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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 107

Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur

Posted by fidest press agency su martedì, 4 luglio 2017

immigratiParafrasando il commento di Livio: «Mentre a Roma si discute, Sagunto cade» che si riferisce alla città che nel marzo del 219 a.C. fu sottoposta a un drammatico assedio dai cartaginesi e, che si protrasse per otto mesi senza che Roma decidesse di intervenire ricordiamo quante discussioni vi sono state tra palazzo Chigi e i burocrati di Bruxelles sulla questione degli immigrati e i reiterati appelli del nostro governo nel segnalare la gravità di una emigrazione senza controllo e indiscriminata. Non solo. Tutte le volte che le opposizioni hanno sollevato la questione paventando i rischi di ordine pubblico e sanitari oltre a possibili infiltrazioni terroristiche, sono state accusate pesantemente di fare sciacallaggio sull’argomento. Non solo. Vi sono stati magistrati delle procure siciliane che hanno segnalato alle competenti commissioni parlamentari la possibilità che alcuni mezzi di soccorso non governativi fossero collusi con gli scafisti facilitando in questo modo l’afflusso migratorio. E i parlamentari della maggioranza che dicono? Solo chiacchiere e annunci e persino lasciano trapelare qualche dubbio sull’autenticità della denuncia. Ora anche il presidente francese Macron mostra d’avere seri dubbi sulla legittimità dell’accoglienza italiana poiché non riguarda solo i profughi ma soprattutto i migranti “economici” (sono l’80% degli arrivi). Costoro dovevano essere respinti subito perché il loro arrivo era ed è illegale. Ora non sono pochi i paesi dell’Europa del Nord che hanno fatto presente a Gentiloni che l’Italia avrebbe dovuto per tempo fermare questa ondata anomala e se ora ne piange le conseguenze sono lacrime di coccodrillo e chi è causa del suo mal pianga se stesso. E non finisce qui. In due anni ci avviciniamo al mezzo milione di immigrati che hanno bisogno di tutto e soprattutto di un lavoro. Ma se in Italia ci sono tre milioni di disoccupati e milioni di poveri, di senza casa, sbandati, precari e quel che ne segue tant’è che sono circa duecentomila i giovani italiani che lasciano lo loro paese per cercare lavoro all’estero, dove si vanno a trovare tanti posti di lavoro? Cosa vogliamo? Una rivolta razzista? Intanto il bla, bla continua. (Riccardo Alfonso direttore del centro studi politici ed economici della Fidest)

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