Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°195

Archive for 21 ottobre 2020

Il voto europeo segna la condanna a morte dell’agricoltura europea

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Ieri sera i ministri dell’agricoltura, riuniti in Lussemburgo per decidere sulla PAC, hanno raggiunto un accordo in cui almeno il 20 per cento della dotazione nazionale degli aiuti diretti dovrà essere dedicata a incentivi per pratiche agronomicheverdi. In attesa di conoscere i dettagli però, e consci che il 20 per cento non è assolutamente sufficiente ad affrontare la crisi in corso, ancora una volta non si è guardato in faccia alla gravità del problema e agito con la necessaria fermezza per un cambio di rotta urgente del sistema agroalimentare europeo. I negoziati a tre, ovvero il trilogo, tra Commissione europea, Parlamento europeo e governi nazionali dovrebbero iniziare presto, sotto la presidenza tedesca del Consiglio europeo, per concludersi all’inizio del 2021. Il voto di ieri sera della plenaria del Parlamento europeo ha segnato la condanna a morte dell’agricoltura europea. Gli eurodeputati non sono riusciti a riformare la PAC (Politica agricola comune) – che plasmerà l’agricoltura Ue per i prossimi sette anni – per consentirle di affrontare la crisi climatica ed ecologica in corso.Il Parlamento Ue ha adottato un accordo preconfezionato tra i gruppi PPE, S&D e Renew, respingendo le proposte della Commissione ambiente del Parlamento Ue di tagliare i sussidi per il sistema degli allevamenti intensivi o di aumentare sostanzialmente i finanziamenti per le misure ambientali.“I deputati hanno firmato una condanna a morte per ambiente, clima e aziende agricole di piccole dimensioni, che continueranno a scomparire a un ritmo allarmante. Per oltre 60 anni, la politica agricola europea è stata cieca rispetto all’impatto dell’agricoltura sull’ambiente e il Parlamento europeo sta continuando volontariamente nella stessa direzione mentre gli scienziati avvertono che l’agricoltura deve cambiare rotta per affrontare la crisi climatica. Questo voto potrebbe rivelarsi una condanna a morte anche per gli obiettivi del Green Deal europeo” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia.C’era così tanta insoddisfazione tra i deputati al Parlamento europeo per l’accordo presentato dai tre gruppi politici che 166 di loro, molti in opposizione alla leadership del proprio partito, hanno votato per annullare l’intera proposta della PAC e chiedere alla Commissione di tornare al tavolo di programmazione. Anche il Commissario europeo per l’agricoltura, Janusz Wojciechowski, ha affermato che l’accordo raggiunto dal Parlamento è incompatibile con il Green Deal europeo.

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Giulia Marchi: La natura dello spazio logico

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Bologna. 24 ottobre – 19 dicembre 2020 Opening Sabato 24 ottobre 2020, ore 15-20 Labs Contemporary Art Via Santo Stefano 38 mostra personale di Giulia Marchi dal titolo La natura dello spazio logico a cura di Angela Madesani. Il titolo La natura dello spazio logico riprende quello di una delle serie di lavori proposti in mostra e fa riferimento al filosofo e architetto austriaco Ludwig Wittgenstein; suo l’assunto che segue e che chiarisce gli intenti della ricerca dell’artista: «Luogo spaziale e luogo logico concordano nell’essere ambedue la possibilità di un’esistenza». Per Wittgenstein il lavoro filosofico, come spesso quello progettuale in senso architettonico, è un lavoro su se stessi e sul proprio punto di vista; concetto che interessa profondamente Giulia Marchi ed è da lei indagato in questa serie, costituita da un corpus di fotografie e lavori scultorei in marmo. Quattro lastre di marmo della serie L’artefice, sulle quali è inciso l’esametro virgiliano Ibant obscuri sola sub nocte per umbram, scelto e proposto dall’artista nell’errata versione di Jorge Luis Borges: Ibant obscuri sola sub nocte per umbras. Sbaglio voluto dal poeta argentino il quale amava gli errori tanto da considerarli una prova di verità e sicuramente di umanità. Una quinta lastra più grande reca la scritta Null, zero in tedesco, la lingua del filosofo che ha guidato l’intero progetto di lavoro. Un ulteriore momento della mostra è dedicato ai labirinti e alla loro valenza filosofica: a Borges e al suo labirinto costruito sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, al labirinto di Cnosso sull’isola di Creta ed infine al Labirito di Dunure in Scozia. Una riflessione sul concetto di limite, attraverso l’errore, l’umana debolezza, lo spaesamento, il dubbio, l’incapacità di districarsi è quanto caratterizza i lavori esposti. Limite, errore, dubbio che forse sono proprio il senso più recondito, più temibile ma anche più affascinante dell’esistenza. Giulia Marchi nasce a Rimini, nel 1976. Studia Lettere Classiche all’Università degli studi di Bologna. Ricerca letteraria e approccio concettuale sono precisi stilemi del suo linguaggio fotografico – dall’utilizzo del foro stenopeico alla costruzione delle proprie macchine fotografiche, dalla sperimentazione condotta trattando chimicamente le matrici di polaroid al costante richiamo al testo, punto di partenza e chiave di lettura attraverso il quale dipinge i suoi paesaggi rarefatti.Nel 2016 è una degli artisti a partecipare alla collettiva intitolata Murmur presso la Flowers Gallery a Londra. Nel 2017 tiene, insieme all’artista cinese Xiaoyi Chen, una doppia personale presso la galleria Matèria (Roma), dal titolo one giant leap. Nel 2018 vince il premio Rotaract Bologna con l’opera Camera Anecoica, in occasione di Arte Fiera 2018 (Bologna). Nel 2019 viene invitata a tenere un workshop di alta formazione presso l’ISIA di Urbino. In occasione di Artissima 2019 presenta il libro d’artista edito da Danilo Montanari dal titolo Tutto procede con un tempo fortissimo, affiancata da Lorenzo Balbi, autore del testo critico che accompagna il lavoro. Orari Martedì-venerdì: 15.30-19 Sabato: 9.30-12

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L’UNHCR chiede solidarietà, sostegno e soluzioni per i rifugiati rohingya

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Alla vigilia della conferenza di donatori per i rifugiati rohingya che si terrà questa settimana, l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, oggi sottolinea la necessità di assicurare maggiore supporto internazionale e di intensificare gli sforzi volti a trovare soluzioni a beneficio di questo popolo apolide e in fuga. Insieme a Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea, questo giovedì (22 ottobre) l’UNHCR presenterà una conferenza di donatori virtuale col fine di rispondere alle urgenti esigenze umanitarie dei rohingya costretti alla fuga, sia all’interno sia al di fuori del Myanmar. Garantire supporto ai servizi essenziali in seno alle comunità di accoglienza costituisce un’altra priorità.Le attività di risposta umanitaria in corso stanno risentendo di un drastico ammanco quest’anno, dal momento che, ad oggi, sono stati ricevuti meno della metà dei finanziamenti richiesti. Nel 2020, le Nazioni Unite hanno chiesto più di 1 miliardo di dollari per rispondere alle esigenze umanitarie dei rifugiati rohingya in Bangladesh. La pandemia di COVID-19 è andata ad aggiungere una serie di nuove sfide ed esigenze a un’emergenza già complessa e di dimensioni massicce.Sono 860.000 i rifugiati rohingya che attualmente vivono in insediamenti all’interno del distretto di Cox’s Bazar, in Bangladesh. La maggior parte, circa 740.000, sono fuggiti dal Myanmar durante la crisi più recente che ha causato l’esodo del 2017. Altri Paesi della regione accolgono circa 150.000 rifugiati rohingya. Si stima che 600.000 vivano nello Stato di Rakhine, in Myanmar.In tutta la regione, la maggior parte dei rohingya vive ai margini della società ed è necessario assicurare loro accesso ad assistenza sanitaria di base, acqua potabile, scorte alimentari affidabili, oppure significative opportunità di lavoro ed educative. La pandemia di COVID-19 ne ha peggiorato le condizioni di vita, ha reso l’accesso ai servizi ancora più difficoltoso, ha fatto aumentare il rischio che si verifichino casi di violenza sessuale e di genere e ha esacerbato gli effetti delle malattie infettive sui rohingya sfollati in campi affollati, quali quelli di Cox’s Bazar e dello Stato di Rakhine.L’UNHCR sottolinea come la comunità internazionale e i Paesi della regione non soltanto debbano continuare ad assicurare supporto ai rifugiati e alle comunità che li accolgono, ma adattare gli interventi alle nuove esigenze fondamentali e ampliare la ricerca di soluzioni.Il fulcro di tale ricerca deve mirare al conseguimento del ritorno volontario e in condizioni sicure, dignitose e sostenibili dei rifugiati rohingya e delle altre persone in fuga alle proprie case o in luoghi di loro preferenza in Myanmar.La responsabilità di creare i presupposti che favoriscano il ritorno in condizioni sicure e sostenibili dei rohingya spetta alle autorità del Myanmar. Tale processo dovrà comportare il coinvolgimento della società intera, l’avvio e la promozione del dialogo tra le autorità del Myanmar e i rifugiati rohingya e l’adozione di misure che contribuiscano a cementare sicurezza e fiducia reciproca. Tra queste vi sono la necessità di revocare le restrizioni alla libertà di movimento, permettere ai rohingya sfollati di fare ritorno ai propri villaggi e istituire un iter effettivo per poter acquisire la cittadinanza.La conferenza di donatori virtuale, che prevede anche testimonianze di rifugiati rohingya, si terrà dalle ore 14 alle ore 16:30 CEST, ora di Ginevra (8-10:30 EDT Washington; 19-21:30 GMT+7 in Bangkok) il 22 ottobre 2020. Sarà trasmessa in diretta streaming su http://www.rohingyaconference.org. I fondi raccolti grazie alla conferenza saranno destinati a organizzazioni internazionali e organizzazioni non governative impegnate sul campo ad alleviare gli effetti della crisi in Myanmar e nell’intera regione, e al Piano di risposta congiunta (Joint Response Plan/JRP) a guida ONU in Bangladesh.

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Press Conference by Parliament President David Sassoli on latest COVID-19 developments and EP votes

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Bruxelles. To day at 15.00, the President of the European Parliament will hold a press conference in the Anna Politkovskaya pressroom to update journalists on the evolving working procedures in the European Parliament and on major votes on the plenary agenda. Debate on summit outcome: future of EU-UK relationships, COVID-19 coordination, long-term budgetMEPs will debate with Charles Michel, Commission VP Maros Sefkovic and EU Chief negotiator for relations with the UK, Michel Barnier on the conclusions of the 15-16 October meeting of EU leaders in Brussels. Amongst other things, the EU Summit was meant to improve coordination of measures to counter the second peak of COVID-19 infections and to set the lines for negotiating future relations with the UK while preparing for any scenario after 31 December.

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PESCO: MEPs call Member States to deepen defence cooperation at EU level

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Bruxelles. The EU’s overall level of security and defence would be higher if an effective EU system for the coherent, strategic and joint use of resources would be in place, say MEPs. No member state can protect itself alone against the common multifaceted threats that the EU faces in its security and defence today, warn MEPs in the resolution on the implementation and governance of Permanent Structured Cooperation (PESCO).In their recommendations to the Council and the High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy, adopted on Wednesday by 464 votes in favour, 90 against and 137 abstentions, MEPs stress that member states participating in PESCO projects should be encouraged to evolve from a strictly national focus on defence to a stronger European one and prioritise using a more European collaborative approach. An effective EU system for efficient, coherent, strategic and joint use of resources would be advantageous for the EU’s overall level of security and defence and is necessary, more than ever, in a security environment that is quickly deteriorating, point out MEPs. They warn that member states should not reduce their defence spending in the coming years, and especially their financial involvement in European cooperative projects. There should be more ambition in the EU budget to strengthen defence capabilities, they say, by sufficiently financing the future European Defence Fund (EDF) and the military mobility project in the upcoming Multiannual Financial Framework.MEPS note that several of the 47 PESCO projects, if funded accordingly, could strengthen member states’ preparedness, should another massive public health crisis occur. They also stress that, in order to better counter the hybrid threats, increasing efforts to cooperate on cyber defence are needed, such as information sharing, training and operational support.

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Parliament leads the way on first set of EU rules for Artificial Intelligence

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Bruxelles. On Tuesday, MEPs adopted proposals on how the EU can best regulate Artificial Intelligence (AI) in order to boost innovation, ethical standards and trust in technology. The European Parliament is among the first institutions to put forward recommendations on what AI rules should include with regards to ethics, liability and intellectual property rights. These recommendations will pave the way for the EU to become a global leader in the development of AI. The Commission legislative proposal is expected early next year. The legislative initiative by Iban García del Blanco (S&D, ES) urges the EU Commission to present a new legal framework outlining the ethical principles and legal obligations to be followed when developing, deploying and using artificial intelligence, robotics and related technologies in the EU including software, algorithms and data. It was adopted with 559 votes in favour, 44 against, and 88 abstentions.Future laws should be made in accordance with several guiding principles, including: a human-centric and human-made AI; safety, transparency and accountability; safeguards against bias and discrimination; right to redress; social and environmental responsibility; and respect for privacy and data protection.High-risk AI technologies, such as those with self-learning capacities, should be designed to allow for human oversight at any time. If a functionality is used that would result in a serious breach of ethical principles and could be dangerous, the self-learning capacities should be disabled and full human control should be restored.The legislative initiative by Axel Voss (EPP, DE) calls for a future-oriented civil liability framework, making those operating high-risk AI strictly liable for any resulting damage. A clear legal framework would stimulate innovation by providing businesses with legal certainty, whilst protecting citizens and promoting their trust in AI technologies by deterring activities that might be dangerous.The rules should apply to physical or virtual AI activity that harms or damages life, health, physical integrity, property, or that causes significant immaterial harm if it results in “verifiable economic loss”. While high-risk AI technologies are still rare, MEPs believe that their operators should hold insurance similar to that used for motor vehicles.The legislative initiative was adopted with 626 votes in favour, 25 against, and 40 abstentions.

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Hold police accountable for violent incidents, say MEPs

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Bruxelles. Police violence is unacceptable and should always be investigated, said MEPs in a debate on Tuesday, calling for more transparency and scrutiny in law enforcement.In a debate with Commissioner Johansson and the German Presidency, several MEPs raised the case of Jozef Chovanec, a Slovak citizen who died in police custody at Charleroi airport in February 2018. They urged the Belgian authorities to carry out a full investigation into this case, which will be closely followed by the Committee on Civil Liberties, Justice and Home Affairs.Referring to other cases of alleged police brutality against vulnerable minority groups and protesters across member states, MEPs called for those involved to be held accountable and for such incidents to be subject to independent scrutiny.Some MEPs highlighted the difficult work carried out by national police forces and praised their service and dedication in ensuring the safety of citizens across the EU.

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Il compito di Biden e il mito dell’economia di Trump

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

By Domenico Maceri, PhD. I sondaggi per le presidenziali americane non sorridono a Donald Trump secondo un’ultima inchiesta del Washington Post/ABC (Joe Biden 54%, Trump 42%). Un barlume di speranza gli viene però offerto dall’economia che gli americani considerano il tema più importante (29%) mentre la giustizia sociale e la sanità ricevono il 14% ciascuna e la sicurezza l’8%. Trump è visto con occhi benevoli sulla questione dell’economia con il 54% che approvano il suo operato e il 45% contrari. Gli americani danno però voti poco rassicuranti al 45esimo presidente sul suo metodo di affrontare la pandemia del Covid-19 (41% favorevoli e 58% contrari).Sorprende che Trump sembri avere la meglio sull’economia considerando lo stato attuale del tasso di disoccupazione (7,9 percento, ossia 12,6 milioni di disoccupati), un miglioramento da qualche mese fa che era al 14%, nel punto peggiore della pandemia nel mese di aprile. Il miglioramento, però, non riflette la realtà completa poiché non include coloro che hanno smesso di cercare lavoro, le cui file vengono escluse dai calcoli. Non include nemmeno quelli che hanno visto riduzioni nelle loro ore lavorative. Si tratta secondo alcuni calcoli più dettagliati di altri 5 milioni di disoccupati. Quando si aggiungono a quelli che erano già disoccupati prima dell’inizio della pandemia si arriva a un totale di 31 milioni di americani senza lavoro. I sondaggi dunque che sorridono a Trump sull’economia però si spiegano con la mitologia che i presidenti repubblicani hanno più successo in economia perché si preoccupano più delle questioni fondamentali. Quando Trump entrò alla Casa Bianca ereditò un’economia in buono stato che per i primi tre anni e mezzo, fino all’inizio della pandemia, continuò in terreno positivo principalmente per il lavoro fatto dal predecessore Barack Obama. Trump, però, è stato molto abile a creare un’immagine di se come uomo di affari e quindi esperto di questioni economiche. È stato molto bravo, come sempre fa quando le cose vanno bene, a accaparrarsi del credito, mentre invece quando la cose vanno male, affibbia sempre la colpa ad altri.Trump non è tanto diverso da presidenti repubblicani del passato che hanno costruito una reputazione di preoccuparsi più dell’economia che delle questioni sociali, tipicamente associate con il Partito Democratico. I fatti però ci dicono che storicamente l’economia è andata meglio con amministrazioni democratiche. Nel periodo dopo la seconda guerra mondiale l’indice della borsa statunitense Standard and Poor (S&P), che segue le 500 aziende più importanti, è aumentato dell’11% in presidenze democratiche ma solo del 6,9% in presidenze repubblicane. Dagli anni ottanta dei tempi di Ronald Reagan all’era di Trump i presidenti repubblicani hanno amministrato durante quattro recessioni, definite come due trimestri consecutivi di decrescita economica. In questi anni in considerazione le recessioni durante presidenze democratiche sono state zero.Alcuni analisti hanno chiarito che i democratici al governo mettono più soldi nelle tasche degli individui invece delle corporation. I soldi in tasca della classe media vengono spesi per comprare i prodotti che le aziende producono, riciclando i quattrini e creando benessere per tutti. Inoltre i democratici mirano a lungo termine, investendo di più nelle scuole e le infrastrutture. Di solito aumentano le aliquote alle classi abbienti senza però diminuire il numero dei ricchi. I repubblicani invece al comando riducono le aliquote alle classi alte senza però preoccuparsi dei deficit poiché fanno pagare le spese alle future generazioni prestandosi più soldi. L’esempio più visibile ci viene fornito dall’amministrazione di George W. Bush (2000-2008), che non solo ridusse le tasse alle classi alte e le corporation ma poi intraprese le guerre in Iraq e Afghanistan senza però chiedere agli americani aumenti di tasse per coprirne i costi. Tutte queste spese sono state ovviamente responsabili di aumenti notevoli al deficit e al debito nazionale.I sondaggi ci dicono che Biden sarà eletto presidente in meno di due settimane. Al primo e apparentemente l’unico dei tre programmati dibattiti Trump ha accusato Biden di essere nelle mani dei socialisti. L’ex vicepresidente, difatti, ha un piano economico tipico di amministrazioni democratiche del passato. Include aumenti alle aliquote dei benestanti con redditi di 400mila dollari o più annui e alle corporation ma in modo limitato da non fare paura a Wall Street come ci indicano gli indici di S&P e Dow Jones recenti. Biden non spaventa tanto le corporation perché sanno benissimo che è un moderato e non il socialista che Trump cerca di dipingere.Una volta eletto presidente Biden avrà un compito molto simile a quello di Obama nel 2008, quando prese le redini da George W. Bush, cioè di mettere a posto l’economia a brandelli. Il compito di Biden, però, sarà molto più difficile perché dovrà ancora fare i conti con la pandemia. Dovrà altresì unificare il Paese e calmare le scosse orripilanti causate da Trump alle strutture democratiche e etiche ma anche ricucire i rapporti con gli alleati tradizionali in Europa e il resto del mondo. Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California.

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Per una legge efficace contro l’omotransfobia e la misoginia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Sono ben 59 le città che oggi si danno staffetta, in tutta Italia, per chiedere al Parlamento l’approvazione di una legge efficace contro l’omotransfobia e la misoginia. Alla vigilia della ripresa della discussione alla Camera del testo di legge a prima firma dell’onorevole Zan, la comunità lgbti lancia con la mobilitazione “Dalla parte dei diritti” un segnale forte e inequivocabile. “L’avvio della discussione alla Camera – commenta Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, che interverrà oggi alle 16,30 a Roma dal palco allestito in piazza della Rotonda – deve proiettare i nostri legislatori nella dimensione della responsabilità di esplorare tutte le possibilità di miglioramento del testo licenziato dalla Commissione Giustizia e che ancora contiene ombre che rischiano di fiaccarne l’efficacia. La nostra mobilitazione vuole essere anche una risposta a chi tenta di far passare questa proposta di legge come liberticida: a loro diciamo che noi non vogliamo né cambiare né violare la Costituzione, anzi vogliamo applicarla a pieno e dare gambe ai suoi principi, perché la libertà di opinione è sacrosanta ma non può essere furbescamente stiracchiata fino a legittimare crimini o violenze. Esiste un confine oltre il quale le parole diventano violenza, discriminazione e istigazione al crimine: quel confine va individuato e fissato con chiarezza, per arginare l’odio che è ormai dilagante”. Le 59 città che oggi si stanno dando staffetta con presidi e manifestazioni sono: Agrigento, Alessandria, Ancona, Aosta, Arezzo, Asti, Bagheria, Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brindisi, Campobasso, Caserta, Catania, Chieti, Como, Cremona, Cuneo, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, L’Aquila, Lecce, Livorno, Mantova, Matera, Messina, Milano, Modena, Monza, Napoli, Nuoro, Novara, Padova, Palermo, Pantigliate, Parma, Pavia, Pesaro, Pescara, Pisa, Reggio Emilia, Rieti, Rimini, Roma, Rovereto, Rovigo, Salerno, Sanremo, Sassari, Siena, Taranto, Treviso, Trieste, Varese, Vicenza, Viterbo (sul sito dallapartedeidiritti.it i dettagli per ciascun presidio). La mobilitazione rilancia l’appello rivolto al Parlamento e al Governo italiani da diverse associazioni, tra cui Arcigay e All Out (http://allout.org/it/DallaParteDeiDiritti).

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Campionatura sulla reale diffusione del virus in Italia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

A 10 mesi di distanza, gli ex Presidenti dell’ISTAT Giorgio Alleva e Alberto Zuliani tornano a richiedere dalle pagine del Corriere della Sera una campionatura sulla reale diffusione del virus in Italia. Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla Scienza e alla Salute, aveva da subito rilanciato quella richiesta sollecitando una risposta da parte del Governo, che però non è mai arrivata. Alleva e Zuliani chiedono oggi ‘un campione probabilistico quindicinale anche di poche migliaia di unità’, che avrebbe un valore informativo di grande utilità a un costo relativamente molto basso. Potrebbe dare grande forza ai numeri e al dibattito corrente, fornire fondamento migliore alle decisioni delle istituzioni preposte e impegnare a un rispetto più convinto i destinatari, cittadini e imprese. Come Associazione Luca Coscioni chiediamo al Governo e al Parlamento di ascoltare i due scienziati e di prendere urgentemente i provvedimenti necessari per realizzare il monitoraggio.

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Le banche più rincarate in Italia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

L’Unione Nazionale Consumatori ha elaborato i dati Istat dell’inflazione di settembre resi noti venerdì, stilando la classifica delle città o delle regioni che hanno registrato i maggiori rincari annui per quanto riguarda le banche (servizi finanziari) e le assicurazioni, che comprende l’rc auto, i servizi assicurativi per la salute e l’abitazione.In testa alle classifica delle banche più rincarate c’è il Friuli Venezia Giulia (il dato si riferisce sia alla regione che a tutte le province del Friuli), che registra un rialzo record rispetto a settembre 2019 del 13,8%. Al secondo posto il Piemonte (con tutte le sue province) con un incremento dell’8,7%, al terzo le Marche (con Ancona, Macerata e Ascoli), +7,3% l’aumento annuo. Seguono l’Umbria (+5,5%) e al quinto posto la Lombardia (+4,7%). Eppure alcune regioni sono state virtuose, il che dimostra che gli aumenti non erano giustificati” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.Nella parte bassa della classifica, infatti, la regione più virtuosa è la Sardegna e le sue province Cagliari e Sassari, che segnano un rincaro annuo solo dello 0,2%. Segue la Liguria (con Genova e La Spezia), +1,2% e al terzo posto il Trentino (con Bolzano e Trento), +2,1%.In media nazionale i servizi finanziari salgono del 4,5%.Per quanto riguarda le assicurazioni, in testa alle città più rincarate Lucca, al 1° posto con +7,6%, al 2° posto Perugia, +5,3%, al 3° Cuneo, +5,2%, al 4° Torino, +4,7%.Dall’altra parte della classifica, i risparmi maggiori per Belluno, -11%, Pordenone (-7,4%) e al terzo posto Roma, -4,9% il ribasso annuo.”Incredibili le disparità sul territorio, dal +7,6% di Lucca al -11% di Belluno sono 18,6 punti percentuali. Va considerato che, almeno per l’rc auto, i prezzi avrebbero dovuto precipitare per via del lockdown. Invece, in media nazionale i servizi assicurativi nel loro insieme scendono solo dello 0,4%. Se si considera che gli italiani sono rimasti fermi per ben 69 giorni, dal 10 marzo al 17 maggio compresi, ossia fino a quando non si sono consentiti gli spostamenti liberi in regione, allora l’importo dell’rc auto sarebbe dovuto calare su base annua del 18,9%, contro il -5,4% segnalato dall’Ivass nell’ultimo bollettino. D’altronde che i prezzi potevano scendere ce lo dicono le regioni più virtuose, come il Lazio, -4,5%” prosegue Dona.A livello regionale , la regione peggiore è l’Umbria, +5,1% il rincaro dal settembre 2019, segue il Piemonte, +3,2% e al terzo al Calabria, +1,6%. Le regioni migliori, in deflazione, sono il Lazio, -4,5%, il Friuli, -3,5% e la Valle d’Aosta, -3,4%.

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I voli salvavita dell’UNHCR dalla Libia riprendono

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, la notte scorsa ha evacuato dalla Libia al Niger un gruppo di 153 rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili nell’ambito del Meccanismo di transito di emergenza (ETM).Questo volo charter UNHCR segna la ripresa delle evacuazioni salvavita dalla Libia ponendo fine a una sospensione durata sette mesi. Si era reso necessario sospendere i voli umanitari a marzo, a causa dei rischi per la salute pubblica correlati alla pandemia da coronavirus, che ha portato all’interruzione del traffico aereo in numerosi Paesi. Le persone evacuate ieri erano di nazionalità eritrea, somala, sudanese e sudsudanese. Il gruppo comprendeva 16 famiglie e 15 minori, molti dei quali non accompagnati o separati dai genitori.In un contesto in cui il contagio da COVID-19 è in continuo aumento, con circa 46.000 casi confermati in tutta la Libia, tutti i passeggeri sono risultati negativi ai test diagnostici prima della partenza. Per tutti, inoltre, si sono tenute sessioni di counselling e sensibilizzazione in relazione ai comportamenti da adottare per proteggere la propria salute e condurre una vita sana. Attualmente il gruppo sta osservando un periodo di quarantena di due settimane in Niger e si è sottoposto test ulteriori, in linea con le misure sanitarie per il contenimento della diffusione del coronavirus.La maggior parte degli evacuati viveva nella capitale libica, Tripoli. Praticamente ognuno di loro (97 per cento) è stato trattenuto in stato di detenzione arbitraria in Libia nei centri di Tajoura, Zintan, o Triq al Sikka. Alcuni sono stati detenuti per oltre due anni in condizioni estremamente disperate e sono stati rilasciati recentemente grazie all’attività di advocacy portata avanti dall’UNHCR presso le autorità libiche.Si stima che in Libia attualmente siano oltre 3.400 i migranti e richiedenti asilo trattenuti all’interno di centri detentivi governativi, dove le condizioni sono disperate e molti sono esposti al rischio di subire gravi abusi.La ripresa dei voli di evacuazione assume particolare importanza in questo momento, tenuto conto dell’instabilità della situazione in Libia, della rapida diffusione del coronavirus e dell’impatto sanitario e socioeconomico di quest’ultimo sulle vite dei rifugiati e dei richiedenti asilo, che faticano sempre più a sostentare se stessi e le proprie famiglie.L’UNHCR accoglie con favore il supporto assicurato dalle autorità libiche nell’agevolare le procedure che hanno portato alla realizzazione di questo volo di evacuazione atteso da tempo, nonché al rilascio di altre persone dai centri di detenzione.L’UNHCR continua a svolgere attività di advocacy affinché i governi assicurino un numero più elevato di posti per il reinsediamento e altre soluzioni durature che consentano ai rifugiati e ai richiedenti asilo più vulnerabili di lasciare la Libia.L’UNHCR, infine, si appella nuovamente alle autorità libiche affinché rilascino tutti i richiedenti asilo detenuti e pongano fine alla pratica della detenzione arbitraria. In Libia, L’Alto Commissariato ha registrato la presenza di 45.661 rifugiati e richiedenti asilo.

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Crescono i bisogni delle popolazioni nel Sahel in seguito all’aggravarsi dell’esodo in corso

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, oggi avverte delle disastrose conseguenze che potrebbero colpire la regione africana del Sahel, se non sarà garantito con urgenza supporto agli interventi umanitari necessari per rispondere a quella che è divenuta la crisi col più rapido ritmo di crescita su scala mondiale in relazione a numero di persone in fuga ed esigenze di protezione.Nel Sahel convergono il conflitto armato, l’estrema povertà, l’insicurezza alimentare, il cambiamento climatico e la pandemia di COVID-19. Nell’intera regione, sono oltre 2,7 milioni le persone che sono state costrette a fuggire dalle proprie case. L’esigenza di accedere ad alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari, cure mediche e ad altre forme di assistenza di base è ora enorme.I Paesi del Sahel centrale – Burkina Faso, Mali e Niger – rappresentano l’epicentro della crisi che ha determinato l’esodo in corso. Più di 1,5 milioni di sfollati interni e 365.000 rifugiati sono fuggiti dalle violenze, oltre 600.000 solo quest’anno. Il numero di sfollati all’interno del Burkina Faso è raddoppiato arrivando a più di un milione nell’arco dell’ultimo anno. Il Burkina Faso, tra i Paesi più poveri al mondo e tra quelli più esposti ai rischi derivanti dai cambiamenti climatici, è alle prese con una grave crisi interna sul piano della sicurezza, situazione che comporta che la quasi totalità del territorio non sia sicura. Il livello di brutalità perpetrate ai danni dei civili è terrificante e sistematico. Con frequenza allarmante si registrano casi di gruppi armati che giustiziano genitori in presenza dei propri figli. Meno di due settimane fa – il 4 ottobre, nel Burkina Faso settentrionale – aggressori armati hanno ucciso 25 uomini di fronte alle loro famiglie nel corso di un’imboscata al convoglio su cui viaggiavano per fare ritorno alle proprie terre, nella speranza che le condizioni di sicurezza fossero migliorate.Gli attacchi ai danni delle scuole rappresentano una tetra realtà in costante aumento in tutto il Sahel. In anni recenti, oltre 3.600 scuole sono state distrutte o hanno dovuto chiudere, danneggiando i percorsi educativi di decine di migliaia di giovani alunni.Nel Sahel si registrano inoltre crescenti rischi climatici, dal momento che l’aumento delle temperature sta modificando l’andamento delle precipitazioni, incrementando la frequenza e l’intensità di inondazioni, siccità e tempeste di sabbia. Le recenti devastanti inondazioni verificatesi nella regione hanno provocato la morte di decine di persone lasciandone centinaia di migliaia – sia tra gli sfollati sia tra i membri delle comunità di accoglienza – nell’urgente necessità di riparo, acqua potabile e servizi sanitari.I governi dei Paesi di accoglienza e le comunità locali, i primi chiamati a rispondere, hanno mostrato una solidarietà rimarchevole. Tuttavia, le loro capacità di risposta sono allo stremo e necessitano di risorse immediate. Gli attori umanitari stanno faticando a rispondere all’impennata delle esigenze delle comunità sfollate e di quelle di accoglienza.Nell’intera regione, i governi di Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger hanno assunto l’impegno di mettere al centro dei propri piani di risposta le attività di protezione delle persone in fuga e delle comunità che le accolgono. All’inizio di questa settimana, questi stessi governi hanno lanciato il ‘Processo di Bamako’, una piattaforma intergovernativa per l’implementazione di azioni rapide e concrete volte a rafforzare il coordinamento tra gli attori umanitari e quelli incaricati della sicurezza e ad assicurare l’accesso degli aiuti umanitari, protezione e assistenza alle popolazioni colpite.

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“Governo fallimentare su tamponi e terapie intensive”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

“L’entità delle restrizioni decise dal governo stride con il mancato potenziamento dei servizi territoriali volti al tracciamento e delle terapie intensive, nonostante le risorse già assegnate. La capacità di “testing & tracing” è inadeguata rispetto per la crescita dei nuovi casi, sia perché sarà distorta dalla sovrapposizione fra diagnosi di Covid-19 e influenza stagionale. Come dice un report della Fondazione Gimbe, non sono note né la quantità di tamponi che i singoli laboratori possono processare quotidianamente, né informazioni quantitative sul personale impegnato sul territorio nel prelievo dei campioni. Inoltre, sono riscontrabili evidenti problemi organizzativi, come le code ai “drive in” e le attese. Secondo le ultime stime di Quotidiano Sanità, i posti letto in terapia intensiva sono 6458, circa 1250 in più rispetto a quelli precedenti la pandemia ma molti di meno rispetto quelli necessari. Con 100 miliardi di scostamento, l’aumento delle terapie intensive è ridicolo. In Campania, ad esempio, il governo ha inviato 231 ventilatori per le terapie intensive e 167 per le sub intensive. Oggi risultano attivati 433 posti, ma dovrebbero invece essere 566. Il governo ha fallito, quando avrebbe potuto, con i 100 miliardi di scostamento votato anche dall’opposizione, triplicare le terapie intensive, unica vera tutela alla diffusione del virus. La narrazione del Coronavirus come mancata responsabilità dei cittadini è contraria alla realtà, che vede il governo fallimentare sotto ogni punto di vista. L’economia nazionale, già in caduta di almeno 10 punti di PIL, rischia la desertificazione.” Così il deputato FDI Federico Mollicone.

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Il colesterolo alto in giovane età aumenta il rischio cardiovascolare futuro

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Secondo uno studio pubblicato su Journal of the American College of Cardiology, alti livelli di colesterolo Ldl in giovane età (adolescenti e ventenni) aumentano il rischio di incorrere in problemi cardiovascolari nella mezza età. Inoltre, il rischio elevato persiste anche in coloro che riescono a ridurre tali livelli verso la fine dei trent’anni. «Il danno fatto alle arterie in giovane età può essere irreversibile e sembra essere cumulativo» ha spiegato Michael Domanski, della University of Maryland School of Medicine negli Stati Uniti. «Per tale ragione i medici potrebbero voler considerare di prescrivere cambiamenti nello stile di vita e anche farmaci per abbassare gli alti livelli di colesterolo Ldl nei giovani adulti in modo da prevenire i problemi in futuro» ha continuato il primo autore.Per la ricerca, che ha incluso quasi 5.000 partecipanti tra i 18 e i 30 anni, sono stati analizzati i dati di uno studio in corso (CARDIA, Coronary Artery Risk Development in Young Adults) iniziato ben 35 anni fa. Un modello matematico è stato poi utilizzato per comprendere in che modo il rischio cardiovascolare (attacco cardiaco, ictus, ostruzione dei vasi sanguigni e morte per malattia cardiovascolare) aumenti con l’aumento cumulativo dell’esposizione al colesterolo Ldl in un tempo medio di 22 anni. Ebbene, i partecipanti avevano più probabilità di essere colpiti da un evento cardiovascolare quanto più grande era l’area sotto la curva Ldl, una misura del tempo di esposizione e dei livelli del colesterolo Ldl nel tempo. Ma, a rappresentare la differenza di rischio non era solo l’area sotto la curva ma anche l’andamento temporale dell’esposizione. Un risultato interessante e importante secondo l’autore Charles Hong, che ha spiegato come questo sottolinei l’importanza degli screening regolari del colesterolo a partire dalla prima età adulta, in modo da ridurre il tempo con un’alta esposizione. Da notare che non vi è consenso in merito a come intervenire per abbassare il colesterolo Ldl nei giovani. Le linee guida dell’American College of Cardiology raccomandano di operare attraverso misure sullo stile di vita nell’adolescenza e di prendere in considerazione l’uso di farmaci ipolipemizzanti nei giovani tra i 20 e i 39 anni, soprattutto se in famiglia ci sono casi di cardiopatie a esordio precoce. Secondo Albert Reece, non coinvolto nello studio, questi risultati possono salvare numerose vite. «La comunità medica dovrebbe sedersi, prendere atto e reagire a questa importante nuova prova» ha affermato. (fonte Doctor33)

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Servizio Civile Universale, al via i primi Open Day di Roma Capitale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Roma. Al via i primi Open Day di Roma Capitale dedicati al Servizio Civile Universale e, in particolare, ai progetti promossi da Roma Capitale e da altri enti partner sul territorio capitolino. Gli incontri, che si terranno con modalità on line, sono previsti le prossime settimane nelle giornate del 21 e 28 ottobre 2020, dalle ore 10.00 alle 12.00.L’iniziativa ha l’obiettivo di far conoscere il Servizio Civile Universale e i suoi valori coinvolgendo i giovani in una tavola rotonda virtuale e fornendo nello specifico indicazioni sulle modalità di adesione al nuovo bando, che sarà pubblicato entro l’anno a cura del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.Nel corso degli Open Day verranno approfondite tematiche relative a: – progetti presentati da Roma Capitale e dai soggetti partner – modalità di candidatura – diritti e doveri del volontario – durata del servizio civile – orientamento alla scelta del percorso Il Servizio Civile Universale è una importante opportunità di formazione e di crescita personale e professionale ed è rivolto ai giovani fra i 18 e i 29 anni, che sono chiamati ad una scelta volontaria che li vedrà impegnati per alcuni mesi della propria vita in attività incentrate sulla difesa non armata e non violenta della Patria, l’educazione, la pace tra i popoli, la promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana e rivolte allo sviluppo delle comunità.Roma Capitale è da anni impegnata nella promozione di progetti sul territorio, che spaziano dalle tematiche dell’informazione sul proprio patrimonio storico, artistico e culturale, del turismo, dell’assistenza alle persone più fragili, delle nuove tecnologie e del superamento del digital divide fra la popolazione.L’iniziativa degli Open Day è a cura dell’Ufficio del Servizio Civile del Dipartimento Sport e Politiche Giovanili con la collaborazione del Dipartimento Partecipazione, Comunicazione e Pari Opportunità.I ragazzi interessati a partecipare agli Open Day possono inviare la propria candidatura (ad una sola delle due giornate in calendario) all’indirizzo mail: serviziocivile@comune.roma.it e, alcuni giorni prima dell’evento, riceveranno il link necessario per l’accesso alla piattaforma su cui si terrà l’evento informativo.

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Test sierologici in farmacia: preoccupa sicurezza

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

In merito al progetto in partenza in Emilia Romagna, che vede il coinvolgimento delle farmacie di comunità nell’erogazione dei test sierologici rapidi a studenti, familiari e universitari, vengono condivisi «gli obiettivi», anche perché è una «conferma del ruolo di presidio sanitario territoriale delle farmacie», ma, al contempo, preoccupano «i molti aspetti legati alla salute e sicurezza dei lavoratori che non sono stati opportunamente valutati». In «mancanza di idonee misure di sicurezza e organizzative, la scelta della farmacia come luogo per effettuare i test sierologici» rischia di esporre «a maggiori rischi di contagi». Per quanto le procedure siano studiate per assicurare la tutela del farmacista, è «indubbio che si dovrà fare i conti con flussi di ingresso maggiori e al momento non prevedibili». A mancare è «stata la volontà di definire e declinare gli strumenti normativi previsti per la tutela e il monitoraggio della sicurezza sul lavoro».Se, nello specifico «chiediamo risposte urgenti e ci aspettiamo che, prima della partenza di questo importante servizio, si possa procedere a chiarire tutti gli aspetti di prevenzione, nonché organizzativi, e costituire i comitati come primo passo per garantire salute e sicurezza», va detto che per i sindacati la criticità relativa alla sicurezza è questione più generale. «L’intero settore manca, sia a livello nazionale sia a livello regionale, di uno specifico protocollo di prevenzione e sicurezza» e per di più «non sono stati costituiti i comitati per la sicurezza che erano stati previsti dal protocollo nazionale del 24 aprile – interamente recepito nel Dpcm del 26 aprile» che contiene le misure per il contenimento del contagio. A oggi si opera sulla base di misure di riferimento, viene segnalato, che sono quelle generali del protocollo, tanto in ambito nazionale quanto regionale, ma non specifiche.Ma c’è di più: «se, da un lato, è indubbio il ruolo di primo presidio sanitario che le farmacie territoriali svolgono, dall’altro, purtroppo, i farmacisti dipendenti sono spesso dimenticati. Anch’essi eroi sanitari, importanti e silenziosi, durante il periodo del lockdown hanno assicurato un servizio essenziale basilare. Ma, nonostante ciò, i dipendenti delle farmacie private non solo aspettano un rinnovo contrattuale da oltre 7 anni, ma sono anche gli unici lavoratori del settore sanitario che non hanno avuto alcun riconoscimento economico per l’impegno profuso e le difficoltà affrontate durante il culmine dell’emergenza sanitaria. Oggi è necessario che a loro venga garantito il rafforzamento delle misure necessarie a tutela della salute e della sicurezza». Francesca Giani fonte Farmacista33

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Virtual Benzinga Cannabis Capital Conference

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Toronto, Ontario. Halo Labs Inc. (“Halo” or the “Company”) (NEO: HALO, OTCQX: AGEEF, Germany: A9KN) has announced its participation in the virtual Benzinga Cannabis Capital Conference beginning at 2:30 p.m. EST on Thursday, Oct. 15, 2020. Halo Labs President Katie Field will be presenting an overview of Halo Labs, its recent acquisitions and future vision.This year’s virtual Benzinga Cannabis Capital Conference will offer entrants all the benefit of an immersive and robust in-person cannabis conference from any remote location. The conference will feature an interactive forum of live and on-demand presentations from top CEOs, investors and leaders in the cannabis space. Guests will have the opportunity to connect with top movers and shakers in the industry from across the globe.Ms. Field’s executive career as a strategy consultant spans both the private and public sectors. She began her career in the cannabis industry in 2014 to lead and procure the build-out and sale of one of five original, vertically integrated state licenses in Florida. Ms. Field’s expertise stems from her work with notable companies and institutions such as Bain & Company, The Brookings Institution, MariMed and The White House. Subsequently, Ms. Field operated a strategy consulting practice focusing primarily on the cannabis industry. She holds an MBA from Columbia Business School and a BA with honors from Stanford University.

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Il telefono amico dei detenuti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Invece di liberalizzare le telefonate e consentire i colloqui riservati delle persone detenute con i propri familiari, come già avviene in molti Paesi, il legislatore italiano ha creato un nuovo reato, ma chi è quel prigioniero che non rischierà quattro anni di carcere per sentire la voce dei propri figli? Con la nuova legge, una telefonata che fuori costa pochi centesimi in carcere potrebbe costare quatto anni di carcere: in questo modo i nostri legislatori pensano di evitare che i telefoni entrino in carcere. Non sanno quanto si sbagliano, rischiano solo di riempire le carceri, perché quando sei murato in una cella, solo e disperato, una telefonata con la donna che ami o con una persona cara, ti salva la vita. Si parla spesso di responsabilizzazione dei detenuti, ma è difficile che un detenuto si senta responsabile quando ti impediscono di relazionarti con le persone che ami. È difficile pentirsi del male fatto quando una volta in carcere, in nome del popolo italiano, ti limitano di parlare al telefono con i tuoi genitori anziani, ti proibiscono di dare, o ricevere, un bacio o una carezza in intimità con la propria compagna o con i propri figli. In questo modo, con il passare degli anni, in carcere smarrisci la forza e la voglia di amare. E la cosa più tremenda è che non ti accorgi neppure di perderla e col tempo “l’Assassino dei Sogni” (come chiamo io il carcere) ti mangia tutto l’amore che avevi prima di entrare in galera. Alla lunga il carcere divora l’amore di chi sta fuori e uccide l’amore di chi sta dentro. E l’amore in carcere quando finisce non fa rumore, ti spezza solo il cuore.Credo che nessuna pena, nessuna legge, dovrebbe impedire di comunicare, di amare, di dare un bacio, una carezza alle persone che ami, neppure in nome della sicurezza sociale. Eppure nelle nostre Patrie Galere accade anche questo. Sembra che l’Assassino dei Sogni odi l’amore e usi le sbarre, i blindati e i cancelli per non farlo entrare, neppure per telefono. Credo che in fondo i detenuti italiani non chiedano molto, neppure la luna, chiedono solo, come accade in molti Paesi del mondo, di continuare a rimanere umani per potere amare ed essere amati, anche per telefono. Alcuni professionisti dell’antimafia si giustificheranno sostenendo che gli altri Paesi possono liberalizzare le telefonate perché non hanno detenuti mafiosi, ma questa è una bugia, perché le telefonate si possono registrare e ascoltare.Molti Paesi del nord Europa trattano meglio i loro prigionieri perché si dicono che “Il detenuto di oggi sarà il mio vicino di casa domani” invece in Italia, nella maggioranza dei casi, la detenzione è molto più illegale e stupida del crimine che uno ha commesso. E spesso non serve a nulla. In molti casi serve solo a far incattivire e a far diventare più delinquente chi la subisce.In carcere in Italia, il tuo reato sembra ti faccia perdere anche tutta la tua umanità. In fondo i prigionieri chiedono solo una vita più umana e un po’ d’amore. È già difficile essere dei buoni padri (e nonni) fuori, immaginatevi dentro, con solo poche ore all’anno di colloqui, che, oltretutto, se sei sbattuto in carceri lontani da casa non riesci neanche a fare. E allora ti tocca fare il padre (e il nonno) per telefono anche se rischi quattro anni di carcere, ma spesso i prigionieri si tengono in vita solo per amore. By Carmelo Musumeci

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Detenuti: Lavoro e inclusione

Posted by fidest press agency su mercoledì, 21 ottobre 2020

Roma Campidoglio. È partito il nuovo percorso di reinserimento socio-professionale che impegna soggetti in espiazione di pena ed ex detenuti in tirocini presso associazioni e cooperative convenzionate. Alcuni saranno impiegati in attività di manutenzione del verde, piccoli lavori edili, pulizie, artigianato e pelletteria. Altri, produrranno marmellate, conserve e succhi di frutta presso il laboratorio alimentare “Papa Francesco” gestito da Isola Solidale all’interno del Centro Agroalimentare di Roma. Parte dei beni alimentari sarà devoluta in beneficenza. “I percorsi di riabilitazione professionale sono una risposta alle difficoltà di inclusione incontrate da chi sconta una pena detentiva. Restituire una prospettiva esistenziale attraverso il lavoro, aiuta a reinserire in società persone motivate a crescere e migliorare, sottraendole a criminalità ed emarginazione. Miglioramento e possibilità di riscatto per i singoli, quindi, ma anche attività benefiche e utili all’intera città”, dichiara la Sindaca Virginia Raggi. Si parte con i primi 17 destinatari del progetto – curato dal Dipartimento Turismo, Formazione e Lavoro attraverso i Centri di Orientamento al Lavoro – cui se ne aggiungeranno altri individuati dalla Garante dei diritti delle persone private della libertà di Roma Capitale. A questo scopo, sono stati infatti destinati 100.000 euro, utili al finanziamento di tirocini trimestrali che prevedono 30 ore di lavoro settimanale, cui far corrispondere una retribuzione di 600 euro mensili. Il tutto, nell’ambito dei protocolli d’intesa fra Roma Capitale e il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia, diretti alla riabilitazione e inclusione sociale dei detenuti.

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