia per la piccola sia per la grande famiglia-stato, perché sappiamo bene che se i tempi sono cattivi anche noi ci abbiamo messo lo zampino volendo dimenticare che la politica non è l’estranea che pensiamo. Dobbiamo fare sempre e comunque i conti con essa. (Riccardo Alfonso http://www.fidest.it)
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