Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Archive for 15 aprile 2020

Parlamento europeo: Anteprima della sessione del 16-17 aprile 2020

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Bruxelles http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.png EUnity: i deputati chiedono una forte cooperazione e solidarietà per superare la crisi COVID-19
Il dibattito di giovedì con i Presidenti Ursula von der Leyen and Charles Michel su come intensificare la risposta dell’UE alla crisi economica e sanitaria sarà concluso da una risoluzione.
http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.pngCOVID-19: PE libererà oltre 3 miliardi a sostegno dei sistemi sanitari nazionali. Più test e sostegno per medici e infermieri per curare i malati: i deputati dovrebbero approvare 3,08 miliardi di euro di aiuti UE per il settore sanitario.
http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.pngUso flessibile dei fondi UE per combattere l’impatto di COVID-19 sui cittadini. Il Parlamento dovrebbe approvare nuove misure che consentano di convogliare tutti i fondi UE non ancora utilizzati verso azioni volte ad alleviare gli effetti della crisi COVID-19.
http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.pngCOVID-19: aiuti alimentari e assistenza alle persone in difficoltà. Il Parlamento è pronto ad adottare delle misure speciali per proteggere i cittadini più vulnerabili e poter soddisfare i loro bisogni immediati.http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.png Misure straordinarie per il settore della pesca per superare la crisi COVID-19 Misure aggiuntive di sostegno ai pescatori e agli acquacoltori dell’UE gravemente colpiti dalla pandemia saranno adottate dai deputati.
http://www.europarl.europa.eu/external/img/scribo_webmail_temp/scribo-webmail-arrow.pngDispositivi medici: rinvio di nuovi requisiti per evitare carenze. Per evitare carenze o ritardi nell’immissione sul mercato di apparecchiature mediche, il Parlamento voterà per rinviare l’applicazione del nuovo regolamento sui dispositivi medici.

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Anthony Fauci, visionary scientist and civil servant, a precious resource for the international community

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Letter to President of the Italian Republic Sergio Mattarella by Scientific Director Giuseppe Ippolito Spallanzani Hospital in Rome.
I writing to you in my position of Scientific Director of the National Institute for Infectious Diseases (INMI) Lazzaro Spallanzani in Rome According to latest news reports, Anthony Fauci, director of the National Institute of Allergy and
Infectious Diseases (NIAID), could be fired from the task force that coordinates the U.S. government’s response to the COVID-19 pandemic. This, if confirmed, would be disastrous news not only for the United States, but for the whole international community, facing today the most important health emergency for over a century now. Anthony Fauci is not only an exceptionally capable and loyal officer, who has served his country as director of NIAID for over thirty five years and under six presidents leadership; Anthony Fauci is one of the most important scientists in the world in the field of infectious diseases, who with his leadership, his work and his exceptional ethical drive has been a guide and a world reference point in all health emergencies of the last three decades and more. Anthony Fauci’s research has been pivotal to understand the mechanism by which HIV destroys the immune system, and has played a fundamental role in the development of treatments that make it possible for people with AIDS to live long lives and carry out an active life with fulfilling emotional and social relationships. His work was crucial in transforming AIDS from an inexorable and incurable disease, a deadly mark and source of social and moral stigma, into a controllable disease; thanks to its empathic and compassionate approach, scientific research has approached the
needs of the sick, and a new doctor-patient paradigm has emerged. Anthony Fauci was the main architect of the PEPFAR program, which since 2003 has made AIDS treatment available in developing countries, saving millions of lives, especially in sub-Saharian Africa. He has been at the forefront of all the world health emergencies of the past decades, from Ebola in 2014 and 2018, and Zika in 2016. Anthony Fauci’s work has saved the lives of millions of women, men and children in the United States and all over the world. Hundreds of scientists, doctors and researchers have trained at Anthony Fauci’s school, contributing to the fight against infectious diseases worldwide. In Italy, the Spallanzani Institute is grateful to him for his generous and selfless help to our Institute’s research projects and activities. A generosity that we like to associate to his Italian heritage, always remembered with pride. Anthony Fauci has also dealt extensively with SARS, avian flu, swine flu: all experiences that today are an invaluable background in the global response to a new coronavirus that threatens all of us, and which requires unity and solidarity to be fought. We hope that President Trump will confirm the position of an exceptional scientist and human being such as Anthony Fauci, who dedicated his whole professional life serving public health in his country and around the world.
We need Anthony Fauci’s leadership, in the US or elsewhere, to tackle the challenges this pandemic pose to our health systems. Our Institute would be honored to have Anthony as advisor and we hope that also The Italian Government and the Lazio Region could benefit of his great vision and expertise. Scientific Director Giuseppe Ippolito.

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Appello per Anthony Fauci: la voce della scienza per superare l’emergenza pandemica mondiale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Il Direttore Scientifico Giuseppe Ippolito dello Spallanzani di Roma ci ha trasmesso, per conoscenza, una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Mattarella riguardo il caso del prof. Anthony Fauci: “Signor Presidente, Le scrivo nella mia posizione di Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, struttura nazionale di riferimento nazionale per le emergenze biologiche. Le notizie delle ultime ore sembrano indicare che Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), potrebbe essere estromesso dalla task force che coordina la risposta del governo USA alla pandemia COVID-19. Questa, se confermata, sarebbe una notizia disastrosa non soltanto per gli Stati Uniti, ma per tutta la comunità internazionale, che si trova oggi a dover fronteggiare la più importante emergenza sanitaria da oltre un secolo a questa parte. Anthony Fauci infatti non è soltanto un funzionario di eccezionale capacità e lealtà, che ha servito il suo Paese come direttore del NIAID per oltre trentacinque anni e con sei presidenti; Anthony Fauci è uno dei più importanti scienziati al mondo nel campo delle malattie infettive, che con la sua leadership, la sua capacità di lavoro e la sua eccezionale spinta etica è stato una guida e un punto di riferimento mondiale in tutte le emergenze sanitarie degli ultimi tre decenni e più. Le ricerche condotte da Anthony Fauci sono state centrali nella comprensione del meccanismo attraverso il quale l’HIV distrugge il sistema immunitario, ed hanno giocato un ruolo decisivo nello sviluppo di trattamenti che rendono oggi possibile alle persone affette da AIDS di vivere a lungo e di svolgere una vita attiva con relazioni affettive e sociali appaganti. È anche grazie al suo lavoro che l’AIDS, da malattia inesorabile e incurabile, marchio mortale e fonte di stigma sociale e morale, è diventata una malattia controllabile; grazie al suo approccio empatico e compassionevole la ricerca scientifica si è avvicinata alle necessità dei malati, e si è affermato un nuovo paradigma nel rapporto tra medico e paziente. Anthony Fauci è stato il principale architetto del programma PEPFAR, che a partire dal 2003 ha reso disponibili le cure per l’AIDS nei paesi in via di sviluppo, salvando dalla morte milioni di persone soprattutto nell’Africa subsahariana. È stato in prima linea in tutte le emergenze sanitarie mondiali degli ultimi decenni, da ultime Ebola nel 2014 e nel 2018, e Zika nel 2016. Il lavoro di Anthony Fauci ha salvato le vite di milioni di donne, uomini e bambini, negli Stati Uniti ed in tutto il mondo. Alla scuola di Anthony Fauci si sono formati centinaia di scienziati, medici e ricercatori, che hanno contribuito alla lotta alle malattie infettive in tutto il mondo. In Italia l’Istituto Spallanzani gli è riconoscente per il supporto e l’aiuto sempre attento e disinteressato con il quale ha contribuito a portare avanti i progetti e le attività di ricerca dell’Istituto. Una generosità che non possiamo che attribuire alle sue origini italiane, sempre ricordate con orgoglio. Anthony Fauci si è occupato diffusamente anche di SARS, influenza aviaria, influenza suina: tutte esperienze che oggi sono preziose nella risposta globale ad un nuovo coronavirus che minaccia l’umanità, e che richiede unità e solidarietà per essere combattuto. Ci auguriamo quindi che le notizie che stanno emergendo non siano vere, e che il Presidente Trump non voglia privarsi dell’apporto di un uomo integro e di uno scienziato di eccezionale valore come Anthony Fauci, che ha dedicato la propria vita professionale al servizio della sanità pubblica del suo Paese e di tutto il mondo. Abbiamo bisogno della leadership di Anthony Fauci, negli USA o altrove, per far fronte alle sfide che ci pone questa pandemia. Il nostro Istituto sarebbe onorato di poter collaborare con Anthony Fauci, e speriamo che anche il Governo Italiano e la Regione Lazio potranno beneficiare della sua visione e delle sue capacità.”

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Non si muore solo di vecchiaia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Sappiamo bene che non tutti gli esseri viventi nascono sani e vivono in buona salute sino alla loro morte fisica per invecchiamento. Prima e, dopo nati, i rischi di malformazioni congenite e di malattie virali, di una certa gravità, e la presenza di cellule tumorali rende la vita di ciascuno di noi una sfida sempre aperta contro le forze del male. Vedere i nostri congiunti, o anche amici spegnersi lentamente soffrendo, o a gestire un male, se non mortale ma capace di condizionarne l’esistenza rendendola sommamente amara per sé e per gli altri che sono accanto, è uno scenario non infrequente. In tutti questi casi noi ci sentiamo impotenti, ma non vinti. Ora vi sono i trapianti d’organi. Essi, per lo più, possono essere realizzati se vi è un donatore e se muore. Ma non è finita qui. Il corpo del ricevente può scatenare una reazione immunitaria provocata da un antigene che riconosce l’estraneità del nuovo organo che si sostituisce.
Vi sono, ovviamente, i farmaci che cercano di combattere questa reazione dell’organismo umano, ma essi sono, per lo più, tossici e possono provocare danni piuttosto seri ad altri organi del paziente. Nello stesso tempo vi è una differenza notevole tra la domanda di trapianti e l’offerta disponibile. È un aspetto che, talvolta, trascende la legalità permettendo trapianti tra vivi o diventando, ancora più grave sacrificando vite umane sia pure per la sopravvivenza di altre.
Oggi questa possibilità può essere superata e con tutti i suoi aspetti immunologici, attraverso l’uso degli embrioni e delle cellule staminali. Se questa è la risposta che ci attendiamo dalla clonazione, ben venga. Diciamo che in uno scenario futuro noi possiamo avere una “banca personale” dove sono riprodotti e conservati i nostri “organi vitali”: cuore, fegato, polmoni e quanto altro e messi a disposizione per ogni occorrenza. Non dobbiamo dimenticare che già esistono, in natura dei geni così detti “riparatori” che hanno il compito di restaurare in continuazione gli effetti distruttivi delle radiazioni sulle cellule. Sono degli enzimi preposti al controllo del DNA evitandogli la formazione di tumori o danni d’altro genere.
Sta a noi farli notare e ad aiutarli a essere sempre presenti e attivi. Il secondo aspetto, quello della clonazione, è senza dubbio più spettacolare, ma sicuramente inquietante e dagli effetti destabilizzanti su tutti gli esseri umani. Qui non si tratta di una terapia, per debellare una o più malattie, ma di poter intervenire con le proprie forze.
Non è tanto il discorso dell’avere una copia, di noi stessi, e sulla quale esercitare un “dominio” che condizioni i comportamenti, i sentimenti dell’altro fino a renderlo, in altre parole, un automa, un replicante. E’ questo e non altri il rischio che incombe su di noi e che taluni intravedono possibile in ogni caso dato che non sarà facile con i progressi della scienza, ma soprattutto con gli interessi umani, fare dei distinguo di merito e porre dei limiti alle due possibilità praticabili.
D’altra parte, come afferma lo stesso Wilmut: “L’embrione è un potenziale uomo, ma non è una persona. Non contiene ancora la diversificazione del sistema nervoso”. Ora se possiamo dire d’avere una base comune, le due diverse risposte che ci attendiamo devono essere ben chiare e ben definite. Se vogliamo rendere un servizio all’umanità e non renderla schiava delle sue debolezze e delle voglie egemoniche, dobbiamo impedire gli eccessi. (Riccardo Alfonso)

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Curare le malattie e la variabile economica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Significa anche migliorare la qualità della vita e renderla più longeva. Già di per sé potrebbe diventare una condizione “destabilizzante” per quanto benefica ed esaltante possa apparire.
Dobbiamo, purtroppo, partire dal presupposto che non tutti potranno beneficiare dei progressi della scienza e chi lo potrà fare, determinerà inevitabilmente una selezione della specie. Sarà, ed è inevitabile, chi ha maggiori risorse economiche, di uno status sociale più avanzato e vive in società evolute. Quanti potranno essere oggi nel mondo? Trecento, quattrocento milioni? E gli altri che fine faranno? È un interrogativo che ci lascia molto perplessi su ciò che significa progresso, nel senso più ampio della parola, per la sua capacità di rendersi reale in ogni parte del mondo. Se non si raggiunge questa condizione esistenziale e molto diffusa noi corriamo il rischio di degenerare l’intero sistema e di offrire il fianco ad una lotta brutale e sanguinaria tra chi può ed ha e tra chi non può e non ha. Da una parte vi sarà l’individuo e dall’altra il numero. Per un verso crescerà la voglia di progredire e dall’altro s’instaurerà la propensione alla distruzione. La risposta più saggia potrebbe essere quella d’ancorare il progresso alla sua diffusione e alla possibilità di renderlo accessibile a tutti. Sta qui la forza culturale, che va proposta, e che i politici possono rendere più efficace e credibile perché i nemici dell’uomo non vengono dal progresso ma dal modo come taluni riescono ad asservirlo ai propri interessi. Ci vuole, a questo punto, un controllore credibile e autorevole e super partes che ci faccia da garante. (Riccardo Alfonso)

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Generare cellule staminali dal DNA

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

La possibilità di generare cellule staminali dal DNA porta con sé grandi promesse terapeutiche, e la ricerca potrebbe rappresentare un passo chiave. In precedenza, erano stati generati embrioni umani tramite il DNA derivante da cellule embrionali, e non da cellule adulte. Nessun altro studio ha mai documentato la clonazione di una cellula umana adulta, e quantomeno la sua crescita allo stadio di blastocisti, stadio nel quale la cellula donatrice guida lo sviluppo embrionale e che genera le cellule da cui derivano le staminali. La sfida finale nell’SCNT terapeutica consiste nell’isolamento della cellula staminale nucleo-trasferita.
Una strada, tuttavia, assolutamente non praticabile è quella dei trapianti d’organi prelevati da animali o xeno-trapianti. Essi presentano grossi problemi di compatibilità immunologica e di rischio di trasmissione di malattie da virus. Sta di fatto che la clonazione, se ben mirata e soprattutto adottata per esclusivi aspetti terapeutici, può in misura notevole compensare i danni che talune malattie, ed anche malformazioni, possono provocare nei soggetti, non solo a rischio, ma per cause legate a circostanze contingenti e a cattive abitudini alimentari. La clonazione, ovviamente, s’intreccia con i trapianti d’organi. Questo accade ogni volta che si scopre il gene, causa di una malattia o di un’alterazione che può degenerare in una vera e propria infermità in tempi più o meno lunghi. È evidente che per talune affezioni gravi la terapia genica può arrecare notevoli benefici. Pensiamo all’Aids ma anche alla talassemia. In questo campo si può intervenire in posizioni che precedono addirittura la formazione embrionale. Penso all’eugenetica degli embrioni prima dell’impianto in utero. In tale ambito è possibile eliminare quelle parti che manifestano sicuramente la malattia a causa di un gene alterato. La rara malattia, ad esempio di Pompe (5-10 mila colpiti nel mondo ogni anno) è determinata dalla mancanza di un enzima fondamentale per scindere il glicogeno in glucosio, lo zucchero utilizzabile dalle cellule. (Riccardo Alfonso)

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Covid-19, vaccinazioni primarie mai state così indispensabili

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Bisogna rispettare le scadenze vaccinali del ciclo primario, anche e soprattutto nell’epidemia COVID-19. È questo l’appello della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). I richiami invece possono essere rinviati, così da evitare spostamenti e accessi. «Come pediatri di famiglia ci rendiamo disponibili ad alleggerire i centri regionali, ora assorbiti soprattutto dall’esecuzione di tamponi per le diagnosi di Covid-19. Siamo senz’altro in grado di occuparci direttamente della somministrazione dei vaccini ai nostri pazienti» ha affermato Paolo Biasci, Presidente FIMP, che annuncia l’elaborazione di una guida rivolta ai pediatri di famiglia per uniformare l’operato a livello nazionale. «Proteggere i bambini da malattie che è possibile non contrarre semplicemente grazie a vaccino, ci risparmia costi umani, sociali ed economici» ha continuato Biasci. Proteggere i bambini significa anche «tutelare tutto il mondo di relazioni sociali che intorno a loro ruota», in un periodo dove il Servizio Sanitario Nazionale è messo a dura prova. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità la priorità è la sicurezza degli accessi e indica, tra i diversi consigli forniti, che la vaccinazione sia effettuata in concomitanza con i bilanci di salute. Per questo motivo la Fimp ritiene opportuno «il coinvolgimento in ambito regionale nella pratica vaccinale della Pediatria di libera scelta». Oltre al fatto che negli ambulatori le raccomandazioni sono più semplici da implementare, così facendo ci sarà un minore sforzo in fase post-epidemica per il recupero dei vaccini rimandati. Giorgio Conforti, Coordinatore Area Vaccini e Vaccinazioni FIMP, ha sottolineato l’importanza della vaccinazione contro i Rotavirus, anche per le possibili manifestazioni gastroenteriche del COVID-19. «Limitiamo fortemente così un’interferenza diagnostica e una comorbilità dall’impatto clinico rilevante» ha spiegato. Questo vaccino non comporta ulteriori spostamenti, dato che può essere somministrato con quelli del ciclo primario. Come la somministrazione dell’anti-meningococco C o del quadrivalente (ACWY) può avvenire con il tetravalente MPRV. Ma è già tempo di pensare alla prossima campagna vaccinale contro l’influenza stagionale, che per la FIMP dovrebbe essere considerata indispensabile in età pediatrica, anche pensando alla ricomparsa del Covid-19. «Per il Covid-19 il vaccino non c’è ancora. Ma per l’influenza stagionale e per numerose altre patologie, sì. Non dimentichiamolo e programmiamo ora per essere pronti domani» ha concluso Biasci. (fonte doctor33)

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Il futuro degli infermieri nelle sette richieste della FNOPI a Governo e Regioni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

La “fase 2” per gli infermieri – quando inizierà – comincia con una lettera inviata dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche a Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, Roberto Speranza, ministro della Salute e Stefano Bonaccini, presidente delle Regioni. Ed ecco le sette richieste degli infermieri per un futuro – come promesso – migliore, ma anche per poter assistere da domani, quando l’emergenza sarà passata, chi ne ha bisogno, nel modo più professionale e intenso possibile. Soprattutto sul territorio. Senza mai, come stanno già facendo durante COVID-19 – lasciare solo nessuno.
1. Un‘area contrattuale infermieristica che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di una categoria che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie.
2. Una indennità infermieristica che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale, non una “una tantum” e riconosca e valorizzi sul piano economico le profonde differenze rispetto alle altre professioni, sempre esistite, ma rese evidenti proprio da COVID-19.
3. Garanzie sull’adeguamento dei fondi contrattuali e possibilità di un loro utilizzo per un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo.
4. Garanzie di un adeguamento della normativa sul riconoscimento della malattia professionale in caso di infezione con o senza esiti temporanei o permanenti.
5. Immediato adeguamento delle dotazioni organiche con l’aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari: gli infermieri non bastano, ne mancano 53mila ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso.
6. Aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona: siamo sul territorio, dove l’emergenza ha dimostrato che non è possibile prescindere da una competenza sanitaria di tipo assistenziale a garanzia degli ospiti. Come nelle RSA ad esempio dove si stanno destinando proprio infermieri, quelli del contingente dei 500 volontari scelti dalla Protezione civile, ma anche a domicilio con cronici, anziani, non autosufficienti e così via.
7. E per questo – è la settima richiesta – dare anche agli infermieri pubblici – superando il vincolo di esclusività, un’intramoenia infermieristica già scritta anche in alcuni Ddl fermi in Parlamento che gli consenta di prestare attività professionale a favore di strutture sociosanitarie (RSA, case di riposo, strutture residenziali, riabilitative…), per far fronte alla gravissima carenza di personale infermieristico di queste strutture. Applicando anche nel caso la legge 1 del 2002) di 18 anni fa quindi) che prevedeva prestazioni aggiuntive e possibilità che altro non sono se non il richiamo in servizio di pensionati e contratti a tempo determinato utilizzati una tantum (ma indispensabili a quanto pare) per COVID-19.

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Coronavirus, Germania e antisemitismo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Sono i vertici di un pericoloso triangolo che ha preso forma nel paese. A lanciare l’allarme è stato il governo di Berlino, preoccupato dell’aumento di messaggi sui social media che puntano il dito contro Israele, ritenuto responsabile di aver “creato” il virus come “arma biologica” e contro gli “oscuri poteri ebrei” che starebbero approfittando della pandemia per conquistare “il dominio globale”.Un fenomeno quello dell’antisemitismo, che in Germania ha continui rigurgiti e sui cui è intervenuta Anja Karliczek, ministra dell’Istruzione, che parla di:“Un’ostilità anti-ebraica inaccettabile e spaventosa che ancora esiste in Germania e che mette in pericolo la pace sociale”.Sulla stessa lunga d’onda Felix Klein, il responsabile dell’esecutivo tedesco per la lotta all’antisemitismo, il quale afferma che le teorie anti-ebraiche:“In periodo di crisi come questo hanno molta fortuna: gli ebrei diventano ancora una volta i capri espiatori. Queste teorie, combinate con fantasie di violenza, possono diventare estremamente pericole, come dimostrano i casi dell’assalto alla sinagoga di Halle e la strage di Hanau”.Klein sottolinea ancora che:“Nelle ultime settimane sempre più spesso ambienti della destra radicale hanno cercato di strumentalizzare la crisi da coronavirus per i loro obiettivi, speculando su ‘progetti segreti’ del presunto capitalismo finanziario ebraico oppure del Mossad”.La Germania non è il solo paese in cui il coronavirus è stato collegato agli ebrei e a Israele.In Turchia, Fatih Erbakan, il leader del movimento neo-islamista Yeniden Refah Partisi, vicino a Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che “sebbene non vi siano prove concrete, il sionismo potrebbe benissimo essere dietro il coronavirus”.“Un piano sionista” è stato tirato in ballo anche in Iran, dove la catena televisiva iraniana in lingua inglese Press TV, che è proprietà della Irib, tv di Stato iraniana, mentre negli Stati Uniti l’FBI ha fatto sapere che:“I membri di gruppi estremisti che sono positivi sono stati incoraggiati a diffondere il virus nelle comunità israelitiche e tra gli agenti di polizia”.La verità è solo una. Chi è affetto da antisemitismo non fa altro che ricondurre i mali del mondo allo Stato d’Israele e agli ebrei, ovviamente senza prove.

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Coronavirus e unità nazionale. Osservazioni e contestazioni… servono?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Da più parti si sente ripetere che l’unità nazionale è fondamentale in un periodo come questo. E’ giusto… anche se io aggiungerei l’unita europea e quella mondiale… ma, visto che al momento non si può avere tutto, accontentiamoci…. Ma cosa significa nazione? Evitiamo trattati e contrapposizioni e cerchiamo di fotografare la nostra realtà, facendo attenzione a non ritrovarci in mano una fotografia di una nazione che vorremmo o di una nazione che odiamo (errori non facili, da parte di chi li commette, a riconoscere tali). La nazione Italia è parlamentare costituzionale. La formazione delle leggi e il modo per il rispetto delle stesse avviene attraverso il meccanismo che tutti (grossomodo… ah, l’educazione civica…) conosciamo. Meccanismo che presuppone dialettica e confronti, anche duri. Spesso, purtroppo, questi confronti vertono sulla legittimità ad esprimersi. Ma succede. Ed è bene che ognuno ascolti tutto, anche se talvolta l’opportunità viene confusa con la legittimità. Ma tant’è…
Facciamo alcuni esempi, grandi e piccoli.
– Nell’attuale contesto emergenziale ha fatto molta notizia il fatto che il capo del governo, Giuseppe Conte, in una conferenza stampa se la sia presa, con nome e cognome, con due leader dell’opposizione che, a suo avviso, dicevano falsità sulle iniziative dell’Esecutivo in materia di rapporti e decisioni con l’Unione europea. In tanti, anche della stessa maggioranza del presidente Conte, hanno manifestato la propria perplessità in merito.
– Qualche giorno fa Aduc ha criticato le condizioni igieniche che il Comune di Firenze (incaricato alla bisogna dalla Regione Toscana) metteva in opera per la distribuzione delle mascherine, distribuzione che ultimata farà scattare l’obbligo d’uso delle stesse in qualunque luogo pubblico al chiuso. La vice-Sindaca di Firenze aveva così commentato: “Un allarme ingiustificato e tardivo che spaventa inutilmente le persone, io farei attenzione a non procurare allarmi”. Ben si intende questa minaccia di denuncia per “procurato allarme” come una valutazione di illegittimità dello specifico operato di Aduc.
– Nella miriade di multe che le autorità stanno comminando per violazione del contenimento, talvolta gli accertatori apostrofano i trasgressori con frasi tipo. “Non si vergogna ché facendo così mette in pericolo la salute di tutti?”.
Ci sono quindi tre metodi di contestazione che vengono tirati in gioco da parte di chi ha un’autorità: opportunità, legittimità e vergogna. A proposito o sproposito… non è quello che ora ci interessa, anche se la “vergogna” fa parte della stessa famiglia di quando si dice di non fare qualcosa di illegittimo perché è “peccato”…
A cosa servono queste nostre osservazioni?
A comunicare che, anche se veniamo redarguiti ché stiamo facendo qualcosa valutato dalle autorità come inopportuno, illegittimo o vergognoso, è bene non astenersi dal farlo.Invito a “procurare allarmi” come direbbe la vice-Sindaca di Firenze?
No, invito ad essere noi stessi, civicamente noi stessi!Il nostro Paese non ha conferito poteri assoluti al premier, al Sindaco o alle forze dell’ordine. Non siamo l’Ungheria di Viktor Orban. Siamo una nazione che discute, parla (talvolta anche straparla…) e che ha deciso di continuare ad affidare anche le emergenze alla dialettica tipica di un regime di democrazia liberale.
Democrazia liberale che si alimenta, si rinvigorisce, cresce e dà i suoi benéfici effetti anche in virtù delle contrapposizioni e per il fatto che tutto possa e debba essere rimesso in discussione. “Virtù” – sia chiaro – che non giustifica la burocrazia ma che consente di evirare le arroganze di ogni tipo. Qualcuno potrebbe valutare questo metodo più faticoso e più lento che non quello, per esempio, del citato premier ungherese. Per capire l’errore di questa valutazione è sufficiente andarsi a leggere la storia, anche quella della nazione Italia (fascismo) o della nazione Germania (nazismo) e di tante altre anche oggi in auge (Filippine, per esempio).Noi crediamo che il coronavirus si superi essenzialmente e soprattutto facendo fede ai nostri principi istituzionali. Per il presente e per il futuro.Noi che siamo governati ed amministrati è bene che ascoltiamo, supportiamo e sopportiamo anche ciò che riteniamo più disdicevole (col potere di cambiare canale o girare la testa dall’altra parte, fare ricorso o esprimere un voto diverso alle dovute scadenze). Ma chi ci governa e ci amministra, proprio perché siamo la nazione Italia (Ue, Onu) non si può arrogare il diritto di fare come noi. Se “gli fa fatica”, sono liberi di tornare ad essere come noi! (Vincenzo Donvito, presidente Aduc)

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Scuola: assunzioni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Sulle modalità di assunzione dei docenti precari, anche gli altri sindacati rappresentativi si allineano alla proposta di Anief di assumerli in base ai titoli, rispetto ai nuovi concorsi i cui tempi di attuazione sono troppo lunghi, come si legge nei rilievi del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. In 15 mila firmano le petizioni presentate da Marcello Pacifico che interviene martedì e mercoledì prossimo in un webinar alle 17.30. La soluzione è a portata di un clic: basta emanare il decreto di aggiornamento delle graduatorie di istituto provinciali e scorrerle anche per il reclutamento sui posti vacanti residuali dalle immissioni in ruolo assegnate a GaE e graduatorie di merito. Sono già graduatorie per titoli. In meno di una settimana sono stati in 15 mila a firmare le petizioni lanciate da Marcello Pacifico per chiedere l’aggiornamento urgente delle graduatorie d’istituto e Ata 24 mesi al fine delle immissioni in ruolo e per l’avvio dell’anno scolastico 2020/21 con la conferma dei contratti vigenti.Presto l’assunzione dei docenti precari sarà il tema dominante del comparto scuola. Secondo Anief, le immissioni in ruolo dei precari storici, rivendicate da tempo dalla stessa Commissione UE con la direttiva 1999/70/CE, potrebbero quindi entrare a regime con lo svolgimento di anno di formazione. Quindi, non serve più nemmeno organizzare un concorso per soli titoli. E lo stesso andrebbe fatto con il personale Ata, così da coprire altri 40 mila posti vacanti con le graduatorie già pronte, anche queste per titoli, da 24 mesi. Se si vuole superare la supplentite, l’unica cosa da fare è approvare l’emendamento Anief al decreto “Cura Italia”, altrimenti ci aspetta un anno scolastico a dir poco caotico e all’insegna dei ricorsi seriali. Per evitare decrementi all’offerta formativa, sarà fondamentale anche “confermare in toto l’attuale composizione numerica del corpo insegnante”.Anief chiede, inoltre, intervenendo pure sul testo del Decreto Legge n. 22 sulla Scuola in fase di conversione, di sbloccare tutte le assunzioni dalle graduatorie dei concorsi 2016 e 2018, oltre che le assunzioni sui posti Quota 100 previste dalla L. 159/2019 e un concorso per soli titoli per tutti indirizzato ai precari con almeno 36 mesi di servizio, inclusi i docenti di religione, senza dimenticare di stabilizzare il personale educativo e Ata. Sarebbe opportuno ed equo avviare poi un concorso straordinario aperto anche ai docenti scuole paritarie ai fini dell’accesso ai ruoli e non del solo conseguimento dell’abilitazione, la stabilizzazione degli amministrativi facenti funzione Dsga, la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto e infine l’avvio di un nuovo concorso straordinario per i maestri dell’infanzia e primaria.Anche per sopperire ai mancati concorsi, il giovane sindacato auspica di valorizzare l’esperienza acquisita e la continuità didattica, con la conferma nei ruoli per chi è stato immesso in ruolo con riserva e lo scioglimento della stessa per chi non è ancora stato immesso nei ruoli, ma anche l’annullamento o il congelamento delle procedure di licenziamento. Per rispondere in modo deciso all’isolamento forzato, derivante dal pericolo contagio del Covid-19, bisogna infine avviare percorsi abilitanti non selettivi in modalità telematica, rivolti pure ai docenti di ruolo “ingabbiati” senza servizio alla secondaria in esecuzione dell’art 472 del D.lgs 297/1994, oltre che organizzare PAS sostegno per i docenti di ruolo su materia e corsi abilitanti per i docenti tecnico-pratici.

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Decreto Scuola, cosa prevede per la conclusione dell’anno in corso, gli esami e l’avvio di quello nuovo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Il decreto legge 22/2020 apre la strada a provvedimenti del Ministero dell’Istruzione che dovranno fissare misure particolari -in deroga alle normali regole- per il corrente anno scolastico ed il successivo. In particolare, per quello attuale dovranno essere fissate misure sulla valutazione dello stesso e sullo svolgimento degli esami del primo e secondo ciclo di istruzione (terza media e maturità), seguendo determinati limiti e principi. Per il nuovo anno dovrà essere fissata la data di inizio tenendo conto dei recuperi da svolgere per gli studenti che ne avranno bisogno.Vediamo in generale cosa è stato previsto.
Anno scolastico 2019/2020, didattica a distanza obbligatoria. In corrispondenza della sospensione delle attività didattiche a seguito dell’emergenza epidemiologica, il personale docente deve assicurare comunque le prestazioni didattiche nelle modalita’ a distanza, utilizzando strumenti informatici o tecnologici a disposizione. Le prestazioni lavorative e gli adempimenti connessi dei dirigenti scolastici nonche’ del personale scolastico possono svolgersi nelle modalita’ del lavoro agile anche attraverso apparecchiature informatiche e collegamenti telefonici e telematici, per contenere ogni diffusione del contagio.Viene ribadito che per tutto l’anno scolastico sono sospesi i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche comunque denominate, programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
Anno scolastico 2019/2020, deroghe al minimo di giorni di lezione e al requisito di minima frequenza
L’attuale anno scolastico conserva validità pur senza l’effettuazione del minimo di giorni di lezione (200 giorni). La deroga è già in vigore da tempo, prevista dal Dl 9/2020, art.32. Si aggiunge a ciò la precisazione che sia ai fini dell’ammissione agli esami di Stato sia ai fini dell’ammissione alla classe successiva si prescinde dal possesso dei requisiti previsti dal D.lgs. 62/2017, in particolare da quello del minimo di frequenza (almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato).
Esame di terza media (scuola secondaria di primo grado). Se l’attività scolastica potrà riprendere entro il 18 maggio le prove d’esame si svolgeranno in presenza e il Ministero ne stabilirà le modalità semplificate, con possibile eliminazione di una o più prove e rimodulando le modalità di attribuzione del voto finale. Dovranno essere previste specifiche regole per i candidati privatisti, salvaguardando uno svolgimento delle prove comunque omogeneo rispetto a quello dei candidati interni.Se invece l’attività scolastica non riprendesse entro il 18 maggio, o se vi fossero impedimenti per ragioni sanitarie, l’esame sarà sostituito da una valutazione finale da parte del consiglio di classe che dovrà comunque tener conto di un elaborato del candidato. Il Ministero definirà l’elaborato da svolgere e fisserà le modalità e i criteri di attribuzione del voto finale. Anche in questo caso i candidati privatisti avranno specifiche disposizioni.In ogni caso, precisa il Ministero, ci sarà una valutazione seria e corrispondente all’impegno degli alunni.Dovranno essere previste anche specifiche modalita’ per l’adattamento di quanto sopra agli studenti con disabilita’ e disturbi specifici di apprendimento, nonche’ con altri bisogni educativi speciali.
Esame di maturità (scuola secondaria di secondo grado). Se l’attività scolastica potrà riprendere entro il 18 maggio le prove d’esame di svolgeranno in presenza e dovrà essere prevista la sostituzione della seconda prova a carattere nazionale con una prova predisposta dalla singola commissione d’esame, aderente alle attività didattiche effettivamente svolte nel corso dell’anno scolastico. La commissione esaminatrice dovrà essere composta esclusivamente da membri interni (commissari appartenenti all’istituzione scolastica sede di esame), con un presidente esterno. Se invece l’attività scolastica non riprendesse entro il 18 maggio, o se vi fossero impedimenti per ragioni sanitarie, sarà prevista l’eliminazione delle prove scritte e la sostituzione con un unico colloquio, articolandone i contenuti, da tenersi in modalità anche telematiche. Il Ministero precisa che quest’anno tutti avranno la possibilità di sostenere le prove, tenuto conto del periodo dell’emergenza. Ma i crediti di accesso relativi alla classe V e il voto finale saranno comunque basati sull’impegno di tutto l’anno. Resta ferma inoltre la necessità di raggiungere almeno il punteggio di 60/100 per ottenere il diploma. Come per le prove della scuola media dovranno essere previste specifiche modalita’ per l’adattamento di quanto sopra agli studenti con disabilita’ e disturbi specifici di apprendimento, nonche’ con altri bisogni educativi speciali. Ammissione alla classe successiva e recupero/integrazione nell’anno scolastico 2020/2021. Le ordinanze ministeriali dovranno anche fissare i requisiti di ammissione alla classe successiva per le scuole secondarie (media e superiore), tenendo conto del possibile recupero degli apprendimenti attuabile nell’anno scolastico successivo ma anche tenendo conto del processo formativo e dei risultati conseguiti sulla base della programmazione svolta. L’eventuale integrazione e recupero degli apprendimenti dovrà essere attuato a decorrere dal 1 settembre 2020 come attivita’ didattica ordinaria, tenendo conto delle specifiche necessita’ degli alunni e avendo come riferimento il raggiungimento delle competenze fissate dalle indicazioni nazionali.Per la scuola superiore quindi non ci sarà il meccanismo dei debiti e a Settembre del 2020 al posto degli abituali corsi di recupero delle insufficienze sarà possibile, per chi ne avrà bisogno, svolgere attività di recupero e integrazione. Il Ministero precisa che benchè non sia previsto il “6 politico” tutti potranno essere ammessi all’anno successivo, con valutazione, nel corso degli scrutini finali, secondo l’impegno reale. Se la scuola non riaprisse entro il 18 maggio anche gli scrutini, ovviamente, saranno svolti a distanza. Avvio dell’anno scolastico 2020/2021 Le ordinanze del Ministero dell’istruzione dovranno regolare l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 provvedendo:
– alla definizione della data di inizio delle lezioni , d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, anche tenendo conto dell’eventuale necessita’ di recupero degli apprendimenti e della conclusione delle procedure di avvio dell’anno scolastico;
– all’eventuale conferma, se la scuola non ripartisse entro il 18 maggio, dell’impiego dei libri di testo adottati nel corrente anno scolastico anche per il successivo. Per approfondimenti collegarsi al sito: https://www.miur.gov.it/ (Rita Sabelli, responsabile Aduc aggiornamento normativo)

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Scuola: Incontro Miur su organici e mobilità

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Primo incontro sugli organici e mobilità deludente del Vice presidente Nazionale Gianmauro Nonnis e del segretario generale Stefano Cavallini con il Capo Dipartimento per il sistema Educativo di Istruzione, dott. Max Bruschi, e con il Dirigente Ufficio IV Personale docente ed educativo, Antimo Ponticiello, Marcello Pacifico (Anief): “Anche se sono stati confermati i numeri di docenti dell’anno scorso rispetto a 70mila alunni in meno, gli organici risultano comunque insufficienti per garantire adeguatamente il diritto all’istruzione, evitare le classi pollaio e adeguare il tempo scuola nella primaria. Anche sul sostegno i 1090 posti in più non coprono neanche i posti in deroga dati ogni anno dai vari UUSSRR per avere una copertura adeguata ai fabbisogni di alunni con handicap” Al contrario della soddisfazione espressa da tutte le altre organizzazioni sindacali in vari comunicati, a noi resta l’amaro in bocca per le informazioni ricevute. La conferma dell’organico dell’anno scorso, anche in presenza della diminuzione di circa 70mila alunni, se presa in modo assoluto potrebbe sembrare una notizia positiva, ma non tiene conto della diminuzione del numero complessivo dei docenti che dal 2009 ha portato al taglio di circa 200mila posti mai ripristinati. Per non parlare del mai attuato percorso 0-6 per cui servirebbero decine di migliaia di docenti dell’infanzia da assumere. Il tutto passando per il tempo scuola tagliato dalla legge 133/2008, che al Sud interessa solo il 15% degli alunni circa, contro oltre il 48% al Nord e che necessiterebbe di un numero adeguato di immissioni in ruolo per essere attuato e reso uniforme su tutto il territorio nazionale.“Servirebbero ben altri numeri rispetto a quelli datici dal ministero. 390 posti per l’infanzia non saranno mai sufficienti, non dico per attuare, ma neanche per avviare il percorso 0-6 – afferma Gian Mauro Nonnis presente all’incontro – così come i 500 posti comuni in più e 1090 posti di sostegno in più in organico di fatto sono delle gocce nel mare. Per far tornare il rapporto docenti-alunni ai livelli del 2009, prima del taglio voluto dal ministro Tremonti – conclude il vicepresidente nazionale Anief – servirebbero almeno 120mila docenti in più e solo così potremmo dire di aver risolto in tutta Italia il problema delle classi pollaio tanto sentito dall’attuale ministro dell’istruzione” “I numeri snocciolati dal ministero inoltre non sono una novità – interviene Stefano Cavallini, segretario generale Anief – ma sono noti perché contenuti in norme già in vigore. Dall’incremento di 500 posti comuni inserito nell’art. 7, comma 10-octies del Milleproroghe, ai 390 posti di potenziamento infanzia indicati nell’art.1, comma 279, L.160/2019, ai 1.090 posti in più di sostegno indicati nell’art.1, comma 266, della L.160/2019. Niente di nuovo quindi. Ci aspettavamo numeri ben maggiori che avrebbero permesso di abbattere la supplentite che si prospetta ancor maggiore l’anno prossimo”.Il ministero non ha dato risposte adeguate a problemi endemici della scuola che da anni denunciamo. L’introduzione di un’ora aggiuntiva di educazione fisica nella scuola primaria e di educazione civica ‘vera’, come materia autonoma, l’eliminazione delle nuove certificazioni per il sostegno ai disabili, con l’assegnazione di tutte le ore richieste dal Pei e l’estensione dell’obbligo scolastico a partire dall’età di 5 anni fino alla maturità, oltre che il ritorno all’insegnamento modulare nella scuola primaria e l’introduzione del docente di sostegno nella scuola dell’infanzia avrebbero dovuto avere altre risposte in termini di organico. Anche sul versante mobilità non abbiamo avuto risposte adeguate.

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Due prestigiosi riconoscimenti per il prof. Paolo Colombo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Parma. Paolo Colombo, professore emerito e già docente di Tecnologia Farmaceutica all’Università di Parma, è stato nominato tra i Top 60 più influenti leader industriali nella “The Medicine Maker’s 2020 Power List”. The Medicine Maker è un autorevole magazine medico-scientifico che pubblica costantemente articoli e news di settore promuovendo la cultura scientifica medico-farmaceutica nel mondo. La rivista, che ha celebrato persone il cui lavoro ha influenzato positivamente l’industria farmaceutica negli ultimi cinque anni, intende informare i propri lettori mettendo in evidenza i risultati più rilevanti ottenuti da queste personalità scientifiche.Altro prestigioso riconoscimento per Paolo Colombo è la nomina nel College of Fellows dell’American Institute for Medical and Biological Engineering (AIMBE). Le nomine AIMBE nel College of Fellows sono tra le più alte distinzioni professionali accordate agli ingegneri, ai medici e ai biologi. La presenza nel College rende omaggio a coloro che hanno dato un contributo eccezionale alla “ricerca, pratica o formazione di ingegneria e medicina” e “ai pionieri di novità e sviluppi in campi tecnologici, facendo grandi progressi nei tradizionali settori dell’ingegneria medica e biologica, o sviluppando/implementando approcci innovativi alla bioingegneria”.
Il prof. Colombo è stato nominato da colleghi e membri del College of Fellows per i “contributi fondamentali a nuovi farmaci/proteine ​​per il trattamento dell’angina pectoris, degli inibitori dell’assorbimento del controllo della serotonina, del Parkinson e dell’iperplasia prostatica benigna”. I Fellows AIMBE sono impiegati nel mondo accademico, industriale, clinico e governativo. AIMBE Fellows sono tra i più illustri ingegneri medici e biologici, tre sono vincitori di Premio Nobel, 18 hanno ricevuto la Medaglia presidenziale per la scienza, la tecnologia e l’innovazione, e 173 sono stati anche nominati alla National Academy of Engineering, 84 alla National Academy of Medicine e 37 alla National Academy of Sciences.L’attività di Paolo Colombo, attualmente CEO della start-up “PlumeStars” srl, è rivolta anche alla lotta contro il Covid-19. “PlumeStars è impegnata nella preparazione di un prodotto capace di attaccare il virus percorrendo la sua via di infettività” – ha affermato il prof. Colombo – “cioè eseguendo una somministrazione nasale e polmonare di farmaci a basso peso molecolare, in dosi più basse ma in grado di generare concentrazioni locali di contatto molto elevate”.

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Agricoltura: Prioritaria la tutela della PMI

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Gli anticipi degli aiuti diretti della Pac devono tutelare in primo luogo le piccole e medie imprese agricole che sono il vero motore della nostra agricoltura – dichiara il presidente nazionale Confeuro Andrea Michele Tiso. Con l’emendamento che permette di ricevere i fondi Pac prima del termine previsto, il Governo dimostra di aver preso coscienza che l’emergenza ha colpito duramente il settore primario e che sono necessarie misure straordinarie.Tra i problemi della Pac c’è tuttavia la distribuzione dei fondi, che ha sinora privilegiato le aziende multinazionali perdendo di vista i piccoli e medi agricoltori – prosegue Tiso. Nonostante i 408.31 miliardi stanziati nel settennato che si conclude quest’anno – equivalenti al 38% del bilancio Ue – in Europa continuano a scomparire ogni anno migliaia di piccole imprese agricole. Confeuro chiede da anni un deciso cambiamento di rotta a favore dei piccoli agricoltori, i veri custodi della biodiversità e del territorio che in queste settimane continuano a lavorare la terra per garantire la fornitura di beni alimentari a tutto il Paese. La sfida da affrontare è ora duplice. Da una parte far sì che l’erogazione degli anticipi non sia ostacolata da un eccesso di burocrazia; gli effetti delle di procedure farraginose sarebbero infatti ancora peggiori in un momento di emergenza. Dall’altra occorre mettere al centro della Politica agricola comune europea le piccole e medie imprese, le vere protagoniste della nostra agricoltura e le uniche in grado di far diventare realtà la svolta agroecologica garantendo rispetto dell’ambiente e produzioni di qualità.

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ProGlove: promozione per Charlie Grieco, nominato Chief Revenue Officer

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Chicago/Monaco. ProGlove, leader nel settore dei wearable ergonomici ad utilizzo industriale, ha nominato Charlie Grieco Chief Revenue Officer a livello internazionale. Grieco, è entrato a far parte di ProGlove nell’aprile 2019 per portare il business della società, con headquarter a Monaco di Baviera, anche in Nord America. Rapidamente Grieco, ha sviluppato un’efficace strategia di vendita basata sull’attivazione di partnership con selezionati rivenditori di canale per portare sul mercato americano i dispositvi indossabili per la scansione dei codici a barre. Questo obiettivo è stato raggiunto portando una crescita del 100+% rispetto all’anno precedente e la prima vendita a 7 cifre dell’azienda grazie a un contratto con un importante rivenditore per la gestione del suo di magazzino e delle sue attività come centro di distribuzione.In merito a questa nomina, Andreas Koenig, CEO di ProGlove dichiara: “Fin dal primo giorno ho pensato che Charlie Grieco fosse la persona giusta per dare un deciso impulso alla crescita del nostro business negli Stati Uniti e i risultati che ha ottenuto hanno confermato le mie aspettative: Charlie ha dato immediatamente un contributo straordinario al nostro sviluppo commerciale in America. Oltre alle sue ottime qualità di venditore, sono le sue doti di leader a fare la differenza. Ha dimostrato di poter costruire e guidare un team. Il suo notevole lavoro e il suo impegno sono encomiabili. Ma, cosa ancora più importante, Charlie ha stabilito uno standard nelle modalità di comunicazione e motivazione del team. Grieco incarna alla perfezione i nostri valori e la nostra cultura e sono convinto che tutta la nostra organizzazione tragga vantaggio dalla sua leadership”.Il prodotto di punta di ProGlove è rappresentato dalla linea MARK di scanner di codici a barre indossabili, grazie ai quali i lavoratori non sono più vincolati alle postazioni di lavoro fisse per seguire il flusso dei processi. Questa linea comprende gli scanner MARK basic, MARK 2 e i nuovi scanner MARK Display, che sono eccezionalmente sottili, leggeri e resistenti. Intercambiabilmente, questi scanner dalle dimensioni di una scatola di fiammiferi, si montano su dispositivi personali indossabili – un guanto, un avvolgitore o un reel a clip – che includono un pulsante incorporato per attivare la funzione di scansione. I segnali acustici, visivi e tattili segnalano la correttezza di ogni scansione; il nuovo MARK Display integra anche di un display ad alto contrasto, non riflettente, a inchiostro elettronico per portare le informazioni cruciali direttamente sul dorso della mano del lavoratore che si muove all’interno del suo spazio di lavoro. E poiché i dispositivi indossabili sono per definizione personali, ci sono meno possibilità di diffusione di batteri tra i lavoratori e meno opportunità di far cadere o smarrire gli scanner stessi.

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La realtà del digitale investe in capitale umano nonostante la crisi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Hangouts Meet per le videoconferenze, Miro per i progetti di co-design, InVIsion per i prototipi digitali, Confluence e Jira per la storia del progetto, Zeplin per la consegna del progetto. La metodologia di progettazione e sviluppo di progetti digitali di Enhancers è nativamente smart e tutti gli strumenti di collaborazione a distanza fanno da sempre parte del lavoro quotidiano della realtà fondata nel 2011 a Torino, tra i precursori dello User experience (UX) design in Italia.Enhancers, oggi, ha due basi in Italia, a Torino e Bologna, 50 dipendenti, un fatturato con una crescita costante con tassi del 30-40% anno su anno. Nel 2019 il team ha accolto 16 nuove persone, inquadrate con diverse forme di collaborazione, e prevede di aggiungere 8 nuovi collaboratori nei prossimi mesi, sia designer e sia sviluppatori.«In un momento difficile come questo l’industria del digitale è tra le poche a reggere l’urto, anzi, vede moltiplicarsi le opportunità di innovazione e crescita. Da protagonisti del settore intendiamo trasferire questo valore anche al territorio, creando lavoro e nuovi mercati», afferma Luca Troisi, fondatore e CEO di Enhancers.Enhancers è permanentemente in modalità smart working anche quando i team sono fisicamente presenti. La comunicazione interna e con i clienti avviene, oltre che via mail e telefono, con Hangouts Meet per le videoconferenze e Chat per le conversazioni per iscritto. I progetti vengono condivisi con Miro, una piattaforma on line per il co-design e l’Agile e i materiali sono nel cloud su Google Drive, accessibili a tutto il team. I prototipi digitali sono realizzati e inviati con InVIsion. La storia del progetto è documentata con Confluence e Jira e la consegna del progetto per lo sviluppo è, infine, gestita a distanza con Zeplin.Enhancers progetta esperienze d’uso significative per gli utenti e sviluppa prodotti digitali innovativi che fanno leva sulle tecnologie per creare valore per le persone e le aziende. Tra i clienti, le principali banche italiane, colossi della Smart Home come il gruppo Haier Europe, proprietario per esempio dei marchi Candy e Hoover e brand capofila del made in Italy come Illy.

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Il significato politico e storico della festa di Pesach

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

By Ugo Volli. Mercoledì sera gli ebrei di tutto il mondo iniziano la festa di Pesach, la ricorrenza più partecipata e coinvolgente del calendario ebraico insieme al giorno dell’Espiazione (Yom Kippur). Come accade di frequente nel ciclo delle feste ebraiche, prima dei significati propriamente religiosi, che non mi permetto di commentare qui, Pesach ricorda, sia pure nella luce del racconto mitico, un evento storico-politico fondamentale per il popolo ebraico, anzi l’avvenimento più importante di tutti: la propria costituzione come popolo, la propria liberazione da un’oppressione omicida, la propria vocazione al rapporto con una terra precisa. Gli ebrei, che erano una popolazione oppressa, un grandissimo clan familiare unito da un antenato comune (sono i “figli di Israele”, il nuovo nome dato a Giacobbe dopo la lotta con l’angelo) diventano con Mosè un popolo cosciente della propria identità e capace di lottare per i propri diritti; grazie all’intervento divino si liberano ed escono dalla “casa della schiavitù”; si dirigono verso la terra che è stata loro indicata con un lungo viaggio in cui ricevono i loro ordinamenti religiosi e civili, cioè la Torah, affrontano vittoriosamente le popolazioni che cercano di depredarli e distruggerli, superano numerose crisi politiche e religiose, insomma costruiscono fra mille difficoltà la loro forma di vita. Questo ci dice il racconto della Torah, che viene riassunto e ripercorso nel testo che si legge nella cena rituale delle prime due sere della festa, la Haggadah, un titolo che significa la Narrazione per antonomasia.Le storie di fondazione, di fuga e di immigrazione non sono rare fra i popoli antichi. Per fare solo un esempio, l’Eneide racconta come Roma sia stata fondata dagli esuli di Troia, fra guerre, interventi divini, lotte intestine. La differenza naturalmente sta nei valori messi in evidenza dalla storia di Pesach, in senso religioso il monoteismo e la Legge, in senso politico la libertà, il passaggio dalla schiavitù all’indipendenza, in senso storico-geografico la vocazione a una terra precisa: gli ebrei escono dalla schiavitù d’Egitto per andare in quella che da allora si sarebbe chiamata “terra di Israele”, con la consapevolezza che se ne fossero stati allontanati, il ritorno a quella patria sarebbe stato il primo dovere e il primo desiderio.
La Haggadah inizia con una clausola molto citata: “ Quest’anno siamo qui, l’anno prossimo saremo in terra d’Israele; quest’anno siamo schiavi, l’anno prossimo saremo liberi” , che viene riecheggiata proprio alla fine con l’augurio “L’anno prossimo a Gerusalemme”. Queste parole così “sioniste” furono scritte molto probabilmente in Babilonia al tempo del Talmud, mille e cinquecento anni fa, formalizzando una ritualità a sua volta millenaria; gli eventi narrati risalgono, secondo la cronologia biblica, a trentacinque secoli or sono. Questa straordinaria continuità storica di una rivendicazione politica e territoriale, oltre che religiosa, si è prolungata negli esili e nelle persecuzioni, nella prosperità e nella miseria, in tutti i paesi e in tutte le condizioni. Essa si ripete ancora oggi, in mezzo a un’epidemia che ci riporta collettivamente dall’illusione di onnipotenza tecnologica alla precarietà della vita umana.Vi è naturalmente in tutto ciò un senso potentemente religioso, l’esperienza di un rapporto col Santo che ha plasmato universalmente il mondo, anche nelle sue traduzioni non ebraiche; ma vi è anche l’autocoscienza di un popolo che ostinatamente cerca la propria libertà, la propria indipendenza, il proprio luogo, senza lasciarsi logorare dall’oppressione, dall’esilio, dai tentativi di distruggerlo. Festeggiare Pesach vuol dire assumersi questo carico, condividere questo destino, prolungare questa vocazione. Chi si interroga sul “miracolo” di un popolo disperso da venti secoli che si raduna, su una lingua “morta” che rinasce, su un piccolo gruppo etnico che resiste a nemici cento volte più grandi, ma anche chi riflette sulle divisioni e sulla responsabilità collettiva, sull’identità e la molteplicità ebraica, sulla cultura e sulla religione, deve partire da qui, da Pesach e dalla sua narrazione, che è identità.

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Molise: Coronavirus e riapertura nosocomi

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

Ci scrive Giorni fa Pasquale Di Lena:” l’appello, da me diffuso a nome dell’Associazione tra gli ex consiglieri regionali del Molise, “Una decisione non più rinviabile”, riguardante la riapertura immediata degli ospedali “Vietri” di Larino e “S. Rosario” di Venafro, qualificandoli, subito, come ospedali Covid 19. Considerato che la situazione riguardante la risposta che il Molise dà al Coronavirus non solo non è cambiata, ma è addirittura peggiorata con le ultime iniziative del responsabile dell’Asrem, che disattendono le indicazioni, prese a maggioranza dei voti, del Consiglio regionale del Molise, rinnoviamo questo nostro appello ai sindaci, in particolare al sindaco di Larino e di Venafro. Lo rivolgiamo, altresì a tutti i molisani, alle associazioni, ai comitati, alle organizzazioni sindacali, professionali e cooperative, per una mobilitazione dell’intero territorio perché il governo regionale blocchi l’iniziativa del dirigente dell’Asrem. Un’iniziativa che diventa un ostacolo enorme alla ricerca di una seria pianificazione – art.32 della Carta Costituzionale – della sanità, non solo molisana, quale bene comune e non di privati. Una decisione irriguardosa nei confronti del Consiglio regionale, il parlamento del Molise – spetta non a noi ma al Consiglio regionale chiedere le ragioni – e pericolosa perché serve solo a creare ulteriore confusione e tanti rischi per ogni molisano, in particolare le persone più deboli e più bisognose quali sono: gli anziani, le persone malate e quelle diversamente abili. (Associazione tra gli ex consiglieri regionali del Molise)

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Pensare solo agli interessi dei cittadini

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 aprile 2020

“Quelli che fanno politica da molti anni pensano di potersi reinventare ogni volta, sperando che i cittadini dimentichino. E allora provano a cambiare la versione dei fatti, focalizzandosi su particolari irrilevanti per distrarre l’opinione pubblica dalle responsabilità politiche, che invece ci sono e restano in eterno.
C’è chi ha sostenuto i peggiori Governi degli ultimi 20 anni, o addirittura vi ha fatto parte, ed ora pensa, perché si trova all’opposizione, di poter far passare il messaggio che è sulla scena politica solo da qualche settimana.
La stessa cosa sta accadendo con il MES, che è stato negoziato dal Governo in cui sedeva Giorgia Meloni, quando era Ministro della Gioventù, ed era composto da esponenti di primissimo piano della Lega. Oggi fanno finta di dimenticarsene e cercano di avvelenare il clima politico. Peccato, perché, nonostante questo atteggiamento dei due leader, con molti Parlamentari delle due forze politiche, e con tanti altri rappresentanti dell’opposizione, collaboriamo in modo concreto per il bene dell’Italia, lasciando da parte gli interessi di partito.Noi continuiamo a lavorare per ottenere dall’Europa nuovi strumenti utili a fronteggiare un’emergenza simmetrica, impossibile da prevedere, che coinvolge non solo il nostro Paese ma l’intera UE. Sul MES non aggiungo altro, la mia posizione ma anche quella del Governo è estremamente chiara. In Italia, e in Europa, bisogna pensare solo agli interessi dei cittadini”. Lo ha scritto, su Facebook, il Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Laura Castelli.

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