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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 107

Molto rumore sull’inflazione

Posted by fidest press agency su venerdì, 21 Maggio 2021

A cura di Natasha Ebtehadj, Portfolio Manager Multi-Asset di Columbia Threadneedle Investments.Studiosi, lettori, attori e persino dirigenti d’azienda si sono ispirati a lungo alle opere e alle poesie di William Shakespeare. Ma potrebbe il Bardo dare agli investitori un modo per pensare al futuro percorso dell’inflazione e dei tassi di interesse negli anni a venire? Sebbene sia una commedia, Much Ado About Nothing (Molto rumore per nulla) è comunque piena di intrighi e azione da poter quasi fare un parallelo con i mercati finanziari – e così abbiamo analizzato i recenti sviluppi come se fossero in una commedia di Shakespeare: Much Ado About Inflation! (Molto rumore sull’inflazione)Dopo la crisi finanziaria globale i protagonisti del mondo politico dei mercati sviluppati stanno facendo tutto il possibile per generare crescita e inflazione, ma non sembrano riuscire a spingere in alto nessuna delle due in modo significativo.La pandemia emerge dalla sinistra del palco e cala il sipario sull’attività economica. Gli attori politici ora utilizzano ogni strumento in loro possesso per contrastare la crisi economica che è subentrata.La vaccinazione emerge da dietro una nuvola di fumo e la vita può cominciare a tornare alla normalità. Ma si crea anche una grande domanda, repressa dopo tanti mesi di restrizioni. Nel frattempo, il mondo politico non è convinto che la ripresa – soprattutto in termini di posti di lavoro – sia ancora consolidata. Il palcoscenico è pronto per un’impennata dell’inflazione a partire dall’estate.Ma cosa succede dopo l’estate? Inflazione o non inflazione – questa è la domanda? (Da Amleto, sì, ma perdonateci per il riferimento!) La domanda è probabilmente riduttiva. Qui il punto non è un’inflazione che raggiunge i livelli fuori controllo degli anni ’70, ma piuttosto se, dopo la pandemia, ci ritroveremo in un mondo in cui l’inflazione si manterrà al di sopra dei livelli previsti dalle banche centrali, il più notevole dei quali è il 2% previsto dalla Federal Reserve americana. Di conseguenza, sarà sufficiente un ritorno dell’inflazione per allontanarci da un mondo caratterizzato da bassa crescita, bassa inflazione e bassi tassi dopo la crisi finanziaria globale? I mercati del reddito fisso credono che siamo già arrivati a questo punto, almeno negli Stati Uniti, dove le curve di breakeven stanno già prezzando il fatto che l’inflazione rimanga al di sopra dell’obiettivo del 2% della Fed per i prossimi 30 anni. Siamo all’inizio di uno dei più grandi cambiamenti della nostra storia economica – la rivoluzione dell’elettrificazione – mentre i paesi puntano alla carbon neutrality. Il costo netto delle rinnovabili, una volta costruite le infrastrutture, è vicino allo zero – sono una risorsa meravigliosamente gratuita, illimitata e pulita, a differenza dei combustibili fossili. E a causa di tutte queste caratteristiche potrebbe avere un impatto netto sull’inflazione pari a zero. L’importanza potenziale di tutto ciò non può essere sottovalutata – le crisi del petrolio del passato potrebbero essere consegnate alla storia e l’equazione dell’inflazione potrebbe cambiare in modo permanente. I trasporti, il cibo, le medicine e gli alloggi rappresentano più del 70% dell’inflazione statunitense, e ognuna di queste categorie sta vivendo un cambiamento strutturale, che sia l’elettrificazione, l’automazione o la migrazione verso le periferie. Ciò che è chiaro è che ciò che spingerà l’inflazione in futuro potrebbe essere diverso rispetto al passato.

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