Our cover this week examines the Republican claim that, as president, Joe Biden would succumb to the plans of the radical left—dramatically expanding the role of government and crippling American business. How much of a danger is that? In our writing on the pandemic we focused on the ramifications of the virus in different countries. We have an analysis of the news that President Donald Trump and the first lady have contracted the disease. Our lead note in Asia tries to get to the bottom of why Pakistan has recorded so many fewer deaths and infections than India, in spite of being poorer. We report on the second wave in Spain and the problems in Iraq. We catch up with the election campaign in New Zealand, where Jacinda Ardern has been riding a covid-19 high. And we trace the connections between the pandemic and booming rich-world house prices. Our mortality tracker uses the gap between the total number of people who have died from any cause and the historical average for the time of year to estimate how many deaths from the virus the official statistics are failing to pick up. We have also been covering the pandemic in Economist Radio and Economist Films. We have a film this week that looks at how covid-19 has disrupted world trade, which was already faltering before the virus struck. The pandemic will not kill off globalisation, but it will deepen the cracks in it. The weather in the northern hemisphere is turning cold. If you are spending more time indoors with people from outside your household, don’t forget your mask! By Zanny Minton Beddoes Editor-In-Chief
Archive for 3 ottobre 2020
Welcome to the newsletter highlighting The Economist’s best writing on the pandemic
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
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Migliore sito web d’Europa: in finale un team italiano
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Bruxelles. Saranno 15 i portali presenti in finale il 18 Novembre al Teatro Vaudeville di Bruxelles, su oltre 1000 candidati in gara. Un concorso, gli eu Web Awards 2020, arrivato alla sua settima edizione e progettato per riconoscere ogni anno i migliori siti web d’Europa in cinque categorie dinamiche. Ad arrivare in finale quest’anno, c’è anche un team italiano, quello del portale Visititaly.eu, la guida online dell’Italia.I vincitori della competizione, uno per ciascuna categoria, otterranno una campagna pubblicitaria di tre mesi presso l’aeroporto internazionale di Bruxelles, oltre naturalmente al trofeo ufficiale degli Awards 2020. “Siamo onorati di poter rappresentare l’Italia in questa sfida così prestigiosa, in un momento così delicato come quello che il settore turistico sta attraversando, vincere assumerebbe un significato più grande” affermano Ruben Santopietro e Paolo Landi, fondatori di Visit Italy ed affiancati dalla software house Wiplab.Un progetto, quello di Visit Italy, partito da 3 anni fa e che oggi conta oltre 1.5 milioni di followers sui social e la community più grande al mondo dedicata alla destinazione Italia. Un movimento di valorizzazione ad alto impatto sociale, i cui risultati sono frutto di precise strategie di digital marketing turistico. E’ stato proprio il team di Visititaly.eu a lanciare prima del lockdown lo spot “Italia, bellezza da condividere” che ha totalizzato più di 60 milioni di views, facendo il giro del mondo. (sito italiano)
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Mai come quest’anno è importante vaccinarsi contro l’influenza
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Le motivazioni sono di diversa natura: in primis perché, come testimonia anche un recente studio del centro cardiologico “Monzino”, chi si immunizza contro l’influenza rischia meno di ammalarsi in forma grave di Covid-19.Peccato, però, che agli appelli non siano seguiti i fatti e Governo e Regioni non sono stati in grado di avviare una programmazione attenta e lungimirante in grado di dotare il Paese di tutte le dosi di vaccino necessarie.Un’indagine della Fondazione Gimbe denuncia come in ben sette regioni, oltre alle Province Autonome di Trento e Bolzano, le dosi di vaccino antinfluenzale acquistate non saranno sufficienti a raggiungere il target di sicurezza del 75% di vaccinati.All’appello mancano Trento, Piemonte, Lombardia, Umbria, Molise, Valle d’Aosta, Abruzzo, Bolzano e Basilicata.In totale le regioni hanno fatto scorta di 17,8 milioni di scorte, il 48% in più rispetto al 2019, ma le dosi non sono state distribuite in maniera uniforme sul territorio.L’allarme riguarda soprattutto le fasce non protette, secondo la previsione Gimbe due italiani su tre rimarranno sprovvisti del vaccino. Una situazione che sarebbe stato necessario prevedere, per affrontarla con la dovuta attenzione e precauzione. Ora chiediamo a Ministero e Aifa di agire con urgenza per porre rimedio agli errori commessi e dotare il Paese delle dosi necessarie a vaccinare il numero maggiore di cittadini. In tal senso apprezziamo lo sforzo dell’Aifa che si è attivata sul mercato internazionale per trovare un milione di dosi in più per le farmacie, ma siamo convinti che tale azione debba essere condotta unitamente al Ministero della Salute, per evitare che si creino disparità e disuguaglianze.Ricordiamo che, oltre ai malati con patologie croniche e agli over-65, il vaccino antinfluenzale è quest’anno raccomandato anche ai bambini da 6 mesi a 6 anni ed a tutti i soggetti a partire dai 60 anni di età. L’estensione della indicazione al vaccino è motivata dall’emergenza pandemica, con l’obiettivo di evitare l’insorgere dei sintomi influenzali in concomitanza con quelli da Covid nella stagione invernale, scongiurando inoltre l’intasamento di Pronto soccorso e servizi di assistenza sanitaria.
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Una corporate governance “eugenetica”?
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Di Marcello Bianchi. Uno dei più importanti gestori di portafoglio a livello mondiale, State Street, che investe oltre 3.000 miliardi di dollari in oltre 1.000 società di tutto il mondo, ha recentemente inviato una lettera ai presidenti delle società partecipate per informarli che, a partire dal 2021, chiederà loro di articolare la loro strategia, gli obiettivi e la politica di gestione dei rischi in funzione della diversità etnica e razziale, nonché di diffondere adeguate informazioni agli azionisti su questi aspetti. Il primo passo da compiere sarebbe una classificazione in base alla caratteristica etnico-razziale di tutta la forza lavoro impiegata a livello mondiale da ciascuna impresa, per poi procedere a illustrare la composizione, sempre per gruppi etnico-razziali, delle diverse categorie professionali: management, personale tecnico, altro personale. Per identificare le diverse categorie etnico-razziali, State Street suggerisce di adottare la classificazione del Sustainability Accounting Standards Board che prevede le seguenti categorie: asiatici, neri o afroamericani, ispanici o latini, bianchi, altro. Consola che sia prevista una categoria residuale “non rilevabile”. Ovviamente questa classificazione, nata nel contesto nord-americano, dovrebbe essere adattata nelle altre aree del mondo per riflettere adeguatamente le specifiche diversità etnico razziali. Ben prima di pensare alle insormontabili difficoltà pratiche per realizzare una tale operazione – innanzitutto per identificare le categorie etnico-razziali rilevanti nel contesto in cui operano e poi per avviare un esercizio, che potremmo definire grottesco se non avesse tragici precedenti, di puntuale definizione dei criteri per definire l’appartenenza a un determinato gruppo etnico-razziale – non può non scandalizzare la superficialità con cui tesi del genere possano essere proposte e, purtroppo, più o meno tacitamente accettate. Purtroppo la recente storia della corporate governance è segnata dal prevalere di teorie zoppicanti che si illudono di trovare la formula magica nella composizione degli organismi di direzione delle imprese con il duplice scopo di trovare soluzione a problemi sociali e al contempo assicurare la profittabilità delle imprese: dalla vecchia ricetta della codeterminazione con i rappresentanti dei lavoratori, a quelle più recenti della democrazia societaria, basata sulla presenza dei rappresentanti degli azionisti di minoranza, per arrivare ora all’equilibrio di genere, che assegna la funzione salvifica alla presenza femminile, e all’equilibrio etnico-razziale.Sembrano riecheggiare le tesi delle sociologie positivistiche ottocentesche, che covarono le stravaganze lombrosiane ma, ben più tragicamente, gli orrori della furia razzista. È ovvio che oggi non si prospettano gli stessi rischi di degenerazione, ma reintrodurre, seppure con le migliori intenzioni, fattori identitari basati sulle caratteristiche etnico-razziali indica la permeabilità della cultura collettiva non solo a pericolose amnesie ma soprattutto a deliranti illusioni. C’è da augurarsi che le persone reagiscano a questa deriva rifugiandosi nel cosiddetto don’t ask, don’t tell, facendo prevalere un prudente pudore rispetto all’indagine e all’affermazione delle caratteristiche etnico-razziali che, seppure possono far parte della identità di ognuno, insieme a molti altri aspetti, meritano di essere protette dalle smanie classificatorie e di restare libere da ogni tipo di strumentalizzazione.
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“La demenza: differenze di genere, prevenzione e cura”
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Torino, lunedì 5 ottobre alle ore 16“ Massimiliano Massaia (Dirigente Medico Molinette) interviene sul tema “La demenza: differenze di genere, prevenzione e cura” presso la Sala dei mappamondi dell’Accademia delle Scienze, in via Accademia delle Scienze 6 a T. Viene introdotto dalla vicepresidente dell’Accademia di Medicina, Teresa Cammarota, Primario emerito di radiologia. Il tema viene declinato nell’ottica della Medicina di genere, una branca della Medicina che studia le differenze biologiche e socioculturali tra uomini e donne e l’influenza di questi fattori sullo stato di salute e di malattia, nonché sulla risposta alla terapia. Nello specifico, la demenza «è caratterizzata da una riduzione significativa delle capacità intellettive e da un lento, ma progressivo, percorso involutivo che conduce spesso alla perdita dell’autonomia» (da “Invecchiare senza invecchiare” di G. Isaia). L’incontro inaugura il nuovo programma “Scienze & Salute. Longevità e senescenza: come invecchiare in salute” promosso dall’Accademia delle Scienze e dall’Accademia di Medicina con il supporto della Bioindustry Park di Colleretto Giacosa. Sarà possibile accedere solo su prenotazione, attraverso la registrazione al seguente link: http://www.eventbrite.it/e/biglietti-la-demenza-differenze-di-genere-prevenzione-e-cura-122388233501.
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Rifugiati e pandemia di COVID-19
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
La pandemia di COVID-19 ha causato seri disagi a tutti gli studenti e, in particolare, ai rifugiati, la maggior parte dei quali – l’85 per cento – vive nei Paesi in via di sviluppo o in quelli meno sviluppati. Nel caso della chiusura delle scuole, i programmi di apprendimento a distanza non sempre sono disponibili e anche quando lo sono, telefoni cellulari, tablet, laptop, tv, apparecchi radio, nonché connessione a internet sono spesso non accessibili a coloro che sono stati costretti alla fuga. Le conseguenze socioeconomiche della pandemia non solo limitano le opportunità, ma possono anche costringere gli studenti costretti alla fuga o indigenti ad abbandonare gli studi e a dover lavorare, chiedere elemosina o contrarre matrimoni precoci, nel tentativo di sostenere le proprie famiglie. Nel 2017 solo l’uno per cento dei rifugiati risultava iscritto all’istruzione superiore. Dalla fine del 2018, il dato è salito al tre per cento, in larga parte grazie al maggiore riconoscimento dell’importanza di tale livello di istruzione per i rifugiati da parte degli Stati, degli istituti d’istruzione e dalle organizzazioni partner.Anche il 2019 è stato un anno che ha fatto registrare numeri record per lo schema di assegnazione di borse di studio universitarie promosso dall’UNHCR, noto come DAFI (iniziativa tedesca Albert Einstein per l’accesso dei rifugiati all’università), finanziato in larga parte dal Governo tedesco col supporto del Governo danese in qualità di nuovo partner. Alla fine del 2019 il numero di studenti rifugiati iscritti attraverso questo programma era di 8.347 in 54 Paesi partecipanti, a testimonianza della crescente domanda dei rifugiati in tutto il mondo e della forte risposta assicurata da governi e partner in merito alla necessità di migliorarne l’accesso all’istruzione.Nel 2019, i beneficiari delle borse di studio DAFI provenivano da 45 Paesi. Gli studenti rifugiati siriani costituivano il gruppo più numeroso (29 per cento), seguiti da quelli provenienti da Afghanistan (14 per cento), Sud Sudan (14 per cento), Somalia (10 per cento) e Repubblica Democratica del Congo (6 per cento).Questi e altri dati relativi alla frequenza dell’istruzione universitaria dei rifugiati sono messi in evidenza nel rapporto dell’UNHCR Refugee Students in Higher Education.Per non soccombere all’impatto della pandemia di COVID-19, l’UNHCR si appella a governi, settore privato, società civile e altri attori chiave affinché contribuiscano a rafforzare e migliorare i livelli di inclusione e accessibilità ai sistemi di istruzione nazionali nei Paesi di accoglienza e a garantire e tutelare finanziamenti destinati all’istruzione. In assenza di tali interventi, il futuro di innumerevoli studenti sarà a rischio.
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Super-ecografo per le gravidanze a rischio
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Bergamo. Anziché ricevere un regalo, sceglie di donare uno strumento ecografico all’avanguardia, completo di sonde, all’Ospedale della sua città. E’ questo il modo con cui un benefattore, che ha chiesto di restare anonimo, ha deciso di celebrare il giorno del compleanno. Il super-ecografo è entrato in funzione a febbraio nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Papa Giovanni XXIII e sono già decine le donne con gravidanza a rischio elevato che hanno beneficiato del dono. Il nuovo ecografo di ultima generazione, del valore di oltre 100.000 Euro, restituisce immagini ad altissima risoluzione, con sistema 3D/4D e la possibilità di elaborazione rapida ed accurata dei dati e delle immagini. Uno strumento che è stato fin da subito utilizzato per le ecografie ostetriche più complesse e negli ambulatori congiunti con i cardiologi e i chirurghi pediatrici. Sono esami che aiutano nella diagnosi, fin dallo stadio fetale, di patologie congenite e nella definizione delle cure specialistiche necessarie, inclusi gli interventi chirurgici post-natali o in fase perinatale, cioè sul feto in utero. Il Papa Giovanni XXIII è uno degli Ospedali con maggior numero di parti in Italia. Sono circa 4.000 ogni anno e durante il periodo dell’emergenza Covid, dal 23 febbraio ad oggi, sono state registrate più di 1.300 nascite. Grazie a un team multidisciplinare di ginecologi, neonatologi, chirurghi pediatrici, cardiologi, cardiochirurghi, genetisti e psicologi il Papa Giovanni è anche un centro per la diagnosi prenatale di terzo livello, in grado cioè di seguire gravidanze con fattori di rischio per feti affetti da una cardiopatia congenita o da una patologia malformativa. Grazie ad ambulatori dedicati, offre un inquadramento multidisciplinare per la definizione della prognosi per il feto, per la gestione di eventuali terapie in utero, per una corretta impostazione del percorso nascita e il supporto psicologico ai genitori. In casi selezionatissimi, e solo quando il beneficio ha reso preferibile affrontare il rischio, sono stati anche effettuati interventi cardiovascolari intrauterini. Queste competenze sono state anche riconosciute ufficialmente da Regione Lombardia, che ha inserito il Papa Giovanni XXIII tra gli 11 centri hub lombardi di Medicina materno-fetale.
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Il sindacato alle prese con i diritti dei militari
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
La proposta di legge approvata dalla Camera dei Deputati e approdata mercoledì 23 u.s. al Senato, appare ictu oculi gravemente lesiva del principio costituzionale di libertà sindacale dei lavoratori militari, per i quali la sentenza n. 120/2018 della Corte costituzionale ha tardivamente cancellato l’anacronistico divieto di sindacalizzazione.Essa è frutto di una vetusta e deleteria concezione di separazione dei corpi militari dello Stato dal resto della società e del mondo del lavoro. Se il testo venisse definitivamente approvato, le nuove formazioni sindacali sarebbero prive di reale potere contrattuale e avremmo di conseguenza delle rappresentanze militari privatizzate! Gattopardescamente, cambierebbe il nome ma non la sostanza, col rischio anzi di un arretramento sul piano dei diritti. Questo è semplicemente inaccettabile.Eppure sarebbe ragionevole pensare all’estensione tout court dei diritti sindacali dei poliziotti – contenuti in una non avanzatissima normativa del lontano 1981, senza dubbio da migliorare per la Polizia di Stato – a tutto il personale delle Forze armate e delle forze di polizia a ordinamento militare.I sindacalisti militari devono poter tutelare i diritti dei cittadini in divisa semplicemente “senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi”, come stabilisce la legge n. 121/1981 di riforma della Polizia di Stato.Davvero bizzarra è la norma che esclude dalla competenza dei sindacati «la trattazione delle materie attinenti all’ordinamento, all’addestramento, alle operazioni, al settore logistico-operativo, al rapporto gerarchico-funzionale e all’impiego del personale”. Quindi cosa farà il sindacato militare, tratterà di buoni pasto e sceglierà se mettere a mensa le pere o le mele?Incomprensibile è la giurisdizione della magistratura amministrativa per le condotte antisindacali: per quale valido motivo le condotte antisindacali dei poliziotti vanno valutate dal giudice del lavoro e quelle dei finanzieri dal giudice amministrativo? Non può poi sfuggire l’iniquità della regola che collegherebbe la rappresentatività delle organizzazioni sindacali alla forza effettiva e non alla forza sindacalizzata (come nella Polizia di Stato), che peraltro introdurrebbe una inspiegabile disparità di trattamento tra forze armate con organici nettamente diversi. I militari, dopo aver vissuto per oltre 70 anni in una condizione di incostituzionalità di fatto, meritano non pacche sulle spalle o ipocrite manifestazioni di vicinanza, ma una fattiva e concreta attenzione della politica per i loro diritti civili e sociali.Per noi sindacalizzazione significa democratizzazione, significa modernizzazione, significa maggiore efficienza nell’interesse della collettività!È su questo terreno che deve muoversi il dibattito parlamentare, per avere una buona legge che sappia rispettare e promuovere i diritti costituzionali dei cittadini in divisa, ed è per questi motivi che chiediamo ai gruppi parlamentari e ai singoli senatori della Commissione Difesa di farsi promotori di emendamenti che modifichino sostanzialmente la legge Corda, solo così il Parlamento saprà raccogliere le istanze che vengono dal mondo del lavoro in divisa.
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Roma capitale e poteri speciali
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
“Sempre più frequentemente mi chiedono una valutazione sulla proposta del Sottosegretario alle politiche ambientali del Governo Conte Roberto Morassut di indire un referendum per il conferimento di poteri speciali a Roma in quanto capitale d’Italia. Pur confermando la mia stima lo ritengo personalmente un errore perché in questa maniera si provincializzerebbe il dibattito sulla Capitale che invece deve avere dignità nazionale e non rischiare di essere derubricato a canea campanilistica. Sono gli Stati nazionali che, ovunque, si occupano dello status delle loro Capitali, dei loro poteri, delle risorse, dei beni… e il nodo mai sciolto in questi vent’anni è rappresentato da una spaccatura che sembra insanabile tra lo Stato italiano e Roma, dopo la famosa e proficua legge voluta da Craxi su Roma Capitale che aveva l’intenzione di renderla competitiva con le principali capitali europee e non con altre città italiane. Legge dormiente e definanziata da oltre dieci anni. Con i più recenti epiteti di Roma ladrona, parassita, fannullona, fino all’epilogo vergognoso del titolo di Mafia capitale dato all’inchiesta per corruzione e malaffare ‘Terra di mezzo’ Roma è stata lasciata in stato d’abbandono, priva di strumenti operativi, discarica di problemi sociali ed economici irrisolti altrove, disconosciuta nelle sue funzioni nazionali e internazionali, orfana di una visione e di un ordinato supporto da parte della Regione che la contiene. Il M5S come è noto esprime allo stato attuale il Capo del governo, i 2/3 dell’esecutivo e il sindaco di Roma nonché presidente dell’area metropolitana Virginia Raggi. Il PD ha i ministri del MEF e del MIT oltre al Governatore regionale Nicola Zingaretti. Facessero dunque decreti, leggi, delibere e mettessero le risorse necessarie per risollevare Roma dall’abisso, altro che referendum…”. È quanto scrive il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia sulla sua bacheca Facebook.
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Legge elettorale. Una riforma necessaria ma come?
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
“A furia di fare in ogni legislatura una riforma istituzionale ed elettorale, si sta perdendo l’orientamento. La domanda è: che cosa chiede un cittadino? Il cittadino chiede il poter decidere da chi essere governato. Gli italiani non si sentono minimamente rappresentati da un sistema della delega in bianco attraverso cui mettere una croce per consentire poi a soggetti terzi chi decidere chi governerà l’Italia. L’unica riforma che tuttora funziona benissimo è quella dei Comuni con l’elezione diretta dei sindaci, le preferenze, la soglia di sbarramento e il premio di maggioranza. Il cittadino decide tutto, come imporrebbe la democrazia. Concepire una legge elettorale che metta la soglia di sbarramento senza introdurre il premio di maggioranza è fare manipolazione della buona fede dei cittadini. In linea di principio, si sacrifica la rappresentatività (introducendo la soglia) a vantaggio del premio di maggioranza per garantire la stabilità e la governabilità. Ma se non s’introduce il premio che senso ha la soglia di sbarramento se non quella di conculcare il diritto di partecipazione al gioco democratico a vantaggio di soli alcuni partiti?”.È quanto ha dichiarato l vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al dibattito ‘DOPO IL REFERENDUM: legislazione elettorale bicameralismo regolamenti parlamentari’ organizzato dal costituzionalista prof. Fulco Lanchester presso la facoltà di Scienze Politiche de l’università di Roma La Sapienza.
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David Bevilacqua è il nuovo Amministratore Delegato di Ammagamma
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Modena. Ammagamma, azienda italiana di data science e intelligenza artificiale, annuncia che David Bevilacqua ha assunto l’incarico di Amministratore Delegato.L’annuncio del nuovo ruolo all’interno di Ammagamma (Bevilacqua è Direttore Generale della società da Febbraio 2020), arriva pochi giorni dopo la presentazione del nuovo brand e conferma la rapida evoluzione dell’innovativa società modenese.Il curriculum professionale di Bevilacqua è caratterizzato da importanti esperienze in posizioni di management in aziende nazionali e multinazionali. Nel 2016 ha fondato Yoroi, azienda italiana di cybersecurity, di cui è stato Chairman e CEO per 3 anni. La sua carriera manageriale è iniziata nel 1996 in Cisco, realtà in cui ha trascorso 20 anni ricoprendo incarichi di crescente importanza e successo, tra cui quello di Amministratore Delegato della filiale italiana, responsabile della regione Sud Europa e Vice President Europe. Attualmente è membro del consiglio direttivo di Make a Wish Italia e membro del board e Vice Presidente di Stanford Club Alumni Italia, e in passato ha preso parte a Consigli di Amministrazione di importanti enti e istituzioni italiani. A novembre 2011 ha ricevuto il “Premio Eccellenza”, da Manager Italia, CFMT e Confcommercio e a Febbraio 2015 News Week lo ha selezionato tra i “Leaders of Italian Innovation Renaissance“. “Il 2020 è stato un anno caratterizzato da importanti cambiamenti in cui Ammagamma ha saputo dar prova di grande solidità: abbiamo consolidato la nostra crescita, continuando ad attrarre professionisti e a portare innovazione ai nostri client, grazie al lavoro di un team eccezionale”, ha commentato Fabio Ferrari, Fondatore di Ammagamma. “Nel corso di questo anno, la visione, l’esperienza e il modello di management di David si sono dimostrati un grandissimo valore aggiunto per noi e il suo nuovo incarico è la naturale evoluzione di un percorso che ci porterà verso il raggiungimento di nuovi e importanti traguardi”.
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“Faccia a faccia con la rosacea”
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
E’ partita la campagna “Faccia a faccia con la rosacea” pensata per aiutare le persone con rosacea e a facilitarne il confronto con il dermatologo. Obiettivo della campagna è infatti quello di assistere le persone con rosacea a discutere dell’impatto che questa malattia cronica ha sulla loro vita sia dal punto di vista fisico che emotivo e orientarle ad un proficuo dialogo con lo specialista per intraprendere un adeguato trattamento che nella maggior dei casi è a lungo termine. La rosacea è una malattia cronica della pelle che colpisce, secondo le stime, circa 415 milioni di persone in tutto il mondo.1 Si tratta di una condizione visibile, spesso caratterizzata da sintomi quali arrossamento transitorio o persistente e/o manifestazioni infiammatorie quali papule e/o pustole. Questo quadro clinico può rappresentare motivo di imbarazzo e ansia per le persone che ne sono affette, con conseguente impatto negativo sulla loro vita sociale.Una indagine internazionale, promossa da Galderma e condotta su oltre 700 pazienti con rosacea e 500 medici volta a valutare il reale impatto di questa malattia, ha rilevato che sintomi invisibili della malattia, come pizzicore e bruciore del viso spesso correlati a stress emotivo, possono essere in alcuni casi sottovalutati durante un consulto medico. È infatti emerso che i medici danno un maggiore peso ai sintomi visibili tipicamente associati alla malattia, quali i sopraccitati eritema transitorio o persistente, spesso con la contemporanea presenza di gonfiore, papule e pustole e secchezza cutanea, sottovalutando taluni sintomi quali prurito, bruciore e dolore. Questo atteggiamento si riflette nell’insoddisfazione dei pazienti con rosacea, tanto che l’82% dei soggetti intervistati ha dichiarato di non ritenere la propria malattia sotto controllo e, 1 persona su 5 ha modificato in modo sostanziale alcune abitudini quotidiane a causa della rosacea. Il sito Web dedicato alla campagna “Faccia a faccia con la rosacea” guida gli utenti con una serie di domande relative ai propri segni e sintomi, all’impatto emotivo della rosacea e ai trattamenti utilizzati. Una volta completato il questionario viene generata una guida per la visita dermatologica personalizzata in grado di facilitare un dialogo aperto medico-paziente.La guida personalizzata è disponibile sul sito http://www.facciaafacciaconlarosacea.it
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Pictet Asset Management consolida ulteriormente il proprio primato negli investimenti ESG
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Pictet Asset Management, la divisione di asset management del Gruppo Pictet, conferma ancora una volta, il rating A+, il punteggio più alto ottenibile, nella valutazione dei Principi di Finanza Responsabile delle Nazioni Unite (UN PRI) 2020 nella categoria “Strategy & Governance”. A ulteriore conferma della centralità che i temi ESG ricoprono da sempre in Pictet Asset Management, con €5 miliardi di masse gestite in prodotti SRI (pari a circa il 15% del totale delle masse collocate), la Società è oggi la prima casa di gestione estera in Italia per investimenti socialmente responsabili[2], e seconda in termini assoluti.I Principles for Responsible Investment sono standard di eccellenza a livello internazionale lanciati dalle Nazioni Unite nel 2006 con l’intento di favorire la diffusione dell’investimento sostenibile e responsabile tra gli investitori istituzionali. Pictet Asset Management è stata una delle prime a sottoscrivere gli UN PRI nel 2007 e, in questi anni, si è sempre confermata fra le società di investimento più attive nel favorire un approccio sostenibile agli investimenti. UN PRI, ad oggi, sono adottati da più di 1200 firmatari tra investitori istituzionali, società di gestione del risparmio e fornitori di servizi. Il principale obiettivo è quello di far comprendere le implicazioni positive che comporta operare scelte di investimento che tengano conto dei fattori ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social and Governance – ESG) e di favorire, a livello internazionale, l’introduzione di tali fattori nelle decisioni di investimento e di ownership. Per raggiungere risultati di questa portata, in un ambito relativamente recente come quello degli ESG nel settore degli investimenti, è imprescindibile un impegno costante. Pictet AM ha adottato già dal 2007 i Principi per l’Investimento Responsabile delle Nazioni Unite proprio con la convinzione che considerazioni di carattere ambientale, sociale e di governance siano fondamentali per prendere decisioni di investimento migliori nel lungo termine. Forti di un approccio olistico, oltre a integrare i fattori ESG all’interno di tutti i processi di investimento e di gestione del rischio, in Pictet AM è tangibile l’impegno nel collaborare attivamente con gli emittenti su delicate questioni legate ad ambiente, società e governance (engagement). Altra componente imprescindibile dell’approccio di investimento di Pictet AM è l’azionariato attivo, cioè l’esercizio proattivo del diritto di voto per le partecipazioni detenute (proxy voting), oltre a dare informativa in modo trasparente ai clienti su tali attività e a promuovere l’adozione di un approccio responsabile all’interno del settore del risparmio gestito. Paolo Paschetta, Country Head Italia di Pictet Asset Management dichiara: “Con tutte le nostre azioni, ormai ventennali, in ambito ESG cerchiamo di guidare le aziende verso un cambiamento positivo. Crediamo in un capitalismo responsabile e adottiamo una visione ampia dell’economia e delle sue interazioni con la società e la natura, cercando di indirizzare il capitale verso quelle aziende che operano in modo coerente con tale visione. Dall’altro lato, guidiamo i nostri clienti verso scelte di investimento profittevoli, certamente, ma anche responsabili e che comportino un impatto positivo sull’ambiente. Gli investimenti socialmente responsabili, in cui siamo pionieri a livello globale, non sono per noi né una moda passeggera né un mero esercizio di stile, ma una componente fondamentale del processo di allocazione ottimale di portafoglio”.Non da ultimo, Pictet Asset Management ha appena ideato un Advisor Toolkit, disponibile online, che offre vari strumenti (calcolatore online, quiz tematico sulle conoscenze ambientali, un Listicle e un modulo “e-learning”) agli investitori retail e fornisce, in particolare, una serie di informazioni utili in tema di investimenti responsabili. Permette, inoltre, di misurare efficacemente l’impatto ambientale positivo, derivante da scelte di investimento più sostenibili e consapevoli, in termini di acqua risparmiata, kg di materiale riciclato, minori emissioni di CO2, rifiuti riciclati, energia rinnovabile prodotta e minor uso di fertilizzanti riversati nei laghi e negli oceani.
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Promuovere lo sviluppo dell’agricoltura nel Mezzogiorno
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Significa sostenere in primis le piccole e medie imprese che non possono contare sulle risorse della grande agroindustria – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Il premier Conte ha dichiarato oggi di voler realizzare un piano di resilienza che sia motore di vero sviluppo, in particolare al Sud, per ridurre il divario tecnologico e aiutare le aree interne che stanno pagando il prezzo più alto della crisi. Un tale programma può avere successo se si fonda su una corretta valutazione delle vere priorità del nostro tessuto produttivo.A differenza delle multinazionali dell’agribusiness, i piccoli e medi coltivatori hanno bisogno di un sostegno pubblico mirato per poter competere sui mercati e dotarsi dei beni capitali e della tecnologia necessaria per stare al passo con i tempi – spiega Tiso. Investimenti di questo genere consentono un grande ritorno non solo in termini di produttività, ma anche di cura del territorio e di protezione dell’ambiente. Si tratta di benefici non facili da quantificare, ma che vanno oltre il profitto delle singole aziende per estendersi all’intera collettività. L’agenda del Governo sta prendendo forma, definendo obiettivi che appaiono per lo più condivisili. Quello che ancora manca è un dibattito aperto e serrato sui mezzi e sugli strumenti che saranno messi in campo per raggiungerli. Occorre passare dalle dichiarazioni di principio alla strategia concreta per capire se stiamo andando nella giusta direzione.
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Pd e le riforme al centro della tre giorni di AreaDem
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Cortona, L’area che fa riferimento a Franceschini e Fassino si riunisce a Cortona dal 9 all’11 ottobre nel complesso Sant’Agostino. “Il futuro non può attendere” è il titolo scelto per questa edizione del 2020 che ha come filo conduttore il tema delle riforme al tempo del Covid. Numerosi relatori ed esperti si alterneranno nel corso della tre giorni, sul palco o via zoom, per discutere delle riforme economiche, sociali e istituzionali necessarie al Paese.I lavori inizieranno venerdì 9 ottobre alle ore 15.30 e termineranno domenica 11 ottobre alle ore 12.30.
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Cresce in Italia il numero di nuovi casi di tumori genitourinari
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Nel 2019 in totale 81.500 uomini e donne sono stati colpiti da cancro della prostata, vescica, rene e testicolo. Rispetto allo stesso dato del 2015 si è evidenziato un aumento del 7%. I pazienti che vivono con una di queste quattro neoplasie sono oltre 932mila pari a ben il 27% di tutti i malati oncologici residenti nel nostro Paese. E’ quanto emerge durante l’ultima giornata del XXX congresso nazionale della SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica) che quest’anno si svolge esclusivamente on line a causa della pandemia da Covid-19. “Negli ultimi anni registriamo anche un aumento delle neoplasie urologiche nei pazienti con meno di 50 anni – afferma il dott. Alberto Lapini, Presidente Nazionale SIUrO. Dal congresso virtuale della SIUrO arriva anche un appello per rendere disponibile un nuovo trattamento per il carcinoma del rene metastatico. “A nostro avviso va riconosciuta quanto prima la rimborsabilità alla combinazione nivolumab ed ipilimumab – aggiunge il dott. Giario Conti, Segretario Nazionale SIUrO -. Fin dal 2017 i due farmaci immunoterapici hanno ottenuto risultati clinici importanti che sono stati poi confermati da numerosi studi. Il vantaggio si è reso evidente nel sottogruppo di pazienti definiti a prognosi intermedia e sfavorevole che hanno una malattia più aggressiva e una minore attesa di vita. Rappresentano circa il 75% di tutti i casi registrati nel nostro Paese. Si tratta di un trattamento non certo risolutivo ma sicuramente capace di aumentare la quantità e qualità di vita nonché le possibilità di guarigione. Chiediamo quindi a tutti gli attori coinvolti: Agenzia Italiana del Farmaco, Ministero della Salute e azienda produttrice di riprendere le trattative. Questo permetterebbe inoltre alla comunità oncologica italiana di innalzare gli standard di cura a livello di quelli degli altri paesi europei e nordamericani”. “Nel tumore del rene la ricerca medico-scientifica sta facendo grandi passi in avanti dopo anni di sostanziale immobilismo – sottolinea il dott. Renzo Colombo, Vice Presidente SIUrO -. E’ una neoplasia che ogni anno fa registrare oltre 3.100 casi tra uomini e donne con meno di 50 anni. Si rende quindi necessario rendere quanto prima disponibili, anche nel nostro Paese, terapie innovative in grado di dare nuove chances a tutti i pazienti, anche quelli più ‘giovani. Quello dell’attenzione ai malati di queste neoplasie è uno degli obiettivi della SIUrO anche attraverso il portale tumorigenitourinari.it che SIUrO ha promosso e che sta riscuotendo grande successo”.
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MEPs spell out their priorities for the Digital Services Act
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
MEPs’ demands on how digital services, including online platforms and marketplaces, should be regulated were set out in a vote in the Internal Market Committee on Monday.With the upcoming Digital Services Act (DSA), the EU aims to shape the digital economy not only at European Union level but also to be a standard-setter for the rest of the world, as it did with data protection.In a “legislative initiative” report approved in the Internal Market and Consumer Protection Committee, MEPs request that the Commission addresses and tackles current shortcomings in the online environment in its DSA package, due to be presented by the end of the year. The principle of “what is illegal offline is also illegal online”, as well as the principles of consumer protection and user safety, should become “guiding principles” of the future DSA, they say.The committee recommendations touch upon a wide range of issues, including obligations related to transparency and information for online marketplaces, product safety online, effective enforcement and supervision measures, including fines, the spread of illegal content online, artificial intelligence (AI), and ex-ante regulation to prevent (instead of merely remedy) market failures caused by big platforms. The Internal Market Committee rapporteur on the DSA, Alex Agius Saliba (S&D, MT), said: “We live in a digital world where digital services have become the new utilities of our time. Their importance for our lives will only continue to grow. The report we voted on today recognises that a unique holistic, common approach built on trust, choice, and a high level of protection fully integrating users’, consumers’, and SMEs’ concerns is needed”.“For the first time, we are introducing at EU level new concepts, such as Know your Business Customer, ex-ante rules for the digital sectors, special responsibilities for online marketplaces to guarantee consumer safety, stricter rules on targeted advertising and AI mechanisms and a scope that will encompass companies established even outside the EU”, Mr Saliba highlighted.
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Increasing the EU’s 2030 emissions reduction target is necessary and feasible
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
The Committee on Environment, Public Health and Food Safety held a debate with Mr Frans Timmermans, Executive Vice-President of the Commission, on stepping up Europe’s 2030 climate ambition.Mr Timmermans presented the Commission’s plan to reduce EU greenhouse gas emissions by at least 55 % by 2030 compared to 1990 levels, as announced on 17 September in the State of the Union speech by the President of the Commission Ursula von der Leyen. Currently, emissions are not going down fast enough, Mr Timmermans said, but he underlined that becoming carbon neutral is both feasible and beneficial for the EU. He invited Parliament to confirm the proposed 55 % 2030-target as the EU’s new Nationally Determined Contribution under the Paris Agreement, and to submit this to the UNFCCC by the end of this year. The Chair Pascal Canfin (Renew, FR) reminded MEPs that next week Plenary will vote on a report by the Environment Committee on the EU Climate Law, which calls for 60 % emission reductions in 2030.Several MEPs expressed concern that the new 2030-target proposed by the Commission is a net-target, making it less ambitious since actual reductions would be smaller because emissions removed through carbon sinks would also count towards reaching the target. Mr Timmermans defended a net 2030-target, saying carbon sinks are needed to achieve carbon neutrality and are fully in line with international commitments.MEPs also questioned Mr Timmermans on the likelihood of getting other non-EU countries to follow the EU’s example and increase their climate ambition. Mr Timmermans replied that we need to make climate action a “race to the top”, informing MEPs that there are interesting initiatives to increase ambition being put forward or in the pipeline in many countries.Mr Timmermans finally informed MEPs that the Commission would come up with proposals by June 2021 to revise key EU legislation such as the EU Emissions Trading System, energy efficiency and renewable energy policies and strengthening CO2 standards for road vehicles to enable the EU to reach a more ambitious target.
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MEPs quiz Lagarde with stuttering economy as the backdrop
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
MEPs on Monday quizzed ECB President Christine Lagarde on the state of the economy and raised both suggestions and concerns regarding the ECB’s current and future actions. MEPs, speaking during the meeting held in the economic and monetary affairs committee, were evenly spread between those thinking that the current circumstances warrant a more interventionist and bold ECB and those fearing that the prolonged programmes of the ECB risked having considerable negative impacts.During the discussion MEPs also called for a more decisive move by the ECB towards helping to green the economy, to bring the inflation rate up towards the target rate, including through non-conventional measures, and to mitigate the looming disparities between the EU’s economies as a result of the pandemic. Some also reminded that the ECB was only one arm to help economic recovery signalling that the EU’s and other budgetary tools remained crucial as well as continued structural reforms at national level. MEPs also asked Ms Lagarde for more information about the upcoming ‘ECB strategic review’, especially on accountability, communication, and on new ways of reaching the inflation target. Ms Lagarde warned that “we are not out of the woods yet”, laying out the need for an ECB accommodative approach in the medium term. She also took the opportunity of announcing new transparency policies and that the strategic review should be completed by June 2021.
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L’Energia che viene dal Mare
Posted by fidest press agency su sabato, 3 ottobre 2020
Torino. L’energia del mare rappresenta la più grande fonte energetica rinnovabile al mondo: si stima che le onde potrebbero sviluppare una potenza lungo le coste terrestri a livello globale pari a 2 TeraWatt, circa 18 mila miliardi di chilowattora all’anno, ovvero quasi il fabbisogno annuale di energia elettrica del pianeta. Inoltre, l’energia da onde è prevedibile, più modulata delle altre fonti rinnovabili e più continua.Valorizzare questa fonte energetica dalle alte potenzialità è lo scopo del laboratorio di ricerca congiunto MORE – Marine Offshore Renewable Energy Lab, realizzato dal Politecnico di Torino ed Eni, inaugurato oggi alla presenza del Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, della Presidente di Eni, Lucia Calvosa, dell’Amministratore Delegato di Eni, Claudio Descalzi, e del Rettore del Politecnico Guido Saracco.Il Laboratorio MORE concretizza ulteriormente la collaborazione tra il Politecnico di Torino ed Eni, sancita a gennaio scorso con il rinnovo di un accordo di partnership, che prevede appunto l’istituzione e il lavoro comune di ricercatori di Eni e dell’Ateneo nel laboratorio, con l’obiettivo di contribuire a una ulteriore crescita del know-how in questa materia di grande interesse sia per Eni che per l’Ateneo e ad una rapida realizzazione industriale delle tecnologie per lo sfruttamento delle risorse energetiche marine. Il Laboratorio permetterà di ampliare il campo d’azione congiunta allo studio di tutte le fonti di energia marina, andando a investigare non solo il moto ondoso ma anche l’eolico e solare offshore, le correnti oceaniche e di marea e il gradiente salino. Il MORE Lab ha sede presso il Politecnico, con l’impiego di infrastrutture di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale e vede anche l’integrazione con le seguenti strutture Eni: il Marine Virtual Lab, presso il centro di supercalcolo HPC5 a Ferrera Erbognone e l’area di test in mare aperto a Ravenna, dove si sta valutando la fase pre-prototipale del convertitore di moto ondoso ISWEC (Inertial Sea Wave Energy Converter), il primo impianto al mondo di generazione elettrica ibrida e distribuita da moto ondoso e fotovoltaico; una tecnologia nata dai laboratori di ricerca del Politecnico e sviluppata dalla spin-off dell’Ateneo Wave for Energy, selezionata, ottimizzata ed industrializzata da Eni e in funzione da marzo 2019 nell’offshore di Ravenna. ISWEC ha dimostrato elevata affidabilità e capacità di adattarsi alle diverse condizioni di mare, grazie al suo sistema attivo di controllo e regolazione. Infatti, nel periodo di esercizio si è arrivati a superare il valore nominale massimo di potenza installata pari a 50 kW. Inoltre, il Laboratorio farà rete anche con il sito di test del Politecnico a Pantelleria, dove altri aspetti della stessa tecnologia vengono testati in un ecosistema, quello isolano, che mira all’autonomia energetica e all’azzeramento dell’impatto paesaggistico.Saranno circa 50 i ricercatori coinvolti nella ricerca di MORE Lab, tra personale in ruolo e dottorandi/tesisti del Politecnico, con i quali Eni si interfaccerà, con proprie professionalità, per una rapida crescita del know-how specifico e per la finalizzazione industriale delle tecnologie. Il Centro avrà a disposizione una vasca di prova navale e dei laboratori all’avanguardia per lo sviluppo e dry test dei prototipi e un centro di calcolo ad alte prestazioni. Il Laboratorio, inoltre, si avvarrà di una cattedra specifica sull’ “Energia dal Mare”, che avrà l’obiettivo di formare ingegneri specializzati nella progettazione, realizzazione e utilizzo delle nuove tecnologie che saranno sviluppate proprio nel laboratorio. (by Elena Foglia Franke)
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