Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Archive for 28 settembre 2017

Abbiamo regalato la cantieristica militare alla Francia

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

fincantieri«Ieri a Lione il Governo italiano porta in regalo a Macron la cantieristica militare italiana. Quella che viene spacciata per una vittoria, ovvero l’accordo Fincantieri STX (controllo 50% e 50% e un “prestito” momentaneo dell’1% dei francesi), sembra in realtà una cessione ai francesi della cantieristica militare italiana e – in prospettiva – il rischio di un’uscita da tutta l’elettronica, la missilistica e gli equipaggiamenti italiani che venivano integrati sulla piattaforma navale. Oggi Fincantieri compra il 50% di un’azienda francese fallita, la STX, in cui si impegna a portare lavoro e commesse e dove avrà limitata voce in capitolo, perché sembra che l’amministratore dovrà essere francese e il presidente gradito ai francesi. Non si capisce perché in Italia i vertici di aziende strategiche, come ad esempio Unicredit e Generali, possano essere tranquillamente francesi, mentre in Francia persino i vertici di un piccolo cantiere fallito, fino a ieri coreano, diventino un affare di Stato. In cambio di questa minima “concessione”, l’Italia si impegna a mettere sul tavolo la nostra cantieristica militare con i rischi che oggi Dragoni evidenzia nell’intervista all’ex ceo di Fincantieri e Finmeccanica, Guarguaglini. Complimenti a Gentiloni, a Renzi e al loro Governo: altro che interessi nazionali e difesa del lavoro e delle aziende italiane. Eppure sarebbe bastato essere un po’ “francesi” e difendere il diritto di una grande azienda come è Fincantieri, che ha costruito Bono e il management in questi anni, di poter acquisire un cantiere da un fallimento, senza mettere in mezzo accordi e governo, per evitare questo epilogo assurdo. Fincantieri, grazie allo straordinario lavoro del management ed agli investimenti dei vari Governi, è rimasta una delle pochissime aziende italiane leader al mondo in un settore ed è più grande e più solida della sua concorrente francese. Se vogliamo un’alleanza strategica facciamola da protagonisti, non da sudditi. E magari facciamola unendo tutta l’industria della difesa italiana e non solo ad una parte. Sono in ballo decine di migliaia di posti di lavoro di elevatissima professionalità. Prima di muovere altri passi, Gentiloni riferisca in Parlamento: Fratelli d’Italia lo chiede ufficialmente perché quello che si sta configurando sembra essere un atto di tradimento dei doveri di chi rappresenta l’Italia». È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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Nissoli(FI):promuovere co-produzioni cinematografiche internazionali per unire investimenti e culture

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

nissoli e Shi YanfanRoma. Ieri, l’on. Nissoli (Coordinatrice Forza Italia in Nord e Centro America) presentando la conferenza dal titolo “ITALIA – USA: Un ponte culturale ed economico”, con ospiti speciali l’Abate Shi Yanfan, Ambasciatore culturale del Tempio Shaolin della Cina ed Abate del Tempio di Los Angeles e il produttore di Hollywood, Adrian Paul, ha ricordato il suo impegno politico per gettare ponti tra le due sponde dell’Atlantico.“Se siamo qui, insieme nella diversità – ha ricordato la deputata eletta in Nord e Centro America – significa che abbiamo a cuore il dialogo interculturale e intendiamo favorire quelle iniziative che fanno conoscere le culture che animano le nostre società per ricondurle ad un unum umano che arricchisce la nostra vita spirituale, sociale e politica”.
L’on. Nissoli, dopo aver ringraziato l’Abate Shi Yanfan ed il produttore Adrian Paul per la presenza, ha salutato gli altri ospiti tra cui il Presidente di Cinecittà, Roberto Cicutto, il Presidente di Apulia film Commission, Maurizio Sciarra e il produttore Jordan River, che ha molto lavorato per la realizzazione dell’incontro. L’on. Nissoli ha poi auspicato che “i prossimi piani della nuova governance di Cinecittà si indirizzino nel rafforzare anche la co-produzione internazionale per unire investimenti e culture, per costruire ponti che uniscono le società e gli Stati e che danno anche risalto alle storie di emigrazione italiana negli USA e nel mondo, come nel caso del venerabile Abate”.
“Lo Stato Italiano – ha precisato la deputata – ha messo a disposizione importanti risorse proprio per dare forza alle co-produzioni internazionali e credo che sia una sfida da raccogliere all’insegna del dialogo e dell’incontro tra le persone e i popoli quale presupposto indispensabile per una pace vera”.
“In tale contesto – ha concluso Nissoli – auspico un interscambio tra Roma e Los Angeles e, perché no, anche con la Cina”.

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The Personal Collection of Audrey Hepburn

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

Audrey Hepburn_s workingLondon – Having welcomed over 12,000 visitors to the pre-sale public exhibition of The Personal Collection of Audrey Hepburn in London, Part I of Christie’s auctions on 27 September realised £4,635,500 / $6,202,299 / €5,270,563, selling 100% by lot and 100% by value, with registered bidders from 46 countries across six continents. Comprising 246 lots, the auction drew international interest, sparking competitive bidding in the saleroom, on the telephones and online, with 30% of lots selling through Christie’s Live.
Adrian Hume-Sayer, Head of Sale and Director of Private Collections: “We have been utterly delighted with the overwhelming response to the personal collection of Audrey Hepburn. She is one of the greatest icons in the history of film and the incredible result so far, for Part I of the collection, is a testament to her enduring appeal. Thank you to everyone who made the sale such a resounding success. Bidding remains open online for Part II until the 4 October.” Providing many further opportunities across all price points, with estimates starting from £100, the online sale (Part II) comprises a further 227 lots and will remain open for bids until 3pm GMT on the 3 October (lots 301-449) and 4 October (lots 450-531), having opened on 19 September.

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AAPEX 2017 to Highlight Impact of Technology on Automotive Aftermarket

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

aapex17More than 2,200 exhibiting companies and nearly 50 AAPEXedu sessions are lined up for this year’s event. New AAPEX 2017 programs with a focus on technology include: The first-ever AAPEX Mobility Park with underhood training, a scan tool theatre, plus an electric vehicle display. The Mobility Park will be located behind the Sands Expo in the LINQ parking lot.
The Technology Intersection for a look at technology not yet available in the automotive aftermarket industry. Schaeffler, Bosch and other exhibiting companies will provide demos in this section in the Venetian Ballroom, Upper Level 2.
The Technology and Telematics Forum V5.0 with a focus on cyber security, vehicle-to-vehicle (V2V) communication, vehicle data and OE technology. The Congress of Automotive Repair and Service (CARS) – sponsored by the Automotive Service Association (ASA) – and the Auto Alliance will present the forum on Thursday, Nov. 2, from 9 a.m. to noon, at the Venetian.
All-new Let’s Tech presentations for the latest on technology-related products, tools and mobile apps in 20 minutes or less. Presentations will take place on the Let’s Tech stage in the Upper Level Lobby, Sands Expo.AAPEXedu technology sessions to stay ahead on advanced vehicle technologies, technology standards, disruptive technologies, battery and start/stop technology, and more. Visit AAPEXedu for a schedule.
A keynote session on each day of AAPEX to address the Future of the Vehicle, the Future of the Buyer and the Future of the Shop. Sessions start at 8 a.m. daily.
The AAPEX 2017 Service Professionals Program, sponsored by MAHLE, with an all-new Service Professionals Summit, “Emerging Technology: How Will the Aftermarket Prepare?” The Summit will take place Nov. 2, from 5 p.m. to 6 p.m. at the Venetian, with a reception for service professionals immediately following the event.The new programs and AAPEXedu sessions are all included in the AAPEX online attendee registration fee of $40 (U.S.) through Friday, Oct. 13. To register, visit: http://www.aapexshow.com/bw.AAPEX is a trade-only event and is not open to the general public. Registration for approved and credentialed media is free and can be completed at http://www.aapexshow.com/bwmedia.Approximately 158,000 automotive aftermarket professionals from more than 140 countries are projected to be in Las Vegas during AAPEX and the SEMA Show. AAPEX is co-owned by the Auto Care Association and the Automotive Aftermarket Suppliers Association (AASA), the light vehicle aftermarket division of the Motor & Equipment Manufacturers Association (MEMA). For more information, visit http://www.aapexshow.com or e-mail: info@aapexshow.com. On social media, follow AAPEX at AAPEX17. (photo: aapex17)

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American InterContinental UniversityTM Announces new Le Cordon Bleu® Hospitality Management Specialization

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

American InterContinental UniversityAmerican InterContinental University (AIU®) is proud to announce a new specialization for its Bachelor of Business Administration degree program. Developed by AIU and Le Cordon Bleu North America, the Le Cordon Bleu® Hospitality Management specialization combines the best of both worlds — a business degree that is designed to provide an education in core business foundations and development of competencies applicable in a hospitality management setting.
Dr. Ruki Jayaraman- AIU Provost and Chief Academic Officer said; “Building on the long history of Le Cordon Bleu, we have collaborated to bring this new Le Cordon Bleu Hospitality Management specialization to our Bachelor of Business Administration program. This new option provides students with the opportunity to blend a standard business program with specialty courses that exposes them to specific skills needed in the hospitality sector particularly in the hotel, restaurant, and food services industry.”
The Bachelor of Business Administration (BBA) program focuses on core business foundations while the specialization allows students to engage in an in-depth study in their areas of interest. The Le Cordon Bleu Hospitality Management specialization introduces students to concepts and practices related to event management, food and beverage management, and food service operations, and learn about the evolution of gastronomy and oenology as an industry. The program is also designed to help students develop skills to start a hospitality business. Curriculum for the specialization areas have been derived from Le Cordon Bleu’s Culinary Arts and Hospitality Management programs.The business programs at American InterContinental University are programmatically accredited by the Accreditation Council for Business Schools and Programs (ACBSP).
About American InterContinental University Founded in Europe in 1970, American InterContinental University offers a wide range of undergraduate and graduate degrees programs in areas of study such as business, healthcare, IT, criminal justice and education at campuses in Atlanta and Houston and an online campus headquartered in suburban Chicago. AIU is accredited by The Higher Learning Commission (http://www.hlcommission.org/).
Programs may only be available to residents of certain states. For important information about the educational debt, earnings and completion rates of students who attended this program, go to http://www.aiuniv.edu/disclosures.
About Le Cordon Bleu North America | Le Cordon Bleu North America directly or through affiliates and licensees provides instruction in the culinary arts and hospitality management under the Le Cordon Bleu methods and brand. Le Cordon Bleu® and the Le Cordon Bleu logos are registered trademarks in the United States and Canada of Career Education Corporation.

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Instant Payments: Is Your Business Ready for the Real-time Challenge?

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

digital payments12th October at 4pm GMT WHERE: Online, with complimentary registration New Frost & Sullivan Webinar: Instant Payments – Is Your Business Ready for the Real-time Challenge? In today’s digital marketplace, consumers and businesses increasingly expect to be able to make instant payments, wherever they are, and at any time of the day. The adoption of real-time payments capabilities is very much an essential for banks who wish to retain market share and capture new customers.“A future global solution will create a standard format (ISO20022) for payments and an interoperable system, – said Jean-Noel Georges, Frost & Sullivan Global Programme Director, Digital Transformation. – However, real-time payments will have to be coupled with a more secure platform and strengthened by artificial intelligence and machine learning features.” In this webinar, we will share industry insights and strategies to help your organisation tackle these challenges and seize the growth opportunities provided by today’s fast-moving market.
Learn how your organisation can benefit from the many commercial advantages and new revenue opportunities of instant payments. Learn about the unique challenges of real-time financial crime compliance and how artificial intelligence disciplines will be key business enablers in this environment.
Explore recent evolution in the instant payment ecosystem. Participate in an interactive Q&A session with Frost & Sullivan, Pelican and EBA Clearing.
Frost & Sullivan, the Growth Partnership Company, works in collaboration with clients to leverage visionary innovation that addresses the global challenges and related growth opportunities that will make or break today’s market participants. For more than 50 years, we have been developing growth strategies for the global 1000, emerging businesses, the public sector and the investment community. Contact us: Start the discussion. (photo: digital payments)

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Pope launches Caritas ‘Share the Journey’ campaign

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

caritas“Hope is what drives the hearts of those who depart,” said Pope Francis on 27 September as he opened the Caritas ‘Share the Journey’ migration campaign. He gave an emotional endorsement for the need to build relationships between migrants, refugees and local communities. Speaking during his weekly General Audience in St. Peter’s Square in Rome, Pope Francis said, “It is also what drives the hearts of those who welcome: the desire to meet each other, get to know each other, to dialogue.”Pope Francis warned against what he called “the enemies of hope” as he launched the two-year campaign.“Hope is what drives ‘sharing the journey of life’, as the Caritas campaign we are inaugurating today reminds us. Brothers and sisters, we are not afraid to share the journey! We are not afraid to share hope!” A thousand Caritas supporters had travelled from all parts of Italy where they run local projects to help migrants and refugees. Some of those migrants shared Pope Francis’ podium and were able to meet him. The pope made the ‘Reach Out’ gesture – which Caritas is placing at the centre of its campaign – opening his arms out wide. ‘Reach Out’ is the symbol of a concrete mass action of meeting migrants, listening to their stories and sharing their journeys. Supporters worldwide are asked to perform the gesture in a social media awareness campaign. Cardinal Luis Antonio Tagle, President of Caritas Internationalis said, “If we bond with refugees and migrants, we will break down the barriers with which some are trying to separate us. The campaign reaches out to recognise, restore and share our common humanity.” The Caritas campaign is backed by its national organisations in more than 160 countries, by the ecumenical ACT Alliance of over 140 members, by the United Nations agencies the Food and Agriculture Organisation, the International Organisation for Migration, the UN’s refugee organisation, UNCHR and its’ World Food Programme, along with numerous religious and civil society organisations.

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La nuova Europa di Macron: Abbiamo fretta…

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

macron“Abbiamo fretta, l’audacia è la nostra sola risposta”. In un discorso di un’ora e mezza, all’auditorium della Sorbonne, davanti a studenti francesi e di altri Paesi, il presidente francese Emmanule Macron, ha proposto una serie di iniziative per uscire dall’Europa “della glaciazione” e “restituirla al popolo”. “L’Europa non ha scelta se vuole esistere a confronto con Cina e Usa, ma anche resistere all’oscurantismo che e’ portato dai partiti nazionalisti”. Macron vuole “un’Europa a più velocità, che e’ quando già “Questa ambizione dobbiamo farla valere ora. E’ una nostra responsabilità, per i nostri giovani, per l’Europa”. Ecco le principali proposte
Rafforzare l’Europa della difesa e della sicurezza creando:
– una forza comune d’intervento entro il 2020,
– un budget per la difesa comune ed una dottrina comune che ci faccia agire;
– un’accademia europea di informazione per assicurare la riconciliazione delle nostre capacita’ di informazione;
– una procura europea contro il terrorismo;
Poi, per gli aspetti ecologici: la creazione di una forza europea di protezione civile che metta insieme i mezzi di sicurezza e di intervento per dare una risposta alle catastrofi sempre meno naturali come terremoti e inondazioni.
“La crisi migratoria e’ una sfida duratura. E noi siamo carenti di efficacia e di umanita”. Il presidente francese vorrebbe creare un ufficio europeo di asilo ed una polizia europea delle frontiere per controllare le stesse con efficacia e accogliere degnamente i rifugiati (…) e rimandare indietro quelli che non hanno i requisiti per fruire del diritto d’asilo. L’obiettivo e di accelerare ed armonizzare le procedure per realizzare dei dati interconnessi e dei documenti dì’identita’ biometrici sicuri. Inoltre la realizzazione di un programma europeo di formazione e integrazione per i rifugiati.
Creare una tassa sulle transazioni finanziarie, da dedicare interamente alle politiche di sviluppo. “Ci sono due Paesi in Europa che hanno una tassa sulle transazioni finanziarie, Francia e Gran Bretagna: Prendiamo questa tassa e generalizziamola a tutta l’Europa”.
Da qui al 2020 occorrerebbe creare delle imposte comuni sulle societa’, il cui pagamento darebbe diritto ai fondi strutturali. Quindi un salario minimo, adatto alla realta’ economica di ogni Paese e l’inquadramento della concorrenza attraverso livelli di quotizzazioni. Per restare concorrenti a livello mondiale:
– un budget piu’ forte nel cuore della zona euro, che permetta di finanziare investimenti comuni, con imposte legate a questo budget;
– un ministro delle finanze della zona euro;
– un controllo democratico.
centrale-a-carbonePer la transizione energetica, occorre fissare un livello europeo per un prezzo giusto del carbone, in modo che gli scambi permettano di penalizzare le industrie inquinanti. Questo prezzo dovrebbe essere “sufficientemente alto”, tra i 25 e 30 euro per ogni tonnellata, al fine di incoraggiare la transizione ecologica. Inoltre ci vorrebbe una tassa sul carbone alle frontiere europee, che dovrebbe pesare sulle importazioni che provengono dalle industrie inquinanti, si’ da assicurare equita’ tra i produttori europei e la loro concorrenza.
La creazione di una agenzia europea per l’innovazione, in grado di finanziare in comune dei nuovi campi di ricerca, come l’intelligenza artificiale. Creare quindi in due anni una agenzia europea per l’innovazione, per metterci in posizione innovativa e non di seguire cio’ che di innovativo ci arriva da altre parti. Come modello Macron ha citato l’agenzia americana di ricerche militari DARPA, agenzia del dipartimento difesa degli Usa, incaricata della ricerca e dello sviluppo delle nuove tecnologie, che negli anni 70 e’ stata alla base della creazione di Internet. L’obiettivo e’ creare dei “campioni europei” nella transizione digitale. “Il mercato unico digitale e’ un’occasione da cogliere per proteggere i dati economici delle nostre imprese”. Inoltre vorrebbe tassare le imprese digitali tassandone il valore “la’ dove questo si crea” e regolamentare le grandi piattaforme.
europaIstituzioni e democrazia “Dobbiamo rifondare il progetto europeo con il popolo”, facendo appello ad un “vasto dibattito sull’Europa nei Paesi che la sostengono. Un dibattito aperto, libero, trasparente ed europeo per offrire all’Europa un contenuto prima delle elezioni europee del 2019”. Quindi:
– rendere piu’ forte il Parlamento europeo con delle liste transnazionali, gia’ a partire dal 2019:
– far si’ che nel 2024 la meta’ del Parlamento europeo sia eletto su liste transnazionali;
– una Commissione europea di 15 membri.
Gioventu’ “Ogni studente deve conoscere almeno due lingue europee entro il 2024, ed ogni giovane europeo dovrebbe trascorrere almeno sei mesi in un altro Paese europeo. “L’Europa multilingue e’ una chance”.
sorbonneCi vorrebbero poi delle università europee, rete di università che permettano di studiare all’estero e di seguire corsi in almeno due lingue. E’ evidente che questo e’ un canovaccio, su cui tutti gli interessati, istituzionali e non, hanno la possibilita’ di lavorare. Si tratta di capire, a questo punto, quale volonta’ manifesteranno i governi e le istituzioni dei Paesi membri; cioe’ se metteranno a disposizione dei cittadini gli strumenti necessari perche’ questa rinascita dal basso – come auspicata dal presidente Macron – sia tale: iniziative ad hoc, dibattiti, web, manifestazioni, etc. Cioe’: fondi per procedere in questo senso, soprattutto coinvolgendo direttamente i cittadini, perche’ agiscano in prima persona ed abbiano strumenti incisivi e validi di interlocuzione con le istituzionali nazionali e comunitarie.
Noi abbiamo dei dubbi che cio’ accada. Per svariati motivi, tra cui il principale e’ quello dell’accettazione condivisa della leadership francese, di fatto in sostituzione/supporto a quella unanimemente riconosciuta di quella tedesca. I nazionalismi sono delle brutte bestie per questo progetto e per la nostra vita in generale, e spesso albergano anche nei più dichiarati europeisti.
Speriamo di sbagliarci. E in questo senso ci daremo molto da fare. (ringraziamo, per gli estratti del discorso di Macron, il quotidiano Le Monde e l’Aduc) (Vincenzo Donvito)

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Resistenza agli antibiotici: rischi anche per i neonati

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

Farmacista con antibiotici

Una recente analisi dell’Oms mostra la grave mancanza di nuovi antibiotici per combattere la crescente minaccia della resistenza antimicrobica, classificando le infezioni antibiotico-resistenti come la più grande minaccia per la salute.
Nel mondo ogni anno si verificano 700.000 decessi causati da microrganismi multiresistenti (Hampton 2015). Si stima che dal 2050 i decessi saranno 10 milioni all’anno, superando anche quelli per neoplasie (8 milioni all’anno circa) (fonte: The Review on Antimicrobial Resistance, J.O’Neill; Hampton 2015).
Anticipando più di un anno fa l’allarme lanciato dall’Oms nei giorni scorsi, la SIN considera la sempre più frequente presenza di microrganismi multiresistenti un pericolo estremamente grave per i piccoli pazienti, che deve essere affrontato su due fronti: l’impegno delle case farmaceutiche nell’attività di ricerca e il rafforzamento della prevenzione, soprattutto attraverso un uso responsabile degli antibiotici. L’Italia è tra i Paesi più a rischio perché è tra quelli dove c’è un eccessivo uso di antibiotici con conseguente aumento di batteri multiresistenti.
La scelta di prescrivere o non prescrivere gli antibiotici da parte del pediatra può essere a volte molto difficile. In generale si può dire che se da un lato è vero che è necessario ed urgente ridurre l’uso inappropriato di antibiotici, e l’ideale sarebbe poter sempre iniziare un trattamento antibiotico sulla base di esami colturali, a volte, quando i dati clinici e di laboratorio lo richiedono, deve essere messa in atto una terapia empirica.
“È necessario innanzitutto che l’utilizzo degli antibiotici venga attentamente valutato in modo da evitare una eccessiva prescrizione e un uso, a volte, non corretto con conseguente aumento di microrganismi multiresistenti. – afferma la Società Italiana di Neonatologia. Specialmente negli ospedali dovrebbero essere attuate tutte le strategie preventive per ridurre il rischio infettivo con particolare attenzione al lavaggio delle mani e all’utilizzo di programmi di “Antibiotic Stewardship”.
Tali “superbatteri”, come sono stati battezzati, possono diffondersi molto rapidamente da ospedale a ospedale e diventano resistenti agli antibiotici in tempi brevi. Su 4 milioni di decessi in epoca neonatale che avvengono ogni anno nel mondo, circa 1,4-1,5 milioni sono causati da patologie infettive spesso causate da microrganismi multiresistenti.
Tra questi sono sempre più frequenti le segnalazioni di casi di tubercolosi da Mycobacterium tubercolosis resistente ai farmaci finora utilizzati e questo tipo di tubercolosi provoca 250.000 decessi ogni anno nel mondo. In Italia, i casi di TBC sono 3.769 (dati 2015); nello stesso anno i casi registrati di Tubercolosi resistente ai farmaci sono stati 81. (dati Ministero della Salute e ISS).
Per far fronte al problema delle antibiotico-resistenze, per la SIN occorre innanzitutto il riconoscimento dello stesso da parte degli organi di controllo e dei governi. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha già confermato questa emergenza come una priorità di sanità pubblica, inserendola nel piano nazionale della prevenzione 2014-2018. In secondo luogo bisogna avviare partnership tra pubblico e privato per la scoperta di nuovi antibiotici. Terzo aspetto è la prevenzione delle infezioni con misure igieniche adeguate e l’utilizzo di programmi di “Antibiotic Stewardship”. (Società Italiana di Neonatologia (SIN)

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Arrivano le nuove linee guida europee per la cura delle malattie valvolari cardiache

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

londonLondra. Discusse, in occasione di PCR – London Valves 2017, l’annuale conferenza europea di cardiologia interventistica dedicata alle malattie delle valvole cardiache, le nuove linee guida europee ESC/EACTS (European Society of Cardiology/European Association for Cardio-Thoracic Surgery) che raccomandano l’estensione dell’impiego della tecnica TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation; sostituzione della valvola aortica per via transcatetere) nella cura dei pazienti con stenosi aortica a rischio intermedio. “Si tratta di un’importante novità – spiega Giuseppe Tarantini, Direttore Unità di cardiologia interventistica, Università di Padova e Revisore linee guida europee ESC/EACTS – in quanto sino ad oggi questa tecnica d’intervento era riservata alle persone non operabili o a rischio elevato per l’intervento di cardiochirurgia. La TAVI, infatti, è un’alternativa all’operazione chirurgica a cuore aperto, datata 2002 e disponibile su larga scala dal 2007, per sostituire la valvola aortica in caso di stenosi, cioè l’indurimento, detto calcificazione, della valvola causato dal processo di invecchiamento, che porta al restringimento progressivo della sua apertura, con limitazione del flusso di sangue. L’intervento TAVI, meno invasivo di quello chirurgico, viene eseguito spesso in anestesia locale, attraverso un’arteria dell’inguine, usando una sonda di circa 6 mm di diametro.”
Sulla base delle evidenze scientifiche1 la Società europea di cardiologia e quella di chirurgia cardio-toracica hanno deciso di aggiornare le linee guida per il trattamento delle malattie valvolari cardiache, allargando l’intervento anche a pazienti non ad alto rischio2. Le precedenti linee guida, rilasciate nel 2012, stabilivano, invece, che la TAVI fosse riservata a pazienti con stenosi aortica sintomatica a rischio chirurgico elevato. Sono oltre 1 milione le persone over 65 che soffrono di malattie valvolari cardiache in Italia, con la stenosi aortica a fare da padrona: è stato stimato, ad esempio, che la percentuale di popolazione ultrasettantacinquenne con stenosi aortica sia pari al 3,8% e quella colpita da stenosi aortica severa e sintomatica, ossia le persone che secondo le linee guida internazionali hanno indicazione all’intervento di sostituzione valvolare, sia del 2%3; in termini pratici, si parla di circa 130mila Italiani con indicazione all’intervento chirurgico oppure alla TAVI. “Quando è indicata la sostituzione della valvola aortica, la scelta tra i due tipi di intervento, sempre secondo le linee guida europee, deve essere assunta da un team multidisciplinare chiamato ‘heart team’, costituito da cardiologo interventista, cardiochirurgo, anestesista e altri operatori sanitari – spiega Tarantini.”
“La TAVI rappresenta senz’altro la tecnica più adeguata nei pazienti anziani e ad alto rischio chirurgico, andrebbe considerata nei pazienti anziani e a rischio intermedio, ma sarebbe da ipotizzare anche nei pazienti più giovani, là dove il rischio chirurgico è elevato. Uso il condizionale – aggiunge Tarantini – perché purtroppo in Italia, questa, come molte procedure chirurgiche di intervento per via transcatetere, è penalizzata: non dispone, infatti, di un codice di procedura che la identifichi in modo univoco, né di una tariffa DRG specifica, con sistemi di remunerazione adeguati, predisposti e assegnati solo in alcune Regioni, con una distribuzione a macchia di leopardo. Ne risulta una grande differenza di accesso alla TAVI nel Paese, che comporta flussi migratori sanitari evitabili.” Sarà forse anche per questo che l’Italia è ancora ben lontana, per quanto riguarda l’offerta di questo intervento, da Paesi con i cui sistemi sanitari siamo soliti confrontarci, come Germania, Francia, ma anche come Svizzera, Austria o i Paesi Nordici dove il numero di valvole impiantato arriva ad essere doppio (rapportato sul milione di abitanti) rispetto al nostro Paese.

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Fisco amico? Manco per sogno

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

fisco2005aL’interruzione del sistema informatico della Sogei, la società che si occupa della gestione dei dati dell’Agenzia delle Entrate, la dice lunga sull’idea di “Fisco amico”. Complicare la vita ai cittadini, sembra, invece, la parola d’ordine. Vero è che l’evasione in Italia ci pone in alto nella classifica europea (nel 2014 l’evasione fiscale e contributiva ha raggiunto la cifra incredibile di 214 miliardi di euro) e che occorre applicare le norme europee, con obbligo di scambiare automaticamente le informazioni su tutti i nuovi accordi fiscali transfrontalieri, come ricorda la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager, per contrastare l’elusione delle imposte, ma infastidire i cittadini, con norme sempre più complesse e richieste di documenti, non risolve il problema e conferma che il fisco non è amico, anzi. La pubblica amministrazione ha ben 128 banche dati, basterebbe farle funzionare. Che cosa aspettano? Lo spesometro ha fatto un buco nell’acqua come avevamo previsto tre anni fa: l’Agenzia si attendeva 3 miliardi ma sono stati recuperati solo 377 milioni. Insomma, c’è sempre, ed è attivissimo, l’ufficio complicazione delle cose semplici. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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In Italia si invecchia male

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

istat“Siamo un paese tra i più longevi d’Europa ma quantità non è sinonimo di qualità – ricorda Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale di DOMINA, sindacato delle Famiglie datori di Lavoro Domestico – e a confermarlo sono i dati”. “Secondo le ultime stime Istat – afferma Gasparrini – il 23,1% degli anziani ha gravi limitazioni motorie e il 58,1% necessita di assistenza. Non tutti però riescono ad accedere alle prestazioni di cura necessarie, solo nel Sud Italia la quota di aiuto non soddisfatta ammonta al 67,5%”.
“Inoltre, come riscontrato dai dati della nostra Ricerca – prosegue Gasparrini – molti anziani non riescono a permettersi l’assistenza privata. Oltre il 70% dei pensionati ha un reddito complessivo inferiore ai 14.600 € l’anno mentre il costo di una badante full-time raggiunge i 16.000 € all’anno”.
“La percentuale di aiuto non soddisfatto – conclude la nota – tra gli anziani meno abbienti raggiunge il 64,2%; è evidente che sono necessarie delle misure di welfare mirate per consentire ai nostri anziani di ricevere le cure di cui hanno bisogno e di condurre una vita lunga ma soprattutto serena”.

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Assemblea pubblica pensionati

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

manifesto pensionatiNapoli sabato 30 settembre alle ore 10,00 nella sede di Via Gabriele Jannelli 396 (raggiungibile via Tangenziale di Napoli svincolo Camaldoli e Via Metrò collinare stazione RIONE ALTO) incontro con i pensionati campani sulla strutturazione dell’Organizzazione “Pensionati d’Europa” in vista degli appuntamenti elettorali del 2018 e l’analisi della condizione generale dell’Italia e di Napoli in particolare. (n.r. Se pensiamo che i pensionati e i lavoratori vicini al pensionamento rappresentano il 18% se non di più degli elettori italiani e se solo il 70% di costoro andassero a votare per il loro movimento politico diventerebbero se non il primo di certo un importante partito nella galassia parlamentare italiana. Potrebbero esercitare un ruolo importante nella costruzione di un’idea paese che stiamo perdendo se i media invece di parlare, e con loro certi politici, solo di leggi elettorali, di schieramenti, di correnti, di candidature, affrontassero seriamente i reali problemi che ci affliggono dalla povertà sempre più estesa, al lavoro e al rilancio dell’economia e alla tutela della salute e alla sicurezza. Conosciamo Sommella e sappiamo bene quanta passione ci mette per la causa dei pensionati, e non solo, ma per vincere una battaglia c’è bisogno di grandi numeri, è bene non dimenticarlo e se i pensionati sino ad oggi in politica hanno fatto flop è proprio perché non hanno voluto sentirsi parte integrante della società per diventare elettori consapevoli e determinati.) (foto: manifesto)

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Cancro collo utero, dagli Usa aggiornamento raccomandazioni su screening

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

citologia cervicaleSul suo sito istituzionale la US Preventive Services Task Force ha pubblicato una raccomandazione in bozza in cui propone che le donne fino ai trent’anni siano sottoposte a screening triennale per il cancro del collo dell’utero con la sola citologia cervicale. Nel quadro di un aggiornamento delle linee guida emesse nel 2012, l’USPSTF propone inoltre che le donne di età compresa tra i 30 e i 65 anni siano sottoposte a screening con citologia cervicale ogni tre anni oppure siano sottoposte ogni cinque anni a un test per il DNA del papilloma virus umano ad alto rischio (HPV-DNA). Rispetto al Pap-test questo esame è in grado di rilevare un maggior numero di positivi, quindi è considerato più sensibile, ma espone a un rischio più elevato di falsi positivi causa di preoccupazione e di approfondimenti non necessari. In precedenza, l’USPSTF consigliava il Pap-test triennale alle donne tra 21 e 65 anni e a quelle fra 30 e 65 sia il Pap-test sia l’HPV-DNA ogni cinque anni. Poiché nelle ragazze giovani le infezioni da HPV sono particolarmente diffuse, ma di norma regrediscono spontaneamente senza complicazioni, la maggior parte delle società scientifiche consigliano di sottoporsi all’esame HPV-DNA solo dopo i 30-35 anni. Il resto delle raccomandazioni della task force statunitense non è cambiato. In particolare, le donne di età tra 21 e 29 anni andrebbero sottoposte a screening triennale con il solo Pap-test, mentre la diagnosi precoce non viene consigliato nelle ragazze con meno di 21 anni, nelle donne sopra i 65 già sottoposte a screening in passato e in chi ha subito l’asportazione del collo dell’utero durante l’isterectomia. Le raccomandazioni dell’USPSTF si applicano alle donne a medio rischio, ossia nessuna storia di lesioni precancerose di alto grado, indipendentemente dalla loro vita sessuale o dalla precedente vaccinazione anti-HPV. (fonte: doctor33) (foto: citologia cervicale)

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Giornalisti firmano manifesto contro i muri mediatici

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

assisi1Assisi dal 29 al 30 settembre contro i muri mediatici, l’industria dell’odio e le buone pratiche giornalistiche per contrastarli. L’associazione Articolo 21 e la rivista San Francesco hanno organizzato per l’occasione un seminario nazionale, al quale parteciperanno tantissimi operatori della stampa, per testimoniare il proprio dissenso verso fake news e hate speech. Partner dell’iniziativa sono l’Ordine dei giornalisti Umbria e l’Associazione Stampa Umbria. L’incontro è riconosciuto quale evento formativo dall’Odg Umbria e inserito nella piattaforma Sigef.
La crescente istigazione all’odio e la costruzione di veri e propri muri mediatici e giuridici volti a ridurre la libertà d’informazione costituiscono una deriva pericolosa per la corretta vita democratica.
L’incontro di Assisi punta a individuare pratiche concrete per illuminare le periferie dimenticate del mondo ed educare alla diversità e per attuare linee guida di un nuovo linguaggio della comunicazione contro la violenza verbale e scritta. Fare rete in modo sistematico fra tutte le associazioni di volontariato e quelle professionali mettendo al centro di ogni discussione la verità, la libertà, la democrazia, l’uomo. Il programma:
Venerdì 29 settembre ore 14.30 I lavori, coordinati da Elisa Marincola e Stefano Corradino, portavoce e direttore di articolo21, inizieranno con il saluto iniziale del Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, del presidente OdG Umbria, Roberto Conticelli, e del presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti. Seguiranno le relazioni di: padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento, padre Camillo Ripamonti, direttore del Centro Astalli, Gian Mario Gillio, Federazione Chiese evangeliche in Italia, padre Daniele Moschetti, missionario comboniano, Attilio Bolzoni, giornalista e scrittore,. E’ prevista una comunicazione di Ilaria Cucchi e Fabio Anselmo, dell’Associazione Stefano Cucchi.
Sabato 30 ore 9.00 Dopo i saluti di Marta Cicci, presidente Sindacato giornalisti Umbria, e di Barbara Scaramucci, presidente Articolo21, si svolgeranno le relazioni di Shahrzad Houshman, teologa Università gregoriana,, Rosy Russo, Parole Ostili, Flavio Lotti, Tavola della Pace, Giovanni Maria Bellu, presidente Carta Di Roma, e Vittorio Di Trapani, segretario Usigrai.
Tra gli altri interventi di questa due giorni: Raffaele Lorusso, segretario generale Fnsi, Carlo Verna, TgR Rai, Tiziana Ferrario, giornalista Tg1, Federica Angeli, giornalista la Repubblica, Paolo Borrometi, delegato legalità Articolo21, Antonella Napoli, Huffington Post, Roberto Natale, portavoce presidente Camera, Riccardo Noury, portavoce Amnesty, Andrea Iacomini, Portavoce Unicef, Vincenzo Morgante, direttore Tgr, Antonio Di Bella, direttore Rainews24, Paolo Ruffini, direttore Tv2000, Gerardo Greco, direttore GR Rai, Andrea Vianello, vice direttore Rai 1, Altero Frigerio, direttore Radio Articolo1, Vincenzo Vita, presidente AAMOD, Daniele Cerrato, presidente Casagit, Laura Berti,TG2, Enzo Nucci, corrispondente Rai Nairobi, Luciano Scalettari, inviato Famiglia Cristiana, Carlo Paris,corrispondente Rai Gerusalemme, Nello Scavo, Avvenire, Riccardo Cristiano, Ass. amici padre Dall’Ogio, Valerio Cataldi, inviato TG2, Marcello De Martino, premio De Donato, Renato Parascandolo, Articolo21, Roberto Pacilio, responsabile Ufficio Stampa Basilica San Francesco, Vincenzo Grienti, Tv2000, Nicola Pedrazzi,Oss. Balcani Caucaso, Claudio Silvestri, segr. Sindacato giornalisti Campania, Fabiana Martini, portavoce Articolo21 FVG, Carlo Muscatello, presidente Assostampa FVG, Desiree Klain, portavoce Articolo21 Campania, Alessandra Girlado, portavoce Articolo21 Veneto, Paolo Maggioni, Articolo21 Lombardia, Nicola Chiarini,Sindacato giornalisti Veneto, Norma Ferrara, I Nuovi Siciliani, Marilù Mastrogiovanni, giornalista e scrittrice, Luciana Esposito, giornalista freelance, Marina De Ghantus Cubbe, Uff. Presidenza Articolo21.

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Il linguaggio come una tecnologia

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

computerCon l’avvento d’internet devo riconoscere il suo tratto distintivo che ci porta al cambiamento dei paradigmi di conoscenza e di relazione. Se sgrossiamo l’osservazione da quanti, da una parte, affermano si tratti solo di una questione di marketing per vendere qualche computer in più o fare qualche connessione in più e, dall’altra, di chi usa toni di mistica digitale celebrando quella che considera una vera e propria “rivoluzione” ci ritroviamo, più semplicemente, in una sorta di rivoluzione dentro un quadro antropologico che ha, tuttavia, una sua propria ragione d’essere nel modo di esprimersi che è andato maturandosi ancor prima di Internet. In altri termini Internet dobbiamo considerarlo solo un metodo di comunicazione, per altro già insito nella nostra natura. Noi disponiamo di una sorta di cornice mentale secondo la quale il modo con cui comunichiamo delimita anche l’orizzonte di quello che si sta pensando. Si tratta, se non altro, di capire entro quale cornice mentale intendiamo interagire e nella quale restiamo influenzati: la scrittura a mano è una tecnologia, scrivere o leggere in ebraico o in arabo, usare solo le consonanti e leggere da destra a sinistra o vice versa è anch’esso una tecnologia, usare i caratteri cirillici o altri caratteri di scrittura è ancora tecnologia e via di questo passo. Si tratta di un qualcosa di automatico. Semmai possiamo affermare, come la comunicazione, che ci permette Internet, di poter vivere l’esperienza mentale dell’altro che altrimenti rimarrebbe inaccessibile.
Tramite la comunicazione possiamo in un certo senso vivere più vite, perché parlando sappiamo cosa c’è nella mente dell’altro e oggi con Internet lo possiamo fare con più frequenza, di quanto non avveniva in passato, quando ciò si rendeva possibile solo se si prendeva un libro di un certo autore, antico o moderno che fosse, per capire cosa c’era nella sua mente. Era un processo più lento, una ricerca più articolata e soprattutto ci rendeva più astratti rispetto all’attualità del nostro presente. Oggi possiamo più agevolmente condividere o anche solo confrontare con gli amici, ma anche conoscenti e occasionali contatti i nostri passaggi mentali e di essere consapevoli che questa strada ci permette di fare una maggiore esperienza e di comprendere cosa vuol dire, a livello di processi conoscitivi, essere soggetti liberi e non schiavi. A questo punto non è escluso che si possa essere, contemporaneamente, computerizzati e analfabeti. (Riccardo Alfonso)

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Italia: un paese di allocchi?

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

catilina4Un lettore mi scrive: “C’è il partito di quelli che non vogliono rinunciare a vivere da nababbi a spese degli allocchi (ovviamente nel pensiero dei politici) che li votano, e c’è il partito di quelli che non vogliono vivere da nababbi alle spalle degli elettori.” E’ un ragionamento che implica una riflessione più approfondita poiché oggi, più rudemente che in passato, ci troviamo al cospetto di una realtà che tende sempre di più a radicalizzare la lotta tra due tendenze e a limare quelle parti più sfumate che ne fanno da contorno. Mi riferisco ovviamente a quella borghesia che nei secoli scorsi si agitava in cerca di una posizione benestante a ridosso delle ricchezze capitalistiche adoperandosi per fare da cerniera tra i due estremi: il proletariato, i plebei dei tempi antichi e il padronato industriale e finanziario, i patrizi del nuovo corso storico. Diremmo a questo punto tertium non datur, ma tale consapevolezza ancora è dura ad essere recepita ai giorni nostri.
Questa è la forza di chi ha nell’illudere quella fascia “cuscinetto” che è ma vorrebbe avere e resta nel guado nella speranzosa attesa salvifica dalla sua condizione di “mezzo”.
Forse ragionando in questo modo s’interpretò la rivoluzione francese sotto l’etichetta di “borghese” e quella leninista sotto l’egida della spinta proletaria. Due rivoluzioni che si sono sciolte nel tempo della mediocrità e delle speranze tradite.
Oggi le menti più sensibili e riflessive sono consapevoli che è un andazzo che non regge e che la società che abbiamo costruito in occidente come in oriente riesce solo a produrre un mero trasformismo camaleontico: dal colonialismo ai governi fantoccio del “colono” di turno, dalle dittature di comodo alle guerre chiamate di libertà e di giustizia, ma surrettizie alla logica della convenienza e del possesso.
L’Italia è figlia di tutto questo, perché generata dalle logiche capitalistiche. Ma per spezzare queste catene occorrono parecchi gradienti, nel corso opera, nella loro scalarità da quelli culturali allo stimolo sociale, in senso lato. E nel frattempo il nemico è sempre in agguato per fare mistificazione della verità, per instillare dubbi e generare allarmismi, per suscitare timori e infondere rassegnazione, nella logica del meno peggio rispetto al peggio che si prospetta. Ora posta così la questione dovrei riprendere il discorso del citato lettore e chiedermi quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Per quel Catilina, parafrasando il detto, che s’identifica in capitalista e vessatore. E alla fine chiederci: a quando il punto di rottura? (Riccardo Alfonso)

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Il re è “nudo”

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

mediaParliamo di un personaggio dei nostri tempi. E’ “nudo” al confronto della curiosità popolare, del “pasto famelico” dei media, che sa scavare sino alla radice ogni cosa che si para dinanzi e capace di stuzzicare la curiosità dei propri lettori, telespettatori, navigatori di Internet e per gli amatori di “passa parola” e di chi sa disvelare un segreto anche al cospetto del fatidico: “qui lo dico, qui lo nego”. Le redazioni dei giornali e delle emittenti televisive ricevono a getto continuo notizie da informatori anonimi, ma ben documentati, che dispiegano le loro verità che altrimenti resterebbero ad ammuffire nei fondi dei cassetti di chi apre un fascicolo e poi lo archivia per un nulla di fatto. Si sa che la giustizia si ciba di fatti e non sa che farsene dei si dice e delle dichiarazioni che non siano di prima mano. Non si sa mai. C’è sempre quel qualcuno che potrebbe sbagliare i conti e affermare che due più due non fa quattro bensì cinque. Per lui la matematica è un’opinione. Ebbene di quel re che vi parliamo, di quel re travicello della leggenda non metropolitana noi possiamo vederlo anche internamente, tanto gli hanno fatto sia la radiografia sia l’ecografia sia l’endoscopia. Lascerebbe indifferente un patologo sul tavolo dell’obitorio: tanto non ci sarebbe altro da vedere. E’ tutto scritto nelle carte. E’ finito il tempo di chi con un dossier in cassaforte riusciva a preoccupare il possessore di uno scheletro nell’armadio. Oggi tutto si digerisce e tutto si scarica tra i rifiuti. Poco ci manca che qualche notabile non ci quereli per il semplice fatto che abbiamo dimenticato d’offenderlo, di rivelare che ha un’amante, che ha certe tendenze sessuali poco ortodosse, che evadono il fisco e ha amici nella malavita organizzata. Un tempo il politico andava alle adunate di partito o a piedi o in bicicletta e se doveva coprire grosse distanze comprava un biglietto di seconda classe, proprio per darsi un certo contegno. Oggi se non arriva con l’auto blu, con la scorta, meglio se rafforzata, e un codazzo di portaborse, segretari, assistenti, consulenti e affiancati da ben dotate guardie del corpo, è uno squalificato, non vale un soldo bucato. E’ questo il pasto preferito dall’uomo della strada poiché vive di logiche e quella del consumismo è in cima ai suoi pensieri. Bisogna essere ricchi, belli, fotogenici e tremendamente viziosi per restare nel cuore del popolo, per farsi amare di un amore masochistico. Così nacquero le dittature e continuano ad esistere, così si riesce oggi a prendere in giro la democrazia così detta compiuta o è l’incompiuta di quel certo personaggio della musica? (Riccardo Alfonso)

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Il rigetto per un’idea di capitalismo pigliatutto

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

capitaliIl capitalismo di stampo statunitense sta mostrando tutti i suoi limiti entro e fuori i suoi confini. Questa sua continua interferenza negli affari interni degli altri stati e nella pretesa di volerli tenere sotto tutela in nome di una libertà viziata da interessi legati alle lobby affaristiche, condizionata dal cinismo e dall’avidità, sembra aver raggiunto un punto di non ritorno. E’ un potere che trasforma in carta straccia gli accordi internazionali, il rispetto della dignità umana, la volontà di quanti vorrebbero una società dal volto umano.
Gli Stati Uniti tendono a proiettare l’immagine di una società dove la politica è suddita dei poteri forti e se tende a condizionarli è spazzata via senza tanti complimenti. E’ un paese che è incline a ripiegarsi su se stesso, con le sue contraddizioni, con le sue lotte intestine, con i frutti della violenza data da una cultura dell’avere sull’essere che comporta l’imbarbarimento della società e la caduta dei suoi valori fondanti.
E’ una classe politica che ha trovato la sua Caporetto nell’avidità dei suoi membri. Un tutto condizionato dal dio denaro.
Per il dio denaro ogni sacrificio è degno di rispetto e la lotta diventa spietata perché se si è ricchi non basta, bisogna averne di più e se si è poveri si diventa automaticamente dei perdenti.
Questo modello di società se ci appaga nel presente non sembra trovare spazio nel futuro. Le tensioni sociali che provocano, l’allargarsi della schiera di chi ne esce sconfitto, la depressione che ingenera per una vita vissuta nel vuoto e la caducità degli ideali che s’infrangono lungo la scogliera degli interessi partigiani, delle congreghe malavitose, dei comitati d’affari che favoriscono gli arrampicatori sociali, cinici e spietati, hanno raggiunto il loro punto di rottura ed ora siamo arrivati alla resa dei conti. Alla consapevolezza che non è più premiante la logica dell’avere che costantemente e inesorabilmente umilia quella dell’essere. Ed è anche una questione culturale se si pensa che chi studia, lavora, ricerca è spesso estraneo al mondo dell’avere e ciò facendo diventa un soggetto fuori al circuito degli interessi economici e finanziari di una società sempre più proiettata alla spinta di una prosperità fine a se stessa. Se questi parametri non s’invertono la prospettiva di un imbarbarimento del sistema diventa concreta e con essa la violenza e l’anarchia. (Riccardo Alfonso)

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Il giornalista apprendista stregone

Posted by fidest press agency su giovedì, 28 settembre 2017

GiornalistiHo letto quanto ha scritto tempo fa Saverio Tommasi “intrufolato per Fanpage.it al Festival del Giornalismo, a Perugia” sulle sue domande sul precariato dei giornalisti e altro.
Quello del giornalista è un mestiere che suscita molte perplessità se non altro perché sembra persino anacronistico pensare che per scrivere, almeno per quanto riguarda la possibilità di farlo sulle testate titolate, occorra avere un “patentino”, anzi di due specie, uno per chi si diletta nel giornalismo occasionalmente e chi lo fa per professione. Il primo è nell’albo dei pubblicisti e l’altro in quello dei professionisti, per l’appunto. E qui la prima contraddizione in quanto, spesso, i pubblicisti fanno lo stesso lavoro dei professionisti ma sono trattati diversamente dagli editori sia sotto il profilo economico sia giuridico.
Ma la situazione si presenta complessa, dal punto di vista della libertà di scrivere essendo il giornalista per lo più un dipendente e, d’altra parte, anche i free lance non sempre possono permettersi di veder pubblicati i loro lavori liberamente.
A questo punto la circostanza sembrerebbe “ingessata” in una logica referenziale che assegna al giornalista iscritto in uno dei due albi professionali l’esclusiva di scrivere e a tutti gli altri solo di leggere se non ci fosse oggi il web che ha stravolto questa regola permettendo a chiunque di esprimere la propria opinione, di farla circolare e confrontarla con gli altri navigatori.
Ciò significa che pure il giornalista si sente più libero d’esprimersi senza i lacci e laccioli di un editore se sceglie la via del web.
Azzerata in questo modo la logica e il primato dell’appartenza resta da risolvere un altro problema che è quello del “messaggio” che andando in caduta libera all’attenzione di tutti può inflazionare le notizie, alterarle, mistificarle e renderle vaghe e fuorvianti ed anche provocare un imbarbarimento del linguaggio per l’abuso che si può fare delle parole, storpiandone il significato e quanto altro. In questa fase, di certo, non si può dire solo non importa se non sei giornalista.
E’ importante invece che l’elaborato offra un minimo di documentazione a corredo delle opinioni che si esprimono e di farlo in una forma corretta grammaticalmente se non sintatticamente.
Vi è, poi, l’aspetto economico per chi sceglie di fare a tempo pieno la professione del “comunicatore”. Se si dipende da un editore è ovvio che a pensarci si delega costui ma sul web dove lo notizie sono catturate a titolo gratuito se non si trova un sistema per conciliare la professionalità con l’informazione e lasciarla libera d’esprimersi correremo il rischio che ad organizzare l’informazione e la costruzione delle notizie ci penseranno sempre di più coloro che dispongono di risorse economiche e alla fine sapranno imbrigliare l’intero sistema e la stessa libertà del web in un club esclusivo. (Riccardo Alfonso)

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