“L’intera Polizia di Stato è piombata in un profondo dolore per la scomparsa dei colleghi Pietro Pezzi e Nicoletta Missiroli, coinvolti in un incidente stradale durante un’operazione di servizio sulle Volanti sul litorale di Ravenna”. E’ quanto afferma Domenico Pianese, Segretario Generale del COISP – il Sindacato Indipendente di Polizia. “E’ una tragedia che colpisce tutti noi – aggiunge Pianese – e che deve servire a far riflettere su quanto sia rischioso e duro il lavoro di chi, tra mille difficoltà, veste una divisa per garantire la sicurezza dei cittadini e fare rispettare le leggi. Donne e uomini che mettono in campo la loro professionalità, il loro spirito di sacrificio, la volontà di mettersi al servizio degli altri. Come la collega Missiroli, una vita spesa per la Polizia, che per l’ennesima volta ha dato la sua disponibilità al turno di notte per consentire alla pattuglia di uscire in servizio. Non è il momento di polemiche, ma sarebbe bello che, prima di attaccare le forze dell’ordine in ogni occasione, si pensasse al sacrificio silenzioso e quotidiano di chi ogni giorno scende in strada senza sapere se tornerà dalla propria famiglia. Ai familiari dei due Poliziotti, e ai colleghi che hanno condiviso il lavoro con questi eccezionali servitori dello Stato, esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza”.
Archive for 17 settembre 2017
Cordoglio per la morte di due poliziotti delle volanti
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
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L’epidemia di Chikungunya e quanto accade a Roma
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Il progressivo aumento di casi di chikungunya nel Lazio ed in altre regioni lascia facilmente presagire il carattere epidemico che sta assumendo l’infezione. La differenza tra questa epidemia e quella che colpì alcune aree del ravennate nell’estate 2007 è l’estensione geografica che sta interessando quella in corso. Essa ha come cause il ritardo nella diagnosi dei primi casi dovuto alle carenze nel sistema di sorveglianza epidemiogica del Lazio e l’inadeguata disinfestazione della zanzara tigre nel Comune di Roma. Man mano che aumentano i casi di chikungunya, aumenta il serbatoio di infezione del virus e quindi la possibilità di trasmissione attraverso la puntura della zanzara Aedes albopictus, ormai stabilmente insediatasi nel nostro Paese. Il virus della chikungunya ha dimostrato, a livello mondiale, di poter causare epidemie di vaste dimensioni. Il serbatoio del virus può essere ampio se si si considera che dal 3 al 30% delle persone affette da chikungunya non manifesta sintomi. E’ quindi prevedibile che il numero di casi di chikungunya nelle prossime settimane possa salire a parecchie migliaia. A livello mondiale l’infezione è presente in Africa, in Asia, nelle Americhe. Nelle Americhe, dalla fine del 2014, sono stati riportati più di 1,1 milioni di casi. Le epidemie avvengono prevalentemente durante la stagione delle piogge, ma in Africa possono avvenire anche durante periodi di siccità. I viaggiatori internazionali sono quindi categorie a rischio d’infezione. Essi possono facilmente causare la trasmissione del virus al ritorno in Italia, se si trovino nella fase viremica (solitamente i primi 2-6 giorni della malattia). La prevenzione e controllo della chikungunya in Italia si realizza attraverso:
1) l’eradicazione della zanzara tigre, obiettivo finora sempre fallito,
2) il miglioramento della sorveglianza epidemiologica,
3) la formazione del medico nel campo della sanità internazionale.
Se i programmi di disinfestazione falliranno, è probabile che l’Italia possa avere epidemie di dengue, malattia virale trasmessa sempre dalla zanzara tigre, ma clinicamente più severa della chikungunya. (Walter Pasini Direttore Centro di Travel Medicine and Global Health)
Per il caso Roma l’Assessora alla Sostenibilità di Roma Capitale, Pinuccia Montanari ci informa: “Ci lasciano sconcertati le parole di Benvenuti, ex presidente AMA nominato da Alemanno, intervistato da TG5 sul caso chikungunya. A Roma disinfestazioni e derattizzazioni sono state effettuate con grande impegno. Dire o lasciar intendere il contrario è un gesto irresponsabile nei confronti dei cittadini.
Il focolaio non è a Roma ma ad Anzio. Roma è stata danneggiata dalle disinfestazioni inefficaci di altri comuni laziali. Per noi, parlano i numeri.
Roma, con 2.875.364 abitanti ha subito 6 casi di contagio. Anzio, con 54.211 abitanti ha riscontrato 19 casi di contagio. Una parte dei cittadini romani che è risultata positiva alla chikungunya era stata in vacanza ad Anzio.
Mentre i nostri trattamenti preventivi a bassa tossicità hanno funzionato molto meglio degli altri, ci chiediamo cosa hanno fatto le altre Amministrazioni per garantire la salute dei cittadini.
La nuova ordinanza Raggi è servita per permettere gli interventi anche sul suolo privato. Nessun passo indietro e nessun ritardo da parte nostra. I trattamenti adulticidi erano già previsti.
Su questo caso andremo fino in fondo, per ristabilire la verità e valuteremo tutte le azioni possibili, anche legali, denunciando il procurato allarme e la diffusione di notizie false, per tutelare l’operato dell’Amministrazione Capitolina”.
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San Vito Lo capo: 20° Cous Cous Fest
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
San Vito Lo capo (Trapani) E’ il Festival internazionale dell’integrazione culturale. Sarà un’edizione speciale, che si chiude domenica 24 settembre, per celebrare il ventennale della rassegna che vede protagonista il cous cous, piatto ricco di storia ed elemento di sintesi tra culture che mette insieme, in questa piccola cittadina, chef provenienti da 10 paesi: Angola, Costa d’Avorio, Francia, Israele, Italia, Marocco, Palestina, Senegal, Stati Uniti e Tunisia all’insegna dello scambio e dell’amicizia tra i popoli. La manifestazione è organizzata dall’agenzia di comunicazione Feedback di Palermo, producer dell’evento, che spegne 20 candeline quest’anno insieme alla manifestazione che ha ideato, in partnership con il Comune di San Vito Lo Capo. La cittadina del trapanese darà il benvenuto ai big della musica italiana, grandi chef, giornalisti e ospiti prestigiosi per una festa di musica, gusto, pace e integrazione. “Da rassegna di enogastronomia il Cous Cous Fest è diventato oltre dieci anni fa – ha spiegato Matteo Rizzo, sindaco di San Vito Lo Capo – festival internazionale dell’integrazione culturale, accentuando ancor di più la sua vocazione all’accoglienza. Un’intuizione di quello che sarebbe successo pochi anni dopo, quando l’emergenza legata ai fenomeni migratori sarebbe diventata una priorità internazionale. Siamo orgogliosi che oggi la rassegna sia il fiore all’occhiello del territorio, attrattore di grandi flussi turistici ed esempio di sviluppo e destagionalizazione per l’Italia intera”.
Due i campionati di cucina: quello italiano che vedrà sfidarsi 6 chef del Belpaese, sabato 16 e domenica 17 settembre, per il Campionato italiano Bia CousCous, e il Campionato del mondo che vede in campo chef da dieci Paesi, giudicati da una giuria popolare e una tecnica, guidata da Joe Bastianich.
Per i cooking show degustazioni da non perdere con gli stellati Pino Cuttaia e Claudio Sadler, l’oste e cuoco Filippo La Mantia, Giorgione da Gambero Rosso Channel e Sergio Barzetti dalla “Prova del cuoco”. Novità di quest’anno sono i Celebrity Cous Cous, due momenti sorprendenti in compagnia di Nino Frassica e Mario Venuti che vestiranno i panni degli chef e presenteranno al pubblico le loro ricette. Per i bambini c’è l’appuntamento con la blogger Chiara Maci mentre per lo shopping c’è l’expo village, tra artigianato ed eccellenze del territorio. L’edizione di quest’anno sarà patrocinata dal World Food Programme Italia, la più grande organizzazione umanitaria impegnata nella lotta alla fame nel mondo: Filippo La Mantia firmerà un cous cous “solidale” il cui ricavato andrà ai bambini più bisognosi del mondo, venerdì 22 settembre alle ore 16. Tra le altre novità di quest’anno la possibilità di acquistare, on-line sul sito couscousfest.it, i ticket di degustazione e dei cooking show, un’applicazione da scaricare su Google Play per vivere appieno l’evento e la realizzazione di un libro che celebra i 20 anni di storia dell’evento.
Domani si comincia con i cooking show della blogger Sonia Peronaci (ore 13) ideati per Mutti, e dello chef Natale Giunta (ore 14:30), volto noto della trasmissione La Prova del cuoco. La sera alle ore 20 debutta il giovane chef marsalese Federico Alagna per “Metti una gara a cena”, una delle novità di quest’anno: una sfida tra chef under 30 sotto l’insegna di Electrolux Professional.
Nelle “Case del cous cous”, i tradizionali punti di degustazione, ci saranno oltre 30 ricette di cous cous da assaggiare, tra le versioni più stravaganti, i sapori della tradizione e una ricetta anche senza glutine. Il biglietto per la degustazione costa 10 euro e comprende anche una bevanda e un dolce. Quest’anno un nuovo punto di degustazione in paese, la Casa del cous cous trapanese, in via Nino Bixio, che proporrà le ricette della tradizione locale.
La sera, gli approfondimenti con “Café le cous cous”, i talk show condotti da Marzia Roncacci, giornalista del Tg2, e dieci grandi concerti e spettacoli da non perdere. Domani alle 22:30 in piazza Santuario si comincia già alla grande con Jarabe De Palo (15 settembre), il gruppo spagnolo che festeggia, insieme al Cous Cous Fest, il ventennale della sua carriera facendo tappa a San Vito Lo Capo con il tour mondiale dal titolo “20 años”. La band approderà a San Vito Lo Capo – dopo tappe dagli Usa all’Europa passando per Messico, Argentina, Perù, Cile, Uruguay, Ecuador, Colombia, Venezuela, Porto Rico e Repubblica Dominicana- per la seconda tappa italiana del tour dopo Napoli. Sarà una festa speciale che celebrerà anche i 50 anni del suo leader, Pau Dones, cantautore e chitarrista, con un concerto unico che vedrà sul palco una band di 6 elementi che ripercorrerà i più grandi successi della carriera contenuti nell’ultimo doppio album dal titolo 50 Palos, reinterpretati in una nuova veste piano, archi e voce: dalla prima grande hit, La Flaca, tormentone dell’estate 1997, a Depende, Aqua, Grito, Somos, Bonito, Mi piace come sei. Quest’ultimo lavoro discografico consolida il rapporto speciale degli Jarabe de Paolo con l’Italia dove Kekko dei Modà, Francesco Renga, Noemi e Jovanotti sono ospiti in 4 bellissime featuring. I nuovi arrangiamenti nascono dalla voglia di mostrare i brani nella loro essenza, per lasciare spazio alle sottigliezze e all’immaginazione, per presentarle al pubblico nel loro stato più puro. L’album contiene anche inediti ed è accompagnato anche da un libro scritto da Pau Dones dove vengono raccontati aneddoti legati all’attività del gruppo, esperienze personali e anche riflessioni legate alla malattia appena affrontata.Il calendario dei concerti prosegue poi con Levante (16 settembre), Nino Frassica & Los Plaggers band (17 settembre), Mario Venuti (18 settembre), Niccolò Fabi (19 settembre), Fabrizio Moro (20 settembre), Samuel (21 settembre), Francesco Gabbani (22 settembre), Joe Bastianich Project e dee-jay Fargetta (23 settembre) e Paolo Migone (24 settembre). Tutti i concerti si svolgeranno in piazza Santuario, ad eccezione dei live di Samuel e Gabbani che, su indicazione della Questura di Trapani, saranno ospitati all’interno del Campo sportivo di San Vito Lo Capo, sulla spiaggia all’altezza di via Faro. “Da oltre un mese lavoriamo, in collaborazione con la Questura, le forze dell’ordine e i presidi sanitari – spiegano gli organizzatori – per garantire la piena sicurezza ai visitatori della rassegna, considerata uno dei maggiori grandi eventi di richiamo turistico del Mezzogiorno (foto: GIORGIONE E LUOTTO, cous cous)
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Libro: La fine dell’Europa
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Giulio Meotti ha intrapreso un compito impopolare ma necessario nel mettere a nudo la verità allarmante sul declino demografico dei popoli europei indigeni.La risposta della nostra classe politica è quella di scrollare le spalle e dire “che importa?”. Come sottolinea l’autore, la nostra incapacità di riprodurci non è causata dalla povertà o dalla debolezza genetica. Al contrario, ciò è dovuto alla ricchezza, all’indolenza e alla voglia di aggrapparci alla sicurezza dello stato sociale. Ci ritiriamo dal lavoro il più presto possibile, e persino i giovani sono inclini a considerare i figli come un peso che è meglio evitare. Questo atteggiamento verso i bambini è l’opposto dell’atteggiamento religioso, e, come dimostra Meotti, è proprio l’indebolimento della fede cristiana ad aver portato i cittadini europei a smettere di fare figli. Possiamo fare qualcosa per questo problema? Una cosa è certa, senza il coraggio di essere ciò che siamo, e di trasmettere la nostra eredità ai nostri figli, noi europei siamo destinati a scomparire. E con noi scomparirà la più grande civiltà che il mondo abbia mai conosciuto.Con un saggio di Roger Scruton, filosofo inglese, e di Richard Millet, scrittore francese, ex editor di Gallimard. Giulio Meotti, scrittore, giornalista de Il Foglio. Giulio Meotti La fine dell’Europa. Nuove moschee e chiese abbandonate Cantagalli 2016 | pp. 224 | euro 17 (foto: la fine dell’Europa)
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Symposium on Global Sustainability
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Roma Martedì 19 settembre p.v., alle ore 9.15 presso l’Accademia d’Ungheria in Roma si terrà il Simposio sulla sostenibilità globale (Symposium on Global Sustainability), organizzato dall’Università Cattolica Péter Pázmány e dal suo gruppo di lavoro CPSES (Centro per l’Ingegneria dei Sistemi di Processo e la Sostenibilità).Nel corso del Simposio – che si svolgerà in lingua inglese – verrà illustrato il progetto avviato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (US EPA) nel 2005 e continuato tra il 2010 ed il 2015 sotto la supervisione congiunta del Dr. Urmila Diwekar, Istituto di Ricerca Vishwamitra di Chicago e del professor Heriberto Cabezas (Centro per l’Ingegneria dei Sistemi di Processo e la Sostenibilità (CPSES) dell’Università Cattolica Péter Pázmány.Si tratta di una rappresentazione matematica delle principali dinamiche del Mondo, ispirata al modello “Limits to Growth” di Meadows, D. H., Meadows, D. L., Randers, J., & Behrens, W. W. (1972 ). Il modello matematico comprende l’ecosistema, la popolazione umana, l’industria, la generazione di energia, la macroeconomia e i rudimenti di un sistema giuridico con proprietà privata, fiscalità e regolamentazione. Relatori:
Fr. Anzelm Szuromi, Rettore dell’Università Cattolica Péter Pázmány
S.Em.a R.ma Card. Peter Kodwo Appiah Turkson, Dicastero per il Servizio Integrale per lo Sviluppo
Umano
Urmila Diwekar, Presidente e fondatore del Vishwamitra Research Institute
Heriberto Cabezas, Professore presso l’Università Cattolica Péter Pázmány
Diogo Bolster, Professore dell’Università di Notre Dame
Alex Mayer, Professore della Michigan Technological University
Ferenc Friedler, Professore presso l’Università Cattolica Péter Pázmány (foto: Symposium)
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Continuità territoriale e aeroporti siciliani
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
“E’ inaccettabile, incomprensibile e irriguardosa per i cittadini la risposta che ho ricevuto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alle mie interrogazioni, ben tre, sulla destinazione dei fondi per la continuità territoriale”. Così, in una nota, Nino Minardo, deputato di Forza Italia. “Il governo, facendo riferimento all’ultima Conferenza di Servizi scrive, tra l’altro – aggiunge -, che ‘per la possibilità di estendere la continuità territoriale agli aeroporti di Comiso e Trapani si conviene sulla necessità di rinnovare il bando per le tratte di Lampedusa e Pantelleria e di trattare le istanze di Comiso e Trapani in successivi tavoli tecnici’. Sono trascorsi ormai quasi due anni da quando (nella legge di stabilità del 2016) ero riuscito ad ottenere 20 milioni di euro in più per la “continuità territoriale” ovvero per far pagare di meno i biglietti aerei ai siciliani”. “Il mio emendamento – evidenzia Minardo – era esclusivamente finalizzato ad abbattere le tariffe aeree che in molti casi sono un ostacolo insormontabile per chi non può permettersi di comprare a centinaia di euro un volo da Comiso a Milano o da Trapani a Roma; i tanti esempi di un volo dalla Sicilia per la Lombardia che costa più di un Fiumicino-New York ci hanno reso ridicoli agli occhi di mezzo mondo e li voglio citare appena per l’ennesima volta”. “Voglio invece rimarcare con convinzione e senza remore – sottolinea l’esponente azzurro – che stavolta davvero dobbiamo dire basta. In particolare mi rivolgo ai cittadini della provincia di Ragusa che devono sapere che i soldi individuati dal mio emendamento e stanziati dal Parlamento sono risorse “aggiuntive” che ho trovato con fatica ed hanno l’unico scopo di estendere il principio della continuità territoriale agli aeroporti minori presenti nella nostra Regione (Comiso e Trapani); le risorse per le isole minori sono altra cosa e se il governo nazionale oggi vuole pescare dal mio emendamento contravvenendo alle indicazioni del Parlamento non permetterò che lo faccia nel silenzio e nella rassegnazione di chi in questa legge ha creduto”. “In quest’ultima fase – continua – si è accentuata una “continuità politica” nefasta e preoccupante tra i governi di centrosinistra a Roma e a Palermo (entrambi, per fortuna, vicini alla scadenza naturale delle legislature) mirata alla penalizzazione di specifiche porzioni del Mezzogiorno e tra queste, purtroppo, c’è il sud est siciliano. Non ho la presunzione di ergermi a unico difensore di questa comunità, chiedo anzi ai colleghi parlamentari e alla classe dirigente nel suo complesso – prosegue – di sostenere questa battaglia che è di tutti. In attesa di risposte io però le cose che ho fatto per la gente che rappresento nelle istituzioni le intendo difendere allo stremo, da subito e senza tentennamenti. Per questo non permetterò che la continuità territoriale ci venga soffiata da sotto il naso dal governo nazionale ormai unicamente a trazione PD, né dagli ultimi rantoli di potere di Rosario Crocetta e dei suoi 48 assessori in cinque anni né, tantomeno, dal signore che guida l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) da un numero imprecisato di anni, il dottor Vito Riggio, anch’egli complice – conclude Minardo – di questo “gioco delle tre carte” con i 20 milioni stanziati nella Finanziaria 2016 anche e soprattutto per l’aeroporto di Comiso”.
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Sedicenne uccisa in Puglia
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
“Esprimo tutto il mio dolore e il mio turbamento per la notizia della tragica morte della giovane Noemi, ennesima vittima di un amore malato in una società in cui la rabbia e l’odio sono diventati un banale leit motiv, anche e soprattutto in quelle generazioni che dovrebbero essere il terreno fertile su cui far attecchire il futuro ed invece arrivano ad essere vettori di morte”.Lo afferma in una nota Filomena D’Antini, Responsabile del Dipartimento Diritti Umani di Forza Italia in Puglia. “Oggi, purtroppo, siamo stati costretti, ancora una volta, ad assistere a un altro grave caso di violenza contro una donna che è sfociato in conseguenze drammatiche. Il dolore per la perdita di una preziosa vita umana deve darci la forza di insistere e persistere in ogni azione tesa ad individuare tutti gli strumenti necessari per porre fine una volta per tutte a queste condotte.Occorre una vera e propria svolta culturale e non ci si deve arrendere nel sollecitare le famiglie a riappropriarsi di un ruolo genitoriale in grado di confrontarsi e adeguarsi con una società in cui spesso l’amore non si sposa con l’etica, anzi in molti casi la società genera confusione tra ciò che è giusto e ciò che è ingiusto.Bisogna insistere quindi nel portare avanti costanti e continue campagne di educazione nelle scuole, e potenziare i centri per la famiglia e i centri antiviolenza: strumenti necessari affinché le potenziali vittime abbiano dei validi e sicuri punti di riferimento a cui rivolgersi. Il lavoro da fare è ancora tanto e nessuno deve sottrarsi, istituzioni incluse, dall’onere di sconfiggere uno dei mali del terzo millennio: ogni 2 giorni in Italia si muore per un amore malato”.
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Technicis acquisisce il gruppo Arancho Doc
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Parigi. Arancho Doc, società italiana che opera nel campo della traduzione a livello internazionale, conta oggi 100 dipendenti e ha uffici in cinque paesi: Italia, Spagna, Svizzera, Finlandia e Repubblica Ceca. Con un fatturato di 12 milioni di euro nel 2016, la società è un’acquisizione strategica per Technicis sul piano geografico, in quanto consente al gruppo di rispondere meglio alle esigenze dei suoi clienti affiancandoli nella loro espansione internazionale. Dal 2012, data della realizzazione della prima acquisizione da parte del gruppo, Technicis porta avanti due assi di sviluppo: da un lato la crescita organica e dall’altro la crescita esterna. Il fondo di private equity NAXICAP Partners, entrato a fare parte del capitale di Technicis nel 2015, ha sicuramente aperto nuove prospettive di sviluppo per il gruppo in un contesto in cui l’Europa rappresenta il 50% del mercato mondiale e l’America del Nord circa il 35%. “Siamo fieri di accogliere Arancho Doc e la sua identità europea nel gruppo Technicis. Al servizio di grandi gruppi, il team di Arancho Doc si distingue per l’eccellente qualità dei servizi forniti e le tecnologie di punta, che vanno così ad aggiungersi al nostro potenziale. Lo sviluppo internazionale che perseguiamo da cinque anni finalmente si materializza con l’acquisizione di Arancho Doc, permettendoci di essere presenti non solo in Europa ma anche in America del Nord”, spiega Benjamin du Fraysseix, CEO del gruppo Technicis.
Dal 2012 Technicis persegue un piano di crescita accelerata, con l’acquisizione di VO Paris (Francia) nel 2012, di Cogen (Belgio) nel 2015, di Translation Probst (Svizzera) nel 2016 e di Arancho Doc (Italia) nel 2017. Grazie a queste quattro acquisizioni e a una crescita organica annuale a due cifre, il gruppo è passato da attore locale francese a PMI su scala internazionale nel 2017, quadruplicando le sue dimensioni negli ultimi cinque anni. Il gruppo Technicis ha realizzato un fatturato di 30 milioni di euro nel 2016 e punta a 45 milioni di euro nel 2017 grazie ai suoi 320 dipendenti negli uffici in Francia, Svizzera, Belgio, Italia, Spagna, Finlandia, Repubblica Ceca e Canada. Con un portafoglio di oltre 2.500 clienti, il gruppo collabora con la maggior parte delle aziende del CAC 40, nonché con grandi gruppi europei e americani. Oggi Technicis si classifica tra le prime 10 aziende di traduzione professionale a livello internazionale e ambisce a entrare a far parte della Top 5 mondiale nell’arco di tre anni, tramite una nuova acquisizione.
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Partnership triennale tra la Galleria Borghese e Fendi
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Roma. Dopo la mostra Matrice presso il Palazzo della Civiltà Italiana e l’installazione in Largo Goldoni dell’opera Foglie di pietra, entrambe dell’artista Giuseppe Penone, FENDI rafforza ulteriormente il proprio legame con Roma e con il mondo dell’arte e annuncia una partnership triennale con la Galleria Borghese, un progetto ambizioso che prevede la costituzione del centro di ricerca Caravaggio Research Institute, promosso e divulgato attraverso un programma espositivo internazionale sull’artista, da Los Angeles all’Estremo Oriente, e il sostegno per tre anni consecutivi alle mostre che avranno luogo presso la Galleria Borghese.La Galleria Borghese conserva nella sua collezione il corpus pittorico più consistente e cronologicamente meglio rappresentato di Caravaggio, che costituisce il paradigma ideale per lo studio di tutta la sua carriera pittorica. Da questa condizione di eccezionalità collezionistica preservatasi nei secoli è nato il progetto Caravaggio Research Institute, ideato da Anna Coliva, Direttore della Galleria Borghese e supportato da FENDI.Il piano di lavoro prevede la costituzione presso la Galleria Borghese di un centro di studi, diagnostica e ricerca storico-artistica su Caravaggio e sulla sua opera, che sia il più completo esistente così da proporsi come il riferimento primario per la ricerca caravaggesca a livello mondiale. Il progetto si completa con la creazione di una piattaforma digitale che rappresenti la più esaustiva banca dati online relativa al Caravaggio, per informazioni e aggiornamenti bibliografici, documentari, archivistici, filologici, storiografici, iconografici, dotata di un corredo diagnostico in forma digitale.Per divulgare tale progetto innovativo di ricerca, la Galleria Borghese e FENDI hanno concepito un programma espositivo sull’artista che approderà, nel corso di tre anni, in luoghi di massima importanza ed eccellenza: dai riflettori prestigiosi degli Stati Uniti alle latitudini estreme dell’Oriente asiatico.
La prima tappa della mostra sarà a novembre 2017 al Getty Museum di Los Angeles, istituzione di grande prestigio per l’orientamento della cultura in un continente che guarda al futuro ma possiede un legame profondo con le proprie radici europee. A partire dal 21 novembre il Getty Museum ospiterà infatti per la prima volta tre opere di Caravaggio provenienti dalla Galleria Borghese: il San Girolamo, il Giovane con canestro di frutta e il David con la testa di Golia.
La prima mostra della Galleria Borghese che FENDI supporterà sarà la grande monografica dedicata a Gian Lorenzo Bernini, genio tutelare del luogo e la figura più rappresentativa del Barocco a Roma. La mostra Bernini, con cui la Galleria Borghese prosegue le celebrazioni per i venti anni dalla sua riapertura nel 1997, ha un respiro internazionale e un riconoscimento di unicità colto anche dalle più grandi istituzioni museali, che hanno concesso prestiti eccezionali.
Solo per citarne alcuni: Louvre, National Gallery e Victoria&Albert Museum di Londra, Thyssen Bornemisza di Madrid, Staatliche Museum di Berlino, Statens Museum for Kunst di Copenhagen, Kunsthalle di Amburgo, Metropolitan Museum of Art di New York, Art Gallery of Ontario, Getty Museum e LACMA di Los Angeles, Kimbell Art Museum di Forth Worth.
La mostra Bernini sarà inaugurata il prossimo 31 ottobre e sarà aperta al pubblico dal 1 novembre 2017 al 4 febbraio 2018.
La partnership triennale con la Galleria Borghese si inserisce all’interno di un progetto di mecenatismo avviato da FENDI con il restauro della Fontana di Trevi nel 2015 e del complesso delle Quattro Fontane, seguito dal restauro e dalla manutenzione delle Fontane del Gianicolo, del Mosè, del Ninfeo del Pincio e del Peschiera e dall’apertura al pubblico del primo piano (ora anche spazio espositivo) del Palazzo della Civiltà Italiana all’EUR.
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Psoriasi moderata-grave
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Ginevra. LEO Pharma ha annunciato oggi i nuovi dati degli studi clinici di Fase III che ampliano la base di evidenze sull’efficacia, la sicurezza e i benefici sulla qualità di vita dei pazienti in cura con brodalumab, farmaco biologico per chi soffre di psoriasi a placche da moderata a grave. I risultati della fase di estensione di uno studio a lungo termine hanno rilevato che brodalumab ha mantenuto livelli elevati e costanti di cute libera da lesioni (PASI 100) in pazienti con malattia da moderata a grave. Un’ulteriore analisi aggregata dei trial clinici di fase III AMAGINE ha mostrato che i pazienti in trattamento con brodalumab hanno ottenuto significativi miglioramenti della qualità di vita rispetto ai pazienti trattati con placebo. I dati sono stati presentati al 26o Congresso della European Academy of Dermatology (EADV) in corso a Ginevra, Svizzera. “I pazienti con psoriasi moderata-grave, che in Italia sono circa 150.000, attualmente hanno diverse opzioni terapeutiche; tuttavia ci sono ancora ampie aree di miglioramento nelle attuali terapie”, spiega Giampiero Girolomoni, Direttore di Dermatologia, Università degli Studi di Verona. “Brodalumab è un farmaco biologico innovativo, molto efficace, che permette ai pazienti di avere una pelle completamente pulita con rapidità e per lungo tempo. È un farmaco assai interessante in quanto consente di ottenere risultati clinici di efficacia non raggiungibili dalle terapie oggi disponibili”.
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Mostra: Il Mediterraneo
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Lucca. L’edizione 2017 del Photolux Festival, Biennale Internazionale di Fotografia, a Lucca dal 18 novembre al 10 dicembre 2017, sarà dedicata ad un tema e ad un luogo simbolico: il “Mediterraneo”.
“Il Mediterraneo è un immenso archivio e un profondo sepolcro.” Ad affermarlo è stato Predag Matvejevic, autore nel 1987 di Breviario mediterraneo, lavoro fondativo della storia culturale della regione del Mediterraneo, tradotto in oltre venti lingue.
Le parole di Matvejevic risuonano, nella loro assoluta attualità, espresse da molte delle mostre e riecheggiate dagli appuntamenti di Photolux 2017.
“Il Mediterraneo è lo scenario nel quale negli ultimi anni si sta consumando l’emergenza umanitaria legata ai flussi migratori verso le coste europee, una delle più gravi per le sue proporzioni in termini di persone coinvolte e per le ripercussioni sul sistema di valori e sull’identità dell’Europa”, annota Enrico Stefanelli che di Photolux Festival è il fondatore e direttore.
“E oggi più che mai si avverte l’urgenza di tornare a interrogare il Mediterraneo e la sua storia, di trovare un nuovo dialogo tra le culture”.
Per questo l’edizione 2017 di Photolux Festival vuole essere un focus sui fotografi del Mediterraneo e su quelli che del “mare nostrum” hanno fatto l’oggetto del proprio sguardo, che dia luogo a inedite contaminazioni e che provi a raccontare un mare dove da millenni si incontrano e scontrano civiltà che ne arricchiscono e complicano la storia”.
Le 22 mostre indagano questo tema-simbolo attraverso il lavoro di grandi nomi e giovani autori della fotografia internazionale. (foto: mediterraneo)
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Sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
La sentenza della Corte di Giustizia europea sugli OGM fa riferimento a un quadro giuridico ormai superato. Così Greenpeace commenta la sentenza emessa oggi.
Dalla fine del 2015, con le modifiche alla Direttiva europea che regola gli OGM, l’Italia fa parte ufficialmente della maggioranza dei Paesi UE che ha vietato la coltivazione di mais OGM sul territorio nazionale. “Applicare il principio di precauzione è quanto ci si aspetta da governanti responsabili, e per questo è da lodare il decreto interministeriale italiano che, basandosi appunto su questo principio, vietò il rilascio in ambiente di mais OGM MON810, prevenendo così la contaminazione certa di ambiente e coltivazioni convenzionali e biologiche” commenta Federica Ferrario, responsabile agricoltura sostenibile Greenpeace Italia. “Il principio di precauzione è uno dei cardini dell’Unione europea. Ha come scopo quello di garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio. Non di danno conclamato, ma appunto di rischio. Per questo ci viene invidiato in tutto il mondo”. Le tossine Bt prodotte dal mais OGM sono potenzialmente in grado di danneggiare non solo i parassiti del mais, ma anche altri insetti non bersaglio, tra cui farfalle, coccinelle e, se i residui raggiungono corsi d’acqua, anche organismi acquatici. Nei Paesi in cui delle piante Bt vengono coltivate, i parassiti diventano a loro volta resistenti alle tossine Bt, con conseguenti “perdite economiche sostanziali per gli agricoltori”, secondo un’analisi delle coltivazioni di OGM pubblicata dall’Accademia nazionale statunitense delle Scienze.
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Ius soli: Lo Ius esiste già, da 25 anni
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Ius soli? Lo Ius esiste già, da 25 anni. Pochi se ne sono accorti ma questo diritto è presente nel nostro ordinamento dal 1992, cioè dalla “Prima Repubblica”.Lo ricordavamo tempo fa, ma l’informazione che abbiamo trasmesso è stata ignorata.Infatti, la legge n.91 del 1992, all’art. 4, comma 2, prevede che: “Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore eta’, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data”.Ricordavamo che si tratta di un diritto soggettivo (non una concessione dello Stato), condizionato alla sussistenza di tre requisiti:
1) essere nati in Italia;
2) aver risieduto ininterrottamente in Italia fino ai diciotto anni;
3) rendere dichiarazione di volontà di essere cittadino italiano (elezione di cittadinanza) entro un anno dal compimento della maggiore età.
Quindi a ben vedere, la normativa attualmente in vigore, se da un lato costringe il minore ad attendere il diciottesimo anno di età per poter scegliere la cittadinanza italiana, dall’altra ha applicazione più ampia poiché non richiede la titolarità, da parte di un genitore, del permesso di soggiorno comunitario per soggiornanti di lungo periodo.Compito dei media sarebbe quello di informare ma, come siamo sempre più convinti, i giornali servono a vedere che giorno è, i tg a sentire le previsioni meteo e i “talk show” a rincretinire il popolo (serie webeti). (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)
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Caro libri e aumenti ingiustificati
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Milioni di studenti, in tutta la penisola, di nuovo alle prese con le lezioni scolastiche e milioni di famiglie che tornano a fare i conti con gli esosi costi dei libri di testo. I prezzi sembrano salire di anno in anno e risulta sempre più difficile fronteggiare una spesa tanto elevata quanto ingiustificata. L’industria dell’editoria scolastica vale un quarto del mercato dei libri, circa 600 milioni di euro annui di fatturato contro i quasi 3 mercati del mercato totale. Ci rendiamo conto degli interessi che ruotano intorno a questo specifico settore e sorgono spontanee una serie di domande.
Per quale motivo ogni anno i libri di testo adottati sono diversi da quelli dell’anno precedente?
E’ realmente necessario?
Quanto sono riscontrabili reali aggiornamenti e integrazioni e quanto invece il contenuto resta immutato?
Perché i professori, quasi all’unanimità, prediligono sempre la stessa casa editrice con l’80% dei libri di testo dello stesso editore?
Nell’adozione dei libri di testo i docenti hanno piena autonomia: il Ministero fissa un tetto di spesa massimo per ogni tipologia di classe e la somma dei libri adottati non può superare tale tetto. Il docente può anche decidere di non adottare libri di testo nuovi, venendo incontro alle esigenze delle famiglie.Perché, invece, si opta nella totalità dei casi per questo celere ricambio? E’ realmente necessario adottare ogni anno libri di testo diversi? Certo, per le materie tecniche l’aggiornamento è d’obbligo, ma per le materie letterarie, per i testi di greco e latino, per la Divina Commedia non vediamo cosa può cambiare rispetto all’anno precedente o quali integrazioni siano così imprescindibili.Il paragone con altre nazioni europee rende il tutto ancora più immotivato: in Svezia, ad esempio, i libri di testi vengono sostituiti ogni 10 anni, in Germania ogni 6, in Spagna e in Francia ogni 4 e tra l’altro sono gratuiti fino al liceo.In Germania, inoltre, i libri vengono acquistati dalla scuola e messi a disposizione degli alunni per diversi anni. La scuola da in prestito il libro all’alunno, che lo utilizza per tutto l’anno, dopodichè lo restituisce in modo che possa essere nuovamente dato in prestito l’anno successivo. In tale modo, il libro resta utilizzabile per almeno 6anni. Il Ministero dell’Istruzione non sembra voler dare risposte e parla di una spesa annua media di 300/400 euro. I dati reali mostrerebbero, invece, un aumento pari al 2-3% per l’anno 2017/18. Tali aumenti potrebbero diventare un ostacolo all’accessibilità all’istruzione, già provata dai continui tagli perpetrati ormai da anni.
Se le case editrici continuano ad abusare della loro posizione dominante sul mercato dei libri scolastici, si viene a creare un ulteriore barriera all’accesso.
Per le famiglie con un ISEE sotto una determinata soglia, valore (comunque al di sotto dei 13.000 euro) che varia a seconda del Comune di appartenenza, sono stati stanziati dei contributi per sostenere tali spese. Non tutti, infatti, possono permettersi di sostenere tali costi e sono ancora alti i numeri di chi è costretto a rinunciare agli studi superiori per motivi economici.
E’ chiaro che, in Italia invece, l’atteggiamento delle case editrici che ogni anno cambiano codici ISBN, cambiano il titolo dei libri, ma mantengono invariato il contenuto, è totalmente ingiustificato nonché lesivo del diritto allo studio. Codici – dichiara Luigi Gabriele Affari Istituzionali Codici – ritiene necessario un intervento del Ministero dell’Istruzione in primis e dell’Antitrust poi, per vigilare su quanto, ogni anno, avviene e scongiurare l’ipotesi che esistano eventuali «cartelli» fra le case editrici che non permettano prezzi più ridotti.
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Striscioni in tutta Italia per celebrare i risultati ottenuti dal Ministro Fedeli
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Roma. “Studente italiano segui la linea Fedeli: abbandona gli studi!” Questo il testo dei centinaia di striscioni attaccati in tutta Italia dal movimento del fulmine cerchiato, con i quali il Blocco Studentesco si congratula con il Ministro Fedeli per il suo primo grande successo: secondo i dati Eurostat, in Italia ben il 14% dei 18-24enni decidono di non conseguire neanche un diploma secondario.
“Tra le peggiori in Europa secondo questa statistica, il merito – inizia la nota del movimento – risiede tutto nell’esempio del nostro neo ministro che con il suo esempio ha tracciato la migliore linea da seguire per gli studenti italiani.
Nessuna seria battaglia – continua la nota – è stata iniziata per la lotta alla dispersione scolastica, ed i nostri risultati sono lontani dal raggiungere gli obiettivi prefissati a livello europeo entro il 2020. Se a ciò si aggiunge che, sempre secondo l’Eurostat, solo il 53% di chi ha conseguito una laurea riesce a trovare un’occupazione dopo 3 anni dall’ottenimento, il quadro è tutt’altro che roseo.
Una classe politica imbambolata – chiude la nota – non capace di assumersi nuove responsabilità mantenendo le linee guida dei precedenti esecutivi, un attacco continuo all’idea di un’istruzione pubblica e fortemente meritocratica sempre più scollegata dal contesto lavorativo, ed uno sradicamento identitario come unico obiettivo politico di certi ministri, rappresentano le grandi problematiche per cui il Blocco Studentesco si batterà in tutta Italia”. (foto: blocco studentesco)
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Omaggio al Granduca
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Firenze Tesoro dei Granduchi, Palazzo Pitti: Memorie dei piatti d’argento per la festa di san Giovanni, aperta al pubblico dallo scorso 24 giugno e il cui termine di chiusura previsto era il 24 settembre 2017, viene prorogata all’8 ottobre 2017. Nel corso di questi mesi l’esposizione ha ottenuto grandi consensi di pubblico, oltre che ottimi riconoscimenti da parte della stampa e della critica di settore. E’ stato deciso quindi di prolungarne l’apertura di venti giorni, affinché, oltre alle numerose scolaresche che ne hanno fatta richiesta, possa visitarla anche il pubblico internazionale che converrà a Firenze dal 23 settembre al 1 ottobre, in occasione della prossima Biennale Internazionale dell’Antiquariato.
La mostra presenta un episodio tanto appassionante quanto poco noto dell’oreficeria italiana tra Sei e Settecento che trae la sua origine dalla ricorrenza di San Giovanni Battista, solennemente festeggiata a Firenze già in antico il 24 giugno di ogni anno, e dalle relazioni diplomatiche di Casa Medici che estendeva la sua influenza sull’ambiente curiale romano. Queste circostanze portarono nelle collezioni medicee una straordinaria raccolta di piatti istoriati d’argento eseguiti su disegno dei più significativi artisti romani del tempo.
A partire dal 1680 infatti, per ben cinquantotto anni Cosimo III e il suo successore, il figlio Gian Gastone, ricevettero come dono per disposizione del cardinale Lorenzo Pallavicini ai suoi eredi Rospigliosi, pregiati bacili d’argento con storie che illustravano i fasti dinastici della Casata fiorentina, su disegno di prestigiosi artisti come Carlo Maratti, tra i massimi esponenti della pittura romana della seconda metà del Seicento, (disegni conservati a Chatsworth ed esposti in mostra), Ciro Ferri, Pietro Lucatelli, Ludovico Gimignani, Lazzaro Baldi, Filippo Luzi, Giuseppe, Carlo e Tommaso Chiari. Dal 1700 furono spesso gli argentieri a progettare le tese. I disegni noti, provenienti da musei italiani ed esteri e da collezioni private, sono tutti esposti in mostra. I nomi degli argentieri d’Oltralpe e romani, che sbalzarono e cesellarono l’argento dei bacini, sono emersi dai documenti degli archivi romani.
«I ‘piatti di san Giovanni’», come sottolinea il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike D. Schmidt «rappresentavano una celebrazione di Casa Medici, riconoscendone e testimoniandone i grandi meriti nel governo della Toscana attraverso il ricorso a figurazioni che riconducono a valori eterni e a fatti contingenti. Le ricerche condotte in questa occasione hanno portato a una lettura puntuale delle singole scene, sia per le figurazioni allegoriche che rispondono ai più noti repertori di iconologia, sia per le scene storiche esemplate su una profonda conoscenza degli avvenimenti.»
A Firenze gli argenti arrivati in dono a Cosimo III erano conservati gelosamente nella Guardaroba di Palazzo Vecchio, mentre quelli donati al tempo di Gian Gastone rimasero nella residenza di Palazzo Pitti. Estinta la dinastia medicea, nonostante il Patto di Famiglia stipulato il 31 ottobre 1737 fra Anna Maria Luisa Elettrice Palatina e il nuovo granduca di Toscana Francesco Stefano di Lorena, i piatti di San Giovanni, come tutti gli altri argenti, furono considerati una preziosa risorsa per ripianare il bilancio precario dello Stato toscano al fine di favorire le imprese militari. Dei ‘piatti di san Giovanni’ sarebbe svanito anche il ricordo se la Manifattura Ginori di Doccia, per volontà del suo fondatore, il marchese Carlo Ginori, tra il 1746 e il 1748 non avesse fatto realizzare dall’argentiere Pietro Romolo Bini, già attivo nella Galleria dei Lavori, le forme in gesso tratte dagli originali in argento da cui sono derivati i calchi in gesso esposti in mostra. L’intento era probabilmente di trattenere la memoria della magnificenza dei bacini, prevedendone forse una traduzione in porcellana, anche se uno solo, il primo della serie, fu realizzato dalla manifattura, attualmente conservato nel Museo Duca di Martina di Napoli, è esposto in mostra. La fortuna dei bacili nella manifattura proseguì nell’Ottocento, dove alcuni di essi furono replicati in porcellana per l’Esposizione internazionale di Parigi del 1867, ma già a quella italiana del 1861 troviamo il primo piatto della serie abbinato ad un mesciroba tardobarocco, esposto in mostra, probabilmente con l’intento di evocare le “acquereccie” con vassoio di celliniana memoria. All’Esposizione di Torino del 1884 la Ginori registra le variazioni del gusto, ma continua a proporre i bacili seppur nella sola ripresa della tesa da abbinare a piatti riproducenti dipinti, con la funzione di cornice, come visibile dagli esemplari in mostra.
Oggi i calchi, donati molti anni fa dal marchese Leonardo Ginori Lisci alle Gallerie fiorentine, sono esposti nelle sale di Palazzo Pitti che accolgono il Tesoro dei Medici e sono l’unica testimonianza tangibile della magnificenza della perduta serie in argento.
Da questi nel 1999 è stata eseguita una versione con la tecnica dell’elettroformatura, utilizzata a scopo scenografico, con lo stesso fine con cui viene riproposta in mostra. Essa consente al visitatore di immaginare quale potesse essere la preziosità dell’omaggio fatto ai granduchi fiorentini, unitamente ad un video che spiega la complessità delle tecniche messe in atto dagli argentieri romani e dalla Manifattura Ginori di Doccia.
La Manifattura Ginori di Doccia è stata celebrata quest’anno a Firenze con un dittico di mostre che, oltre a questa di Palazzo Pitti, vede al Museo Nazionale del Bargello La fabbrica della bellezza. La manifattura Ginori e il suo popolo di statue aperta fino al prossimo 1 ottobre.
La mostra a cura, come il catalogo edito da Sillabe, di Rita Balleri e Maria Sframeli, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei. (foto: piatti d’argento)
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Le donne imprenditrici aumentano nel mondo ma non in Italia
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Secondo il Global Business Entrepreneurship Monitor (GEM) 2016/17 Women’s Report: “Questo non solo mostra la grandezza degli impatti che le donne imprenditrici hanno in tutto il mondo, ma sottolinea il contributo che forniscono verso la crescita e il benessere delle loro società”, ha dichiarato la professoressa del Babson College e co-autrice del rapporto, Donna Kelley. “Le donne imprenditrici offrono redditi per le loro famiglie, occupazione per coloro che vivono nelle loro comunità e prodotti e servizi che portano nuovo valore al mondo che li circonda”.
Tra le 63 economie sondate, sia nella presente che nell’ultima relazione prodotta nel 2015, GEM ha rilevato che l’attività totale imprenditoriale (TEA) tra le donne è aumentata del 10% e il divario di genere (rapporto tra donne e uomini partecipanti all’imprenditorialità) è diminuito del 5% . Queste stesse economie mostrano un aumento dell’8% della proprietà delle donne nelle imprese consolidate.
GEM classifica le economie in cinque livelli di sviluppo economico (utilizzando criteri identificati dal Forum Economico Mondiale) e sei regioni geografiche: l’Asia orientale e meridionale e il Pacifico, l’Europa e l’Asia Centrale, l’America Latina ei Caraibi, il Medio Oriente e il Nord Africa, Nord America , e dell’Africa sub-sahariana.I tassi femminili di TEA variano dal 3% in Germania, Giordania, Italia e Francia al 37% in Senegal. In sole cinque economie in due regioni (Indonesia, Filippine e Vietnam in Asia e Messico e Brasile in America Latina), le donne hanno partecipato all’imprenditorialità a tassi uguali o superiori agli uomini. Nonostante i tassi di TEA bassi, l’Europa brilla per avere donne più educate rispetto agli uomini imprenditori, il 22% in media. Il 10% di tutte le donne imprenditrici intervistate gestiscono le proprie attività per conto proprio e non hanno intenzione di aggiungere dipendenti nei prossimi cinque anni. L’Europa ha la più alta frequenza di un’attività imprenditoriale gestita da una sola persona.GEM, nel suo 18esimo anno di attività, ha acquisito un riconoscimento diffuso come lo studio longitudinale più autorevole dell’imprenditorialità nel mondo e, in quanto tale, offre preziosi dati per guidare la ricerca futura e il processo decisionale, nonché la progettazione di interventi che possano migliorare l’imprenditoria delle donne, ha dichiarato il direttore esecutivo GEM Mike Herrington. Innanzitutto si può notare che la differenza di genere fra donne e uomini è più accentuata, in Italia, nell’intenzione imprenditoriale piuttosto che nel TEA. Questo significa che vi è un minore interesse da parte delle donne per la carriera imprenditoriale, che viene evidentemente ancora vista come un’attività tipicamente maschile. E la tendenza non è incoraggiante, poiché fra il 2104 e il 2016 vi è stata una significativa riduzione nell’intenzione imprenditoriale della popolazione femminile, dal 10,7% al 7,6 (-29%).
Per le donne come per gli uomini è inoltre molto elevata in Italia la differenza fra l’intenzione imprenditoriale e l’effettiva realizzazione. Su questa differenza pesano alcuni ritardi del sistema paese, che non facilitano la realizzazione delle aspirazioni imprenditoriali.
I dati di questa ultima relazione evidenziano alcune tendenze chiave e paradossi, ha aggiunto:”Aumenta lo sviluppo economico e il livello di istruzione. Diminuisce la partecipazione imprenditoriale tra le donne, ma anche la discontinuità delle imprese si rallenta. Mentre il tasso di discontinuità femminile supera quello dei maschi nei primi tre livelli di sviluppo, anche se solo di circa il 10%”.
Da notare anche, per i responsabili politici, è la constatazione che, in media, le donne presentano una probabilità del 20% o superiore di citare la necessità come motivo per avviare una nuova attività rispetto agli uomini, specialmente nelle economie meno sviluppate. Un risultato positivo è che le donne imprenditrici hanno una probabilità di innovazione superiore al 5% rispetto agli uomini.
Sebbene non ci siano risposte chiare nel rapporto, i dati forniscono una base importante per il sostegno della crescita delle imprese femminili e la creazione di valore economico e sociale in tutto il mondo, ha commentato Mike Herrington.
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Tumore ovarico: solo a 1 donna su 3 viene proposto il test
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
È conosciuta come “mutazione Jolie”, modifica la probabilità di sviluppare il tumore all’ovaio e al seno, nella vita di una donna, aumentandola fino al 50-80%, contro il 10% nelle donne senza mutazione. Per identificarla bisogna sottoporsi a un test, il test genetico BRCA, fondamentale per intervenire precocemente e individuare le terapie più adatte.A scattare la prima fotografia sul mondo del test BRCA nel tumore ovarico in Italia è Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, attraverso un’indagine, condotta da Elma Research e con il supporto incondizionato di AstraZeneca, su 212 centri con reparto di oncologia, 50 pazienti con tumore ovarico, 31 familiari e 15 medici oncologi. La ricerca ha analizzato in particolare la conoscenza del test, il vissuto e le modalità di accesso.Dall’indagine emerge che, nonostante le raccomandazioni delle linee guida delle società scientifiche, solo a 6 donne su 10 con tumore all’ovaio viene proposto di fare il test BRCA, e addirittura solamente per 1 su 3 questo avviene alla diagnosi della malattia, il momento più appropriato per eseguire l’esame.Da questi presupposti è stato lanciato oggi in Senato un forte appello alle Istituzioni presentando il documento “Test BRCA: call to action per la prevenzione e cura del carcinoma ovarico e della mammella”, redatto con la consulenza di un gruppo di esperti multidisciplinari e patrocinato da SIGU – Società Italiana di Genetica Umana, Fondazione AIOM – Associazione Italiana di Oncologia Medica, ACTO Onlus – Alleanza Contro il Tumore Ovarico, aBRCAdaBRA Onlus, Associazione Senonetwork Italia Onlus e ANISC – Associazione Nazionale Italiana Senologi Chirurghi.
Il documento mette in evidenza le principali criticità nel nostro Paese che non riguardano solo l’equità di accesso al test, diverso da regione a regione, ma includono anche la corretta presa in carico delle persone ad alto rischio e la corretta formazione dei professionisti, senza tralasciare l’attenzione agli aspetti psico-sociali delle pazienti e dei familiari.Dalla ricerca Onda emerge, infatti, che sono forti le disparità a livello regionale: tra le regioni prese in esame, Piemonte e Toscana sono quelle con propensione maggiore a consigliare il test inviando il 72% delle donne con tumore all’ovaio, mentre Lombardia (43%) e Veneto (40%) tendono a indirizzare meno pazienti. Benché tutti gli ospedali dichiarino di seguire le linee guida delle società scientifiche che stabiliscono i criteri per proporre il test, nella realtà ben 2 su 3 applicano regole più restrittive che escludono le pazienti con più di 75 anni o con malattia troppo avanzata.
Inoltre, in termini di sostenibilità e ottimizzazione delle risorse lo studio Venus, presentato recentemente da Altems, Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica, e citato nel documento degli esperti, ha dimostrato che l’estensione del test BRCA alle familiari delle pazienti con tumore all’ovaio è un investimento sostenibile e conveniente per il Servizio sanitario nazionale; è costo-efficace nel 97% dei casi rispetto al non eseguire il test.Sono le pazienti stesse attraverso le associazioni aBRCAdaBRA onlus, ACTO onlus e Onda, a sostenere a gran voce che sul test BRCA “troppo spesso le persone non trovano risposte, o trovano risposte sbagliate basate su pregiudizi o ignoranza. In particolare, le donne con tumore ovarico o della mammella (e le loro famiglie) chiedono che il Ministro della Salute tuteli la loro legittima richiesta di avere informazioni corrette sul test BRCA e di potere facilmente e tempestivamente accedere ai percorsi di prevenzione e cura di qualità”.
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Tra ciglia e pensiero di Eglė Budvytytė
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Roma lunedì 18 settembre 2017 ore 18.30 Apertura al pubblico: 19 settembre – 11 novembre 2017 (Orari di apertura della mostra: dal martedì al sabato ore 15.00-19.00) AlbumArte Via Flaminia 122 mostra Tra ciglia e pensiero dell’artista lituana Eglė Budvytytė che espone per la prima volta in Italia una selezione delle sue opere video.
La mostra è curata da Benedetta Carpi De Resmini e si impernia su scenari e contesti inusuali posti accanto a elementi quotidiani, dicotomie strutturali alle opere della giovane artista. Eglė Budvytytė crea all’interno delle sue opere dei cortocircuiti tra realtà e finzione, aprendo questioni sul ruolo del soggetto rispetto a una riflessione sociale in senso più ampio. In mostra una selezione di opere video che riflettono sul tempo economico e sociale che scandisce gli spostamenti, i ritmi della vita quotidiana, andando a creare vuoti momentanei in cui l’immaginazione prende il sopravvento.
Il percorso narrativo si apre con Secta (2006) che fa da contrappunto all’universo immaginario di Magicians (2011), mentre il movimento incontrollato del corpo dei bambini di Shaking Children (2013) si collega alle rigide disposizioni di As if you are catching a bomb (2013) – opere video entrambe nate dalla collaborazione con Bart Groenendaal – le quali guidano le azioni di un uomo.In uno scenario mondiale basato sempre di più sulla cyber intelligence, in cui i conflitti sia economici che sociali sembrano governati dal potere virtuale della rete, l’opera dell’artista si pone come naturale reazione di denuncia alla società contemporanea. Gruppi o realtà individuali sfidano le convenzioni, condotti alcune volte da una voce fuori campo, come un deus ex machina, che racconta o li conduce a contrapporsi alle regole imposte.
Il corpo diventa per l’artista lo strumento per sfidare i comportamenti codificati, per ricordare a tutti che il potenziale di ognuno risiede nella fantasia, unico mezzo per raggiungere, con velocità e traiettorie differenti da uomo a uomo, lo stesso obiettivo: la libertà. In occasione della mostra sono previsti eventi collaterali che riflettono sulle dinamiche affrontate.
Eglė Budvytytė (Lituania, 1981) vive attualmente tra Vilnius e Amsterdam. Realizza video e performance al fine di esplorare la relazione che intercorre tra corpo, architettura, ambiente e pubblico. Partendo da coreografie di diversi performer – al fine di rappresentare gesti che possono apparire spesso contraddittori rispetto al contesto in cui si sviluppano – l’artista guarda alla capacità del corpo di sfidare i comportamenti convenzionali e le narrazioni normative implicite all’interno degli spazi pubblici. I suoi lavori sono stati esposti a Liste, Basel; Art Dubai commissions 2017, la 19° Biennale di Sidney, De Appel Arts Centre, CAC di Vilnius e lo Stedeljik Museum di Amsterdam. Eglė è stata artista residente presso Le Pavillon, Palais de Tokyo (Parigi, 2012) e Wiels, Contemporary art centre, (Brussels, 2013). (foto: Magicians, Eglė Budvytytė)
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Dare mi dà: Il valore del volontariato
Posted by fidest press agency su domenica, 17 settembre 2017
Torna dal 2 al 8 ottobre la terza edizione dell’evento nazionale di sensibilizzazione promosso dall’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare. L’iniziativa sarà dedicata a ciò che UILDM e le sue Sezioni locali fanno tutti i giorni per le persone con patologie neuromuscolari e per sostenere l’inclusione sociale delle persone con disabilità. Quest’anno ci sarà la figura del volontario UILDM – una ricchezza inestimabile per l’Associazione e anima delle Sezioni – nel suo impegno quotidiano fatto di tempo regalato, di relazioni e di scambio, dove chi dà riceve molto più di quanto dona.Sono tante persone che, in maniera diversa, offrono il loro impegno e si prendono cura delle persone con disabilità. Giovani del Servizio Civile Nazionale, e adulti, innamorati di UILDM che hanno deciso di lavorare per trasformare il volto del quartiere, del paese, della città in cui vivono. Durante la Settimana le Sezioni UILDM organizzeranno eventi sul territorio per dare voce ai loro volontari, il vero motore della vita di UILDM perché danno un importante contributo nel ridurre l’impatto che la distrofia e le altre malattie neuromuscolari hanno sulla qualità della vita delle persone. «La Settimana delle Sezioni – dichiara Marco Rasconi, presidente nazionale di UILDM – è un momento per raccontare e conoscere da vicino le nostre Sezioni locali. Quest’anno vogliamo raccontare le storie dei volontari, che stanno a fianco delle famiglie e delle persone con disabilità. Sono amici, parenti, persone con disabilità che hanno scelto di dedicare parte del loro tempo all’Associazione e alle battaglie che ormai portiamo avanti da quasi 57 anni. La Settimana vuole essere un momento in cui coinvolgere tutti in questo racconto, sperando che diventino anche loro protagonisti e vogliano regalarci un po’ di sé, ogni goccia del mare per noi è preziosissima.»
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