Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Coronavirus e informazione di Stato. Cara Rai, per favore, evitiamo…..

Posted by fidest press agency su lunedì, 30 marzo 2020

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta alla Rai: “Siamo invasi e, nello stesso tempo, affamati di informazione. L’emergenza è tale che le cose cambiano da un’ora all’altra. Mediamente ci si affida solo a fonti istituzionali e/o chi si ritiene affidabile e autorevole. Tra queste fonti, ovviamente, non può non esserci la Rai che, è bene ricordarlo, è pagata da tutti noi contribuenti con la tassa di possesso (canone…) sull’apparecchio tv che abbiamo in casa e/o ufficio. Ieri domenica, tutti a casa e dove forse le abitudini tradizionali sono un po’ scombussolate, per cui il gradevole pranzo domenicale, visto che si mangia tutti i giorni a colazione, a pranzo e a cena a casa… è diventato un po’ meno tradizionale… capita di volersi aggiornare tramite il canale “ammiraglio” della Rai, col TgUno dell’ora di pranzo. Ci si collega alle 13,30 (grossomodo) e ci si deve – letteralmente – sorbire un cinque minuti abbondanti di pubblicità velocissime (e quindi più sgradevoli della media), intasate di messaggi diversi uno dall’altro, e che, quando stai tirando un sospiro di sollievo che sembrano finite e senti in anticipo nella testa la musichina della sigla del tg… ce ne sono ancora altre e sempre più turbinose. Superato questo fastidio ecco finalmente il TgUno.Ti informi, ascolti, vedi, generico ma importante per darti idea della situazione. Ad un certo punto, servizio su hotel che ospita malati. La giornalista inviata speciale: “pensate, questo hotel ospitava calciatori di serie A….” e poi informa sui pregi della vicenda. Cara Rai, per favore, evitiamo (il “noi” è d’obbligo visto che lo fai coi soldi di tutti noi) di propinarci questa roba. Sì, lo sappiamo, non è facile sapere cosa dirà il giornalista pinco o il giornalista pallo, agitato e in stato d’apprensione mandato al “fronte”…. Ma si potrebbe evitare. Anche perché, altrimenti, oltre a beccarsi gli improperi di chi ascolta (che in tanti crediamo non abbiano al centro dei loro modelli di vita i calciatori di serie A), la prossima volta le informazioni uno se le va a cercare altrove, ché forse hanno più credibilità. Grazie. Vincenzo Donvito, presidente Aduc

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