Inflazione e politica monetaria
Posted by fidest press agency su domenica, 30 gennaio 2022
A cura di Michele Morra, Portfolio Manager Moneyfarm. Gli investitori più attenti si saranno certamente accorti che l’inizio dell’anno è stato relativamente agitato per i mercati. La crescita quasi incontrastata degli ultimi 18 mesi ha subito una battuta di arresto, con i principali indici che hanno fatto registrare dei significativi cali (S&P 500 -7.5%, Nasdaq -12.2%, EuroStoxx -3.35%). La correzione, a nostro avviso, non deve destare particolari preoccupazioni. Dopo circa due anni di crescita quasi lineare è fisiologico che i mercati registrino prima o poi delle correzioni. Ciò che ci conforta è che le ragioni di questo rallentamento sono tutte ascrivibili alle dinamiche interne al ciclo finanziario, da tempo considerate nelle nostre valutazioni. Non ci sono elementi esterni che ci spingono a stravolgere le nostre valutazioni strategiche.Insomma, è necessario contestualizzare questo calo nel quadro della dinamica di mercato di lungo termine, che si può apprezzare nel grafico qui di seguito. Ma argomentare che i mercati non possono sempre salire, oltre ad essere un dato di fatto, è anche limitativo. Ciò che è necessario fare è analizzare a fondo i motivi di questo passaggio e ragionare per capire quali siano le possibili opportunità per gli investitori.La dinamica di stretta monetaria sta portando gli operatori a rivedere le proprie aspettative, con un impatto sui prezzi degli asset che, prima o poi, si sarebbe dovuto esprimere. Non solo un aumento dei tassi rende le valutazioni azionarie meno interessanti rispetto alle obbligazioni, ma porta anche con sé la paura di un “policy mistake”, ossia di un rialzo dei tassi troppo marcato che possa minare la crescita economica. Tale paura è evidente anche se guardiamo alle aspettative di lungo termine della Fed e ai tassi impliciti negli strumenti monetari. Se nel grafico seguente confrontiamo la linea nera con quella rosa, possiamo vedere che i mercati si aspettano una politica monetaria di lungo termine più accomodante di quella indicata dai membri della Fed. Ovviamente il tema su cui stiamo ragionando e sul quale agiremo molto presto resta quello della rotazione azionaria. Crediamo che esistano segmenti che hanno valutazioni meno stressate e maggiori possibilità di avvantaggiarsi della ripresa economica nel 2022. Nelle prossime settimane agiremo sulla componente azionaria del portafoglio per approfittare di queste tendenze. Lo scenario di lungo termine resta comunque positivo per l’azionario.Per la maggior parte degli investitori, in presenza di correzioni fisiologiche del mercato, la scelta migliore resta quella di rimanere fedeli al piano di investimento, approfittando dei tempi favorevoli se esistono possibilità finanziarie coerenti con l’orizzonte temporale. Un recente studio che abbiamo effettuato sul comportamento di un campione di 12.000 investitori durante il precedente crollo di mercato legato allo scoppio della pandemia dimostra che questa strategia, nella maggior parte dei casi, garantisce migliori performance rispetto al tentativo di anticipare il mercato con compravendite.
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