Christine Lagarde ha ottenuto martedì l’approvazione del Parlamento per essere la prossima Presidente della BCE.Nella votazione a scrutinio segreto, 394 deputati hanno votato a favore, 206 contro e 49 si sono astenuti per raccomandare Lagarde a capo della Banca centrale europea.
Il Parlamento esprime un parere non vincolante sull’idoneità o meno di un candidato a ricoprire il ruolo di Presidente della BCE, mentre la decisione finale spetta dal Consiglio europeo. Sostituirà l’attuale titolare, Mario Draghi, dal 1° novembre.Martedì, la plenaria ha anche tenuto una discussione sulla sua idoneità. La candidatura di Christine Lagarde sarà ora iscritta all’ordine del giorno del Consiglio europeo di ottobre.
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Il Parlamento europeo dà il via libera a Christine Lagarde nuova presidente BCE
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
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Diversity & Governance: strategie e policy aziendali
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Milano Giovedì 19 settembre 2019 – Piazza Borromeo 12, 17:00 – 19:00 Seminario. Il seminario si propone di approfondire il tema della diversity data analysis: come raccogliere i dati organizzativi, aggregarli e interpretarli per individuare criticità e opportunità di miglioramento in tema gender, LGBT, disabilità, età e multiculturalità.Sarà esaminato il contesto normativo e le prassi di riferimento, con focus specifico su recruiting, gestione del rapporto di lavoro e casistica in materia di discriminazione.Verranno inoltre delineate le best practice per la costruzione della diversity policy governance aziendale e analizzati i rating finanziari di riferimento.Interverranno:
Mariella Bruno, Founder – Diversity Opportunity
Andrea Gangemi, Socio – Portolano Cavallo, Responsabile area Labor & Employment
Federico Neri, Harman Tech Lead – Harman International
Patrizia Tomasicchio, HR Director Southern Europe – Pandora
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Governo. La politica estera italiana
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Nei prossimi giorni si svolgerà l’assemblea delle Nazioni Unite (ONU) e i dossier da affrontare riguardano la nostra posizione in Africa (Libia in particolare), America del Sud (Venezuela in particolare) e Asia (Iran in particolare).La politica europea è ormai appannaggio del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri e di quello agli Affari Europei, Enzo Amendola. Dunque, rimangono i dossier internazionali, dei quali, quello relativo alla Libia ci riguarda particolarmente, sia per i problemi energetici sia per quelli dell’immigrazione, seppur fortemente limitata a qualche migliaio di migranti, nonostante la forte esposizione mediatica, e per la situazione politica libica piuttosto complessa.Infatti, mentre il governo di unità nazionale libico, che ha sede a Tripoli, è riconosciuto dall’Onu, quindi anche dall’Italia, parte rilevante della Libia è in mano al generale Khalifa Haftar che intende inglobare il restante territorio libico.Ai contendenti libici si aggiunge l’interferenza di altri Paesi (Usa, Russia, Cina, Francia e vari Stati arabi). Ricordiamo che il nostro Paese gestisce un ospedale a Misurata, protetto da nostre forze armate.E l’Italia che fa? Quali proposte da sottoporre alla assemblea dell’Onu?
Domanda interessante, da rivolgere al Governo e, soprattutto, al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.Occorre, in via preliminare, spiegare al ministro Di Maio che il ministero degli Esteri non è la sede del M5S, dove riunire i ministri del proprio partito, ma è luogo dove si fa politica estera, in accordo con le altre istituzioni repubblicane.(Primo Mastrantoni, segretario Aduc)
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Regione mediterranea a rischio di inaridimento
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Roma. Un nuovo studio internazionale, a cui ha preso parte un team tutto al femminile del Dipartimento di Biologia ambientale della Sapienza, ha ricostruito la storia dei cambiamenti climatici dell’area del Mediterraneo a partire dall’analisi dei fondali di uno dei laghi più antichi d’Europa (1 milione e 360 mila anni). Il team scientifico internazionale SCOPSCO (Scientific COllaboration on Past Spectation Conditions in lake Ohrid) ha pubblicato sulla rivista Nature i risultati di uno studio paleoambientale sul Lago Ocrida (Ohrid in inglese), il più antico d’Europa, situato al confine tra Albania e Macedonia del Nord, noto per la sua eccezionale biodiversità con oltre 300 specie animali e vegetali endemiche. Obiettivo della ricerca è studiare il clima della regione mediterranea afflitta da un progressivo inaridimento, probabilmente collegato all’andamento delle precipitazioni dalle quali dipende la disponibilità idrica e la qualità della vita di oltre 450 milioni di persone.In particolare lo studio ha descritto i cambiamenti ambientali del passato avvenuti in risposta all’alternanza di periodi glaciali e interglaciali. Le analisi geochimiche e polliniche hanno permesso di capire che durante i periodi caldi e a maggior contenuto di CO2 nell’atmosfera si osserva un aumento del contrasto stagionale con estati molto più aride e autunni con forti precipitazioni. Lo studio ha inoltre documentato importanti connessioni tra il sistema climatico mediterraneo e quello monsonico africano mettendo in evidenza la stretta relazione tra clima regionale e globale. Il confronto tra i dati e i modelli climatici sviluppati nell’articolo mostra un intensificarsi dei cicloni sul Mediterraneo occidentale, soprattutto in autunno. L’aumento della ciclogenesi sarebbe legato, secondo questa ricerca, al riscaldamento anomalo della superficie del mare durante l’estate. Effetti simili potrebbero derivare dal recente riscaldamento climatico di origine antropica, e in questo contesto, le ricerche sul Lago di Ocrida potranno essere utili per risolvere alcune delle incertezze presenti nel rapporto della commissione intergovernativa sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Intergovernmental Panel on Climate Change, IPCC) e migliorare le proiezioni future.Il lavoro di perforazione dei sedimenti del fondo del Lago Ocrida, effettuato grazie a uno dei progetti di maggior successo del consorzio ICDP (International Continental Scientific Drilling Program) e cofinanziato da enti di ricerca nazionali, tra cui, per l’Italia, l’Istituto di geofisica e vulcanologia (Ingv) e il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha raggiunto una profondità di 568 m e superando una colonna d’acqua di 245 m. Gli studiosi hanno impiegato cinque anni, tramite l’analisi delle diverse proprietà delle carote di sedimento recuperato, per rivelare che il lago si è originato 1,36 milioni di anni fa e che è esistito senza soluzione di continuità.Il team SCOPSCO, diretto da Bernd Wagner dell’Università di Colonia (Germania), coordinato per l’Italia da Giovanni Zanchetta dell’Università di Pisa, vede Laura Sadori del Dipartimento di Biologia ambientale come coordinatrice del gruppo di palinologia.Tra i dati ottenuti, di gran rilievo è quello del polline fossile, che è stato studiato da un gruppo internazionale di palinologi (SCOPSCO Polle Group, https://web.uniroma1.it/dip_dba302/ricerca/scopsco-pollen-group),primo a vedere un così alto numero di esperti lavorare in sinergia su un unico archivio. Per Sapienza ne fanno parte, oltre a Laura Sadori, Alessia Masi, data manager, e Gaia Sinopoli che ha svolto la sua ricerca su questo argomento nell’ambito del Dottorato in Scienze della Terra, curriculum in Ambiente e Beni Culturali.
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Mutui casa: quali gli effetti delle nuove politiche BCE?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Milano, settembre 2019. Nuovo Quantitative Easing, taglio dei tassi sui depositi presso l’Eurotower e aumento della durata delle Tltro; sono questi alcuni dei punti principali tracciati da Draghi relativamente al nuovo programma di politiche monetarie adottato dalla Banca Centrale. Ma quali i possibili effetti su mutuatari e aspiranti mutuatari italiani? Ecco l’analisi Facile.it e Mutui.it.L’annuncio di un nuovo Quantitative Easing per una durata indefinita, insieme alla volontà della BCE di mantenere i tassi “ai livelli attuali o più bassi” fino all’avvicinamento dell’obiettivo inflazionistico (2%) è una buona notizia per tutti coloro che hanno già sottoscritto un finanziamento. «Chi ha un mutuo variabile potrà continuare a godere delle condizioni estremamente favorevoli del mercato per un periodo ancora più lungo di quanto non ci si aspettasse anche solo qualche giorno fa», spiega Ivano Cresto, responsabile mutui di Facile.it. «Chi ha un mutuo a tasso fisso, invece, potrebbe approfittare di una nuova finestra per surrogare il proprio finanziamento e ridurre così il peso degli interessi. Guardando ai tassi attuali, chi ha sottoscritto un mutuo a gennaio 2019, surrogandolo oggi potrebbe risparmiare 500 euro l’anno di interessi». La volontà della BCE di continuare a iniettare denaro nel sistema e adottare una politica espansiva per un lungo periodo di tempo è una buona notizia anche per tutti coloro che stanno valutando l’acquisto di un immobile. Da un lato l’allungamento della durata delle Tltro, che potrebbe aumentare la capacità delle banche aderenti di finanziare l’economia reale; dall’altro il nuovo Quantitative Easing, che potrebbe contribuire ad abbassare il costo di finanziamento per le banche italiane e che, a loro volta, potrebbero scegliere di ridurre gli spread applicati ai nuovi mutui. Da questo punto di vista, un segnale incoraggiante è arrivato già ieri, dopo l’annuncio della BCE, con lo spread italiano sceso al di sotto dei 140 punti base; qualora i valori dovessero restare a lungo su livelli così bassi, questo potrebbe generare un effetto virtuoso con conseguenze positive per le tasche dei futuri mutuatari.Se da un lato le misure sono una buona notizia lato offerta, bisogna considerare che questo ulteriore taglio dei tassi nasce dall’esigenza di rilanciare un’economia europea considerata in difficoltà. Le misure annunciate dalla BCE potrebbero quindi non essere sufficienti a dare un nuovo impulso alla domanda di mutui in Italia. «In questa prima parte dell’anno i tassi dei mutui sono calati facendo segnare nuovi record storici eppure, secondo i dati ufficiali, le richieste di finanziamento sono diminuite», spiega Cresto. «Un segnale evidente – così come sottolineato dallo stesso Draghi – di come le politiche monetarie della BCE, da sole, non siano sufficienti a rilanciare la domanda e ora spetta alle politiche fiscali adottate dai singoli stati stimolare il mercato».
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Pa: Fp Cgil, passi avanti in trattativa contratto dirigenti Stato
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
“Registriamo passi in avanti e con soddisfazione una significativa accelerazione”. A farlo sapere è il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio, al termine del confronto che dovrebbe riprendere la prossima settimana.L’Aran, riporta il dirigente sindacale, “ha presentato i punti di avanzamento rispetto alle proposte delle organizzazioni sindacali, rappresentando inoltre che ulteriori approfondimenti si stanno facendo per le questioni che ancora non vedono risposta. In particolare apprezziamo la disponibilità dell’Aran ad assicurare incrementi per i professionisti finalizzati a ridurre la forbice attualmente esistente tra i due livelli retributivi. L’abbassamento del numero di dirigenti e professionisti, necessario per l’istituzione dell’Organismo paritetico per l’innovazione, è una prima risposta che consideriamo ancora insufficiente a garantirne l’attivazione in tutte le Amministrazioni”. Inoltre, prosegue Oliverio, “attendiamo ancora risposte sul tema dell’orario per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute, della tutela dei dirigenti che svolgono attività sindacale, sulla completa definizione della clausola di salvaguardia. Così come attendiamo di conoscere nella sua completezza la proposta di parte economica. Ad ogni modo esprimiamo soddisfazione per la significativa accelerazione e per gli oggettivi passi di avvicinamento delle differenti posizioni che il presidente Naddeo ha impresso alla trattativa”, conclude.
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Scuola: Cercasi precario da graduatorie d’istituto
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Nella scuola primaria mancano ancora una volta le maestre al Nord: 2 mila tra posti comuni e sostegno soltanto tra Torino e Milano, mentre alcune continuano a essere licenziate o cancellate dalle ex graduatorie permanenti dopo il clamoroso cambio di orientamento della giustizia amministrativa. Pacifico (Anief): “Serve prorogare subito la norma del decreto Dignità sulla continuità didattica almeno per tutto il ciclo di studi per non lasciare i bambini soli, riaprire annualmente le Graduatorie a esaurimento provvedendo alle nomine entro luglio e reclutare da graduatorie di istituto provinciali aperte periodicamente”
Nel 2014 un decreto del presidente della Repubblica dichiara abilitante il diploma magistrale conseguito prima dell’attivazione dei corsi di laurea in Scienze della Formazione primaria, ai fini delle supplenze dalla seconda fascia delle graduatorie di istituto. A quel punto in cinquantamila ricorrono per inserirsi nelle ex graduatorie permanenti, chiuse dal 2012. Il Consiglio di Stato li ammette tutte con riserva e in 2 mila con otto sentenze passate in giudicato entrano nei ruoli definitivamente. Sempre il Consiglio di Stato continua ad ammettere nelle Gae le laureate in SFP che risultavano iscritte entro il 2011/2012.Poi arrivano due sentenze della Plenaria che cambiamo orientamento del Consiglio di Stato perché ritengono che si sarebbe dovuto ricorrere fin dalla prima esclusione operata a partire dal 2002, il giudicato si sarebbe formato soltanto per le parti attoree, il titolo non è abilitante per inserirsi nelle Gae.A quel punto, diverse sentenze del Tar rigettano i ricorsi ancora pendenti dei diplomati magistrale.Interviene il legislatore, la scorsa estate (decreto Dignità), e prevede: da una parte un concorso straordinario per poter reclutare le 7 mila maestre passibili di licenziamento, perché entrate di ruolo con riserva nonostante abbiano superato l’anno di prova ma con almeno da due anni di insegnamento, lasciando le altre fuori; dall’altra la proroga dei contratti in essere al 30 giugno 2019, in ragione della continuità didattica.Il mese scorso ancora molte graduatorie di merito del concorso straordinario non erano pronte per poter assegnare le immissioni in ruolo, mentre altre graduatorie di merito del concorso ordinario in altre regioni continuano a essere sature di vincitori e idonei cui è stata prorogata la vigenza ancora per un anno.Nel frattempo, giorno dopo giorno, si susseguono le pronunce negative del tribunale amministrativo e i licenziamenti o i depennamenti dalle Gae.Il risultato? Ad anno scolastico già iniziato mancano le maestre, anche su sostegno, nelle classi con i dirigenti scolastici costretti a ricorrere sempre più a chiamate fuori graduatoria dalle Messe a disposizioni di chi non vuole lo Stato reclutare. Mancano 2 mila maestre su posto comune o di sostegno soltanto nelle province di Milano e Torino.
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Scuola: E’ l’anno del disastro
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Il 65% dei posti in ruolo non viene assegnato (quasi 32 mila cattedre su poco più di 53 mila). Negli ultimi quattro anni lo Stato non ha trovato circa un insegnante su due da immettere in ruolo (quasi mila su circa 188 mila assunzioni autorizzate) nonostante un esercito di 500 mila tra abilitati e aspiranti docenti disseminati tra le tele delle graduatorie. E sarà record di supplenze: più di 211 mila, quasi il doppio rispetto a quattro anni fa, nonostante concorsi ordinari e straordinari. Pacifico (Anief): si riaprano subito annualmente le ex graduatorie permanenti e si assuma anche da graduatorie di istituto provinciali con prove suppletive per i laureati esclusi dall’ultimo concorso a cattedre e si facciano assunzioni di idonei e vincitori su scala nazionale, con la salvaguardia dei ruoli già assegnati.
Sulle assunzioni mancate i conti “parlano” chiaro. Nel 2016/17 sono andate perse 14 mila immissioni in ruolo: appena 9.300 effettuate, a fronte delle 25.300 autorizzate dal Mef. L’anno successivo, il dicastero dell’Economia dette il via libera a 51.770 assunzioni, ma se ne concretizzarono appena 31.270, con una mancata copertura di 20.500 posti. Lo scorso anno la situazione è precipitata: dinanzi a 57.320 richieste di immissioni in ruolo, solo 28.120 sono state portate a termine, con 29.200 cattedre finite a supplenza.
È evidente che da quando sono state chiuse le ex graduatorie ad esaurimento nel 2012 al personale docente che è stato abilitato dallo Stato e da quando queste sono state chiuse per diversi anni anche per il personale ivi inserito, il fine di eliminare il precariato ha acuito al contrario il problema della supplentite. Perché quando le ex graduatorie permanenti si aggiornavano ogni anno al personale abilitato, con il doppio canale di reclutamento, nonostante il blocco decennale dei concorsi, si garantiva la copertura totale delle immissioni in ruolo e delle supplenze entro il 31 agosto. Con la chiusura definitiva delle Gae, invece, oggi abbiamo pochi docenti da nominare in ruolo o come supplenti, la maggior parte è inserita con riserva prossima alla cancellazione, dopo il cambio di orientamento del tribunale amministrativo. Quindi, cattedre deserte nonostante due concorsi ordinari e due straordinari e nomine del doppio dei supplenti dalle graduatorie di istituto che vent’anni fa erano utilizzati soltanto per le supplenze brevi e saltuarie e oggi sono chiamati a coprire più di 210 mila supplenze.Ma le graduatorie di istituto non sono utilizzabili per il ruolo né utili per le supplenze, perché non sono provinciali ma segnate dalle scelte fortuite dei candidati (da dieci a venti scuole). Pertanto i presidi sono costretti a riesumare le domande di ;essa a disposizione, persino quelle presentate dai giovani studenti universitari.
Risultato: in quattro anni abbiamo avuto coperte la metà delle immissioni in ruolo autorizzate e il doppio delle supplenze assegnate, in un Paese che ha 500 mila aspiranti docenti, tra quelli nelle graduatorie di merito ordinarie e straordinarie, nelle graduatorie ad esaurimento, nelle graduatorie di istituto e fuori graduatoria tra docenti abilitati, diplomati, laureati, studenti universitari. Un paradosso tutto italiano che mina la continuità didattica.
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Il cinema popolare? Andrebbe fatto vedere a scuola
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Castiglione della Pescaia (Gr), 14 SETT – “Il cinema popolare andrebbe fatto vedere a scuola così i ragazzi saprebbero qualcosa sul nostro paese e invece non sanno nulla”. Così Enrico Vanzina, oggi, a Castiglione della Pescaia, in occasione della presentazione del libro “Mio fratello Carlo” (edito da HarperCollins) alla Festa del Cinema di Mare (rassegna cinematografica dedicata al rapporto tra l’uomo e il mare). Lo sceneggiatore romano, regista e autore di cinema si commuove parlando del fratello: “con Carlo abbiamo imparato tanto da maestri del cinema come Dino Risi, un regista che non se la tirava mai ed era sempre disponibile con i giovani autori”. “L’ho chiamato romanzo – prosegue l’autore – perché se dal nome Carlo Vanzina leviamo Vanzina è la storia di Carlo, una storia universale”. Vanzina, poi, racconta anche un aneddoto su Castiglione della Pescaia: “non venivo qui da 50 anni e venni, una volta, perché mi piaceva una ragazza e facemmo anche il bagno di mezzanotte. Mi venne la tosse e non ci combinai niente”. “È un libro che ho dovuto scrivere – ha detto Vanzina – scritto in 50 giorni. Mio fratello ha messo in scena tanti personaggi e attori e io scrivendo questa storia l’ho reso personaggio, come nei suoi film”. Cosa è per me questo libro? “È una grande storia d’amore fatta di esperienza e di amore per il cinema”. “Tra gli aneddoti che racconto nel libro – ha continuato Vanzina – è quando Carlo diceva che se fossimo stati americani, ‘Ghost’ lo avrebbero fatto girare a noi”. E tornato sulla commedia all’italiana dice: “la commedia italiana è stata un’esperienza fenomenale, ci siamo rimboccati le maniche per fare ridere il paese dopo la guerra”. (Fonte: Ufficio Stampa – PS Comunicazione) http://www.pscomunicazione.it
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Scuola: Cercasi insegnante di sostegno
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
In 30 mila sono specializzati ma non possono essere assunti. Soltanto un posto autorizzato su dieci è andato in ruolo e i presidi continuano a chiedere nuovi posti in deroga che non sono concessi. Nell’anno dei record, più che mai la parola passa dai Tribunali dove è ancora possibile richiedere il rispetto del diritto costituzionale all’istruzione con l’iniziativa di Anief #nonunoradimeno. Segui il webinar promosso da Anief ed Eurosofia, tenuto dall’avv. Walter Miceli.Negli ultimi quattro anni sono raddoppiati i posti in deroga, arrivando agli attuali 80 mila, mentre gli organici di diritto (100 mila) sono rimasti invariati dal 2017. Il tutto, nonostante l’aumento di 10 mila iscritti in più l’anno: oggi siamo alle soglie dei 300 mila, mentre nel 1997 gli alunni con disabilità accertata erano appena 123 mila. Solo in Sicilia, nell’ultimo lustro abbiamo assistito a un incremento di 5 mila alunni disabili certificati. L’unica risposta che è stata data a questa crescita impressionante di iscritti è stata la caccia al supplente senza specializzazione, tanto che tra il 2018 e il 2019 solo una cattedra su sei (5 mila) è stata assegnata a chi è fornito di titolo, a fronte di 30 mila docenti di sostegno specializzati dalle università che marciscono in graduatoria. E il nuovo TFA potrebbe non aprire le porte a tutti i candidati esclusi, perché i posti voluti dall’ex ministro Marco Bussetti sono sbagliati, mentre ancora una volta un posto su due in deroga chiesto dai presidi viene negato dal Miur che ha approvato una riforma anti-costituzionale che blocca gli organici. Marcello Pacifico (Anief): Bisogna subito adeguare l’organico di fatto a quello di diritto, come ci ha detto il Tar nei ricorsi vinti in Sicilia, specializzare subito altri 50 mila insegnanti e reclutare quelli specializzati dalle GaE o dalle graduatorie di istituto, modificando l’attuale riforma che prevede nuove inutili certificazioni.Nel frattempo, Anief si sta muovendo su più fronti: ha presentato ricorso contro lo schema di decreto ministeriale sugli organici sul sostegno agli alunni disabili.
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Scuola: Personale Ata, mancano 3 mila Dsga
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Piuttosto che stabilizzare i 600 assistenti amministrativi facenti funzione con più di 36 mesi di servizio o di consentire loro l’accesso diretto alle prove scritte dell’attuale concorso o ancora di indire il concorso per soli titoli previsto dalla legge sul 30% dei posti disponibili, ancora una volta si firma un accordo tampone senza prospettiva alcuna: è l’ennesimo segno dell’incapacità di entrambe le parti, pubblica e sindacale tradizionale, di risolvere l’emergenza che paralizza la normale attività, aggravata dell’impossibilità dei nuovi direttori generali di attuare l’intesa per le verifiche della Corte dei Conti sulle nomine volute da Bussetti. Intanto, Anief deposita il ricorso in tribunale per far partecipare agli scritti i facenti funzione, gli Ata con 5 anni di servizio e chi ha superato la prova pre-selettiva con la sufficienza.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Ancora una volta, ci ritroviamo a parlare di occasione mancata, come lo è stata l’intesa per il decreto salva scuola, che avrebbe stabilizzato soltanto 25 mila dei 200 mila docenti precari. Anche per il personale Ata, quest’anno scolastico si aprirà all’insegna della supplentite con 40 mila posti da coprire, di cui 3 mila DSGA. In pratica, tre scuole su cinque saranno senza direttori amministrativi con gravi ricadute sull’organizzazione di ogni attività. Ma rispetto a questo problema cosa fanno Miur e Sindacati firmatari di contratto? Piuttosto che stabilizzare i 600 facenti funzione, attivare subito i passaggi verticali, siglano un accordo per tamponare la situazione. Come? Chiamando gli Ata neo-assunti o precari a ricoprire il ruolo di nuovo facente funzione in un sistema che genera aspettative poi deluse, come nel caso dell’attuale concorso dove il ministro Bussetti non li ha neanche esonerati dalla prova pre-selettiva. Non si comprende, poi, perché la stabilizzazione del personale con 36 mesi, come ha chiesto di recente la Commissione europea, in questo nostro Paese si possa attuare soltanto per il personale delle cooperative private e non per il personale chiamato dallo Stato”.
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Il 27 settembre è sciopero generale USB per il clima
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
L’Unione Sindacale di Base, aderendo allo sciopero globale per il clima, ha proclamato lo sciopero nazionale generale di tutte le categorie ed invita i propri iscritti e tutti i lavoratori e le lavoratrici alla mobilitazione. Lo stato di emergenza nel quale il Pianeta Terra è entrato da diversi anni, a causa del surriscaldamento dovuto al crescente inquinamento atmosferico, non ha spinto finora ad invertire la rotta né su scala globale né a livello nazionale. I frequenti richiami di tanta parte della comunità scientifica rimangono inascoltati e vengono spesso accusati di allarmismo e catastrofismo. Ma l’intensificarsi di sempre maggiori catastrofi, solo apparentemente naturali, sta lì a dimostrarci che stiamo correndo verso il baratro e che le ripercussioni del crescente riscaldamento del pianeta sono destinate ad essere devastanti.Purtroppo la Terra è stata colonizzata dal capitalismo ed il sistema economico resta rigorosamente ancorato ad una logica di sfruttamento della natura e di progressiva concentrazione delle ricchezze nelle mani di sempre meno persone. La corsa forsennata al profitto, che ha portato alla creazione di una smisurata massa di capitale finanziario che agisce ormai al di fuori di qualsiasi logica di crescita equilibrata, è la causa fondamentale di una produzione inquinante ed incurante della salvaguardia degli equilibri del nostro ecosistema.Per millenni l’umanità ha vissuto in armonia con il proprio ambiente, ma dall’affermazione del capitalismo e poi del colonialismo e dell’imperialismo, il Pianeta è stato sottoposto ad una pressione crescente. Ora viviamo un’epoca di accelerazione geometrica del surriscaldamento.Il terzo sciopero globale è un grido d’allarme ma anche una chiamata ad agire. Aspettarsi che i governi, le grandi istituzioni finanziarie o le aziende multinazionali mettano in campo un cambiamento radicale del modello di sviluppo non ha senso. I lavoratori e le lavoratrici possono fare tanto. Fermare l’apparato produttivo del paese, interrompere l’attività economica, anche per un solo giorno, ma tutti assieme in tanta parte del Pianeta, con centinaia di migliaia di giovani e giovanissimi che hanno avuto il merito di cominciare la mobilitazione globale, rappresenta una secchiata d’acqua gelida per chi non si è accorto di quello che sta succedendo.Lo sciopero, però, è solo l’inizio. C’è un complesso di politiche ambientali e, contemporaneamente, di lotta alle disuguaglianze sociali, che vanno agite tutti i giorni e sulle quali sarà molto importante concentrarsi già da quest’autunno.
L’Esecutivo nazionale dell’USB invita i propri delegati e iscritti ad organizzare assemblee ed incontri sui posti di lavoro e sul territorio per promuovere lo sciopero generale del 27 settembre ed allargare la partecipazione nella mobilitazione contro i veri responsabili dei cambiamenti climatici.
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Il referendum della Lega sulla legge elettorale è solo propaganda
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
“Il referendum che la Lega vorrebbe fare è un imbroglio, solo un sistema per far propaganda ai danni dei Consigli regionali che dovrebbero piegare i loro lavori alle esigenze di uno scontro nazionale. La maggioranza in Parlamento ha già uno schema di riforma della legge elettorale che potrebbe arrivare in aula ben prima che si tenga il referendum, inficiandolo. Per non parlare del vaglio della Corte di Cassazione e del fatto che le minoranze linguistiche sarebbero schiacciate”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), commentando il referendum che la Lega propone per abrogare la quota proporzionale prevista dalla legge elettorale in vigore. Per Rojc “è bizzarro che la Lega senta il bisogno di cambiare legge elettorale solo adesso che è all’opposizione in Parlamento, mentre non l’ha fatto quando era in maggioranza”.
Riferendosi alla situazione del Friuli Venezia Giulia, la senatrice osserva che “il fatto che Fedriga abbia dato immediatamente la disponibilità a nome della Regione dimostra definitivamente che l’interesse del presidente non è in primo luogo per il Friuli Venezia Giulia, ma è tutto piegato verso Roma e la Lega. Spero che i consiglieri di una Regione autonoma – conclude – non si piegheranno a farsi dettare il calendario dei lavori da via Bellerio”.
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I conflitti di interesse di Trump: affari dalla Casa Bianca?
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
“Sta cercando di arricchire la Trump Organization usando la posizione del presidente degli Stati Uniti per farlo”. Così Richard Painter, avvocato di affari etici nell’amministrazione di George Bush figlio, in un’intervista alla Msnbc, mentre commenta i continui conflitti di interesse di Donald Trump. Painter ha continuato a spiegare che il governo federale è divenuto cliente dell’azienda di Trump, violando in questo modo la “emoluments clause” (clausola sugli emolumenti). Questa clausola proibisce al presidente ed altri funzionari del governo di ricevere benefici di valore o compensi monetari al di là del loro stipendio.Il tema del conflitto di interessi per l’attuale inquilino della Casa Bianca esiste dal giorno della sua inaugurazione. Va ricordato che Trump ha dato l’incarico di gestire la sua azienda ai suoi due figli Donald Junior e Eric. Ciononostante il 45esimo presidente continua ad esserne il proprietario. E continua a promuovere gli affari direttamente e indirettamente.A conclusione del recente incontro del G7 in Francia, il 45esimo presidente ha suggerito che il prossimo incontro del gruppo si potrebbe tenere al Trump Doral Resort di Miami. Secondo lui, il luogo sarebbe ideale poiché include spazio, sale, alberghi, e tutti i requisiti necessari. Ovviamente, i governi degli altri sei Paesi ospitati pagherebbero le spese per il loro personale, creando in questo modo business per le tasche del presidente americano. Trump non vede, o vede molto bene, che lui ha fatto un annuncio commerciale per aiutare il resort che ultimamente, secondo alcune analisi, non sta andando a gonfie vele.Non è questa l’unica volta che Trump promuove i suoi affari dalla sua posizione di presidente. Ogni volta che lui va a passare il weekend per giocare a golf in una delle sue proprietà sparse per gli Stati Uniti e per il mondo i media ne danno notizia. La pubblicità aiuta a ricordare che nelle proprietà del presidente ci si può divertire e inoltre qualche volta incontrare casualmente il signor Trump e possibilmente anche presentare qualche proposta politica e economica.Il presidente, da reality star, sa molto bene che quando si parla, anche indirettamente, delle sue proprietà nei telegiornali, la sua azienda ottiene benefici mediante la pubblicità. Continua però ad asserire che fa il suo lavoro perché ama l’America e che da presidente perde da 3 a 5 miliardi di dollari, senza però darne prova. Ci ricorda che, come promesso in campagna elettorale, non accetta i 400mila dollari di salario annuale, donandoli ad alcune agenzie del governo americano. Una delle poche promesse mantenute ma che consiste di una piccolissima somma in comparazione ai benefici economici the trae dal suo lavoro di presidente.Un’analisi del gruppo Citizens for Ethics and Responsiblity in Washington (CREW), gruppo non profit, ci informa che Trump ha passato un terzo della sua presidenza visitando le sue proprietà. Secondo CREW, Trump ha visitato le sue proprietà 362 volte dal giorno della sua inaugurazione avvenuta nel mese di gennaio del 2017. Tutto ovviamente a spese dei contribuenti. Per il corrente anno il presidente ha fatto 81 visite alle sue proprietà. CREW ha anche rilevato “un corrotto rapporto” fra l’azienda di Trump e la Casa Bianca, mettendo dubbi sulle sue decisioni politiche e la forte possibilità che esse influiscano sui profitti personali del presidente.Non ci vuole molto a capire che Trump promuove le sua azienda dalla Casa Bianca. Tutti lo sanno. E per ottenere accesso al presidente contribuiscono “mazzette” alle sue proprietà, spendendo soldi nei suoi alberghi e resort. Non poche ambasciate, soprattutto di Paesi del Medio Oriente, spesso usano il Trump Hotel di Washington, D. C. per i loro eventi. Gruppi politici tengono riunioni nelle sue proprietà sapendo molto bene che farà piacere ai due figli del presidente che gestiscono la Trump Corporation, i quali ovviamente sono in contatto con il padre.Anche funzionari del governo sono soggetti al “fascino” delle proprietà di Trump. Il vice presidente Mike Pence ha usato il resort di Trump in Irlanda in un suo recente viaggio ufficiale per incontri con rappresentanti irlandesi. Il problema sono le distanze. Gli incontri si sono tenuti a Dublino; il Trump International Golf Links And Hotel Donbeg si trova però a quasi 300 chilometri di distanza dalla capitale irlandese. Pence avrebbe potuto trovare una sistemazione a Dublino e risparmiare soldi ai contribuenti. La sua scelta di stare nel resort di Trump sembrerebbe essere stata suggerita a Pence proprio dal suo capo il quale però ha negato categoricamente. Il risultato però consiste di business per Trump.Anche il ministro della Giustizia, William Barr, apprezzatissimo dal presidente per la sua fedeltà alla sua persona e non necessariamente alla costituzione, è stato recentemente criticato per il suo programma di spendere 30mila dollari nelle prossime feste natalizie al Trump Hotel di Washington. Scelta casuale ma poco intelligente che ovviamente suscita sospetti, considerando la disponibilità di altri alberghi della capitale. Niente di illegale ma poca accortezza professionale considerando la “emoluments clause” che Barr conosce benissimo.La “emoluments clause” è venuta a galla pochissime volte nella storia americana. Si ricorda che Benjamin Franklin, da ambasciatore statunitense in Francia, ricevette una tabacchiera intarsiata di diamanti dal re francese. Un altro esempio avvenne con John Jay, presidente della Corte Suprema il quale alla fine dell’ottocento ricevette un cavallo dal re di Spagna. Dei nostri giorni i conflitti di interesse di Trump sono molto più ovvi e complessi. I repubblicani al Senato chiudono non uno ma ambedue gli occhi. I democratici alla Camera hanno però iniziato un’inchiesta ma fino ad oggi sembrano marciare a passi di lumaca.
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In Nepal per osservare i cambiamenti climatici
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Aeroporto Fiumicino di Roma – Domenica 22 Settembre. Poco prima, alle ore 10, tutto il team è disposto ad un briefing stampa dinanzi all’aeroporto, esattamente davanti al Terminal C, zona partenze. Sarà presente il Team multidisciplinare italiano in missione in Nepal per osservare i cambiamenti climatici. Al seguito ben 3 Guide Ambientali Escursionistiche dell’Aigae.
Percorreranno l’antica via dei mercanti, nella regione del Mustang. Incontreranno il restauratore italiano, Luigi Fieni, che da 20 anni sta dirigendo importanti lavori di restauro di affreschi in monasteri e templi di estrema importanza. Un cammino di 133 Km a piedi.
Grazie all’esperienza di Luigi Fieni si cercherà di capire come il Mustang stia cambiando in questi ultimi anni e quanto resta delle antiche tradizioni buddiste locali. Lo ha annunciato Stefania Gentili, Guida Ambientale Escursionistica che con Mauro Cappelletti, altra Guida Ambientale Escursionistica dell’Aigae, è caposquadra della spedizione in Nepal. Sarà un team tutto italiano e multidisciplinare, formato da ben 9 esperti in vari settori come: turismo sostenibile, speleologia, climatologia, geologia, scienze naturali, marketing e comunicazione.
Gentili precisa: “Osserveremo variazioni nella piovosità e nei periodi di siccità che obbligano le popolazioni della Valle del Mustang a spostare i propri villaggi in cerca di acqua. La spedizione si svolgerà esclusivamente a piedi. Escludendo i giorni di avvicinamento da Kathmandu e da Pokara. Percorreremo le terre del Lower e Upper Mustang in 12 giorni, da Kagbeni a Lo Manthang, passando per il Passo Ghar Gompa a 4300 m di altezza (punto più alto del percorso), per ridiscendere poi verso Chussang e Muktinat. Si tratta di ben 133 km e affronteremo un dislivello complessivo di 11.200 m. Con me ci saranno : Mauro Cappelletti, ideatore del progetto, Guida Ambientale Escursionistica dell’Aigae, specializzato in turismo responsabile e sostenibile, Federico Agostinelli, membro del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Dario Gentili, antropologo, esperto in progetti sociali finalizzati al rafforzamento ed alla valorizzazione delle risorse di piccole realtà comunitarie, sia in Italia che nelle cooperazioni internazionali all’Estero, Giovanni Negro, pilota di parapendio, Laura Amori, esperta di musica indiana, di cultura orientale che ci aiuterà a comprendere molti degli aspetti culturali che incontreremo lungo il cammino a piedi, Paolo Rossi, geologo, Chiara Elisabetta Chiri, documentarista, laureata in Arti e Scienze dello Spettacolo, inoltre specializzata anche in fotografia, Valentina Miozzo, blogger di viaggio ed esperta in social media marketing. La motivazione che ci spinge, maturata grazie alle nostre competenze professionali, è un’urgenza umana prima che scientifica: essere testimoni dei cambiamenti in atto in luoghi ancora lontani dal turismo di massa, dove la sopravvivenza è una questione non solo biologica, ma anche storica e culturale”.
Il Mustang, l’antico Regno di Lo, un piccolo Tibet per cultura e religione, è racchiuso come in uno scrigno tra i confini del Nepal: una regione remota, solo in tempi recenti aperta agli stranieri, che da sempre è stata terra di confine e di passaggio. Le carovane del sale che scendevano a sud portando lana e salgemma dal Tibet, risalivano la valle dall’India e dal Nepal cariche di riso – ha proseguito Gentili, esperta in Scienze Naturali – e più a nord incrociavano la Via della Seta proveniente dall’estremo Oriente. Santi ed esploratori, mercanti e pellegrini, hanno percorso la lunga valle le cui alte pareti sono scavate dallo scorrere impetuoso del fiume Kali Gandaki.
“Attraverseremo a piedi il Mustang seguendo l’antico sentiero in quota già percorso da carovane di mercanti e lunghe file di pellegrini, evitando volontariamente la strada carrozzabile di fondovalle. Saremo in un “Punto Senza Tempo”, perché questo è quello che suscita l’immagine della suggestiva valle del Kali Gandaki: un luogo in cui gli antichi Gompa tibetani, gli isolati villaggi medievali – ha affermato Gentili – e gli alti passi ventosi fanno perdere ogni riferimento spaziale e temporale a chi attraversa questo luogo. Sembrerà di camminare in un piccolo antico Tibet, sopravvissuto con i suoi usi e costumi in una parte di territorio Nepalese. Come antichi viandanti e carovanieri, anche noi giungeremo dall’alto, dal passo Ghar Gompa a 4200 m di quota, alla città fortificata di Lo Manthang.
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Forche Caudine: “Un ulteriore schiaffo al Molise la chiusura del Museo Pistilli”
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
“La paventata chiusura dello splendido museo Pistilli nel cuore di Campobasso, inaugurato appena sette anni fa con un prezioso catalogo delle circa 150 opere contenute, che abbiamo nella nostra sede romana, rappresenta un’ulteriore ferita per il Molise. Forse non ci si rende conto della gravità di questa sciagurata evenienza: mentre si lanciano proclami sul turismo e sul ripopolamento, parallelamente si offrirebbe ai potenziali visitatori o addirittura ai nuovi residenti un territorio che somma ai tanti problemi infrastrutturali e d’immagine anche lo stato comatoso della cultura, una delle principali carte che ogni realtà lungimirante si giocherebbe per il futuro”. C’è sconforto tra i membri del direttivo dell’associazione “Forche Caudine”. Tanto più che uno di loro è nipote di Giuseppe Ottavio Eliseo, l’artista e collezionista campobassano da cui deriva buona parte dell’esposizione generosamente donata da Michele Praitano. “Con un atto del genere si disonora anche la memoria di questi grandi benefattori molisani che hanno compiuto un gesto straordinario di amore per la cultura e per la propria terra – continuano dall’associazione, dove evidenziano anche la figuraccia con i parenti dei due collezionisti molisani, venuti apposta dalla Lombardia e da Roma per l’inaugurazione. Appena sette anni fa. “L’ennesima avvilente notizia che ci raggiunge dal territorio d’origine. Se questo patrimonio fosse in mano ad un’altra Regione, ad esempio alla Toscana o alle Marche, avrebbe ben altra valorizzazione grazie a diverse sensibilità. Purtroppo”.
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Passeggiata solidale non competitiva
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Roma Domenica 29 settembre dalle ore 9 è in programma, nel verde della terrazza del Pincio di Villa Borghese a Roma, per il terzo anno, la Fitwalking a sostegno di AIL. La 3° edizione della manifestazione giunge in un anno molto importante per l’Associazione Italiana contro le Leucemie, i linfomi e il mieloma, che nel 2019 celebra 50 anni di passione e impegno per i pazienti e la ricerca sui tumori del sangue. La passeggiata solidale non competitiva ha l’obiettivo di raccogliere fondi per sostenere i pazienti ematologici e le loro famiglie. È realizzata con il patrocinio del Ministero della Salute, del Comune di Roma e del CONI ed avrà inizio alle ore 9.00 (partenza ore 10:30) con un percorso di 3 o 6 Km all’interno della Villa.
La Fitwalking for AIL 2018 ha visto la partecipazione di 1200 iscritti con la presenza di 100 bambini, anche quest’anno sarà una importante occasione per raccontare i traguardi raggiunti e le ulteriori prospettive nella cura dei tumori del sangue e per informare i pazienti affetti da queste patologie sulla possibilità di condurre una vita attiva, incoraggiandoli alla pratica dello sport. I rilevanti risultati negli studi scientifici e le terapie sempre più efficaci e mirate, hanno infatti determinato un grande miglioramento nella diagnosi e nella cura dei pazienti ematologici. È necessario però continuare su questa strada per raggiungere nuovi obiettivi e rendere leucemie, linfomi e mielomi sempre più guaribili.
Fitwalking è una disciplina sportiva nata solo qualche anno fa ma ormai molto diffusa; utile per mantenere il fisico allenato senza compiere sforzi eccessivi, è l’ideale per chi desidera fare sport e migliorare le proprie capacità fisiche passeggiando nella natura.
In occasione della Fitwalking for AIL, sulla Terrazza del Pincio verrà allestito un villaggio per l’accoglienza; il percorso prevede la partenza dalla scenografica Terrazza e poi 3 o 6 km attraverso il parco, con il taglio del traguardo nuovamente al Pincio.
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Mostra “Beyond Laughter and Tears” dedicata a Paul Klee e Charlie Chaplin
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Berna(Svizzera) Prende il via a Berna la mostra “Beyond Laughter and Tears” dedicata a due importanti figure della storia del Novecento: Paul Klee e Charlie Chaplin. Tragedia e comicità sono alla base della prestigiosa esposizione, in corso negli spazi del Zentrum Paul Klee di Berna, in Svizzera e che sarà aperta fino al 24 maggio 2020. “La vita è una tragedia se vista in primo piano, ma è una commedia se vista in campo lungo”, diceva Charlie Chaplin, il famoso attore e regista. “Beyond Laughter and Tears” è un dialogo a tre voci tra Charlie Chaplin, Paul Klee e il vignettista Jacques Ernst Sonderegger. Al centro del dialogo c’è l’amicizia tra Paul Klee e Jacques Ernst Sonderegger. Una profonda amicizia, quella tra i due autori svizzeri, dimostrata dalla lunga corrispondenza avvenuta tra il 1906 e il 1914 da dove traspare allegria, comicità, e soprattutto un comune senso dell’umorismo. Charlie Chaplin nella storia del cinema è il simbolo per antonomasia della mescolanza tra tragico e comico. Nella mostra il famoso attore e regista è posto in relazione all’opera di Paul Klee attraverso una serie di fotogrammi tratti da alcuni suoi celebri film. (By Christian Flammia)
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Due progetti dell’Università di Parma finanziati dalla Regione Emilia-Romagna
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Parma Il progetto eBIM, coordinato dall’Università di Parma e dal Centro Interdipartimentale Misure-CIM, e la Summer School “After the damages”, di cui l’Ateneo di Parma è partner, rientrano tra i sei progetti e programmi nel settore della ricerca e dell’innovazione nell’ambito delle costruzioni e del restauro, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna con risorse regionali ed europee “POR-FESR 2014-2020” per un ammontare complessivo di 3,7 miliardi di euro.
Per il progetto eBIM (Building information modeling), del quale Chiara Vernizzi, delegata del Rettore all’Orientamento, è responsabile scientifico per il CIM, è stato disposto un contributo regionale complessivo di 799.946,40 euro. Il progetto punta a supportare l’innovazione nell’implementazione, condivisione e fruizione di modelli 3D del patrimonio costruito esistente. Questo attraverso la costruzione di archivi informatizzati, digitali e integrati consentendo, in virtù della disponibilità di tecnologie e dei risultati accessibili della ricerca, nuove forme di collaborazione per l’innovazione di prodotti e servizi. L’obiettivo è quello di realizzare un approccio inclusivo all’applicazione degli strumenti della digitalizzazione, quali gli strumenti di Building information modeling, nei processi di intervento e gestione del costruito esistente, favorendo la collaborazione tra tutti gli attori della filiera. La Summer School “After the damages, prevention and safety solutions through design and practice on existing built environment. The Italian experience” è il progetto di alta formazione triennale promosso dalle Università di Parma, di Ferrara e di Modena e Reggio Emilia per la formazione di esperti internazionali, tecnici e policy maker, sulla riduzione e gestione del rischio correlato agli impatti di eventi catastrofici naturali e provocati dall’uomo sul patrimonio culturale.
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Nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza
Posted by fidest press agency su mercoledì, 18 settembre 2019
Parma mercoledì 18 settembre alle 17 nell’Aula dei Filosofi della Sede centrale dell’Ateneo (via Università, 12) si parlerà del nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza nel prossimo appuntamento di I Mercoledì del Diritto, rassegna d’incontri d’ambito giuridico organizzata dal Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali dell’Università di Parma. Relatore dell’incontro sarà Massimo Montanari, docente di Diritto processuale civile al Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali.
Il seminario mira a illustrare i profili generali e i tratti più qualificanti dell’intervento, nel confronto, che sovente evidenzia un sensibile scarto, tra quelli che ne rappresentavano gli obiettivi dichiarati e quello che ne è stato poi il risultato effettivo”.
Gli incontri di I Mercoledì del Diritto hanno a oggetto sia temi di attualità, come norme recentemente promulgate o casi giudiziari, sia temi prettamente culturali ma comunque attinenti al Diritto, e che presentino profili di interesse non soltanto per un uditorio di specialisti. Relatori sono docenti, ricercatori e assegnisti del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali dell’Università di Parma, ma anche giuristi e docenti italiani e stranieri.
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