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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 107

L’Italia riconosca lo stato palestinese

Posted by fidest press agency su sabato, 17 settembre 2011

Di Agostino Spatar. Mentre ri-esplodono gli scandali delle frequentazioni notturne e diurne di Silvio Berlusconi, permettetemi di ricordare che il suo governo si è assunto la grave responsabilità di votare contro la richiesta, avanzata all’Onu da Abu Mazen, per il riconoscimento pieno dello Stato del popolo martire di Palestina entro i territori del 1967 assegnati dall’Onu del 1947 e confermati dalla risoluzione n. 242/1967 del CdS dell’Onu che chiedeva l’immediato ritiro dai territori palestinesi delle forze d’occupazione israeliane. Credo che il “no” detto da Berlusconi ai palestinesi sia molto più grave di quello che egli avrebbe ricevuto da Emanuela Arcuri.
Il governo non può rifiutare, in nome del popolo italiano, una richiesta legittima e dolorosamente motivata da 63 anni (sì, sessantatre anni, avete letto bene!) di spoliazioni di beni, espulsioni, diaspore, massacri, occupazioni militari, distruzioni di abitazioni, repressione, incarceramenti, sfruttamento della forza lavoro,miseria, privazioni di ogni sorta e persino tentativi di distruzione della identità culturale ed etnica. Esagerazioni? Faziosità? Per una verifica di tali affermazioni, rimando agli scritti di diversi pacifisti israeliani che le documentano. Per tutti cito “Sacred Landscape” opera di Meron Benvenisti, esponente israeliano della prima ora, a lungo amministratore di Gerusalemme, ampiamente richiamato da Riccardo Cristiano nel suo “La speranza svanita” (Editori Riuniti, 2002). In questo testo, scritto non da un arabo facinoroso, fazioso, ma da uno “dei più grandi figli d’Israele”, troverete quello che mai nessun giornalista e commentatore occidentale ha detto sui metodi adottati dagli israeliani per cacciare dai loro villaggi, dalle loro terre gli arabi palestinesi e privarli di ogni diritto. Dopo è venuto il “terrorismo” palestinese, che personalmente condanno, ossia la risposta disperata di alcuni gruppi al permanere dell’occupazione israeliana.
Per altro, non bisognerebbe dimenticare che il terrorismo in Palestina l’ hanno introdotto e, sanguinosamente sperimentato, le bande armate di Begin (che diventerà primo ministro d’Israele) ai danni degli arabi e delle forze di garanzia inglesi che esercitavano il mandato internazionale.
Da notare che tale iniquo trattamento è stato applicato soltanto ai danni dei palestinesi. Mentre, cioè, l’intero terzo mondo si liberava dal giogo coloniale, nascevano nuovi Stati (l’ultimo, il Sud Sudan, è nato un mese fa) e confederazioni di stati, soltanto il popolo palestinese è rimasto senza Stato. Perché? Che cosa ha fatto di male? In realtà, i palestinesi il male lo hanno subito, nell’indifferenza generale del mondo, hanno perfino rischiato di essere cancellati dalla faccia della terra, di perdere la loro dignità di popolo che solo grazie all’opera di Yasser Arafat e dell’Olp è stata salvaguardata e rilanciata come una “questione” primaria della politica internazionale.
Di fronte a questo diritto, non reggono gli speciosi argomenti per aggirarlo e tanto meno le minacce di taluni esponenti israeliani che dimenticano che Israele è uno Stato creato dall’Onu per un risarcimento da altri dovuto, che ovviamente ha diritto di esistere e di vivere in pace con i suoi vicini, ma non di occuparli. Quanto è difficile fare capire le ragioni dei deboli! Soprattutto, a certi esponenti politici ed analisti, che, spesso, sbagliano l’analisi come l’ultima sulla “primavera araba” che per cacciare il tiranno ha, forse, aperto la porta del dragone.
Perciò, spiace che gli Stati Uniti di Obama, invece di dare corso alle speranze che egli stesso aveva acceso anche riguardo alla questione palestinese, continuano a minacciare incomprensibili veti.
Se oggi una piccola, ibrida minoranza di deputati chiede al governo di votare “no”, ricordo che nel 1982 presentammo al governo una richiesta unitaria, sottoscritta dalla stragrande maggioranza dei deputati (450, fra i quali i tre segretari di Dc, Pci, Psi: Zaccagnini, Berlinguer e Craxi ossia i rappresentanti di circa il 90% dell’elettorato italiano), con la quale si chiedeva il riconoscimento dei diritti nazionali del popolo palestinese. La mozione sarà approvata dalla Camera, ma il governo, allora presieduto dal troppo filo atlantico Spadolini, non volle dare seguito alla decisione parlamentare. Non so se si possa fare un confronto fra la maggioranza parlamentare di allora e la minoranza attuale. So di sicuro che il no annunciato dal governo Berlusconi è il vero errore che bisognerebbe evitare. (Agostino Spataro – in sintesi)

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