Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Archive for 20 marzo 2018

Apixaban is a safe alternative to warfarin during catheter ablation of atrial fibrillation

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Barcelona. Apixaban and warfarin are equally safe during catheter ablation of atrial fibrillation, according to results of the AXAFA-AFNET 5 trial presented today in a late-breaking trial session at EHRA 2018, a European Society of Cardiology (ESC) congress.1 There were similar rates of stroke and bleeding, and an improvement in cognitive function was shown for the first time.Nearly one-third of all strokes are caused by atrial fibrillation. Oral anticoagulation is the cornerstone of stroke prevention in patients with atrial fibrillation. ESC guidelines recommend non-vitamin K antagonist oral anticoagulants (NOACs) in preference to vitamin K antagonists (VKAs) such as warfarin, except in patients with a mechanical heart valve or rheumatic mitral valve stenosis.2 Unlike VKAs, NOACs do not require frequent monitoring and dose adjustment, and NOACs reduce long-term rates of stroke and death compared to VKAs.Catheter ablation is used in patients with atrial fibrillation to restore and maintain the heart’s normal rhythm, but the procedure has an inherent risk of stroke, bleeding, acute brain lesions, and potentially of cognitive impairment. ESC guidelines recommend that patients continue taking their prescribed NOAC or VKA during the procedure. The results of this study confirm that the NOAC apixaban is as safe as a VKA in this situation.The AXAFA-AFNET 5 trial was the first randomised trial to examine whether continuous apixaban was a safe alternative to a VKA during catheter ablation of atrial fibrillation.3 The study design has been previously reported.4 Briefly, 633 patients with atrial fibrillation and additional stroke risk factors scheduled to undergo atrial fibrillation ablation in Europe and the US were randomised to receive either continuous apixaban or the locally used VKA (warfarin, phenprocoumon, acenocoumarol, or fluindione).The primary outcome was a composite of all-cause death, stroke, and major bleeding up to three months after ablation. It occurred in 22 patients randomised to apixaban and 23 randomised to VKA. Professor Paulus Kirchhof, international chief investigator of the trial, said: “The results show that apixaban is a safe alternative to warfarin during catheter ablation of atrial fibrillation in patients at risk of stroke.” The researchers assessed cognitive function at the beginning and end of the trial and found that it improved equally in both treatment groups. Professor Kirchhof said: “This is the first randomised trial to show that cognitive function is improving after atrial fibrillation ablation. It is possible that this is due to continuous anticoagulation, although we did not test this specifically.” A magnetic resonance imaging sub-study in 335 patients showed a similar rate of silent strokes in the apixaban (27%) and VKA (25%) groups.Professor Kirchhof noted that patients in the trial were four years older than participants of previous studies with the NOACs rivaroxaban5 and dabigatran.6 Other features of the trial were that local investigators chose the VKA and catheter ablation procedure which led to the use of a variety of drugs and techniques. He said: “These characteristics of the trial mean that the results apply to older patients and in different clinical settings.”

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Stromboli: attività eruttiva

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

stromboli eruzione.pngIl 18 marzo, si è verificata una violenta sequenza esplosiva che ha coinvolto le bocche poste sulla terrazza craterica del vulcano Stromboli. Una prima esplosione, avvenuta alle ore 19:27 locali dalle bocche dell’area centro-sud, ha emesso abbondante cenere frammista a materiale incandescente e blocchi lavici di grosse dimensioni che sono ricaduti in zona sommitale e lungo la Sciara del Fuoco. I prodotti emessi hanno superato un’altezza di 350 m sopra la terrazza craterica come evidenziato dalle telecamere di videosorveglianza dell’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OE). Circa 40 secondi dopo la prima, si è verificata una seconda esplosione dalle bocche poste nell’area craterica nord, ma di minore intensità. In questo caso è stata emessa cenere e materiale più grossolano (lapilli e bombe) che hanno raggiunto un’altezza di circa 100 m sopra la bocca. In ambedue le esplosioni è stata generata una nube di cenere che si è dispersa rapidamente nei quadranti orientali del vulcano. La durata della sequenza è stata complessivamente di 40 secondi circa. Violente sequenze esplosive, come quella descritta, si sono verificate anche di recente: lo scorso 7 marzo e il 26 luglio, 23 ottobre, 1 novembre, 1 dicembre del 2017. Si tratta di esplosioni più violente di quelle dell’attività stromboliana ordinaria, durante le quali viene emesso materiale grossolano e cenere, che ricade in zona sommitale. Questi eventi, occasionali e imprevedibili, interrompono bruscamente l’attività stromboliana ordinaria. Fanno comunque parte della fenomenologia vulcanica tipica dell’attività sommitale di Stromboli caratterizzata da esplosioni di variabile energia. L’attività dello Stromboli è continuamente monitorata dall’INGV mediante le sue Sezioni di Catania, Napoli e Palermo.

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J.P. Morgan Chase & Co. ha annunciato la nomina di Riccardo Pironti per mercati Scandinavia e Olanda

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

J.P. Morgan Private Bank, una delle banche private più note a livello internazionale e parte del gruppo statunitense JP Morgan Chase & Co., ha annunciato la nomina di Riccardo Pironti quale nuovo Responsabile anche dei mercati della Scandinavia e dell’Olanda. Pironti continuerà comunque a ricoprire la carica di Responsabile dell’Italia, che guida da 16 anni.
Da oltre 150 anni J.P. Morgan Private Bank è la banca privata di riferimento per gli individui e famiglie con grandi patrimoni. Leader globale nel settore del private banking, e’ presente in Italia dal 1991 e dal 2002 è guidata da Riccardo Pironti. Oggi può contare, nella sua sede di Milano, su 12 banker, un team di 10 portfolio manager, un wealth advisor e una persona dedicata alle soluzioni di finanziamento.
Pablo Garnica, CEO di di J.P. Morgan Private Bank per l’Europa, Medio Oriente e Africa, ha commentato: “Nell’ambito di un continuo sviluppo del nostro business in Europa, pensiamo di avere l’opportunità di rispondere ai bisogni di wealth management degli imprenditori e delle famiglie in questa regione. I cambiamenti strutturali che si stanno verificando nel settore finanziario – anche a seguito di eventi come la Brexit – rappresentano l’occasione per riorientare il nostro interesse su questi importanti mercati. Riccardo da 16 anni guida la nostra private bank in Italia e ha tutte le caratteristiche necessarie per far crescere con successo il nostro business anche altrove, con la consueta attenzione ai clienti, al lavoro di squadra e all’integrità”.
J.P. Morgan è leader globale nei servizi finanziari per aziende, governi, istituzioni, e famiglie ed individui. Attraverso la divisione di private banking, J.P. Morgan fornisce consulenza e soluzioni personalizzate per la gestione dei grandi patrimoni, forte di una grande competenza negli investimenti, nella pianificazione patrimoniale, nella gestione dei family office, nella filantropia, nel credito, e nei servizi fiduciari e di consulenza specializzata, al fine di aiutare i propri clienti a raggiungere gli obiettivi finanziari desiderati. Da oltre 150 anni l’ampia offerta di soluzioni integrate, l’impegno sul fronte dell’innovazione e dell’integrità, e la costante attenzione all’interesse del cliente, hanno reso J.P Morgan la private bank di riferimento in ogni parte del mondo per individui e famiglie con patrimoni ingenti.
J.P. Morgan Private Bank è il nome commerciale della divisione di private banking di JPMorgan Chase & Co. e delle sue controllate nel mondo.

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Concerto della Banda della Città Metropolitana di Reggio Calabria

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Locri (Reggio Calabria) Sabato 24 marzo 2018, alle ore 18.30, nell’incantevole cornice del Tempio di Marasà, il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, diretto da Rossella Agostino, presenta un atteso Concerto della Banda della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Il concerto è parte integrante del progetto cofinanziato dalla Regione Calabria per la valorizzazione del sistema dei Beni Culturali per la qualificazione e il rafforzamento dell’attuale offerta culturale presente in Calabria dal titolo Alla riscoperta dell’identità culturale.La Banda della Città Metropolitana di Reggio Calabria, istituita dalla Reale Accademia Filarmonica di Gerace, è diretta dal M° Liliya Byelyera.La suggestione, la bellezza, la fascinazione di un luogo delizioso come il Tempio ionico di Marasà si presta mirabilmente ad un’esibizione di alto livello, prestigiosissima come quella che proporrà, per gli amanti dell’arte e del Bello, la Banda della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri, guidato da Rossella Agostino, afferisce al Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon.

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Un muro dedicato alle vittime di mafia

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Rescaldina (MI) mercoledì 21 marzo Strada Saronnese, 31 oltre 120 ragazzi di seconda media scriveranno i nomi delle 950 vittime di mafia sui muri dell’osteria del “buon essere”, un luogo simbolo della lotta alle mafie, che sorge in uno stabile sottratto alla criminalità organizzata. L’iniziativa, organizzata da La Tela in collaborazione con l’amministrazione comunale, Libera, Avviso Pubblico e le scuole cittadine, fa seguito alla manifestazione dell’anno scorso quando, sempre in occasione del 21 marzo, i ragazzi delle medie furono chiamati a realizzare un murales.
«Paolo Borsellino ha detto che “la lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che arrivi a coinvolgere tutti, specialmente le giovani generazioni. Solo loro le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. E noi abbiamo voluto fare nostre le sue parole rivolgendoci ai giovani», premette Giovanni Arzuffi portavoce della cooperativa Arcadia che insieme con altre associazioni gestisce La Tela. «L’idea da cui siamo partiti è quella del colore; il colore come strumento per combattere il bianco dell’omertà. Ai ragazzi di seconda media mettiamo a disposizione circa 70 mq di muro bianco dove andare a scrivere con pennarelli colorati uno per uno tutti i nomi delle 950 vittime di mafia. Un piccolo gesto che non solamente va a rafforzare l’impegno sociale de La Tela e a ricordare dove e perché è nata; ma soprattutto una testimonianza che rimarrà in futuro e che speriamo aiuti i giovani a reagire davanti ad ogni atteggiamento e comportamento mafioso». Aggiunge: «Andremo a realizzare una sorta di “muro della memoria” quale segno di un impegno concreto che parte proprio dalle giovani generazioni per costruire un futuro migliore».All’iniziativa hanno aderito oltre 120 alunni di seconda media dei plessi “Ottolini” di Rescaldina e “Raimondi” di Rescalda. Il programma prevede alle 10 l’arrivo del primo gruppo di studenti delle scuole di Rescalda. Mentre alcuni leggeranno i nomi delle vittime, gli altri si alterneranno nel comporre il murales di nomi. Alle 14.30 arriveranno le classi del plesso di Rescaldina: ripeteranno la lettura dei nomi e completeranno il muro con tutti i 950 nomi.
La Tela è un bene sequestrato alla criminalità organizzata, affidato al Comune di Rescaldina e gestito dalla Cooperativa ARCADIA insieme con altre associazioni del territorio. È diventato ristorante e centro di aggregazione e di promozione sociale e culturale.

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Guerra commerciale e imballaggi certificati

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

La guerra commerciale preannunciata dagli USA minaccia l’economia mondiale con importanti ripercussioni anche sull’Italia. Secondo le stime della Coldiretti, sarebbero a rischio oltre 40 miliardi di esportazioni Made in Italy, soprattutto nell’ambito agroalimentare. Una brusca inversione di tendenza è infatti stata evidenziata dai dati ISTAT che hanno registrato all’inizio del 2018 un calo dell’1,4% delle esportazioni italiane in America.Un fenomeno globale che si manifesta attraverso dazi doganali, svalutazione competitiva e rigida applicazione delle norme. A farne le spese gli imballaggi, prima ancora delle merci trasportate, l’andamento dei quali fornisce una prima indicazione sull’evoluzione del mercato e sullo stato di salute della domanda.
In particolare, secondo il rapporto Imballaggi in cifre del 2017, il mercato degli imballaggi in legno ha registrato nel 2016 un volume d’affari di oltre 1,56 miliardi di euro, con 2.520.000 tonnellate di imballaggi in legno prodotti. Numeri estremamente significativi che testimoniano la lenta ripresa economica degli ultimi anni.“Mai come oggi affermarsi nel panorama globale rappresenta una sfida importante e difficile a causa del rafforzamento generale delle barriere commerciali che ostacolano la libera circolazione delle merci – spiega Daniela Frattoloni, Coordinatrice del Comitato Tecnico FITOK – Il primo passo per contrastare i malumori delle potenze economiche è rappresentato dall’utilizzo di imballaggi certificati, conformi allo standard ISPM n.15 e realizzati con legno legale nel rispetto del Regolamento UE n. 995/2010 (EUTR), che non temono le dogane e garantiscono un trasporto sicuro dei beni di largo consumo. Solo nel 2017 sono stati sottoposti a trattamento fitosanitario quasi 2.550.000 m3 di legname di cui più della metà (58%) è stata impiegata per la realizzazione di pallet nuovi che hanno registrato un incremento del volume del 10% circa rispetto all’anno precedente passando da 1.345.451 m3 del 2016 a 1.477.406 m3.” In risposta all’intensificarsi dei controlli fitosanitari doganali, nel 2017 hanno registrato un incremento significativo anche i metri cubi di legname trattato utilizzato per la costruzione di dunnage (+23%) e i volumi di produzione di semilavorato conforme per la realizzazione di imballaggi (+12,7%). Risultato negativo invece per gli imballaggi industriali che, pur rappresentando quasi il 30% della produzione, perdono il 21,7% del volume, con 194.322 m3 di legname lavorato in meno rispetto al 2016 a causa dell’aumento dell’utilizzo di materiali esenti dall’applicazione dello standard ISPM n.15, come per esempio tavole di compensato e pannelli di OSB.Un imballaggio conforme garantisce quindi un importante vantaggio competitivo a livello internazionale incrementando la propria capacità di penetrazione nei mercati mondiali.In soccorso agli imprenditori che per mancata conformità presunta o reale degli imballaggi si imbattono in blocchi doganali interviene infine Conlegno, Consorzio Servizi Legno Sughero, impegnato da anni ad aiutare le aziende consorziate a dirimere controversie internazionali ricoprendo dal 2005 il ruolo di Soggetto Gestore in Italia del Marchio IPPC/FAO per l’ISPM n. 15, attraverso il Comitato Tecnico FITOK.

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Il tempo dei diritti, quello dei doveri e le convenienze mafiose

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

L’idea ricorrente è che la stessa logica di sfruttamento della manodopera senza diritti si pone alla mercé di un capitalismo senza scrupoli e sostenuto per giunta da governi deboli se non conniventi a dispetto del voto popolare di segno opposto vanificando ciò che resta di buono e di giusto nella coscienza collettiva. E la mafia in questa logica trova possibilità espansive illimitate come sta accadendo nel Nord Italia, già da anni, per restare in casa nostra, anche se altrove, ovviamente, non è da meno per quanto si è adusi chiamarla con altri nomi.
A mio avviso il successo mafioso o anche di altri sodalizi del genere si fonda essenzialmente sulle debolezze umane dalla prostituzione alla droga e trova, altresì, proseliti nella stessa classe politica che cerca consensi elettorali, voti di scambio e risorse finanziarie per foraggiarsi.
Il segreto di questo successo la mafia l’ottiene dalla sua capacità d’essere una sorta di società segreta con regole rigide e rispetto delle gerarchie. In questo modo diventa per coloro che si rivolgono a lei sinonimo di certezze e di riservatezza. E’ capace, per sostenere i loro affiliati o chi la contatta per dei favori, di commettere dei delitti, anche eccellenti, conservando al tempo stesso il primato dell’efficacia e della risolutezza e quel che più conta della segretezza anche se a tratti vi sono state delle sbavature.
Questa sua caratteristica la fa notare il Sales allorché osserva: “E’ avvenuto in diverse parti del mondo che una forma di violenza privata sia diventata una forza organizzata e stabile, pur operando in contrasto con le leggi dello Stato.” E soggiunge: “Quando l’uso della violenza privata conquista spazio e potere e si dà una forma organizzata, il consolidarsi di questo stesso potere sottrae credibilità e legittimità agli ordinamenti statali e a chi li rappresenta. Ciò genera nella popolazione una graduale perdita di fiducia e di sicurezza, e di conseguenza una condizione di paura che viene superata non appena le forze dello Stato riprendono il controllo del territorio e via via ridimensionano, chi è stato causa di tale situazione.” E qui di certo non parliamo di una “violenza episodica” ma “organizzata” e persino stabile sul luogo mostrando l’incapacità o la scarsa reattività dello Stato a porvi rimedio anche in virtù di leggi permissive e garantiste o peggio ancora di complicità a livello istituzionale.
Come possono reagire i cittadini interessati? Di certo con la consapevolezza che non c’è rimedio e che convenga accettare la legge del più forte per evitare guai maggiori. Questo accade anche laddove lo Stato riesce in qualche modo a ristabilire la legalità perché non dimostra di farlo in maniera continuativa ma si limita a qualche caso e non di più. E’ così che anche nella parte sana della società si diventa, a volte, conniventi perché si “tace per paura”.
Il tutto diventa una spirale perversa che non permette allo Stato, che decide di reagire, di trovare la collaborazione con la popolazione perché il timore di ritorsioni è senza dubbio maggiore del suo senso civico. Significa pure che il sopruso esercitato e il danno subito tendono sempre più a racchiudersi in un fatto privato e non pubblico e la prova provata l’abbiamo avuta in Italia con la stagione dei sequestri di persona a scopo estorsivo. Giustamente il giudice Giuseppe Gennari nel suo libro “Le fondamenta della città” rilevava che “la scelta di tacere è quasi sempre il risultato di una banale ed efficientistica analisi di costi e benefici.” Nel citato periodo penso all’atteggiamento assunto da un noto imprenditore lombardo che minacciato dalla mafia che intendeva rapire un suo congiunto mobilitò amici e conoscenti per avvicinare i capi mafiosi residenti in Sicilia e tentare, tramite loro, un accordo che evitasse la realizzazione di questo progetto criminale. Dopo una non breve trattativa fu raggiunta l’intesa, ma a un prezzo molto elevato per l’industriale che si vide legato mani e piedi agli interessi lombardi della mafia siciliana. Si ritrovò in casa un picciotto con il compito di fare da garante e per scongiurare che gli affiliati lombardi dell’organizzazione o di altri gruppi come la ‘ndrangheta potessero interferirvi. L’intesa nel tempo si consolidò avendo l’imprenditore deciso d’impegnarsi in prima persona in politica. Fu un momento magico per la mafia e il seguito lo lascio immaginare ai lettori anche se i soliti ben informati ne hanno piena consapevolezza e si rendono conto che questa pesante ipoteca grava ancora sulla testa non solo dei diretti interessati ma su tutta la classe politica italiana e sul mondo imprenditoriale.
Ciò che posso soggiungere è che il tutto fu condito abbondantemente da convenienze, da opportunità economiche e di potere. E’ che alla fine furono gli italiani a subirne le conseguenze non tanto e non solo dal punto di vista della sistematica dilapidazione dei beni pubblici ma nei rapporti istituzionali dove la mafia fece prevalere il suo solido legame con i plenipotenziari della politica e della finanza per dettare le sue leggi. I guasti sono sotto gli occhi di tutti: appalti miliardari, o di poche centinaia di migliaia di euro, rigorosamente truccati, corruzione dilagante e incontenibile, leggi disattese, istituzioni prese letteralmente d’assalto con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli di go-verno e di amministrazione. E agli italiani non rimane altro che subire, o nella migliore delle ipotesi guardare dall’altra parte, per badare ai propri interessi personali per cercare di salvare il salvabile, sia pure con affanno.
Alla fine ci ritroviamo con tante persone sconcertate che non si fidano più del prossimo anche se è un componente della famiglia. Riducono la loro partecipazione al voto schifati da una politica asservita ai poteri forti e alla malavita organizzata, si vedono erosi i propri diritti ad opera dei loro stessi rappresentanti istituzionali, (amministratori e governanti) e si sentono intrappolati in casa propria da un crescendo di azioni criminali che mettono a dura prova i loro sudati risparmi e il potere d’acquisto per le necessità familiari. Ma ciò che è davvero drammatico è quella sensazione d’incertezza e di precarietà che non permette loro di guardare il futuro speranzosi di tempi migliori. E’ una spirale perversa che dobbiamo spezzare se vogliamo, in qualche modo, uscirne onorevolmente. Ci riusciremo? Si se pensiamo alla politica in positivo e se riusciamo a scremarla dalle lusinghe dell’imbonitore di turno. (Riccardo Alfonso)

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Le socie “Young” della Sezione FIDAPA Roma protagoniste in passerella

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

“La sorellanza ha un valore inestimabile se lo si coltiva e lo si persegue con fermezza”. La Presidente Sezione Roma FIDAPA BPW Italy, Bettina Giordani, accoglie così le oltre 100 persone presenti alla serata di gala organizzata presso l’hotel Excelsior di Via Veneto a Roma, denominata Cerimonia delle Candele (Candle Night).Si respira un po’ di quell’aria di Dolce Vita, nel ripetere una cerimonia che si rinnova ogni anno da oltre 85 anni. È l’occasione per accogliere le nuove socie e rinnovare lo spirito di appartenenza alla Federazione internazionale Business Professional Women, presente in oltre 150 paesi nel mondo con oltre 23.000 socie.
Le socie che si accingono ad entrare a far parte di questa grande rete di donne, sono imprenditrici, professioniste, artiste, giovani e meno giovani, pronte a mettere a disposizione il loro talento e competenza, per lo sviluppo di altre donne che ogni giorno sono impegnate a raggiungere autonomia economica, indipendenza, libertà e diritto a pari opportunità in tutti i campi sociali e politici.In una società sempre più concentrata sull’individualismo, questa associazione sembra essere in contro tendenza. I sorrisi, le chiacchiere intense, sono la cornice ad una serata che vuole valorizzare i talenti delle socie e delle amiche che fanno parte del loro network. Costruiscono un sistema di sostegno reciproco con la capacità di rinforzarsi vicendevolmente.Un esempio palese è l’organizzazione della sfilata di alta moda a cura della socia Grazia Marino, ceo di “Spazio Margutta” un concept innovativo a sostegno della creatività e della valorizzazione delle tradizioni artigianali e del made in Italy. Un appuntamento esclusivo che ha visto protagoniste le socie “Young” della Sezione Roma, che nel corso della serata sono diventate “modelle per una sera” indossando le creazioni sartoriali delle Maison: Aline Oliveira, Asia Neri by Irene Mattei e i gioielli della jewelry designer Gaia Caramazza.
La Sezione Roma della FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari) con le sue 90 socie è una delle 302 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale e raggruppate in 7 distretti. L’associazione nazionale è composta in Italia da circa 12.000 Socie e appartiene alla Federazione Internazionale IFBPW (International Federation of Business and Professional Women). Ai sensi dell’art 3 del proprio Statuto, la FIDAPA BPW Italy è un movimento di opinione indipendente, Non ha scopi di lucro e persegue i suoi obiettivi senza distinzione di etnia, lingua e religione. La Federazione ha lo scopo di promuovere, coordinare e sostenere le iniziative delle donne che operano nel campo delle Arti, delle Professioni e degli Affari, autonomamente o in collaborazione con altri Enti, Associazioni e altri Soggetti.

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Immigrazione: una storia antica ma sempre d’attualità

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Se rivado alla storia dei milioni d’italiani che a cavallo di due secoli (XIX e XX) hanno lasciato la patria per avventurarsi altrove in cerca di un lavoro e di una vita più decente ci dobbiamo rendere conto che questo stesso sogno oggi lo stanno vivendo i milioni d’immigrati extra comunitari che approdano lungo le coste italiane e greche. Per essi dobbiamo chiederci che futuro li attende? Che società li ospita?
Una prima riflessione dobbiamo farla andando avanti nel tempo comparando i migranti italiani e in più in generale quelli greci, spagnoli, da quella che è stata l’URSS e agli stessi flussi migratori interni dal meridione al Nord Italia nella seconda metà dello scorso secolo e persino ad una migrazione giovanile dei nostri giorni, con quanti approdano in maniera avventurosa lungo le coste italiane e greche più vicine al continente africano o seguono la via balcanica. La sensazione che ne traiamo è che siamo stati travolti da un’affluenza che non siamo riusciti a tenere sotto controllo e con l’aggravante che non tutti in Europa si sono resi disponibili all’accoglienza trasformando di fatto l’Italia nel più grande campo profughi europeo.
Ora che la frittata è stata fatta per l’Italia uscirne a testa alta non sembra un’impresa da poco. Tutt’altro, ma dobbiamo necessariamente dipanare questa matassa se non vogliamo che si aggrovigli sempre di più.
Partiamo dalla considerazione che la spinta migratoria è determinata da due precise ragioni: economica e dalla fuga dai teatri di guerra. C’è chi ambisce ad una vita migliore che può essere soddisfatta anche localmente se vi creiamo le condizioni e l’altra senza dubbio più drammatica è voluta dalla follia di persone che non si fanno scrupoli di esercitare la violenza per consolidare un potere personale o in favore del proprio clan. E quel che è peggio le loro mire di conquista sono supportate e tollerate nei loro eccessi da quelle nazioni che intendono intrattenere nell’area la loro influenza imperialistica e per un mero calcolo affaristico: vendita di armi, sfruttamento della manodopera, delle materie prime, ecc. Ci ritroviamo in tal modo con la beffa e lo scorno che vi sono paesi che potrebbero condurre sane politiche economiche e migliorare sensibilmente la vita dei loro abitanti se non fossero governati in una maniera così dissennata e diventassero facile preda dei mercanti che vivono e impinguano le loro tasche dal mal tolto. Ora c’è di peggio. Finiamo, restando in Italia, di trasformarci in un popolo di razzisti facendo violenza alla nostra stessa natura pacifica perché non basta ospitare se non diamo al tempo stesso uno sbocco lavorativo alle stesse condizioni degli autoctoni. E questo non possiamo farlo per una legge fisica: lo spazio di un corpo non può essere contemporaneamente occupato da un altro. La risposta c’è ma è possibile solo a livello globale andando a dirimere i focolai di violenza e ricercando una ragionevole ridistribuzione delle risorse. Nel frattempo va ricercata una soluzione ponte facendo assumere la responsabilità di questi disastri a chi non solo li provoca ma soprattutto a chi li alimenta con la sola arma più convincente: ridurre i loro profitti. Ma ne avremo la forza e la determinazione per riuscirvi? (Riccardo Alfonso)

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Dal muro di Berlino ai fatti di casa nostra

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Con la caduta del muro di Berlino del 16 novembre del 1989 l’alleanza strategica tra mafiosi e politici poteva cessare se nel frattempo non fossero subentrati altri e più forti interessi per il modo come si poteva economicamente e finanziariamente condizionare il governo italiano mettendo alla loro guida uomini che non fossero del tutto ostili agli interessi malavitosi e disponibili, per questo, a un “voto di scambio”. In pratica le parti in causa ci avevano provato tanto gusto che hanno preferito continuare a ingurgitarsi nella stessa mangiatoia e convinti, al tempo stesso, che i vertici l’avrebbero fatta franca non solo nei confronti della giustizia terrena ma anche in quella divina grazie all’acquiescente benevolenza di alcune eminenze vaticane e ai loro amici di merenda Calvi e Sindona. La circostanza non deve sorprenderci. Già al tempo della seconda guerra mondiale duemila “picciotti” di origine italo-americana, si dice, furono paracadutati in Sicilia per costituire una specie di testa di ponte allo sbarco degli anglo-americani. Seguì il tentativo di rivolta separatista con il bandito Giuliano per contrastare l’avanzata del consenso popolare comunista in Italia. Ma non finì qui, ovviamente, come la storia più recente c’insegna. E i libri di storia invece cosa dicono? Non certo la verità per non dover ammettere, ad esempio, che la marcia trionfale dell’eroe dei due mondi da Marsala a Napoli, lungo la dorsale calabrese, fu ampiamente supportata dalle bande mafiose e che dal 1876, e per un ventennio, la mafia fece parte di quel blocco sociale ed elettorale per osteggiare l’avvento della sinistra storica italiana. E fu ancora la mafia, dopo la strage di Portella delle Ginestre da parte del bandito Giuliano, il primo maggio del 1947, a provocare una svolta politica spegnendo brutalmente gli ardori rivoluzionari della Sicilia del dopo-guerra per appoggiare la D.C. di De Gasperi.
E l’intesa, com’è noto, fu siglata con una mattanza mettendo in campo il delitto mafioso a fini elettorali. Così, secondo lo storico Giuseppe Giarrizzo, vi fu il “riconoscimento, in chiave storica, da parte del nuovo Stato del ruolo politico dei gruppi mafiosi.” La conclusione mi pare ovvia e la leggiamo nelle parole di Isaia Sales: “Il successo delle mafie è dovuto non solo al successo nazionale di quel blocco sociale e politico di cui facevano parte in Sicilia e in altre regioni, ma anche perché a livello nazionale furono fatte scelte di conservazione in politica e in economia che finirono con il difendere lo stesso ambiente sociale che condizionavano e a volte dominavano.” E’ questo, in effetti, il nocciolo della questione. Se le istituzioni non sono state capaci di combattere efficacemente il fenomeno mafioso lo dobbiamo al fatto che anch’esse covavano al loro interno la “perversione mafiosa”. Veniva così legittimata, direttamente o indirettamente, da taluni rappresentanti delle istituzioni che avrebbero dovuto combatterla o per lo meno isolarla come mero fatto criminale.
E’ terribile pensare e quindi scrivere che la “mafia è lo Stato” e ciò spiega il motivo della sua presenza in tutti gli eventi storici italiani da due secoli a questa parte. Essa è stata capace di vivere e prosperare in tutti gli ambienti da quelli culturalmente più arretrati ad un’economia progredita e con una mentalità diversa. Da qui la sua capacità di adattamento e di penetrazione tanto che ha avuto modo di radicarsi in una nazione come gli Stati Uniti d’America considerata tra le più sviluppate del mondo “ad alto tasso civico, lontanissima dalla Sicilia, dalla Campania e dalla Calabria.”
Ma qui, come osserva giustamente Isaia Sales nel suo citato libro, non si tratta tanto di un know how culturale esportato di sana pianta dal meridione d’Italia alla Sicilia. Se lo fosse dovremmo invece chiederci il perché non è accaduto in Argentina dove nello stesso periodo storico (nel 1914) quasi il 47% del milione degli immigranti italiani proveniva dal Sud. E’ che negli USA il terreno si prestava più che altrove alla semina e al raccolto mafioso per via di una “combinazione di fattori economici e sociali capaci di alimentare le mafie.” In altri termini la criminalità locale preesistente al fenomeno mafioso ebbe modo di accrescere e di prosperare con i nuovi adepti e persino di fare un salto di qualità attraverso una rete di connivenze e di codici di comportamento che lasciavano poco spazio all’improvvisazione e alla delinquenza di strada. I gangster americani d’estrazione mafiosa, tra l’altro, impersonavano perfettamente il sogno americano del successo a tutti i costi “del farsi strada con qualsiasi mezzo verso la ricchezza, e la violenza era una delle strade per il successo e si poteva abbinare con disinvoltura la violenza con gli affari anche perché il duro lavoro e il rispetto della legge “non avevano portato all’atteso benessere, com’era stato immaginato e propagandato, a milioni di persone emigrate costrette ai lavori umilissimi e malpagati. Il sogno americano di una vita migliore non si era realizzato.” (Riccardo Alfonso dal libro “verità e finzione” edizioni Fidest).

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Prevenzione cardiovascolare

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Durante il congresso Siprec a Napoli, 10 società scientifiche ed enti di ricerca italiani hanno presentato un ‘Documento di consenso e raccomandazioni pratiche di prevenzione cardiovascolare’, coordinato da Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società italiana per la prevenzione cardiovascolare), e pensato per sottolineare l’importanza della prevenzione nella lotta a infarti e ictus. Siprec, Simi (Società Italiana di Medicina Interna), Sid (Società Italiana di Diabetologia), Siia (Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa), Sisa (Società Italiana per lo studio dell’aterosclerosi), Sif (Società Italiana di Farmacologia), Cnr (Consiglio Nazionale della Ricerca), Fmsi (Federazione Medico Sportiva Italiana), Gicr-Iacpr (Gruppo Italiano di Cardiologia Riabilitativa – Italian Association for Cardiovascular Prevention, Rehabilitation and epidemiology), Siti (Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica) si appellano insieme alla classe politica perché aumentino i fondi destinati alla prevenzione, con uno sforzo collettivo che coinvolga la scuola, il mondo del lavoro, l’industria alimentare, il mondo dello sport. «Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di mortalità e morbilità nel mondo; e in particolare nei paesi occidentali e nelle economie come quella italiana e determinano un carico enorme, dal punto di vista sociale e individuale, ma anche dal punto di vista della sostenibilità economica e strutturale» afferma Volpe in un comunicato stampa. «Ritengo che l’unica strategia possibile per fronteggiare il problema nei prossimi anni e per garantire la tenuta del nostro sistema sanitario sia di investire fortemente nelle politiche di prevenzione delle malattie cardiovascolari» prosegue. Durante il congresso è emerso che i fattori di rischio da combattere non sono più solo quelli tradizionali, con l’aggiunta della sedentarietà, ma anche altri che per ora rimangono ancora relegati al mondo della ricerca, come le variazioni del microbioma intestinale. Appare evidente che sia da sottolineare l’importanza di una dieta sana ed equilibrata come quella mediterranea e l’assoluta necessità di attività fisica regolare, ma appare altrettanto chiaro che nei soggetti ad alto rischio bisogna ricorrere anche a farmaci contro il colesterolo, la pressione alta, il diabete, gestendo sempre più in maniera personalizzata i pazienti, all’interno delle tendenze attuali di una medicina sempre più di precisione. (fonte: Congresso Nazionale Siprec 2018 http://www.siprec.it/vi-aspettiamo-al-congresso-nazionale-siprec/ – doctor33)

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L’azienda che produce innovazione

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Bologna Martedì 27 marzo dalle ore 17:30 alle ore 20:00 c/o Scrambler Ducati Food Factory, – Via Stalingrado 27/6. Innovazione aziendale non è necessariamente tecnologia, ma anche innovazione organizzativa e delle competenze, è su questo concetto che si basa l’Open Organization. L’azienda open è più efficiente, più rapida, più capace di soddisfare i clienti.
Il dibattito aperto coinvolgerà Stefano Gallotti – Scrum Master ING BANK Italia che racconterà l’esperienza open che ING BANK ha intrapreso da qualche tempo e che sta portando nuova linfa alle persone che ci lavorano in questa azienda e ai risultati in termini di performance anche economiche. Il gruppo bancario ha spostato la sua organizzazione tradizionale in un modello “agile” ispirato a società come Google, Netflix e Spotify. Il nuovo approccio di ING ha già migliorato il “time-to-market”, rafforzato l’impegno dei dipendenti e aumentato la produttività.
Paolo Bruttini – Presidente Forma del Tempo, nonché organizzatore dell’evento, con il suo team ha messo a punto un metodo per far diventare un’azienda open. Cosa deve fare un’azienda per andare in questa direzione? Bruttini parlerà, tra le altre cose, di alcuni step imprescindibili per il cambiamento Open. Sarà anche l’occasione per presentare una nuova professionalità lavorativa: l’Open Agent, colui che connette saperi e culture diverse.
L’Open Agent sa parlare i linguaggi di diverse tribù aziendali, capendo che aria tira, quali sono i crucci e le scoperte e mettendole in connessione. L’Open Agent favorisce l’autoorganizzazione. Lui non è un capo, semmai facilita i lavori di progetto. “Il metodo che abbiamo messo a punto in questi anni di ricerca, – racconta Bruttini – , ha ben chiara una cosa: non può esserci cambiamento se non lo si sogna, lo si prova, lo si discute, lo si cambia, lo si negozia, lo si tenta, lo si sbaglia. Non può esserci cambiamento se non si innesca un processo collettivo di comprensione ed adattamento.“Per partecipare è necessaria la registrazione su http://www.openorganization.it
Forma del Tempo è una società di consulenza dedicata al cambiamento organizzativo e all’innovazione, attiva sul mercato nazionale dal 1996. Gestisce la complessità e il cambiamento all’interno delle aziende, con la consapevolezza che generare valore oggi significa investire su due asset fondamentali: la crescita del Capitale Umano e lo sviluppo del Capitale Sociale.

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Sanofi, Novonordisk and Novartis Iran recognized as the Best Places To Work in Iran for 2018

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

According to the annual Workplace program driven by the prestigious global research firm BPTW and conducted among different companies operating in Iran from different business sectors.
Best Places to Work program is an international program providing employers in different regions the opportunity to learn more about the engagement and satisfaction of their employees and honor those who deliver an outstanding work experience. Additionally, The Best Places To Work certification is awarded to companies with the highest standards of excellence in regards to working conditions.The first position was awarded to Sanofi Iran, a multinational pharmaceutical company focusing on patient needs and engaged in the research, development, manufacture and marketing of therapeutic solutions. Within the company, employees are the most valuable resource and the company supports and encourages their success by promoting a healthy work-life balance. “BPTW provided a good opportunity to benchmark our employee engagement level and HR processes with the rest of the market,” said Khosro Aghajanian, HR Director for Sanofi Iran.
Novonordisk Iran, a world leader healthcare company, came as the second best place to work, thanks to a clear vision and an unparalleled work environment providing learning opportunities, development and evolution for the employees. “Our office is filled with energy, passion and momentum around bringing change for people living with chronic conditions in Iran,” said Ghobad Shahbazi, General Manager & Corporate Vice President for Novonordisk Iran.
Novartis Iran, a global healthcare company committed to improving health and well-being through innovative products and services, came as the third best place to work for in Iran for 2018. The company provides a great working environment for its employees including career opportunities encouraging associates to stay longer. ”Novartis Iran is the best Place to work, since it highly values its associates, and patients are at the core of everything we do,” said Alireza Afsarian, HR Director for Novartis Iran.“This certification validates the commitment of companies in Iran to provide the employees with a positive work environment that challenges and encourages them to develop personally and professionally,” said Hamza Idrissi Program Manager for Iran.The experience of working with organizations across different sectors in the Iran tells us that leaders at the best workplaces place employees at the heart of their business strategy and consider building a great workplace among their top business goals.

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Incognito: Nuova opera teatrale del giovane drammaturgo inglese Nick Payne

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Roma dal 4 al 22 aprile Teatro della Cometa Via del Teatro Marcello, 4 Orari spettacolo: dal martedì al venerdì ore 21.00. Sabato doppia replica ore 17,00 e ore 21,00. Domenica ore 17.00. Costo biglietti: platea 25 euro, prima galleria 20 euro, seconda galleria 18 euro.
INCOGNITO. Nuova opera teatrale del giovane drammaturgo inglese Nick Payne, considerato dalla critica come il nuovo Tom Stoppard. Protagonisti Graziano Piazza, Anna Cianca, Giulio Forges Davanzati, Désirée Giorgetti. La regia è di Andrea Trovato. Tre storie intrecciate che esplorano la natura dell’identità e come siamo definiti da ciò che ricordiamo, Incognito è un’esplorazione esilarante di ciò che significa essere umani.
Protagonista di “INCOGNITO” è senza dubbio il cervello, questo meraviglioso e sorprendente organo il cui meccanismo è ancora oggetto di studio da parte della Scienza. Un organo capace di accumulare dati, memorizzarli, codificarli e dare senso alla realtà attraverso la costruzione di una narrativa.
Quattro attori interpreteranno ventuno personaggi che si alternano in avanti e indietro nel tempo e che ruotano attorno a tre storie principali e interconnesse fra loro. Due di queste storie sono basate su avvenimenti realmente accaduti: il primo caso riguarda Thomas Stoltz Harvey, che nel 1955 eseguì l’autopsia su Albert Einstein e, all’insaputa di familiari ed eredi, pensò bene di rubare il cervello del Professore al fine di sezionarlo e studiarlo nell’ingenua speranza di giungere a grandi scoperte sulla mente umana. L’altro caso riguarda Henry Molaison al quale, nel 1953, per curare le sue crisi epilettiche fu rimossa una parte del cervello ma, in seguito all’intervento, subì la perdita cronica della memoria a lungo termine, ossia non fu più capace, da quel momento in poi, di memorizzare qualsiasi cosa per più di pochi minuti, “condannato” così a vivere un eterno presente e rimanendo cosciente soltanto del suo amore per la moglie, un amore che lo tenne fievolmente ancorato alla realtà fino alla sua morte avvenuta nel 2008. Conosciuto in ambiti scientifici come il paziente HM, è stato l’essere umano più studiato dalla neuroscienza.
La terza storia, ambientata ai giorni nostri, riguarda Martha, una neuropsicologa che, al contrario di Harvey che vuole trovare chissà cosa sezionando il cervello di Einstein con un bisturi, si interroga invece su chi sia più fortunato: noi, cosiddetti “normali” che non riusciamo a dimenticare certe cose, anche se lo volessimo, oppure i suoi pazienti affetti da amnesia che non riescono a memorizzare, dimenticando così anche dolori, rancori e ferite?
Tre storie intrecciate che esplorano la natura dell’identità e come siamo definiti da ciò che ricordiamo, Incognito è un’esplorazione esilarante di ciò che significa essere umani.
Al centro del testo rimane un quesito: è vero che noi siamo solo il risultato delle nostre esperienze, degli incontri che abbiamo fatto, degli amori che abbiamo vissuto, delle persone che abbiamo perduto? E se la nostra mente non fosse capace di ricordare: esattamente, cosa resterebbe di noi?

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Gran premio della formula elettrica: E-Prix nella Capitale

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Roma Il 14 aprile Roma ospiterà per la prima volta l’E-Prix, il Gran Premio della Formula Elettrica che darà vita ad uno spettacolo automobilistico su un circuito sensazionale nel cuore del quartiere Eur. Il tracciato dell’evento è di 2,8 km per 19 giri tra via Cristoforo Colombo e il palazzo dei Congressi. Da oltre sei mesi gli uffici e l’Amministrazione, in sinergia con gli organizzatori, sono al lavoro per la migliore pianificazione e gestione della manifestazione. Da lunedì 19 marzo saranno disponibili online, sul sito romamobilita.it tutte le informazioni e le modifiche sulla viabilità costantemente aggiornate.“Roma sarà protagonista di un grande evento sportivo internazionale. L’indotto per la città sarà notevole: 60 milioni di euro in tre anni, oltre all’aumento dei turisti, calcolato fra i 30 e i 40 mila in più per il periodo della gara. Prevista nell’arco del triennio l’installazione di 700 colonnine di ricarica che saranno lasciate alla città in eredità dalla Formula E grazie agli investimenti di Enel in collaborazione con Acea”, dichiara la Sindaca di Roma Virginia Raggi.
“L’evento sportivo più atteso del 2018 riserverà grandi sorprese per i cittadini. Tanto sport oltre alla corsa delle auto elettriche in uno dei circuiti di Formula E più tecnici al mondo: longboard, la versione maxi dello skate e una competizione podistica organizzata con la Fidal, il tutto a partire dal venerdì. Senza dimenticare l’E-Village, con stand, simulatori, spazi informativi, disponibile per i possessori del titolo di ingresso al circuito. Tutti esauriti i 15mila biglietti di tribuna. Sono stati venduti nel giro di poche ore. Questo testimonia la grande attesa che c’è intorno ad un evento legato alla mobilità elettrica ma dedicato ai cittadini. Su nostra richiesta sono stati inoltre aggiunti posti gratuiti che permetteranno a cittadini e turisti di godere della corsa lungo il percorso di gara”, dichiara l’Assessore allo Sport, Politiche Giovanili e Grandi Eventi Cittadini Daniele Frongia.“Un evento sportivo che è anche e soprattutto occasione di rilancio di temi importanti come la mobilità sostenibile, per realizzare un modello di città innovativo che giorno dopo giorno punti alla cura del ferro, alla sharing mobility e all’elettrico. Insieme al Municipio e agli organizzatori dell’evento abbiamo avuto vari incontri con la cittadinanza per spiegare il piano dedicato alla mobilità. Il quartiere, infatti, sarà interessato da un programma di lavorazioni progressive, che si svolgeranno in orario notturno e che comporteranno alcune modifiche dello schema di circolazione, della sosta e la deviazione dei percorsi delle linee bus a servizio del quartiere. Proprio per questo dal 19 marzo partirà una campagna informativa rivolta ai cittadini che prevede la pubblicazione sul sito romamobilita.it di tutte le informazioni sulle modifiche della mobilità del quartiere Eur nel periodo dal 3 al 22 aprile, con il calendario e la mappa del perimetro interessato dalle lavorazioni e dall’evento” afferma l’Assessora alla Città in Movimento Linda Meleo.

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Giornata Mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Roma 21 marzo 2018 (ore 10.00 – 14.00), nell’Auditorium del Divino Amore, con il sostegno del Cidu, presso il MAECI, i suoi secondi Stati Generali, dopo i primi del 2011, in coincidenza con la Giornata Mondiale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali ci sarà una giornata di riflessione sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione culturale.Integra Onlus ha compiuto 15 anni, da quel 2003, quando fu fondata da Klodiana Cuka, cittadina italiana di origine albanese, dopo anni di battaglie per la conquista dei diritti di una donna e di un intero popolo, ad una piena formazione ed integrazione in un nuovo Paese, chiamato Italia, conquistandone dopo anni la sua cittadinanza. Da quegli anni difficili, ma pieni di speranze, Integra Onlus ha maturato sensibilità ed esperienza nel campo della più generale accoglienza dei migranti, aprendo le sue strutture, dopo il Salento anche nel Lazio, in Lombardia, in Sardegna e presto in altre regioni.Si intende proporre così un modello proprio, certificato, con elevati standard di qualità che ha l’ambizione di non limitarsi alla sola accoglienza indistinta, ma concorra a costruire un’effettiva integrazione dei rifugiati nel nostro Paese. Tutte “Buone Prassi” affinate in decenni di attività, nei vari territori, promuovendo azioni con i comuni ospitanti per i Lavori Socialmente Utili, ma anche con progetti di formazione di base, con tirocini presso aziende private, fino ad immaginare quelli di autoimpresa dei rifugiati, a partire dall’ agricoltura sociale (con il supporto del neo “Osservatorio sulla Imprenditorialità Straniera”, costituito con l’Università del Salento). La giornata vedrà la presenza di autorevoli ospiti ed esperti del settore, ma soprattutto i veri protagonisti: i giovani beneficiari dei centri di accoglienza gestiti dall’Associazione che porteranno la loro testimonianza. La giornata si aprirà con un momento di riflessione su: “Le Prospettive delle Politiche Migratorie, dopo l’Accoglienza Quale Integrazione?”, alla presenza di: il Prefetto Carmine Valente, del Ministero dell’Interno, il Direttore Generale del Comitato Italiano per l’ Unicef Italia, Paolo Rozera, con i Professori Ugo Melchionda, Presidente dell’Idos, Aldo Morrone, medico volontario, Direttore dell’Ifo e Fausto Russo, Università Chieti-Pescara, con il Ministro Plenipotenziario Fabrizio Petri, Presidente del Cidu, presso il Maeci, e la voce autorevole di Mons. Marcello Semeraro, Vescovo di Albano. Hanno assicurato il Saluto le amministrazioni comunali di Sora (Fr) e Cesate (Mi) ospitanti le strutture di accoglienza di Integra. I lavori saranno coordinati da Giuseppe Caporaso, giornalista, di TV 2000.
Dopo le relazioni, si offriranno due estratti di spettacoli formativi dell’Associazione, il primo teatrale “I GRIOT “, a cura di Daniela Guercia, e il secondo musicale, con il gruppo “KORASORA”, guidato da Virginia Barrett, entrambi composti da giovani beneficiari dei centri di accoglienza gestiti dall’Associazione.Infine, seguiranno le premiazioni del Concorso “AMIBITONOI- io non ho paura”, a cura di Deborah De Blasi, (con il sostegno del Comitato Italiano per L’Unicef e l’UST di Lecce), proponendo il “PREMIO MALALA”, intitolato alla donna Nobel 2014, a favore della pace e del diritto allo studio, premiando le scuole salentine, alla presenza anche di 500 giovani studenti, provenienti da tutte le scuole del Lazio. Chiude la Festa il taglio della torta celebrativa preparata dallo chef afgano “dell’Associazione” Menagul.“Quindici anni straordinari di Integra Onlus – dichiara la Presidente Klodiana Çuka – frutto di lotte e sacrifici, sostenuti sempre da una forte tensione ideale per dare voce agli ultimi, attuando “Buone Prassi” di integrazione, attraverso un modello organico per progettare nuove forme effettive di inclusione culturale, sociale ed economica dei rifugiati nel nostro Paese. Una sfida aperta lanciata nel futuro, che è già presente , con partenariati di eccellenza come il Cidu, la Lidu, Il Comitato Italiano per l’ Unicef e la Comunità di Sant’Egidio, per qualificare ancor più la propria azione a partire dai diritti umani, dei soggetti più deboli, donne e minori stranieri non accompagnati: sfide di civiltà, che possiamo vincere solo insieme a tutte le persone di buona volonta”

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Le doglie della verità: dentro la grande storia

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Se volgiamo lo sguardo al mondo reale con le sue perversioni spunta come d’incanto “l’idea mafiosa”. In questo caso la riflessione me l’ha offerta il libro di Isaia Sales (Rubbettino stories) “Storia dell’Italia mafiosa”. Se mi chiedo quanto, prima di lui, è stato scritto in proposito la risposta mi pare ovvia: Senza dubbio tantissimo e lo sarà ancora per molto in futuro. Persino un Dittatore, Mussolini, è stato scomodato e ha cercato, inviando a Palermo il prefetto Mori, di sconfiggere la “gramigna siciliana” dal suo fertile campo di grano, ma fu un’impresa che non gli riuscì, di là delle sceneggiate di facciata e anche dell’uso spregiudicato e senza regole dei “poteri forti”. Oggi la “storia” ce la presenta Sales con le ben 443 corpose pagine del suo libro. Cosa dovrebbe dirci di nuovo e di diverso di quanto non sia stato detto e ripetuto nelle aule parlamentari e nelle piazze siciliane e altrove da solleticare la nostra attenzione più di quanto non sia accaduto in passato?
Probabilmente non molto se non poco, ma non è questo l’aspetto che intendo soppesare. Lo stesso autore, del resto, è consapevole che da due secoli a questa parte il racconto sulla mafia è rimasto pressoché immutato sia se lo vogliamo vedere come frutto della storia locale del Mezzogiorno, per via della sua arretratezza economica e sociale, sia per i giudizi e pregiudizi che hanno accompagnato la questione meridionale dentro la storia nazionale. A me invece, di là del fenomeno mafioso, preme capire se anche qui la “verità” vi fa capolino o, al contrario, la finzione l’ha fatta alla grande. E un primo granello di sospetto mi viene proprio dalle parole di Leonardo Sciascia quando parlando della sua Sicilia scrive: … “credeva di dovere la sua sconfitta, la sconfitta della legge, la sconfitta della giustizia, alla Sicilia, alle abitudini, le tradizioni, l’indole, lo spirito di questo disgraziato Paese assai più ammalato di quanto si presuma ed invece lo doveva all’Italia.”
E in questo scenario appare ancora più chiaro a Sales quanto afferma: “Nessun potere extra-istituzionale può vivere e sopravvivere in contrapposizione con quello statuale per tanto tempo come lo è per la mafia. Ciò vuol dire che essa non ha costituito un potere alternativo e contrapposto a quello ufficiale, ma un potere relazionato con esso.” E ancora: “La storia d’Italia si caratterizza anche per la lunga e incredibile persistenza di questa particolare forma di criminalità e per il suo intrecciarsi con parte delle classi dirigenti della nazione.”
Diventa così una specie di autobiografia della società italiana per cui non si può fare la sua storia prescindendo dal peso e dal ruolo che vi hanno rivestito i criminali mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti, Corona unita e dei colletti bianchi. Sono poteri che di volta in volta supportano gli altri poteri pubblici, religiosi ed istituzionali a tutti i loro livelli. Dovremmo quindi sorprenderci, e non tanto e non solo per amore della verità, se questo filo conduttore è stato ancor più esaltato dopo il Regno delle due Sicilie dall’Italia monarchica e poi repubblicana partendo proprio dai Borboni, per mano dei loro plenipotenziari, e per continuare con Crispi, Giolitti, Andreotti e Berlusconi? Tutti questi uomini politici e molti altri erano consapevoli del condizionamento delle mafie e in taluni casi conoscevano pure come fosse possibile un interscambio di favori come ad esempio i voti decisivi della Sicilia per la tenuta degli equilibri parlamentari, governativi e per la stessa tenuta del sistema paese nell’alleanza atlantica. In proposito Giuseppe Alessi, primo presidente della Regione Sicilia, dichiarò, in una sua intervista a Francesco Merlo, “che per fermare il comunismo ad ogni costo si poteva anche governare con i mafiosi piuttosto che consegnare il Paese ai comunisti”. (Riccardo Alfonso)

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Venerdì 23 marzo sciopero scuole: si fermeranno durante la proclamazione dei parlamentari eletti

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

Mentre si nomineranno anche gli uffici di presidenza e di commissione delle Camere, per l’avvio della XVIII legislatura, scatterà la protesta: a Roma, sono attesi migliaia di maestre e di maestri, di insegnanti e Ata che andranno in corteo dalle ore 9 alle 14 da Piazzale Ostiense a Viale Trastevere, per manifestare sotto il Miur. Una delegazione dell’ANIEF incontrerà i rappresentanti dell’amministrazione, diversi neo-eletti deputati e senatori e responsabili scuola dei partiti di riferimento. Tra le richieste: riapertura delle GaE per tutti gli abilitati, tutela dei lavoratori precari e neo-immessi secondo norme UE, sbocco dell’indennità di vacanza contrattuale, restituzione della trattenuta TFR, finestra a 61 anni per le pensioni e salario minimo legato all’inflazione.Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, sarà un giorno importante: “Forse il più importante della XVIII legislatura. Perché dopo una campagna per le elezioni politiche dove il tema scuola non è stato certamente centrale, è giunto il momento di richiamare l’attenzione della politica. Tra i motivi dello sciopero spicca quello della necessità di aprire ai precari le Graduatorie ad esaurimento: già in passato dopo altrettanti scioperi e partecipate manifestazioni con migliaia di adesioni, Anief è riuscita a riaprire le Graduatorie ad esaurimento. Ci appelliamo alla sensibilità dei nuovi senatori e onorevoli perché facciano giustizia nei confronti di decine di migliaia di precari abilitati e specializzati che rischiano il licenziamento”.

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La ricerca non ha limiti se sgomberiamo la mente dai pregiudizi

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

L’umiltà si è smarrita anche nell’approccio nella conoscenza nel campo delle ricerche parapsicologiche. Questi studi, che hanno origini lontane, restano d’attualità e presagiscono e anticipano svolte successive dell’interpretazione parapsicologica. Direi che sono anche indubbiamente anticipatori di posizioni della più avanzata contemporanea antropologia culturale. Sono la conseguenza di una meditata ricerca nell’ambito di quella sfera di eventi che escono dall’usueta normalità della nostra cultura per entrare in un’altra normalità, ma di altri livelli.
Sono quelli che le discipline scientifiche contemporanee, come la recente fisica e la psicologia del profondo hanno dimostrato esistere al di là dello spazio e del tempo.
Vi sono quindi multilivelli di normalità che vanno tenuti parimenti in considerazione e rispettati per ciò che sono e rappresentano anche se la parapsicologia può essere considerata a pieno titolo una scienza di “confine”, ma non per questo va ghettizzata. Da essa partono continue indicazioni, lo si voglia o no, e che rimandano ad “altro” e questo altro si ciba, checché si dica, delle sue verità.
Non dimentichiamo che noi restiamo sempre alla ricerca di una risposta ai nostri interrogativi morali ed esistenziali e indagare sui possibili sbocchi fa parte della nostra natura, a prescindere. La scienza, del resto, ci ha già condotto per mano tra gli infiniti spazi del creato e del microcosmo e dove la stessa mente umana non avrebbe potuto nemmeno concepirlo un secolo prima. Esistono, infatti, delle certezze matematiche dalle quali non si possono disattendere. E’ il caso degli iperspazi. Essi costituiscono una delle teorie più elevate ed astratte della matematica tanto che al loro apparire furono considerati come semplice fantascienza. Tuttavia, per evitare equivoci, va anche ricordato che la scienza non è in grado di affrontare la totalità del pensiero ma solo delle astrazioni di essa.
Ma in ogni caso tutte le volte che la scienza modifica le sue frontiere deve, nello stesso tempo, revisionare i suoi principi e, così facendo, tutto il pensiero dell’uomo nel suo insieme è sottoposto ad accurate mutazioni.
Ma solo in tale misura le conoscenze si scambiano utili informazioni e si evolvono pur nel rispetto delle singole autonomie. In questa fattispecie il mondo scientifico deve essere considerato come un sistema in perenne evoluzione da cui emergono – per Charles Singer – “degli esemplari di valore e precisamente quegli esemplari che furono così risolutamente respinti dai filosofi materialisti della precedente generazione. Per nostra fortuna quel tipo di filosofo che si permetteva di ignorare le grandi conclusioni a cui è arrivata la scienza, sta ora per scomparire.” (Riccardo Alfonso)

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Cosa intendiamo per verità e perché siamo portati a negarla?

Posted by fidest press agency su martedì, 20 marzo 2018

In questa circostanza la verità negata è un grido di condanna per chi non possiede saggezza e capacità di saggezza per un mondo di uomini liberi, messaggeri di quel grado di coscienza che li pone degni di una loro comune identità. Ma quanto ci vorrà ancora per capire che l’intero corpo dottrinario non vive che dell’armonia di ogni sua parte, ma che ogni parte può riconoscersi comune in origine con un’altra appartenente ad un altro corpo dottrinario, senza che per questo entrambi i corpi perdano integrità ed interesse di valore? “La stessa auspicata evangelizzazione del mondo – asseriva Ernest Bloch – augurata da gran parte delle religioni ha al tempo stesso un fine e un limite se non si avvale della capacità di accogliere ogni parola pronunciata a favore della verità.
Solo un sereno cammino interno può condurci a tale e tanta profondità. Se manca resta vano e nessuna forza può attirare all’esterno la parola intima ed aiutarla ad erompere dall’errore del mondo.
Lungo questa verticale interna devono, infine, diffondersi l’ampiezza, il mondo dell’anima, l’esterna cosmica funzione dell’utopia, fronteggiando la miseria, la morte e il regno a involucro della natura fisica”.
“Solo in noi brilla ancora questa luce e incomincia il fantastico impulso verso di essa, verso l’interpretazione del sogno ad occhi aperti, verso l’impiego del concetto utopico come principio. E per trovare questo, per trovare il giusto nella verità, per amore della quale conviene vivere, organizzarsi e avere tempo, che noi procediamo, ci apriamo varchi metafisicamente costitutivi, invochiamo ciò che non è, costruiamo nell’azzurro e cerchiamo il vero e il reale là dove scompare il semplice dato, incipit vita nova.”
Sono parole di come ci si possa disporre al dialogo tra intelligenti, predisponendo lo strumento della coscienza. Parliamo di uomini di fede ma che si sono piegati a indirizzarla ad una guerra Santa che non incarna nulla di santo, come ha dimostrato la storia. Non hanno avuto la saggezza, nell’umiltà del confronto, di guardare il nemico solo e comunque portatore di un credo nei confronti del quale la propria coscienza non ha mai vacillato sulla propria qualità. Forse hanno vinto una contesa ma hanno, senza meno, perso in presunzione e in verità. (Riccardo Alfonso)

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