Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°79

Archive for 20 novembre 2021

Webinar dell’Associazione Cammino

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Lunedì 22 novembre 2021, ore 18,30 – Il webinar verrà trasmesso sulla pagina Facebook di CAMMINO @cammino1999. Tutela dei diritti della persona, dei minorenni e delle relazioni familiari: il progetto di riforma civile approvato in Senato lo scorso 21 settembre e ora all’esame della Camera (DDL AC 3289) è un traguardo epocale per la Giustizia italiana.CAMMINO-Camera Nazionale Avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni – oltre 20 anni di impegno a sostegno dei soggetti vulnerabili – dedica ad un confronto sulla riforma il Webinar “PERSONE, FAMIGLIE, MINORI – RIFORMA CARTABIA: SVOLTA EPOCALE”. Per la Presidente di CAMMINO, l’Avv. Maria Giovanna Ruo, “la riforma risponde alle necessità di tutela effettiva”, mettendo mano finalmente alle norme in un campo per il quale gli operatori e l’avvocatura specializzata chiedono da oltre vent’anni una riforma organica e strutturale. Al confronto, introdotto dall’Avv. Daniela Giraudo, coordinatrice Commissione Famiglia CNF, parteciperanno: Avv. Cinzia Calabrese, Presidente AIAF, Avv. Gian Ettore Gassani, Presidente AMI, Avv. Maria Giovanna Ruo, Presidente CAMMINO, Prof. Avv. Claudio Cecchella, Presidente ONDIF.

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Torino: La Città metropolitana parla di Europa

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Il vicesindaco di Città metropolitana di Torino Roberto Montà ha incontrato questa mattina nella sede del Centro Europe direct di Torino in corso Inghilterra il nuovo direttore della rappresentanza della Commissione europea in Italia Antonio Parenti. Parenti, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, dirige la sezione Affari economici, commercio e sviluppo della delegazione dell’Ue presso le Nazioni Unite, è un funzionario con 25 anni di carriera alle spalle, in gran parte presso la Commissione europea e il servizio per l’azione esterna: oggi a Torino ha visitato gli uffici del centro di informazione europea Europe Direct della Città metropolitana.”Ho confermato a Parenti che Città metropolitana è impegnata sui temi dell’Europa – commenta il vicesindaco Montà – e che diamo molta importanza alla comunicazione, all’informazione e al coinvolgimento dei cittadini e del territorio sulle tematiche europee”.Europe Direct Torino è attivo come centro di informazione europea della Città metropolitana di Torino dal 1998 ed è parte della rete dei Centri ufficiali d’informazione dell’Unione Europea che conta 45 centri in Italia e 450 in tutta Europa: facilita l’accesso all’informazione sull’Unione europea, avvicina l’Europa ai cittadini e alle amministrazioni locali, promuove la percezione della dimensione europea come valore aggiunto per lo sviluppo del territorio metropolitano.

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Which vaccine is most effective against Delta?

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Which vaccine is the most effective against the Delta variant? The Economist has collected the largest set of vaccine results against the variant and found that vaccines continue to provide significant protection. The two mRNA vaccines, from Moderna and Pfizer-BioNtech, performed best, followed by the AstraZeneca jab.Puerto Rico, an American territory of 3.3m people about 1,000 miles (1,600km) south-east of Florida, is an unexpected success story in the fight against covid-19. How did an impoverished, battered island handle the pandemic better than the rest of America?In Europe, meanwhile, a wave of covid infections is moving through German-speaking countries—an alliance of anti-vaxxers and the far right is largely to blame.Our data team has been looking into how, in Britain, a botched covid test gave false negative results to users and led to thousands of extra cases. A new study has shown that each incorrect result led to 0.6-1.6 subsequent reported infections. Many animals besides humans can catch SARS-CoV-2—mink, white-tailed deer, cats and dogs have all become infected and able to transmit the virus. In our Science section, we examine how animals like these might become viral reservoirs that lie beyond the easy reach of medical science and monitoring. Even if there are no human cases of covid in an area, such animal reservoirs mean that SARS-CoV-2 may still be lurking, waiting to spill back into people. In The World Ahead: 2022, our data correspondent James Fransham discusses The Economist’s “normalcy index” and asks if pre-pandemic behaviour will ever return. Some changes—such as falls in office occupancy and cinema attendance—are here to stay. Our industry editor Simon Wright, meanwhile, predicts that international travel will get easier in 2022, but restrictions will remain. Cross-border travel will probably not recover to pre-covid levels until 2024. By Zanny Minton Beddoes Editor-In-Chief The Economist

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Pecci Open Weekend

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Prato. Oggi e domani il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta Pecci Open Weekend, due giorni in cui il museo apre gratuitamente le sue porte non solo agli appassionati di arte e cultura, ma anche a tutti i cittadini, proponendo una ricca offerta di attività. Si comincia con l’inaugurazione dell’Urban Center, il nuovo spazio al piano terra del Centro Pecci, voluto all’interno del museo da Comune di Prato e Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana, e progettato dal collettivo Fosbury Architecture per essere un luogo di dibattito culturale con mostre, eventi, convegni e webinar.Primo progetto a essere ospitato nel suo spazio camaleontico sarà Osservatorio Prato 2050, con un allestimento ideato appositamente da Fosbury Architecture per affrontare temi per i quali la città si distingue come laboratorio internazionale di ricerca: la transizione ambientale e digitale, il metabolismo urbano circolare e l’equità sociale.In concomitanza con l’apertura dell’Urban Center il museo presenta due nuovi progetti espositivi a cura di Stefano Pezzato: la mostra L’arte e la città (fino al 12 giugno 2022), una panoramica inesplorata dei rapporti fra arte contemporanea e ambiente urbano realizzata con decine di opere tra dipinti, sculture, installazioni, fotografie, video, insieme a disegni, stampe – integrate da rari materiali d’archivio – di circa 40 fra artisti e gruppi italiani e internazionali provenienti dalle collezioni e dagli archivi del Centro Pecci.La mostra sarà affiancata dal progetto espositivo Urban Trilogy (fino al 30 gennaio 2022), che presenta film e progetti di Architettura Radicale incentrati sul tema della città ad opera di Gianni Pettena e dei gruppi Superstudio e UFO, sempre provenienti dalle collezioni e dagli archivi del Centro Pecci: tre brevi film, insieme a progetti originali, pubblicazioni e documenti d’archivio che confermano l’interesse del Centro per le esperienze pionieristiche e visionarie in architettura, dal design di oggetti alla scala urbana, sviluppate tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta.Torna inoltre visibile il Wall Drawing #736. Rectangles of Color (1993), opera murale site-specific del grande artista americano dell’avanguardia Minimalista e Concettuale Sol LeWitt, restaurato grazie all’intervento dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze: un progetto che concretizza l’accordo sottoscritto tra il Centro e l’Istituto, per sviluppare forme integrate di collaborazione sul piano tecnico-scientifico, della formazione, della ricerca e della valorizzazione nell’ambito della conservazione e del restauro d’arte contemporanea.Riapre, dopo le recenti ristrutturazioni, e con il nuovo allestimento di Fosbury Architecture, la prima delle due aule didattiche del museo, con il Laboratorio Liberatorio munariano gratuito per le famiglie, e una esposizione di scatti inediti della prima apertura degli spazi nel 1988 alla presenza di Bruno Munari, mentre Pecci Open Weekend sarà anche l’occasione per presentare il progetto Primi mille giorni d’arte. L’arte a misura delle future mamme e dei neo-genitori, nato dalla collaborazione con Buona Steve Jones, Società di Sesto Fiorentino leader nello sviluppo e nella commercializzazione di integratori alimentari, dispositivi medici ed alimenti per l’infanzia, da un’idea di Ambra Nardini, Coordinatrice Coop.Keras.L’iniziativa è rivolta alle donne in gravidanza e ai neogenitori con i loro bambini e intende contribuire al benessere di grandi e piccini grazie alla sperimentazione attiva del potere creativo e generativo dell’arte contemporanea, con l’obiettivo di offrire un’occasione di scambio, relazione, espressione e consapevolezza attraverso l’arte stessa.Domenica 21 novembre, saranno inoltre organizzate visite guidate gratuite alla retrospettiva dedicata a Chiara Fumai – Chiara Fumai. Poems I Will Never Release, 2007 –2017, coprodotta con il Centre d’Art Contemporain di Ginevra (fino al 2 gennaio 2021).Completa la ricca offerta della due giorni di apertura anche Pecci Cinema, che presenta Urban film, con proiezioni di City Halldi Frederick Wiseman; The importance of being an architect di Giorgio Ferrero e Federico Biasin e The Arch di Alessandra Stefani, imperdibili film dedicati ai temi dell’urbanistica, sostenibilità e architettura del presente e del futuro. In occasione di Pecci Open Weekend il biglietto di Pecci Cinema sarà ridotto.Un weekend che sottolinea ancora la volontà del museo di affermarsi come centro di riferimento nazionale e internazionale per la creatività contemporanea, ma anche di coinvolgere in modo attivo la comunità rendendosi spazio comune, aprendo sempre più i suoi spazi alla condivisione.

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Siglato il ‘pegno rotativo’ sull’olio extravergine d’oliva DOP

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

“Per la prima volta in Italia, grazie alla convenzione sperimentale studiata e sottoscritta dal Presidente del Movimento Turismo dell’Olio (MTO) Umbria, Franco Silvano Toni di Cigoli, e dal Direttore del Credit Agricole Toscana Umbria, Massimo Cerbai, è stato siglato il ‘pegno rotativo’ sull’olio extravergine d’oliva DOP sperimentalmente ed originalmente per i consorziati del MTO Umbria. Lo strumento finanziario è stato introdotto con un emendamento del MoVimento 5 Stelle al Decreto Cura Italia ed è operativo da febbraio 2021 per i prodotti agricoli e alimentari a denominazione di origine protetta o a indicazione geografica protetta, inclusi i prodotti vitivinicoli e le bevande spiritose”. Lo rendono noto i parlamentari M5S Paola Deiana e Filippo Gallinella, rispettivamente deputata della commissione Ambiente e presidente della commissione Agricoltura, presenti ieri all’incontro tenutosi nella splendida Villa Fabri di Trevi con il Movimento Turismo dell’Olio Umbria.“Questo sostegno di liquidità alle imprese sarà utile per sostenerle nelle loro produzioni d’eccellenza nonché ad adoperarsi per politiche di diversificazione come quelle dell’oleoturismo, il cui decreto attuativo sarà firmato a breve dal ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, e dal ministro del Turismo, Massimo Garavaglia – aggiungono i due parlamentari che ne hanno illustrato le potenzialità durante l’incontro – Al pari dell’enoturismo, a breve anche nei frantoi si potranno degustare le diverse tipologie di olio, anche in abbinamento ad alimenti; visitare i luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo e mettere in piedi iniziative a carattere didattico e ricreativo”.“Crediamo fortemente che la valorizzazione delle produzioni olivicole del territorio e delle aree ad alta vocazione olivicola, al centro del decreto, sia un’opportunità di crescita sia per gli stessi operatori del settore sia per chi sceglie di vivere questa offerta esperienziale” concludono.

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Giuseppe Milici quartet a Palermo

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Palermo Giuseppe Milici quartet suona il 21 novembre alle 21 al Miles Davis Jazz Club a Palermo in via Enrico Albanese 5, spazio per la musica di qualità ideato da Ettore Balistreri. L’idea è quella di raccontare in musica e parole alcune storie e aneddoti inediti che faranno presto parte di un libro che lo stesso Milici sta scrivendo. Sul palco ci saranno, oltre alla band formata da Nicola Pannarale al piano, Filippo De Salvo al basso e Saverio Petruzzellis alla batteria, Marcello Mandreucci cui è demandato il compito di fare gli onori di casa e con il quale si intrecceranno storie e aneddoti. Miles Davis jazz club è aperto dalle 19 per l’aperitivo o la cena.Ingresso con consumazione. Il servizio al tavolo durante il concerto costa 3 euro, oltre la consumazione. Per informazioni a qualsiasi ora un messaggio WhatsApp al 3914361644.

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Scuola: Rinnovo Rsu, a Roma riuniti i responsabili Anief per ampliare la rappresentatività

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Si svolge stamani a Roma, presso l’hotel H10, la Conferenza organizzativa dell’Anief riguardante la nuova campagna Rsu che nella prossima primavera porterà, dopo il rinvio di un anno per via dell’emergenza Covid, al rinnovo della Rappresentanza sindacale unitaria all’interno di tutte le nostre scuole: a partecipare saranno chiamati, solo nella scuola, circa un milione di dipendenti tra insegnanti e personale Ata. Durante la Conferenza organizzativa, alla presenza dei responsabili della campagna Rsu giunti nella capitale da tutte le regioni d’Italia, sempre stamane verranno presentate le modalità organizzative che porteranno al voto all’interno delle oltre 8.200 scuole statali italiane. Anief, a questo proposito, ha anche organizzato una serie di assemblee per i lavoratori dei comparti interessati. Molti dei partecipanti alla Conferenza organizzativa hanno mostrato vivo interesse per il Calcolatore rapido, introdotto da pochi giorni dall’Anief per verificare in pochi minuti la consistenza delle differenze retributive spettanti, a causa del servizio svolto a tempo determinato con mancata considerazione di tutte le supplenze e degli scatti di anzianità, con il conseguente probabile credito del personale scolastico, docente, educativo, Ata, precario o di ruolo, nei confronti dello Stato. I rimborsi e i risarcimenti possono superare anche i 30 mila euro secondo la giurisprudenza della Cassazione.“Arriviamo a questo appuntamento, dopo avere collaborato alla stesura del nuovo regolamento elettorale, e convinti che sarà fondamentale motivare i nostri collaboratori, in tutto il territorio nazionale. Siamo convinti – ha detto ancora Pacifico – di volere essere protagonisti in questa nuova campagna per l’elezione delle Rsu nelle scuole: invitiamo caldamente, dunque, i lavoratori a candidarsi per le liste Anief, convinti che insieme potremo lottare per avere finalmente una scuola sicura e giusta”, ha concluso il sindacalista leader del sindacato rappresentativo.

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Lavoro e UE: “Guardiamo all’Europa, per salvare la scuola”

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Fare rinascere i valori europei sul diritto del lavoro per costruire una Unione europea più giusta, equa e solidale: lo ha detto oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief e dell’Accademia Europa Cesi, nel corso del convegno “La scuola italiana e il pilastro europeo dei diritti sociali”, nell’ambito del progetto “Pulser” della Cesi Europe Academy, svolto a Roma alla presenza di numerosi legali ed esperti di normativa scolastica. Durante l’evento sono stati evidenziati i nodi mai sciolti sulla mancata pari opportunità dei lavoratori non di ruolo, discriminati nello stipendio, nella mancata concessione della card dell’aggiornamento annuale e di una serie di prerogative contrattuali concesse solo al personale assunto a tempo indeterminato.Dopo i saluti e l’introduzione dei lavori da parte di Franco Cavallaro, segretario generale Cisal, il presidente Marcello Pacifico ha ricordato “dell’aggiramento della Carta Sociale europea e della situazione paradossale del personale scolastico italiano che la Legge di Bilancio non affronta: servirebbero 5 miliardi di euro, per assumere 70mila precari entro un anno, per rinnovare il contratto con almeno 300 euro medi di aumento, oltre che per affrontare i problemi della classi pollaio, con classi d’ora in poi da non oltre 15 alunni visto che devono stare in 30-35 metri quadrati, per salvaguardare gli organici e la mobilità bloccate. Non possono bastare i 300 milioni stanziati”. Durante il convegno, moderato dal giornalista Rai Salvatore Fazio, l’avvocato Walter Miceli si è soffermato sui diversi ricorsi vinti dal sindacato a favore dei precari, in particolare per il riconoscimento della completa anzianità professionale, per l’assunzione da graduatorie, per l’assorbimento nei ruoli dello Stato e per l’equiparazione dei diritti dei supplenti. Sugli stessi argomenti si sono soffermati anche l’avvocato Vincenzo De Michele, il dottor Giuseppe Bronzini, presidente sezione Lavoro della Corte di Cassazione, l’avvocato Nicola Zampieri, l’avvocato Sergio Galleano, il dottor Paolo Coppola, presidente sezione Lavoro del Tribunale di Napoli e l’avvocato Fabio Ganci.Presente anche l’onorevole Eleonora Evi, della Commissione petizioni del Parlamento Europeo (Peti).

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Scuola: La dedizione all’insegnamento è un concetto inapplicabile

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

“La Manovra 2022 non prevede solo lo stanziamento di meno di un decimo delle risorse necessarie alla scuola, 300 milioni anziché 5 miliardi, ma anche l’associazione del merito professionale con la ‘dedizione nell’insegnamento’. Ma cosa significa? Come si fa ad applicare un concetto del genere all’insegnamento? Dobbiamo aspettarci di escludere a priori un docente dal bonus merito solo perché lavora a testa bassa e non è sufficientemente estroverso?”. A dirlo è stato oggi Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief e dell’Accademia Europa Cesi, durante il convegno “La scuola italiana e il pilastro europeo dei diritti sociali”, nell’ambito del progetto “Pulser” della Cesi Europe Academy, svolto a Roma alla presenza di numerosi legali ed esperti di normativa scolastica. “Non scherziamo – ha continuato Pacifico -, i senatori facciano attenzione, perché il comma 1 dell’articolo 108 della Legge di Bilancio 2022 non può rimanere in vita, va stralciato: in fase di revisione finale del documento di fine anno, occorre aprire, piuttosto, alle indennità stipendiali che per i docenti, come per il personale Ata, continuano ad essere inspiegabilmente negate. Facciamoci guidare delle norme dell’Ue e dalla Carta Sociale europea, nel quale si salvaguardia il diritto all’occupazione e all’equo trattamento, anche stipendiale”, ha concluso il sindacalista autonomo.

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Scienza, tecnica e democrazia, alla prova delle emergenze

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Roma giovedì 25 novembre 2021, alle ore 16.00 Per partecipare in sala conferenze è obbligatorio prenotare attraverso il calendario. L’incontro sarà trasmesso in streaming: https://youtu.be/WyVtuj5VLzc Partecipano: Pierluigi Barrotta, ordinario di filosofia della scienza, cattedra “Galileo Galilei”, Università di Pisa Roberta Calvano, ordinaria di diritto costituzionale, Sapienza Università di Roma Pierluigi Contucci, ordinario di fisica matematica, Università di Bologna Mario De Caro, ordinario di filosofia morale, Università Roma Tre Coordina: Giovanni I. Giannoli, membro del Consiglio dei Garanti della Fondazione Basso La distinzione tra “lavoro scientifico” e “lavoro politico” è costitutiva del mondo moderno: è legata all’affermazione della borghesia, al suo “saper fare”, al suo ingegno. Ma si tratta di una distinzione/relazione che si è andata complicando progressivamente, col consolidarsi della “società della conoscenza”, quando cioè la scienza e la tecnica hanno assunto un ruolo decisivo, nella produzione della ricchezza e nell’organizzazione della società.Con l’articolarsi progressivo delle professioni e delle competenze, le responsabilità del decisore politico sono andate anch’esse crescendo, se si continua a riconoscere che l’ordinamento gerarchico dei valori, le finalità sociali degli interventi e le norme che devono governarli non ricadono (o non dovrebbero ricadere, per loro natura) nel dominio specifico della scienza, ma appartengono (o dovrebbero appartenere) al popolo sovrano.Quando il merito dei problemi e la complessità delle decisioni presuppongono (a loro volta) competenze specialistiche, l’eventualità che il sovrano (cioè il popolo) si trovi nelle condizioni migliori, per esercitare quel potere che gli compete, diventa sempre più problematica: se la scelta richiede competenze elevate e non condivise, per la maggioranza dei cittadini (che non possiedono quelle competenze) i presupposti della scelta vengono meno.Quando infine la dimensione dei problemi diventa globale, e i tempi della decisione si restringono, il rapporto tra “saperi speciali” e democrazia diventa estremamente critico, se non del tutto evanescente.L’apologia della scienza e della tecnica, nella congiuntura attuale dell’Occidente, è ancora accompagnata – del resto – dalla sua ricorrente demonizzazione, che tende a presentare la tecnica come un sistema, per sua natura anti- (o a-) democratico, nichilista, inevitabilmente incline all’egemonia e al dominio. Tale – secondo alcuni – sarebbe l’esito dell’illuminismo e dei suoi discendenti, che hanno accompagnato lo sviluppo industriale degli ultimi secoli e sono pervenuti a una sorta di deificazione della razionalità strumentale e calcolante, la quale ha assunto le vesti di una teologia della tecnica.Malgrado questo punto di vista sia probabilmente minoritario nell’establishment della cultura contemporanea, la sua presa di massa non va sottovalutata. Per altro, è senz’altro vero che l’uso della scienza – nel sistema sociale in cui siamo messi – è per molti versi funzionale a obiettivi di estrazione e di dominio, che espongono la scienza e la tecnica all’attribuzione di qualità negative, come fossero implicite in essa.Questo è l’intreccio di problemi che ha motivato l’interesse della Fondazione Basso per il problema, anche alla luce di accadimenti particolari, che sono espressivi di una tendenza: per esempio, la designazione di un tecnico alla Presidenza del Consiglio, il fatto che l’implementazione del PNRR e la definizione delle misure anti-pandemiche siano stati affidati a specialisti, la pervasività degli algoritmi nella nostra vita ordinaria di tutti i giorni. Accadimenti, decisioni e processi che hanno specifiche ragioni e/o giustificazioni, ma che s’iscrivono – appunto – in una specifica tendenza. Che va di nuovo analizzata, da vari punti di vista.

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Prima Giornata Nazionale di Prevenzione dei Tumori del Collo

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Martedì 23 novembre 2021 si terrà la prima Giornata Nazionale di Prevenzione dei Tumori promossa da SIOeChCF, Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale, dedicata quest’anno ai tumori del collo e rappresentata da due testimonial d’eccezione; si tratta della cantante e attrice Orietta Berti e del cantante Riccardo Fogli, fondatore tra l’altro della Nazionale Cantanti che quest’anno compie 40 anni. Per l’occasione essi registreranno un videomessaggio apposito. Su tutto il territorio nazionale si terranno iniziative di sensibilizzazione e visite mediche gratuite presso numerose strutture sanitarie pubbliche e private. Ospedali, cliniche, ASL, AUSL, ASST, studi privati: sono oltre 100 gli enti che hanno risposto alla chiamata della SIO e che apriranno le loro porte per un consulto gratuito ai cittadini che ne faranno richiesta oltre ai numerosi ambulatori del SSN e strutture dell’ospedalità privata. Un’adesione diffusa in tutte le regioni italiane che conferma quanto il tema della prevenzione dei tumori, e nella fattispecie dei carcinomi testa-collo, sia percepito come impellente all’interno della comunità scientifica di riferimento. La giornata è realizzata con il contributo non condizionante di Atos Medical.I tumori del distretto testa-collo sono il settimo cancro più comune in Europa, circa la metà dei tumori del polmone ma due volte più comuni del cancro del collo dell’utero. In Italia rappresentano il 3% dei casi oncologici, con una frequenza media tre volte superiore negli uomini e un’incidenza che aumenta progressivamente con l’età a partire dai 50 anni.Diffondere informazioni utili, stimolando così una consapevolezza condivisa e una corretta prevenzione, rappresenta una tappa fondamentale nella lotta ai tumori, centrale nell’attività svolta dalla SIO. Basti pensare che il 75% dei carcinomi della testa e del collo è causato dal fumo di tabacco e dall’abuso alcolico; altri fattori determinanti sono le esposizioni prolungate a materiali nocivi (polveri di legno, lavorazioni del cuoio, amianto, nichel…), alcuni virus tra i quali il papilloma umano (HPV) e il virus di Epstein-Barr (EBV), o ancora l’esposizione a radiazioni ionizzanti e a inquinanti atmosferici.Inoltre, adottare buone abitudini a livello alimentare e fisico resta il primo e più importante passo per condurre una vita lunga e sana. È infatti comprovato che alcuni comportamenti irregolari, come una dieta povera di fibre vegetali e ricca di carni rosse, l’obesità, o una scarsa igiene orale, se protratti nel tempo, possono essere fattori incentivanti nello sviluppo di problemi oncologici.

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L’IPC statunitense di ottobre aggiunge pressione alla politica della Fed

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Commento a cura di Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale di PIMCO sull’inflazione Usa. Un altro rapporto sull’inflazione dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) statunitense più solido del previsto per ottobre 2021 lascia decisamente intendere che i funzionari della Federal Reserve anticiperanno il calendario previsto per l’aumento dei tassi, nel tentativo di gestire il rischio che le aspettative di inflazione a lungo termine accelerino a causa delle pressioni inflazionistiche e della conseguente incertezza economica. La Fed rilascerà le previsioni aggiornate sull’aumento dei tassi a dicembre; dopo quest’ultimo rapporto sull’IPC, crediamo che la previsione media aggiornata della Fed potrebbe indicare due aumenti dei tassi nel 2022 e tre o quattro aumenti nel 2023.Il rapporto CPI di ottobre ha mostrato che i prezzi di un’ampia gamma di beni al dettaglio sono aumentati più del previsto, poiché i consumatori hanno anticipato gli acquisti per il periodo natalizio, e anche l’accelerazione nelle categorie degli alloggi negli ultimi due mesi è stata più decisa del previsto. Le continue pressioni della catena di approvvigionamento e la domanda di automobili hanno anche contribuito all’aumento dell’inflazione riportata. Per ora, ci aspettiamo che il ritmo del tapering degli acquisti di asset continui a 10 miliardi di dollari al mese per i Treasuries statunitensi e 5 miliardi di dollari al mese per i titoli garantiti da ipoteca (MBS) agency. Tuttavia, non saremmo sorpresi di vedere più richieste per i funzionari della Fed ad accelerare il tapering a gennaio, quando dovranno annunciare l’andamento in corso. (abstract)

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Impatto economico della crisi del gigante immobiliare cinese Evergrande

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

A cura di Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR. La crisi del gigante dell’immobiliare, Evergrande, sta provocando una vera e propria valanga nel segmento del credito cinese. Riusciranno le Autorità a bloccare l’effetto domino che rischia di coinvolgere tutti gli altri settori dell’economia? Da diversi mesi, ormai, gli operatori finanziari cercano di capire cosa succederà al colosso dell’immobiliare Evergrande e alla sua immensa pila di debiti. La crisi si è ormai allargata all’intero settore e rappresenta un test importante per Pechino. Alcuni analisti temono che si possa trasformare nella Lehman Brothers cinese, contagiando la seconda economia più grande del mondo. Il settore immobiliare – e le industrie correlate – rappresentano, infatti, il 30% del PIL cinese. Da quel che emerge da diversi report pubblicati recentemente (S&P Global e JPMorgan) il debito totale del comparto Real Estate è più elevato di quanto riportato nei bilanci ufficiali. A causa delle misure restrittive sul credito varate lo scorso anno dalle Autorità, le cosiddette “tre linee rosse” (Fig. 1), molte società hanno incrementato i finanziamenti derivanti dai canali non convenzionali, primo su tutti quello dei prodotti “Wealth Management” (WMPs). Si tratta di veicoli d’investimento emessi sia da istituti bancari che da società immobiliari e venduti alla clientela retail. Questi “prodotti strutturati” hanno avuto un notevole successo nell’ultimo decennio in quanto promettono rendimenti decisamente più elevati rispetto al mercato obbligazionario tradizionale. La PBoC ha reso obbligatoria la disclosure di questa tipologia di strumenti per le banche già nel 2013 e nel 2018 ha varato una stringente regolamentazione dalla quale però sono escluse proprio le società immobiliari, che finora hanno potuto agire nell’ombra.

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Le 12 tecnologie che ridurranno l’impronta di carbonio nelle città

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

Economist Impact (parte di Economist Group) ha pubblicato il nuovo report – Sustainable disruption: 12 decarbonising technologies for cities – in cui identifica e presenta le tecnologie che più di altre potranno contribuire a ridurre la carbon footprint delle città e, di conseguenza, le emissioni a livello globale.Nella ricerca, commissionata dallo studio legale internazionale Osborne Clarke, Economist Impact ha esaminato un totale di 26 tecnologie. Per ognuna ha analizzato l’attuale livello di utilizzo e di investimento in dieci città dislocate in tutto il globo, queste ultime selezionate perché hanno emissioni di gas serra relativamente alte (secondo l’ONU) e si sono impegnate a raggiungere la carbon neutrality – la maggior parte entro il 2050. Il rapporto si concentra su 12 delle 26 tecnologie. Alcune delle 12 tecnologie sono già destinatarie di ingenti quantità di investimenti, o sono facilmente scalabili, e tutte hanno il potenziale per aiutare le città a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio prefissati. Molte permetteranno di creare nuovi posti di lavoro, abbassare i costi dell’energia per i residenti e migliorare la qualità della vita in generale.Secondo il report, le tecnologie che supportano l’efficienza in tre settori chiave – edilizia e costruzioni, infrastrutture delle città e trasporti – avranno il maggiore impatto sul processo di decarbonizzazione urbano. Queste includono le pompe di calore ad alta efficienza, i sistemi di teleriscaldamento/teleraffreddamento e gli smart grid e smart meter (reti e contatori intelligenti). Tutte e tre migliorano l’efficienza energetica e ottengono, all’interno della ricerca, un buon punteggio in termini di impatto. Le nascenti tecnologie “smart” (come i veicoli autonomi (AV), la mobility as a service e i digital twin) potrebbero contribuire a ridurre le emissioni di gas serra, ma le prove della loro efficacia sono ad oggi frammentarie e necessitano di ricerche più rigorose. Il loro impatto sarebbe notevolmente migliorato se ad alimentarle fossero fonti di energia rinnovabile. Tutte le tecnologie necessitano di maggiori investimenti pubblici e privati, congiuntamente a più incentivi normativi, politici e finanziari.

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Robeco: come il Covid-19 sta aggravando le disuguaglianze

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

A cura di Masja Zandbergen, Responsabile Sustainability Integration di Robeco. La pandemia ha evidenziato e aggravato le disuguaglianze esistenti in vari segmenti della società, così come tra settori e regioni. Mentre i dati ufficiali sulla disuguaglianza dei redditi sono pubblicati con un ritardo temporale, le rilevazioni riguardanti il mercato del lavoro suggeriscono che il Covid-19 ha avuto un impatto fortemente eterogeneo su diversi gruppi di lavoratori. I lavoratori meno qualificati, i giovani e le donne, sono stati colpiti molto più duramente dei lavoratori altamente istruiti. Questo impatto asimmetrico sull’occupazione, sui redditi e sulla ricchezza ci induce a ritenere che la disuguaglianza sia destinata ad aumentare ulteriormente.Tale sviluppo era già evidente da tempo prima del Covid-19 nella maggior parte delle economie avanzate e nei mercati emergenti più grandi. In effetti, nella maggioranza dei paesi dell’OCSE, il divario tra ricchi e poveri si attesta attualmente al livello più elevato degli ultimi 30 anni. Il 10% più ricco della popolazione guadagna 8,6 volte di più del 10% più povero, a fronte di un rapporto di 7:1 negli anni ’80. L’impatto negativo della pandemia invertirà anche – almeno temporaneamente – una tendenza positiva osservata negli ultimi tre decenni in molti mercati emergenti e paesi in via di sviluppo a basso reddito, dove la disuguaglianza dei redditi all’interno dei paesi era in costante diminuzione, seppur da livelli elevati.Alcuni dati indicano che le ripercussioni del Covid-19 hanno provocato nel 2020 un aumento diffuso della disuguaglianza della ricchezza sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, le disparità di ricchezza sono ancora più pronunciate delle disuguaglianze di reddito. Secondo il Global Wealth Report 2021 di Credit Suisse, la quota di ricchezza del primo 10% della popolazione è aumentata di 0,9 punti percentuali nell’ultimo anno, e quella del primo 1% della popolazione di 1,1 punti percentuali. Con una sola eccezione – la quota del primo 1% nel 2014 – l’aumento della disuguaglianza osservato nel 2020 è stato nettamente più marcato che in qualsiasi altro anno di questo secolo. Il numero di persone estremamente facoltose è aumentato del 24%, mentre il numero di milionari (in dollari) è salito di 5,2 milioni a 56,1 milioni, pari a circa l’1% degli adulti di tutto il mondo. Lo stesso rapporto stima che il primo 10% degli adulti possiede l’82% della ricchezza globale, e che solo il primo 1% ne possiede quasi la metà (45%).Un ulteriore ampliamento del divario di ricchezza nel 2020 potrebbe essere osservato anche su base regionale. Europa e Nord America hanno rappresentato la maggior parte della crescita della ricchezza durante lo scorso anno, mentre India e America Latina sono state tra le regioni penalizzate.L’impatto della disuguaglianza sulla crescita, sulla politica e sulla società è diventato oggetto di un dibattito sempre più animato negli ultimi anni. Certo, la disuguaglianza è parte integrante di un sistema economico basato sulle forze di mercato, ed è il risultato di differenze di impegno, preferenze, fortuna, opportunità o talento. Inoltre, un aumento della disuguaglianza può essere un catalizzatore della crescita, nella misura in cui fornisce un incentivo a investire nel proprio capitale umano, a promuovere il risparmio e gli investimenti, e ad assumere rischi. D’altro canto, si conviene sempre più diffusamente sul fatto che un’eccessiva disuguaglianza, se non mitigata, costituisce una minaccia per l’economia, per il nostro tessuto sociale e per la stabilità politica.Oltre a questo, la disuguaglianza economica incide negativamente anche sulla stabilità politica. Può condurre a disordini sociali, minare le istituzioni democratiche, alimentare il populismo e contribuire al protezionismo, tutti sviluppi osservati in molti paesi negli ultimi anni. Questa disuguaglianza estrema e crescente finirà per danneggiare anche i mercati finanziari e gli investimenti. Uno studio del PRI suggerisce un impatto potenzialmente negativo sulla performance degli investimenti a lungo termine, cambiamenti nella distribuzione di rischi e opportunità nell’ambito dell’universo d’investimento, e instabilità nel sistema finanziario.Nell’area dei titoli di Stato, ad esempio, si rileva a livello nazionale una correlazione tra maggiore disuguaglianza, minore stabilità politica e premi di rischio geografico più elevati. Alla luce di queste implicazioni potenzialmente sfavorevoli per la performance finanziaria dei loro asset, gli investitori farebbero bene a integrare le considerazioni sulla disuguaglianza dei redditi nel loro processo decisionale.Questa forma di disuguaglianza è sempre stata un importante fattore ESG nel nostro Country Sustainability Ranking, un modello proprietario che classifica i paesi in base alla sostenibilità. Questo modello integra le caratteristiche ESG che hanno maggiori probabilità di incidere sensibilmente sulla performance a lungo termine delle obbligazioni governative. Nelle nostre strategie azionarie dei mercati emergenti, questa classificazione è usata anche come elemento per determinare il premio al rischio geografico.Inoltre, la riduzione delle disuguaglianze è essenziale per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), con l’SDG 10 che mira a ridurre le disuguaglianze tra i paesi e al loro interno. Quindi, anche a questo proposito, l’investimento sostenibile dovrebbe cercare di promuovere sia la sostenibilità che la performance finanziaria, per allineare gli interessi degli investitori alle preferenze della società nel lungo periodo

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La crescita delle criptovalute in Africa

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

By Mario Lettieri e Paolo Raimondi. Da qualche tempo i media esaltano la crescita straordinaria delle criptovalute nei Paesi dell’Africa e, in generale, in quelli emergenti e in via di sviluppo. Secondo Chainalysis, la società privata di New York che studia le applicazioni delle nuove tecnologie chiamate blockchain, nel 2020 il mercato delle criptovalute in Africa è cresciuto più del 1200%. Nella top list internazionale dei 20 Paesi, primi per il loro utilizzo, 5 sono africani, la Nigeria, il Kenya, il Togo, il Sudafrica e la Tanzania. Per l’Africa non si tratta della quota del mercato ma del numero di cittadini coinvolti. Anche il World Economic Forum afferma che nel 2020 il settore sarebbe cresciuto di 105,6 miliardi di dollari nel continente africano. La cosiddetta blockchain è un insieme di tecnologie informatiche che permettono di creare un registro digitale che memorizza le transazioni di dati tra diverse parti collegate tra loro in modo aperto e protetto. Può avere applicazioni positive e innovative in vari settori. Può essere usata anche in rapporto al cosiddetto “internet del valore”, con il quale, invece delle informazioni, si scambiano dei valori, come le monete. E qui entrano in gioco le criptovalute, di cui abbiamo parlato in passato. Esse operano globalmente attraverso reti informatiche che mettono in contatto diretto, peer-to-peer, gli utenti e i loro computer. Sono decentralizzate e, quindi, senza la tradizionale gestione centralizzata delle banche e dei governi. Sono già parecchie centinaia. Anche tutte le bigtech, i giganti tecnologi globali, come Amazon, Google, Facebook, la cinese Alibaba, ecc. lavorano per creare le proprie criptomonete, totalmente private e fuori da ogni tipo di controllo governativo e istituzionale. Ve ne sono per transazioni finanziarie di ogni dimensione, come la dash per piccoli acquisti, il litecoin per pagare le bollette, gli abbonamenti, la paxful in particolare per le rimesse e il bitcoin per operazioni più grandi. Per la popolazione africana, che per il 57% non ha ancora accesso ai servizi bancari, esse sono molto attraenti. Basta avere uno smartphone. In Africa, anche la debolezza delle monete locali, i tassi di cambio volatili, i sistemi politici e bancari instabili, le restrizioni finanziarie, i rischi d’inflazione e la poca fiducia nelle istituzioni nazionali, giocano un ruolo a favore delle criptovalute. Possono essere usate, e lo sono già, per le rimesse dei migranti. I costi di transizione sono inferiori a quelli dei centri di money transfer. Il volume di rimesse supererebbe i 50 miliardi di dollari in criptomonete. Per esempio, un terzo degli utenti della paxful si trova in Africa, in particolare in Nigeria, dove se ne contano già un milione e mezzo. Se a livello locale appaiono interessanti, a livello globale le cose sono più complesse. L’andamento altalenante del bitcoin nel 2021 docet!. Non si tratta di semplice “volatilità” ma di speculazioni forsennate e fuori da ogni controllo. In caso di un loro crollo, si perderebbe tutto. La loro capitalizzazione totale è passata dai 16 miliardi di dollari di 5 anni fa a oltre 2.300 miliardi di oggi. Sono diventate un potenziale “rischio sistemico” e possono provocare degli sconquassi finanziari globali. I governi e le banche centrali del mondo sono giustamente preoccupati per la tenuta del sistema monetario. Sottraendosi a ogni controllo, le criptovalute possono anche essere usate da organizzazioni criminali e terroristiche. Non è un caso che gli hacker abbiano recentemente sottratto informazioni preziose alla Regione Lazio e alla SIAE, chiedendo un riscatto in bitcoin per rilasciare i dati rubati. Il G7 e la Banca dei regolamenti internazionali di Basilea hanno definito le criptomonete una «crescente minaccia alla politica monetaria, alla stabilità finanziaria e alla concorrenza». Ovviamente, le monete digitali, come l’eNaira della Nigeria o l’euro digitale, non sono da confondere con le criptovalute. Tutti i Paesi del mondo stanno affrontando la digitalizzazione dei pagamenti e dei trasferimenti monetari. Le prime sono gestite dalle autorità governative e dalle banche centrali, le seconde, invece, non avendo alcuna garanzia né controllo, sono delle valute esclusivamente private. Come nel medio evo! Mario Lettieri già sottosegretario all’Economia e Paolo Raimondi economista

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“Monitor dei Mercati Emergenti”

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

A cura di Qian Zhang, Senior Client Portfolio Manager per il team Fixed Income Emerging Market Corporate and Greater China Debt di Pictet Asset Management. Dalle inondazioni lungo le coste ai potenziali crolli della produzione agricola, le economie emergenti sono più vulnerabili agli effetti del riscaldamento globale rispetto alle controparti più ricche. Un recente studio della University of Oxford commissionato da Pictet Asset Management ha rilevato che, se non mitigato, il cambiamento climatico potrebbe ridurre il PIL pro capite mondiale di circa il 45% entro il 2100, e i Paesi emergenti che si trovano a latitudini già calde, come l’India, subirebbero perdite economiche ancora maggiori.Tuttavia, è altrettanto importante sottolineare il fatto che lo stesso studio abbia affermato che le nazioni in via di sviluppo potrebbero fornire molte delle soluzioni in grado di fermare o invertire il riscaldamento globale. In alcune aree, le economie emergenti sono ben posizionate per assumere un ruolo guida nella lotta contro il cambiamento climatico. La Cina, ad esempio, fa già la parte del leone nella produzione di cellule fotovoltaiche, è in prima linea nella ricerca e nello sviluppo ed è uno dei maggiori utilizzatori di questa tecnologia. L’India ha uno dei più vasti programmi al mondo di espansione della capacità energetica rinnovabile, con un obiettivo di avere 175 gigawatt di capacità energetica rinnovabile installata entro il 2022, un aumento di cinque volte rispetto ai livelli attuali.Il ruolo dei mercati emergenti in questa transizione sta già prendendo forma nel mercato delle obbligazioni societarie. Un numero crescente di aziende sta iniziando ad adottare pratiche sostenibili e, nel farlo, si avvale di un canale di finanziamento innovativo:le obbligazioni legate alla sostenibilità. Si tratta di strumenti di debito emessi con obiettivi specifici legati alla sostenibilità a livello aziendale (sustainability performance target, SPT), che vanno dalla riduzione delle emissioni di gas serra all’utilizzo delle risorse idriche.Le obbligazioni sono strutturate in modo tale da incentivare l’adozione di pratiche aziendali sostenibili. Se l’emittente non raggiunge i suoi obiettivi entro il termine predefinito, la cedola pagata all’investitore aumenta di almeno 25 punti base all’anno.Finora quest’anno le obbligazioni legate alla sostenibilità hanno mostrato una dinamica molto interessante sui mercati emergenti. Le emissioni di debito societario legato alla sostenibilità sono aumentate di quattro volte, raggiungendo i 70 miliardi di dollari nei primi otto mesi del 2021: il 18,5% delle emissioni totali Se paragonato alla quota inferiore al 5% di tre anni fa, vediamo come si vada colmando il divario con l’Europa, la regione dove è stato emesso il numero maggiore di questi titoli. L’International Capital Market Association (un ente di settore che fornisce una serie di linee guida che suggeriscono le migliori pratiche di strutturazione, divulgazione e rendicontazione secondo i principi SLBP, Sustainability-Linked Bond Principles), incoraggia gli emittenti a pubblicare, dove possibile, un documento standard informativo che illustri il loro allineamento alle componenti dell’SLBP.Tuttavia, riteniamo che per accrescere la fiducia degli investitori e sbloccare maggiori investimenti nelle economie emergenti, a volte carenti a livello di informazione aziendale e di trasparenza rispetto a quanto richiesto dagli investitori esteri, sia necessario un quadro informativo standardizzato, se non obbligatorio, e un monitoraggio più solido degli obiettivi.Un aiuto potrebbe giungere anche da un’approvazione della Banca Centrale. Nel gennaio 2021, la Banca Centrale Europea è diventata la prima autorità monetaria al mondo a classificare le obbligazioni legate alla sostenibilità come utilizzabili come garanzia e per il suo programma di acquisto di attività.La BCE ha affermato che le cedole su tale debito devono essere collegate a un obiettivo basato sugli obiettivi ambientali stabiliti dal Regolamento sulla Tassonomia dell’UE e dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.Un simile sviluppo nei mercati emergenti sarebbe benvenuto. Le obbligazioni legate alla sostenibilità offrono alle società dei mercati emergenti un percorso alternativo volto a finanziare la loro transizione verso la sostenibilità e la possibilità di attingere a un gruppo di investitori più ampio. Offrono inoltre agli investitori la possibilità di allineare i loro investimenti ai propri principi e obiettivi ESG. (abstract)

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Le realtà più promettenti dell’economia giapponese e sui temi a cui prestare maggiore attenzione

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

A cura di Gabriella Berglund, Italian Branch Manager di Comgest. La politica di riforma economica – dal nome dell’ex primo ministro Shinzo Abe che ha guidato il paese dal 2012 al 2020 – si basa su tre pilastri: allentamento monetario da parte della Banca del Giappone, stimolo fiscale attraverso la spesa pubblica e riforme strutturali. Questa forma di neoliberismo non ha portato a una crescita economica su larga scala, secondo Fumio Kishida, l’attuale primo ministro del paese asiatico. “La chiave per una nuova forma di capitalismo è aumentare i redditi nel modo più ampio possibile”, ha detto Kishida. Il primo ministro ha anche dichiarato di volere liberare il paese dall’Abenomics, ma questa è una frase vuota. Il Giappone rimane un paese attraente in cui investire. L’affermazione secondo la quale esistono forti disuguaglianze in Giappone è palesemente poco corretta: il paese ha il terzo punteggio più alto al mondo sull’indice Gini, una misura statistica della disparità di reddito. Il Giappone è tra le società più egualitarie del mondo. All’inizio di quest’anno, Kishida ha annunciato l’intenzione di aumentare l’aliquota dell’imposta sulle plusvalenze, che ora è del 20 per cento. Subito dopo quella dichiarazione, il mercato azionario è crollato e Kishida ha fatto marcia indietro. Anche l’Abenomics non sarà spazzata via, l’agenda delle riforme non cambierà rapidamente. Non si può affermare che una sola persona determini ciò che accade in Giappone. Le aziende giapponesi hanno enormi eccedenze di liquidità. Il 50% delle aziende dell’indice Nikkei ha una posizione finanziaria netta. Queste realtà hanno sempre avuto più soldi in banca che debiti. Come azionisti, ovviamente ci piace questo sviluppo, perché questo surplus di denaro deve essere messo al lavoro o restituito agli azionisti. In ogni caso, un investitore sarebbe astuto nell’avvicinarsi a questo mercato con un approccio bottom up. I fattori macroeconomici hanno poca influenza sulla selezione dei titoli nei nostri portafogli concentrati, che tipicamente contengono da 30 a 40 titoli.Tre opportunità fondamentali si presentano in Giappone: la demografia sta cambiando rapidamente, il Paese è un comodo trampolino di lancio per investire in Cina ed è ” scarsamente studiato”. Il Giappone ha una popolazione che invecchia, soprattutto nelle zone rurali. Inoltre, una grande parte della forza lavoro è rimasta inutilizzata per decenni: le donne. Anche questa situazione sta cambiando rapidamente. Ci sono aziende molto interessanti che rispondono a questi nuovi risvolti demografici. Per esempio, investiamo in Nihon M&A, una boutique di corporate finance quotata in borsa con una fitta rete di commercialisti. Le piccole imprese familiari nel Giappone rurale che stanno affrontando la fuga dei giovani vengono integrate in un’entità più grande. Questo aiuta a indirizzare i problemi di successione di queste aziende nella giusta direzione e garantisce il loro futuro.Il Giappone è anche all’avanguardia in termini di efficienza e robotizzazione, che è la seconda soluzione alla mancanza di manodopera. Oriental Land Company, la società che gestisce Disneyland Tokyo, è un altro esempio di azienda che sta rispondendo a questi cambiamenti. Più tempo libero per i giapponesi significa più guadagni. Inoltre vediamo il Giappone come un gradito trampolino verso la Cina. Sebbene investiamo direttamente in Cina, possiamo anche sfruttare gli sviluppi cinesi attraverso il Giappone. Lo facciamo per esempio con un marchio di cosmetici come Kosei, che è molto popolare in Cina, ma anche il produttore di biberon Pigeon è leader di mercato lì. Attenzione, questi sono prodotti che non rientrano nel raggio dell’introduzione di nuova regolamentazione da parte del governo cinese. Ci sono inoltre pochi soggetti che seguono il Giappone. Un tempo un’affermazione molto diffusa tra gli investitori era che si andava in Giappone solo per perdere soldi. Ora il mercato azionario giapponese è di nuovo uno dei pochi a non trovarsi ai massimi storici. Mentre le aziende americane sono seguite da una media di 40 analisti, le aziende giapponesi sono seguite solo da sette, in media. Crediamo che gli investitori possano aggiungere alfa in quella regione con una politica di gestione attiva.

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Bankitalia: debito pubblico a 2.706,4 mld

Posted by fidest press agency su sabato, 20 novembre 2021

“Il fatto che il debito pubblico sia sceso a settembre di 27,9 miliardi è, purtroppo, solo un effetto ottico. Si tratta di una pausa nell’escalation che dura ininterrottamente dal dicembre 2020, ma che di fatto è iniziata a marzo del 2020, con lo scoppio della pandemia, quando il debito cominciò a salire da 2.433,6 mld a 2.469 di aprile” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Il calo, infatti, è dovuto prevalentemente al fatto che alcune imposte che erano state congelate sono ritornate in auge, anche se una parte dell’aumento delle entrate, pari a 35,6 mld, +19,7% su settembre 2020, si deve alla ripresa economica e questa è certamente la buona notizia” conclude Dona.

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