Non è la mia una partigianeria ma il frutto di un ragionamento, discutibile per quanto si voglia, ma che considero al passo con i tempi e mi spiego. Oggi si parla tanto della crisi “ideologica” dei cosiddetti partiti tradizionali ed anche di quelli “padronali” che oggigiorno sembrano andare di moda. Vedasi Berlusconi, Renzi, Giovanni Toti, Bruno Tabacci, Fitto, Parisi e altri. Sono tutti degni di nota ma non è questo l’aspetto importante. In siffatto contesto i partiti che conosciamo, e tuttora in auge, con molti o pochi consensi nel loro carniere, rappresentano una fetta della società sempre più caratterizzata da interessi corporativi più per accordi elettorali che per intimo convincimento. Per contro la lotta politica, e non solo, si sta radicalizzando in due fondamentali fazioni: quelli che sono e quelli che hanno. Quelli che dispongono di risorse economiche piccole o grandi che siano e gli altri, e sono purtroppo la maggioranza nel mondo, che vivono di espedienti, e non certo per una loro libera scelta, ma più delle volte hanno dalla loro parte la cultura se non l’istruzione, il sapere ma non la conoscenza. E se ora dopo questo preambolo vogliamo ritornare ai Pentastellati il suo movimento ha attratto quella cospicua parte dell’opinione pubblica italiana, nello specifico, che ha pensato alla politica come ad una forma di rottura con i vecchi schemi, le alleanze di convenienza, i comitati d’affari per ottenere finanziamenti sottobanco e via di questo passo. Per dirla generosamente è una partitocrazia a mezzo servizio tra difesa degli interessi generali e quelli “particolari”. Sta ora ai pentastellati della prima e dell’ultima ora comprendere l’attuale travaglio esistenziale che si nutre di uomini e di donne ma va spiegato, compreso e accettato a prescindere perché la partita in gioco non deve far soccombere chi è maggioranza ma non ha i mezzi per farsi sentire come vorrebbe e ne ha diritto. (Riccardo Alfonso)
Archive for 1 ottobre 2020
Perché considero il Movimento 5Stelle il movimento politico più futuribile?
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
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L’Unione europea lancia il mese europeo della cibersicurezza
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Il mese di ottobre segna l’ottava edizione del mese europeo della cibersicurezza(link is external), che riunisce l’Unione europea, i suoi Stati membri e i cittadini europei per prevenire e contrastare le minacce informatiche. Incoraggiando gli europei a “pensare prima di cliccare”, l’obiettivo principale della campagna di quest’anno, che inizia oggi 1º ottobre, è garantire che i cittadini siano consapevoli dei rischi online e dispongano degli strumenti necessari per diventare utenti di tecnologie più resilienti e più sicuri. Per l’intero mese in tutta Europa si svolgeranno centinaia di attività, come conferenze, seminari, sessioni di formazione, presentazioni generali, webinar e campagne online, mirate a sensibilizzare i cittadini sulla cibersicurezza ed a fornire informazioni aggiornate sulla sicurezza digitale attraverso la formazione e la condivisione delle migliori pratiche. Le attività sono coordinate dall’Agenzia europea per la cibersicurezza (ENISA) e dalla Commissione con l’appoggio degli Stati membri.
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Prima relazione annuale sulla situazione dello Stato di diritto nell’Unione europea
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
La prima relazione annuale sullo Stato di diritto è una delle principali iniziative del programma di lavoro della Commissione per il 2020e fa parte del meccanismo europeo globale per lo Stato di diritto annunciato negli orientamenti politici della Presidente von der Leyen. È il risultato di uno stretto dialogo con le autorità nazionali e i portatori di interessi ed esamina tutti gli Stati membri in modo obiettivo e imparziale. La valutazione qualitativa effettuata dalla Commissione si concentra sugli sviluppi significativi intervenuti a partire dal gennaio 2019 e garantisce un approccio coerente applicando la stessa metodologia a tutti gli Stati membri, pur rimanendo proporzionata agli sviluppi.La relazione fa parte del nuovo ciclo annuale relativo allo Stato di diritto: il meccanismo per lo Stato di diritto. Il meccanismo è un ciclo annuale inteso a promuovere lo Stato di diritto e prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di problemi. L’obiettivo è quello di migliorare la comprensione e la consapevolezza dei problemi e degli sviluppi di rilievo, nonché di individuare le sfide allo Stato di diritto e aiutare gli Stati membri a trovare soluzioni con il sostegno della Commissione e degli altri Stati membri, e di portatori di interessi quali la commissione di Venezia. Il meccanismo ha un ruolo preventivo, è distinto dagli altri strumenti dell’UE in materia di Stato di diritto e non sostituisce i meccanismi basati sul trattato di cui dispone l’UE per reagire a problemi più gravi in materia di Stato di diritto negli Stati membri. Tali strumenti comprendono le procedure di infrazione e la procedura per proteggere i valori fondanti dell’Unione ai sensi dell’articolo 7 del trattato sull’Unione europea. Si differenzia inoltre dalla proposta procedura di condizionalità per la tutela del bilancio, che mira a proteggere il bilancio dell’UE in situazioni in cui gli interessi finanziari dell’Unione potrebbero essere a rischio a causa di carenze generalizzate dello Stato di diritto in uno Stato membro. Alcuni Stati membri stanno avviando riforme volte a rafforzare l’indipendenza della magistratura e stanno riducendo l’influenza del potere esecutivo o legislativo sul sistema giudiziario. Tra loro figurano anche Stati membri in cui l’indipendenza della magistratura è tradizionalmente considerata elevata o addirittura molto elevata. Le valutazioni specifiche sui singoli paesi mostrano che l’indipendenza della magistratura continua a destare preoccupazione in alcuni Stati membri, il che ha portato all’avvio di procedure di infrazione o di procedure ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 1, del trattato sull’Unione europea. Un’altra sfida che si pone in tutta l’UE è fare in modo che i sistemi giudiziari siano adeguati all’era digitale; l’attuale pandemia ha dato un ulteriore impulso per accelerare le necessarie riforme digitali. I cittadini dell’UE godono in generale di elevati standard di libertà e pluralismo dei media. Soprattutto durante la pandemia di coronavirus, i media si sono dimostrati essenziali nella lotta alla disinformazione. La relazione manifesta tuttavia preoccupazione per quanto riguarda l’efficacia e l’adeguatezza delle risorse e il rischio di politicizzazione delle autorità di regolamentazione dei media in alcuni Stati membri. Alcune valutazioni per paese hanno inoltre individuato casi in cui la pressione politica sui media ha dato adito a gravi preoccupazioni. Infine, i giornalisti e altri operatori del settore dei media sono esposti a minacce e attacchi in relazione al loro lavoro in diversi Stati membri, anche se alcuni paesi hanno sviluppato pratiche e istituito strutture e misure per sostenere e proteggere i giornalisti. Il bilanciamento dei poteri a livello istituzionale è il fulcro vitale dello Stato di diritto e garantisce che il potere esercitato da un’autorità statale sia soggetto a un controllo democratico. In diversi Stati membri sono state avviate riforme costituzionali per rafforzare i sistemi di bilanciamento dei poteri istituzionali. Molti Stati membri hanno inoltre messo a punto strategie sistematiche per coinvolgere i portatori di interessi e garantire che le riforme strutturali scaturiscano da un ampio dibattito all’interno della società.
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Latin America: Members to exchange views with Bolivian Foreign Affairs Minister Karen Longaric Rodríguez
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Longaric Rodríguez has served as her country’s Minister of Foreign Affairs since November 2019, as part of the government led by Jeanine Áñez, in place since the forced resignation of Evo Morales and the annulment of the general elections held in October 2019.She is expected to discuss the current political situation in Bolivia with a view to the upcoming general elections that have been set for 18 October, following a second postponement due to the COVID-19 pandemic. On 8 September, EU Foreign Policy Chief Josep Borrell announced that the EU will deploy a reinforced Election Expert Mission to Bolivia, in line with the European Union’s long-standing commitment to support peaceful, credible, inclusive and transparent elections.This technical mission will be composed of 5-6 experts who will conduct a comprehensive analysis of the electoral process.
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Friday: meeting of the committee on foreign interference
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Brussels, Antall 6Q1 Friday, 2 October 2020, 9.00 – 11.00 and 12.00-13.00 he meeting is held with remote participation (Members are able to view and listen to the proceedings, ask for the floor and intervene in the meeting, and vote). Exchange of views: • on foreign interference linked to breaches of crucial electoral rules and political financing, with Marie-Hélène Boulanger, Union citizenship rights and Free movement, DG JUST, European Commission, and Raquel Cortés Herrera, Relations with the European Parliament & Consultative Committees, Secretariat-General, European Commission (9:00-10:00) • on foreign interference linked to the use of social media platforms, with Paolo Cesarini, Media Convergence and Social Media, DG CONNECT, European Commission (10:00-11:00), and • with experts at EU DisinfoLab: research coordinator Roman Adamczyk, managing director Gary Machado, and executive director Alexandre Alaphilippe (12:00-13:00)
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Atradius presenta Modula Freedom, la nuova polizza per le piccole imprese
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Nel quadro della crisi economica innescata dalla pandemia di coronavirus aumenta l’attenzione delle imprese italiane, in maniera trasversale nei vari comparti del sistema Paese, sul tema della tutela della propria attività dai mancati pagamenti ed insolvenze dei clienti. Questo perché i significativi cali di fatturato registrati in questi ultimi mesi hanno messo a dura prova interi settori, colpendo soprattutto le imprese più piccole del sistema, alle prese con problemi di liquidità a cascata nelle rispettive filiere produttive. Vuoti di liquidità che possono portare, se non gestiti in maniera attenta, a compromettere l’esistenza stessa dell’impresa, fino alla sua uscita dal mercato. Nell’ottica di fornire una soluzione assicurativa specifica per il segmento delle piccole imprese, Atradius, Gruppo internazionale attivo nell’assicurazione dei crediti commerciali, recupero crediti e cauzioni, presenta Modula FREEDOM la polizza di assicurazione dei crediti commerciali rivolta esclusivamente alle piccole imprese italiane con fatturato annuo fino a 3 milioni di euro, con la quale l’impresa ha la piena libertà di scegliere fra 5 diverse combinazioni predefinite di premio assicurativo in funzione dell’ indennizzo di polizza scelto in relazione alle proprie capacità di spesa ed esigenze di copertura assicurativa. Modula FREEDOM si distingue sul mercato italiano per una serie di caratteristiche che la rendono un prodotto facile da gestire e pienamente rispondente alle necessità della piccola impresa che intende assicurare i propri crediti commerciali. Modula FREEDOM riduce al minimo i tempi e le modalità di sottoscrizione del contratto assicurativo, grazie alla semplice compilazione e invio di un modulo di richiesta emissione, comprensivo di tutte le condizioni di polizza, espresse in modo chiaro e trasparente. La copertura dei crediti assicurati è pari al 90% per le vendite effettuate in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea e dell’area OCSE, i diritti di istruttoria per le richieste di limite di credito sono gratuiti per l’intera durata della polizza, e viene data la facoltà di recesso dalla polizza entro 30 giorni. Il rimborso del 100% dei costi sostenuti per le azioni di recupero dei crediti assicurati gestite da Atradius Collections, la società internazionale di recupero crediti del gruppo Atradius, completa l’offerta della Modula Freedom.
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I nuovi rischi di un federalismo competitivo fra regioni ricche e povere
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Di Giuseppe Bianchi. Non è nella tradizione delle Note Isril intervenire su fatti contingenti, anche se politicamente rilevanti come il referendum e le elezioni amministrative. Se ciò avviene è per esprimere una perplessità sulle interpretazioni che vengono date sui risultati di queste elezioni in termini di individuazione dei partiti che hanno vinto o hanno perso. Tale perplessità è sostenuta dal convincimento che si è assistito a un ulteriore accelerazione della crisi dei partiti: di tutti i partiti, al di là dell’esito del voto. Le prove? I veri vincitori sono i Governatori eletti con maggioranze quasi bulgare (Veneto, Campania, Puglia), che escono rafforzati nella rappresentanza degli interessi territoriali da far valere nei confronti di un governo fragile nella sua coesione partitica. Questa novità va collocata nel momento difficile di un Paese, stremato dalla pandemia, impegnato in un progetto interno di ricostruzione sostenuto da risorse europee, per lo più a debito. Una ricostruzione che sani le croniche inefficienze e superi i tradizionali divari per reimmettere il sistema Paese in un nuovo circuito di sviluppo.Questa partita decisiva per il futuro del Paese quanto sarà influenzata dal nuovo potere politico acquisito dai Governatori, in nome di una autonomia regionale rafforzata promessa ai propri elettori?Quale ruolo assumerà la Conferenza Stato-Regioni nel percorso istituzionale delle decisioni con cui si definiranno i progetti e gli investimenti da attuare? Si sta configurando una nuova Camera para-legislativa i cui compromessi prevarranno sulle prerogative del Parlamento e del Senato, depositari, in declino, della volontà popolare? Non ci si può esprimere sulle cose da fare, quelle previste dal futuro Piano di Ricostruzione, senza indicare le istituzioni che le devono realizzare.L’Italia è un Paese molto territorialmente differenziato in termini di accumulazione dei fattori di sviluppo. Ha bisogno di politiche generali ma, nello stesso tempo, di politiche territorialmente differenziate. Di istituzioni politiche centralizzate ma, nello stesso tempo, di istituzioni politiche periferiche che realizzino le vocazioni dei territori e i bisogni dei cittadini.L’estraneità di questo tema dai commenti politici rischia di non far emergere i rischi di un potenziale conflitto istituzionale tra Stato e Regioni di cui c’è evidente anticipazione nei risultati di questa tornata elettorale giocata all’insegna di un federalismo competitivo che rischia di creare nuove incomprensioni fra regioni ricche e povere. Assumere la conoscenza di questo rischio è la condizione preliminare per scongiurarlo. (fonte: http://www.isril.it)
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Infermieri: manifestazione nazionale il 15 ottobre a Roma
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Raccoglie sempre più consensi e adesioni, e non solo da parte di associazioni e gruppi del mondo infermieristico, la manifestazione nazionale del prossimo 15 ottobre organizzata dal Nursing Up a Roma, nello scenario suggestivo del Circo Massimo.Dopo Infermieri in Cambiamento, i primi a rispondere presente in ordine di tempo all’appello del Presidente Nazionale Antonio De Palma, e l’Aaadi, Associazione Avvocatura Diritto Infermieristico e ancora Coina, Coordinamento Infermieristico Autonomo, nella giornata di ieri è arrivata la conferma che che anche “ADI Famiglie Italiane” sosterrà gli infermieri del Nursing Up nella storica giornata romana, che si annuncia come l’inizio di una grande battaglia, di quell’autunno caldo che porterà i lavoratori della categoria allo sciopero del prossimo 2 novembre, una scelta inevitabile, come ha detto De Palma, dopo l’ennesima mancata risposta agli appelli degli infermieri, con il tentativo di conciliazione al Ministero del Lavoro andato addirittura deserto nell’indifferenza totale del Ministro della Salute Roberto Speranza alle richieste dei lavoratori della categoria.«La presenza di ADI Famiglie Italiane, esordisce De Palma, l’associazione che si occupa di tutelare i diritti delle famiglie dei pazienti che necessitano di assistenza domiciliare, carica di responsabilità ulteriore la nostra missione. La manifestazione del 4 luglio a Milano, a Piazza Duomo, ci ha conferito un mandato a cui non possiamo venire meno. Infermieri da tutta Italia e adesso anche cittadini sosterranno una causa che non è solo la nostra, ma diventa della collettività tutta. La società civile più che mai dimostra di essere dalla nostra parte, di capire e comprendere le nostre istanze, a differenza di un Ministro della salute sordo di fronte alle nostre richieste, dopo che abbiamo retto con le nostre mani gran arte del peso dell’emergenza. Le famiglie dei pazienti che necessitano di assistenza domiciliare chiedono un indispensabile adeguamento contrattuale per i professionisti della nostra categoria, sia quelli che lavorano con partita iva, sia quelli dipendenti della SSN. Un miglioramento delle condizioni lavorative che diventa quindi conditio sine qua non per rendere ancora più efficienti i servizi offerti ai malati costretti a degenza domiciliare. ADI Famiglie Italiane sarà accanto a noi, i cittadini, i parenti dei malati sono al nostro fianco. Noi viviamo ogni giorno il loro dramma, combattiamo con loro e per loro. E a Roma, al Circo Massimo, urleremo insieme la nostra rabbia per chiedere una svolta decisiva nel futuro del mondo infermieristico. Una svolta che è fondamentale alla luce di un sistema sanitario dove al centro di tutto ci sono loro, i pazienti, le cui necessità non vanno dimenticate e accantonate», conclude De Palma.
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«Piano immigrazione della UE: niente redistribuzione automatica in Europa”
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Per chi entra illegalmente in Italia l’unica soluzione è quella del controllo esterno delle frontiere e per i clandestini centri sorvegliati per poter distinguere tra chi ha diritto alla protezione internazionale da chi deve essere rimpatriato. Insomma, dalla Von der Leyen una doccia gelata al governo PD-M5S e alla sua politica delle porte aperte all’immigrazione illegale di massa. Il messaggio dell’Europa è chiaro: “Cara Italia, devi difendere le tue frontiere, perché i clandestini che farai entrare te li devi tenere tu”. Cosa altro serve per fermare la furia immigrazionista della sinistra italiana?». È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.
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Parma un Master di II livello in Ricerca preclinica e clinica
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Parma A dirigerlo è Susanna Esposito, professoressa ordinaria di Pediatria dell’Università di Parma, scienziata che ha condotto più di 200 studi clinici come principal investigator e che fa parte del Club delle Top Italian Women Scientists (TIWS). Il Master di II livello in Ricerca preclinica e clinica mira a formare figure professionali in grado di pianificare e seguire tutte le fasi della sperimentazione preclinica e clinica, analizzare criticamente i risultati ottenuti dalle ricerche e presentarli alla comunità scientifica. Figure professionali sempre più richieste dalle Università, dai Centri di Ricerca, dagli IRCCS, dalle Aziende Ospedaliere, dalle Aziende promotrici di studi clinici, dalle CRO (Contract Research Organization) e, più in generale, da ogni ente che svolga attività di sperimentazione e monitoraggio nel settore della ricerca preclinica e clinica.Il Master propone un’offerta formativa a distanza che, mediante l’uso di strumenti multimediali e sistemi comunicativi interattivi, consentirà un’ampia interazione tra docenti e discenti, per favorire la partecipazione di professionisti che già lavorano.L’obiettivo è fornire una completa formazione interdisciplinare su tutti gli aspetti scientifici, normativi, etici, organizzativi, promozionali dello sviluppo di un nuovo farmaco, raggruppando in un unico programma formativo argomenti che sono trattati marginalmente o sono del tutto assenti nei vari corsi di laurea. Le lezioni saranno tenute da docenti universitari, formatori esterni, dirigenti di aziende farmaceutiche e CRO, così da presentare, in modo obiettivo, l’intero settore, consentendo un ampio e vivo dibattito sulla materia. Saranno presentati “case study” e attivati stage in aziende. Le lezioni saranno erogate in modalità FAD (Formazione A Distanza), asincrona, sulla piattaforma dedicata dell’Università di Parma.Il bando è disponibile sul sito dell’Università di Parma al link https://www.unipr.it/bandi/didattica/ricerca-preclinica-e-clinica-20202021.
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Sempre più preoccupante la mancanza di vaccino antinfluenzale nelle farmacie
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
“E’ fondamentale vaccinare contro l’influenza le categorie a rischio, ma è anche importantissimo immunizzare la cosiddetta popolazione attiva: le persone che lavorano, che si spostano sui mezzi pubblici e che spesso sono a contatto con il pubblico, a cominciare dai lavoratori del commercio. Insomma tutti i cittadini che costruiscono il PIL del nostro paese”. Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, intervistato oggi dal Tg Studio aperto, ha rilanciato l’allarme sulla situazione che vede le farmacie sprovviste delle dosi di vaccino necessarie a provvedere alle richieste delle persone che non rientrano nell’obiettivo della campagna nazionale, in un momento in cui tutta la comunità scientifica raccomanda di generalizzare il più possibile la copertura antinfluenzale. “Le dosi messe a disposizione delle Regioni, circa 250mila, sono insufficienti: ne occorrerebbero almeno un milione in più. Le aziende produttrici hanno scritto alla Federazione dicendo di non poter soddisfare eventuali ordini” ha proseguito Andrea Mandelli ”e nel frattempo le richieste dei cittadini nelle farmacie stanno diventando sempre più pressanti. A questo punto o le Regioni accettano di destinare al territorio un numero adeguato di dosi, che poi lo Stato provvederà a reintegrare, oppure si deve cercare di reperire sul mercato estero dosi da importare. Non vedo in questo momento altre soluzioni al problema”. Un problema che, se non risolto, oltre a complicare il contrasto della pandemia, rischia di generare allarme sociale, come avvenuto nel caso delle mascherine.Ufficio Stampa FOFI.
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Luis Suarez e il Marketing Universitario
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Dalla vicenda dell’esame di idoneità linguistica del calciatore Luis Suarez si potrebbe trarre almeno una lezione significativa. Molti si stanno esercitando nella discussione entrando nello specifico delle responsabilità di enti e persone. Invece, vorrei fare un discorso più grave e parlare di liberismo (e neoliberismo selvaggio). Che c’entra? C’entra eccome, e riguarda i tentativi maldestri e malaugurati di introdurre la competizione tra Atenei, assecondando il modello della concorrenza di mercato nella formazione universitaria. Anni fa, all’improvviso, si è chiesto alle comunità di professori di applicare modelli liberisti, cioè di competere nel mercato per premiare i migliori.Con poche eccezioni, l’Università italiana è sempre stata statale, statali sono i professori, i rettori, i PTA (l’inventore del termine andrebbe punito, come chi ha inventato quello di operatore ecologico), statale è la mentalità e il servizio che viene fornito. Statale è il titolo che viene rilasciato, cioè con un valore legale riconosciuto dallo Stato. Cioè, se vuoi fare un concorso statale devi avere il titolo, la laurea, volgarmente detto “pezzo di carta”. Come il pezzo di carta che voleva Suarez perché qualcuno gli aveva detto che gli serviva. Con un pezzo di carta da architetto non puoi fare né il medico né l’ingegnere. Anzi, per fare certi mestieri, oltre al pezzo di carta, devi superare un esame di stato e prendere un altro pezzo di carta. E senza pezzo di carta da insegnante non puoi aprire un asilo riconosciuto né insegnare alle medie e alle superiori (scuole). Senza pezzo di carta, nemmeno puoi fare concorsi per la Regione, la Provincia, il Comune… Tutto questo suona ridicolo, senza nemmeno calcare troppo il tono dell’ironia sui pezzi di carta. E dev’essere suonato ridicolo anche ai vari ministri della Istruzione, della Ricerca e dell’Università che si sono succeduti sulla poltrona della riforma universitaria negli ultimi venti anni e più. La parola d’ordine era competizione uguale più efficienza, bisognava mettere subito in competizione gli Atenei, i Dipartimenti, gli Istituti, i Rettori, i singoli docenti, valutando la loro produttività, da buoni e consumati liberisti. Solo che è stato deciso di misurare la produttività non nel mercato delle lauree, ma con parametri statali, pensati dal Ministero, dall’ANVUR. E il parametro unico, in fondo, è banalmente il numero di laureati che escono ogni anno dai singoli atenei. Più sforni pezzi di carta più soldi ti danno. Una rincorsa al Trenta e Lode per tutti, o quasi, insomma. Sì, c’è la valutazione della ricerca, ma questa è un’altra specie di follia,fondata com’è su modelli pensati dal dittatore romeno Nicolae Ceausescu per avere criteri “oggettivi” che i funzionari di partito potessero usare per valutare cose di cui non capivano nulla.Ecco allora che gli Atenei costretti alla competizione, per strapparsi studenti gli uni con gli altri, magari per attirarne di stranieri, che fa fino, applicano le più bieche tecniche di marketing. Pagano anche agenzie specializzate, inventano slogan accattivanti, promuovono mestieri interni di comunicazione e promozione, regalano tablet, danno incentivi alle matricole. Annunci televisivi, testimonial che si laureano mentre lavorano, gente che grazie alla laurea riscatta il periodo di studi e va in pensione prima, e così via. Non solo, iniziano a piovere lauree da Atenei online, Master a distanza, le Lauree ad honorem fioccano per premiare gente già famosa. Uno dei tanti, Valentino, sfreccia in moto e si fregia del titolo multicolorato sul fondoschiena di The Doctor. L’Università di Urbino, non è stata indagata per questo, anzi si è fatta notare per l’arguzia. Quanti dottori onorari ci sono in Italia per causa legittima di marketing?Il succo è questo: è difficile incontrare un liberale per strada, ancora più difficile incontrare qualche neoliberista, perché, se ci sono, si vergognano a dirlo, strapazzati da un’imponente onda contraria di intellettuali e popolani. In questo deserto liberale, pretendere che le Università diventino competitive per legge, e per di più con leggi sgangherate e criminogene è più che ridicolo, è folle e tragico. Leggendo della vicenda Suarez-Università Stranieri di Perugia si può anche pensare che qualche reato sia ipotizzabile. Ma si dovrebbe imparare che imporre modelli liberisti a gente che lavora immersa in un sistema statale dove la competizione non si sa nemmeno che cosa sia e, peggio, credere che le riforme abbiano messo le Università in condizione di competere lealmente sia una cosa molto, molto, ma molto stupida.Gian Luigi Corinto, collaboratore Aduc
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Durante la pandemia la televisita è stata più usata
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
“Il servizio piu’ utilizzato durante l’epidemia da Covid-19 e’ stato quello della televisita (45%), che ha permesso di sopperire all’imposta distanza tra medico e paziente. Seguono, poi, il monitoraggio (32%), la teleconsulenza (9%), il teleconsulto (5%), l’assistenza da remoto, compresa quella svolta per e all’interno delle RSA (7%) e, infine, la telecompagnia (2%)”. È quanto emerge dal rapporto annuale sull’innovazione in campo sanitario e farmaceutico condotto dall’Istituto per la Competitivita’ (I-Com) e presentato oggi nel corso di un webinar a cui hanno preso parte accademici, esperti e rappresentanti delle istituzioni, della politica e del mondo produttivo. Titolo del rapporto: ‘Riportare la sanita’ al centro. Dall’emergenza sanitaria all’auspicata rivoluzione della governance del SSN’. La crisi innescata dalla pandemia da Covid-19, dunque, ha impresso una significativa accelerazione alla semplificazione amministrativa nel settore della e-health e incoraggiato un impiego piu’ diffuso, snello ed efficiente, di soluzioni digitali gia’ da tempo disponibili. Tra tutte, la telemedicina, il cui importante contributo nel rafforzamento della rete ospedale-medici-territorio e’ emerso chiaramente nel corso della crisi sanitaria degli ultimi mesi. “La necessita’ di predisporre e utilizzare strumenti digitali e di telemedicina nella gestione dell’emergenza ha accelerato processi che sembravano fermi da tempo e dato vita a diverse soluzioni virtuose nelle regioni italiane”, ha commentato il presidente dell’Istituto per la Competitivita’, Stefano da Empoli, che poi ha indicato gli interventi prioritari da mettere in campo da questo punto di vista: “È necessario continuare ad agire per lo sviluppo dell’agenda digitale, con particolare riferimento alla dematerializzazione delle ricette, alla telemedicina, al Fascicolo sanitario elettronico e al digital therapeutics, mettendo a sistema le procedure attivate durante l’emergenza sanitaria”. (Fonte Agenzia Dire)
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I fondi per le mense scolastiche biologiche
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Dalla Conferenza Unificata giunge il sostegno alle scuole italiane che hanno scelto menù biologici per le proprie mense. È stata, infatti, raggiunta l’intesa sul decreto del Ministero delle Politiche agricole, di concerto con il Ministero dell’Istruzione, sul riparto del Fondo per le mense scolastiche biologiche per l’anno 2020. Le risorse complessive messe a disposizione sono pari a 5 milioni di euro: la somma di 4,3 milioni di euro è suddivisa tra i diversi istituti per un totale di oltre 23 milioni di pasti distribuiti nell’ultimo anno scolastico, nonostante la chiusura anticipata causata dalle restrizioni relative al Covid-19. Mentre ulteriori 700mila euro sono assegnati alle Regioni (tranne l’Emilia-Romagna) per iniziative di informazione e di educazione alimentare in materia di agricoltura biologica, sulla base della popolazione scolastica, pari a quasi 8 milioni di alunni.”In Italia centinaia di istituti hanno scelto di offrire ai loro studenti un menù con prodotti biologici di qualità – dichiara il Sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, che ha partecipato alla Conferenza Unificata – Una scelta che il Ministero delle Politiche agricole promuove e sostiene economicamente con un totale di 5 milioni di euro, fondi destinati a fronteggiare i maggiori costi a cui vanno incontro i genitori. Quello biologico è un segmento di mercato in importante e costante crescita, che vede l’Italia il Paese con il maggior numero di produttori in Europa – prosegue L’Abbate – mentre per superfici dedicate, pari a 1,9 milioni di ettari, siamo terzi dietro Spagna (2,2 milioni) e Francia (2 milioni). L’attenzione del Mipaaf è, pertanto, massima”.La ripartizione delle somme vede destinati quasi 1,5 milioni di euro all’Emilia Romagna, la regione che maggiormente ha sposato il menù bio nelle proprie mense scolastiche, seguita da Liguria (821mila euro) e Lombardia (816). In Toscana giungono 275mila euro, nelle Marche 268mila, in Veneto 240mila, in Puglia 204mila, in Umbria 192mila, in Piemonte 149mila, in Friuli Venezia Giulia 127mila e nel Lazio 105mila. Il resto suddiviso tra le altre regioni italiane in misura inferiore?
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Scuola: Il Covid accelera i pensionamenti e fa crescere le supplenze
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Nel 2021 via 50 mila prof e Ata. Il pericolo di una seconda ondata di contagi da coronavirus potrebbe accentuare la propensione al pensionamento di insegnanti e personale tecnico-amministrativo (Ata): lo scrive oggi Il Sole 24 Ore, sottolineando che “un campanello d’allarme sull’effetto Covid-19 tra i prof è già suonato nei giorni scorsi quando è partita la nuova procedura della call veloce, targata Azzolina. Appena 2.500 precari hanno presentato domanda per spostarsi in un’altra regione (soprattutto da Sud a Nord) per conquistare un posto fisso”. Sulla propensione a lasciare il servizio pesa anche il fatto che il 2021 sarà anche l’ultimo anno per fruire dell’anticipo pensionistico Quota 100, “stime prudenziali di esperti del settore e sindacati indicano in almeno 50mila le domande in arrivo (40mila docenti o poco meno e 10mila Ata)”. Un fenomeno che, sommato all’attuale record di posti vacanti, potrebbe andare quasi a vanificare, ancora prima di essere svolti, le tre ormai imminenti procedure concorsuali per complessivi 78 mila posti da assegnare.Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha grossi dubbi sul fatto che i concorsi-lumaca, regolati da bandi malfatti ed eccessivamente selettivi, possano sopperire ad un così alto numero di uscite dal lavoro favorite anche dal fatto che il 2021 sarà l’ultimo anno di ‘Quota 100’: le cattedre che si andranno a liberare nei prossimi mesi, ma anche i posti di personale Ata, che ormai fa registrare quasi 10 mila pensionamenti l’anno, difficilmente potranno essere sopperite con altrettante immissioni in ruolo, considerando anche che dalle GaE, se non si cambieranno le regole di accesso, potranno subentrare davvero in pochi. In questa situazione diventa ancora più necessario utilizzare le graduatorie d’Istituto-provinciali per procedere non solo con le supplenze ma anche alle immissioni in ruolo. Questo provvedimento, assieme alla cancellazione definitiva dell’organico di fatto, sarebbe provvidenziale, per evitare che il prossimo anno si centri un nuovo record di assunzioni a tempo determinato, prestando così il fianco ancora di più alle procedure di infrazione che la Commissione UE potrebbe attuare nei confronti dell’Italia per essere incorsa nell’abuso di precariato e nella mancata assunzione dei precari con 36 mesi di servizio, come dall’Anief denunciato da tempo al Consiglio d’Europa”.
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La dipendenza dal viaggio. I nuovi turisti in epoca covid
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Mai visti tanti turisti italiani in giro per l’Italia. Tutti concentrati in un periodo molto ristretto. Ma tanti. Italiani che il covid ha costretto a visitare meglio il proprio Paese. Come quelli che abbiamo visto l’altro giorno in fila davanti ad alcune note paninerie di una strada (via de’ Neri) alle spalle di Palazzo Vecchio a Firenze: da lì fino all’ingresso del museo Galileo, che si affaccia, alle spalle della Galleria degli Uffizi, sul fiume Arno (2-300 metri di coda)… e mancavano, per l’appunto, gli stranieri (a parte qualche tedesco o francese, che trovi ovunque e “con la pioggia e con il vento”)… che a Firenze in genere sono più degli italiani. Questo per dire che al viaggio non si rinuncia mai. Meno male. Ognuno a suo modo, ovviamente. In Australia e in Asia, invece, c’è una moda che (con un po’ di sarcastica polemica) chiamiamo “viaggio nel nulla”. Alcune compagnie aeree vendono biglietti per farsi un “giretto” di alcune ore partendo da un aeroporto e tornando nello stesso. A bordo tutto come un volo tradizionale. Il gusto? L’ebrezza del volo, anche senza destinazione. E sembra che i biglietti si vendano ad esaurimento, e non solo in economy, ma anche business e first class. Ma anche in Europa sembra che stia arrivando questa “esigenza”: Oktoberfest è stata rinviata, ma non sugli aerei Lufthansa, che partono e fanno vivere a bordo il clima di festa teutonica. E per quei turisti che hanno anche un sorta di rapporto feticista con i loro mezzi di trasporto, l’australiana Qantas ha messo in vendita i carrelli del servizio bar di bordo (bevande incluse), che al prezzo di 1.500 dollari l’uno sono andati a ruba. E’ innegabile che si sia acuita una sorta di dipendenza dal viaggio. Sia per chi fa la fila di 300 metri per un panino all’ombra di Palazzo Vecchio, sia per chi spende migliaia di dollari usando l’aereo come al Luna Park… e non abbiamo al momento notizie di chi magari si è comprato bambole e bamboli simil stuart o hostess per portarseli nelle proprie dimore. Il turismo oggi (almeno fino a prima del covid) è per tutti, di tutti e con tutti. E meno male (aggiungiamo noi). Solo che questo non lo hanno ancora capito gli organizzatori di viaggi e le località che ricevono visitatori in luoghi concepiti ed organizzati per una quantità di persone 50 volte inferiore (“pecunia non olet”?)… Tanto anche se, per le tante teste davanti e corpi intorno e tempo per fermarsi senza intasare i mulinelli di visitatori, non si riesce a vedere e gustarsi la Gioconda di Leonardo da Vinci al Louvre o la Primavera di Sandro Botticelli agli Uffizi… chi se ne frega… tanto il racconto del turista che torna a casa è del tipo “c’ero anch’io”, non certo la descrizione dei particolari e delle sensazioni della visione. E poi i soldi li lasciano lo stesso, anche al venditore di panini con 300 metri di coda… Alla fine di questa triste fotografia ci facciamo alcune domande: il covid ci sta insegnando qualcosa anche in questo ambito? Siamo pronti domani a riprendere i nostri aerei che non “volano verso il nulla” o qualche riflessione si è aggiunta al nostro innato solletico che non ci fa mai stare fermi nello stesso posto? Riflessione che dovrebbe valere sia per chi viaggia che per chi accoglie, nonché per chi trasporta e organizza? Alternativa? Rassegnarci alla nostra dipendenza. Alla nostra nuova dipendenza che, sembra, in tanti auspichino sia come la precedente. Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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I veri bisogni dell’agricoltura
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Portare l’agricoltura al centro delle politiche di spesa del Recovery Fund è un obiettivo condiviso dagli attori del settore primario, ma sui mezzi per raggiungerlo non c’è ancora accordo – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. La ministra Bellanova ha ribadito il suo impegno in questa direzione, sottolineando che le nuove risorse non possono essere sprecate e devono creare ricadute a lungo termine e buona occupazione. Restiamo tuttavia convinti che per utilizzare i fondi dell’Europa in modo proficuo sia necessario un tavolo allargato, in cui tutte le realtà del settore possano avanzare proposte e osservazioni sulle priorità di investimento.In queste settimane abbiamo chiesto di avviare un processo di consultazione che metta i decisori nelle condizioni di fare le scelte più opportune per il rilancio dell’agricoltura, ma non abbiano finora ricevuto risposta dal ministero dell’Agricoltura – spiega Tiso. Ci sembra logico e opportuno che un tale lavoro sia svolto prima che l’esecutivo disegni le nuove linee della politica agricola. La Bellanova ha giustamente ricordato che nei prossimi tre anni si getteranno le basi per i successivi 30, e che dal sistema agroalimentare dipende una buona fetta del futuro del Paese. Sono dichiarazioni che condividiamo in pieno e che rafforzano le ragioni di quanti richiedono un dibattito partecipato per poter cogliere le opportunità offerte dal Recovery Fund.
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Moda: il Covid cambia i bisogni emozionali dei clienti
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Como. La pandemia da Covid-19, ha esercitato e continua ad esercitare un impatto diretto su tutti i settori, compresa la moda, e in primo luogo su tutti coloro che si apprestano a celebrare un matrimonio, o ad organizzare un evento speciale. Per rispondere alle nuove esigenze dei consumatori a causa del Covid le aziende cercano di organizzarsi con nuovi servizi ed idee improntate alla soddisfazione dei nuovi bisogni dei clienti.“In questo momento, c’è una forte propensione ad investire su se stessi, la conseguenza del passare molto più tempo in casa, ha portato molti a riscoprire sé stessi e a desiderare qualcosa di esclusivo anche nell’acquisto”, spiega Monica Gabetta Tosetti, esperta di moda e bellezza, nonché anima e corpo della Boutique Tosetti Sposa di Como.Monica ed il team della boutique attraverso degli strumenti di ricerca ed analisi hanno analizzato il mercato sposa ed hanno individuato una necessità assoluta tra le più richieste dei clienti: un’attenzione speciale. È nato così il “Progetto vendita post Covid” della Boutique Tosetti.“La pandemia in cui ci troviamo ha senza dubbio posto l’accento sulla salute e sulla bellezza, che mai come ora sono state così centrali, e anche sul desiderio di fare acquisti in modo diverso.A questo si aggiungono la voglia di intrattenimento e di tornare alla socialità”, spiega ancora Monica.C’è voglia di soddisfare dei desideri in modo emozionale insomma, in un contesto particolarmente difficile, facendo degli acquisti intesi come una rivalsa dopo un periodo di privazioni.Indubbiamente stiamo assistendo e assisteremo ancora a cambiamenti fondamentali nelle modalità di comprare dei consumatori.“Mai come in questo momento, i nostri clienti sono al centro di ogni nostro pensiero, con assoluto rispetto delle attuali regole e prevenzioni e con particolari eventi dedicati e personalizzati. La luce in fondo al tunnel ai nostri clienti la mostriamo ad esempio con il continuo comunicare di momenti particolari e di innovazioni, con la tranquillità e l’entusiasmo sulle prospettive di nuovi momenti.Il cliente ha bisogno di percepire un percorso chiaro e certo, con un deciso avanzamento verso un futuro roseo, che lo faccia sentire rassicurato.E il nostro compito di operatori della moda è di dar loro un servizio che rassicuri sul futuro e soddisfi questi bisogni emozionali, con un grande approccio umano e con eventi dedicati e creati appositamente per ogni cliente”, conclude Monica Gabetta Tosetti (www.monicagabettatosetti.it).
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Cardinale Angelo Bagnasco: “La religione non è una questione privata”
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
«Riconoscere che la dimensione religiosa è parte integrante della persona è essenziale affinché la società sia non accondiscendente ma giusta verso ogni uomo». Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, nel suo saluto istituzionale al convegno “La religione del migrante: una sfida per la Società e per la Chiesa” in corso oggi venerdì 25 settembre al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, e promosso dall’Università Cattolica, in collaborazione con la Conferenza episcopale italiana alla vigilia della 106a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. «Pensata come una questione meramente privata da confinare ai margini della convivenza sarebbe una miopia intellettuale oppure una forma di laicismo senza laicità. Il laicismo vive di pregiudizi mentre la laicità usa la ragione aperta cioè nella totalità delle sue funzioni». Secondo il cardinale Bagnasco quando si parla di religione la prima parola che viene alla mente è tolleranza. «Personalmente preferisco parlare di rispetto poiché a ben vedere nessuno vuol essere semplicemente tollerato bensì rispettato», osserva il presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee. «Inoltre la tolleranza potrebbe essere intesa come una forma di neutralismo valoriale, quindi in fondo di disinteresse. In questo orizzonte il laicismo, che si dichiara tollerante, in realtà sarebbe piuttosto indifferente e poco rispettoso, nega la vera laicità il cui principio è scritto nel Vangelo e che pur non sposando alcun credo riconosce l’essere umano nella sua verità religiosa ed etica». E se il rispetto è l’eventuale condizione per la convivenza sono due i criteri che, per il cardinal Bagnasco, si possono evocare. Il primo è il seguente: «Come la religione ha la possibilità di mettere in guardia la ragione dalla auto-affermazione che fa perdere il contatto con la realtà così la ragione può vigilare circa ogni eventuale forma di chiara violenza che potrebbe essere presente in ogni credo così come in ogni ideologia, cultura e società». L’altro criterio è la «prova della storia», quella che richiede la fatica del pensare e del rigore scientifico. «Se dalla religione nasce una visione e un modo di vivere allora i secoli e i millenni sono testimoni della fecondità o meno delle diverse forme religiose. E noi cittadini europei ne dovremmo essere più consapevoli e più grati».
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Stanotte sogno in un Castello
Posted by fidest press agency su giovedì, 1 ottobre 2020
Padernello (BS) 3, 17 e 23 ottobre 2020 il Castello di Padernello Via Cavour, 1 Borgo san Giacomo organizza aperture serali del maniero quattrocentesco. Grazie alle aperture serali l’antico e originale ponte levatoio del Castello scenderà sul fossato per aprire l’ingresso al suo intreccio di epoche, di opere d’arte e di personaggi storici, ai visitatori notturni che sceglieranno di compiere questa esperienza speciale. A seguito di una guida, esploreranno, in due turni – il primo dalle 21.00 alle 22.00 e il secondo dalle 22.00 alle 23.00 –, le cucine databili tra il ‘400 e il ‘500, saliranno sulla scalinata settecentesca e si soffermeranno davanti ai soffitti affrescati e nelle sale del Ciclo di Padernello, riproduzioni fotografiche delle opere d’arte del pittore tardo barocco Giacomo Ceruti. E poi resteranno ad ascoltare le storie e le vicende antiche del Castello di Padernello, sperando di non fare incontri fuori dall’ordinario, come quello con la Dama Bianca, anima errante del maniero tornato alla vita, la quale compare ogni 10 anni sullo scalone d’onore per mostrarsi vestita di bianco e custodire un intrigante segreto. L’iniziativa è realizzata nello sviluppo del progetto di Cultura Sostenibile, bando della Fondazione Cariplo. Le aperture serali sono al prezzo di 10 euro a persona (ridotto 8 euro), con prenotazione obbligatoria (i posti disponibili sono limitati). Presentandosi in castello senza prenotazione non viene garantita la possibilità di partecipare all’iniziativa.
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