di Rosita Ferrato: “La liberté ! C’est la liberté de la presse et de l’information ! Et c’est la liberté de la parole! Avec le temps, l’information peut subir une pression. Et le droit obtenu peut subir des violations! Aujourd’hui, la liberté de l’information en Tunisie tient à un fil! Depuis 2011, nous avons acquis une liberté mais qui n’est pas garantie! En la protégeant, nous nous protégeons et nous protégeons ce Pays.”
Questo è il messaggio che è stato trasmesso per radio e diffuso dai media cartacei e audiovisivi in Tunisia. È il contenuto della campagna “La libertà di stampa è appesa a un filo”, lanciata dal primo e attiva fino al 15 di agosto, dal Syndicat national des journalistes tunisiens (Snjt) e da Reporter sans Frontières (RSF), un appello alle autorità perché tornino sulla loro decisione di ritirare il progetto di legge relativo al diritto di accesso all’informazione, un progetto di legge che è stato esaminato e dibattuto all’indomani della rivoluzione del gennaio 2011. Secondo la classifica di RSF, la Tunisia è al 126 esimo posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa e la ragione di tanta arretratezza è chiara anche dall’evidenziarsi di questa grave falla nel sistema giuridico.
La querelle che l’iniziativa sottolinea, infatti, è legata alle fonti: finora, l’Assemblea dei rappresentanti del popolo si è rifiutata di aggiungere la professione di giornalista come eccezione alla divulgazione di informazioni legate al terrorismo, eccezione prevista dall’articolo 35 del progetto di legge numero 22/2015. Se questo testo venisse promulgato così come è, sostiene giustamente RSF, costituirebbe una grave violazione del segreto delle fonti, una garanzia indispensabile per tutti i giornalisti d’inchiesta e non.
Per il presidente del sindacato dei giornalisti tunisino Néji Bghouri, sentito dal quotidiano locale La Presse, la domanda presentata dal ministro della giustizia al Parlamento per ritirare il progetto di legge relativo al diritto d’accesso all’informazione è «un colpo fatale portato al processo di transizione democratica» e «rappresenta in generale un grande scacco per la libertà dei media e di espressione in generale». Yasmine Kacha, che per RSF si occupa in particolare delle problematiche tunisine, sottolinea che la libertà di stampa è seriamente minacciata non solo dai tentativi del governo di istituire leggi che limitano la libertà di stampa: si registra, infatti, una recrudescenza delle aggressioni fisiche e verbali, risultano sparizioni mai chiarite di reporter (come Sofiene Chourabi e Nadhir Ktari, scomparsi dall’8 settembre 2014), si registrano accuse penali contro i giornalisti per le loro pubblicazioni.
A tutto questo si aggiunge, ora, il ritiro del progetto di legge sull’accesso all’informazione. «In questo contesto – dice la Kacha – la campagna intende sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto al pericolo che rappresenta la minaccia della libertà di stampa, che è un’arma capace di molto: persino di evitare un ritorno della dittatura.»
La questione della protezione delle fonti figurava tra le prime nella lista delle raccomandazioni proposte dalle organizzazioni nazionali e internazionali della società civile, rispetto al testo della legge contro il terrorismo e il riciclaggio di denaro votata in assemblea plenaria dal 22 luglio 2015. Le organizzazioni firmatarie di una lettera aperta all’Assemblea hanno domandato l’emendamento dell’articolo 35 del testo di legge, per l’appunto con l’aggiunta di un’eccezione per i professionisti dell’informazione e con la previsione della facoltà, per i giudici, di emettere un’ordinanza per il sollevamento della segretezza delle fonti in circostanze straordinarie.
Queste proposte eviterebbero ai giornalisti di correre il rischio di una condanna a multe e a pene molto pesanti per il solo fatto di avere effettuato un lavoro di investigazione su soggetti coinvolti nella sicurezza nazionale e nelle reti terroristiche. «La protezione dei giornalisti – dice ancora Yasmine Kacha – è fondamentale per far prevalere il diritto di informare e di essere informati. Senza, rischiamo una limitazione pericolosa nel campo della libertà di stampa.»
Archive for 10 agosto 2015
Libertà appese a un filo: il caso della Tunisia
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2015
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Spettacolo-concerto: La morte della bellezza di G. Patroni Griffi
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2015
L’11 agosto, a Valle/Sessa Cilento – Palazzo Coppola, il Festival Segreti d’Autore – Festival dell’Ambiente, delle Scienze e delle Arti diretto da Ruggero Cappuccio – si arricchisce di un nuovo importante evento: La morte della bellezza di G. Patroni Griffi, spettacolo-concerto di Nadia Baldi. In scena: Franca Abategiovanni, Nadia Baldi, Tonia Filomena, Antonella Ippolito e Marina Sorrenti. Cantante Roberta Rossi, batteria e composizione Andrea Bonioli, pianoforte Jacopo Carlini, chitarra Renato Salvetti, basso Matteo Carlini. La morte della bellezza di Giuseppe Patroni Griffi, è un romanzo classico e storico. E’ la vicenda di un amore omosessuale fra due giovani, sullo sfondo di una Napoli in piena guerra e sotto i bombardamenti aerei; amore sensuale e sentimentale, controverso e negato, che l’atmosfera crudele e incantata di una città fatale rende simbolico come le fiamme che la esaltano e distruggono. Emerge il conflitto fra l’educazione sentimentale e la celata omosessualità del sedicenne Eugenio che, insidiato dal giovane tedesco Lilandt, prima lo rifiuta e poi si getta impetuosamente in un legame amoroso.Cinque leggii sono l’unica scenografia, resi viventi da un accordo di morbide e graffianti voci che illuminano il palcoscenico. Qui il soggetto non è soltanto quello dichiarato in prima battuta Com’era bella Napoli quaranta anni fa, ma anche l’omosessualità, che lo scrittore-regista narra con cenni insoliti e coraggiosi, afferrati nella sua intrinseca e naturale inclinazione scenica dal riadattamento di Nadia Baldi. Nella Napoli del ‘43, sotto i bombardamenti incessanti, brucia la storia di due giovani la cui straordinaria bellezza ha come sfondo una città contraddistinta, quaranta anni fa, dallo splendore di Posillipo e del mare….meglio che i Caraibi.La mimesi linguistica, presentata con grazia ed ironia dalle cinque protagoniste, celebra la consacrazione, da parte di Eugenio e Lilandt, ai sensi del corpo, alla voluttà di un amore tormentato, negato ed in seguito bramato. Ebbe la sensazione che tutta quanta la sua vita, con la rapidità di una fisarmonica che si chiude, si concentrasse per arrivare a questo momento.La morte della bellezza, nel riadattamento, rispetta ed esalta lo “stile d’acqua” di Patroni Griffi che, associato alla capacità da parte delle interpreti nel trattare con una rara attitudine gestuale e vocale un argomento così delicato come la omosessualità, scorre fluente come acqua. La rielaborazione del testo evidenzia una grande abilità femminile a raffigurare con destrezza e maestria l’avvenenza e la riluttanza di un amore maschile. Una nota caratteristica si concentra sull’ironia di pezzi musicali che irrompono prepotentemente sulla scena, adeguandosi alla situazione ambientale concreta di una Napoli sempre sospesa tra farsa e realtà.Ad introdurre la serata sarà Elisabetta Nepitelli Alegiani.L’ingresso agli eventi è gratuito. (foto: nadia baldi)
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Concerto Alberto Arceri: Mille e… una nota
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2015
Trapani Martedì 11 agosto 2015, ore 19.00 Chiostro di San Domenico Concerto Alberto Arceri: Mille e… una nota. “Solo a Parigi e non altrove. Viaggio letterario nei luoghi della Ville Lumiére con Luigi La Rosa”. Questo il titolo del quinto appuntamento della rassegna letteraria “Terrazza d’Autore. Voci, racconti, suggestioni al calar del sole”, curata da Stefania La Via e Ornella Fulco che, per l’occasione, si svolgerà martedì 11 agosto 2015, alle ore 19.00, nel magnifico scenario del chiostro di San Domenico a Trapani. L’appuntamento è inserito in Trapani Città Mediterranea della Musica, il maxi contenitore di eventi culturali e musicali organizzato dall’Ente Luglio Musicale Trapanese. Sarà lo scrittore Luigi La Rosa – che divide ormai da anni la sua vita tra l’Italia e la capitale francese – a condurre gli spettatori, nel corso di una chiacchierata insieme alla giornalista Ornella Fulco, nelle storie e nei luoghi di Parigi che hanno segnato o a cui è legata la vita di grandi artisti come Balzac, Hugo, Flaubert, Wilde, Picasso, Van Gogh, Hemingway, Piaf, Zola, Keruac, solo per citarne alcuni. Uomini e donne che dalle atmosfere della Ville Lumiére sono stati influenzati e che, a loro volta, ne hanno segnato – con le loro opere e le loro vite – la storia culturale. Un percorso nella topografia aneddotica che diventa anche un’immersione nella geografia sentimentale delle storie e delle leggende parigine. Un viaggio nel viaggio, quello di “Solo a Parigi e non altrove”, in una città che, come nessun’altra al mondo ha attratto a sé, in tutte le epoche, scrittori, intellettuali, musicisti, artisti e che è anche il titolo del libro nel quale La Rosa si muove in una Parigi contemporanea guidato dalla bussola dell’amore: quello per la vita, per l’arte, per la bellezza ma anche per due occhi sconosciuti incontrati casualmente che cambieranno, almeno per un tratto, il corso della vita del protagonista. Letture di Stefania La Via, ingresso gratuito.
A seguire, nella stessa location, alle ore 21.30, per la sezione Mille e… una nota, concerto di Alberto Arceri alla chitarra. Ingresso 5,00 euro. (foto luigi la rosa)
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Dov’è l’oro della Banca d’Italia?
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 agosto 2015
Nutro la motivata preoccupazione che c’è nell’aria uno scandalo che farà impallidire il Mose, Expo, mafia capitale, nonché tutte le altre forme di latrocinio che hanno “rallegrato” la cronaca nazionale. Uno scandalo che farà impallidire anche quello che travolse la Banca Romana nel 1893, quando la Banca Romana venne scoperta avere stampato moneta in quantità doppia di quanto ordinato dal governo, con lauti guadagni dei ladroni di allora. Adesso il fumus di uno scandalo emerge non tanto da fatti ben precisi, bensì da inadempienze senza alcuna giustificazione; ben sapendo quale risma di pubblici ladroni ha governato l’Italia in questi ultimi venti anni, sorge pesantemente il dubbio che ci sia l’aria di una scandalosa possibile appropriazione indebita, a meno che non vengano effettuati controlli, che, fin ora, sono stati latitanti. Si tratta di verificare l’esatto ammontare delle riserve auree che dovrebbero giacere nel caveau della Banca d’Italia. Un documento ufficiale della Banca d’Italia (http://www.bancaditalia.it/media/ approfondimenti/documenti/riserve-auree.pdf ) certifica che la riserva è costituita da 2.452 tonnellate. Alla fine del 2013 il valore complessivo delle riserve auree era di quasi 69 miliardi di euro a prezzi correnti (871,22 euro per oncia di oro fino). Nella sua dettagliata relazione la Banca d’Italia rivela che 1.194,40 tonnellate (pari a quasi la metà) sono stivate nei caveaux della sede di Palazzo Koch, in Via Nazionale a Roma.
La restante parte è immagazzinata presso i depositi della Federal Reserve di New York. La relazione aggiunge che, in parti più modeste, l’oro italiano è conservato presso la Banca d’Inghilterra a Londra e presso la Banca Nazionale Svizzera a Berna. Tornando al documento della Banca d’Italia: NON SONO SPECIFICATE le quantità esatte di oro depositato a New York, Londra e Berna. E arriva il paradosso, affermato sempre nel documento ufficiale della Banca d’Italia: infatti sostiene che revisori esterni controllano le riserve auree di Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia (ma chi controlla i controllori?), annualmente, in concomitanza con altre tipologie di carattere monetari e finanziario. Questi revisori esterni, però, non hanno la facoltà di esaminare le riserve auree fisiche italiane detenute presso paesi stranieri. Queste riserve sono “controllate” tramite reports (attestazioni) rilasciati in forma di documenti ufficiali, ogni anno, dalle Banche Centrali che detengono il nostro oro. In buona sostanza le nostre riserve auree all’estero non sarebbero oggetto di revisione contabile “fisica” da parte di propri rappresentanti designati, con ampio margine discrezionale di chi occupa il palazzo Chigi.
Nessuno si è mai preoccupato di controllare questi depositi, specialmente quelle estere, per i quali il potere del governo italiano diventa unico e assoluto; da qui la mia convinzione che all’orizzonte c’è la nera nube dello scandalo, madre di tutti gli scandali.
Cosa mi aspetto? Che venga effettuato un rigoroso controllo con riscontri e verifiche accertate. Cosa temo che accada? Un silenzio tombale coprirà ogni ipotesi scandalistica, mentre un silenzio omertoso soffocherà ogni legittimo diritto di sapere. (Rosario Amico Roxas)
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