Roma dal 25 al 30 ottobre dal martedì al sabato ore 20.30 domenica ore 17.00 al teatro Lo Spazio Via Locri, 42 (San Giovanni, una traversa di Via Sannio) Direzione artistica Francesco Verdinelli. In scena Le Marocchinate Di Simone Cristicchi e Ariele Vincenti Con Ariele Vincenti Regia Nicola Pistoia Costume Sandra Cardini Disegno luci Marco Laudando Aiuto regia Teodora Mammolitii.
Lo spettacolo “Le Marocchinate”, racconta i terribili giorni decisivi e successivi allo sfondamento da parte degli Alleati della linea di Montecassino, ultimo baluardo tedesco. Apparentemente la guerra è finita e l’Italia è libera, ma non per le popolazioni di gran parte del basso Lazio. E questa è l’altra faccia della Liberazione. “Aspettavamo ji salvatori… so’ arrivati ji diavoli” . Un’altra di quelle storie che se non sei di quelle parti non la conosci. Successa in una terra che se non hai parenti o amici, non ci vai. Siamo in un paese della Ciociaria e Angelino, pastore locale, ci racconta la semplice ma faticosa vita contadina della sua zona prima della guerra. Vita che viene sconvolta con l’arrivo delle truppe Marocchine, aggregate agli Alleati,ai quali viene affidato il compito di entrare nella rocciosa difesa tedesca. Ottemperano il loro compito,” le truppe di colore” come ricompensa ottengono il “diritto di preda” contro la popolazione civile. 50 Ore di carta bianca, 50 ore in cui fanno razzia di tutto quello che trovano: oro, case, vino,bestie, ma soprattutto donne. Sono migliaia le donne che verranno stuprate e uccise nella primavera del ’44, dai soldati marocchini. Tra queste c’è Silvina la moglie di Angelino, che diventerà anch’essa una “Marocchinata”.
Lo spettacolo ha lo scopo di rispolverare i gravi fatti della Ciociaria del ’44, per non dimenticare le migliaia di donne vittime di quelle violenze. Con l’obiettivo che le loro parole diventino le nostre parole, diventino la nostra storia.
Biglietto intero 12 euro, Biglietto ridotto 9 euro Tessera semestrale 3 euro (foto: le marocchinate)
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Teatro: Le Marocchinate
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Teatro: Finchè vita non ci separi
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Roma 2 – 20 novembre 2016 Teatro Cometa Via del Teatro Marcello, 4 Giorgia Trasselli e Enzo Casertano saranno i protagonisti – al Teatro della Cometa dal 2 al 20 novembre – di FINCHÉ VITA NON CI SEPARI – Ovvero W Gli Sposi di Gianni Clementi, regia Vanessa Gasbarri. In scena Federica Quaglieri, Luigi Pisani e Alessandro Salvatori.
Commedia dalla scoppiettante ironia e al contempo capace di fornire interessanti spunti di riflessione, quanto mai di attualità. Esiste ancora un modello univoco di “famiglia tradizionale”? Oppure affetto, sentimento e complicità non conoscono barriere? Scopriamolo assieme in uno spettacolo intenso, divertente e ricco di colpi di scena, con due protagonisti trascinanti come Giorgia Trasselli ed Enzo Casertano, accompagnati in scena dai giovani e talentuosi Federica Quaglieri, Luigi Pisani e Alessandro Salvatori.
Nell’inconsueta e “ruvida” commedia di Gianni Clementi sono le 4,30 di mattina. In casa Mezzanotte fervono i preparativi per le nozze dell’enigmatico ed intrigante Giuseppe (Luigi Pisani), figlio di Alba (Giorgia Trasselli) e Cosimo (Enzo Casertano), maresciallo in pensione dell’Arma. Appena rientrato da una missione in Afghanistan, Giuseppe, paracadutista dei carabinieri, è atteso all’altare dalla futura sposa, figlia del signor Spampinato proprietario del ristorante “La Scamorza”. Alba, con la sua tagliente comicità, pur nell’imminenza della cerimonia, non riesce a rassegnarsi all’idea di imparentarsi con quella che lei definisce una famiglia di “sguatteri” e non perde occasione per ricordarlo ad un esausto Cosimo che con esilarante arrendevolezza continua ad amarla dopo 35 anni di bonari ed inoffensivi litigi. L’arrivo di Miriam (Federica Quaglieri) hair stylist e make up artist, come ama definirsi, porta in casa Mezzanotte una ventata di effervescente e scoppiettante simpatia. L’ora fatidica si avvicina, la Chiesa è addobbata, il ristorante la Scamorza attende 120 invitati e casa Mezzanotte si trasforma in un’intricata situazione di equivoci e comicità. Tutto pronto. Tutto perfetto. Tutto… quando, come nei migliori giochi teatrali, qualcuno bussa alla porta… È Mattia (Alessandro Salvatori) che con la sua esuberante personalità… Il tutto diretto con leggerezza e determinazione da Vanessa Gasbarri. Due atti – Durata: 80 minuti
Orario prenotazioni e vendita biglietti: dal martedì al sabato, ore 10:00 -19:00 (lunedì riposto), domenica 14:30 – 17:00
Orari spettacolo : dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro. (foto: trasselli-casertano)
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Spettacolo “Il sangue matto”
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Milano Dall’8 al 20 novembre sarà in scena, in prima nazionale al Teatro Out/Off di Milano,via Mac Mahon 16 lo spettacolo “Il sangue matto”, tratto dall’omonimo libro di Lucrezia Lerro con Franca Abategiovanni, Angelica Cacciapaglia, Antonella Ippolito, Francesca Morgante, Rossella Pugliese, Marina Sorrenti, aiuto regia Iole Salvato idea e adattamento Lucrezia Lerro musiche Roberto Cacciapaglia progetto luci, scene e costumi Nadia Baldi regia Nadia Baldi produzione Teatro Segreto“Il sangue matto”, di cui la stessa Lerro ha curato l’adattamento teatrale, è un’analisi dolorosa, ironica e profonda degli sconvolgimenti che ogni mese attendono ogni donna, dalla pubertà fino alla menopausa. “Dove sono finiti i giorni spensierati?” si chiede una delle protagoniste dello spettacolo. L’attesa delle mestruazioni amplifica le paure trasformandole in ossessioni, l’inquietudine incarna una mancanza: di un lavoro stabile, dell’amore vero, di un figlio, di una famiglia. Un argomento delicato, spesso censurato, ma che tocca la vita di tutti, uomini compresi. Un tema difficile da affrontare, ma necessario perché, come afferma una delle “voci” dello spettacolo, “l’unica strategia per sopravvivere e combattere la sindrome premestruale sia parlarne, prima di tutto con se stesse e poi con le altre donne”. La seconda arma a disposizione nella lotta agli estrogeni è l’autoironia, che “scioglie i nodi più stretti”. Ed è proprio con l’ironia e con il sorriso che le sei attrici protagoniste dello spettacolo ci accompagnano, con sensibilità e leggerezza, nelle vite di tante donne molto diverse tra loro.
Scrive Nadia Baldi: “Il sangue matto è l’ossessione per ogni pensiero distruttivo che mi assale nei giorni che anticipano il mestruo. È la mia paura di perdere il controllo, all’improvviso, sugli incontri buoni e cattivi della vita. Di sragionare di punto in bianco in casa, sul lavoro o per strada”. Il sangue matto è questo e molto altro…
Le voci di tante donne diverse per età, provenienza, sogni e desideri lo raccontano rivelandoci che il solo rimedio al sangue matto è l’amore. “Il sangue matto” porta alla ribalta la voce sommersa delle donne. È un’impronunciabile verità che finalmente trova una via poetica per rivelarsi. “Il sangue matto” nel riadattamento registico, rispetta ed esalta lo “stile d’acqua” di Lucrezia Lerro che, associato alla capacità da parte delle interpreti nel trattare, con una rara attitudine gestuale e vocale, un argomento così delicato come la sindrome mestruale, scorre fluente come acqua. Lo spettacolo attraversa diversi momenti autoironici evidenziando il tratto grottesco di situazioni apparentemente complesse. La rielaborazione registica vuole evidenziare un percorso psicologico tormentato, concentrandosi sull’ironia di pezzi musicali e sulle immagini che irrompono prepotentemente sulla scena.”
Lucrezia Lerro è scrittrice e poetessa. Ha esordito nel 2005 con il romanzo Certi giorni sono felice (selezione Premio Strega), seguito da Il rimedio perfetto, La più bella del mondo (Premio Grinzane Cavour, 2008), La bambina che disegnava cuori e Sul fondo del mare c’è una vita leggera (tutti editi da Bompiani), seguono per Mondadori La confraternita delle puttane e Il sangue Matto. Le sue poesie sono state pubblicate sulle riviste Poesia, Palomar, Nuovi Argomenti, Nuovissima poesia italiana e L’Almanacco dello specchio e nelle raccolte L’amore dei nuotatori e Il corollario della felicità. Il suo ultimo romanzo è Il contagio dell’amore – Etty Hillesum e Julius Spier (San Paolo Editore, 2016).In occasione dello spettacolo si svolgeranno incontri con scrittori, poeti e psicoanalisti. (foto: sangue matto)
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Angelo Branduardi in concerto a Cagli
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Cagli (Pesaro) Venerdì 28 ottobre 2016 ore 21.00. Il Teatro di Cagli sempre più casa della grande musica italiana. Questa volta è stato scelto da Angelo Branduardi e dal suo gruppo, che al Teatro Comunale prepareranno il nuovo tour tedesco del cantautore, dal titolo “The Hits” che toccherà le principali città della Germania.
Quella di Branduardi, che aveva già lavorato a Cagli nel 2000, è la quarta residenza di musicisti nel 2016, dopo Stefano Bollani, Tiromancino e Cristiano De Andrè. Angelo Branduardi, lombardo di origini ma genovese d’adozione, il “violinista che per combinazione ha scritto anche parole e musica” come preferisce definirsi lui stesso, torna ancora una volta in Germania dove ha riscosso grandi successi sia come vendite di dischi che come presenze ai concerti, sempre affollatissimi. Tutto il lavoro di preparazione dei concerti tedeschi verrà svolto al Teatro Comunale di Cagli, nelle Marche, dove il musicista e il suo gruppo saranno ospiti per una settimana di intenso lavoro. Al termine, venerdì 28 ottobre, il nuovo spettacolo sarà presentato al pubblico con un concerto-anteprima in esclusiva.
Il nuovo concerto sarà una sorta di viaggio nell’universo musicale e creativo di Angelo Branduardi. Quarant’anni di musica che hanno arricchito il patrimonio della canzone italiana attingendo dal repertorio delle leggende popolari, soprattutto francesi, ma anche tedesche, inglesi, irlandesi, ebraiche. La storia dell’Artista ha avuto inizio sulle note della celebre “Alla fiera dell’Est”, approdando poi alle ballate medievali e ai testi aulici, trovando nuove forme di commistione tra poesia e musica. Da sempre appassionato conoscitore e studioso della musica Antica, ha realizzato il progetto Futuro Antico, un originale viaggio attraverso pagine sacre e profane del Medioevo e del primo Rinascimento.
Le sue canzoni affondano a piene mani nella spiritualità, elemento fondamentale nella musica, che nelle parole di Branduardi “è iltentativo di guardare al di là della porta chiusa, di scorgere ciò che non c’è ma che si vorrebbe che ci fosse”. Il filo rosso del concerto è la passione, l’amore universale, declinato in forme e modi diversi: il messaggio di Angelo Branduardi dopo quarant’anni è incredibilmente moderno e attuale.In scaletta tutti i brani più amati del repertorio di Branduardi fra i quali: Si può fare, La serie dei numeri, Ballo in fa diesis, Il dono del cervo, La luna, Alla fiera dell’Est, La pulce d’acqua, Cogli la prima mela e tanti altri.
Biglietti: Platea e Palchi 25,00 € – Loggione 20,00 € – Vendita online su http://www.liveticket.it (foto: branduardi)
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Costi politica
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
«Renzi ha detto che vuole legare l’indennità dei parlamentari alla loro presenza in Aula. Renzi arriva tardi perché Fratelli d’Italia ha presentato ben tre anni fa una proposta, che è stata anche accolta sulla carta dalla Camera dei deputati, per legare l’indennità dei parlamentari all’andamento dell’economia italiana. A me piacerebbe che l’indennità crescesse quando diminuisce la disoccupazione e diminuisse quando aumenta la disoccupazione. Il principio è lo stesso che vale nelle aziende: se le cose vanno bene c’è un utile da distribuire, mentre se vanno male non c’è. La proposta di FdI è stata approvata a Montecitorio ma non è ancora stata applicata. Per questo dico a Renzi: visto che è lui ad avere la maggioranza in Parlamento, prenda questa proposta e la applichi». Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, intervenendo alla trasmissione “L’Arena” su Rai 1.
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L’agenda di Roma Tre da lunedì 24 a domenica 30 ottobre
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Roma Lunedì 24 Ottobre 2016, ore 10:15 Dipartimento di Scienze Politiche, Aula 2A Via Gabriello Chiabrera, 199 Gli ebrei nelle colonie italiane durante la seconda guerra mondiale. Il workshop si inserisce nell’ambito del progetto REMSHOA sulla condizione degli ebrei nei territori occupati dalle truppe italiane durante la seconda guerra mondiale. Si tratta di un progetto europeo finanziato da Europe for Citizens e guidato dalla Luiss “G. Carli”, che vede la partecipazione di istituti, università e studiosi di vari stati europei. Questo è il secondo workshop e segue quello sui territori della ex-Jugoslavia. Il nostro Ateneo è capofila della sezione dedicata agli ebrei in Africa, che vissero una condizione particolare legata sia al razzismo antisemita sia a quello coloniale.
Roma Lunedì 24 Ottobre 2016, ore 15:00 Dipartimeno di Scienze, Aula C Via della Vasca Navale 82 – Roma, Italy Seminario della sezione di Nanoscienze. Riprende il ciclo di seminari mensili della sezione di Nanoscienze del Dipartimento di Scienze. Il primo seminario per l’A.A 2016-2017 è previsto lunedì 24 ottobre alle ore 15. Il Prof. Giancarlo Della Ventura presenterà un intervento dal titolo: “Micro to nanomaterials in the environment”.
Roma Martedì 25 Ottobre 2016, ore 9:00 / 27 Ottobre 2016 Nuova Fiera di Roma Via Portuense 1645 -Tre al Salone dello studente 2016
Roma Il 25, 26, 27 ottobre 2016 dalle ore 9 alle ore 14 l’Università degli studi Roma Tre parteciperà al Salone dello Studente Campus Orienta organizzato da Class Editori alla Nuova Fiera di Roma. L’Ufficio orientamento sarà presente allo stand per distribuire il materiale informativo e i nuovi gadget; il Gruppo di Lavoro per l’Orientamento di Ateneo (GLOA) ha organizzato delle conferenze per presentare l’offerta formativa; i Dipartimenti di Matematica e Fisica e di Scienze di Roma Tre, insieme alle altre Università pubbliche di Roma, attiveranno seminari e laboratori per promuovere lo studio delle scienze nello spazio “Roma 1,2,3… Scienze!”.
Roma Martedì 25 Ottobre 2016, ore 14:00 Dipartimento di Ingegneria, Aula DS3A via della Vasca Navale 79-81 Fluvial geomorphology in the lab.Il Dr. Mario Franca, dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (Svizzera) terrà un seminario dal titolo “Fluvial geomorphology in the lab”. Abstract. Just like a river, this is what we expect when constructing our models in the laboratory. Reducing a prototype to a scale compatible with the detailed measurements of physical processes, which are reproduced under controlled conditions in the laboratory, is the main purpose of our experiments. However, the complete similitude between two physical systems constructed at different scales is impossible. The experimenter needs to know how to make the best compromise between representation of reality and his objectives. The process of modelling and associate errors will be introduced in this lecture and well as the concepts of dimensional analysis, leading to an adequate normalization. This is the basis to establish reliable and general relationships between the laboratory results and the river. Similitude, always partial, is possible if we investigate carefully the intervening processes in the phenomena under analysis. The establishment of adequate similitudes able to provide valid and general results to be transported to the reality, and mainly related to open-channel flows and sediment transport, will be discussed.
Roma Martedì 25 Ottobre 2016, ore 14:30 Dipartimento di Matematica e Fisica, Aula 311 Largo San Leonardo Murialdo,1 Seminario di Fisica Matematica Speaker: Dr. Maurizio Fagotti (ENS Paris) Titolo: Transport in
out-of-equilibrium spin chains: exact profiles of charges and currents. I consider the non-equilibrium time evolution after quantum quenches with simple inhomogeneities. Specifically, I discuss two situations: the time evolution of a piecewise homogeneous state under a translationally invariant Hamiltonian, and the time evolution of a homogeneous state under a Hamiltonian with a localised defect. I present some recent results on the corresponding late-time dynamics, and point out the similarities between the two situations. Finally, I show that, in the presence of a defect, the late-time expectation values of the local observables are not correctly described by a diagonal ensemble.
Roma Mercoledì 26 Ottobre 2016, ore 10:00 Aula Magna del Rettorato Via Ostiense, 159 L’accesso aperto alla letteratura scientifica in Italia. Bilanci e prospettive. Il convegno, organizzato dal gruppo Open Access della CRUI e dall’Università degli Studi Roma Tre, è volto a fare il punto, a due anni dalla sottoscrizione da parte di 71 atenei italiani della dichiarazione “Open Access Road Map 2014-2018”, delle diverse iniziative italiane in materia di accesso aperto e a collocarle nell’ambito degli sviluppi della scienza aperta in Europa. Secondo le maggiori istituzioni europee e autorevoli rappresentanti della comunità scientifica la libera diffusione in rete dei risultati della ricerca, senza le restrizioni previste dalle licenze tradizionali, favorisce l’ampia crescita della conoscenza e della società nel suo complesso.
Roma Mercoledì 26 Ottobre 2016, ore 16:00 Dipartimento di Matematica e Fisica, Aula F Largo San Leonardo Murialdo,1 Seminario ‘I Tè di matematica’. Speaker: Paolo Pistone, Università di Roma TreDall’antinomia di Russell al polimorfismo: circoli viziosi nelle dimostrazioni e nei programmi. Nel 1902, l’antinomia di Russell scuoteva le fondamenta dell’edificio matematico evidenziandone una basilare circolarità: un linguaggio astratto e uniforme che possa esprimere ogni definizione matematica richiede il ricorso a proposizioni che parlano di ogni proposizione (incluse esse stesse) così come a insiemi definiti a partire da ogni insieme (inclusi essi stessi). La terapia proposta da Russell fu quella di impedire la formazione di tali “circoli viziosi” attraverso l’introduzione dei cosiddetti tipi, riducendo drasticamente il potere espressivo dei linguaggi matematici. Lungi dall’essere stati eradicati dalla logica, questi “circoli viziosi” compaiono oggi tanto nella pratica matematica quanto nelle istruzioni di molti linguaggi di programmazione. La teoria del polimorfismo, alla base di tali linguaggi, introduce la circolarità persino nella stessa teoria dei tipi, permettendo la costruzione di tipi definiti a partire da tutti i tipi. Da problema squisitamente logico-filosofico, quella dei “circoli viziosi” è divenuta insomma una questione matematica largamente studiata e applicata nel design di strumenti di programmazione sempre più astratti e uniformi così come nella loro interpretazione matematica, attraverso risultati e soluzioni che contrastano con l’aperta sfiducia del filosofo e matematico inglese.
Roma Giovedì 27 Ottobre 2016, ore 9:30 Dipartimento di Ingegneria, Aula DS3A via della Vasca Navale 79-81 – Roma.Il Dr. Mario Franca, dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne (Svizzera) terrà un seminario dal titolo ” Upscaling approaches to turbulent environmental flows”.Environmental flows (air and water, biofluids, hydrocarbons, etc.) are susceptible to transport diluted or undiluted species, and are subject to interactions with geological, biological, social and engineering systems. These flows contain complex processes and multiple scales which cannot be solved simultaneously in a complete modelling approach. Compromises are needed and often small-scale processes have to be lumped in large-scale models. We average to simplify our lives. We do not need to know all the details of the physical processes to solve our models and provide applied answers. Upscaling consists on averaging with integration of small-scale effects into the large-scale picture. Upscaling basic equations at the adequate scale proves to be useful and practical when analysing several environmental flows, however a trade-off exists which is the inclusion of extra terms in the equation, accounting for the smaller scales. These need modelling approaches. Basic equations applied to environmental flows will be introduced followed by the motivation to perform upscaling. Reynolds-, spatial- and double-averaging applied to transport equations will be given. Research examples and future research will be provided.
Roma Giovedì 27 Ottobre 2016, ore 14:30 Dipartimento di Matematica e Fisica, Aula 211 Largo San L. Murialdo,1 Seminario di Geometria Alexandru Dimca (Université de Nice) The wonderful world of free curves I will discuss first several equivalent definitions for a free curve in the complex projective plane. Then, by relaxing some of them, I’ll introduce the notion of a nearly free curve. Finally I’ll discuss the conjecture saying that a rational cuspidal plane curve is either free or nearly free.
Roma Giovedì 27 Ottobre 2016, ore 15:30 / 29 Ottobre 2016 Dipartimento di Giurisprudenza, Sala del Consiglio (1° piano) Via Ostiense 159. Convegno internazionale Aristec: ‘Ingiusto arricchimento, condictio e in integrum restitutio. Convegno in memoria di Berthold Kupisch’
Roma Il 27, 28 e 29 ottobre 2016, nella Sala del Consiglio del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi “Roma Tre, si terrà il convegno internazionale Aristec dal titolo ”Ingiusto arricchimento, condictio e in integrum restitutio”. Il convegno, in memoria del Prof. Berthold Kupisch, è organizzato dal Centro di Eccellenza in Diritto Europeo “Giovanni Pugliese” in collaborazione con l’Associazione Internazionale per la Ricerca Storico-Giuridica e Comparatistica (Aristec).
Roma Venerdì 28 Ottobre 2016, ore 9:00 / 29 Ottobre 2016 Dipartimento di Scienze della Formazione, Aula 21 Via Manin 53 Seminario a cura di Liz Ellis (Policy Advisor Communities and Diversity per lo State Heritage Fund – UK)La dott.ssa Liz Ellis (Policy Advisor Communities and Diversity per lo State Heritage Fund – UK) sarà presente a Roma per tenere un seminario dal titolo “SOCIAL JUSTICE IN RELATION TO MODERN AND CONTEMPORARY ART WORKS” all’interno delle lezioni del Master Internazionale di II livello Standards for Museum Education (Direttore: Prof.ssa Antonella Poce).
Roma Venerdì 28 Ottobre 2016, ore 11:30 Dipartimento di Matematica e Fisica, Aula 311 Largo San Leonardo Murialdo,1 Seminario di Logica. Speaker: Giulio Guerrieri, Universita’ Roma Tre e Aix-Marseille Université Il !-calcolo: una variante del lambda-calcolo che generalizza la chiamata per nome e la chiamata per valore Introdurremo e studieremo il !-calcolo, un calcolo funzionale non tipato in cui l’operatore di promozione della Logica Lineare fa esplicitamente parte della sintassi e l’applicazione è bilineare. Questo calcolo, che può essere visto come una versione non tipata del calcolo Call-By-Push-Value di Paul Levy, sussume sia il lambda-calcolo per nome sia il lambda-calcolo per nome, in quanto consente (e internalizza) una fattorizzazione delle due traduzioni di Girard della logica intuizionista nella Logica Lineare. Costruiremo un modello denotazionale del !-calcolo basato sulla interpretazione relazionale della Logica Lineare e dimostreremo un teorema di correttezza per tale modello ricorrendo a una versione con risorse del !-calcolo basato sulla Logica Lineare Differenziale.
Roma Venerdì 28 Ottobre 2016, ore 11:30 Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere – Sala Ignazio Ambrogio Via del Valco di San Paolo, 19 Europa e Migrazioni:realtà, percezioni e prospettive.Corso di Master in Peace Studies a.a.2015-2016. Saluti del Prof. Luca Pietromarchi, Direttore del Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture StraniereSaluti del Prof. Alfredo Breccia, Presidente onorario del Master in Peace Studies Introduzione del Prof. Luca Ratti, Direttore del Master in Peace Studies Conferenza dell’Avv. Federico Soda, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento per il Mediterraneo Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Roma Venerdì 28 Ottobre 2016, ore 16:30 Chiesa di Santa Brigida (piazza Farnese) Giubileo al femminile. In occasione del Giubileo che volge al termine , l’Osservatorio Interuniversitario Studi di Genere, cui partecipa Roma Tre, ha previsto 3 incontri in collaborazione con Amazing Rome incentrati sulla vita di alcune sante nei luoghi in cui hanno vissuto ed operato e nelle chiese ad esse intitolate. Per gli studenti, i docenti e il personale di Roma Tre è prevista visita gratuita alle prime trenta persone che s’iscriveranno all’indirizzo indicato. Chi non rientra tra questi fortunati e partecipa ai tre incontri paga solo una volta l’iscrizione. I 3 tour in programma: sabato 1 ottobre – S. Prisca, S. Sabina ed il Circolo dell’Aventino venerdì 28 ottobre – S. Brigida, S. Caterina di Svezia e l‘Ordine del Santissimo Salvatore sabato 19 novembre – S. Caterina da Siena e l’Ordine domenicano.
Roma Sabato 29 ottobre 2016, dalle 10 alle 13, nella Sala del Consiglio, Dipartimento di Studi Umanistici sarà presentata la nuova edizione del Master Esperto in Comunicazione Storica: televisione e multimedialità.In occasione dell’Open Day sarà possibile:
Conoscere gli obiettivi del Master
Conoscere l’offerta formativa del Master
Incontrare i docenti e i corsisti dell’ultima edizione
Roma Fino al 30 Ottobre 2016 Palazzo Barberini Via delle Quattro Fontane 13 Mostra. L’Arma per l’arte e la legalità. La mostra presenta opere d’arte e di artigianato, recuperate singolarmente e nel corso di più complesse operazioni, in Italia e all’estero dal Comando Carabinieri TPC. L’azione di recupero non solo restituisce ai legittimi contesti di appartenenza gli oggetti che testimoniano le nostre storie – collettive e individuali – ma li pone in una nuova luce. Inoltre il progresso di conoscenza sul patrimonio culturale è parte integrante di molte indagini e momento di sviluppo, negli studi specialistici, proprio in seguito ad operazioni di recupero. L’attività del Comando Carabinieri TPC è il fulcro narrativo e lo spettatore è coinvolto non solo nell’ammirazione dei beni esposti, ma anche nella riflessione sul danno collettivo – enorme – che riceviamo quando i beni culturali vengono colpiti da traffici illeciti. L’azione di contrasto è necessaria verso varie manifestazioni della criminalità: dal furto, alla ricettazione, alla contraffazione e falsificazione, fino ad arrivare all’impegno nella protezione dei beni culturali in zone di guerra. L’importanza di questa iniziativa consiste anche nel contributo che darà alla consapevolezza collettiva riguardo l’importanza di proteggere i beni culturali e proprio per estendere il più possibile l’informazione al pubblico sono stati curati apparati didattici e di approfondimento, arricchiti da illustrazioni inedite, progettati in funzione della mostra. Per raggiungere nel pieno l’obiettivo è importante, infatti, affiancare l’azione di contrasto con la diffusione della cultura, nel suo senso più ampio, e – nello specifico – della cultura della legalità nel campo dei beni culturali: questa, in particolare, garantisce il diritto di tutti noi a godere della conoscenza e della bellezza che abbiamo ereditato da tanti secoli di storia e che continua ad essere prodotta nei nostri giorni.
Roma Fino al 5 Novembre 2016 Sala della Biblioteca di Scienze della Formazione Via Milazzo 11a Mostra ‘Vittime dell’immigrazione’ Esposizione di libri e bibliografia in occasione della prima Giornata nazionale in memoria del naufragio nel 2013 al largo di Lampedusa nel quale morirono 366 migranti. L’Italia ha riconosciuto con la legge n. 45. 21 marzo 2016, il giorno 3 ottobre Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, per ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”. In occasione della Giornata nazionale, sono organizzati su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all’integrazione e all’accoglienza.
Roma Lunedì fino al 5 Novembre 2016 Sala della Biblioteca di Scienze della Formazione Via Milazzo 11a – Roma, Italy L’iniziativa, della Biblioteca di Scienze della Formazione e del Museo storico della didattica, accolta nel sito ufficiale “World Teachers’ Day 2016”, è organizzata in occasione della giornata mondiale Unesco degli insegnanti. Il tema di quest’anno è: Valorizzare gli insegnanti, migliorare il loro status. La mostra vuole ricordare il libro “Cuore” nella ricorrenza della nascita di Edmondo De Amicis, libro diffuso in tutto il mondo che per primo ha contribuito a sensibilizzare su virtù in senso civico come la solidarietà, la fratellanza universale, la tolleranza, il rispetto e l’amore per l’altro, il Maestro Albino Bernardini, deceduto lo scorso anno, un libro del quale, Un anno a Pietralata, ha avuto una trasposizione cinematografica con il film Diario di un maestro, di Vittorio De Seta, e tutti gli altri insegnanti che hanno pubblicato le loro esperienze sotto forma di diario, di romanzo, di analisi pedagogica. Alcuni sono famosi come Lorenzo Milani, Giuseppina Pizzigoni, Mario Lodi, Daniel Pennac, Domenico Starnone… Tanti altri che hanno lavorato in contesti e periodi difficili (le due Guerre Mondiali, contestazioni studentesche, terrorismo, crisi sociale, povertà, immigrazione) hanno scritto senza troppo clamore, descrivendo però il disagio e l’arretratezza provocati in Italia anche dal rinnovarsi di crisi politiche, riforme e tagli all’istruzione, quasi una forma di involuzione suicida di un intero paese, nonostante osservatori come l’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, registrino e rendano pubblici, risultati italiani che rimangono sotto la media europea o dei paesi industrializzati.
Roma Lunedì 24 Ottobre 2016, ore 9:00 / 25 Ottobre 2016 Università degli Urali Ekaterinburg, Russian Federation. Il prof. Paolo Alvazzi del Frate presenterà al seminario una relazione sul tema “Natural Law and Secularism in XVIII Century Europe” all’Università degli Urali – Ekaterinburg (Russia). Con l’Università federale degli Urali il nostro Ateneo ha stabilito un accordo di collaborazione scientifica e didattica.
Belgrado, Serbia Lunedì 24 Ottobre 2016, ore 9:00 / 29 Ottobre 2016 Fakultet političkih nauka Jove Ilica 165. Nell’ambito del programma di mobilità Erasmus Plus, il dott. Antonio D’Alessandri (Dipartimento di Scienze Politiche) svolgerà un soggiorno di una settimana (24-29 novembre) presso l’Università di Belgrado dove terrà un ciclo di lezioni all’interno del corso The History of Serbian Foreign Policy presso la Facoltà di Scienze Politiche.
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Cattedrale di Vienna: Spot su famiglia gay
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Il numero 2 di Pfarrblatt il bollettino parrocchiale della cattedrale di Santo Stefano, a Vienna, datato “Autunno 2016” ospita un articolo intitolato: “We are family”, “Noi siamo famiglia”, sotto la foto di due uomini in tenuta tirolese e del loro figlio adottivo, un ragazzino di colore anch’egli in tenuta tirolese.L’articolo è firmato da Georg Urbanitsch, ex anchor man di un noto canale televisivo, unito civilmente dal 2012 con Bernd Schlachter proprietario di un ristorante a Vienna. Sono loro i due uomini della foto. Nel 2014 hanno adottato un bambino sudafricano, e vorrebbero adottare un’altra bimba, sudafricana, di tre anni prossimamente. Così Urbanitsch descrive la sua situazione : “La famiglia Arcobaleno, Modern Family, la famiglia non convenzionale … ci sono molti titoli per il nostro bel nido di santuario. Ma non siamo così speciali, noi, vale a dire: papà Bernd, Papi Georg, e figlio Siya (…) Il nostro rituale della sera è sempre lo stesso. Leggiamo un libro, preghiamo, parliamo di ciò che è stato fatto di buono durante il giorno, e cantiamo la ninna nanna. Abbastanza spettacolare davvero”. Siya è stato battezzato nella cattedrale di Santo Stefano, dal parroco. E come sappiamo su questo punto – cioè sul consenso necessario dei genitori (non sappiamo se la madre di Siya sia ancora viva) e sulla sicurezza che gli verrà data un’educazione cattolica – la discussione è estremamente aperta, e difficile. E Lì la lasciamo. Ma ci sembra veramente singolare che l’organo ufficiale della cattedrale del cardinale Christoph Schönborn, il teologo elogiato dal Pontefice come il vero interprete dell’esortazione apostolica sulla famiglia, Amoris Laetitia, pubblichi uno spot sulle famiglie omosessuali come quella descritta da Urbanitsch. (fonte MARCOTOSATTI.COM)
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Il latte italiano è salvo grazie al MoVimento 5 Stelle
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
L’etichetta di origine dei prodotti sarà obbligatoria dal primo gennaio 2017 per latte, yogurt, formaggi e latticini. Una battaglia per difendere il Made-In e la qualità di ciò che mangiamo dopo le storture del PD sull’olio tunisino e sulle arance marocchine è stata portata a casa. Questa volta il Governo italiano, sotto pressione delle associazioni di categoria e con la spinta sempre crescente di cittadini informati che vogliono sapere ciò che mangiano, è stato costretto a dare il via libera alla nuova normativa. In Europa l’unica istituzione che poteva ancora opporsi, la Commissione europea, è stata silenziata dal lavoro costante e incessante del Movimento 5 Stelle. In materia di trasparenza alimentare e più in generale sull’agricoltura non abbiamo arretrato di un millimetro: l’esecutivo comunitario non voleva infatti che i consumatori sapessero e da anni si opponeva all’etichettatura obbligatoria per i prodotti. Il TTIP non ha fatto che aggravare una situazione che già sembrava compromessa.
È una svolta storica, ma c’è ancora molto da fare: salumi, succhi di frutta, pasta, concentrato di pomodoro e alcuni tipi di carne sono ancora di provenienza sconosciuta. Per colpa della disinformazione tre cartoni di latte su quattro venduti in Italia sono stranieri. Assurdo. Con questa mossa sono stati salvati, secondo stime della Coldiretti, almeno 100mila posti di lavoro. L’agricoltura italiana è comunque “sotto attacco”: è di qualche giorno fa la notizia dell’arrivo del prosciutto gonfiato che contiene più acqua e anche aromi chimici, sinora vietati, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani. E il comportamento della Commissione europea sul “caso latte” ha manifestato quali sono al momento i rapporti di forza vigenti. Per non parlare della nuova stangata in arrivo: un’invasione a dazio zero di oltre 1 milione di tonnellate di grano, granturco e orzo, 3.000 di miele, 5.000 di pomodori, 4.000 di avena dall’Ucraina.
L’Eurobarometro dice che l’84% dei consumatori vuole essere in grado di individuare l’origine del latte utilizzato per i prodotti lattiero caseari. Percentuali simili riguardano l’origine delle carni trattate. Secondo lo studio esterno da cui è partita l’opposizione della Commissione, queste informazioni aggiuntive avrebbero un costo aggiuntivo compreso tra meno dell’1% e il 5% nel caso del latte e tra meno dell’1% e il 7% nel caso del formaggio. Si tratta di cifre molto limitate. Eppure, lo studio della Commissione, partendo da questi dati, arriva alla conclusione che l’introduzione di un’indicazione obbligatoria è da sconsigliare. Si tratta di conclusioni frettolose e fuorvianti anche alla luce del fatto che si riconosce come i dati per i Paesi del Nord Europa siano stati ritoccati, proprio perché quest’ultimi temono di essere penalizzati. Su tutto, come sempre accade in questa Europa guidata dalle lobby, vince il commercio sfrenato sulla qualità della vita.
Al momento, l’origine dei prodotti in etichetta é obbligatoria per olio d’oliva, il manzo, la maggior parte di frutta e verdura, le uova e il miele. Ma è soltanto volontaria per molti alimenti, come i piatti pronti o le carni lavorate. Il primo aprile è entrato in vigore l’obbligo comunitario di indicare in etichetta il luogo di allevamento e macellazione delle carni suine, avicole e ovi-caprine. Per il Movimento 5 Stelle, in etichetta non deve esserci solo scritto dove è avvenuto il processo di produzione, ma anche dove è stata raccolta la materia prima, per dare al consumatore il maggior numero di informazioni per consentirgli di effettuare scelte consapevoli. (fonte. blog 5 stelle) (foto: latte italia)
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Scuola: Lezioni a singhiozzo
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
In ogni istituto mancano ancora tra i 4 e gli 8 supplenti annuali. Nelle grandi città non ci sono ancora le convocazioni: 50mila docenti precari in cattedra tra novembre e Natale. Gli Ambiti territoriali sono in questi giorni ancora alle prese con le rettifiche di utilizzazione, assegnazioni provvisorie e miglioramenti cattedre: a Roma, Napoli, Cagliari, Reggio Calabria, Milano e Torino non sono uscite neppure le convocazioni degli aspiranti alla nomina e le supplenze verranno affidate a novembre se non successivamente. Nel frattempo, non tutti i presidi hanno nominato il supplente sino all’avente diritto, soprattutto per coprire i vuoti sul sostegno, affidandosi in prevalenza agli insegnanti di “potenziamento”. Che dire, poi, della mancata collocazione nelle GaE dei docenti che hanno ottenuto un’ordinanza cautelare dai giudici? I dirigenti responsabili, a rischio di commissariamento, hanno introdotto una data off limits, oltre la quale hanno dato ordine ai propri uffici di non cambiare più l’assetto delle graduatorie.Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quei dirigenti Miur non si sono resi conto che stanno stoppando delle ordinanze cautelari emesse in tribunale, in particolare dal TAR del Lazio: presto, però, torneranno con i piedi per terra, perché all’ordinanza di un giudice non si può rispondere alzando le spalle. Non bastava, insomma, che i docenti precari ricorrenti si ritrovassero ad operare per un Miur che si ostina a non recepire la giurisprudenza del Consiglio di Stato. Vorrà dire che se la situazione non si sbloccasse nelle prossime ore, chiederemo pure pesanti condanne alle spese. La legge non è un’opinione: gli Ambiti territoriali la smettano di andare per conto loro e pensino a ricomporre le GaE in tempo reale, anche ogni ventiquattrore. La trascuratezza del Governo verso i precari è palpabile: si è appena certificato che un docente che ha svolto pochi giorni di supplenza all’inizio di questo mese, si vedrà riconoscere il pagamento solo alla fine del prossimo. Come farà, se privo di altri lavori o proventi, nei 50 e oltre giorni di attesa?
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Stati Uniti d’Europa. Ceta e Ue. C’è più di qualcosa che non funziona
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
E’ saltato il vertice Ue-Canada del prossimo 27 ottobre, per cui il trattato Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) al momento rimane in aria. E’ notorio che l’opposizione della regione belga della Vallonia ne ha impedito la ratifica. Vari i motivi e le interpretazioni, politiche ed economiche: alla Vallonia non tornano i numeri a saldo della liberalizzazione del mercato di alcuni prodotti tra lei e il Canada e -perche’ no-, visto che la Vallonia e’ a conduzione socialista e il governo centrale belga non lo e’, non e’ da escludere una ripicca politica o un metodo per alzare il prezzo in merito ad alcune rivendicazioni che abitualmente non vengono prese in considerazione se non si fa parte della medesima parte politica.
A leggere i resoconti semplici del trattato (per chi vuole ci sono da leggere 2344 pagine di un arido testo di interpretazione non semplice: http://eur-lex.europa.eu/legal-content/FR/TXT/?uri=COM:2016:444:FIN), dalla parte dei consumatori, non ci e’ sembrato un ostacolo alla crescita quantitativa e qualitativa degli scambi commerciali, anzi: un elenco di opportunita’ nel rispetto degli specifici standard senza, soprattutto, far venire meno alcune conquiste che caratterizzano il mercato europeo rispetto a quello canadese (sanitari essenzialmente). Dalla parte delle imprese, invece, quando si produce e si vuole esportare (e anche prodotti di una certa qualita’ e notorieta’, come e’ per quelli italiani ed europei in generale) e si hanno mercati col quasi totale abbattimento dei dazi, l’opposizione ci sembra incomprensibile, se non per coloro che -solo per prendere voti facendo riferimento all’irrazionale basso ventre- ragionano coi muri, col finto chilometro zero, con la lotta al diverso per il solo fatto che e’ oltre il proprio giardino (tutta roba finta, tra l’altro, su cui i sostenitori non fanno altro che far credere di non vedere: dalla cultura al cibo, dai servizi ai prodotti in generale). E qui entriamo nell’eterna diatriba/lotta tra coloro che sono convinti di fare gli interessi della collettiva a patire dal proprio potere (che spesso si appaga finendo per esaurirsi con la conquista in se’ dello stesso), e quelli che mettono la propria esperienza e disponibilita’ per la collettivita’ in se’: elementi che si confondo anche in questi contesti, da un parte e dall’altra, nonostante le frequenti e roboanti dichiarazioni e prese di posizione per il bene comune. Entriamo anche nella psicologia della comunicazione di massa? Lo lasciamo ad altri momenti. Qui ci “fermiamo” ad alcune considerazioni sul libero mercato e sulle istituzioni che dovrebbero favorirlo… con un paletto (altrimenti si sa dove si comincia, ma non si finisce mai): la democrazia.
Domanda: e’ democratico un sistema che per approvare una qualche norma ha bisogno del consenso totale di tutti gli attori, proprio come nel nostro caso del Ceta? La risposta e’ ovvia. Come e’ ovvia quando, per esempio, per l’ingresso di un nuovo membro nell’Ue (c’e’ la lista d’attesa abbastanza lunga da quando non c’e’ piu’ il “muro” di Berlino e di Srebrenica), vengono fatte le pulci alla democrazia dei pretendenti… per farlo entrare in un sistema che e’ la negazione della democrazia.
Siamo per questo spietati perche’ non vogliamo considerare -nella fattispecie- le ragioni della Vallonia (quindi di una minoranza 1-), oppure giochiamo all’ingrosso come fa qualunque Parlamento o consiglio democratico per approvare o meno una disposizione?
C’e’ qualcosa che non funziona nella nostra Unione. E questo e’ solo l’aspetto del giorno. Se pensiamo alle politiche di accoglienza dei migranti, inoltre, ci vengono anche i brividi… ma non facciamo il minestrone di cui sopra… C’e’ qualcuno che ha voglia di metterci mano o dobbiamo assistere alle Brexit di turno come se nulla fosse? che poi, tra gli attuali oppositori al Ceta ci sarebbero anche Romania e Bulgaria ma che, piuttosto che per i loro formaggi e i loro beni da importate ed esportare, sembra che facciano bizze per come vengono oggi trattati i loro cittadini per i visti col Canada: i minestroni non sono il forte dell’economia e della politica internazionale… ma questa e’ una nostra valutazione di realismo politico. (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)
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Il filo che collega Gelli a Renzi
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Di Aldo Giannuli. 43 anni fa il maestro venerabile della loggia P2 Licio Gelli ordinò che si scrivesse uno studio di riforma della Costituzione e delle istituzioni. Era lo schema R, che dopo verrà trasformato nel Piano di Rinascita Democratica. Per la verità lo schema R, molto meno conosciuto del piano di Rinascita Democratica, era molto più radicale e più esplicito e presenta singolari analogie con il piano di riforma costituzionale voluto da Renzi. Non sto dicendo che c’è una prosecuzione della P2 di cui Renzi farebbe parte, non è questo, io sto dicendo soltanto una cosa con questo libro: che c’è una cultura politica che ha messo radici in questo Paese, che avuto in Licio Gelli il suo promotore, e che poi ha continuato a farsi strada un po’ per volta conquistando anche settori di sinistra fino a imporsi. Prima con la riforma elettorale del 1993 che ha travolto il sistema proporzionale e con esso i partiti organizzati sul territorio, e dopo ha creato man mano nuovi partiti sotto forma di club riuniti intorno a una corte personale, come quella di Arcore o adesso quella del Giglio magico di Renzi. Per Renzi, come per Gelli, si vota non tanto per eleggere un Parlamento quanto per eleggere il governo, che è quasi un dittatore temporaneo che opera senza limiti. Forse Renzi, che è uomo più di azione che di pensiero, più d’istinto che di studio, non è consapevole di questa somiglianza fra il suo progetto è quello della P2. Restano però le incredibili similitudini e restano soprattutto tre elementi di forte analogia fra quello che è stato la P2 è l’attuale fenomeno del Giglio magico: in primo luogo una cultura politica con molti elementi di contatto; in secondo luogo la comune origine sociale e geografica dei due movimenti che si presentano come fenomeni toscani legati al giro delle piccole banche in conflitto
col grande capitale (vorrei ricordare che la banca dell’Etruria nacque su impulso proprio di Licio Gelli nel 1971); e in terzo luogo, un giro di amicizie anche non italiane, fra cui si annoverano molti amici israeliani, la destra repubblicana americana e in particolare Michael Ledeen, personalmente vicino alla P2 e oggi molto amico di uomini della giro stretto renziano.E sulla base di queste similitudini, io credo che si possa dire che c’è un filo che forse inconsapevolmente porta da Gelli a Renzi passando per Berlusconi. Quello che è comune al progetto di Gelli e al progetto di Renzi è una cultura politica di base che vede come centrale il governo, a scapito del Parlamento e del potere giudiziario. si immagina un governo che sia l’unico elemento decisore, con un Parlamento -e quindi di riflesso con una minoranza una opposizione ridotta ai margini- e con un potere giudiziario sempre più condizionato. Un potere privo di controlli o comunque con controlli assai ridotti, e a loro volta condizionabili.Si dice che la riforma di Renzi sia una riforma di tipo presidenziale: è vero solo fino a un certo punto. Perché gli Stati Uniti hanno un ordinamento presidenziale che sicuramente privilegia l’esecutivo rispetto al Parlamento, ma che ha molti contrappesi, ha molti meccanismi di limitazione del potere, che invece nella riforma renziana scoloriscono sempre di più. In secondo luogo, vorrei ricordare una cosa: io non credo che questa riforma sia il punto di arrivo, io credo che questa riforma sia semplicemente la premessa per la nuova riforma. L’azzeramento sostanziale del Senato, insieme ad altre norme, rende di fatto molto più facilmente aggirabile l’articolo 138 che è quello sulla revisione costituzionale, e nello stesso tempo serve a riscuotere attraverso il referendum un via libera per un’ulteriore revisione della Costituzione.Quello che sarà in pericolo, se dovesse vincere il sì, è tutta la prima parte della Costituzione della quale la banca americana JP Morgan ha chiesto esplicitamente il superamento, perché concede troppi diritti e troppe libertà ai governati. Per una volta la propaganda del sì non dice completamente una bugia quando dice “la riforma attendeva da 40 anni”, effettivamente attendeva da 40 anni. Ma chi la attendeva?
Ad attendere quella riforma da 40 anni c’era la P2 e suo piano di rinascita democratica, che risale appunto a 40 anni fa. Non certamente l’opinione pubblica o i lavoratori di questo paese. (fonte: blog 5 stelle di Grillo) (foto: giannulibro)
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Sky e Careof presentano ArteVisione 2017
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Dal 24 ottobre al 10 novembre 2016 Road Show di presentazione del progetto nelle principali Accademie di Belle Arti e Scuole di Cinema di tutta Italia rivolto agli artisti under 30 residenti in Italia. E’ la Road Show di presentazione nelle principali Accademie di Belle Arti e Scuole di Cinema italiane – da Verona a Firenze, da Milano a Venezia, da Napoli a Roma – della quarta edizione del bando nazionale ArteVisione, un progetto a sostegno del talento creativo. C’è infatti ancora tempo fino al prossimo 20 novembre per partecipare all’edizione 2017 di ArteVisione, che quest’anno invita i giovani artisti (under 30) a riflettere sul tema Memoria & Identità.
ArteVisione nasce con l‘obiettivo di sostenere la scena artistica italiana, valorizzare la creatività e offrire opportunità di crescita personale e professionale ad artisti emergenti under 30 attraverso la produzione di un’opera video e quattro mesi di residenza presso Careof.L’opera entrerà nella collezione del Museo del Novecento, partner istituzionale del progetto, dove verrà presentata in anteprima nell’ambito della Tredicesima Giornata del Contemporaneo, a ottobre 2017, per poi essere presentata in altre sedi museali italiane. Sarà inoltre trasmessa in prima visione su Sky Arte HD sui canali 120 e 400 di Sky.I 10 finalisti selezionati avranno l’opportunità di partecipare ad ArteVisione LAB, un workshop con esperti del settore audiovisivo e cinematografico che si terrà a Milano dall’16 al 24 gennaio 2017.ArteVisione LAB rappresenta uno dei momenti più intensi del percorso. I 10 autori saranno invitati a discutere, approfondire e ridefinire i progetti presentati, attraverso il confronto con i referenti di progetto Careof e Sky e professionisti quali Edoardo Bolli, direttore della fotografia, Davide Ferazza, produttore, Maurizio Grillo, editor, Mirco Mencacci, sound designer. Oltre a temi quali la stesura di un budget e la distribuzione verranno introdotti aspetti legali e contrattuali relativi la produzione, la vendita e la conservazione di opere video con la docente di Diritto Comparato dei Contratti Alessandra Donati e la conservatrice del Museo del Novecento Iolanda Ratti.Al termine del laboratorio, fra i partecipanti, verrà selezionato il vincitore da una giuria composta da Chiara Agnello, curatore Careof e del progetto ArteVisione, Denis Isaia, curatore Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, Roberta Lissidini, Responsabile Comunicazione e progetti speciali Sky Academy, Paolo Moretti, Direttore Festival International du Film de La Roche-sur-Yon et du Cinéma Le Concorde, Roberto Pisoni, Direttore Sky Arte HD, e Iolanda Ratti, Conservatore Museo del Novecento.A partire da questa nuova edizione, ArteVisione si apre a una rete di nuove collaborazioni. Nell’intento di far crescere il progetto e promuovere il lavoro del vincitore, l’opera prodotta verrà presentata presso alcuni prestigiosi musei quali MADRE – Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, e Museo d’arte contemporanea Villa Croce di Genova.Oltre al primo, verranno assegnati un secondo e terzo premio che consistono in 3 mesi di residenza presso Careof o in una borsa di sviluppo per la partecipazione a un workshop presso SAE Institute.ArteVisione è tra le iniziative della Sky Academy, un insieme di progetti che utilizzano la forza comunicativa della tv e la creatività per stimolare i giovani a esprimere il loro potenziale e affrontare al meglio le sfide del futuro. Il programma aggiornato è on line ai link http://www.skyacademy.it/scholarship e http://www.careof.org (foto: Road Show)
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Le lusinghe di Obama e le vicende di casa nostra
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
A Washington più che uno spot a favore del Sì in vista del referendum italico, come amici e nemici di Renzi si sono prontamente rinfacciati con il solito approccio provinciale, tra trionfalismi fuori luogo e infondate accuse di ingerenza amerikana (la “k” è d’obbligo) nei nostri affari interni, è andato in scena un galà in onore dell’Italia che aveva come obiettivo la campagna elettorale di Hillary Clinton, cui Obama partecipa attivamente (gli è rimasto solo quello), nel tentativo, non sapremo dire se riuscito, di conquistare il grande bacino di voti degli italo- statunitensi. E come tale va rapidamente archiviato. Anche perché di ritorno dai fasti (apparenti) a stelle e strisce, il presidente del Consiglio si ritrova due patate bollenti per le mani, tra loro intrecciate: la questione europea, in cui ha ormai deciso di giocare il ruolo del pierino, e l’ancor più delicata vicenda geostrategica che ha per protagonista Putin. Sarà bene che Renzi smetta di fare campagna referendaria girando l’Italia come una trottola – ma non aveva detto che voleva spersonalizzare la contesa? – e si concentri su questi due fronti, che ben più dell’eventuale vittoria del No possono procurargli (e procurare a noi) seri problemi.
A Bruxelles il Governo ha deciso di forzare un po’ la mano sui conti pubblici. Bene, nessuna obiezione di principio. Anzi. Ma, in pratica, su che basi ci stiamo ritagliando un ruolo, dal momento che il confine tra seri oppositori di una politica economica sbagliata o comunque limitativa e quello di fastidiosi rompiscatole privi di attendibilità è assai sottile? Saremmo credibili se avessimo predisposto una manovra di bilancio tutta concentrata sugli investimenti finalizzati alla crescita e se ci fossimo minimamente dedicati alla riduzione del debito (che con gli avanzi primari non frena la sua crescita, né in valore assoluto né in percentuale sul pil). Anzi, in questo caso avremmo avuto buon gioco a sforare i limiti del deficit ben di più di quanto abbiamo osato fare. Ma così non è stato. Su oltre 26 miliardi di manovra, più di 15 sono andati per la sterilizzazione dell’Iva (che comunque rispunterà fuori l’anno prossimo) e dei restanti 11 una parte cospicua è spesa pubblica corrente, tra previdenza (con una commendevole inversione di tendenza sull’età pensionabile) e pubblico impiego, e solo una parte residua finanzia lo sviluppo, l’innovazione delle imprese e la produttività (con buoni provvedimenti, a cominciare da quelli relativi al piano “Industria 4.0”). Mentre dal lato delle entrate, 12 miliardi sono di deficit aggiuntivo; gli altri 14 poggiano per la metà su una tantum, e la restante parte riguarda entrate (come il recupero dell’evasione) e minori spese (la spending review rappresenta solo il 20% dell’intero spettro delle coperture) a forte tasso di aleatorietà. Come si vede, senza neppure aver bisogno di entrare nei dettagli, la composizione della manovra è fragile (difficile dire che assicura l’1% di crescita del pil previsto, stima che nessun organismo previsionale condivide) e assai discutibile: cosa che oltre ad essere sbagliata in sé, ci rende deboli nel confronto con l’Europa, alla quale, gridando, rinfacciamo i suoi limiti senza aver fatto i compiti a casa come si deve. Che non sono quelli di tagliare selvaggiamente in nome del “dio rigore”, ma di spendere anche di più purché diversamente (in conto capitale, non per spesa corrente). Non pochi sostengono che si tratti di una manovra di stampo elettorale, in vista del 4 dicembre. Può darsi, ma non c’è bisogno di spingersi sul ciglio di questa frontiera polemica per sostenere che siamo di fronte ad una legge di bilancio poco ambiziosa e sicuramente non discosta dalla politica economica messa in campo fin dal primo momento dal
Governo Renzi, quella – basata sull’idea, sbagliata, che distribuire un po’ di soldi a vario titolo avrebbe generato crescita attraverso un aumento dei consumi, e per di più avrebbe prodotto maggiore equità e quindi vantaggi politico-elettorali – che ha suscitato una condizione economica del Paese di cui, paradossalmente, lo stesso primo ministro si è a più riprese dichiarato insoddisfatto. Il “verso” all’Italia non è stato cambiato fin qui, né lo sarà con questa manovra. Che riceva o meno il via libera di Bruxelles. Viceversa, la temperatura dei nostri rapporti con l’Europa ha importanza decisiva sull’altro scacchiere, quello geopolitico. E in particolare sul fronte caldo dei rapporti con la Russia. Qui si cammina sulle uova, stretti nella morsa tra la scelta americana – che la Clinton probabilmente manterrà e Trump sicuramente interromperà – di isolare Putin, regalandogli così un ruolo di “leader globale” che difficilmente avrebbe saputo conquistare senza i marchiani errori di Obama, e la dottrina tedesca del “nessun nemico a Oriente”, che in Europa è stata un dogma fino allo scoppio del problema ucraino e l’accettazione del diktat Usa sulle sanzioni alla Russia. Le quali hanno prodotto, oltre ad un forte danno per alcuni paesi esportatori, tra cui l’Italia, un forte risentimento dei russi per il peggiorare della loro condizione economia che ha finito col dare allo Zar Vladimir un forte consenso interno, che gli ha permesso di imbavagliare l’opposizione e di innescare un’escalation diplomatica e militare nell’Est Europa e in Medio Oriente, fino a permettersi un’incursione senza precedenti (vedi il caso degli hacker anti-Clinton) addirittura nella campagna elettorale americana. Renzi, in tutto questo, ha di fatto scelto di stare dalla parte degli Usa, e lo ha fatto platealmente a Washington inebriato dagli oneri concessigli con il pomposo ricevimento alla Casa Bianca. Bene, si dirà, non possiamo non essere atlantisti. Ma non sarebbe stato più prudente attendere di sapere chi sarà il prossimo presidente? In fondo manca un mese, e in un batter d’occhio Obama e la sua politica estera, chiunque vinca, saranno dimenticati. Muoversi in questo scenario sarebbe difficile per chiunque, figuriamoci per chi lo fa nei ritagli di tempo tra un comizio, una comparsata televisiva e una visita in una fabbrica. Speriamo che il 4 dicembre arrivi presto, e che il “dopo” ci porti la possibilità di ragionare. By Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it
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Biella Festival 2016: vince Elena Mammone con Nabè
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Si è conclusa al mitico Jazz Club di Biella con la finale del diciottesimo Biella Festival Autori e Cantautori questa edizione del Biella Festival che, lo ricordiamo, si è aperta il 21 ottobre con il Biella Festival Music Video. A condurre anche questa seconda serata Manuela Tamietti, attrice, qui vera e propria conduttrice di grande spirito della serata. Prima classificata Elena Mammone da Caselle (TO) con la teatrale denuncia di Nabè. Seconda classificata Cristiana Verardo da Surano (LE) con Nanneri, un sentitissimo e delicato omaggio al talento sconosciuto della sorella di Mozart, che si è aggiudicato anche il tradizionale Premio Gozzano per il miglior testo, in collaborazione con il noto concorso di poesia di Terzo. Terza classificata la raffinata Marnit Calvi da Duino Aurisina (TS) con Dispersa libertà.In giuria erano: Lucilla Corioni (LC Comunicazione), Maya Erika (Radio Popolare e blogger di “Note in vista”), Paolo Farina (Musicalnews e autore), Massimo Tempia (musicista, direttore artistico Biella Jazz Club, direttore orchestra Maurizio Costanzo Show), Maurizia Vaglio (Associazione Artistica AnniVerdi e rivista “Un’altra Music@”).“Sono molto soddisfatto per come sono andate queste due serate” dice Giorgio Pezzana, direttore artistico di Biella Festival “anche se ho la piena consapevolezza che questa manifestazione potrebbe anche morire. Le nuove politiche della cultura, che tendono a trasformare gli operatori della cultura e dello spettacolo in imprenditori prima che in promotori dell’arte, giudicando il loro operato non sulla qualità dei prodotti ma sul profitto che da questi derivano rischia di minare alla radice gli eventi che hanno sempre fatto della qualità una priorità assoluta ed irrinunciabile. E’ bene che queste cose vengano dette e diffuse perché c’è chi vorrebbe propinarcele già cotte e digerite”.Gli altri finalisti in gara erano: Stefania Baraldi da Mongrando (BI) con il brano Avanti; Henry Carvalho da Verona con Fotografia; Daniele De Bellis da Collegno (TO), con Lei; Claudio Ferrigato da Castagnaro (VR) con Non ti devi preoccupare; InAcustico da La Spezia con Libero come; Chiara Grilli da Cagli (PU) con il brano Garner; Piano che Piove da Cernusco sul Naviglio (MI) con Acqua; Silver String Band da Cesena con Your Music; Mizio Vilardi da Molfetta (BA) con Lé nòtta pòrta sèm.La serata si è aperta con la visione dell’esilarante videoclip Pinguini dei Titoli di coda, vincitori del Biella Festival 2015. Il video, per la regia di Franco Marassi, è appunto il premio offerto dal Biella Festival ai primi classificati. Oltre ai finalisti, numerosi e tutti molto interessanti gli ospiti della serata, a cominciare dagli artisti del tradizionale appuntamento con “Una finestra sul mondo” quest’anno all’ottava edizione: artisti stranieri emergenti di area indipendente chiamati a Biella per interpretare, in lingua italiana, le canzoni vincitrici della passata edizione, oltre ad un brano tratto dal loro repertorio, in lingua originale. Gli ospiti di questa edizione sono stati la franco-asiatica Noona Bae voce di Quattro stracci dei secondi classificati Frequenze Retro; l’albanese Ledi Cafuli ha interpretato Cinicittà di Malvezzi che nel 2015 si è assegnato il terzo posto. Ricordiamo che il videoclip del suo Zemra Ime si è aggiudicato un riconoscimento di merito dalla rivista Un’altra Music@.
Ospite d’eccezione anche Sergio Arturo Calonego, al quale è stata recentemente assegnata la targa Muovi la musica al CPM di Mussida all’interno del contest de L’Isola che non c’era 2016. Calonego è un chitarrista che vanta collaborazioni di primissimo piano. Ha lavorato per la Warner Bros ed ha ottenuto importanti riconoscimenti negli States ed in Australia. C’è poi stato Alessio Camaiti assieme al cantautore Luciano Angeleri (autore tra l’altro di Blu, un brano portato al successo internazionale da Perry Como) con cui ha interpretato la celebra la sua Lui e lei accompagnato proprio da Alessio Camaiti. Ricordiamo i vincitori del Biella Festival Music Video: primo classificato Out of Shot dei Dagger Moth con la partecipazione di Joe Lally per la regia di Edo Tagliavini. Una menzione speciale, in collaborazione con Ginger Magazine, è andata a Danza di corteggiamento di Virgo per la regia di Gianluca Torre Zenone. Secondi classificati il tarantiniano The Heist degli Slick Steve & Gangster prodotto dalla Jump Cut, mentre terzo il poetico Indescrivibile di Davide Berardi per la regia di Vito Marinelli. (foto: Biella Festival)
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Terapia di mediazione con gli asini con 60 bambini autistici
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Il dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche e della formazione dell’Università degli Studi di Palermo ha raccolto insieme all’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma una sfida: condurre una prima ricerca in ambito italiano ed europeo su un progetto di attività di mediazione con l’asino rivolto a 60 bambini autistici dai 2 ai 5 anni. “Riteniamo che per le caratteristiche dell’asino e grazie ad esperienze passate, sia utile portare avanti un’attività di mediazione con l’asino per 8 mesi in maniera sistematica, perché questo lavoro, per un’ora una volta la settimana, può influire nelle aree legate alla sensorialità, all’emotività e al contenimento, e nelle aree relative alla relazione e alla comunicazione. Partiremo dalla costruzione di uno strumento osservativo specifico per spiegare cosa accade nella relazione tra bambini autistici e asini, e per definire una griglia di riferimento dal momento che ad oggi non c’è nulla. È veramente una ricerca pionieristica”. A dirlo è Elena Mignosi, docente di Teorie, strategie e sistemi dell’educazione presso l’Università degli Studi di Palermo.
La ricerca congiunta partirà il primo novembre e terminerà a fine giugno. “È previsto un gruppo di controllo per dimostrare gli effetti specifici delle attività di mediazione con l’asino. L’obiettivo ultimo- afferma la docente dell’Università di Palermo- è promuovere una cultura nuova verso gli animali, verso il mondo naturale, verso gli aspetti non verbali e il contatto relazionale”.
Non si parla quindi solo di Onoterapia, ma di attività di mediazione con l’asino. “L’asino diventa un mediatore nella relazione tra i pazienti (o le persone), l’operatore e l’asino. Si crea un rapporto triangolare e circolare in cui è presente un operatore, un destinatario e l’asino come mediatore. Non si parla solo di terapia in senso clinico perché è un’attività di promozione del benessere della salute rivolta a tutte le persone, di ogni età e anche in assenza di particolari problemi”.
L’approccio adottato dall’Università degli Studi di Palermo e dall’Istituto di Ortofonologia è di tipo psicodinamico: “Un approccio complesso in cui si sposta l’accento sulle relazioni tra tutti i soggetti coinvolti, sulla trasformazione di queste relazioni e sul livello profondo di coinvolgimento, che non avviene solo sul piano comportamentale- spiega Mignosi-. È una trasformazione anche a livello psicologico, psicoemotivo e relazionale. C’è un’attenzione ai processi di tutte le persone coinvolte, compresi gli asini”.
L’asino diventa un partner, non uno strumento. “In questo caso ci rifacciamo alla prospettiva Zooantropologica- afferma la docente di Teorie, strategie e sistemi dell’educazione presso l’Università degli Studi di Palermo-, dove l’asino è visto come un partner attivo nella relazione. Quello che noi osserviamo è anche la reazione dell’animale e, in termini psicodinamici, il legame di attaccamento dell’asino, la qualità dello scambio tra l’asino, l’operatore e il soggetto con cui si lavora. È un approccio più complesso, ma il tipo di intervento è su un piano profondo”.
La terapia con il cavallo “è molto importante, ha una lunghissima tradizione ma è più centrata sugli aspetti riabilitativi, mentre quello che l’asino permette di fare è un lavoro sugli aspetti psicologici-relazionali e affettivi, perché l’asino è un animale sociale che ama il contatto fisico- ricorda la studiosa-, ha una sensibilità e una curiosità verso gli altri esseri viventi e non solo verso il mondo che lo circonda. L’asino si sintonizza sulla persona che ha davanti e ricerca il contatto proprio come fanno i cani. Si tratta di un contatto corporeo e ciò aiuta moltissimo la relazione. L’asino è un animale grande, accogliente, permette alle persone di abbandonarsi nella relazione su di lui, a livello fisico. È un animale paziente e calmo, non è nevrile come il cavallo. Nelle situazioni di paura piuttosto che scalciare, scappare o mordere si congela. Di fronte ad una aggressione non reagisce aggredendo- conclude- si blocca e permette alla persona che lo aggredisce di cessare la sua azione, poiché di fronte a sé non ha una reazione”.
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Referendum: Non sempre le guide ti portano a destinazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
L’idea che votare Si al referendum costituzionale significa essere dei progressisti e che il suo contrario vuol dire ancorarci al passato con tutte le sue contraddizioni è un ragionamento che ci affascina ma è un’attrazione momentanea che presto si dilegua. Ricordo in proposito quel ragionamento fatto nel Gattopardo dove si diceva che il vento nuovo che accompagnava i garibaldini nel liberare l’Italia dai Borboni e a renderla unitaria e più civilmente evoluta non era altro che l’illusione del “tutto cambiare per nulla cambiare”. E se ora guardiamo quanto sta accadendo con la muova riforma costituzionale notiamo, ad esempio, che non è stato certo abolito il Senato ma semplicemente trasformato conferendo a certi consiglieri regionali la nomina a senatori, mentre avrebbero potuto restare tali senza la “patacca” senatoriale e con tanto di immunità allo stesso modo dei deputati. Non sarebbe andata meglio abolire del tutto il senato e al suo posto lasciare il consiglio delle regioni, rafforzandone i poteri, dove si potessero discutere gli eventuali conflitti di competenze e territoriali dai quali, con le nuove norme introdotte, il governo ha per altro di fatto abolito tali contrappesi? Avremmo preferito che la Camera dei deputati avesse ridotto il numero dei suoi membri portandoli dagli attuali 630 a 400 o anche meno. Non è il numero che fa la qualità ma è la qualità dei suoi componenti che prescindono dai numeri. Ci limitiamo a questo dettaglio, per noi non da poco, lasciando il restante discorso ai sostenitori del No anche se non tutto ci convince. E’ che questa riforma è una specie di minestrone dove la molteplicità degli aromi ci stordisce ma non convince i nostri palati. Sono stati introdotti troppi odori e non conciliabili tra di loro perchè non molta probabilità il fine non era quello d’offrirci una nuova costituzione al passo dei tempi ma un semplice rimescolio delle carte per favorire interessi di parte e ridurre drasticamente la volontà popolare sino al punto che basta governare solo con il 33% del consenso elettorale per avere la maggioranza assoluta e per giunta avvalersi di una forza politica dove gli eletti sono una minoranza e i nominati dagli oligarchi di partito una maggioranza. (Riccardo Alfonso del Centro studi politici della Fidest) (foto di Aldo Longinotti)
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L’insegnamento del Ballerini su Papato monarchico ed Episcopato subordinato
Posted by fidest press agency su lunedì, 24 ottobre 2016
Il famoso teologo veronese Pietro Ballerini (7 settembre 1698 – 28 marzo 1769) nelle sue opere oramai classiche di ecclesiologia De Potestate ecclesiastica summorum Pontificum et Conciliorum generalium (Verona, 1765) e De vi ac ratione primatus Romanorum Pontificum (Verona, 1766) ha trattato in generale la questione dogmatica della natura della Chiesa di Cristo, e, specialmente contro l’errore conciliarista ha approfondito il problema del Primato della monarchia papale sull’Episcopato subordinato ad essa. Quest’ultima questione è tornata alla ribalta con il problema della Collegialità episcopale nel Concilio Vaticano II (Lumen gentium, n. 22, anno 1965). Lo studio classico dell’insigne ecclesiologo veronese ci può essere utile per capire ancor meglio l’opposizione di contraddizione, che intercorre tra la dottrina cattolica tradizionale sui rapporti che sussistono tra il subordinante e il subordinato, ossia tra il Papa e l’Episcopato, e la Collegialità episcopale, che riduce alquanto la natura dell’Episcopato monarchico del Papa e sopravvaluta l’Episcopato subordinato del Corpo dei Vescovi, diminuendo notevolmente la loro diseguaglianza sostanziale per divina Istituzione, senza arrivare al conciliarismo, ma favorendolo. Don Pietro Ballerini insegna che:
1°) Pietro ebbe direttamente da Gesù il Primato sugli altri Apostoli, il quale poi passò ai Romani Pontefici suoi successori e Vicari visibili in terra di Cristo asceso in Cielo;
2°) il Primato di San Pietro e dei Romani Pontefici non è solo di onore, ma soprattutto di governo o di giurisdizione;
3°) questo Primato di giurisdizione è personale, ossia riguarda la persona di Pietro e del Papa regnante, e non è della Chiesa che lo trasmetta al Papa, anzi esso passa dal Papa alla Chiesa universale che viene da lui governata, come dal Capo alle membra;
4°) esso è di diritto divino, per cui nessuno, neppure il Papa, può mutarlo sostanzialmente, annacquarlo e rinunziarvi (cfr. Paolo VI, Lumen gentium, n. 22, 1965; Paolo VI, Vescovo emerito, 1966; Benedetto XVI, Papa emerito, 2013).
La potestà ecclesiastica
È bene specificare che la potestà ecclesiastica si divide
1°) in potere d’Ordine, immediatamente ordinato a santificare le anime mediante i Sacramenti e specialmente il S. Sacrificio della Messa e
2°) in potere di Giurisdizione, immediatamente diretto a governare i fedeli e condurli al loro fine ultimo.
La Giurisdizione si suddivide
a) in Magistero, che insegna autorevolmente le verità Rivelate, e
b) in Giurisdizione o Governo in senso stretto, che promulga le leggi (potere legislativo), giudica i sudditi (potere giudiziale) ed infine applica le sanzioni penali contro coloro che trasgrediscono le leggi (potere esecutivo o coattivo).
Alcuni autori, per comodità, parlano di tre poteri: Sacerdotium, Magisterium e Imperium, ma praticamente il significato è lo stesso. Quindi la gerarchia di Giurisdizione comprende il potere di insegnare e di governare: i suoi gradini sono, per diritto divino, l’Episcopato e il Papato. Invece il Sacerdozio o potere d’Ordine si compone, sempre per diritto divino, di tre gradini: il Diaconato, il Presbiterato e l’Episcopato.
Ora l’unità della Chiesa è prodotta soprattutto dall’unica fede e dal vincolo della carità o della comunione tra le membra della Chiesa e delle membra con i Pastori e soprattutto col Pastore dei Pastori, il Romano Pontefice. Per cui i vari fedeli, pur essendo sparsi in tutto il mondo, se professano la stessa fede e se comunicano vicendevolmente aderendo e obbedendo ai legittimi Pastori, formano un solo corpo, una sola società, ossia una sola ed unica Chiesa, che è quella di Cristo (cfr. P. Ballerini, De vi ac ratione primatus Romanorum Pontificum, cap. X, n. 1). Il fine del Primato del Papa è l’unità di fede e di comunione della Chiesa universale. Certamente anche i Vescovi son preposti alle chiese particolari o diocesi per governarle e mantenerle nell’unità, ma il Pontefice Romano, ha ricevuto il Primato su tutta la Chiesa ed è stato investito da Cristo del compito di mantenere l’unità della Chiesa universale e di ogni diocesi, la quale deve rispondere tramite il suo Vescovo al Papa (De vi ac ratione primatus…, cap. VIII, n. 3).
Essere il capo o il primo conviene ad uno solo, così anche il potere del capo conviene ad uno solo. Quindi se gli Apostoli potevano essere eguali a Pietro nell’apostolato, non potevano esserlo nel Primato di giurisdizione (De vi ac ratione…, cap. III, nn. 1-5; cap. XIV, n. 25). Quindi nessuno può cointendere o compartecipare col Papa quanto al potere di giurisdizione che gli viene dal Primato.
Quindi la falsa dottrina conciliarista del duplice Capo della Chiesa, condannata come eretica da Innocenzo X (24 gennaio 1647, DB, 1091), ritornata in auge in maniera più sfumata con la Collegialità episcopale del Concilio Vaticano II, viene confutata dal Ballerini nel 1766 (De vi ac ratione…, cap. III, n. 2). Il Concilio Vaticano II riprende e mantiene l’equivoco secondo cui il Papa ha il Primato di giurisdizione, ma lo cointende o lo compartecipa con il Corpo dei Vescovi. Quindi da una parte riafferma la dottrina cattolica e dall’altra, contraddicendosi, la nega o l’edulcora. La dottrina della Collegialità episcopale è stata innovata ufficialmente anche se pastoralmente e non dogmaticamente, il 21 novembre 1964 dalla Costituzione su “La Chiesa” del Concilio Vaticano II Lumen gentium, n. 22.
Cristo ha dato a Pietro e ai suoi successori (i Romani Pontefici) un Primato di giurisdizione (con il potere di insegnare e governare la Chiesa legiferando, giudicando e castigando), non di semplice onore. Il Concilio Vaticano I (DB, 1823) ha definito di fede questa dottrina. Pietro (Kephas = roccia) è la pietra (Kephas = roccia) sopra la quale Cristo ha edificato la sua Chiesa: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt., XVI, 18-19). Gesù presenta la sua Chiesa sotto l’immagine di una casa, di un regno e di un gregge e pone Pietro a suo fondamento, clavigero e pastore. Pietro sùbito dopo l’Ascensione di Cristo agisce come Capo supremo della Chiesa. Egli si leva nel cenacolo per proporre agli altri Apostoli di sostituire Giuda Iscariota nel Collegio apostolico; egli predica per primo il dì di Pentecoste; egli accoglie i primi pagani nel seno della Chiesa, in casa di Cornelio; egli interroga e castiga i due sposi colpevoli di menzogna; infine egli prende per primo la parola al Concilio di Gerusalemme. Il Concilio Vaticano I (DB, 1831) ha definito solennemente la dottrina del Primato del Papa, che ha sul gregge di Cristo un’autorità giurisdizionale o di governo, piena, suprema, universale, immediata e ordinaria sia per quanto concerne la fede e i costumi sia per quanto riguarda la disciplina. La Collegialità episcopale è, come minimo, un annacquamento di questa definizione dogmatica. L’Episcopato non solo non è superiore al Papa ma nemmeno è eguale a lui. Gli errori del Conciliarismo e del Gallicanesimo, che insegnano la superiorità del Concilio sul Papa e che la giurisdizione dei Vescovi deriva direttamente da Dio e non tramite il Papa, sono stati condannati dalla Chiesa (cfr. DB, 1322 e 1589) ed hanno ricevuto il colpo di grazia col Vaticano I. La Chiesa è stata fondata su Pietro come roccia primaria e fondamentale e il Papa quale successore di Pietro le è essenziale; l’Episcopato pure è di istituzione divina, ma subordinatamente al Papato. Ogni potere discende da Dio direttamente sul Papa e da questi sui Vescovi. (d. Curzio Nitoglia in sintesi) (foto: Ecclesiarum Mater San_Giovanni in Laterano)
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