“Roma Capitale risponde compatta all’emergenza ambientale e climatica in corso e approva con voto unanime, in Aula Giulio Cesare, una mozione destinata a entrare nella storia di questa città.I punti del progetto approvato dall’Assemblea Capitolina sono 16 e spaziano dalla riduzione di almeno il 40% delle attuali emissioni nette di gas climalteranti a Roma entro il 2030, con l’obiettivo di arrivare a emissioni zero entro il 2040, alla priorità totale accordata alla lotta ai cambiamenti climatici e alla promozione di un’economia sostenibile per almeno i prossimi 10 anni.Altri impegni contenuti nell’atto riguardano l’avvio di un’interlocuzione con la Regione e il Governo sui temi della mobilità sostenibile, della micromobilità, del trasporto pubblico e della ciclabilità, la rigenerazione urbana e la lotta alla cementificazione, un focus specifico sui rifiuti e sui concetti di riciclo e riuso, una maggiore attenzione al tema delle perdite del servizio idrico, con l’obiettivo di ridurle del 20% in 5 anni, la riqualificazione edilizia e l’efficientamento energetico, nel pubblico e nel privato, la realizzazione di una ‘infrastruttura climatica’ romana, attraverso la cura e l’espansione del verde pubblico a 360 gradi, la dichiarazione dello stato di emergenza climatica e ambientale per Roma, il superamento degli allevamenti intensivi, il contrasto all’uso indiscriminato dei pesticidi, una maggiore considerazione del plastic free e la riconversione ecologica della produzione energetica verso le fonti rinnovabili.
Roma Capitale è ben consapevole che la sfida ambientale è ricca di insidie e difficoltà ma, con l’approvazione della mozione odierna, dimostra di avere una visione del futuro chiara e ben delineata. Un futuro costellato di azioni ecosostenibili e finalizzato ad assicurare il totale rispetto dell’ambiente e dei suoi più alti standard”. Lo dichiara, in una nota stampa, il presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale Daniele Diaco.
Archive for 27 settembre 2019
“Roma risponde ai cambiamenti ambientali con atto unanime”
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
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Nuovo governo al premier uscente Benjamin Netanyahu
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha affidato l’incarico di formare il nuovo governo al premier uscente Benjamin Netanyahu. Rivlin ha deciso di incaricare Netanyahu, 69 anni, dopo colloqui con gli altri leader di partito ed una volta emersa l’impossibilità di formare un governo di unità nazionale. Il Likud di Netanyahu è risultato il secondo partito alle elezioni del 17 settembre, con 32 seggi contro i 33 del rivale Blu e Bianco. Ma ha vinto a livello di coalizione: il premier uscente conta su 55 seggi – la maggioranza è di 61 – mentre il partito dell’ex capo di Stato maggiore בני גנץ – Benny Gantz, 60 anni, ne ha ricevuti 54. Netanyahu avrà adesso 28 giorni di tempo per formare un nuovo governo, con una possibile estensione di due settimane: se non riuscirà nel suo tentativo, il presidente potrà affidare l’incarico ad un’altra persona. “Accetto l’incarico, occorre un governo di unità nazionale e la riconciliazione che in questo momento è essenziale”, ha detto Netanyahu….>> (fonte: Newsletter Progetto Dreyfus)
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Global Green New Deal
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Secondo Mukhisa Kituyi, segretario generale dell’UNCTAD, “affinchè gli obbiettivi dell’Agenda 2030 siano portati a compimento è necessario ricostruire il multilateralismo intorno all’idea di un Global Green New Deal e, di conseguenza, ripensare radicalmente i sistemi di finanziamento”. Il rapporto propone una serie di riforme concrete per rendere la gestione del debito, i flussi di capitali e la gestione del sistema bancario in linea con gli obbiettivi di sviluppo:
L’utilizzo dei diritti speciali di prelievo (o special drawing rights) per sostenere la creazione di un fondo di protezione ambientale globale che possa fornire finanziamenti di emergenza senza restrizioni o condizioniltà.
Un programma di prestiti agevolati su scala globale connesso agli obbiettivi di sviluppo sostenibile a beneficio dei paesi in via di sviluppo. Tale programma dovrebbe combinare un meccanismo di rifinanziamento che consenta ai paesi partecipanti di contrarre prestiti a condizioni agevolate ad un meccanismo di prestito supplementare destinato a coprire parte delle esigenze finanziarie del settore pubblico fino al 2030.
Un fondo globale per lo sviluppo sostenibile costituito con capitali provenienti dai paesi donatori in modo da compensare il mancato raggiungimento dell’obbiettivo di esborso dello 0,7% del reddito nazionale lordo per l’assistenza allo sviluppo (le mancate donazioni accumulate dal 1990 si stimano essere superiori ai 3,5 trilioni di dollari). Tale fondo dovrebbe fornire le risorse necessarie al compimento degli obbiettivi di sviluppo ancora incompiuti.
Rinsaldare la cooperazione monetaria a livello regionale per rifinanziare e promuovere il commercio intra-regionale e sviluppare catene di valore intra-regionali. In tal senso occorre andare ben oltre gli accordi relativi allo scambio di riserve e puntare alla creazione di sistemi di pagamento regionali su larga scala.
Un quadro regolatorio inserito in un corpus di diritto internazionale che faciliti la ristrutturazione ordinata ed equa del debito sovrano al di là dei vincoli posti dal contratto originale.
La riduzione dei flussi finanziari illeciti e mirati all’elusione fiscale attraverso un sistema di tassazione unitario che si fondi sul principio che i profitti delle imprese multinazionali sono generati collettivamente a livello di gruppo aziendale. Tale sistema dovrebbe far uso di un’aliquota minima fra il 20% al 25% applicabile su scala globale a tutti gli utili delle multinazionali.
Trasformare i controlli di capitale in uno strumento di politica economica permanente e mantenere la gestione del conto capitale al di fuori degli accordi commerciali e di investimento multilaterli e bilaterali.
Creare un network fra le principali banche centrali per promuovere in maniera decisa il finanziamento di progetti volti alla tutela del clima e sotenere il progressivo sviluppo di una finanza “verde”.
Aumentare il capitale a disposizione delle banche di sviluppo e delle altre banche pubbliche. Indirizzare le risorse dei fondi sovrani d’investimento, le cui attività hanno ormai raggiunto i 7,9 trilioni di dollari, verso progetti di sviluppo, anche attraverso il sostegno alle banche di sviluppo. Coordinare le nuove banche di sviluppo gestite dalle economie emergenti nel Sud in mondo da rinsaldare i legami fra paesi in via di sviluppo.
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Lo sviluppo sostenibile e il cambiamento degli attuali equilibri
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
La comunità internazionale è in grado di realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile che si è prefissata entro il 2030, ma ciò avverrà solo attraverso un cambiamento profondo degli equilibri attuali. E’ necessario infatti garantire un volume adeguato di investimenti pubblici che possano orientare l’economia globale su un percorso espansivo, afferma il Rapporto sul Commercio e lo Sviluppo 2019 dell’UNCTAD.Il rapporto propone di rilanciare le misure di politica economica adottate con successo ai tempi della grande depressione, e di farlo su scala globale. Un Global Green New Deal offrirebbe, secondo l’UNCTAD, il quadro di riferimento adeguato per superare il decennio di austerità e di insicurezza che ha fatto seguito alla crisi finanziaria del 2007/2008, contribuirebbe inoltre a generare una distribuzione dei redditi più equa ed a invertire il trend di degrado ambientale in essere. Il rapporto propone una serie di misure che possano facilitare il finanziamento di un tale accordo.
Il cambiamento climatico in corso sta già causando gravissimi danni e rappresenta ad oggi una reale minaccia esistenziale. Decarbonizzare l’economia richiede un aumento significativo degli investimenti pubblici, diretti in particolare ai sistemi di trasporto, all’energia ed alla produzione alimentare. Ciò dovrà essere sostenuto da politiche industriali efficaci, da sussidi mirati, incentivi fiscali e prestiti facilitati nonché da crescenti investimenti in ricerca, sviluppo ed adattamento tecnologico.
Il rapporto stabilisce una tabella di marcia che possa portare i tassi di crescita nelle economie avanzate, dall’attuale 1% all’1,5%. Per le economie in via di sviluppo, esclusa la Cina, i guadagni saranno maggiori, compresi tra l’1,5% ed il 2% annuo.Ma saremo davvero in grado di conciliare crescita economica e tutela dell’ambiente?
Un aumento annuo degli investimenti “verdi” pari a circa il 2% della produzione globale – 1,7 trilioni di dollari, cioè solo un terzo di quanto attualmente speso per sovvenzionare l’utilizzo di combustibili fossili – potrebbe, secondo l’UNCTAD, generare un aumento netto dell’occupazione globale pari ad almeno 170 milioni di posti di lavoro, oltre a garantire un’industrializzazione più pulita nei paesi in via di sviluppo ed una riduzione complessiva delle emissioni di carbonio in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.Ma il rapporto sottolinea anche come aumentare gli investimenti in maniera da sradicare la povertà e realizzare gli obiettivi in materia di nutrizione, salute ed istruzione imponga oneri finanziari impossibili da assolvere nel contesto attuale per molti paesi in via di sviluppo. Riformare profondamente il sistema commerciale, finanziario e monetario a livello internazionale è dunque di primaria importanza per realizzare l’Agenda 2030.
Le scelte di politica economica adottate nell’ultimo quarto di secolo ed in molti casi dettate dagli interessi del settore privato, infatti, non ci hanno condotto su un sentiero di crescita sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Il rapporto mette in discussione l’idea di continuare a battere la stessa strada e di finanziare lo sviluppo con gli stessi strumenti che hanno favorito l’indebolimento del tessuto economico conducendoci alla crisi del 2007/2008.
Al contrario, l’UNCTAD propone di porre il settore pubblico al centro della sfida per il finanziamento del Global Green New Deal ed invita la comunità internazionale a costruire il consenso necessario alla realizzazione di questo obbiettivo.
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Caro voli in Sicilia
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
L’On. Decio Terrana, Coordinatore Regionale dell’UDC Italia in Sicilia, ha oggi trasmesso una nota ufficiale al Presidente del Consiglio dei Ministri Prof. Giuseppe Conte evidenziando il disagio economico-sociale provocato sul territorio siciliano dal “caro voli”, il costo troppo elevato delle tariffe aeree per i cittadini siciliani. La nota è stata altresì inviata anche al nuovo Ministro dell’Infrastruttura e dei Trasporti, Paola De Micheli, al Governatore della Regione Sicilia On. Nello Musumeci, all’Assessore Regionale Infrastrutture in Sicilia, On. Marco Falcone, ed al Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, il Magistrato Roberto Rustichelli.Con questa nota, l’On.Decio Terrana vuole sollecitare tutte le istituzioni interessate affinchè, ognuna per le proprie competenze, possa attivarsi per attuare le opportune soluzioni che consentano l’abbassamento delle tariffe aeree.
<< Siamo pronti a scendere in piazza per sollecitare atti concreti e soluzioni immediate – comunica il Coordinatore Regionale dell’UDC – sono arrivati nei mesi scorsi i soliti proclami e nessuna soluzione; non possiamo più permetterci che i Cittadini Siciliani vengano così bistrattati e dimenticati dalle istituzioni e dal Governo su temi che richiedono urgenti risoluzioni.>>
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Combattere diabete e obesità
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
“L’allarme è stato lanciato anche dagli esperti in occasione del congresso europeo di diabetologia conclusosi nel weekend a Barcellona: il rischio della comparsa anticipata del diabete di tipo 2 nei giovani, condizione una volta tipica dei nonni, merita attenzione e interventi puntuali e rapidi, anche nel nostro Paese. Da anni, infatti, vediamo avanzare il diabete urbano nelle nostre città e nelle periferie delle metropoli”, così Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute e della Fondazione per la Ricerca in endocrinologia, onlus della Società italiana di endocrinologia. “I dati scientifici ed epidemiologici più aggiornati, che vedono in tutto il mondo crescere malattie come il diabete e l’obesità nelle fasce d’età giovanili, fotografano un effetto dei cambiamenti del nostro mondo, che non sono solo climatici, ma anche di comportamento sociale e di stile di vita. Dati americani dicono come negli under 30 il diabete progredisca di oltre il 2 per cento annuo e si prevede il quadruplicamento dei malati entro il 2050. Un recente studio di The Lancet riporta come nel mondo su circa 2 miliardi di adolescenti, 1 su 5 sia in sovrappeso od obeso, con una crescita dal 1990 al 2016 del 120 per cento dei casi. Purtroppo, questi trend negativi, pur se con minore enfasi, riguardano anche l’Italia. Ad esempio, il primo report Italian Barometer Obesity dell’IBDO pubblicato quest’anno stima ci siano circa 1 milione e 700mila i bambini e adolescenti in eccesso di peso, cioè il 24,2 per cento della popolazione di 6-17 anni. Come presidente di Health City Institute e medico e ricercatore in endocrinologia – prosegue Lenzi – non posso non sottolineare come ciò comporti rischi per la salute della popolazione, ma anche costi insostenibili per sistemi sanitari come il nostro, già oggi sotto pressione. Si rende necessario agire tempestivamente, con misure che sostengano la ricerca scientifica da un lato e l’educazione e il cambiamento culturale dall’altro, a vantaggio della salute e dell’ambiente. In questi giorni – aggiunge il presidente – si è aperto nel nostro Paese un forte dibattito su questi temi di grande attualità e sul modo per reperire fondi per far fronte a questi bisogni. Il Governo, per voce del Ministro dell’istruzione, università e ricerca, Lorenzo Fioramonti, nelle sue dichiarazioni programmatiche, e del Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, sembrerebbe orientato, in linea con molti altri Paesi europei come la Francia o la Svezia, ad agire con imposizioni fiscali su alcune fonti di questi fenomeni: gli alimenti come le merendine e le bevande zuccherate non salutari. Di certo è una strada giusta e un buon inizio per coniugare una forte indicazione verso stili di vita corretti e ottenere risorse per ricerca, salute e ambiente, argomenti che si coniugano per salvaguardare i nostri giovani, il nostro domani.”
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Il MIP Politecnico di Milano Graduate School of Business formerà i futuri manager uzbeki
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Milano. Da gennaio infatti partirà a Milano un master universitario di primo livello in Global Project Management, della durata di due anni, che ha l’obiettivo di offrire a giovani studenti uzbeki la formazione specialistica necessaria per gestire progetti con una visione sistemica e multidisciplinare.Il programma nasce dalla collaborazione con la RGSBM, Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, in Uzbekistan, sancita proprio a Milano nella sede del MIP con la firma dell’accordo tra Andrea Sianesi, Dean di MIP e condirettore del master, e Rustam Abduraupov, Direttore della Scuola uzbeca. Direttore del corso è invece il professor Antonio Calabrese.“Un Paese in forte crescita come l’Uzbekistan ha grande necessità di competenze che permettano di gestire con successo progetti di natura industriale, infrastrutturale e di sviluppo in genere”, spiega Sianesi. Per questo la RGSBM si è rivolta alla business school del Politecnico di Milano, che con entusiasmo ha aderito alla richiesta di formare i futuri manager euroasiatici. E non solo: a novembre sono attesi in città anche una quarantina di executive uzbeki per un corso di 6 giorni su Project and Portfolio Management che prevede tra l’altro testimonianze di top manager e responsabili della PA e visite istituzionali.“Gli studenti che concluderanno il percorso avranno come sbocco occupazionale naturale le aziende, gli enti governativi e le organizzazioni che operano per progetti in Uzbekistan – continua Sianesi -. L’acquisizione del Master infatti, insieme alla possibilità di sostenere un esame di certificazione delle competenze di project management secondo il modello IPMA (International Project Management Association), costituisce un prezioso plus per inserirsi nel mercato del lavoro uzbeko, perché il programma al momento non ha eguali nell’offerta formativa del Paese”.Il corso sarà erogato in lingua inglese e l’aula sarà formata da giovani proposti dalla Rebublican Graduate School of Business and Management di Tashkent, che si occuperà del reclutamento dei candidati, poi successivamente selezionati. Parte delle lezioni si terranno in Uzbekistan e parte in Italia e saranno costituite da sessioni frontali in aula, discussioni di casi di studio, esercitazioni, business game, simulazioni, testimonianze aziendali, cui andranno aggiunte ore di studio individuale.
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Amianto: gestione del sistema e tutela della salute
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
“In Italia sono 96.000 i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente. Per affrontare il problema in modo strutturale è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli enti statali e le amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, al fine di integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali”. Queste le parole di Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) in occasione del Convegno Nazionale “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute” che si è svolto oggi a Roma, presso la sede del Centro Nazionale delle Ricerche. “L’esposizione ad amianto, infatti, causa tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare. In Italia ogni anno circa 6.000 decessi sono da ricondursi a questa fibra killer, mentre nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 125 milioni le persone esposte a rischio amianto e l’impatto dei soli costi diretti (ritiro dal lavoro, cure e morte) nei 28 Paesi dell’Unione Europea (UK inclusa) è pari allo 0.7 per cento del PIL dell’Unione europea (410miliardi/anno)”, prosegue Miani.
Quello dell’amianto è un problema che tocca da vicino, oltre all’aspetto sanitario, anche quello geologico. La conoscenza geologica può essere, infatti, fondamentale per consentire l’identificazione e la mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere che costituiscono un pericolo per la diffusione delle fibre, in modo da contribuire alla bonifica e alla messa in sicurezza di tali aree.“L’amianto nel nostro Paese costituisce ancora oggi un problema irrisolto” – commenta Vincenzo Giovine, Vice Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – “nonostante la normativa italiana in tema di amianto sia tra le più avanzate in Europa e a distanza di quasi trent’anni dall’emanazione della legge 27 marzo 1992, n. 257, che stabilisce la cessazione dell’impiego di questa fibra (divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione, produzione di amianto e di prodotti che lo contengono)”. “Il pericolo amianto continua a essere un rischio per la nostra salute nella vita quotidiana. Nonostante sia stato messo al bando da 27 anni, secondo i dati del Codacons, sono ancora circa 2.400 le scuole italiane a rischio, mettendo in pericolo 350.000 alunni e 50.000 docenti”, aggiunge il Presidente di Codacons, Avvocato Gianluca Di Ascenzo.
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PIL: l’Istat taglia le stime al +0,8%
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
L’Istat taglia ulteriormente le stime relative alla crescita, che si attestano al +0,8%, in calo di 0,1 punti rispetto al dato di Aprile.Peggiora il rapporto deficit-Pil relativo al 2018, che passa al 2,2% dal 2,1% delle precedenti stime.Unico segnale incoraggiante è quello relativo alla pressione fiscale, che si attesta al 41,8% dal precedente 42,1%.Dato che, però, rischia di essere annullato dalle ipotesi di aumento della tassazione in esame al Governo, per evitare l’aumento dell’IVA.Tale quadro richiama l’attenzione sulla situazione ancora altamente instabile della nostra economia, che richiede interventi urgenti in direzione della crescita.Il primo passo in questa direzione è lo stanziamento di investimenti per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e la modernizzazione delle infrastrutture, nonché il taglio del cuneo fiscale, per dare uno slancio decisivo in direzione della ripresa.Inoltre è fondamentale, da un lato scongiurare l’aumento dell’IVA, che avrebbe conseguenze drammatiche per le famiglie, dall’altro una revisione sistematica e complessiva della tassazione, rimodulando le accise sui carburanti e tagliando alcune voci anacronistiche dagli oneri di sistema in bolletta, solo per citare alcune delle voci più urgenti.La Federconsumatori presenterà una proposta dettagliata in tal senso al Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché al Ministero dello Sviluppo Economico, che ci auguriamo vorranno accogliere il punto di vista di chi, come noi, ogni giorno è impegnato nella tutela degli interessi dei cittadini, stanchi di pagare tasse obsolete o spropositate.
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Levi (AIE): “No alla censura preventiva”
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
“Non si può pensare di contrastare le idee con la censura preventiva”. È quanto dichiara il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi in relazione alle parole del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, che domenica 22 settembre ha ribadito di non volere ospitare al Festival in programma nella città dal 10 al 13 ottobre gli autori Roberto Saviano e Zerocalcare con queste parole: “Non li voglio perché L’Aquila è una città nobile, aristocratica e non merita questo genere di cose”. “Come editori rimaniamo fedeli e ribadiamo i principi che ci guidano che sono quelli della libertà di pensiero, di espressione e di edizione – spiega Levi –. Le idee si combattono con altre idee e i libri sono fatti per alimentare un confronto di idee e di passioni”.
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La passione di Bayer nell’aiutare a migliorare il futuro delle persone con emofilia
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Si conferma nella ricerca e negli investimenti verso nuove soluzioni terapeutiche. L’emofilia colpisce circa 400.000 persone in tutto il mondo ed è un disordine in gran parte a carattere ereditario, in cui una delle proteine necessarie per la coagulazione del sangue o è mancante o è ridotta. L’emofilia A è la forma più comune, in cui la coagulazione del sangue è compromessa per la mancanza o l’alterazione funzionale del FVIII coagulativo. I pazienti hanno frequenti sanguinamenti a livello dei muscoli, delle articolazioni o di altri tessuti, che possono causare nel tempo un danno permanente alle articolazioni. Le lesioni possono avere conseguenze gravi se non trattate adeguatamente, poiché la velocità di formazione del coagulo è più lenta nei pazienti affetti da emofilia rispetto agli individui sani. L’emofilia A ha una frequenza stimata di 1 su 5.000 maschi nati vivi, interessando persone in tutto il mondo. In Europa, l’emofilia A colpisce 1 persona su 10.000, per un totale di oltre 30.000 persone. Ad esempio, oggi ci sono circa 4.000 persone affette da emofilia A in Italia, 3.500 in Germania e 13.000 negli Stati Uniti.
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“Fixed Income – Contenere la volatilità degli investimenti nelle obbligazioni dei mercati emergenti”
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
A cura di Ketan Gada, Senior Investment Manager, Gareth Payne, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Asset Management. Il contesto per gli investimenti nei mercati emergenti è chiaro. Con economie sviluppate frenate da una scarsa crescita demografica e bassi tassi di crescita della produttività, gli investitori in cerca di un forte potenziale economico volgono sempre più lo sguardo verso i mercati emergenti [si veda la Fig. 1]. Il fatto che gli attivi dei mercati emergenti tendano a essere relativamente decorrelati rispetto ai mercati sviluppati è un ulteriore fattore di interesse1. Il problema è che molti investitori alla fine preferiscono non procedere con l’investimento. Il motivo è legato al fatto che gli attivi dei mercati emergenti, malgrado siano molto interessanti, sono troppo spesso minacciati dalla volatilità – le loro valute e obbligazioni, infatti, possono registrare forti episodi di turbolenza.
I mercati delle obbligazioni sovrane e delle valute dei mercati emergenti sono una fonte di rendimento potenziale particolarmente ricca. Nella classe di attivi non solo c’è una notevole dispersione, ma le obbligazioni dei mercati emergenti tendono anche a essere poco analizzate, soprattutto al di fuori dei mercati delle obbligazioni di Stato più grandi. Questo le differenzia dalle obbligazioni dei mercati sviluppati, che ormai si muovono spesso all’unisono.
Molti grandi investitori istituzionali considerano omogeneo l’universo dei mercati emergenti, e vi investono utilizzando fondi indicizzati.Ma può rivelarsi controproducente. Coloro che seguono i benchmark ponderati per la capitalizzazione rischiano di ritrovarsi sovraesposti ad attivi di qualità inferiore, in quanto i governi in difficoltà sono anche quelli che si indebitano di più.
Un’altra ragione per la quale gli investitori non colgono tutti i benefici del debito dei Paesi emergenti è che alcuni di loro diffidano di questo mercato per via delle brusche e improvvise oscillazioni dei prezzi che lo caratterizzano. Molti di loro, di conseguenza, riducono l’esposizione alla classe di attivi. Complessivamente, questi fattori creano un contesto in cui gli investitori flessibili con forti competenze di analisi possono generare alpha. Un modo per mitigare il rischio di perdite e continuare a consentire agli investitori di beneficiare del potenziale dei mercati emergenti consiste nel ricercare rendimenti assoluti.
Il tutto significa che aggiungere un portafoglio total return a un’esposizione al debito dei mercati emergenti può migliorare i rendimenti rettificati per il rischio dell’investimento complessivo. Se ben fatto, il risultato può essere un portafoglio i cui rendimenti sono decorrelati non solo dalle principali classi di attivi, ma anche dagli indici di rifermento dei mercati emergenti. Tale portafoglio dovrebbe anche offrire una certa protezione dalla perdita di capitale, offrendo al contempo un costante rendimento positivo con più alpha rispetto a quanto normalmente generato da attivi scambiati con maggiore intensità. Tutto ciò significa che l’inclusione di una strategia di absolute return in un portafoglio obbligazionario tradizionale ha il potenziale di migliorare i rendimenti rettificati per la volatilità.
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Elezioni regionali Ferpi Lazio
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Valorizzazione del lavoro sul territorio, implementazione delle relazioni con le Istituzioni, allargamento della platea dei soci, attenzione ai più giovani e al futuro della professione. Sono solo alcuni degli obiettivi della delegazione regionale del Lazio, la più numerosa in Ferpi, che nell’assemblea di venerdì scorso, 19 settembre, ha rinnovato la sua fiducia a Giuseppe De Lucia e definito la squadra che lo affiancherà nel Comitato direttivo per i prossimi tre anni. Si tratta di Serena Bianchini (ELIS – Consulting & Labs), Mauro Covino (Formez PA), Diana Daneluz (FIEG), Angela Tassone (IWS Consulting). Presente e garante del corretto svolgimento della partecipata Assemblea, il Segretario Generale Ferpi, Rita Palumbo, che ha brevemente delineato gli impegni che il Consiglio Nazionale intende assumersi durante il triennio guidato dalla nuova Presidente, Rossella Sobrero, anche ai fini di un ammodernamento dei meccanismi della Federazione e per una sempre più diffusa all’esterno consapevolezza della professione delle Relazioni Pubbliche. Nel nostro tempo, investito da quella che Alessandro Baricco ha definito una vera e propria “insurrezione digitale”, proprio le RP, la comunicazione e l’informazione sono i settori maggiormente investiti da tale rivoluzione e, nello stesso tempo, veri possibili protagonisti del cambiamento e della possibilità di governarlo. Con l’attenzione dovuta al crescente ruolo della sostenibilità sociale e ai problemi legati all’etica, il ruolo degli operatori delle RP diventa cruciale per definire e perseguire responsabilmente gli obiettivi di grandi e piccole organizzazioni ed imprese. Giuseppe De Lucia, rinnovato Delegato regionale, è marketing and communications manager, Europa e America Latina in Ericsson. Entrato in azienda nel 1997, nel 2005 è approdato alla direzione Comunicazione come responsabile della comunicazione interna per i paesi del sud est Europa. Nel 2011 si trasferisce in Svezia e diventa responsabile marketing globale della divisione managed services. Nel 2012 è responsabile della comunicazione dell’area centro sud del mediterraneo (Italia, Libia e Israele). Nel 2014 il trasferimento a Bruxelles come consulente al Parlamento Europeo. Nel Gennaio 2016 è responsabile comunicazione e marketing per la regione mediterranea in Ericsson e dal 2018 allarga la sua area di competenza ai mercati Europa e America Latina. “Nel triennio appena trascorso siamo riusciti ad incrementare l’interesse per la nostra associazione sul territorio di Roma e del Lazio che si è concretizzato con l’aumento dei numeri degli iscritti – siamo oggi la delegazione più grande di FERPI in Italia” –, ha detto De Lucia, ribadendo l’importanza per l’associazione nello “stabilire un confronto continuo con le tante realtà istituzionali e associative del territorio”. “Tra le priorità della nostra associazione è riuscire ad interpretare la trasformazione che sta interessando il settore della comunicazione (intelligenza artificiale, digitale, big data) e che ha impatti per tutti i professionisti del settore. Inoltre, è importante continuare a lavorare per la tutela ed il riconoscimento della nostra professione”.
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Bayer lancia il nuovo Programma BHAP 2019
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
E’ il premio rivolto alla ricerca clinica nel campo dell’emofilia. C’è tempo fino al prossimo 30 novembre per iscriversi all’edizione 2019/2020 del Bayer Hemophilia Awards Program (BHAP), il programma che sostiene progetti di ricerca clinica e di base, oltre ad iniziative educazionali in emofilia in tutto il mondo. Quest’anno sono tre le categorie di premi:
· Clinical Research Award: dedicato a progetti di ricerca clinica nell’ambito dei disordini emorragici
· Basic Research Award: dedicato a progetti di ricerca di base nell’ambito dei disordini emorragici
· Fellowship Project Award: garantisce training in emostasi a giovani medici che vogliono proseguire il proprio percorso in emofilia.
Dieci esperti internazionali provenienti da India, Stati Uniti, Paesi Bassi, Finlandia, Canada, Germania e Giappone avranno il compito di esaminare le candidature. A far parte del Comitato anche un’eccellenza italiana nel campo dell’emofilia, il Professor Pier Mannuccio Mannucci – Professore emerito di medicina interna all’Università degli Studi di Milano.
In Italia, nel corso degli anni, sono stati assegnati 35 premi nelle differenti categorie.
Per iscriversi all’edizione 2019/2020, visitare il sito http://www.bayer-hemophilia-awards.com. Le date da ricordare sono il 30 novembre 2019 per l’invio della lettera di intenti e fine febbraio 2020 per la “full proposal”.
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Mostra dei lavori degli studenti del Master in Photography and Visual Design
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Milano Cinisello Balsamo Opening sabato 28 settembre h 1728 settembre – 20 ottobre 2019 Museo di Fotografia Contemporanea Villa Ghirlanda – via Frova 10. Orari di apertura: Da mercoledì a venerdì ore 16-19 Sabato e domenica ore 10-13, 14-19 Ingresso libero.
STARDUST è un progetto espositivo che presenta al Museo di Fotografia Contemporanea degli studenti del Master in Photography and Visual Design di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, a cura di Luca Andreoni e Francesco Zanot, rispettivamente docente e Course Leader del Master. Si tratta di una serie di progetti editoriali restituiscono nuove interpretazioni e declinazioni del genere western nel cinema, attraverso la fotografia.
Gli studenti hanno saputo cogliere tale varietà interna al cinema western, producendo oltre 30 lavori a tutto campo. In alcuni casi hanno scelto di attenersi alle più note tipicità del genere, investigando i temi del paesaggio, della violenza, dell’avventura; in altri casi, invece, hanno utilizzato questo spunto come base per una riflessione sul nostro tempo. Ne scaturiscono numerose e intriganti sorprese, sia per i conoscitori del western, sia per coloro che hanno sempre frequentato altri territori cinematografici. Senza dubbio gli studenti hanno sfruttato con grande libertà le strategie più allargate oggi a disposizione della fotografia contemporanea, attivando e spesso combinando tra loro le pratiche tradizionali della fotografia (dalla fotografia documentaria al reportage) con quelle più recenti, come il riuso di immagini, la costruzione di immagini impossibili, l’elaborazione digitale finalizzata alla trasformazione della realtà.L’allestimento consentirà al pubblico di sfogliare i libri realizzati in copia unica dagli studenti grazie alla creazione di una libreria temporanea nella sala conferenze del Museo e sarà completato da una serie di poster progettati ad hoc, come richiamo immediato all’immaginario cinematografico.
Progetti di Virginia Arnò, Fabio Bologna, Melisa Calderon, Diana Castellani, Wu Chenyun, Osanna Davi, Giulia Filosa, Isabella Fusè, Bhagyashree Gaikwad, Kateryna Gorina, Roy Kaushik, June Vijitprapai Kornrarin, Romain Kulczycki, Tanvi Jalan, Yu Chieh Lee, Jiao Jiao Luo, Sofia Mangini, Lan Mengying, Valerio Motta, Chloe Mvulu, Putison Phumchoosri, Giacomino Pintore, Greta Poli, Francesca Rossi, Karl Sciberras, Bo Sun, Harit Shrikao, Samer Timani, Angela Vadalà, Luca Viganò, Daniel Von Johnston, Mengli Zhang. http://www.naba.it
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ManoMano.it, l’e-commerce specialista del fai da te e giardinaggio in Europa
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Compie gli anni e festeggia quattro anni di continua crescita anche in Italia: con più di 1 milione di prodotti in catalogo e 38 milioni di fatturato italiano nel 2018, per il 2019 ManoMano punta a un turnover di quasi 70 milioni. Attiva in 6 mercati a livello euopeo (Francia, Italia, Spagna, Germania, Inghilterra e Belgio), la piattaforma di e-commerce conta oggi più di 370 dipendenti, un fatturato globale di 424 milioni di euro ed un obiettivo dichiarato di 1 miliardo di business volume nel 2020.Un catalogo di oltre 3 milioni di prodotti, una media record di 20 milioni di visitatori totali mensili, più di 2,5 milioni di clienti attivi e oltre 2000 sellers fanno di ManoMano una delle scale up più interessanti e potenziali del mercato europeo (110 i milioni di euro raccolti nell’ultimo round di finanziamento con gli investitori) ed un autentico leader di settore.
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Consumi e potere d’acquisto ancora al palo
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Secondo l’Istat, nel 2018 la crescita del Pil in volume è stata pari allo 0,8%, con una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima diffusa ad aprile, che dava il Prodotto interno lordo in aumento dello 0,9%.”Di male in peggio. Cala il Pil e si aggrava il rapporto deficit-Pil, dal 2,1% al 2,2%. Ma quello che ci preoccupa di più, è che sia la spesa per consumi finali delle famiglie che il potere d’acquisto sono ancora al palo, agli zero virgola, rispettivamente +0,8% e +0,9%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Considerato che la spesa della famiglie residenti rappresenta il 60% del Pil, stando ai dati di oggi il 59,78%, è evidente che fino a che non si ridà capacità di spesa agli italiani non ci potrà essere nemmeno una crescita significativa” conclude Dona.
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Mappa del Credito in Italia elaborata da CRIF
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Nei primi sei mesi dell’anno a livello nazionale emerge che quasi 4 italiani su 10, più precisamente il 39,4% del totale della popolazione maggiorenne residente in Italia, risulta avere almeno un contratto di credito rateale attivo (+8,0% rispetto ad un anno fa) mentre a livello pro-capite mensilmente vengono rimborsate rate per un importo pari a 344 euro (-1,5% rispetto ad un anno fa).Mediamente i soggetti attivi nel credito hanno un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare in futuro per estinguere i contratti in essere – pari a 33.084 euro (in calo del -1,8% rispetto ad un anno fa) in virtù del peso ancora rilevante dei mutui nel portafoglio degli italiani.
Infine, relativamente alle forme di finanziamento più diffuse, risultano al primo posto i prestiti finalizzati, ossia quei prestiti destinati all’acquisto di beni e servizi quali auto, moto, elettronica ed elettrodomestici, articoli di arredamento, viaggi, ecc. Tali operazioni di credito hanno un peso, in termini di numerosità, pari al 45,5% sul totale. Al secondo posto troviamo i prestiti personali, che si legano alla progettualità delle famiglie, con una incidenza del 32,8%. Infine, la componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che si caratterizzano per una incidenza del 21,7% sul totale.
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Si prospettano due decenni di crescita lenta nell’eurozona
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
A cura di Mark Burgess – Vice CIO Globale e CIO EMEA di Columbia Threadneedle Investments.
Sebbene siano trascorsi oltre 10 anni dalla crisi finanziaria globale, il mondo resta fortemente indebitato e non vi sono prospettive concrete di riduzione di tale debito nel breve o nel medio termine. Se si prescinde da fasi storiche eccezionali (come il periodo successivo alla Grande depressione, quando il rapporto debito/prodotto interno lordo (PIL) statunitense sfiorò il picco del 120%), i livelli del debito sovrano in molte economie sono prossimi a soglie record, e sicuramente risultano molto più elevati di quelli osservati solo due o tre decenni fa.
Negli Stati Uniti, il rapporto debito netto/PIL è pari al 106% ed è in aumento, a fronte di meno del 40% nei primi anni ‘80. Vale la pena riassumere come siamo arrivati a questo punto. Gli elevati livelli attuali del debito pubblico e dell’indebitamento complessivo sono quasi esclusivamente il prodotto della crisi finanziaria globale. se fossero nulli o prossimi allo zero.
Generalmente le banche centrali possono correggere tali squilibri riducendo i tassi d’interesse e favorendo così l’indebitamento. Tuttavia dopo la crisi finanziaria globale, il settore privato eccessivamente indebitato ha preferito estinguere i propri debiti piuttosto che accenderne di nuovi, malgrado il crollo dei tassi d’interesse.
Quali sviluppi possiamo attenderci? Per le economie sviluppate, soprattutto quella dell’eurozona, si prospetta una stretta creditizia o un lungo periodo di crescita e inflazione contenute, analogo a quello osservato negli ultimi due decenni in Giappone? Nessuno dei due scenari appare particolarmente attraente, ma una stretta creditizia, che potrebbe innescare un lungo periodo di crescita negativa, sembra di gran lunga peggiore.
Un’altra possibilità è una stagnazione simile a quella verificatasi in Giappone. Nel Regno Unito, malgrado livelli di debito pubblico molto più alti che negli anni ‘70 e ‘80, i costi del servizio del debito sono attualmente molto più bassi. Nel 1978, le spese per interessi sul debito pubblico britannico erano all’incirca pari al 4,8% del PIL. Oggi lo stesso dato nel Regno Unito è inferiore al 2%. Un quadro analogo emerge in USA, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone. Le banche centrali punteranno a mantenere bassi i tassi d’interesse, anche per far sì che i costi del servizio del debito rimangano gestibili.
Riteniamo che l’economia dell’eurozona presenti forti somiglianze con quella del Giappone, ragion per cui è altamente probabile che la regione attraverserà un lungo periodo di crescita e inflazione basse. In primo luogo, entrambe le economie dispongono di ampi sistemi bancari che sono responsabili di circa il 70% dei finanziamenti erogati al settore aziendale, il quale è costituito soprattutto da piccole e medie imprese (PMI). Nell’intera area euro, il calo dei tassi d’interesse non si è ancora tradotto in una crescita sostenuta dei prestiti alle aziende.
Va inoltre ricordato che il debito non costituisce solo un problema nazionale o governativo: decenni di tassi d’interesse contenuti hanno fatto schizzare alle stelle il debito al consumo, che sta tornando a raggiungere livelli allarmanti. L’indebitamento delle famiglie britanniche (che comprende mutui ipotecari, prestiti personali, prestiti studenteschi e saldi delle carte di credito) in proporzione al loro reddito è esploso dall’85% nel 1997 al picco del 148% nel 2008.
Tornando ai giorni nostri, nel primo trimestre 2019 il debito non immobiliare ha raggiunto un valore record di USD 4.020 miliardi. In tutto il mondo, i rapporti debito/reddito delle famiglie sono alle stelle; le percentuali più alte si trovano in Danimarca (270%), Paesi Bassi (222%), Australia (202%), Svezia (181%) e Canada (168%).Sta di fatto che vi è un’intera generazione di mutuatari nelle economie sviluppate che non ha mai vissuto in un’epoca caratterizzata da tassi elevati.
Non importa fino a che punto la Banca centrale europea possa ridurre i tassi d’interesse: il meccanismo della politica monetaria non può funzionare a dovere se le PMI, i principali motori della crescita, non accendono prestiti e se i rispettivi governi sono impossibilitati a intervenire a causa della soglia massima del 3% fissata per il deficit dal Trattato di Maastricht. L’esperienza giapponese indica peraltro che sarà molto difficile lasciarsi alle spalle il contesto di crescita e inflazione basse anche in presenza di aumenti della produttività e disavanzi di bilancio. La situazione rimarrà tale per diversi anni se non addirittura decenni, con scarsissime opportunità di crescita e di reddito per risparmiatori e investitori. Gli alti livelli di indebitamento fanno inoltre prevedere una maggiore volatilità. È il caso di allacciare le cinture di sicurezza: il prossimo futuro si preannuncia turbolento. (in abstract)
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A Custonaci si terrà la tradizionale «Giornata Tricolore 2019»
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 settembre 2019
Custonaci sabato 28 settembre (ore 10.00) presso la Sala Conferenze di Villa Zina Park Hotel, la tradizionale «Giornata Tricolore 2019», che in questa edizione ha per tema «Le nuove frontiere della Politica – Dal post-ideologismo ai social media».
«Anche quest’anno l’occasione d’incontro della «Giornata Tricolore» è imperdibile, ed oltre al «Centro Studi Dino Grammatico», ad organizzare l’evento hanno voluto esserci rispettivamente le fondazioni «Nazione Futura», «Tatarella», «Giuseppe e Marzio Tricoli» e l’«Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici» (ISSPE), con il patrocinio della fondazione «Alleanza Nazionale». Non solo, dunque, per l’attualità del tema, ma soprattutto per il respiro nazionale che si è voluto dare anche grazie alla partecipazione della Senatrice Isabella Rauti Presidente del «Centro Studi Pino Rauti» e del giovane editore ed autore Francesco Giubilei (è stato inserito da «Forbes» tra i 100 under30 più influenti d’Italia, nonché spesso ospite nei network televisivi più importanti quali Rai, La7 e Mediaset). A lui spetterà, tra l’altro, il compito di assegnare il «Premio per la Cultura della Legalità» (ovvero una piccola quercia, che rappresenta il radicamento ai valori legalitari, realizzata in marmo di Custonaci ad opera dello scultore Giuseppe Cortese), che ogni anno viene attribuito a delle personalità che si sono contraddistinte nelle loro attività, per aver contrastato direttamente la criminalità mafiosa e/o per aver diffuso, per l’appunto, un’apposita cultura di contrasto. In questa edizione 2019 si è voluta riprendere la celebre frase di Paolo Borsellino, puntuale figura di riferimento del «Centro Studi Dino Grammatico», dove si ricorda che «purtroppo i giudici possono agire solo in parte nella lotta alla mafia. Se la mafia è un’istituzione antistato che attira consensi perché ritenuta più efficiente dello Stato, è compito della scuola rovesciare questo processo perverso, formando giovani alla cultura dello Stato e delle Istituzioni» e, infatti, il premio verrà assegnato a Maria Concetta Marino, che da decenni opera sul territorio, sia nella veste di dirigente dell’«Associazione Antiracket e Antiusura Trapani» che d’insegnante, attraverso progetti di legalità finalizzati a far comprendere proprio alle nuove generazioni il disvalore di «cosa nostra». Ovviamente al dibattito aperto accorreranno, come ogni anno, da tutta l’Isola. È prevista, infatti, la partecipazione di numerosi parlamentari nazionali e regionali (Carolina Varchi, Antonio Catalfamo, etc..) ed ha confermato la sua presenza anche l’«Assessore Regionale al Turismo» Manlio Messina. A moderare l’incontro è stato chiamato, infine, il direttore de «ilsicilia.it» Alberto Samonà».
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