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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 113

400 milioni di potenziali consumatori cinesi interessati al Made in Italy

Posted by fidest press agency su martedì, 29 giugno 2021

La Cina rappresenta già oggi, e anche in ottica futura, un mercato chiave per il Made in Italy di qualità, a condizione che le aziende italiane attive nel mercato cinese siano in grado di valorizzare i propri brand e prodotti con una adeguata e senza snaturare la propria identità di marca. Le società italiane possono trarre beneficio dalla forte awareness di cui gode il Made in Italy e promuovere la vendita di prodotti in un contesto in cui per il consumatore cinese non esiste grande differenza tra piattaforme e-commerce e social media. In particolare, fra 1,4 miliardi di abitanti cinesi, sono circa 400 milioni i consumatori nella fascia middle-class potenzialmente interessati ai prodotti italiani.Il potenziale è enorme: ad esempio, in occasione del Single Day Festival di novembre scorso, le imprese italiane hanno totalizzato in un solo giorno vendite per 400 milioni di euro sulle piattaforme online di Alibaba. Inoltre, secondo le stime di eMarketer, la Cina dovrebbe diventare nel 2021 il primo paese al mondo in cui l’e-commerce supererà il 50% del totale di vendite al dettaglio.Aprire un account aziendale WeChat è la prima cosa che un’azienda occidentale dovrebbe pensare di fare nel momento in cui decidesse di voler anche solo esplorare il mercato cinese: in Cina se non sei su WeChat praticamente non esisti.I siti web (spesso non facili da consultare causa firewall) e persino le e-mail sono sempre meno usati in Cina. La comunicazione passa di fatto tutta da WeChat e l’83% della popolazione lo utilizza quotidianamente: a livello business, invece di utilizzare le e-mail, è ormai normale mandare messaggi scritti o vocali alle singole persone su WeChat o a chat di gruppo, aggiungendo documenti, video, immagini; gli utenti finali, d’altro canto, cercano su WeChat informazioni sui prodotti e sulle aziende, prenotano servizi che variano dal pranzo al taxi, acquistano e pagano attraverso WePay.Ma aprire un account su WeChat o sugli altri social cinesi (Weibo, Red Book, Douyin/TikTok) per un’azienda italiana non residente di Cina può essere tutt’altro che facile e men che meno economico: “Per questo abbiamo deciso di sviluppare questa nuova divisione dell’agenzia”, ha aggiunto Rita Huang, Managing Director di DAG China. “Il nostro obiettivo è rendere semplice e accessibile l’accesso a questi canali che in Cina sono strategici. Il lavoro di questi anni al fianco di aziende del settore del design, della moda, del food&beverage, del turismo e della meccanica e gli ottimi risultati ottenuti ci hanno confermato che è un servizio essenziale e a grande valore aggiunto per il Made in Italy.”

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