Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Archive for 14 agosto 2019

1° anniversario crollo ponte Morandi, geologi: criticità innanzitutto idrogeologica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

In occasione del primo anniversario dal crollo del ponte Morandi di Genova, il 14 agosto dello scorso anno in cui persero la vita 43 persone, c’è un’importante novità che arriva da uno studio del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena. Nel dossier si dimostra come la struttura abbia iniziato a deformarsi quattro anni prima del cedimento e che negli ultimi mesi prima del crollo le deformazioni siano aumentate. Una causa che sarebbe innanzitutto geologica e poi strutturale. “Lo studio, al quale ha partecipato anche un geologo italiano del ministero dell’Ambiente pone il dubbio che la tragedia, forse, si sarebbe potuta evitare” afferma Domenico Angelone, tesoriere del Consiglio Nazionale dei Geologi.
Alla luce del documento si evidenzia come il ruolo del geologo – dichiara Angelone – sia fondamentale nell’analisi delle condizioni geologiche e geomorfologiche delle aree destinate ad ospitare opere infrastrutturali, come nel caso del ponte Morandi di Genova. Un terreno morfologicamente fragile dal momento che, tra il marzo 2017 e agosto 2018, aveva già subito delle deformazioni strutturali per motivazioni legate al sottosuolo, in particolare sotto alla pila che poi è crollata, la numero 9. Oggi è possibile sapere che la struttura del viadotto fosse fragile, ma non si può dire con certezza se il disastro si sarebbe potuto evitare. Sicuramente il lavoro del geologo sarebbe stato cruciale in precedenza – e non soltanto dopo il cedimento – al fine di verificare le condizioni morfologiche del terreno sul quale poggiava il viadotto” conclude il geologo molisano.Dello stesso parere anche Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi che sottolinea la crucialità del lavoro del geologo. “Già in passato abbiamo evidenziato che circa il 90 per cento delle problematiche legate alle infrastrutture italiane sono determinate non da fattori strutturali, ma da criticità idrogeologiche, come ad esempio il crollo del ponte sul Rio Santa Lucia tra Cagliari e Capoterra” spiega Peduto che critica anche l’iniziativa dello scorso anno avanzata dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli di reclutare solo ingegneri per controllare e verificare lo stato delle infrastrutture del Paese. “Un’iniziativa che poteva essere encomiabile – dice il Presidente CNG – ma l’unica figura del professionista ingegnere non può essere esaustiva per la verifica della sicurezza delle opere pubbliche. In tal senso andrebbe conferita maggiore importanza al ruolo del geologo per attuare, in maniera compiuta ed efficace, azioni volte alla mitigazione dei rischi ambientali in tutte le fasi legate al settore della costruzione comprese quelle della corretta manutenzione” conclude Peduto.

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Palermo: Mancata conferma Giambrone al Teatro Massimo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Palermo. «In piena crisi di governo, peraltro irreversibile, apprendiamo dell’esistenza di un ministro dei beni culturali che, come primo e probabilmente segnale di presenza, getta ombre su Francesco Giambrone, figura di alto livello professionale e umano. Un’altra pietra miliare nella storia di un governo che alla cultura ha preferito anteporre tante sottoculture»A dirlo è Antonio Ferrante del Partito Democratico, che commenta così la decisione del ministro dei Beni e delle attività Culturali Alberto Bonisoli di bloccare la riconferma di Francesco Giambrone alla guida del Teatro Massimo di Palermo.«Se in questi mesi – continua Ferrante – il ministro Bonisoli si fosse degnato di visitare il Teatro Massimo, avrebbe contezza non solo del rilancio culturale ed economico del teatro ma, soprattutto, di una istituzione che, per la prima volta, si è aperta alla città portando artisti e opere nelle periferie diventando così un pilastro della rinascita di Palermo. Consigliamo al ministro di passare gli ultimi giorni del suo mandato alla stessa maniera dei precedenti, cioè senza fare nulla e rispettando i professionisti il cui impegno è riconosciuto oltre ogni appartenenza politica».(Vassily Sortino)

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Tra crisi di Governo e possibile aumento dell’IVA

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

La crisi di Governo e il probabile aumento dell’IVA porterà ad una ulteriore contrazione dei consumi. Ad altre crisi aziendali nel commercio. Ad altre chiusure, ad altri licenziamenti. Ad ulteriori compressioni di diritti e di salario. Ora le due compagini che formano il Governo si rimpallano le responsabilità: la bestia contro Rousseau. Ma a pagare saranno solo le lavoratrici ed i lavoratori. Gli stessi che erano stati illusi con la bufala delle chiusure domenicali e festive.«Siamo alla follia – dichiara Francesco Iacovone, del Cobas nazionale – il Governo del cambiamento, ma in peggio, non tiene in alcun conto il Paese reale, né tanto meno la seconda attività produttiva italiana e i suoi lavoratori».«Veniamo da una crisi profonda che ci consegna il preoccupante dato di ben 32mila negozi in meno dal 2011 ad oggi – prosegue il rappresentante sindacale – un’emorragia che ha portato a bruciare almeno 3 miliardi di euro di investimenti delle imprese. E altri 5mila negozi sono destinati a sparire quest’anno, al ritmo di 14 al giorno. L’aumento dell’IVA avrebbe un effetto devastante sulla fiducia delle imprese, produrrebbe una contrazione dei consumi senza precedenti e la conseguente perdita occupazionale più massiccia degli ultimi anni».
«Se il Governo aveva in mente di chiudere la domenica e i festivi chiudendo definitivamente migliaia di attività commerciali, ha imboccato la strada giusta. Ahimé.» – conclude Iacovone.

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Collaboration Aims to Discover New Immuno-oncology Targets

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Harvard University and Merck are launching a collaboration that will provide significant research funding for up to four years to support immuno-oncology research led by Arlene Sharpe, MD, PhD, at Harvard Medical School (HMS). Sharpe, the George Fabyan Professor of Comparative Pathology and chair of the HMS Department of Immunology, will collaborate with researchers at Merck on a major project aiming to discover novel aspects of the immune system that may be targeted in future treatments for cancer.“This collaborative project aims to discover and validate novel regulators of immune responses,” said Dr. Sharpe. “Immunotherapies such as checkpoint inhibitors have revolutionized the treatment of cancer, but my lab is deeply interested in understanding why some patients do not respond or develop resistance to those interventions. My hope is that by defining mechanisms that inhibit immune responses to tumors, we will identify very important druggable targets and new approaches to improve cancer immunotherapy.”The funding will support the work of scientists in the lab of Dr. Sharpe, who is a renowned leader in the field of tumor immunology. She is a member of the National Academy of Sciences and the National Academy of Medicine, and the recipient of numerous awards including the Warren Alpert Foundation Prize in 2017 for her contributions to the discovery of the PD-1 pathway.Under the agreement spearheaded by Harvard’s Office of Technology Development, Merck will have the option to negotiate an exclusive license to innovations arising from the research collaboration to develop these discoveries toward potential treatments for patients.“Collaboration with leading scientific groups is an integral part of Merck’s discovery strategy,” said Dr. Nick Haining, vice president for oncology discovery at Merck Research Laboratories. “We look forward to working with Dr. Sharpe’s team to investigate new ways to harness the immune system for therapeutic advances.”

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Al voto, al voto: Salvini ha messo il piede sull’acceleratore

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Questa crisi, per mesi evocata prima sottovoce e poi “urlata” e ora posta come la più urgente delle soluzioni, non mi convince. Dovremmo dire, chiosando una battuta di un politico di altri tempi: a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E il pensiero in questo caso va al mattatore di turno che vuole sfruttare il vento che tira dalla sua parte per raccogliere il massimo dei consensi elettorali ma non intende dirlo apertamente e allora si rifugia sulla necessità di stringere i tempi per evitare che il nuovo governo, che già sa guidato dall’interessato, gli permetterà di evitare l’aumento dell’Iva e di fare nel contempo una finanziaria con un abbassamento delle tasse per tutti. Sa anche che se la sua accelerazione non sortisce l’effetto desiderato potrà addebitare la responsabilità ai suoi avversari di ieri e ai nuovi di oggi (leggasi pentastellati). Sembra un calcolo studiato a tavolino già qualche anno fa quando Salvini ha portato dalla sua il movimento con il capo politico Di Maio più per ridimensionarlo, e c’è riuscito molto bene, che per fare le riforme che da tempo il paese richiede anche se qualcuna importante è passata, sia pure sotto traccia. Ora la nuova mossa di Renzi torna a vantaggio di Salvini come lo è stata in passato con il netto rifiuto ad una coalizione PD – movimento cinque stelle.
Da tutto ciò emerge una riflessione di più ampio respiro che dovrebbe farci riflettere. Tanto per cominciare perché non ci accorgiamo, noi elettori, che vi sono politici che non pensano ai valori, che pur dicono di professare, ma solo agli interessi di parte e soprattutto personali? Si stanno divertendo a nostre spese come se a muovere i pezzi degli scacchi non fossero uomini e donne e dentro questo “carniere” vi sono giovani e anziani e gente che lavora e cerca un lavoro, che fa i salti mortali per arrivare a fine mese e si vede intorno persone solo interessate a fare promesse che sanno di non mantenere e a gabellare anche quelli che in buona fede credono ancora in qualcosa.
Eppure la politica è importante. E’ nevralgica in democrazia. E’ insostituibile e chi cerca di svilirla dovrebbe finire alla gogna e non permettergli di continuare ad essere il pifferaio di turno. Occorre svegliarsi o è ancora la stagione dei letarghi? Staremo a vedere. (Riccardo Alfonso)

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In ricordo del compleanno di Napoleone

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Firenze. In vista del 15 agosto, data della ricorrenza, l’ingresso della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti è stato riallestito e ha come protagonista un colossale busto marmoreo di Canova, proveniente dalle collezioni granducali, raffigurante proprio Napoleone.
Inoltre, in occasione dell’evento, le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato un’altra opera ‘napoleonica’, l’enorme disegno (84 x 207,5 cm) eseguito nel 1809 dall’architetto Hyacinthe Boucher de Morlaincourt (1756-1731). Si tratta del progetto di due ponti (dedicati uno allo stesso Imperatore, l’altro alla sorella Elisa Baciocchi, allora governatrice della Toscana) da realizzare sull’Arno all’altezza del parco delle Cascine.
Il progetto dei ponti avviene nel clima di riforme infrastrutturali per l’ammodernamento di Firenze, che da una parte intendevano adeguare la città a un’immagine moderna e rappresentativa dell’Impero francese, dall’altra glorificavano la figura di Napoleone e della sorella, nominata governatrice di Toscana con il titolo onorifico di Granduchessa. Per questo, una nuova funzione doveva essere assegnata anche a spazi fino ad allora non sufficientemente valorizzati, come il lungofiume. L’apertura delle Cascine granducali in forma di parco pubblico, voluta da Elisa Baciocchi, costituiva inoltre un ulteriore stimolo a mettere in atto le trasformazioni urbanistiche testimoniate dal disegno e mai realizzate. Obiettivo del piano – di cui l’opera del Morlaincourt recentemente acquistata è un esempio – era dunque la nuova necessità di collegare al centro storico monumentale lo spazio verde di una zona fino ad allora percepita come periferica, anche ideando una serie di passeggi alberati. Il progetto però, pur completato e presentato alle autorità, non arrivò mai a concretizzarsi.

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Che succede se Salvini dopo il voto non ha i numeri per governare da solo?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

“Per come la vedo io, le alleanze si fanno prima delle elezioni, non dopo. Non ripetiamo gli errori che hanno generato questo governo. Io dico che chiarirò le alleanze prima delle elezioni, è un segno di rispetto nei confronti dei cittadini. Anche perché dopo il voto può accadere di tutto, e rischiamo di tornare al punto di partenza. Anche per questo considero la possibilità di una corsa in solitaria una opzione prevalentemente giornalistica. Forza Italia? Bisogna parlarne. Le posizioni non sono ancora chiare. Avevamo chiesto delucidazioni: non sono arrivate. Anzi mi pare che Silvio Berlusconi, lanciando l’Altra Italia, si stia dedicando a prendere le distanze dalla destra, più che dalla sinistra».Lo dice in un’intervista al quotidiano “La Verità” il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.«Un governo di ‘garanzia, elettorale o per le riforme’? Sarebbe scandaloso, uno schiaffo per la democrazia. Bisognerà vigilare. Qualcuno potrebbe utilizzare il periodo estivo per prendere tempo e inventarsi giochi di palazzo. Non si capisce perché dovremmo formare un governo che resti in carica solo qualche mese: servirebbe solo ad assicurare la poltrona a chi teme di non essere rieletto o magari consentirebbe a certi poteri che non nulla hanno a che fare con la sovranità popolare di dettare legge. Si può votare in tempi rapidi e dalle urne uscirebbe una maggioranza chiara a sostegno di un governo solido. Con forze politiche che vantano grandi convergenze programmatiche. Sono convinta che questo nuovo governo sarebbe pronto a durare cinque anni. In questa campagna elettorale insisteremo soprattutto sull’economia. Spiegheremo la nostra ricetta economica di stampo trumpiano: choc fiscale, investimenti pubblici, difesa delle aziende tricolore. Mi piacerebbe tornare a parlare di miracolo italiano».«Ad Atreju, che torna a Roma dal 20 al 22 settembre, daremo voce a quell’Italia che guarda verso il cielo e pensa ancora in grande e non crede di essere all’ultima spiaggia. Insomma, rispolveriamo un po’ di orgoglio nazionale», conclude Meloni.

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Historia magistra vitae

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

La locuzione latina, è tratta da una frase più ampia nell’opera “De Oratore” di Cicerone. È una descrizione che Cicerone dà della storia, affermandone la fondamentale importanza per la sua funzione ammaestratrice. Oggi dopo oltre 2000 anni da quelle parole mi chiedo se ha ancora senso conservare e coltivare la memoria del passato rinfrescandola, di tanto in tanto, dopo gli studi fatti da studente. Ricordo che avevo in uggia quei passi della storia che il maestro prima e il professore poi mi imponevano di imparare a memoria dai nomi dei sette re di Roma agli imperatori del sacro romano impero alle guerre d’indipendenza che hanno costellato tutto il XIX secolo. Eppure oggi sono riconoscente della loro insistenza se non altro perché mi hanno offerto più di un’occasione per un approfondimento e una riflessione di merito. Oggi la mia libreria composta da oltre 3500 volumi almeno un centinaio di essi parla di storia. In questo lungo percorso che ci avvicina all’uomo antico, al suo affanno evolutivo, alla sua ricerca del vero significato della vita, ai suoi conflitti spirituali che sovente si confondevano con un amaro primato della forza in luogo della ragione e della tolleranza e ancora più dell’amore per il prossimo e la stessa natura, ho imparato una cosa che ritengo fondamentale: a convivere con le idee altrui, a cercare di comprenderle anche se non le condivido. Ho imparato ad essere paziente nel ricercare senza clamori e intolleranze di alcun genere a speculare sulle ragioni della diversità perché ritenevo che il mio essere nel giusto non potevo considerarlo assoluto ma suscettibile di un continuo esame critico, e confidavo che gli altri, che non la pensavano come me, facessero altrettanto. Questo modo di procedere ha finito con il dare un senso al mio presente e a guardare negli occhi dei giovani quella speranza per un futuro migliore a dispetto dei loro padri e nonni, per la loro incapacità di trasmetterla concretamente. (Riccardo Alfonso)

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Le mutazioni del nostro tempo stanno nel modo come lo abbiamo velocizzato

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

La spiegazione va ricercata in una sola maniera. Essa è legata al modo come abbiamo inteso velocizzare il fattore tempo. Una circostanza che costituisce l’elemento più “esplosivo” dell’intera trama umana tessuta sin dalle sue origini. Abbiamo incominciato a “correre” e con un’accelerazione impressionante. Ancora oggi non riusciamo a fermarci o a dare al nostro incedere un moto meno frenetico. Sembra un’osservazione come tante altre, ma non è esatto. E’ diventata, a tutti gli effetti, la storia della nostra contemporaneità. Noi stiamo marciando a un ritmo inusuale. Il giornale ci porta le notizie del giorno prima, ma la televisione lo fa con una differenza di solo qualche ora. Gli stessi rapporti privati e pubblici assumono una dimensione diversa. Se si spedisce una lettera essa, di norma, per coprire una distanza, diciamo di 700/1000 Km., ci impiega tre o quattro giorni tra il momento in cui la impostiamo e quello della consegna tramite il portalettere. Eppure possiamo fare di meglio. Basta inviare una E-mail o un fax. Il messaggio arriva praticamente in tempo reale, ovvero al momento della trasmissione.
E’ questa la differenza che intendiamo rilevare quando diciamo che il mondo si velocizza e che proprio questa circostanza rappresenta la vera rivoluzione dei nostri tempi. Comprenderla, per viverci, fa la diversità, e ancor più il saperne essere conseguenti in ogni evenienza.Sono i grandi mutamenti che vivono intorno a noi e vi penetrano. E’ importante capire, a questo punto, il perché il nostro sistema non riesce a conformarsi in tempi altrettanto brevi.D’altra parte, come abbiamo avuto modo di rilevare, i segni sono evidenti. Li registriamo un po’ ovunque, nel lavoro e nei rapporti con i familiari, con gli amici o i conoscenti.Il tutto diventa una continua rincorsa. Una volta che crediamo di aver raggiunto una meta ci accorgiamo che i paletti, posti per segnare il punto d’arrivo, sono stati spostati più avanti.A questo punto come possiamo spiegare i tempi lungi imposti dalle leggi, dall’istruzione scolastica, dalla giustizia, dalle procedure amministrative?
E’ possibile capire, a questo punto, le regole che ancora c’impongono taluni sistemi paese? Pensiamo al pensionato. L’età che è posta, come limite estremo, per considerarlo attivo nel lavoro o non più idoneo sembra ignorare che nel giro degli ultimi 80/90 anni la vita media è raddoppiata. Ha senso tutto questo? Non solo. Sappiamo anche che esiste un’età biologica che non tiene conto di quell’anagrafica poiché si può diventare vecchi, a 50 anni, e restare “giovani” a 70. Tutte queste cose servono per farci capire che nulla è definitivo, che tutto è in movimento, che la società deve cambiare ritmo perché il procedere è mutato. In questo senso si presentano le due storie parallele del terzo tomo: Vulnus e la terra dei padri. Nell’una tocchiamo e superiamo il terzo millennio e nel secondo ci portiamo alle spalle il lento e cadenzato procedere delle stagioni.Vulnus ci fa voltare pagina, ci conduce per mano verso la nuova frontiera. Nella “Terra dei padri” resta il ricordo, vago e indistinto, forse un po’ nostalgico, del lento procedere dell’uomo, dalla sua creazione al suo divenire. E’ ora giunto al capolinea. Per raggiungere la nuova meta l’umanità deve cambiare mezzo. Il farlo non è più una questione di gusti, ma una necessità imposta dagli eventi. (Riccardo Alfonso)

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Dire d’essere un fascista o un comunista che senso ha ai giorni nostri?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Ancora oggi i nostri politici ricorrono alla parola “magica” del fascista o del comunista per screditare i propri avversari. Non dico che non vi siano ancora dei “nostalgici” ma sono per lo più persone che hanno un’idea confusa su cosa possa rappresentare questa specie di “patacca politica” da assegnare agli avversari o ritenuti tali. In questa congerie di opinioni si finisce con il fare confusione sino ad associare quella che veniva considerata la destra storica, del genere propugnato da Benedetto Croce, dal fascismo sia pure nato da una sua costola. Lo stesso dicasi per i comunisti che ebbero come loro profeta Carlo Marx ma che poi si divisero in tanti rivoli anche se il più robusto è stato il Leninismo e che assurse all’attenzione mondiale con la rivoluzione d’ottobre in Russia. Tutto questo appartiene alla storia con le sue drammatiche devianze che hanno portato il nazi-fascismo ad una guerra fratricida con 50 milioni di morti e con sei milioni di ebrei trucidati nei lager e a milioni di morti in Russia con le “purghe” staliniane. Oggi, sia pure a fatica, si cerca di superare questo steccato ideologico partendo dall’idea che l’umanità si trova al cospetto di una realtà diversa che fa della politica un luogo di scontro culturale tra chi ha e chi è. I miliardi di diseredati di tutto il mondo non sono né comunisti né fascisti. Sono il frutto dell’egoismo di pochi che li schiavizzano, che ostacolano l’dea che tutti noi abbiamo identico diritto a vivere con dignità a prescindere dei natali e dal luogo in cui siamo nati. E dire che è una storia antica se si pensa che già Prassagora, vissuto alla fine del quarto secolo avanti Cristo, aveva così sintetizzato nel suo dialogo con Blepiro: “voglio che tutti abbiano parte dei beni comuni e che la proprietà sia di tutti, da oggi in avanti non ci sarà più distinzione tra ricco e povero, non si ripeterà il caso di un uomo che possiede vaste estensioni di terreno mentre un altro non avrà neppure il sufficiente per scavare la propria sepoltura… E’ mia intenzione che vi sia un solo tenore di vita per tutti… Per cominciare farò in modo che tutta la proprietà privata divenga proprietà comune.” Al che Blepiro risponde: “Ma allora chi farà tutto il lavoro?” E Prassagora: “Per questo vi saranno gli schiavi”. E proprio quest’ultimo aspetto costituisce il punto cruciale sul quale è chiamata l’intera umanità per trovarne la soluzione: Si pensò alle macchine così come ora si pensa alle tecnologie. Sarà la svolta buona per non avere più schiavi? (Riccardo Alfonso)

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Le “bombe” del nostro tempo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Pur di restare nel clima bellicoso dei nostri tempi le bombe diventano altrettante mine vaganti nei nostri mari e in quelli altrui. L’Italia, nello specifico, sta sperimentando l’uso da parte di milioni di disperati di servirsi della “bomba demografica” per approdare lungo le nostre spiagge. Nel vicino oriente la minaccia lungo la via dei Balcani proviene dalla Turchia con i suoi quattro milioni e passa di profughi siriani. Lo stesso sta accadendo tra il Messico e gli Stati Uniti e in Asia dall’India alla Cina e con una loro migrazione strisciante in Europa e nella parte restante del mondo. Si aggiungono altrettanto inquietanti e devastanti le “bombe d’acqua” con il seguito di temporali, tornado et similia e poi, tanto per completare il quadro, ci pensano i terroristi per un verso e le guerre civili scatenate più per avidità e sete di potere che non per riscattare un diritto alla vita e al vivere decentemente.
Impedire queste invasioni, in specie quelle migratorie, senza freno, è impresa che diventerà sempre più difficile se non impossibile. Su questo punto, però, bisogna essere chiari. E’ giusto soccorrere in mare i naufraghi e foraggiarli, una volta sbarcati, ma è una pura follia pensare che il diritto all’ospitalità possa in tal modo esaurirsi. Dovremmo garantire loro un lavoro, un’assistenza sanitaria, un alloggio alla pari degli autoctoni. E’ un genere di trattamento che, se parliamo del caso Italia, è irrealizzabile perché dobbiamo fare sempre più i conti con i problemi di casa nostra che non sono indifferenti come il lavoro, l’abitabilità, l’assistenza e la previdenza.
Vi è poi, non certo trascurabile, la variabile dipendente di una società che sta diventando più tecnologica e dove il livello culturale degli addetti diventa sempre più elevato. Già in questi ultimi anni il nostro paese si trova con un triste primato dove ha accolto in questi ultimi tre anni oltre seicentomila immigrati con un livello d’istruzione mediamente molto basso e nello stesso tempo oltre duecentomila nostri connazionali lasciano il paese per cercare lavoro altrove. E si tratta, questa volta, di personale per lo più specializzato e con un livello culturale medio-alto. Questo depauperamento del sistema Italia non è più tollerabile e se l’Europa comunitaria non se ne fa una ragione il problema non sarà solo italiano perché come le masse premono lungo le spiagge del nostro paese un domani si riverseranno sul resto del vecchio continente e allora sarà troppo tardi correre ai ripari.
(Riccardo Alfonso)

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Santità ho un sogno: le cittadelle del sapere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Lettera aperta al Papa Francesco. Da dieci anni cerco di sensibilizzare i potenti della terra dai politici alle multinazionali, dalla Bill & Melinda Gates Foundation e alle altre dello stesso genere, ai governi e ai movimenti per la pace su un progetto che non lo ritengo solo umanitario ma culturale e sociale, significativo. Pochi mi hanno risposto incoraggiandomi a non desistere ma non sono andati oltre. La mia, sia chiaro, è solo un’idea e una speranza ma agli altri è assegnato il compito di concretizzarla. Penso ai migranti che in tutto il mondo vagolano da un paese all’altro per salvarsi dalle violenze e per costruirsi un sia pur modesto avvenire soprattutto per i loro figli. Spesso ad accoglierli ci sono i grandi campi profughi dove la miseria è di casa per non dire altro. Perché mi sono chiesto non si può fare qualcosa di diverso? Così ho pensato a tante cittadelle del sapere sparse, ad esempio, lungo le coste africane che si affacciano sul Mediterraneo. Potrebbero sorgere sotto il protettorato dell’Onu e in un’area ceduta dai paesi ospitanti per farvi soggiornare autoctoni, migranti ed europei. Il modulo abitativo dovrebbe prevedere due distinti appartamenti ma contigui dove in uno cederlo a una coppia di pensionati europei e l’altra ad una famiglia del posto o immigrata. Una soluzione fatta per scambiarsi un aiuto concreto: per gli europei una stampella per la vecchiaia e per gli altri la possibilità di apprendere un mestiere o di assicurare ai propri giovani una professione in base alle loro abilità manuale o intellettiva. In questo modo imparano, tra l’altro, a convivere e a comprendersi. Cittadine, non troppo popolose (tra i 50mila e i centomila abitanti) che potrebbero autogestirsi e autofinanziarsi con le rendite pensionistiche degli europei e con le locali produzioni artigianali e attività turistiche. Potrebbero nascere e prosperare anche con il contributo di fondazioni private e con una tassazione sui profitti ottenuti dalle imprese che producono armamenti. Questa idea ha, a mio avviso, anche un risvolto pratico perché chi intende lasciare tali insediamenti può portare in dote una professione, un certo livello d’istruzione e una buona conoscenza delle lingue. Perché tutto questo dovrebbe interessare il Papa? Perché la Chiesa di Roma è stata capace in passato di fare molto per elevare la qualità della vita attraverso il lavoro e l’istruzione: Penso a S. Giovanni Bosco e non è il solo, ovviamente. (Riccardo Alfonso)

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Quando i partiti ci dicono di voler cambiare tutto

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Se volessimo citare il primo uomo che ha soggiogato i suoi simili con la suggestiva proposta di voler cambiare tutto dovremmo tornare all’età della pietra. Da allora ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti ma la barca della speranza e dell’attesa è riuscita a tenere la barra dritta a dispetto delle acque agitate in cui si è trovata. E’ uno strano destino il nostro. Ci accontentiamo dei trenta miseri denari e per guadagnarli non ci facciamo scrupolo di tradire il nostro simile per affidarlo nelle mani del carnefice. Ma perché queste anime pie hanno bisogno di un cambiamento? Perché lo attendono con tanta ansia tanto da illudersi delle parole del primo imbonitore di turno seguendolo docilmente come nella storia del pifferaio di Hamelin? Perché la nostra mente è limitata a tal punto da deprivarsi dalla capacità che dovrebbe essere innata nel discernere il falso dal vero? Forse perché è stata tanta l’attesa e l’amarezza della disillusione che abbiamo finito con l’affidare ai posteri questa lunga attesa non volendo rinunciare a quell’ultimo barlume da un moccolo di candela. E’ che di generazione in generazioni ci prendiamo in carico questa pesante eredità ma finiamo sempre con il vanificarla non riuscendo a fare altro che a rinviarne la soluzione. Se in base a questa premessa ci caliamo nella realtà italiana potremmo spiegare meglio il grado umorale degli elettori da 25 anni a questa parte. E ci sono voluti 25 anni per arrivare a una sola conclusione: le promesse non sono mancate ma è rimasta immutata la logica gattopardesca “del tutto cambiare per nulla cambiare”. Abbiamo avuto persino partiti e movimenti nuovi o partiti che ci hanno fatto credere d’aver cambiato pelle ma hanno finito solo con il fare la fine dei pifferi di montagna che andarono a suonare e furono suonati. Ora è la volta del piffero verde e che dire se non ai posteri: a voi la “facile” sentenza. (Riccardo Alfonso)

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Oggi l’essere vecchio che senso ha?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Oggi l’invecchiamento non dà più l’idea di un progresso verso la saggezza e la serenità, ma quella di una degradazione funzionale. Se il cadavere, il morente, il vecchio sono oramai inseriti nella categoria dello “scarto”, è perché sono considerati nient’altro che delle “macchine” fuori servizio. E’ questa visione disumanizzante del corpo che ha dato luogo a una strategia generale dello “sgombero”.
Il tutto diventa una mera operazione di mascheramento. Urbain in proposito scriveva sull’Enciclopedia Einaudi nel 1980: “Trascinato nel labirinto ospedaliero, più rassicurante per i suoi che per lui, al morente è continuamente negato la sua specificità e occultata metodicamente la differenza tra il morire e l’essere infermo”.
L’importante è nascondere sotto l’accanimento terapeutico, il sopraggiungere del nulla, far tacere la comparsa del morire con un mucchio di diagnosi incerte, mascherare insomma l’imminenza della fine mediante una tecnica di rianimazione cieca che trasforma a volte il morituro in un cadavere vivente. Il desiderio della negazione è così forte che si giunge a togliere con la forza al moribondo, uno dei diritti più naturali che ci siano: il diritto alla morte. E’ un rapporto non risolto, che l’evoluzione scientifica non solo rende più traumatico, ma non risolve in assoluto. Parodiando il detto latino: “Si vis pacem para bellum” dovremmo dire “Si vis vitam, para mortem”, se vuoi vivere veramente preparati a morire.
Qui sta realisticamente il punto e la stessa spiegazione che percorre tutto il lungo tratto dei miei scritti sino ad ora e attendono, se ancora avrò le forze per farlo, gli altri che chiudono la summa dei miei studi e delle conseguenti ricerche.
Io cerco, nonostante tutto, e avvalendomi del contributo di ricercatori e studiosi, di stimolare i miei simili verso un nuovo ordine d’idee nel quale vi sia posto alla vita come alla morte, in uguale misura. Nel loro complesso non vale la logica consumistica così come non vale il sacrificio corale e condiviso di una perdita. (Riccardo Alfonso)

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USB: no ad Alitalia di nuovo ostaggio di una campagna elettorale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

È già accaduto nel 2008 che l’infinita crisi di Alitalia si incrociasse con una crisi di governo e la campagna elettorale per le politiche, con esiti disastrosi pagati a carissimo prezzo dai lavoratori dopo la fuga di Air France e l’avvento dei famigerati capitani coraggiosi voluti da Berlusconi.Oggi, nel rinnovarsi di una crisi politica nel bel mezzo di un’amministrazione straordinaria, nonché a poche settimane dalla deadline per l’offerta da parte del consorzio che rileverà Alitalia, non c’è un singolo indizio che porti a pensare che accadrà qualcosa di diverso da quanto accaduto 11 anni fa.Nel caso Alitalia, il Governo riveste due ruoli essenziali: di fatto è il gestore di Alitalia e controlla attraverso il MISE l’operato dei commissari straordinari ed è anche l’azionista di maggioranza del futuro consorzio attraverso la partecipazione diretta tramite il MEF e indiretta tramite il Gruppo FSI. Una presenza minima e a nostro avviso insufficiente, ma da noi pretesa proprio per l’interesse strategico nazionale di una compagnia aerea nazionale che si riprenda il mercato lasciato in balia dei peggiori competitori.Con la crisi del governo Conte, la discussione tra i membri del consorzio si piega agli interessi dei due soci privati (Atlantia e Delta) e della dirigenza del Gruppo FSI senza più stretto controllo da parte del governo, su temi quali il futuro piano industriale – pessimo così come l’ha disegnato Delta –, il perimetro delle attività che saranno interne ad Alitalia e il management. Questa condizione promette davvero niente di buono.USB ritiene sia una grave responsabilità del governo aver lasciato passare troppo tempo per la costruzione del consorzio e la formalizzazione dell’offerta vincolante, nonostante i ripetuti allarmi lanciati da USB e non solo.Questi 10 mesi sono serviti innanzitutto a Delta per dettare agli inappropriati consulenti (milionari) del Gruppo FSI un piano esclusivamente ritagliato sui propri interessi, mentre tagliava fuori in modo scandaloso Alitalia dalla nuova alleanza sui voli atlantici (joint venture), e sono serviti ad Atlantia per aspettare il momento utile per entrare a tutela delle sue concessioni autostradali, preoccupazione che viene meno una volta caduto questo governo.Dieci mesi che sono passati mentre le casse di Alitalia si riducevano progressivamente, arrivando ormai molto vicine alla riserva, scoprendo adesso che i commissari avrebbero negoziato in peggio la suddetta joint venture. Tutto questo mentre assistiamo atterriti al totonomina per il posto di futuro AD, con nomi che hanno rappresentato il peggio di questo settore – e non solo – negli ultimi anni.Condizioni pessime che rischiano di scaricare un’altra volta sulle spalle dei lavoratori Alitalia interessi privati che con tutto hanno a che fare fuorché con l’interesse della Compagnia e della intera collettività.Era prevedibile che la Lega avrebbe colto l’ultimo momento utile per staccare la spina al governo prima di affrontare la prossima finanziaria; per questo pretendiamo che adesso ognuno degli attori politici si assuma le proprie responsabilità, perché Alitalia non può e non deve essere l’ostaggio di una nuova campagna elettorale.Nelle more dell’evoluzione della crisi, USB formalizzerà nuovamente le proposte necessarie per un piano di rilancio e salvaguardia occupazionale che serve allo sviluppo di una compagnia aerea che sia un’opportunità per tutto il Paese.In caso gli attuali soci del consorzio intendano fare altro, è bene che la politica scelga da che parte stare: la nazionalizzazione di Alitalia rimane per noi un’opzione praticabile per l’interesse pubblico. Di certo non staremo a guardare inermi un altro scempio sociale.

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Student.com Launches Together Campaign to Combat Loneliness

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

The ‘Together’ initiative has been launched in partnership with Student.com, Sheffcare and Student Roost to provide an opportunity for local students and care home residents to create long-lasting friendships. ‘Together’ encourages healthy wellbeing by helping residents build a network outside of their accommodation.The initiative has been launched as a direct response to research statistics showing that both students and the older generation in local communities are at risk of the negative impact of loneliness on mental health and wellbeing. Research conducted by Student.com showed that 70% of students have felt lonely whilst studying at university, and a quarter of those often feel that way. In adjusting to the student lifestyle, many students struggle to maintain healthy day-to-day routines and experience academic, social and financial pressures. In addition, roughly a third of students report psychological distress during these formative years. In comparison, according to Age UK, more than 1.7 million older people say they go for over a month without speaking to a friend, neighbour or family member.To kick-start the initiative ahead of being paired with students, a collection of residents across Sheffcare locations were invited to share some of their favourite memories from their life so far and advice for students on relationships, jobs and living. View the video showcase here: http://www.student.com/together.Connecting the two age groups that are living in purpose built accommodation environments to help combat loneliness, ‘Together’ will pair 12 students living in the five Student Roost Purpose Built Student Accommodation properties in Sheffield with a care home resident in one of the 10 Sheffcare locations. During the first semester of 2019/20, the students will conduct intergenerational volunteering to spend time with their ‘Together’ buddy with a view to building friendships – sharing memories and advice. Based on engagement levels with the initiative, the aim is to implement the model across other university cities in the UK.
Dan Baker, General Manager, EMEA at Student.com comments: “Student experience and wellbeing is paramount for us at Student.com. The ‘Together’ initiative is a fantastic opportunity to take this focus and bring it further into the spotlight as we head into the next academic year. We feel privileged to play a part – alongside our partners – in enriching the university experience for students through this initiative.”

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ABB Names Björn Rosengren as CEO

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

The Board of ABB has unanimously appointed Björn Rosengren, as Chief Executive Officer. He will join ABB on February 1, 2020 and succeed CEO, Peter Voser, in this role on March 1, 2020. At that time Peter Voser will revert to his position at ABB solely as Chairman of the Board. Björn Rosengren (60), a Swedish citizen, is a highly experienced, international executive and leader of industrial businesses. He has been the CEO of Sandvik, a high-tech global engineering group, since 2015. During this time, he has overseen the successful implementation of a decentralized structure and improved both the profitability and financial strength of Sandvik. Prior to that, he was CEO of Wärtsilä Corporation, which manufactures and services power sources and other equipment for the marine and energy markets (2011-2015) and spent some thirteen years (1998-2011) in a variety of management roles at Atlas Copco, a world leading provider of sustainable productivity solutions.
“The Board is pleased that Björn Rosengren will be taking the lead at ABB, bringing with him a proven track record of value creation and exactly the managerial skills ABB needs during the next stage of its transformation,” said ABB Chairman and current CEO, Peter Voser. “After undertaking a thorough search, the Board is convinced that Björn Rosengren is the best candidate for the role. He understands how to establish successful decentralized organizations, empower people and demonstrates the culture of cooperation and high performance. Together with our strong management team, he will drive ABB’s strategy and deliver long-term value to all our stakeholders.”CEO-designate, Björn Rosengren, said: “I am honored to have the opportunity to join ABB, a truly global technology leader, after I have completed my current commitments. At such a pivotal time for manufacturing industries, ABB must continue to best serve the needs of global customers with a unique technology and digital solutions portfolio to help enhance their productivity. I look forward to working with my new colleagues around the globe to enhance value through the delivery of the group strategy and fully empowering our businesses and people.”

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BlackRock LTPC Makes Strategic Investment in Authentic Brands Group

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

BlackRock, Inc. announced today that entities affiliated with its Long Term Private Capital (LTPC) strategy have made a strategic investment in Authentic Brands Group (ABG), owner of a portfolio of iconic and world-renowned brands. LTPC will become the largest investor in ABG and will work closely alongside its management, led by founder, Chairman and CEO James Salter and President and CMO Nick Woodhouse. LTPC joins existing ABG investors including founding investor Leonard Green & Partners, General Atlantic, Lion Capital, Simon Property Group, Brookfield Properties’ retail group and Shaquille O’Neal.ABG has experienced significant growth since it was founded in 2010 and is now a world-leading brand development, marketing and entertainment company. The Company’s portfolio of over 50 brands generates close to USD $10 billion in annual worldwide revenue in more than 70 countries. ABG’s portfolio spans the luxury, specialty and mid-tier retail channels in both e-commerce and brick and mortar, and is diversified across the lifestyle, sports, celebrity, entertainment and media sectors. The ABG portfolio includes brands such as Marilyn Monroe, Elvis Presley, Muhammad Ali, Shaquille O’Neal, Greg Norman, Thalia Sodi, Neil Lane, Nautica, Aéropostale, Vince Camuto, Nine West, Juicy Couture, Frye, Spyder, Prince and Judith Lieber. ABG’s recent acquisition of Sports Illustrated, one of the most respected names in sports media, highlights the Company’s ability to expand a cultural centerpiece across digital, TV and social platforms and represents their increasing desire to converge content and commerce.“The strategic investment by LTPC is a testament to the success we have had building a leading platform for the ownership and development of brand and media content,” said Jamie Salter, Chairman and CEO at ABG. “We believe BlackRock’s scale, global footprint and digital capabilities will enable us to build out our organization and continue our domestic and international growth trajectory. This investment marks an important and exciting next phase of expansion for ABG.”

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Allied Wallet Africa Integrates with PrestaShop, Providing State-of-the-Art Payment Solutions

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Allied Wallet Africa, a global FinTech company offering various payment solutions in 196 countries, recently announced an integration with PrestaShop.PrestaShop offers e-commerce management solutions in over 150 countries. PrestaShop is translated in 41 different languages, active in over 115,000 stores, and stands as one of the world’s best e-commerce, shopping cart solutions.Merchants will enjoy a simple integration process that links more than 275 PrestaShop features with Allied Wallet Africa, enabling merchants to accept Visa, MasterCard, JCB, Discover, American Express, China UnionPay, Maestro, Diners Club, and much more.Allied Wallet Africa’s award-winning gateway and PrestaShop’s award-winning application function together seamlessly, enabling any PrestaShop merchant to run a dependable online store that will service sales and perpetuate profitability.PrestaShop users will find sales boosted while experiencing improved conversion rates with features like Allied Wallet Africa’s customizable fraud scrub technology and 24/7 customer support. Together, Allied Wallet Africa and PrestaShop will offer more opportunity to entrepreneurs all over the world.Andy Khawaja, CEO of Allied Wallet Africa, stated, “I am proud to partner with a company like PrestaShop. Together, we’ll offer merchants the top-of-the-line solution that they deserve.” The Allied Wallet Africa and PrestaShop integration is sure to shape the future of e-commerce solutions by offering the tools of today while simplifying the tasks of tomorrow.

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Western Power Selects Itron to Modernize Electricity Delivery in Australia With an Advanced Grid Solution

Posted by fidest press agency su mercoledì, 14 agosto 2019

Itron, Inc. (NASDAQ: ITRI), which is innovating the way utilities and cities manage energy and water, announced that Western Power, a government owned utility located in the south west of Western Australia, will deploy Itron’s standards-based network technology, connecting nearly 240,000 electricity meters to improve efficiency, reliability and customer service.With Itron’s solution, Western Power will enhance visibility into the operation of its electricity distribution network, which will enable automated data collection, new remote services and the ability to proactively monitor faults and outages. The solution will also enable Western Power to better manage distributed energy resources, including managing rooftop solar systems and battery storage.“Western Power is committed to delivering on the changing energy needs of our customers,” said Jacqui Hall, Western Power’s acting chief financial officer. “With Itron’s IoT network as the foundation, we will be better placed to deploy advanced meters on our grid, to improve safety performance, reliability and operating efficiency. Advanced metering infrastructure is also one of the keys that will help unlock energy options and innovations for our customers such as renewables, community batteries and microgrids.” “Our proven solution complies with Australia’s regulatory standards and is designed to cost effectively improve operational efficiency for the utility’s central metropolitan area and major regional towns,” said Paul Nelsen, vice president of sales, APAC at Itron. “With Itron’s multi-application network and smart devices, Western Power will be able to realize its energy efficiency and customer service goals today while preparing for the future.”

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