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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 113

Uno “straniero” nella patria comune

Posted by fidest press agency su giovedì, 3 settembre 2020

Dalle pagine di “Cultura religiosa” della Fidest. Ci sembra, da parte nostra, di capire che dai tanti popoli che nascono e prolificano nel mondo tutto sembra dividerli e rinchiuderli nei loro ristretti ambiti tribali. A questo punto l’ebraismo e il cristianesimo sono, per i musulmani, le religioni dello “straniero” e, questi ultimi, devono subire analogo trattamento recandosi nei “regni” cristiani ed ebraici. Sulla stessa lunghezza d’onda si comportano i cristiani, tra loro, con la Chiesa di Roma e quella d’Inghilterra, di Russia, di Grecia ecc. È un genere di atteggiamento che potrebbe saperla lunga sulla storia delle conquiste territoriali che costellano gli eventi del nostro passato recente e remoto. La fede espressa in questo modo non è l’esaltazione di un primato ma diventa una semplice questione di natura politica e militare. La fede diventa il braccio secolare di un sistema. In qualche modo cerca di tenere uniti i fratelli separati che sono emigrati in terre lontane. E ogni religione interpreta il suo ruolo così come ogni lingua, o dialetto che sia, fa sentire la sua presenza e il suo carattere distintivo e vi tramanda tutta la propria cultura.
Il giorno in cui l’uomo avrà più consapevolezza dell’universalità del suo messaggio, anche la babele delle lingue cesserà. Lo stesso accadrà con le attuali numerose sperequazioni sociali ed economiche.
Trionferà quella morale interiore che, nel corso dei tempi, noi abbiamo cercato, più delle volte, invano. Alla fine, trionferà il suo insegnamento. Avverrà in onore di quel Dio che non è lontano da noi e che gli apparteniamo come una sola cosa.
Oggi intravediamo solo la sua autorità, domani la vedremo come giustizia condivisa e condivisibile. Sarà un domani, dove non sarà necessario dividerci per essere a Lui più vicini. Basta ritrovare la nostra unità. Unità nella fede, nella giustizia, nella ricerca della verità. La sola e non le tante facce che potremmo riscontrarvi, nel nostro passo nei tempi, in buona o in cattiva sorte. (Riccardo Alfonso)

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