Ricordo della liberazione di Predappio
Posted by fidest press agency su venerdì, 28 ottobre 2011
Era il 28 ottobre 1944 quando le truppe del Secondo corpo d’Armata polacco inquadrate nei ranghi dell’Ottava Armata Britannica prendevano ufficialmente possesso di Predappio, quei soldati che avevano risalito la penisola combattendo valorosamente da Montecassino ad Ancona fino a Bologna e che lasciarono ufficialmente Forlì il 15 novembre 1947. E non fu di certo un caso che la liberazione del paese natale di Mussolini sia stata fatta coincidere con l’anniversario della “marcia su Roma”del 28 ottobre 1922. Quel 28 ottobre acquistò un potente valore simbolico che venne esaltato dalla propaganda di guerra come segno del destino; anche se a Predappio si ricorda che di fatto la liberazione avvenne già alcuni giorni prima.Oggi, A 67 anni di distanza, ricordare questo anniversario non è soltanto rendere un doveroso tributo di riconoscenza alla memoria di tutti coloro che, con il loro sacrificio e, spesso, a costo della loro vita, hanno gettato le basi per quella convivenza civile, più umana e più giusta nelle quali le generazioni successive hanno avuto la fortuna di vivere. E’ anche il momento per ricordare che libertà, democrazia, pace, rispetto dell’uomo e tutela dei diritti umani, non sono qualcosa che, conquistato una volta, è acquisito per sempre; al contrario, sono valori che per essere conservati esigono una azione quotidiana, giorno dopo giorno, per procedere avanti sulla via del progresso, della tolleranza e della democrazia. Ma la questione non è chiusa. Come ha faticosamente fatto la Germania col suo passato, anche noi, a Predappio, dobbiamo riconoscere tutta la nostra storia, compresi i crimini compiuti dentro e fuori i confini nazionali. Smettendo di usare la Storia in modo strumentale – per motivi politici contingenti – ed allo stesso tempo rispondendo seriamente a tutti i tentativi di rimozione o giustificazione di un passato che non è possibile giustificare, ma che anzi è da ricordare, affinché non si ripeta.E ci indigniamo di fronte a quei nostalgici che si ostinano a rivendicare con orgoglio il proprio passato di fascisti, che ogni anno indicono il 28 ottobre una processione per le vie del paese per celebrare quel 28 ottobre 1922. A Predappio, i predappiesi, vogliono ricordare e commemorare il 28 ottobre, sì, ma il 28 ottobre del 1944. E ai giovani che, citando Bertold Brecht, sono “scampati a quei tempi bui”, a loro che non hanno, come me, conosciuto la tragedia del fascismo e della guerra, ma che hanno avuto la fortuna di conoscere, ascoltare, dialogare con i testimoni diretti di quei fatti, a loro, o meglio a noi, sta ora ricordare. Senza retorica, con onestà, senza se e senza ma, aperti ad ogni ricerca. Ricordare e trasmettere il ricordo alle generazioni che verranno. Affinché i morti per la libertà siano sì, ormai, sepolti, ma restino vivi ed attuali i valori che li motivarono ed il loro messaggio di dignità e democrazia.
(Chiara Venturi)
Rispondi