Scuola: Prove Invalsi, registrato quello che tutti si aspettavano
Posted by fidest press agency su sabato, 17 luglio 2021
Il Covid ha prodotto un calo di apprendimenti da parte degli studenti: la regressione sarebbe generalizzata in tutto il Paese e solo la Provincia autonoma di Trento rimane sopra alla media delle rilevazioni del 2018 e del 2019 La quota di studenti sotto il livello minimo, riassume l’Ansa, cresce di più tra gli studenti socialmente svantaggiati e presumibilmente anche tra quelli immigrati. Sono il 9,5%, ovvero oltre 40 mila i giovani di 18-19 anni, coloro escono da scuole senza competenze, impreparati: “sono la metà della città di Ferrara – ha fatto notare Roberto Ricci, responsabile nazionale delle prove Invalsi – un terzo di Modena. Le statistiche dicono che anche gli studenti che sono andati incontro ad una bocciatura, continuano ad avere esiti sensibilmente più bassi di chi non è stato bocciato: “pertanto, la bocciatura non è la soluzione. La sfida credo sia cercare risposte alternative: usare questi dati – ha concluso il ricercatore – può aiutare a prendere decisioni da calare nella realtà”. Le decisioni, replica il sindacato Anief, sono quelle indicate da tempo: ridurre il numero di alunni per classe; incrementare gli spazi, le sedi scolastiche e gli organici, anche del personale non docente; migliorare l’orientamento tra un ciclo scolastico e l’altro, in particolare nel passaggio medie-superiori; puntare su un Pcto di qualità, senza imporre un numero di ore eccessivo; mettere a disposizione degli studenti degli strumenti di collegamento con il mondo esterno alla scuola, a partire da quello del lavoro. Infine, ma non per ultimo, migliorare le competenze ed in generale la didattica non può prescindere più dalla presenza in cattedra del personale di ruolo: non possiamo permetterci di iniziare l’anno scolastico, a settembre, con un docente e Ata su quattro precario.
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