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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Archive for 31 ottobre 2016

Nasce il demorfismo fotografico di Bevilacqua

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

demorfismo-fotograficoVerona. Si chiama demorfismo fotografico il nuovo movimento artistico fotografico creato da Giovanni Bevilacqua, fotografo ed artista che vive tra Vicenza e Verona. È un continuo divenire il lavoro fotografico di Bevilacqua, che con il suo demorfismo, al contrario di Rotella che sottrae, aggiunge le immagini sulle immagini in un continuo sommare di emozioni. Un continuo trasformare la realtà, che continuamente si trasforma, e la fotografia con lei continua a trasformare ciò che ci circonda. È un continuum mai interrotto, l’eccesso di colore, come gli eccessi della nostra società, la visione surreale di strutture la cui forma non è più definita. Il demorfismo esalta il “momento” vitale della nostra società. Proprio come altri maestri hanno fatto nel passato, come Fontana, come Rotella, come Warrol, il demorfismo di Bevilacqua trasfigura la realtà trasportando l’osservatore in una dimensione diversa dalla propria. “Ma già, la fotografia non ha il diritto di cambiare, la fotografia deve essere quella del bianco e nero. Fotografia é solo quella di Bresson. Duchamp diceva che se un opera d’arte non stupisce, nel bene o nel male, non serve. E il demorfismo grida ogni momento la sua necessità di cambiamento” spiega Bevilacqua. “Urla in faccia a chi guarda la sua presenza intensa e viva, come intensa e viva è la società di oggi che si sposta ogni minuto, ogni istante, trasformando e trasformandosi. Cambiano i desideri degli uomini, cambiano le priorità, cambia il senso del bello, cambia la morale, cambia il costume, cambiano le nazioni. Non posso accettare che la fotografia artistica non possa, non debba cambiare. Nell’era della società globale sento ancora parlare integralisti che profetizzano che la fotografia digitale morirà fra un decennio e si tornerà alla pellicola. Quanto lontani siamo dall’arte, dalla pittura, dalla scultura, quanti cambiamenti sono stati fatti e accettati, forse a fatica, ma alla fine sono presenti nella storia dell’arte. Come a dire che solo alla pittura è consentito cambiare e mutare continuamente, la fotografia no, deve restare in “fermo immagine” spiega ancora l’artista. Rendere diversi il punto di vista, cambiare l’osservazione da bidimensionale a tridimensionale, da reale a surreale fino a renderla favolistica e immaginaria. Trovare un nuovo linguaggio dell’arte fotografica, trasformare quanto ci sta davanti non sottraendo o isolando il soggetto, quanto piuttosto moltiplicandolo, in una affollata presenza di immagini che rimandano l’una all’altra, che danno una continua dinamicità a un mezzo (la fotografia) che ci ha abituato, da sempre, alla staticità. “Fino a quando non capiremo che già prendendo una fotografia compiamo uno scempio innaturale perché stiamo isolando un particolare dal tutto non daremo alla fotografia la possibilità di divenire arte” conclude Giovanni Bevilacqua. (foto: demorfismo fotografico)

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Terapia genica, le nuove prospettive discusse a Firenze

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

sequenza-genomaLa prima sequenza completa del genoma umano risale al 2003 e oggi i pazienti dispongono dei primi farmaci approvati di terapia genica. Dei nuovi avanzamenti e delle prospettive che si aprono per la medicina si è discusso a Firenze, in occasione del Congresso annuale della Società europea di terapia genica e cellulare (Esgct). Organizzato con la Società internazionale per la ricerca sulle cellule staminali (Isccr) e l’Associazione di biologia cellulare, l’evento riunisce nel capoluogo toscano oltre mille esperti e ha il titolo significativo “Cambiare il volto della medicina moderna: cellule staminali e terapia genica”. In effetti le attese sono di ampia portata e, dalle prime terapie destinate alle patologie rare, si cominciano oggi a esplorare le prospettive di cura di quelle più diffuse, come quelle cardiovascolari e il cancro.In Europa, la prima terapia genica, approvata nel maggio scorso, è rivolta al trattamento della Ada-Scid, una malattia rara, mentre in agosto la Commissione europea ha autorizzato la commercializzazione condizionata della prima terapia cellulare basata sull’ingegnerizzazione del sistema immunitario per il trattamento delle leucemie e di altri tumori del sangue. E Luigi Naldini, direttore scientifico dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica (Tiget) e ricercatore sui vettori lentivirus e il trasferimento di geni, ritiene possibile un’ulteriore svolta: «Test clinici recenti forniscono prove concrete del fatto che la terapia genica possa offrire cure per condizioni altrimenti terminali o seriamente invalidanti». È un settore che «merita di essere maggiormente riconosciuto dalla comunità scientifica, dai media generalisti, dal mondo della finanza e dalla società in generale», sostiene Nathalie Cartier-Lacave, presidente di Esgct, ma si avverte anche la necessità di una maggiore apertura. Hans Clevers, professore di genetica molecolare presso l’Università di Utrecht, ha deciso da subito di non lavorare «in un mondo in cui siamo aperti e possiamo condividere». È anche, senza dubbio, l’approccio di Telethon, che svolge un ruolo essenziale a favore della ricerca e opera da sempre a stretto contatto con le università pubbliche e con le istituzioni e le aziende private. (Renato Torlaschi fonte Doctor33)

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Festival Federico Cesi 2016

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

terniTerni Sabato 5 novembre alle ore 18.30 la Cattedrale di Santa Maria Assunta, Duomo di Terni, aprirà le porte al concerto THE MESSIAH, oratorio per soli, coro ed orchestra composto da J.F.Haendel, diretto dal Maestro Antonio Pantaneschi. Il concerto è inserito nelle celebrazioni per la conclusione del Giubileo della Misericordia e la chiusura della Porta Santa che avverrà domenica 13 novembre.
THE MESSIAH è una produzione Fabrica Harmonica e vedrà la partecipazione di oltre 120 musicisti tra cui l’Orchestra Internazionale di Roma, il Coro Polifonico Cantoria Nova Romana ed il Novum Convivium Musicum provenienti da Roma, il Coro della Pace e l’Ensemble Musica Antiqua provenienti da Terni. Preparatori del coro sono i Maestri Marco Ferruzzi e Stefania Trabalza. Solisti: Annalisa Pellegrini soprano, Elisabetta Pallucchi contralto, Roberto Mattioni tenore, Angelo Nardinocchi basso. Il concerto prevede l’esecuzione di estratti dall’intera opera selezionati per mantenerne intatto il racconto drammatico della vita di Cristo nella sua nascita, morte e resurrezione, per un totale di circa 90 minuti di musica. L’ingresso è libero.
Il Messiah (HWV 56) è un oratorio composto in originale in lingua inglese, nel 1741 da Georg Friedrich Händel, con un testo scritturale elaborato da Charles Jennens, tratto dalla Bibbia di Re Giacomo e dalla versione dei Salmi inclusa nel Book of Common Prayer. La prima rappresentazione assoluta avvenne a Dublino il 13 aprile 1742 e la sua prima londinese quasi un anno più tardi. Durante i secoli l’oratorio ha guadagnato in popolarità, fino a diventare uno delle più note e più frequentemente eseguite opere corali di tutta la musica occidentale. Händel stesso diresse il Messiah tante volte, modificandolo spesso per adattarlo alle più correnti esigenze, famoso è l’arrangiamento che ne fece Wolfgang Amadeus Mozart (numerato K 572 nel catalogo delle sue opere). Ai tempi di Händel era d’uso a Dublino eseguire nelle sale da concerto l’oratorio nel periodo dell’Avvento. In seguito l’oratorio qualche volta venne suddiviso: nei concerti natalizi spesso si rappresentava solo la prima parte e l’Hallelujah, mentre a pasqua si suonavano le parti che riguardano la Risurrezione. Il brano più celebre dell’oratorio è l’Hallelujah, che conclude la seconda delle tre parti dell’opera. In alcuni Paesi è d’uso che il pubblico si alzi in piedi durante questa parte dell’esecuzione. La tradizione vuole che il re Giorgio II quando sentì questo coro per la prima volta era così agitato che balzò in piedi, seguito da tutti gli altri.
L’oratorio, tra i vari luoghi prestigiosi, è stato eseguito nel 1768 a Palazzo Pitti di Firenze come Messia in italiano, nel 1775 in Amburgo come Der Messias diretto da Carl Philipp Emanuel Bach, nel 1784 nell’Abbazia di Westminster, nel 1895 al Metropolitan Opera House di New York diretto da Anton Seidl, nel 1931 nel Duomo di Salisburgo, nel 1949 nel Teatro San Carlo di Napoli, nel 1950 per il Festival di Salisburgo, nel 1958 nella Città del Vaticano, e nel 2000 nel Musikverein di Vienna.

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L’agenda di Roma Tre da lunedì 31 ottobre a domenica 6 novembre

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

università roma treRoma Lunedì 31 Ottobre 2016, ore 11:30 Haroldo de Campos, poeta, critico e transcreatore Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere, Sala Ignazio Ambrogio Via del Valco di San Paolo, 19 – Roma, Italy Inaugurazione delle attività della Cattedra “José Saramago” Haroldo de Campos, poeta, critico e transcreatore.
Cluj Napoca, Romania Lunedì 31 Ottobre 2016, ore 12:30 Università Babeş Bolyai di Cluj Napoca str. De Martonne 1 – Presentazione del libro ‘Marele Război şi Europa danubiano-balcanică’ verrà presentato dal Rettore prof. Ion Aurel Pop e dal Prorettore prof. Ioan Bolovan il libro Marele Război şi Europa danubiano-balcanică (Cluj Napoca 2016), versione romena del volume curato dal prof. Francesco Guida La Grande guerra e l’Europa danubiano-balcanica (Roma 2015) cui hanno collaborato altri studiosi di Roma Tre. La presentazione avverrà alla presenza del Rettore prof. Mario Panizza e del Prorettore prof. Vincenzo Mannino, che nell’occasione incontreranno i rappresentanti dell’Università Babeş Bolyai di Cluj Napoca per rafforzare la collaborazione tra i due atenei.
Roma Mercoledì 2 Novembre 2016, ore 16:30 Tavola rotonda per il Centenario del samba Dipartimento di Architettura, Aula Magna Largo Giovanni Battista Marzi 10. Il 27 novembre del 1916 viene realizzata a Rio di Janeiro la prima registrazione di samba con la canzone Pelo telefone, composta da Ernesto dos Santos, detto Donga, e Mauro de Almeida. In breve tempo il samba si cluj-napoca-romaniatrasforma in un fenomeno nazionale che vede ricchi e poveri riuniti sotto questa nuova identità musicale, superando i confini dei “morros” di Rio de Janeiro e dei “terreiros” del candomblé. Nel giro di pochi anni, con la diffusione via radio il genere diviene il ritmo del Carnevale, arrivando alle classi medie cariocas e raggiungendo poi il resto del mondo grazie anche al contributo di grandi interpreti.
Della storia del samba e delle sue diverse sfaccettature, nell’Aula Magna del Dipartimento di Architettura di Roma Tre, attraverso immagini e musica, parleranno l’antropologa Patrizia Giancotti, i ricercatori Luca Bacchini e Luca Lombardi, il cantautore Zé Galía e la cantante di samba Aline Calixto, che si esibirà in un concerto il 3 novembre al Parco della Musica. La tavola rotonda è organizzata dall’Ambasciata del Brasile in Italia e dall’Università degli Studi Roma Tre.
Roma Giovedì 3 Novembre 2016, ore 16:00 Seeing the self in time: perspectival imagery, mental time travel, and self-control Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo, Aula 4 Via Ostiense 236 Christopher McCarroll terrà il seminario Seeing the self in time: perspectival imagery, mental time travel, and self-control, primo incontro del ciclo seminariale Mental Time Travel and the philosophy of Self-control. Il seminario fa parte delle attività legate al progetto The cornerstone of self-control. A philosophical investigation into the role of mental time travel in overcoming temporal discounting, finanziato dalla John Templeton Foundation.
alluvione Soave Monteforte 045Roma Venerdì 4 Novembre 2016, ore 9:00 Il rischio idraulico e le città d’arte e storico-monumentali: prevenzione e mitigazione Dipartimento di Ingegneria, Sala conferenze Via Vito Volterra 62. La ricorrenza delle alluvioni del 4 novembre 1966 offre un’occasione di memoria e di progettualità per il futuro. La comunità degli ingegneri idraulici italiani ha proposto da tempo che il 4 novembre sia istituita la “Giornata della memoria per le vittime delle alluvioni”. In questa prospettiva il Comitato Firenze2016, il Consorzio Interuniversitario per l’Idrologia (CINID) e il Gruppo Italiano di Idraulica (GII) propongono un seminario diffuso nella giornata del 4 novembre 2016, ossia una serie di seminari e tavole rotonde coordinati, organizzati in contemporanea in diverse sedi universitarie e di enti di ricerca su tutto il territorio nazionale. L’evento di Roma, curato dai Prof.ri Calenda, Fiori e Napolitano degli Atenei di Roma in collaborazione con l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Roma ed il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma e dell’Archivio di Stato di Roma, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, verterà in particolare sulla specificità delle attività di prevenzione, gestione delle emergenze e di mitigazione del rischio idraulico dei siti dotati di un patrimonio artistico, storico, archeologico e monumentale.
Roma Venerdì 4 Novembre 2016, ore 17:00 Presentazione della rivista ‘Studi italiani di Linguistica teorica e applicata’ Scuola di Lettere Filosofia e Lingue, Aula XVIII Via Ostiense 234. La rivista Studi Italiani di Linguistica Teorica e Applicata, espressione di un’ampia e significativa tradizione scientifica nel panorama nazionale e internazionale, dal 2016 è di proprietà di Roma Tre e si avvale di una nuova direzione.Il primo numero sarà presentato il 4 novembre alle ore 17 nell’Aula 18 della Scuola di Lettere Filosofia e Lingue, via Ostiense 234, Roma, da Mario Panizza e Pasquale Basilicata, Rettore e Direttore Generale dell’Università di Roma Tre, Mario Morcellini, Professore di sociologia dei processi culturali e comunicativi e Prorettore alle Comunicazioni istituzionali della Sapienza, Università di Roma, Leonardo Savoia, Professore di linguistica generale dell’Università di Firenze, e Ilaria Tani, Professore di filosofia e teoria dei linguaggi della Sapienza, Università di Roma. Saranno presenti i Direttori della rivista: Enrico Arcaini, Paolo D’Angelo, Stefania Nuccorini, Franca Orletti.
Napoli Venerdì 4 Novembre 2016, ore 20:00 Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa Di ferro e di cuore. Andare per treni e stazioni rivive la storia del viaggio nel Novecento attraverso documenti inediti tratti dal libro di Enrico Menduni. L’evento è promosso dalla Fondazione FS Italiane con il patrocinio dell’Università degli Studi Roma Tre. Treni, stazioni e ferrovie, suggestive cornici per innumerevoli film e romanzi. Fughe, viaggi della speranza, saluti tra amanti, teatro di strazianti arrivederci con i soldati in partenza per la guerra, con i migranti di casa nostra costretti ad andare. Le valigie con l’etichetta di trenolontani alberghi, il venditore di cestini da viaggio sul binario, il fischio del capostazione e la locomotiva che sibila sono le istantanee di un itinerario sentimentale che ha come protagonisti il treno e le stazioni e che dà il titolo alla drammaturgia Di ferro e di cuore, di Enrico Menduni ed Ettore Massarese con la collaborazione ai testi di Anna Bisogno, che andrà in scena venerdì 4 novembre alle 20 nel Museo Nazionale Ferroviario a Portici di Napoli. L’evento, firmato in regia da Ettore Massarese, è tratto dal libro di Enrico Menduni, scrittore e documentarista, docente di Cinema e televisione all’università Roma Tre, già Consigliere di Amministrazione della RAI, Andare per treni e stazioni edito da Il Mulino. Le letture dei testi sono affidate ad Anna Maria Ackermann,Giovanna Capone Massarese, Hedy Caggiano, Giacomo Casaula, Ottavio Costa, Tullio Del Matto, Gigi Savoia e saranno accompagnate dalle musiche di Igor Stravinski, Arthur Honegger, Pierre Boulez, Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti. La consulenza coreografica è di Arianna D’Angiò, la performance coreutica di Ilaria Porzio con la danzatrice Viviana Agnese Perrella, i costumi di Tea Pagliari e la partecipazione della Scuola Laboratorio Permanente delle Arti Teatrali. L’immaginario del treno, dunque, continua a vibrare. Con un grande sforzo tecnologico la ferrovia si prende la rivincita sull’automobile, accorciando l’Italia. Nessuno, anche il viaggiatore più disincantato, sfugge al suo fascino dentro e fuori le carrozze, oggi in pelle, che corrono ad alta velocità come metafora della vita. L’iniziativa è realizzata dalla Fondazione FS Italiane con il patrocinio del Consiglio Regionale della Campania, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, l’Università di Napoli Federico II e dell’Università degli Studi Roma Tre. Biglietti: € 8 (intero) € 6 (ridotto per gruppi e famiglie)
Roma Fino al 5 Novembre 2016 Sala della Biblioteca di Scienze della Formazione Via Milazzo 11a – Roma, Italy Mostra ‘Vittime dell’immigrazione’Esposizione di libri e bibliografia in occasione della prima Giornata nazionale in memoria del naufragio nel 2013 al largo di Lampedusa nel quale morirono 366 migranti. L’Italia ha riconosciuto con la legge n. 45. 21 marzo 2016, il giorno 3 ottobre Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, per ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”. In occasione della Giornata nazionale, sono organizzati su tutto il territorio nazionale cerimonie, iniziative e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica alla solidarietà civile, al rispetto della dignità umana e del valore della vita, all’integrazione e all’accoglienza.
Roma Lunedì fino al 5 Novembre 2016 Sala della Biblioteca di Scienze della Formazione Via Milazzo 11a Mostra insegnanti e scrittori. L’iniziativa, della Biblioteca di Scienze della Formazione e del Museo storico della didattica, accolta nel sito ufficiale “World Teachers’ Day 2016”, è organizzata in occasione della giornata mondiale Unesco degli insegnanti. Il tema di quest’anno è: Valorizzare gli insegnanti, migliorare il loro status. La mostra vuole ricordare il libro “Cuore” nella ricorrenza della nascita di Edmondo De Amicis, libro diffuso in tutto il mondo che per primo ha contribuito a sensibilizzare su virtù in senso civico come la solidarietà, la fratellanza universale, la tolleranza, il rispetto e l’amore per l’altro, il Maestro Albino Bernardini, deceduto lo scorso anno, un libro del quale, Un anno a Pietralata, ha avuto una trasposizione cinematografica con il film Diario di un maestro, di Vittorio De Seta, e tutti gli altri insegnanti che hanno pubblicato le loro esperienze sotto forma di diario, di romanzo, di analisi pedagogica. Alcuni sono famosi come Lorenzo Milani, Giuseppina Pizzigoni, Mario Lodi, Daniel Pennac, Domenico Starnone… Tanti altri che hanno lavorato in contesti e periodi difficili (le due Guerre Mondiali, contestazioni studentesche, terrorismo, crisi sociale, povertà, immigrazione) hanno scritto senza troppo clamore, descrivendo però il disagio e l’arretratezza provocati in Italia anche dal rinnovarsi di crisi politiche, riforme e tagli all’istruzione, quasi una forma di involuzione suicida di un intero paese, nonostante osservatori come l’OCSE, Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico, registrino e rendano pubblici, risultati italiani che rimangono sotto la media europea o dei paesi industrializzati.

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14 novembre: sciopero scuola

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

Pacifico marcelloTra pochi mesi sparirà la mobilità su scuola e il sistema telematico si limiterà ad assegnare i docenti agli ambiti, dai quali poi saranno chiamati dai dirigenti scolastici: gli unici che manterranno la titolarità su scuola saranno quei docenti che, nel corrente anno scolastico, sono titolari su scuola e non chiederanno trasferimento. Per tutti gli altri non ci sarà scampo. Anche i docenti della vecchia “guardia”, magari con 35 e più anni di servizio, dovranno passare per il giudizio dei dirigenti. Che dovranno valutare il loro curriculum. Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): serve una norma che ripristini il diritto del personale docente neoassunto o in mobilità a domanda o d’ufficio ad ottenere e mantenere la titolarità su scuola, invece che imporre spostamenti coatti anche a centinaia di chilometri e dopo 40 anni di onorato servizio. Con l’umiliazione finale di essere pure valutati dal dirigente scolastico, che magari non ha alcuna competenza nella disciplina d’insegnamento del docente da giudicare. Per prendere possesso di una cattedra d’insegnamento, ogni docente ha superato già miriadi di esami universitari e abilitanti, oltre che di un concorso, pubblico o riservato. Gli anni di servizio gli hanno permesso poi di sviluppare competenze ed esperienza: decidere, ora, la sua destinazione in base alla valutazione soggettiva di quei titoli, oltre che di altri percorsi formativi, è foriero di iniquità. Chi amministra la scuola lo deve capire. E agire di conseguenza. Prima che i danni prodotti dalla chiamata diretta non siano più sanabili, se non attraverso l’intervento dei tribunali. Anief confida nella buona volontà dei parlamentari, nella possibilità che possano mettere mano a questa legge: per questo, il prossimo 14 novembre il giovane sindacato ha deciso di indire una giornata di sciopero nazionale e di scendere in piazza davanti a Montecitorio, dove giungeranno tanti docenti precari. E anche di ruolo, pure loro precarizzati.

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Terremoto: Ripartire da Norcia con onestà e competenza

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

norcia“Il decreto terremoto non può attendere, anzi va aggiornato e adeguato alle nuove circostanze, senza tentennamenti, senza false economie, senza inutili ruberie. Impossibile non riempirsi di tristezza oggi, facendo un lungo e tortuoso giro per l’Umbria, soprattutto nell’area della ValNerina. Contrastava con la bellezza della giornata, l’immagine delle chiese e delle case ridotte in macerie. Si prova una sensazione di sgomento e di impotenza, che fa dubitare che si possano ricostruire in un prossimo futuro gli splendidi edifici, ricchi di arte ma soprattutto cari alla pietà popolare, dei devoti di San Benedetto e di Santa Rita. Parlando con la gente del posto, qualcuno attribuiva alla loro intercessione, oltre che all’esperienza drammatica dei giorni precedenti, il fatto che non ci siano state vittime. Sembrava un miracolo che la popolazione della zona avesse colto subito i segnali di allarme legati alle nuove scosse e si fosse messa al riparo senza indugi, reagendo istintivamente alla paura con coraggio”. Lo afferma l’onorevole Paola Binetti di Area popolare.
“Ma ciò non impedisce di rattristarsi, pensando alla qualità di vita che attenderà nei prossimi mesi le decine di migliaia di sfollati, dai più piccoli ai più anziani, che ora per ora si aggiungono, alla schiera di quanti chiedono aiuto. Eppure questa gente chiede di poter restare accanto alle proprie case, per vegliare sulla loro ricostruzione. Temono lo sciacallaggio veloce di alcuni e l’indifferenza delle istituzioni, che operano al rallentatore. Accettano il terremoto come fatto incontrollabile, ma non si rassegnano alle lentezze burocratiche e non sopportano la sola idea che ci si possa infiltrare la corruzione dei soliti furbi. Davanti allo tsunami geologico allargano le braccia, davanti ad un possibile ripetersi dello tsunami morale alzano i pugni. Ed è questa la vera battaglia con cui la classe politica dovrà misurarsi: si possono ricostruire questi paesi se si ricostruisce con onestà e competenza, dicendo un no deciso anche alla più piccola manifestazione di conflitto di interessi e di corruzione. Forse questo è il nuovo segno e la nuova opportunità di far ripartire l’Italia, ancora una volta sulle orme di San Benedetto, patrono d’Europa”, conclude Binetti.

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Female trouble band in concerto

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

female-trouble-bandfemale-trouble-band1Palermo 6 novembre per la prima volta a Palermo al Palab piazzetta del Fondaco (dietro la questura e a pochi metri da Ballarò) la band femminile per eccellenza in Italia con il loro “desperate rock and roll”
Una band fatta di donne, che suona per le donne, sbattendo in faccia a suon di rock tutti i piaceri e i dolori di essere una femmina totale a 360 gradi. E tutto questo da portatrici sane del loro nome. E’ il primo concerto della storia del capoluogo siciliano delle Female trouble band, ovvero il simbolo stesso della musica nazionale che “nell’essere donna oltre le gambe c’è di più”.Il Trouble delle Female è spinto al massimo. Quando iniziano c’è prima il rock, scolpito dalla Fender di una delle Elise del gruppo, poi si rotola giù con abiti femminili, acconciature e rossetti, lungo le strade di Chuck Berry, Elvis Presley, Nancy Sinatra, Little Walter, The Monks, Bo Diddley, The Shirelles, the Contours, Johnny Cash.Due voci femminili, la prima, quella di Eli Natali, arriva dal basso, suadente come quella di una vera rocker. Poi nei vortici della discesa irrompe l’energia dell’altra Elisa, Abela, quella che imbraccia la Fender e riempie di brillantina il giro semplice e costante del sotterraneo blues che si è acceso. Sullo sfondo Sarya, una percussione minimale che come polvere di stelle scandisce il tempo gerundio del rock’n roll. Forse per questo non ci si stanca mai di ascoltarlo.
A Palermo porteranno le atmosfere delle radici rock di “Pop-Up Rock’n’Roll”, il loro primo un disco che racconta di cuori rotti, di delusioni amare come il caffè solubile bevuto la mattina dopo una sbronza di vodka alla fragola (che manco ti piaceva), e di tentativi di ripresa. Due brani a facciata su un vinile 10 pollici che racchiude tutto l’incanto del rock’n’roll che s’innamora del soul.
La storia è percorsa a ritroso dalla fine, da quando nel primo brano “Iron Breaker” le due protagoniste vengono sorprese nel bel mezzo di una questione privata, mentre stanno per perdersi nel buco nero della gelosia. E’ un botta e risposta a due voci. A seguire “Wronged” ci mostra l’attimo prima, ovvero il momento in cui si è decretato: «Qui qualcuno ha esagerato. Non mi farai del male, non prima che io abbia dato a te una bella dose della mia capacità di analisi, e allora sì che potremo dire cosa è giusto e cosa non lo è». Nel lato B “Pop-Up Rock’n’Roll” si aggrappa al “manuale d’abbordaggio selvaggio” che ogni buona vecchia volpe tiene sul comodino insieme alla boccetta di acqua di Lourdes. Non è poco, a volte i fatti si susseguono molto più velocemente nella realtà che nella fantasia bacata. Per finire non poteva mancare “Lady You Steal My Heart”, lentone da ballare in caso di picchi altissimi di autostima.«Le Female trouble band – coì si autodefiniscono – sono Grace Kelly col trucco sfatto dopo una notte brava. Ampli al massimo e sguardi languidi investono e tramortiscono chiunque si trovi ad ascoltarle e i loro live sono glitter di napalm rosa che esplode in sequenza sotto i vostri piedi impedendovi di star fermi». (foto: Female Trouble Band)

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“Ti amo, Maria! (in jazz)” di e con Giuseppe Manfrid

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

ti-amo-mariaRoma dal 1 al 6 novembre 2016 al Teatro Lo Spazio via Locri 42/44 è di scena “Ti amo, Maria! (in jazz)”, testo e regia di Giuseppe Manfridi, con Nelly Jensen, Giuseppe Manfridi, Marcello Micci e Pierfrancesco Cacace al sax. Commedia di Giuseppe Manfridi che vide il suo debutto nel ’90 per la regia di Marco Sciaccaluga, con Carlo Delle Piane e Anna Bonaiuto – racconta la persecuzione amorosa operata da Sandro, un pianista jazz a cui la vita ha dato pochissimo, nei confronti di Maria, una donna persa di vista molti anni addietro, e con la quale l’uomo ebbe in passato una breve storia d’amore. Tutto si svolge sul pianerottolo di lei, in un incalzare di scene sincopate, struggenti e rabbiose che verranno scandite secondo il ritmo di una narrazione intesa a mettere in primo piano la natura musicale del racconto. Durante la settimana di repliche sono previste quattro serate (dal 1 al 4 novembre) che, dopo lo spettacolo, dalle 22,00, proseguiranno con la proiezione dello straordinario film ‘Bomb! Burning Fantasy’ di Matteo Scarfò dedicato a Gregory Corso e che ha come protagonisti Nick Mancuso ed Elisabetta Pozzi. (foto: ti amo maria)

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Premio Bianca d’Aponte Città di Aversa

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

sighandaÈ Sighanda (al secolo Dominique Fidanza) di Aragona con ‘L’aciddruzzu’ la vincitrice del Premio Bianca d’Aponte – Città di Aversa, che si è concluso sabato sera. Il Premio della Critica è andato invece a Agnese Valle di Roma con ‘Cambia il vento’.
La manifestazione, giunta alla 12a edizione, è l’unico festival/concorso di canzone al femminile in Italia, intitolato alla cantautrice aversana scomparsa a soli 23 anni alla vigilia della pubblicazione del suo primo album.Insieme alle concorrenti, grandi ospiti si sono susseguiti sul palco del Teatro Cimarosa, sotto la direzione artistica di Fausto Mesolella. Madrina di quest’anno è stata Irene Grandi, che ha presieduto la giuria e cantato, insieme ad alcuni suoi brani di grande popolarità, una canzone di Bianca d’Aponte, ‘Ci ritroveremo’. Fra gli ospiti una leggenda vivente della musica italiana, Fausto Cigliano, che ha interpretato anche uno dei pochi brani in napoletano scritti dalla cantautrice campana, ‘Nenia a Sora Morte’, una composizione molto forte che il Maestro ha definito “una canzone drammatica, profondamente umana. Una poesia immortale”. Il pubblico ha tributato a Cigliano, che era accompagnato alla chitarra da Gianluca Marino, una standing ovation.Ma nella serata finale erano di scena anche Vittorio De Scalzi, storico leader dei New Trolls, in un inedito set con Mesolella. E ancora: la russa Elena Frolova, a cui è stato assegnato il Premio “Bianca d’Aponte International”, istituito lo scorso anno in collaborazione con “Cose di Amilcare” (emanazione spagnola del Club Tenco), Mariella Nava e Kaballà.
Nella serata di venerdì era toccato a Giuseppe Anastasi, Bungaro, Patrizia Cirulli (a cui è andato il Premio “Musica della Poesia”), Giorgia Del Mese, Irene Ghiotto (vincitrice dello scorso anno), Mauro Ermanno Giovanardi, Vera Gotschall, i Letti Sfatti con Fausto Mesolella, Fausta Vetere e Corrado Sfogli, Peppe Voltarelli.Il cuore del festival come sempre è stato nel concorso, che ha assegnato anche la menzione per il miglior testo a Clarissa Vichi di Pesaro con ‘Un fiore’, per la composizione a Giovanna Dazzi di Parma con ‘Orione’, per l’interpretazione a Chiara Minaldi di Palermo con ‘Un’anima’.Erano previsti anche due riconoscimenti esterni: quello dell’Officina della Musica e delle Parole, ideata da Alberto Salerno, che consiste nella partecipazione gratuita a un corso della scuola, è stato assegnato a Nicoletta Noè (al secolo Nicoletta Grazzani) di Lodi con ‘Ad Abelardo, Eloisa’. Quello dell’etichetta “Suoni dall’Italia” di Mariella Nava, con la proposta di un contratto discografico, a Chiara Minaldi.
Le altre concorrenti in gara erano Ilaria D’Amore di Roma con ‘Infiniti miracoli’; Marta Delfino di Savona con ‘Abramovic’; Gabriella Martinelli di Taranto con ‘La pancia è un cervello col buco’; Veronica Punzo di Macerata con ‘Il tempo che ho perduto’.
Le due giurie che hanno scelto i vincitori erano, come sempre al d’Aponte, formate da importanti addetti ai lavori (autori, musicisti, cantanti, editori, discografici, manager, organizzatori di festival e rassegne) e giornalisti.
Nel corso delle serate era disponibile la compilation della 12a edizione del Premio che il pubblico ha ricevuto, come tradizione, con un’offerta per Emergency, cui è stato devoluto l’intero ricavato.
La manifestazione è organizzata dall’associazione Bianca d’Aponte con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Aversa. Partner sono la neonata Unione Premi Musicali, Mau, Suoni dall’Italia, Officina della Musica e delle Parole, Blogfoolk, Osservatorio Cittadino, NerosuBianco, L’isola che non c’era. Sponsor è NuovoImaie. Media partner è Rai Radio7live, che trasmetterà in differita ampi stralci delle due serate. (Sighanda: Foto di Mary Addari)

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On. Tassone: non basta un cambiamento se non è vero e positivo!

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

respect-costituzioneSul referendum ho registrato opinioni le più varie. Un argomento che prevale fra i sostenitori del Sì sarebbe che la riforma della Costituzione, varata dal Parlamento, è il primo cambiamento che si fa dopo decenni di tentativi e promesse. Si dice, votiamo Sì perché c’è “finalmente” qualcosa di nuovo. Questo non è assolutamente vero. La legge elettorale nel 1994 (Mattarellum) avviò una sostanziale e di fatto modifica costituzionale. I fautori presentarono il nuovo sistema elettorale come la panacea di tutti i mali che avrebbe interrotto la proliferazione dei governi, assicurato la stabilità e l’alternanza. Un sistema ingessato, quindi, sarebbe andato, dopo la caduta del muro di Berlino. verso la normalizzazione agganciandosi alle democrazie più evolute. Sappiamo come è andata a finire. Dal ’94 si sono succeduti più governi e quella legislatura si esaurì dopo due anni. Non è andata meglio con il “Porcellum” anzi tutto è naufragato nella instabilità e nella girandola degli esecutivi. La riforma formale della costituzione attraverso la legge elettorale (indicazione attraverso la scheda del presidente del consiglio, un premio di maggioranza smisurato ecc.) ha prodotto un mostro. È un mostro fu prodotto dalla riforma della Costituzione del 2001, auspice le sinistre (i “genitori” di Renzi e compagni), in vigore fino ad oggi. Nel 2005 fu varata una riforma che prevedeva il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione dei parlamentari ma fu respinta dal corpo elettorale nel referendum. Non è vero quindi che non ci siano state “novità”. Quando si dice che dopo tanti anni di mancate riforme costituzionali oggi si fa qualcosa non è giusto. È vero che le commissioni parlamentari costituite “ad hoc” sono saltate ma riforme ci sono state. Ma i cambiamenti non presuppongono il meglio e le modiche hanno prodotte il peggio. La legge oggi sottoposta a referendum chiude definitamente gli spazi della politica e assottiglia la democrazia. Ma tutti i malanni del nostro sistema non possono essere guarite attraverso scorciatoie. Il dato è politico. Riguarda i processi di partecipazione che vanno rafforzati. Il cambiamento vero e positivo si assicura attraverso un recupero culturale dove una Nazione si ritrovi con la forza del suo passato e nella volontà di andare avanti senza iattanza. Altrimenti la stabilità è solo desiderio. Se non c’è volontà politica e coscienza non si va da nessuna parte. Per questo ci battiamo per il No perché la Politica non scompaia!

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In Italia 1 vigile del fuoco ogni 15.000 abitanti

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

vigili-fuocoAncora una volta il Ministro non ascolta USB e fiducioso affida l’emergenza ai burocrati del risparmio facendo i conti con la politica del riordino. Non ci sono parole davanti ad una strategia di intervento di questo evento sismico basato di fatto sul risparmio. Già dalle prime battute dell’agosto di quest’anno abbiamo sottovalutato la forza di impatto, messa in atto dal corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, agendo con 465 unità (poi portate a 930) rispetto alle 2700 unità che furono presenti a L’Aquila. Siamo in piena applicazione del riordino, cioè la riforma Monti per intenderci. E questo governo, attraverso l’opera diretta del ministro e del capo dipartimento, non è da meno applicando alla lettera il risparmio di spesa ed inviando di continuo “sezioni operative” invece che la vera “colonna mobile nazionale”. Siamo nelle mani di “incompetenti” che risparmiano sulla pelle dei cittadini ingessando il corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ed evitando un processo di crescita generale in favore della cultura della salvaguardia (legge 225). La ricerca, la previsione grandi rischi, la prevenzione, l’investimento della macchina del soccorso, le assunzioni al fine di raggiungere il paramento europeo di 1 vigile del fuoco ogni mille abitanti (invece che l’attuale proporzione di 1 vigilie del fuoco ogni oltre 15000 abitanti) sono stai accantonati e si è di fatto cannibalizzata la macchina del soccorso svendendo a favore dei privati un patrimonio che deve essere pubblico. Oggi viviamo le emergenze con gli occhi rivolti allo schermo e ci angustiamo nel constatare che nessuno applica di fatto il buon senso. Fasi mescolate… invii dal territorio senza logica… ritardi e sovraccarichi di lavoro… insomma siamo terremotati tra i terremotati!!! Non è cosi che si fa soccorso… non è cosi che il corpo nazionale deve agire. Dobbiamo fare tesoro di emergenze continue che affrontiamo ed abbiamo affrontato. Non possiamo agire, oggi, in maniera disomogenea sul territorio nazionale sperando che le cose vadano per il verso giusto. Il soccorso è imprevedibile ed è per questo che dobbiamo a monte preparare la macchina ad essere il più possibile efficiente e pronta…

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Documento Aha sulle interazioni tra statine e farmaci cardiovascolari

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

farmaciUn nuovo documento dell’American Heart Association fornisce una guida su come gestire le interazioni farmacologiche tra statine e altri farmaci frequentemente prescritti ai pazienti con malattie cardiovascolari. «I medici, ma anche i pazienti che assumono statine, devono sapere che questi farmaci possono interagire con altri medicinali assunti, come per esempio gli antipertensivi e gli antiaritmici» spiega Barbara Wiggins, farmacologa clinica alla Medical University of South Carolina di Charleston e coordinatrice del gruppo di esperti che ha firmato l’articolo appena pubblicato su Circulation, sottolineando che molte di queste associazioni sono sicure, ma ogni paziente è diverso dall’altro e tollera i farmaci in modo differente. «Si stima che circa il 2,8% to dei ricoveri ospedalieri sia dovuto a interazioni farmacologiche, ma il numero potrebbe essere maggiore in quanto gli eventuali sintomi correlati sono spesso interpretati come reazioni avverse» osserva la ricercatrice. Gli autori del documento Aha hanno esaminato in modo minuzioso le associazioni tra statine e farmaci cardiovascolari per potenziali interazioni, suggerendo tra l’altro alcune modifiche da implementare nel foglietto informativo di certe statine in merito alle interazioni farmacologiche. I farmaci cardiovascolari esaminati includevano gli antiaritmici, i medicinali usati nell’insufficienza cardiaca congestizia, gli anticoagulanti e gli antipiastrinici, gli immunosoppressori, gli ipolipemizzanti diversi dalle statine e i calcio-antagonisti. Gli esperti Aha hanno identificato sia le dosi in cui questi farmaci possono essere usati con sicurezza in associazione alle statine, sia le interazioni potenzialmente dannose. Conclude Wiggins: «Lo scopo del documento è informare i medici circa i limiti di dosaggio e gli effetti avversi dovuti alle interazioni farmacologiche tra statine e altri farmaci di frequente prescritti nei pazienti con malattie cardiovascolari, in modo da adottare gli opportuni accorgimenti per minimizzare il rischio di effetti avversi». (foto: farmaci)

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La siciliana Chiara Minaldi vince due premi al Bianca D’Aponte

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

chiara-minaldichiara-minaldi1Il premio per la migliore interpretazione e un contratto con l’etichetta discografica “Suoni D’Italia” della cantautrice Mariella Nava, La Sicilia della musica stravince grazie alla cantante agrigentina Chiara Minaldi, che ha ottenuto due dei riconoscimenti più importanti del premio “Bianca D’Aponte, nella città di Aversa, in provincia di Caserta in Campania, conclusosi nella notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre.Chiara Minaldi, cantante di formazione jazz, ha stupito la giuria – con madrina della serata Irene Grandi – portando il brano “Un’anima”, scritto per lei da Francesco Cusumano, suo paroliere da due anni. La stessa Minaldi ha prima composto la musica, seguita dal testo di Cusumano.«Posso definirla – dice Chiara Minaldi – una canzone leggera. Quasi un acquerello, che parla di emozioni nascoste, come i brividi più intimi dell’innamoramento».Non è la prima volta che Chiara Minaldi – che oltre a essere interprete è docente di canto alla scuola di musica e arte Cast, è biologa infettivologa all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo – porta con la sua musica la Sicilia alla ribalta delle cronache. Lo scorso anno il suo singolo “River” è arrivato in cima alla top ten jazz della classifica delle hit in Sud Corea. Brani della Minaldi sono stati venduti anche in Malesia, Singapore Turchia e Russia. (foto: Chiara Minaldi)

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Premio giornalistico “Giovanni Maria Pace” per la divulgazione scientifica

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

Humanitas Centro Catanese di Oncologia

Humanitas Centro Catanese di Oncologia

Alma Maria Grandin caposervizio del TG1 e Cesare Fassari direttore responsabile di Quotidiano Sanità sono i vincitori della quindicesima edizione del premio giornalistico “Giovanni Maria Pace” per la divulgazione scientifica. Il prestigioso riconoscimento è indetto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) per ricordare il collega di Repubblica scomparso nel 2002 a causa di un tumore. Il premio è stato consegnato durante la cerimonia inaugurale del XVIII Congresso nazionale AIOM, che si chiude oggi a Roma. La giuria ha scelto Alma Maria Grandin, perché, come recita la motivazione, “l’esperienza e il fiuto per la notizia caratterizzano il suo modo di fare giornalismo, da sempre al di sopra delle parti. Alma ha il curriculum perfetto del giornalista, è figura a tutto tondo di professionista della comunicazione e dell’informazione”. Cesare Fassari ha ottenuto il riconoscimento perché: “ha sempre combattuto l’incomunicabilità tra ricercatori, politici e grande pubblico. Quando possiamo contare su professionisti del calibro di Cesare, la comunicazione diventa più chiara e fruibile, una capacità che gli deriva da un percorso professionale ai massimi livelli”. Il premio Pace, intitolato al fondatore del giornalismo scientifico in Italia, è divenuto uno dei riconoscimenti più ambiti per le firme dell’informazione sulla salute e medicina nel nostro Paese.

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Giornata Nazionale delle Guide Ambientali

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

camerino“La Giornata Nazionale delle Guide Ambientali sarà nei luoghi colpiti dal terremoto. I nostri coordinamenti presenti nel Lazio, Marche ed Umbria concentreranno tutti gli eventi, tutte le iniziative turistiche su Amatrice, Accumuli, Arquata e su tutte le zone colpite anche dal recente terremoto sui monti Sibillini. Sarà la più imponente operazione di rilancio turistico dell’intero territorio e condurremo i turisti in quei luoghi per far conoscere loro le straordinarie bellezze di questi posti”.Lo ha annunciato Stefano Spinetti, Presidente dell’Associazione Nazionale Guide Ambientali Escursionistiche , l’unica riconosciuta dal MISE e l’unica a rappresentare le migliaia di guide, geologi, biologi , naturalisti, archeologi , sparsi negli 8000 comuni italiani , intervenendo oggi ad Ischia alla convention nazionale su “Gestione del Capitale Naturale tra Terra e Mare” organizzata dall’Area Marina Protetta, Regno di Nettuno con Ministero dell’Ambiente, i Comuni dell’Isola, la Regione Campania, Federparchi, l’Università Parthenope, Aigae, Aidap, Adriapan, SZ Anton Dohrn, Navigando verso Aenaria. “Si rischia un danno ancora più grave – ha proseguito Spinetti – in quanto quelle zone erano già di forte richiamo per il turismo ambientale. Stiamo pensando e lavorando ad un forte ed immediato rilancio del settore in quei luoghi”.
“La BRITISH TOURIST AUTHORITY (BTA) L’Autorità Britannica per il Turismo – ha proseguito Spinetti – nell’ultima graduatoria ha messo fuori l’Italia dai maggiori mercati di riferimento di Walking Tourism . Al primo posto per gli inglesi ci sono Irlanda e poi a seguire Francia , Spagna, le Alpi, la Scandinavia, il Nepal, l’India, il Sud America, il Canada, la Nuova Zelanda, Africa . Si salvano solo le Alpi ma del resto non c’è traccia. Dunque dell’Italia , in questa graduatoria stilata dagli inglesi, oggi, l’Italia non c’è. Dobbiamo puntare al grande rilancio del turismo ambientale in Italia. Allo stato attuale l’Italia non riesce ad attirare quei 38 milioni di turisti inglesi appassionati di Walking Tourism”. In Campania il turismo ambientale registra impennata del 50 per cento“In questi ultimi tempi – ha dichiarato Vienna Cammarota, Presidente di AIGAE CAMPANIA – il turismo ambientale ha fatto registrare un aumento del 50 per cento delle presenze . La gente vuole conoscere e soprattutto vuole conoscere i luoghi in cui abita , risiede. E’ un dato di non poco conto”.

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Gli insegnamenti della vita e dell’opera di Adriana Chiaia

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

la-voceIl 27 ottobre è morta Adriana Chiaia (1925-2016) e molti hanno chinato la testa o levato il pugno per salutare una compagna che ha dato molto alla causa della rinascita del movimento comunista. Noi uniamo il nostro saluto al loro.
Adriana Chiaia ha partecipato con passione e intelligenza agli inizi della lotta che ha portato alla costituzione della Carovana del (nuovo) Partito comunista italiano. Questa storia inizia, come ben illustrato nel cap. 2.1.3 del nostro Manifesto Programma, negli anni ’80 quando fummo posti di fronte al fallimento dei primi tentativi di ricostruzione del partito comunista, in particolare dei due più importanti tentativi: quello del movimento marxista-leninista (Nuova Unità) e quello delle Brigate Rosse.
Adriana fu tra i promotori del Coordinamento Nazionale dei Comitati contro la Repressione e del suo organo di stampa IL BOLLETTINO e tra gli animatori del Convegno sulla repressione tenuto il 30-31 maggio 1981 alla Palazzina Liberty di Milano, ospiti di Franca Rame e Dario Fo. Il Convegno chiamò alla lotta contro il pentimento e la dissociazione e alla solidarietà con i prigionieri politici che resistevano alla ferocia della Repubblica Pontificia, in gran parte compagni delle Brigate Rosse. Eredità del Convegno è l’opuscolo Toni Negri, ovvero del soggettivismo e del gradualismo, presentato dal Comitato Giuliano Naria (poi diventato CoProCo, Comitato di Propaganda Comunista) di cui Adriana era membro. Erano gli anni di cui nel 1988 farà il bilancio Pippo Assan nell’opuscolo Cristoforo Colombo di cui abbiamo parlato anche recentemente nell’Avviso ai naviganti 61.
Senza il concorso di Adriana difficilmente avrebbero visto la luce le pubblicazioni della Giuseppe Maj “Editore”, tra cui ricordiamo I fatti e la testa (1983) del CoProCo, Il proletariato non si è pentito (1984) a cura di Adriana Chiaia, Politica e Rivoluzione (1984) di Andrea Coi, Prospero Gallinari, Francesco Piccioni e Bruno Seghetti, La nostalgia e la memoria (1986) di Sante Notarnicola.
Infine Adriana è stata tra i fondatori delle Edizioni Rapporti Sociali e della rivista Rapporti Sociali il cui numero zero, Don Chisciotte e i mulini a vento uscì nel 1985, anno in cui Adriana fece l’esperienza del carcere speciale di Voghera.
Fu all’inizio degli anni ’90 che Adriana si staccò dalla redazione di Rapporti Sociali e dall’impresa che scaturì dalla rivista attraverso la pubblicazione delle Opere di Mao Tse-tung (25 volumi pubblicati tra il 1991 e il 1994): la creazione dei CARC prima (1993) e la creazione della Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano poi (gennaio 1999).
La discussione dei motivi del distacco di Adriana dalla nostra opera ci ha aiutato a capire meglio la nostra opera stessa. Adriana si staccò perché, irriducibile nella denuncia della deviazione revisionista, non aveva abbastanza fiducia nella rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Era per la resistenza, ma non aveva fiducia che saremmo ripartiti all’attacco. Questa fu in sintesi la ragione profonda del suo abbandono della lotta che avevamo iniziato insieme. La confermano anche la successiva partenza e la lunga permanenza di Adriana a Cuba che della resistenza era diventata il simbolo. La conferma anche il lavoro che Adriana ha fatto dopo il ritorno da Cuba, per Zambon Editore, tutto incentrato sulla difesa dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria e sulla lotta contro le denigrazioni di ogni genere portate fin nelle file della sinistra borghese: basti ricordare gli infami Fausto Bertinotti e Paolo Ferrero.
Ci siamo chiesti a fondo i motivi per cui una compagna come Adriana Chiaia, della cui integrità morale e della cui intelligenza abbiamo avuto esperienza diretta, non aveva fiducia nella rinascita del movimento comunista a cui tuttavia di fatto ha contribuito. In sostanza la questione è che la rinascita del movimento comunista non si fonda solo sulla vecchia verità del movimento comunista, dell’eroismo profuso nel suo primo “assalto al cielo” e dei grandi risultati raggiunti nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria. Si fonda anche sulla comprensione dei limiti che hanno impedito al movimento comunista di instaurare il socialismo nei paesi imperialisti nel corso della prima crisi generale del capitalismo (1900-1945). Chi non capisce questi limiti, non riesce ad aderire e partecipare a fondo alla rinascita, ad avere piena fiducia in essa e a lavorarvi con successo, serenità e felicità. La storia della sua vita aveva formato Adriana alla resistenza e alla difesa intransigente dei valori più avanzati elaborati dall’umanità. Non l’aveva formata alla duttilità della dialettica.
Adriana era nata a Bari da un’insegnante figlia di quella stirpe di funzionari sabaudi che “avevano fatto l’Italia” e da un nobile meridionale gaudente e scialacquatore con cui la madre aveva ben presto rotto ogni rapporto nonostante gli usi e costumi del tempo. Adriana si era formata nella Bari del periodo fascista alla scuola di sua madre. Questo l’aveva portata all’adesione al movimento comunista appena approdata a Milano come neolaureata professoressa di matematica. Tener ferma la posizione del movimento comunista contro i revisionisti favoriti dal boom economico le fu per così dire facile. Avere la libertà e la duttilità di pensiero necessarie per concepire la rinascita del movimento comunista nonostante i fallimenti dei primi tentativi di ricostruzione (movimento m-l e Brigate Rosse) le era più difficile. L’esperienza e l’opera di Adriana Chiaia contengono quindi importanti insegnamenti per tutti quei compagni che aspirano al “ristabilimento dei principi” del movimento comunista, riconoscono il suo eroismo e difendono la sua memoria, ma trascurano la ricerca dei limiti per cui la prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita: i limiti illustrati nel nostro Manifesto Programma e in tanta parte della letteratura del (n)PCI. Solo chi capisce quei limiti, capisce che siamo in grado di fare quello che ieri nonostante tanto eroismo non fu fatto e si mette a farlo con serenità e determinazione. Il riconoscimento e l’esaltazione della rigorosa e intransigente difesa dei principi e della verità di cui Adriana è fulgido esempio, devono andare di pari passo con il superamento dei suoi limiti: che sono stati limiti di dialettica nel modo di pensare. (foto: la voce)

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Intervista concessa da Alessandro Di Battista a Telàm, agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Argentina

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

di-battistaIl 4 dicembre c’è il referendum: perché dite “no”?
Perchè non aboliscono il Senato, quel che tolgono è la possibilità ai cittadini di poter votare loro stessi i senatori. Io sono deputato della Repubblica italiana da 3 anni e mi sono reso conto che la qualità della legge diminuisce al diminuire del contatto diretto tra politica e cittadini. Quindi, se i parlamentari non saranno eletti direttamente dal popolo, ovviamente i deputati non si sentiranno di dover rispondere al popolo, bensì esclusivamente ai partiti che li nominano e per noi una Repubblica fondata sulla nomina è una repubblica che produrrà leggi non buone.
Il Partito Democratico, quando dà la sua versione del “sì” parla della riduzione di costi ad esempio. Voi cosa ne pensate su questo punto?
L’unica riduzione che vedremo (con questo referendum, ndr) sarà quella di spazi democratici e della sovranità popolare. Se volessero ridurre realmente i costi della politica potrebbero, prima cosa: abrogare il finanziamento pubblico ai partiti; secondo: possono tagliarsi una parte dei loro stipendi. Ad esempio io lo faccio, perché ogni deputato del M5S si taglia metà dello stipendio (da parlamentare, ndr) e rendiconta ogni spesa e tutto questo sarà discusso la prossima settimana in una proposta di legge che abbiamo presentato in Parlamento per tagliare i veri costi degli stipendi dei politici e questo rappresenterebbe un risparmio per il popolo italiano molto più grande del presunto risparmio che si dovrebbe ottenere con la riforma costituzionale. Se vogliono veramente tagliare i costi della politica è sufficiente tagliare gli stipendi, abrogare il finanziamento pubblico ai partiti e non cambiare quasi 50 articoli della Costituzione italiana.
Un altro punto del “sì” al referendum è dare stabilità a un paese che ha avuto 63 governi in 70 anni.
La stabilità per noi c’è se in Parlamento entrano persone che dipendono dal popolo italiano e che producono leggi per i propri datori di lavoro, che sono i cittadini. Perché se col sistema della nomina si mettono dentro deputati che rispondono esclusivamente ai partiti e se questi stessi partiti magari hanno dinamiche interne e arrivano a dividersi ovviamente non ci sarà stabilità. Inoltre, una Repubblica si deve giudicare in base alla qualità delle leggi. Non è vero che abbuiamo bisogno di più leggi, abbiamo solo bisogno di leggi migliori. L’Italia è uno dei Paesi nel mondo che ha il più grande numero di leggi, il problema è che sono di bassa qualità, perché non c’è un legame diretto tra il popolo italiano e i parlamentari. Questo è il problema!
Però questo punto che i governi in Italia hanno avuto breve durata c’è: 63 governi su 70 anni sembrano tanti…
Però, vede, sono caduti anche dei governi con il Porcellum che è una legge iper-maggioritaria. Ripeto: si vede la qualità di un processo legislativo in base alla qualità delle stesse leggi. Io credo che la governabilità (di un Paese, ndr) viene garantita quando nelle istituzioni entrano persone di qualità, persone che abbiano l’idea che in una democrazia il capo della stessa democrazia è il popolo e non sono i partiti. Attualmente i partiti non dipendono da alcuna base, che quasi non esiste a parte che per il M5S che è un forza popolare abbastanza forte, ma dipendono dai gruppi finanziari che li sostengono e che in molti casi sono banche, gruppi assicurativi, grandi lobby internazionali, gli stessi che sono i reali mandanti di questa riforma costituzionale. Questa riforma non è stata scritta da Boschi, Verdini, Renzi e Napolitano, ma è stata imposta a loro dal grande capitalismo finanziario mondiale che ha bisogno di un cambio della nostra Costituzione, attraverso un accentramento maggiore del potere in mano al governo Renzi, per controllare meglio il nostro Paese.
buenos airesPerché Renzi ha allora personalizzato tanto la riforma?
Quello è stato un suo errore politico ed ora sta tentando di migliorare le sue condizioni. Renzi iniziò a personalizzare questo referendum quando pensava di avere una forza, una credibilità abbastanza grande nel Paese. Quando invece si è reso conto, per colpa delle sue bugie, soprattutto a livello economico, perché in questo Paese non c’è lavoro, ci sono molti disoccupati, la povertà sta aumentando, tanto che attualmente nel Sud Italia ci sono più italiani che si recano alle mense dei poveri (Caritas, ndr) che stranieri e questo quello che si sta verificando nel Sud Italia. Tutte queste bugie hanno prodotto un crollo della credibilità di Renzi e ora sta provando a cambiare questa cosa. Prima ha personalizzato il referendum e ora che ha visto che molta gente, indipendentemente dalle modiche della Costituzione (che sono terribili), voterebbe contro di lui, perché Renzi ha mentito al popolo italiano. Quindi quello di personalizzare il referendum è stato un suo errore politico che ora sta provando a correggere.
Dunque il 4 dicembre, oltre al “sì” o al “no” alla riforma, si andrà a votare anche in base a un appoggio o meno al governo di Renzi…
Io spero che la gente si informi sui contenuti della riforma costituzionale e capisca che, come sempre, le leggi di Renzi hanno un titolo meraviglioso come la “Buona scuola”, “Riforma costituzionale”, “Sblocca Italia”, i titoli sono meravigliosi ma poi dentro c’è sempre qualcosa che, non so come spiegarlo… che ti fotte! Forse non è una bella parola, ma insomma qualcosa che non va. E’ sempre stato cosi: nelle leggi di Renzi c’è una piccola parte di zucchero e quintali di letame. La propaganda di Renzi si concentra in quella piccolissima parte di zucchero e molta gente pensa che il contenuto sia solo questa parte di zucchero, mentre in realtà ci propinano una grande quantità di letame che ci compromette democraticamente e sul piano della sovranità popolare.
Il 4 notte, immaginiamo, vince il “no”, cosa succederà? Cosa chiederà il M5S?
Noi chiediamo le dimissioni di Renzi per altre ragioni legate al fallimento economico del suoi governo, lui ha detto che lascerà se non passerà il “sì” alla riforma, non so quel che farà. Se vincerà il “no” io sarei felice perché in questo modo preserviamo la nostra Costituzione, che si può cambiare, sia chiaro, una Costituzione si può cambiare, ma per dare più potere ai cittadini e non per toglierglielo e consegnarlo esclusivamente nelle mani di un capo che, di fatto, viene sostenuto da un partito che non ha dalla sua parte nemmeno la maggioranza dell’opinione pubblica.
Quindi se vince il “no” ci saranno nuove elezioni?
Mi immagino che a quel punto il Parlamento farà una legge elettorale migliore di questa che hanno chiamato Italicum e che produce il 60%, il 65%, a volte il 70% di nominati all’interno della Camera dei Deputati. Si farà una legge elettorale e si andrà a votare. Noi vogliamo andare al voto, perchè crediamo che le misure economiche prese dal governo Renzi sono state un vero fallimento. Questa riforma costituzionale per i partiti è come se fosse un condono: danno la colpa dei loro fallimenti degli ultimi 30 anni alla Costituzione. Non è così, i fallimenti sono dei partiti e dei politici che attualmente per non dire “abbiamo sbagliato” devono dire che è colpa della Costituzione, ma sono bugie perché le peggiori leggi che hanno approvato le hanno approvate in 20 giorni quando gli conveniva. Quando di contro il M5S presenta un legge per un reddito minimo garantito, il reddito di cittadinanza, che è la proposta economica più forte del M5S, allora ci fanno credere che la colpa è del bicameralismo, della presenza di Camera e Senato nella nostra Costituzione. Non è così. Questa è una bugia.
Nella lotta per il “no” ci sono anche altre forze, tra cui Berlusconi, la Lega Nord, come si sente il M5S a condividere queste posizioni?
argentinaNoi non stiamo condividendo nulla con nessuno, condividiamo una lotta con il popolo italiano e attualmente la lotta è sulla Costituzione. Il M5S non fa alleanze, non ha nulla a che vedere con Berlusconi, con la Lega, con la falsa sinistra, con il Partito Democratico, con tutti i partiti che hanno governato, che hanno avuto la loro opportunità negli ultimi 30 anni e hanno fallito. Questa è una battaglia non per la destra, per la sinistra o per le alleanze politiche, ma per provare a mantenere quel poco che ci hanno lasciato della sovranità popolare.
Il Movimento 5 Stelle come si autodefinisce? Accetta le categorie sinistra-destra?
No, queste sono categorie del 1800, ragionare in termini de sinistra-destra significa ragionare su categorie obsolete. per noi la battaglia politica del futuro non sarà tra sinistra e destra, ma tra sovranità e globalizzazione della privazione dei diritti, perché quel che vedo io è che alcuni Paesi con i loro sistemi iper-capitalisti stanno togliendo i diritti ai loro popoli, privatizzandoli e mercificandoli. Questa operazione si sta diffondendo anche in altri Paesi, come l’Italia, o come in altri del Sud Europa che hanno Costituzioni approvate dopo la Seconda Guerra Mondiale e che, indipendentemente dalle leggi ordinarie approvate negli ultimi anni, proteggono ancora i lavoratori e i loro popoli.
Queste critiche al sistema finanziario internazionale e alla globalizzazione sono posizioni che negli Stati Uniti condivide in parte Donald Trump. Come vede le elezioni negli Stati Uniti?
Queste sono questioni che riguardano il popolo Nord Americano, io sto studiando una terza candidata, che si chiama Jill Stein, leader del Partito Verde, che ha proposte abbastanza interessanti. Dall’altra parte nons ento avanzare buone proposte, né da parte di Trump, Nè da parte della Clinton. A parte la parentesi Obama, che aveva come segretario di Stato la Clinton, io vedo che la presunta democrazia più grande del mondo, negli Stati Uniti d’America, o tu ti chiami Clinton (marito e moglie), o tu ti chiami Bush (padre e figlio), o tu sei miliardario (come Trump) oppure non puoi fare il presidente degli Stati Uniti. E questa la chiamano democrazia…
In Argentina vivono circa 600.000 persone con la cittadinanza italiana, che messaggio gli manda e che politica pubblica pensa il M5S per loro, visto che ci sono stati dei tagli all’ospedale italiano che sta in Argentina o al teatro Colosseo che anche dipende dallo Stato italiano?
Se questi servizi, anzi questi diritti, chiamiamoli così, a Buenos Aires così come in tutta l’Argentina sono stati tagliati non è colpa della Costituzione, ma della politica e degli stessi politici che oggi stanno dicendo che se cambiamo la Costituzione tutto migliora. Questa è la menzogna più grande. Io al popolo argentino di origine italiana che vota dico: noi produciamo informazioni anche in spagnolo-castellano, ecco per questo io dico loro di informarsi senza credere ai politici locali. Ognuno deve informarsi sui rischi che nasconde questa riforma costituzionale. Noi, a costo zero, produciamo più contenuti possibili, ovviamente attraverso la rete, perché il M5S non ha questa grande forza economica per viaggiare, a me piacerebbe viaggiare, adoro Buenos Aires, adoro l’Argentina, ma non abbiamo il tempo e tanto meno i soldi, perché restituiamo anche tantissimi fondi pubblici ai cittadini. Quindi quello che chiedo io, semplicemente, è: massima attenzione, massima informazione e poi ognuno si farà la sua opinione.
costituzione-de-nicola-de-gasperi_650x447Quali sono le vostre priorità?
Il reddito di cittadinanza e un sostegno alle piccole e medie imprese italiane, perché il tessuto economico del Paese in Italia, così come in Argentina, è sorretto soprattutto sulle imprese e parliamo delle pmi, che sono state distrutte, colpite dalle tasse e dai governi che hanno aiutato esclusivamente i grandi dimenticandosi dei piccoli. Queste sono le prime misure e poi anche la tutela dei diritti costituzionali alla istruzione pubblica e alla salute pubblica perché noi ci tagliamo gli stipendi e appoggiamo le piccole e medie imprese private, ma pensiamo che acqua, trasporti, istruzione e salute debbano essere pubblici perché non sono merci, bensì diritti.
E per le grandi imprese italiane? Penso a Leonardo-Finmeccanica…
Noi vogliamo sostenerlo, quel che non vogliamo è che siano loro a comandare. Deve comandare il Parlamento, deve comandare il popolo italiano e le grandi imprese devono ovviamente fare i propri affari ma li deve fare nell’interesse generale del Paese e della nazione.
Ultima domanda: in Unione Europea si passa da 28 Stati membri a 27, dopo il Brexit…
Noi non vogliamo uscire dall’Unione Europea. Noi non siamo contro questa Europa, è questa Europa è che contro i popoli e per questo sta fallendo, per la sua arroganza, per aver dimenticato i diritti dei cittadini e per avere dentro gente della Goldman Sachs, della JPMorgan, della Morgan Stanley, del gruppo Rothschild. Pensiamo a Barroso, ha lasciato l’incarico di presidente della Commissione Ue ed oggi è in Goldman Sachs, Prodi stessa cosa, Monti uguale, il presidente della Bce Mario Draghi è un italiano, lavoro al Tesoro italiano e anche lui ha un passato in Goldman Sachs. A me sembra che già ora non stiamo in una democrazia, dove i popoli in Europa eleggono solo il Parlamento europeo che tra le istituzioni Ue è l’organismo che conta meno. Piuttosto mi sembra che stiamo in una nuova forma di governo che si chiama “creditocrazia”: le banche ti prestano soldi, ti creano debito e se non paghi il debito devi poi pagare gli interessi del debito e così finisce controllato, con le mani ammanettate per l’eternità e già in questa maniera si perde la sovranità e in cambio si costruisce un governo delle banche. Questo vogliamo evitarlo.
Parli di Angela Merkel?
Ma lei fa gli interessi del suo Paese, non è che io vedo nella Merkel un nemico, mai. Io penso che i politici italiani non hanno finora fatto l’interesse dell’Italia e penso che l’Europa sia un sogno, un luogo dove costruire pace, è qualcosa di meraviglioso, però questo se si dà potere democratico ai popoli. Lo ripeto: non siamo noi ad essere contro l’Europa, l’Europa sta fallendo. Io non posso accettare che qualcuno non eletto da nessuno mi venga a dire in Italia come devo mandare in pensione la mia gente o che vada a dire ai greci quanto devono pagare la feta. Questa non è democrazia, questa è una tecnocrazia di persone che ci comandano e che nemmeno conosciamo.

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“L’Illuminismo è finito, ma non andiamo in pace”

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

illuminismoA Benevento sabato scorso presso la biblioteca provinciale l’Associazione culturale Generoso Simeone ha presentato l’ultimo lavoro di Torriero “L’Illuminismo è finito, ma non andiamo in pace”, alla presenza di un cospicuo pubblico interessato alle due ore di interventi programmati. Dopo i saluti della professoressa Tiziana Iuzzolino, socio dell’Associazione culturale Generoso Simeone e l’introduzione di Marina Simeone, Presidente dell’Associazione Generoso Simeone la parola è stata passata all’autore Fabio Torriero, che ha lanciato le sue frecce, dirette contro bersagli precisi: terrorismo, perdita del sacro e quindi laicismo, metamorfosi delle polarità sessuali e quindi Gender. L’illuminismo con i suoi Robespierre, Rousseau, Voltaire e adepti non ha fatto altro che dare vita ad una società mostruosa, i cui figli naturali non possono che essere deformazioni umane, a cui soltanto potrebbe opporsi una resistenza in nome di valori identitari, purtroppo dispersi nel marasma del globalismo. Al tavolo dei relatori accanto all’autore l’Associazione ha voluto esponenti del mondo della comunicazione, della chiesa e della scuola, che potessero rendere il confronto completo come pluralistico e così Raffaele Salomone Megna, presidente Gilda Benevento, ha regalato all’accorta platea venti minuti di viaggio in una Europa aggredita, desolata, sconfitta, una Europa in crisi che deve scegliere in nome e per conto di cosa combattere. Non l’illuminismo è all’origine del male – ha ribadito Salomone Megna – ma quello che Fusaro ha definito ordo-liberismo, il male di matrice economicista e consumistica. L’illuminismo è stato tradito non terminato. Delicato e istruttivo l’intervento della Dirigente dell’Istituto artistico Virgilio Maria Buonaguro, attenta indagatrice della fragile psiche dei propri studenti e intenzionata a non infrangerla, ma ad impreziosirla con letture giuste che possano porre i problemi attuali al centro della riflessione.” I modelli sono importanti per i nostri giovani perché possano avere una solida consapevolezza dell’essere cittadini.” Monsignore Pasquale Maria Mainolfi è entrato nel dibattito in punta di piedi e si è lasciato trasportare con la forza di uragano travolgente dalla tematica: il gender. L’assenza di sessualità, la morte della emozionalità, della partecipazione al conoscersi, al frequentarsi, al capirs,i al confrontarsi, sta ledendo nel profondo il senso stesso di comunità, del trovarsi insieme in un percorso di vita. Il gender è un errore, lo è il permessivismo che comporta, il non voler dare, con il pretesto della libertà un valore alla naturalità, stabilita da Dio e non ripensabile dall’uomo arbitrariamente. Ha lanciato attacchi chiari e senza remore contro la scuola che permette ad oscenità indicibili di “educare” i bambini del futuro, quelli che vedranno nella masturbazione, nel contatto amoroso un obbligo istituzionale, come il fare i compiti a casa. Applausi e assenso per le sue parole. Il pubblico non è rimasto a guardare e nonostante il tempo trascorso insieme fosse stato già sufficiente dal pubblico un volto noto alle cronache dell’Associazione Davide Scarinzi ha chiesto di prendere la parola e ha aggiunto al discorso di Pasquale Maria Mainolfi tra le oscenità in atto , l’invasione migratoria, un ingresso avallato dal Papa Bergoglio, che invece deve essere fermato subito. Un pomeriggio autunnale caldo a Benevento che ha fatto levare voci da sinistra e destra a ribadire l’importanza di affrontare trasversalmente i problemi come ha rilevato Marina Simeone: “perché non è più il tempo di chinare il capo dinanzi alle ideologie novecentesche e alle assialità ottocentesche. E’ tempo di scegliere da che parte stare e se e come difendere la propria identità o subirne la morte definitiva in nome di valori mondialisti e finanziari senza radici, senza patria, senza cuore.” (Luigi La Monaca) (foto: illuminismo)

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Pubblicate su Jama le nuove linee guida sulla gestione dell’acne

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

acneLe nuove linee guida sulla gestione dell’acne vulgaris sono state prodotte da un gruppo di lavoro dell’American Academy of Dermatology (Aad), che ha condotto una revisione sistematica della letteratura corrente sviluppando una serie di raccomandazioni cliniche sulla base delle evidenze o, in caso di evidenze non disponibili, non coerenti o limitate, sulla base dell’opinione degli esperti. «Il successo nella gestione dell’acne dipende dalla valutazione accurata della sua morfologia e gravità e dallo sviluppo di un adeguato regime di trattamento» spiega Carly Roman, della University of Chicago e prima autrice dell’articolo pubblicato su Jama, elencando le principali raccomandazioni dell’Aad. I retinoidi topici, la componente fondamentale della terapia topica per l’acne, sono raccomandati in monoterapia per l’acne comedonica o in combinazione con antimicrobici per uso topico o orale in pazienti con acne mista o prevalentemente infiammatoria (livello di evidenza I). Il perossido di benzoile è un efficace trattamento topico dell’acne (livello di evidenza I). La terapia antibiotica topica (clindamicina o eritromicina) è consigliata solo in combinazione con il perossido di benzoile (livello di evidenza I). La terapia antibiotica sistemica è raccomandata per la gestione di acne infiammatoria moderata e grave e resistente ai trattamenti topici (livello di evidenza I). L’uso di antibiotici sistemici dovrebbe essere limitato al minor tempo possibile, in genere 3 mesi. La terapia topica concomitante e costante con perossido di benzoile o un retinoide topico è consigliata per il mantenimento (livello di evidenza I). I contraccettivi orali combinati sono efficaci nel trattamento dell’acne infiammatoria nelle ragazze e nelle donne (livello di evidenza I). L’isotretinoina orale è raccomandata per il trattamento dell’acne nodulare grave, dell’acne moderata recalcitrante, o dell’acne che produce cicatrici o disagio psico-sociale (livello di evidenza I). (foto: acne) (fonte: doctornews33)

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Preghiera degli ergastolani

Posted by fidest press agency su lunedì, 31 ottobre 2016

giubileo-del-carceratoPer il Giubileo dei carcerati del 6 novembre 2016. Dal Luglio 2013 nel Codice penale del Vaticano non c’è più l’ergastolo. Papa Francesco ha definito l’ergastolo una pena di morte nascosta.
Dio, siamo i cattivi, i maledetti e i colpevoli per sempre: siamo gli ergastolani, quelli che devono vivere nel nulla e marcire in una cella per tutta la vita.
Dio, nelle carceri italiane ci sono uomini che sono solo ombre, che vedono scorrere il tempo senza di loro e che vivono aspettando di morire.
Dio, molti ergastolani, dopo tanti anni di carcere, camminano, respirano e sembrano vivi, ma in realtà sono già morti.
Dio, l’ergastolano non vive, pensa di sopravvivere e, in realtà, non fa neppure quello, perché l’ergastolo lo tiene solo in vita, ma non è vita.
Dio, nessun “umano” o “disumano” meriterebbe di vivere una punizione senza fine, tutti dovrebbero aver diritto di sapere quando finisce la propria pena.
Dio, nessun’altra specie vivente tiene un suo simile dentro una gabbia per tutta la vita; una pena che non finisce mai non ha nulla di umano e fa passare la voglia di vivere.
Dio, dillo tu agli “umani” che gli ergastolani non hanno paura della morte perché la loro vita non è poi così diversa dalla morte.
Dio, dillo tu agli “umani” che la pena dovrebbe essere buona e non cattiva, che dovrebbe risarcire e non vendicare.
Dio, dillo tu agli “umani” che una pena che ruba il futuro per sempre, leva anche il rimorso per qualsiasi male uno abbia commesso.
Dio, dillo tu agli “umani” che solo il perdono suscita nei cattivi il senso di colpa, mentre le punizioni crudeli e senza futuro fanno sentire innocenti anche i peggiori criminali.
Dio, dillo tu agli “umani” che dopo tanti anni di carcere non si punisce più la persona che ha commesso il crimine, ma si punisce un’altra persona che con quel crimine non c’entra più nulla.
Dio, come fa a rieducare una pena che non finisce mai? E poi che senso avrebbe morire in cella rieducati? Dio, pensiamo che a te importi più che si possa ritornare rieducati fra gli uomini, a portare buone parole, che un rieducato morto, che neanche tu forse sapresti cosa farne…
Dio, dillo tu agli “umani” che l’ergastolo è una vera e propria tortura, che umilia la vita e il suo creatore.
Dio, dillo tu agli “umani” che la miglior difesa contro l’odio è l’amore e la miglior vendetta è il perdono.
Dio, non so pregare, ma ti prego lo stesso: se proprio non puoi aiutarci, o se gli umani non ti danno retta, facci almeno morire presto. (Carmelo Musumeci)

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