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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 113

Razzismo politico e malessere sociale

Posted by fidest press agency su martedì, 18 luglio 2017

carcereLe recenti violenze che vanno ad aggiungersi a quelle antecedenti mostrano il segno di una incapacità totale da parte della politica di leggere il malessere da tempo emerso e che non trova via di sbocco se non facciamo quello che avremmo dovuto fare da tempo. Mi riferisco soprattutto al riordino della filiera giustizia. Il problema sta, infatti, tutto qui. Non sono le leggi che mancano manca semmai la volontà di permettere che esse diventino operanti in tempo reale. Da quanti anni battiamo lo stesso tasto? Sentenze che per passare in giudicato, in via definitiva, impiegano anche, se non oltre dieci anni dal fatto. Carceri sovraffollate e non si trova altra soluzione che passare ai condoni o alle amnistie. La ricaduta, a questo punto, nel tessuto sociale e nell’ordine pubblico con le vaste periferie delle grandi città abbandonate a se stesse, è inevitabile. E si grida al razzismo. In effetti è razzismo ma non quello espresso dai cittadini inermi ma dai politici che hanno permesso che si arrivi a tanto. Ora si dà la colpa a un magistrato che per decorrenza dei termini ha messo in libertà un delinquente. Dobbiamo stupircene? Dobbiamo gridare allo scandalo? Di certo no. Lo scandalo e lo stupore lo riscontro nell’ipocrisia dei politici che mostrano di meravigliarsi mentre non hanno fatto nulla per accelerare gli iter processuali, per avere più edifici penitenziari, per evitare il degrado ambientale, per evitare che la sicurezza dei cittadini sia solo un optional o un motivo di propaganda politica. Questa è la politica che semina vento e raccoglie tempesta. E’ la politica estranea ai cittadini, alla nostra cultura, è la barbarie della politica e dei loro esegeti (Riccardo Alfonso fidest@gmail.com)

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