Covid, antivirali in farmacia
Posted by fidest press agency su venerdì, 15 aprile 2022
Se il vaccino resta l’arma fondamentale con cui affrontare la fase di contrasto al Covid-19, i farmaci antivirali rappresentano un importante strumento in campo. Su questi, Aifa e Ministero della Salute sono al lavoro verso una «territorializzazione» dell’uso, che consenta la prescrizione ai medici di medicina generale. Il punto, in un Question time alla Camera, è del Ministro Roberto Speranza, ma dalla categoria viene sottolineato che «la semplificazione delle prescrizioni deve essere accompagnata da una revisione delle procedure per la loro dispensazione», mentre dal Gimbe viene invocato un modello gestionale, con anche le farmacie territoriali, che ponga rimedio a «numeri esigui di utilizzo di tali farmaci».Il tema di un sottoutilizzo degli antivirali, va detto, è stato segnalato da tempo da qualche Regione e ieri a ribadirlo è stato anche Nino Cartabellotta, presidente Gimbe, che, nell’ambito del monitoraggio della Fondazione sui dati Covid-19 diffuso ieri, ha spiegato: «Il numero dei decessi che non accenna a scendere merita una particolare attenzione: infatti, accanto a fattori epidemiologici non modificabili (età avanzata, comorbidità), esistono determinanti legate al calo dell’efficacia vaccinale sulla malattia grave e al sottoutilizzo dei farmaci antivirali su cui, invece, è possibile intervenire. Come riportato dal Report AIFA “Monitoraggio Antivirali per COVID-19 del 25 marzo 2022” dei trattamenti disponibili per pazienti non ospedalizzati sono state avviate 4.052 terapie con Paxlovid (in 42 giorni), 12.149 con Molnupiravir (in 83 giorni) e 5.100 con Remdesivir (in 83 giorni). Numeri troppo esigui, rispetto alle indicazioni di questi farmaci, raccomandati per tutti gli adulti non ospedalizzati per COVID-19 e non in ossigeno-terapia per COVID-19 con insorgenza di sintomi da non oltre 5 giorni e in presenza di condizioni cliniche predisponenti che rappresentino dei fattori di rischio per lo sviluppo di COVID-19 grave. Il sottoutilizzo di questi farmaci è da imputare alla mancata abilitazione dei medici di famiglia alla loro prescrizione, oltre che all’erogazione esclusiva nelle farmacie ospedaliere e non in quelle territoriali. Considerato che l’accordo 2022 per la fornitura di Paxlovid ammonta a 600mila trattamenti completi (per un totale di 400 milioni di euro), in assenza di un adeguato modello organizzativo in grado di garantire la necessaria tempestività della prescrizione, si rischia concretamente che le scorte rimangano inutilizzate, come già accaduto per gli anticorpi monoclonali». Intanto, anche l’ambito della medicina generale accoglie positivamente le intenzioni del Ministro e di Aifa di una territorializzazione della gestione degli antivirali: «La possibilità di prescrizione degli antivirali contro il Covid-19 da parte dei medici di famiglia è un atto dovuto per la gestione concreta di una pandemia che sta evolvendo verso un’endemia e che continua a rappresentare un rischio per le persone fragili e anziane, sulle quali un intervento terapeutico immediato potrebbe cambiare la storia del paziente» ha detto il segretario generale del sindacato dei medici di famiglia Fimmg, Silvestro Scotti.(abstract) By Francesca Giani fonte Farmacista33
This entry was posted on venerdì, 15 aprile 2022 a 00:19 and is filed under Medicina/Medicine/Health/Science. Contrassegnato da tag: antivirali, covid. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0 feed. You can leave a response, oppure trackback from your own site.
Rispondi