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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 107

Governo: Vitalizi, pensioni e privilegi

Posted by fidest press agency su martedì, 18 febbraio 2020

“Basta privilegi!”. E’ una frase che trova l’accordo di tutti, specialmente se questi privilegi sono a danno economico di altri e si scontrano con il concetto di equità e giustizia sociale.Caso esemplare sono i vitalizi, avverso i quali il M5S, ha indetto una manifestazione. Ciò detto: Non si capisce contro chi protesta il M5S, visto che è al governo ed è in maggioranza parlamentare. E ancora di più se si pensa che i vitalizi sono stati aboliti dal governo Monti nel 2012, 8 anni fa, e non dal M5S.
Ciò premesso facciamo il punto della situazione:
a) Lo Stato spende per pensioni, sanità e assistenza il 54% della spesa pubblica, cioè 462 miliardi di euro.
b) Nel nostro Paese ci sono 16 milioni di pensionati e 23 milioni di pensioni, quindi ogni pensionato prende circa una pensione e mezza;
c) La metà dei pensionati, circa 8 milioni, non ha mai versato contributi previdenziali per i quali riscuote la pensione. Questi pensionati sono, cioè, a carico della fiscalità generale, anche dei lavoratori e degli altri pensionati. In questa tipologia ci sono le pensioni sociali, assistenziali e integrative, con importi minori.
d) Il 96% delle attuali pensioni è calcolato con il sistema retributivo, cioè in percentuale sullo stipendio percepito, il 4%, invece, con il sistema contributivo (tanto versi, tanto ottieni).
Da considerate che il 54% di spesa per il welfare ci pone ai livelli dei Paesi del Nord Europa. Si può sempre migliorare, ma non si può dire che manchi l’attenzione sociale.
Vi può essere in tutto questo un danno economico?
1. I vitalizi, dei quali si sta discutendo, sono quelli precedenti al 2012, che riguardano ex parlamentari mediamente 80enni.
2. Non possono essere aboliti, perché sono stati versati i relativi contributi previdenziali con il sistema retributivo.
3. I risparmi che si ottengono con il ricalcolo contributivo dei vitalizi è pari allo 0,0007% della spesa pubblica.
4. A voler ripartire il risparmio di cui sopra, agli 8 milioni di pensionati sociali e assitenziali, questi riceverebbero un aumento mensile di 0,5 euro. E’ di tutta evidenza che non sussiste alcun danno economico. (Primo Mastrantoni, segretario Aduc)

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