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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Archive for 2 marzo 2017

The Impressionist & Modern Art Evening Sale and Art of the Surreal

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

art-of-the-surrealLondon The Impressionist & Modern Art Evening Sale and Art of the Surreal launched 20th Century at Christie’s, achieving a combined total of £136,874,598 / $169,998,251 / €160,143,280. The evening saw an electric start with lively bidding for Portrait de Lluis Alemany, a work dating from the very beginning of Picasso’s career (£773,000 / $960,066 / €904,410), and continued with Berthe Morisot’s Femme en noir or Avant le théâtre, which achieved £2,045,000 / $2,539,890 / €2,392,650 against a pre-sale estimate of £600,000-800,000 / $760,000-1,000,000 / €710,000-940,000 and Femme et enfant au balcon also by Morisot, which more than doubled its high estimate to realise £4,085,000 / $5,073,570 / €4,779,450. The nine further works from the Personal Collection of Barbara Lambrecht, including paintings by Kees van Dongen, Raoul Dufy, Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir and Félix Vallotton, each sold above estimate with the group totalling £15,945,000 / £19,803,690 / £18,655,650, to date, with all proceeds benefitting the Rubens Prize Collection at the Museum of Contemporary Art Siegen. The top work of the evening was Paul Gauguin’s highly sought after Te Fare (La maison), which sold for £20,325,000 / $25,243,650 / €23,780,250, while René Magritte’s La corde sensible set a new world record at auction for the artist of £14,441,348 / $17,936,155 / €16,896,378, with Le domaine d’Arnheim becoming the third highest price for Magritte at auction (£10,245,000 / $12,724,290 / €11,986,650), confirming that works by Surreal artists continue to inspire collectors globally. Determined bidding was seen for three oil paintings that trace Le Corbusier’s artistic career from the 1920s to the 1940s from the Heidi Weber Museum Collection. With outstanding sell through rates of 92% by lot and 96% by value there was high energy felt in the first auctions of 20th Century at Christie’s. Registered bidders from 39 countries across five continents demonstrate continued global interest from buyers with notable bidding from Asia. (photo: Art of the Surreal)

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Catella advisor on MaxFast’s share issue

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

britt-marie-nymanrobert-fonovichCatella’s Corporate Finance unit has acted as financial advisor, and Catella Bank was bookrunner to MaxFast in connection with the company’s new issue of ordinary shares communicated yesterday. The issue was oversubscribed and the company raised a total of SEK 134 million before issue costs. “We are very pleased to once again be able to assist MaxFast with both advisory and capital raising in order to facilitate its growth plans,” says Robert Fonovich, Head of Catella’s Swedish Corporate Finance operations. MaxFast has properties with strong cash flows with a value of approximately one billion kronor. Its aim is for the portfolio to have grown to two billion kronor within two years. As part of this growth the company announced in late January a share issue directed to the public of SEK 100 million that could be supplemented with an over-allotment option if the public offering was oversubscribed. There was substantial demand and an additional SEK 34 million was issued.The issue was conducted with exemption from the preferential rights of shareholders in order to achieve a wider distribution of shares. Prior to the issue the number of shareholders was approximately 200, and in connection with the issue MaxFast gained approximately 1,700 new shareholders. The proceeds will be used for the acquisition of new high-yield properties and investment projects in central Sweden.“Catella has assisted MaxFast with two capital raisings and ahead of the company’s listing on First North last summer. This latest assignment has encompassed everything from IR consulting to structuring and a new share issue directed to the public, demonstrating the breadth of Catella’s offering,” says Britt-Marie Nyman, Capital Markets Manager at Catella’s Corporate Finance unit. (photos: Britt-Marie Nyman, Robert Fonovich)

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Mostra documentaria Schedati, perseguitati, sterminati

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

vittorianoRoma Giovedì 9 marzo 2017, ore 11.30 Monumento a Vittorio Emanuele II, Sala Zanardelli Piazza dell’Aracoeli 1, mostra documentaria Schedati, perseguitati, sterminati Malati psichici e disabili durante il nazionalsocialismo arricchita dalla sezione Malati, manicomi e psichiatri in Italia: dal ventennio fascista alla seconda guerra mondiale. Presentata per la prima volta nel 2014 al Parlamento tedesco a Berlino, l’esposizione è stata portata a Londra, Vienna, Osaka, Città del Capo e Toronto. Attraverso fotografie, documenti d’archivio e inediti e ricostruzioni biografiche viene raccontata l’assoluta disumanità perpetrata nei confronti dei malati psichici e dei disabili durante il nazionalsocialismo. Intervengono:
Edith Gabrielli – Direttore Polo Museale del Lazio
Prof. Claudio Mencacci – Presidente Società italiana di psichiatria
Prof. Frank Schneider – Presidente Società tedesca di psichiatria
Gerardo Favaretto – Vice Presidente Società italiana di psichiatria
Dr. Annelore Homberg – Netforpp Europa

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Mostra: Enrico Pedercini. Sculture di terracotta e dipinti

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

enrico-pedercinienrico-pedercini1Mantova dal 4 al 23 marzo 2017 Galleria “Arianna Sartori” via Ippolito Nievo 10 mostra: Enrico Pedercini. Sculture di terracotta e dipinti Inaugurazione: Sabato 4 marzo, ore 17.00. Sarà presente l’artista Orario di apertura: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30. Chiuso Domenica e festivi (18 marzo 2017).
Sculture in terracotta e dipinti ad olio e disegni di Enrico Pedercini, sarà possibile ammirare alla Galleria Arianna Sartori di Mantova nella sala di via Ippolito Nievo.
L’inaugurazione della mostra si svolgerà Sabato 4 marzo alle ore 17,00 alla presenza dell’artista.
“Mi sono sempre chiesta che cosa spinge una persona a trascinare fuori di se una sua parte inconscia, quella che anche lui di sé non capisce, forse che questo sia un mezzo per far meditare noi comuni mortali che non abbiamo queste capacità? Ci soffermiamo davanti a queste creazioni e restiamo stupiti di poterci per un attimo staccare dalla nostra tinta unita di cui non conosciamo il colore (ognuno che ci guarda vede le sue sfumature) per scoprire che qualcuno possiede l’intero arcobaleno e lo usa inconsapevolmente. In questi impasti, più che scultura si intuiscono grossi fermenti emotivi e si scontrano coi nostri posati modi di essere causandoci (curiosità, inquietudine, tristezza, simpatia, violenza…) qualsiasi cosa tranne indifferenza. Siamo passali tante volte di fronte a una statua e abbiamo detto “Bella!” e tutto era già finito, era una statua scolpita. Qui abbiamo davanti delle opere che non sono informi eppure non hanno forma definita ed è proprio qui lo sconcerto, come i pensieri nebulosi cambiano senso legati a frasi diverse, come i gas formati da diverse aggregazioni molecolari, come i colori cambiano tonalità avvicinati a colori diversi, così anche questi impasti modellati da dita guidate da sensi aperti collegato visceralmente all’inconscio ci mostrano lati di noi che l’artefice poliedrico non riusciva più a contenerle in sé.” (R.P.)
Enrico Pedercini Nato a Volta Mantovana, vive a Porto Mantovano.Fa parte della prestigiosa raccolta del “Bosco per artisti” Raccolta internazionale itinerante di “Eco d’Arte Moderna” di Firenze. Pervenuto spontaneamente all’attività artistica, Enrico Pedercini vanta già un intenso curriculum che lo inserisce degnamente nella schiera degli artisti Mantovani.(foto: Enrico Pedercini)

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Bronzi e Ghielmi: duello barocco tra violoncello e viola

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

bronziRoma Sabato 4 marzo alle 17.30 l’Aula Magna della Sapienza sarà il teatro di un duello tra strumenti: da una parte l’antica viola da gamba, con il liuto di rinforzo, dall’altra il moderno violoncello. Sarà un duello senza spargimento di sangue, in cui le uniche armi ammesse sono le note, ma alla fine ci sarà comunque un vincitore. Scenderanno in campo alcuni dei più noti rappresentanti italiani dei vari strumenti coinvolti: Enrico Bronzi per il violoncello, Vittorio Ghielmi per la viola da gamba, Luca Pianca per il liuto, mentre il clavicembalo di Lorenzo Ghielmi si manterrà super partes, suonando ora con uno strumento ora con l’altro. Ci sarà una cronaca in diretta di questo epico scontro e lo speaker sarà l’attore Luciano Bertoli. Come due strumenti così seri e riflessivi siano giunti al punto di non tollerarsi vicendevolmente è una lunga storia. Bisogna risalire ai primi anni del Settecento, quando il violoncello, nato in Italia nel secolo precedente, emigrò in Francia e cominciò a rubare le migliori occasioni di lavoro alla viola da gamba, che grazie alla sua ascendenza aristocratica e alla sua nazionalità francese doc ghielmitrovò la protezione del re e si arroccò alla corte di Versailles. Con gli anni il gusto dei francesi cominciò però a mostrare una preferenza sempre più marcata per il violoncello e gli aristocratici strumenti dell’Ancien Régime, la viola da gamba e il liuto, dovettero rassegnarsi a lasciare il passo al nuovo venuto. La viola da gamba si lamenta e si difende come può in un comico testo scritto nel 1740 dall’avvocato parigino Hubert Le Blanc, che fa finta di patrocinare la viola da gamba in una causa legale contro il violoncello. Brani di quel frizzante testo, tuttora molto divertente, si alterneranno alle musiche italiane per violoncello scritte da Antonio Vivaldi e di Francesco Geminiani e alle musiche francesi per viola da gamba scritte da Jean-Baptiste Forqueray e Marin Marais (è proprio lui il protagonista di “Tutte le mattine del mondo”, il raffinato film diretto da Alain Corneau nel 1991 con Gérard Depardieu). (foto: bronzi, Ghielmi)

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Camerlenghi: “Drammatica situazione ghiacciai italiani”

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

ghiacciai“Persa una superficie pari al Lago di Como. C’è un posto dove si toccano con mano i cambiamenti climatici: il ghiacciaio del Morterascht, sul massiccio del Bernina. La realtà lungo un percorso corredato da sequenza di cartelli che indicano il livello del ghiacciaio anno per anno. Scopriremo che il ghiacciaio arretra mediamente di 200 metri ogni decennio”.
“In poco più di 50 anni abbiamo perso il 30 per cento dei ghiacciai italiani. E’ andata via una superficie pari a quella del Lago di Como. Nel Parco dello Stelvio ad esempio il ghiacciaio dei Forni è ormai piccolo, piccolo. Stessa sorte per il Lys, nel massiccio del Monte Rosa, in Valle d’Aosta che è oggi diviso addirittura in quattro pezzi. Sorti drammatiche per gli altri ghiacciai quali il Lex Blanche, ancora in Valle d’Aosta , la Ventina in Lombardia, il Careser ed il Mandrone – Adamello in Trentino , per la Vedretta Alta ed il Vallelunga in Alto Adige. C’è un posto però dove possiamo toccare con mano il cambiamento climatico e l’arretramento dei ghiacciai”. Lo ha affermato Filippo Camerlenghi, Vice Presidente Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche “Questo posto è appena, appena ai confini con la Svizzera – ha proseguito Camerlenghi – nei pressi di Saint Moritz. Si tratta di un ghiacciaio che si ghiacciai1trova sul versante Nord del Massiccio del Bernina: il Morterascht dove davvero possiamo vedere il cambiamento climatico in atto. L’arretramento del ghiacciaio appare chiaro. E’ possibile percorrere un sentiero lungo il quale sono posti dei cartelli che indicano anno ed esattamente il livello in cui era il ghiacciaio in quel periodo. Ad ogni cartello corrisponde un decennio ed alla fine del percorso è possibile avere la percezione chiara della fusione del ghiacciaio dal 1845 ad oggi. Ebbene il ghiacciaio arretra di ben 200 metri ogni decennio , si va verso la scomparsa. L’unico periodo in cui l’arretramento si è ridotto è stato nel decennio 1980 – 1990 , particolarmente freddo. In quel decennio e solo in quel decennio abbiamo registrato un rallentamento dell’arretramento del ghiacciaio. Ecco che con le Guide Ambientali Escursionistiche non si arriva sul ghiacciaio, ma percorrendo tale sentiero si ha la visione completa di quella che è la realtà odierna. E’ in questo posto che si tocca con mano la realtà e si vede con chiarezza lo stato di salute attuale dei ghiacciai”. (foto: ghiacciai)

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L’Italia e le Nuove Vie della Seta

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

pechinoLa Via della Seta è nel dna dell’Italia. Non è un caso che furono italiani, in particolare Marco Polo e il padre gesuita Matteo Ricci, a far conoscere la Cina in un’Europa che coniugava il localismo con le ambizioni colonialiste.
Con la recente visita del presidente Sergio Mattarella l’Italia e la Cina si impegnano a promuovere una cooperazione a tutto campo, a cominciare dalla fattiva partecipazione alla realizzazione del grande progetto infrastrutturale “One Belt One Road” (OBOR), cioè la Nuova Via della Seta, sia terrestre che marittima.
Le ricadute in campo industriale, tecnologico, occupazionale e, evidentemente, anche geopolitico potrebbero essere veramente rilevanti per il nostro Paese.
Per cominciare, la delegazione imprenditoriale italiana ritorna con un carnet di accordi economici per oltre 5 miliardi di euro nei settori più disparati, dall’agroalimentare all’esplorazione dello spazio, dai trasporti alle nuove tecnologie, dalla ricerca alla cultura.
Ma è proprio il progetto OBOR a rappresentare la grande sfida soprattutto per l’Italia, che, come ha ribadito il presidente Cinese Xi Jinping, “offre vantaggi imparagonabili quale porta tra Oriente e Occidente”. L’OBOR prevede la costruzione di una serie impressionante di infrastrutture, tra ferrovie, autostrade, porti e snodi logistici.
Le sfide per l’Italia sono anzitutto poste al “sistema Paese”, visto che spesso le individualità non mancano. Il governo italiano e le relative istituzioni dovrebbero muoversi in modo organico e strutturato sui mercati internazionali.
Le visite istituzionali “apripista” sono essenziali, ma il vero “sistema Paese” lo si vede dopo, quando, nel tempo, deve mettere in campo in modo efficace, continuo e non burocratico le varie strutture di sostegno agli investimenti, al credito, all’export, ecc. Lo stato italiano, in verità, ha già un ventaglio completo di enti mirati a questi servizi, ma troppo spesso i nostri imprenditori si lamentano della loro inefficacia, tanto da preferire a volte che non si intromettano nel business perché creerebbero più impicci e ritardi che aiuti. La nostra forza sta nelle Pmi, soprattutto quelle dell’alta e della nuova tecnologia. Agevolare e sostenere la formazione di reti di imprese, che sappiano muoversi in modo efficace nei mercati internazionali, dovrebbe essere l’impegno principale e costante. In questo campo, noi riteniamo che il modus operandi della Germania sia quello vincente. Le industrie tedesche, grandi e piccole, si muovono costantemente nel mondo per sottoscrivere importanti contratti, sempre affiancate dal governo e dalla banca nazionale di sviluppo KFW, che è l’equivalente della nostra Cassa Depositi e Prestiti.
Non si dimentichi che partecipare alla realizzazione delle Nuove Vie della Seta significa essere coinvolti in un progetto epocale, straordinario, di corridoi di trasporto, di sviluppo e di urbanizzazione che richiedono la capacità di lavorare in settori complessi e multifunzionali. Infatti esse coinvolgeranno direttamente numerosi Paesi con un mercato vastissimo, prevedendo una crescita della classe media di ben tre miliardi di persone entro il 2050 e un aumento del commercio mondiale di ben 2.500 miliardi di dollari in dieci anni.
Il corridoio marittimo collegherà la Cina con l’Europa passando attraverso il rinnovato Canale di Suez. Perciò il Pireo dovrebbe diventare un importante hub logistico. Ma l’aspetto più importante verterà intorno al ruolo di cerniera giocato dal Mediterraneo. Al riguardo il nostro Mezzogiorno, con i suoi porti e attraverso lo sviluppo delle autostrade del mare, potrebbe davvero diventare lo snodo dei collegamenti verso il nord dell’Europa e, sotto molti aspetti anche più rilevanti, verso l’intero continente africano.
Si tenga presente anche il fatto che la Cina da tempo sta lavorando per connettere il citato OBOR con il corridoio infrastrutturale russo, il TransEurasian Belt of Development, conosciuto come “Progetto Razvitie”, che collega l’Europa con Mosca fino al porto strategico di Vladivostok sull’Oceano Pacifico. Infatti, la città russa di Kazan sta diventando lo snodo centrale di collegamento tra i due corridoi.
Questi progetti intercontinentali di sviluppo infrastrutturale richiedono ovviamente grandi linee di credito e notevoli finanziamenti. La Cina, di conseguenza, ha già creato l’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB), a cui anche l’Italia e altri 50 Paesi hanno aderito. Questa banca sarà essenziale per i necessari finanziamenti ma, speriamo, potrebbe diventare promotrice di nuove forme di finanza produttiva e non speculativa.
E’ certo che il legame tra un differente sistema bancario e finanziario e lo sviluppo reale dell’economia potrebbe gettare le basi per un nuovo e più equo sistema finanziario e monetario internazionale.
In definitiva, anche per gli stretti legami storici, culturali e “di simpatia” tra Cina e Italia, il nostro Paese potrebbe diventare l’attore privilegiato nei rapporti tra Cina ed Europa. E’ una prospettiva strategica quanto entusiasmante. (Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista)

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Chirurgia sempre più efficace per vincere le malattie del cuore

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

madridMADRID, Più di trenta cardiologi spagnoli e internazionali hanno partecipato al simposio “Cardiology in practice 2017” organizzato a Madrid dagli ospedali universitari La Zarzuela e Ramón y Cajal della città madrilena e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini.
«Ogni anno vengono pubblicati più di diecimila articoli scientifici relativi ai progressi che vengono raggiunti in cardiologia» spiega José Luis Zamorano, Presidente del simposio e Docente di Cardiologia all’Università di Madrid. «Oggi siamo in grado di diagnosticare disturbi cardiaci ancora prima che si manifestino i sintomi al paziente, stabilire la prognosi con maggiore sicurezza e assistiamo a un’autentica rivoluzione nelle terapie. Possiamo sostituire valvole cardiache senza anestesia generale, correggere difetti anatomici per via percutanea, prolungare la vita e migliorarne la qualità. Per questo continuo progredire della cardiologia, è fondamentale che i medici siano costantemente aggiornati e condividano tra loro le scoperte più recenti, ed è questo lo scopo principale del simposio» prosegue Zamorano. «La medicina di precisione progredisce a grandi passi nel settore della cardiologia. Abbiamo strumenti sempre più precisi, dati epidemiologici sempre più completi e maggiori informazioni sull’applicazione nella pratica quotidiana di trattamenti. Con il supporto di big data e intelligenza artificiale, siamo in grado di lavorare al meglio al servizio dei nostri pazienti».
Da non dimenticare inoltre i progressi tecnologici, che consentono di utilizzare nuove tecniche critiche e strumentazioni sempre più sofisticate. «La sostituzione percutanea della valvola mitralica diventerà una realtà nel breve-medio termine» annuncia Zaomorano. »La sostituzione della valvola aortica è già eseguita abitualmente per via transfemorale senza circolazione extracorporea. Il grande salto sarà utilizzare la via percutanea per intervenire nella patologia della valvola mitrale. Questa tecnica sarà presto disponibile e rappresenterà un grande vantaggio per i pazienti con lesioni della valvola mitrale».
Nuove tecnologie si stanno imponendo anche per contrastare i problemi di gestione dell’insufficienza cardiaca. »La prevalenza di questa malattia è in aumento in tutta Europa a causa dell’invecchiamento della popolazione e della cronicizzazione delle patologie cardiache. Stiamo iniziando a utilizzare dispositivi di assistenza ventricolare come terapia di destinazione. Sono pompe meccaniche impiantabili che aiutano il sangue ad andare dai ventricoli del cuore al resto del corpo. Inizialmente sono stati utilizzati per tenere sotto controllo i pazienti che è in attesa di un trapianto, ma oggi possono essere utilizzati come una soluzione autonoma e risolutiva, non come terapia di passaggio».
Da segnalare infine l’assegnazione da parte della Fondazione Internazionale Menarini di tre premi educativi destinati alla formazione. Il premio consiste nella possibilità di iscrizione, soggiorno e viaggio gratuiti a un prossimo congresso internazionale organizzato in Europa dalla Fondazione Internazionale Menarini.
La giuria, presieduta dal Marcelo Sanmartín, cardiologo dell’ospedale Ramón y Cajal di Madrid, ha assegnato il premio per il miglior articolo pubblicato nel 2016 a Sergio Moral, del Servizio di Cardiologia dell’Ospedale Valle de Hebron di Barcellona, per un articolo sulla patologia dell’aorta. Il premio per la migliore interpretazione di un elettrocardiogramma è stato assegnato Cristina Lozano, del Dipartimento di Cardiologia dell’ospedale Ramón y Cajal di Madrid, mentre il premio per la migliore interpretazione di un caso clinico è stato assegnato a Juan Luis Gutierrez, cardiologo interventista e ricercatore presso il Klinikum DRK Westend di Berlino.

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Revoca agevolazioni ‘prima casa’. Conta la residenza della famiglia con obbligo di ‘coabitazione’ dei coniugi. Sentenza

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

casa-vivaLa Commissione tributaria regionale di Roma ha accolto il ricorso presentato da una contribuente, assistita dall’Aduc, che si era vista recapitare un avviso di pagamento di imposte indirette relativamente alla revoca delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della “prima casa di abitazione”.La storia e’ presto narrata.Due coniugi, l’uno agente di polizia penitenziaria, l’altra insegnante, avevano acquistato una casa per abitazione principale dichiarando, nell’atto di acquisto, di godere del beneficio delle agevolazioni fiscali. Infatti, gli agenti di polizia penitenziaria hanno una norma di favore in virtu’ della quale sono esonerati dall’obbligo di fissare la residenza anagrafica nel comune in cui e’ situato l’immobile acquistato.In virtu’ di tale disposizione, la coniuge, non ha trasferito la residenza nel luogo in cui e’ stato acquistato l’immobile, come le consentiva la norma, ma, per non averlo fatto, aveva ricevuto un avviso di accertamento per imposte indirette da parte dell’Ufficio delle Entrate.Alla luce di quanto sopra, la coniuge aveva presentato una richiesta di mediazione all’Ufficio delle Entrate che non era stata accolta; ha impugna, quindi, l’atto presso la Camera tributaria provinciale che l’ha respinta; non scoraggiata, presenta appello alla Camera tributaria regionale che accoglie la richiesta.Secondo i giudici di appello la residenza, nel caso di coniugi in regime di comunione dei beni e con obbligo di coabitazione, e’ da intendersi riferita alla “famiglia” e non al singolo componente della stessa, pertanto, nel caso esaminato, la coniuge poteva non risiedere nella “prima casa”, che aveva le agevolazioni fiscali, ma in quella del marito.La sentenza dei giudici di appello (n.9236/2016) evidenzia non soltanto il completo rovesciamento del giudicato rispetto al primo grado, ma si allinea alle diverse sentenze emesse dai giudici della Corte di Cassazione in merito al concetto di “residenza della famiglia”. (Rocco Martino Maugeri Delegato Aduc di Roma Consulente fiscale e tributario)

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Sla: Individuati i batteri intestinali che rallentano la progressione della malattia

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

Human intestine with intestinal bacteria, 3D illustration

Human intestine with intestinal bacteria, 3D illustration

La SLA è una malattia neurodegenerativa in grado di provocare la morte dei neuroni che controllano il movimento. Nei pazienti che ne soffrono si osserva una progressiva perdita della capacità di muoversi, parlare, deglutire e, in fase terminale, anche di utilizzare i muscoli deputati alla respirazione. Secondo quanto riportato sulla rivista Clinical Therapeutics, il modello murino di SLA utilizzato dai ricercatori americani è caratterizzato da una maggiore permeabilità intestinale e da un’alterata composizione del microbioma, con una netta riduzione dei batteri che producono butirrato.
Dal momento che le modificazioni a livello intestinale sembrano insorgere nei topi prima dei sintomi tipici della SLA, gli studiosi hanno ipotizzato che, come già dimostrato per altre malattie neurologiche, l’omeostasi intestinale e la composizione del microbioma possano svolgere un ruolo anche nello sviluppo della patologia.
«L’intestino e il cervello sono collegati, quindi non siamo sorpresi che la salute del primo impatti sulla funzionalità del secondo» dichiara Jun Sun, coordinatrice dello studio. I ricercatori, sulla base dei risultati ottenuti nei topi, ipotizzano che l’alterazione del microbioma e la perdita dell’omeostasi intestinale siano associati alla patofisiologia della SLA. Inoltre, l’efficacia del butirrato nel ristabilire l’equilibrio intestinale e nel ritardare la progressione della malattia suggerisce la possibilità di individuare in questo composto una nuova opportunità terapeutica. A tal proposito, Jun Sun sottolinea che «attualmente è disponibile un unico farmaco per il trattamento della SLA, che è in grado di aumentare la sopravvivenza dei pazienti solo di pochi mesi». E aggiunge: «Il butirrato è già disponibile sul mercato americano come supplemento e i risultati preliminari ottenuti nei topi sono molto promettenti: ecco perché riteniamo necessario condurre nuovi studi per verificare i suoi effetti nei pazienti affetti da SLA». I ricercatori hanno quindi deciso di somministrare a un gruppo di topi transgenici sodio butirrato sciolto in acqua per un periodo di due mesi e mezzo: i dati ottenuti indicano che, rispetto al gruppo di controllo, i roditori trattati hanno mostrato uno dei primi sintomi della SLA, ovvero la perdita di peso, con un ritardo di 40 giorni.
La somministrazione di butirrato è risultata associata a una maggiore sopravvivenza, in media 38 giorni in più rispetto ai topi non trattati. Gli studiosi hanno potuto rilevare anche alcuni effetti a livello intestinale, come la riduzione della permeabilità intestinale e la correzione della disbiosi. In particolare, nei topi trattati è stato osservato l’aumento sia dei batteri in grado di produrre butirrato (Butyrivibrio fibrisolvens), sia di quella popolazione di Firmicutes che risulta meno rappresentata nel modello murino di SLA. Le persone affette da SLA a livello mondiale sono oltre 420.000, di cui circa 6.000 soltanto in Italia. Alcune stime parlano di circa 14.000 nuovi casi all’anno nel mondo. Ciò significa che, ogni giorno, 384 persone sono colpite dalla malattia. (fonte: http://www.alsmndalliance.org).
Il microbioma, la nuova frontiera della ricerca scientifica. Il microbioma umano è l’insieme dei microbi che si trovano nel nostro corpo e dei loro geni. Un vero e proprio “superorganismo” composto da cellule umane e non umane, dove le cellule batteriche sono 10 volte di più delle nostre: 100 trilioni contro 10 trilioni. Il microbioma, principalmente quello intestinale, si modifica in funzione della dieta, dell’attività fisica, delle medicine assunte e sempre più studi correlano la biodiversità del microbioma a stati patologici quali obesità, patologie cardiovascolari, malattie autoimmuni, depressione, patologie neurologiche, fino al processo di invecchiamento vero e proprio.Leggi l’articolo su microbioma: http://microbioma.it/neuroscienze/sla-individuati-batteri-intestinali-che-rallentano-la-progressione/
Consulta l’articolo originale: http://www.clinicaltherapeutics.com/article/S0149-2918(16)30927-4/abstract (fonte: Microbioma.it)

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Perché i costi sono fondamentali negli investimenti finanziari

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

borsaLa relazione fra costo pagato e qualità del prodotto/servizio ricevuto, pur con notevoli eccezioni, è un fatto del quale ciascuno di noi ha avuto più volte esperienza diretta. In genere, un prodotto di grande qualità costa di più di un prodotto di scarsa qualità.
Si può dire la stessa cosa anche per i prodotti/servizi finanziari?
La risposta veloce è un “NO” secco e forte. Vediamo perché?
La triade: rischio-rendimento-costo. In finanza esiste un rapporto ineliminabile fra rischio e rendimento atteso (da ribadire l’aggettivo “atteso”). A maggior rendimento atteso corrisponde un aumento del rischio.
Quando sottoscriviamo un prodotto finanziario o acquistiamo uno strumento finanziario lo facciamo puntando ad un certo rendimento atteso. Per far tentare di ottenere un certo rendimento atteso dobbiamo sopportare un certo livello di rischio. Se, nel sottoscrivere un prodotto finanziario subiamo dei costi, il rendimento atteso al quale possiamo puntare, a parità di rischio, sarà necessariamente inferiore. Il costo, quindi, diminuisce direttamente la “qualità” di ciò che vogliamo “comprare” cioè un certo livello di rischio/rendimento. In pratica è come se andassimo dal fruttivendolo a comprare 10 mele e qualcuna di queste fosse già morsa dal fruttivendolo.
L’industria del risparmio gestito “giustifica” questi costi con la “favola del bravo gestore” cioè la presunta capacità di battere il mercato producendo un rendimento maggiore a quello del mercato a parità di rischio. La narrazione che propongono i venditori della finanza è più o meno la seguente: un gestore professionista che si occupa dei tuoi risparmi è in grado di tirare fuori dai mercati un rendimento maggiore di quello medio, per questo si fa pagare. Purtroppo è statisticamente dimostrato che questa presunta capacità di estrarre maggiore rendimento a parità di rischio è semplicemente una favola. A parità di rischio, mediamente, a causa dei costi, si ha un diminuzione del rendimento netto.
In sintesi, quindi, il costo nei prodotti finanziari diminuisce direttamente la “qualità” del prodotto stesso, ovvero lo scopo per il quale lo sottoscriviamo.
Questa è la ragione più diretta per la quale in finanza maggior costo non significa maggior qualità ma l’esatto opposto.
L’incidenza dei costi nel servizio di consulenza
Oltre a fare un danno diretto, come abbiamo visto, nel settore degli investimenti finanziari i costi provocano un danno ancora più grave: influenzano le informazioni che gli investitori ricevono.
I vari venditori della finanza, ovvero i promotori finanziari (che adesso si fanno chiamare “consulenti”, ma rimangono agenti di commercio a tutti gli effetti) ed i bancari che si occupano di suggerire come investire i soldi dei clienti, non sono affatto liberi di proporre ciò che è realmente nell’esclusivo interesse dei clienti. Tutte queste persone consigliano gli investitori sulla base delle informazioni che ricevono dagli stessi intermediari che li pagano. Molto spesso, quindi, non è neppure una questione di mala fede di questi venditori. Le informazioni fuorvianti (quando non proprio ingannevoli) che danno ai clienti derivano da un mix di informazioni sbagliate che loro per primi ricevono dalle banche e varie pressioni commerciali.
Proprio a causa dei costi, agli investitori vengono proposte solo i prodotti tendenzialmente più costosi o comunque quelli che in quella fase sono incentivati dagli intermediari attraverso la propria rete di vendita.
Questo fa si che, di fatto, gli investitori non ricevano una vera consulenza finanziaria basata sui propri bisogni. Al contrario, nel migliore dei casi ricevono informazioni fuorvianti, nel peggiore ricevono informazioni false ed ingannevoli.
L’assenza di una vera consulenza finanziaria implica un danno ancora maggiore rispetto al minor rendimento dovuto ai costi. Il fatto di sottoscrivere prodotti o strumenti finanziari senza una vera consulenza finanziaria ed in presenza di informazioni fuorvianti fa sì che questi prodotti vengano utilizzati male. I clienti tendono a prendere più rischi di quelli che si potrebbero permettere e quando si accorgono che le cose vanno male si spaventano anche oltre il necessario e magari vendono nei momenti peggiori.Le statistiche dimostrano che i rendimenti dei fondi comuni d’investimento sono molto superiori della media dei rendimenti effettivamente percepiti dai clienti. Questo può apparire illogico e contraddittorio, ma è la pura realtà ed è causato dal momento in cui questi fondi sono sottoscritti e riscattati. Dire che un fondo negli ultimi 3 anni ha avuto un rendimento medio annuo, mettiamo, del 5% non significa che i loro sottoscrittori abbiano avuto lo stesso rendimento. Solo l’ipotetico sottoscritto che ha sottoscritto esattamente tre anni fa ed ha mantenuto le stesse quote fino ad oggi ha ottenuto quel rendimento. In genere, però, i fondi vengono sottoscritti nel momento peggiore, quando cioè i prezzi sono molto elevati, perché quando i fondi vanno bene è più facile per i venditori convincere i clienti a sottoscriverli. Viceversa i fondi vengono abbandonati quando vanno male. Le statistiche sulle sottoscrizioni e sui riscatti dei fondi comuni sono impietose. I pochi studi che sono stati pubblicati in materia indicano che il momento in cui i clienti sottoscrivono e disinvestono i fondi comuni d’investimento diminuisce il rendimento medio, rispetto a quello del fondo, di oltre il 2% all’anno! Questo è un problema molto più grande dei costi in sé, ma indirettamente deriva dal problema dei costi del risparmio gestito.

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In Italia i tassi di obesità infantile

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

Roma La campagna sarà presentata martedì 7 marzo durante una conferenza stampa ufficiale presso il Ministero della Salute. Parteciperanno i dott: Giampietro Chiamenti (Presidente Nazionale FIMP); Antonio Caretto (Presidente Nazionale ADI); Alberto Villani (Presidente Nazionale SIP); Giuseppe Morino (Responsabile UO Dietologia Clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma)  ospedale bambin gesùMaria Teresa Carpino (Amministratore Delegato di Mati Group e ideatrice del progetto) e Paolo Grossi (Direttore BU OTC Italia Menarini azienda che ha reso possibile le varie iniziative).
Il grave eccesso di peso è un fenomeno sempre diffuso in tutta Europa e anche nel nostro Paese. L’Italia, nonostante sia una delle patrie della dieta mediterranea, presenta i tassi di obesità infantile tra i più alti del Vecchio Continente. Si calcola, infatti, che un bambino su cinque ha problemi seri con la bilancia. Alimentazione scorretta a scarsa attività fisica sono i due comportamenti sotto accusa e che devono essere contrastati anche attraverso un’apposita educazione dei giovanissimi. Proprio per raggiungere questo obiettivo i pediatri e nutrizionisti italiani si sono alleati e hanno deciso di attivare una grande campagna nazionale. Si chiamerà Dammi il 5! ed è promossa da Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, Società Italiana di Pediatria (SIP), Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e l’Associazione Italiana di dietetica e nutrizione clinica (ADI) Il suo obiettivo e far comprendere a bambini, genitori e insegnati l’importanza degli stili di vita sani attraverso una serie di cartoni animati divertenti e iniziative innovative ed efficaci.

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L’ipertensione è il singolo fattore di rischio più elevato per ictus

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

saloniccoSalonicco (Grecia) il 10 e 11 marzo 2017 Palazzo dei Concerti, Odos 25 Martiou & Paralia simposio internazionale dal titolo “From risk factors to target organ damage: how to diagnose and how to treat” è organizzato dal Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Asklepeion di Atene, con il supporto della Fondazione Internazionale Menarini e in collaborazione con l’Università Aristotele di Salonicco, la Società Ellenica di Cardiologia e la Società Ellenica di Ipertensione. L’ipertensione è il singolo fattore di rischio più elevato per ictus, insufficienza renale e infarto. Livelli di pressione fuori controllo per un periodo prolungato possono provocare diverse mutazioni nella strutture del miocardio, nelle coronarie e in generale al sistema cardiocircolatorio. Mutazioni che determinano lo sviluppo di diverse malattie e condizioni patologiche.
«Durante il simposio saranno affrontati diversi temi, tra cui la fibrillazione atriale, l’embolismo polmonare, le disfunzioni sessuali, i nuovi fattori di rischio cardiologici» annuncia Athanasios J. Manolis, Responsabile del Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Asklepeion di Atene e Presidente del simposio. «Le sessioni del simposio saranno interattive e i partecipanti avranno la possibilità di confrontarsi con gli esperti riguardo a casi clinici reali»

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Ometriosi: riconoscere i sintomi per preservare la fertilità

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

bolognaBOLOGNA. Sono oltre tre milioni le donne italiane che soffrono di endometriosi e tra esse una su tre ha problemi di fertilità. L’endometriosi è ancora oggi diagnosticata in ritardo, mentre il suo trattamento, sia chirurgico sia farmacologico, ha registrato progressi molto significativi. «Le patologie dell’endometrio e i disordini del ciclo mestruale sono tra le principali cause di malattie nelle donne. Sono circa tre milioni le donne che in Italia soffrono di endometriosi, e di queste una su tre ha un problema di infertilità» spiega Renato Seracchioli. Professore associato al DIEMC-Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna e presidente del congresso “Endometrium – From physiology to pathologies”, organizzato a Bologna dal DIMEC e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini. «Fino a dieci anni fa i dati segnalavano un ritardo nella diagnosi di 7-10 anni, fortunatamente oggi l’endometriosi viene individuata prima, anche se numerosi casi vengono scoperti con troppo ritardo» prosegue Seracchioli. «È importante che durante l’adolescenza, quindi immediatamente dopo i primi cicli mestruali, la ragazza si rivolga a uno specialista se avverte i sintomi che possono far sospettare un’endometriosi: cicli mestruali molto dolorosi, dolore dopo i rapporti sessuali o quando urina. In questi casi dovrebbe consultare un ginecologo o meglio ancora rivolgersi a un centro specializzato». Un elenco dei centri specializzati può essere consultato a questo indirizzo: http://www.apeonlus.it/wp-content/uploads/2015/02/allegato_elenco_centri_specializzati_2014.pdf
«In compenso il trattamento dell’endometriosi è migliorato tantissimo. Negli ultimi dieci anni la chirurgia ha fatto notevoli progressi e non si eseguono non più interventi a cielo aperto, invasivi, ma si procede con una chirurgia conservativa, in laparoscopia, che consente di preservare utero e ovaie e quindi di assicurare alla donna la possibilità di avere una gravidanza quando lo desidererà, sia spontaneamente sia attraverso una tecnica di fecondazione assistita. Inoltre oggi disponiamo di trattamenti più efficaci che riducono il dolore e bloccano l’endometriosi. Non abbiamo ancora il farmaco che faccia guarire definitivamente dall’endometriosi, ma possiamo utilizzare terapie che bloccano l’infiammazione e tengono sotto controllo il dolore, con progressi importanti per la qualità di vita delle donne» conclude Seracchioli.
L’endometriosi è una malattia benigna, ma cronica, spesso progressiva e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, endometrio, in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo e vagina provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala, va in contro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell’endometrio normalmente presente in utero. Tale sanguinamento comporta un’irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e aderente, dove alcune cellule della mucosa uterina s’impiantano al di fuori dell’utero. I focolai di endometriosi si trovano soprattutto nel basso ventre (ovaie, intestino o vescica), più raramente in altri organi (cute, polmoni) dove vengono stimolati dagli ormoni che provocano il ciclo mestruale. Come la mucosa uterina – denominata endometrio – i focolai ciclicamente crescono e sanguinano.
I disturbi ad essa correlati comprendono la sintomatologia dolorosa principalmente legata al ciclo mestruale e diversi possibili danni a carico di organi e tessuti, che ne compromettono la buona funzionalità. Anche la sterilità può esserne una conseguenza. L’endometriosi progredisce per lo più con il passare del tempo. Continuano a formarsi nuovi focolai di mucosa, aumentando i disturbi. Ad ogni sanguinamento queste zone endometriosiche provocano una reazione infiammatoria nell’area circostante. Inoltre, particelle della mucosa aderiscono oppure infiltrano altri organi (vescica, intestino, uretere,ecc.). Questo può alterare la funzionalità degli organi colpiti e determinare sintomi tipici come dolori renali, dolori durante la defecazione o la minzione. Possono anche comparire coliche o dolori diffusi al basso ventre.
L’endometriosi è spesso dolorosa (60% dei casi) fino ad essere invalidante, con sintomi molto caratteristici: dolore pelvico cronico, soprattutto durante il ciclo mestruale (o in coincidenza con lo stesso), dolore ovarico intermestruale, dolore all’evacuazione.
È stimato che soffrono di endometriosi 14 milioni di donne nell’Unione europea, 5,5 milioni nel Nord America e 176 milioni nel mondo (dati proveniente da uno studio britannico nel 2010). In Italia una rilevazione del Census Bureau ha evidenziato che la malattia potrebbe interessare circa tre milioni di donne. Fonte: http://www.associazionearianne.it/

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“Fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno”

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

poveroEsiste ma non si vede. La sperimentazione annunciata con un decreto datato 15 dicembre 2016 dovrebbe sostenere chi si trova in situazioni di difficoltà economica a causa di inadempienza da parte del coniuge che non ha versato l’assegno di mantenimento.
L’istanza di accesso al fondo sarebbe stata disponibile dal 30° giorno dalla pubblicazione del decreto, cioè dal 14 febbraio 2017.A partire da questa data sarebbe dovuto essere online, sul sito del Ministero della Giustizia, il form da compilare per usufruire di tale aiuto, ma tale modulo non risulta rintracciabile in nessun modo oppure è talmente nascosto e oscuro da perdere qualsiasi utilità.Da quanto annunciato sarebbe stata costruita un’area dedicata, denominata “Fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno”, sul sito internet del Ministero (www.giustizia.it).
Peccato che, alla scadenza dei termini annunciati, di quest’area dedicata nemmeno l’ombra. Una sperimentazione che, a quanto pare, parte decisamente in maniera sbagliata e con aspetti troppo poco chiari. Tralasciando i soliti intoppi all’italiana, quello che più di tutto ci preme sottolineare è che questo decreto, ancora una volta, sembra tralasciare del tutto un crescente e attuale problema che accomuna i padri separati.
Va bene tutelare tutte quelle donne e madri separate che si trovano i situazioni di disagio economico a causa di ex coniugi che non corrispondono l’assegno di mantenimento, ma quand’è che lo Stato si porrà il problema della crescente povertà dei padri separati?
In Italia, secondo i dati presentati dall’Eurispes, su 4 milioni di papà separati circa 800 mila vivono sotto la soglia della povertà. Le storie che sentiamo quotidiamente accomunano tanti padri che, dopo la fine del loro matrimonio, si sono ritrovati poveri, emarginati e soli. Molti finiscono per strada, senza una casa o un posto in cui dormire. Molti hanno ancora un lavoro, ma come è possibile vivere dignitosamente se lo stipendo è quasi totalmente destinato agli assegni di mantenemento e con la restante parte si riesce a malapena a coprire il mutuo e le bollette?
E’ chiaro che o, per essere responsabili, si finisce per dormire in macchina e cercare un pasto alla Caritas o, optando per la sopravvivenza, si è costretti a venire meno agli imprescindibili impegni di padri separati.
Codici con la campagna “Voglio papà” continua a denunciare una mancanza di attenzione da parte dello Stato verso questo crescente esercito di “nuovi poveri” e un netto sbilanciamento a favore delle madri, anche nel caso di questo Fondo.
La giurisprudenza deve cambiare orientamento al più presto e tutelare il diritto dei padri alla bigenitorialità, sancito a livello comunitario.

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I pagamenti digitali tramite app fanno crescere le aziende

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

mercato digitaleMilano, Italia – 28 febbraio 2017 Le aziende che crescono più in fretta sono spesso quelle che accettano pagamenti via mobile. E’ ciò che emerge da un’indagine – appena pubblicata – condotta su un totale di 2.300 aziende e consumatori in tutto il mondo. Lo studio intitolato “Future of Money”, condotto per NTT DATA e Ingenico ePayments da Oxford Economics e Charney Research ha rilevato che il 42% delle aziende che hanno una crescita annuale del fatturato superiore all’11% propone una app che supporta acquisti e pagamenti, mentre solo il 32% di chi cresce più lentamente ne dispone.
“Un terzo dei consumatori pensa che il mobile diventerà la forma di pagamento dominante nei prossimi 10 anni e al tempo stesso ben il 70% è preoccupato per il furto di dati. Le società devono quindi prepararsi a questo grande cambiamento, che in Europa avrà come acceleratore la normativa PSD2 che entrerà in vigore da gennaio 2018” afferma Mauro Giorgi, SVP Financial Services NTT DATA Italia “Vincente sarà chi avrà la migliore Customer Experience. A Malta con la soluzione Myney, abbiamo dimostrato il vantaggio competitivo ottenibile dall’innovazione nei pagamenti”
I pagamenti via mobile sono anche associati a una rapida crescita dei profitti. La ricerca, che ha esaminato 2000 clienti e 300 dirigenti d’impresa in 10 regioni del mondo ha rivelato che il 43% delle imprese i cui profitti crescono dell’11% o più offrono una app per i pagamenti. Invece, solo il 34% delle aziende con una crescita dei profitti inferiore offre app di questo tipo. Tra le società con una crescita nulla o negativa dei profitti, solo l’8% offre la possibilità di pagamento tramite app.
Seppur con un divario leggermente meno accentuato, il 51% delle aziende a crescita rapida vende beni e servizi online, mentre solo il 47% di quelle a crescita lenta lo fa.
Questi risultati sottolineano la necessità per le aziende di fare dell’innovazione dei pagamenti un parte integrante della loro strategia di crescita” ha dichiarato Peter Olynick, Retail Banking Senior Practice Lead di NTT DATA Consulting in America “le imprese dovrebbero operare per fornire un’esperienza di pagamento fluida offrendo prodotti e processi innovativi. Tali sforzi incideranno positivamente sulla soddisfazione del consumatore, faciliteranno il commercio al di là delle frontiere nazionali e renderanno l’esperienza dello shopping più efficiente”.

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La Cina e il calcio globale: Aspetti culturali ed economici

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

pechinoMilano martedì 14 marzo dalle 9:45 alle 13:00 nell’Aula Magna del Polo di Mediazione interculturale e Comunicazione dell’Università degli Studi di Milano (Piazza Montanelli 1, Sesto S. Giovanni – MM1 Sesto Marelli). Relatori provenienti dal mondo istituzionale, sportivo, giornalistico e accademico offriranno prospettive originali sul fenomeno, partendo dal caso di F. C. Internazionale: dal calcio come spazio culturale e di mediazione, alle reazioni della stampa italiana e cinese alla notizia dell’acquisizione di F.C. Internazionale; dall’analisi del significato commerciale e finanziario degli investimenti cinesi nello sport globale, alle strategie del marketing sportivo; con in più una testimonianza diretta dello stesso club milanese. Un’occasione senza precedenti per affrontare un fenomeno sempre più attuale, che riguarda ben più che il mondo degli stadi. L’iniziativa è organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano e dal Contemporary Asia Research Centre dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Mediazione linguistica e di Studi interculturali dell’Università degli Studi di Milano.
L’ingresso della Cina nel calcio globale ha stupito tifosi e osservatori di tutto il mondo. A colpire, oltre all’entità degli investimenti cinesi nell’acquisizione di club stranieri, nell’acquisto di giocatori internazionali di grande valore e notorietà e nella promozione massiccia della pratica calcistica all’interno della Repubblica popolare, è l’articolato approccio di sistema messo in campo dalla Cina. Una strategia ambiziosa tradotta in azioni coordinate che puntano dichiaratamente alla realizzazione di quel “sogno” di supremazia calcistica di cui il presidente della Repubblica e segretario del partito comunista cinese, Xi Jinping, è il primo promotore.
L’acquisizione di F.C. Internazionale da parte del gruppo commerciale cinese Suning, annunciata a Nanchino il 6 giugno 2016, si inserisce in questo contesto di ridiscussione degli equilibri sportivi globali. Il fenomeno riguarda gli spogliatoi e le stanze dirigenziali del calcio mondiale, ma ha anche profonde implicazioni culturali, economiche, sociali e politiche. Oltre ai destini del “bel gioco”, la crescente presenza cinese nei salotti buoni dello sport più seguito al mondo invoca infatti riflessioni su temi che vanno dalle strategie di soft power al marketing internazionale, senza dimenticare le ragioni di politica interna cinese.Tutti elementi che saranno al centro della giornata “La Cina e il calcio globale: il caso Inter.

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“In tema di genitorialità”

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

giustizia“La sentenza della Corte d’Appello di Trento finalmente ci libera dall’ossessione del biologico e rimette al centro l’interesse dei bambini e delle bambine”: così Gabriele Piazzoni commenta la sentenza storica del tribunale trentino che ha riconosciuto la piena genitorialità ad una coppia di padri che hanno fatto ricorso alla gestazione per altri. “I giudici si sono espressi con chiarezza, assumendo alla lettera il legame genitoriale descritto nel certificato di nascita dei piccoli, e affermando che il vincolo genitori figli è costituito non tanto dal legame biologico, ma dalla volontà dei genitori di accudire e crescere un bambino o una bambina, provvedendo alle sue esigenze ed assumendosi la responsabilità di occuparsene. La Corte ha riconosciuto il diritto di quei bambini alla piena tutela del loro legame con i genitori, in quanto loro inalienabile diritto. il Legislatore mediti su questa sentenza e rifletta sulla necessità di una riforma del diritto di famiglia che rimetta davvero al centro i bambini e le bambine, compresi quelli la cui famiglia risulta ancora in parte invisibile allo Stato. Una riforma che riconosca la complessità e la molteplicità dei legami familiari, aprendo a tutti i tipi di famiglia in grado di provvedere alla cura dei bambini e delle bambine e liberandoli da ingiusti calvari giudiziari, che in molti casi, e ci auguriamo d’ora in avanti in tutti, non fanno che ribadire la meta che il Parlamento non ha avuto ancora il coraggio di raggiungere”, conclude Piazzoni.

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Il caso “emblematico” del presidente della regione Toscana

Posted by fidest press agency su giovedì, 2 marzo 2017

enrico-rossi“Il Presidente della Regione Enrico Rossi, che ha fondato nei giorni scorsi un nuovo partito, è rimasto iscritto nell’assemblea consiliare al gruppo del Partito democratico. Forse non ha trovato un solo uomo o una sola donna che aderisse al suo nuovo movimento e contribuisse al numero minimo di due consiglieri per formare un nuovo gruppo”. E’ quanto afferma il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale della Toscana Giovanni Donzelli che oggi, in apertura della prima seduta del Consiglio regionale dopo la fondazione del Movimento Democratici e Progressisti, ha posto in aula la questione della collocazione di Rossi all’interno dell’assemblea.”La Toscana – sottolinea Donzelli – si trova oggi nella grottesca situazione di avere un Presidente che non solo non fa più parte del partito di maggioranza assoluta, ma è completamente isolato. Rossi e i suoi lasciano così la Regione allo sbando: il Pd e i suoi satelliti o presunti tali tralasciano il governo della Toscana e dei suoi cittadini per le giravolte politiche e personalistiche della sinistra impegnata in scissioni e battaglie congressuali. La verità è che Rossi, come molti dei suoi compagni e amici di partito, stanno cercando di assicurarsi il proprio futuro personale in barba ai bisogni dei cittadini – conclude Donzelli – l’opposizione che Fratelli d’Italia rappresenta chiede chiarezza su quali siano le reali intenzioni della maggioranza e si batterà per mandare a casa al più presto chi nega ai cittadini toscani un governo serio e credibile”.

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