Il Premio Nobel per la Fisica, assegnato due giorni fa ad Alain Aspect, John Clauser e Anton Zeilinger, è stato conferito per ricerche in ambiti in cui sono attivi da anni anche docenti dell’Università di Parma: un’ulteriore conferma dell’attualità e del peso della ricerca scientifica in Ateneo.Il Nobel è andato ad Aspect, Clauser e Zeilinger per aver “condotto esperimenti rivoluzionari utilizzando stati quantistici entangled, nei quali due particelle si comportano come una singola entità anche quando vengono separate. I loro risultati hanno spianato la strada a nuove tecnologie basate sull’informazione quantistica”. In particolare, Aspect e Clauser hanno investigato la natura dell’entanglement tra coppie di particelle, ossia il fenomeno per cui quello che succede a una delle due influenza quello che succede all’altra, anche se le due sono distanti e non interagiscono tra loro. Questo ha permesso di concepire applicazioni quali il teletrasporto quantistico (che rende possibile spostare uno stato quantistico tra due oggetti distanti), dimostrato da Zeilinger, o la computazione quantistica.“È divenuto sempre più chiaro come un nuovo tipo di tecnologie quantistiche stia emergendo”, ha affermato Anders Irbäck, a capo del comitato per il Nobel in Fisica.Nello sviluppo di questo nuovo tipo di tecnologie l’Università di Parma è all’avanguardia da quasi 20 anni, con ricerche che spaziano dalla progettazione di nuovi hardware per computer quantistici in grado di risolvere problemi impossibili per computer tradizionali, alla creazione di nuovi software quantistici per programmarli e di reti di comunicazione sicure verso la quantum internet.Diversi docenti del Dipartimento di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche sono da tempo impegnati in ricerche sulla computazione quantistica. Va ricordata, ad esempio, la partecipazione del gruppo dei proff. Carretta, Santini, Chiesa, Garlatti, De Renzi e Allodi al progetto europeo FET-OPEN H2020 FATMOLS, per la progettazione di un processore quantistico basato su spin qubit/qudit molecolari, e dei proff. Amoretti, del Dipartimento di Ingegneria e Architettura, e Carretta alla prestigiosa rete Quantum Internet Alliance, oltre all’attività del prof. Wimberger sul controllo di sistemi quantistici.Inoltre l’Università di Parma è attore importante nel partenariato esteso PNRR sulle Scienze e Tecnologie Quantistiche, con un’unità, coordinata dal prof. Carretta, che coinvolge ricercatori dei Dipartimenti di Scienze Matematiche, Fisiche e Informatiche, Ingegneria e Architettura, e Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale.
Archive for 10 ottobre 2022
Università di Parma: al top in campi di ricerca da Nobel
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Posted in Università/University | Contrassegnato da tag: nobel, parma, ricerca | Leave a Comment »
DND BIOTECH con ROBONOVA 2.0 è Partner del progetto MIBIREM dell’Unione Europea per la bio-remediation
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Un ulteriore importante traguardo internazionale è stato raggiungo dall’italiana DND Biotech con Robonova 2.0. E’ entrata a far parte come partner del progetto MIBIREM, Toolbox for Microbiome based Remediation, di Horizon Europe il programma quadro dell’Unione europea per la ricerca e l’innovazione per il periodo 2021-2027.MIBIREM è un progetto multidisciplinare che coinvolge esperti di biologia molecolare, microbiologia, ingegneria ambientale, chimica analitica e project management che vede al lavoro importanti Istituti di ricerca Europei, Università europee e PMI, e nel quale entra a pieno titolo DND Biotech con Robonova 2.0 scelta per portare nel progetto la propria esperienza, consolidata anche su piano internazionale, per il bio-risanamento dei suoli, settore in cui ha sviluppato un importante brevetto con Robonova e protocolli di lavoro di elevato rigore scientifico e di ricerca.Il progetto ha lo scopo di adattare le conoscenze relative a microrganismi e microbiomi per la loro applicazione al bio-risanamento di siti contaminati e si prefigge, inoltre, di creare servizi, risorse e protocolli necessari per rendere fruibili le tecnologie di risanamento derivanti dall’utilizzo dei microrganismi.In particolare, per MIBIREM, DND Biotech si propone come provider di know-how nell’ambito del bio-risanamento e si occuperà dell’ottimizzazione e attuazione a livello pilota dell’utilizzo di microrganismi selezionati per la rimozione di diversi contaminanti (lindano/HCH, idrocarburi petroliferi e cianuri) dai suoli inquinati.L’approccio innovativo di questo progetto della Comunità Europea è dettato dall’esigenza di promuovere l’utilizzo di microbiomi invece di singole specie in applicazioni di bio-risanamento, con l’intento di rendere l’utilizzo delle tecniche biologiche di bonifica più ampio. Le ragioni, importanti, di questa scelta risiedono nel fatto che il bio-risanamento effettuato attraverso l’applicazione di protocolli che vedono l’impiego di microbiomi è decisamente più economico sul piano degli investimenti, poiché si attesta tra il 20 e il 50% in meno rispetto agli altri sistemi e, non meno importante, l’utilizzo dei microbiomi riduce del 70-90% le emissioni di CO2 in confronto alle tecniche attualmente in uso.In un’epoca in cui l’ambiente e i suoli sono fortemente provati dai cambiamenti climatici e dallo sfruttamento dell’uomo, l’indirizzo di DND Biotech risulta particolarmente importante non solo per le aree trattate, laddove con il proprio intervento riduce il grado degli investimenti e l’impatto da emissione di CO2, oltre a favorire una serie di vantaggi connessi alle tecniche utilizzate, ma si assume anche il ruolo di portare le avanzatissime ricerche e metodologie scientifiche italiane su piano internazionale, promuovendo il “made in Italy” in un comparto ritenuto ormai più che strategico in tutto il mondo. By Rosi Fontana
Posted in Politica/Politics | Contrassegnato da tag: dnd biotech, robonova | Leave a Comment »
Ictus – Trombolisi ancora più sicura
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
La Neurologia dell’IRCCS è’ il più grande studio al mondo sull’ictus ischemico in pazienti sottoposti a trombolisi endovenosa, ha coinvolto 1.678 pazienti in 6 centri italiani, ed è stato coordinato da Andrea Zini, Direttore Neurologia e Rete Stroke Metropolitana, IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna.Recentemente pubblicato dalla rivista Stroke, dell’American Heart Association American Stroke Association, lo studio ha individuato nella diminuzione nel sangue dei valori di fibrinogeno, una delle cause principali del rischio di complicazioni emorragiche.La trombolisi endovenosa (assieme alla trombectomia) è una delle due terapie per ripristinare la circolazione sanguigna nell’area del cervello colpita da ictus ischemico, efficace nel ridurre mortalità ed invalidità. Non è tuttavia esente dal rischio di emorragia in una percentuale di casi compresa tra il 5 e l’8%. Il farmaco trombolitico, infatti, può ridurre sensibilmente la quantità di fibrinogeno, proteina presente naturalmente nel sangue, che contribuisce alla sua coagulazione. “Lo studio, che ha coinvolto 1.678 pazienti sottoposti a trombolisi in 6 diversi ospedali italiani – afferma Andrea Zini – ha individuato 116 casi (7% del totale) nei quali, dopo il trattamento, si sono verificate emorragie che hanno complicato il quadro clinico. Si tratta di casi rari, ma evitabili o comunque contrastabili prestando la dovuta attenzione al dosaggio del fibrinogeno nel sangue, a partire da poche ore dal trattamento di trombolisi. Si tratta di un esame disponibile in urgenza in qualsiasi ospedale, determinante nel rendere la trombolisi maggiormente sicura e praticabile. Questo nuovo studio, per la numerosità dei casi esaminati e il cospicuo numero di centri ospedalieri coinvolti supera di gran lunga tutte le ricerche sinora pubblicate. Un grande lavoro di squadra, al quale hanno contribuito i neurologi delle Stroke Unit, e i professionisti dei Laboratori e Centri Trasfusionali. In particolare, per quanto riguarda l’Azienda Usl di Bologna, il Laboratorio Unico Metropolitano, diretto da Rita Mancini, e il Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Metropolitano, diretto da Vanda Randi. Ed è un lavoro in progress – conclude Zini. Stiamo conducendo, infatti, un nuovo studio che dovrebbe concludersi nel giro di 18 mesi, per valutare se l’infusione di fibrinogeno può prevenire l’emorragia anche quando la riduzione del fibrinogeno causata dalla trombolisi è superiore al 50% dei valori di base”. I centri che hanno partecipato allo studio sono le Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore di Bologna, dell’Ospedale Civile AOU di Modena, dell’AOU di Trieste, dell’Ospedale Brotzu di Cagliari, dell’IRCCS Policlinico S. Martino di Genova e del Policlinico di Messina. Nel 2021, la Neurologia dell’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche ha ricoverato alla Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore oltre 1.200 pazienti, 2/3 dei quali con ictus. La Stroke Unit, con 281 trattamenti, è risultata il 1° centro italiano per numero di trombolisi in soggetti con ictus ischemico e il 2° per il numero di trombectomie meccaniche, con 219 trattamenti eseguiti dal team di Neuroradiologia Interventistica. Il recupero dell’autonomia a 3 mesi (misurata con la scala mRS 0-2) è avvenuto nel 63.5% dei pazienti trattati con trombolisi e nel 45.3% di quelli più gravi trattati con trombectomia.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: ictus, trombolisi | Leave a Comment »
Obesità e malattia renale cronica
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
L’alta incidenza di obesità fra i pazienti con MRC è dovuta al fatto che molti diabetici obesi e/o ipertesi sviluppano una nefropatia. Il diabete è infatti una delle prime cause di MRC, non solo come effetto (MRC diabetica) ma anche perché il paziente diabetico è a maggior rischio di sviluppare patologie cardiovascolari ed infettive che concorrono all’aumentata morbilità renale. “Fino al 30-40 % dei pazienti diabetici sviluppa malattia renale cronica, con alcune realtà etniche, come quella afroamericana e ispanica negli US, nelle quali questa tendenza è particolarmente elevata, anche perché spesso associata ad obesità, facendo sì che la prevalenza globale della malattia renale cronica possa raggiungere o superare il 50% – continua Messa, Presidente SIN.I dati europei sono al momento moderatamente migliori, con una minore incidenza di MRC nei pazienti diabetici (circa 30-40%) e minore prevalenza di obesità. Questi dati epidemiologici suggeriscono che l’obesità sia un fattore addizionale di rischio per lo sviluppo di MRC. Non è poi da dimenticare che esistono condizioni genetiche, solo in parte definite, che concorrono a predisporre allo sviluppo di nefropatie”. Nel corso del Congresso ha avuto ampio spazio il confronto sui nuovi biomarcatori della Diabetic Kidney Disease (malattia renale diabetica); allo studio ci sono diversi biomarker diagnostici e prognostici, predittivi del tipo di evoluzione della MRC, che potranno aggiungersi ai marcatori usati ormai di routine, apportando maggiore specificità e predittività degli eventi renali. Più precisa è la diagnosi, più affidabile la previsione prognostica. La correlazione obesità – malattia renale cronica è dovuta, ancora, all’effetto di alcuni farmaci che vengono usati nella terapia, come i cortisonici, e alla riduzione di attività fisica dovuta all’aumento di peso, nonché all’emergere di fattori clinici e metabolici che possono sopraggiungere e influire negativamente. L’obesità ha un impatto negativo anche sulla salute dei pazienti che hanno avuto un trapianto di rene. Fra essi, infatti, la percentuale di obesi è piuttosto alta a causa della somministrazione della terapia steroidea, e del recupero dell’appetito, accompagnato dalla volontà di partecipare a occasioni sociali e conviviali, dopo la fase di malattia prolungata. Ma l’obesità incide fortemente sulla sopravvivenza dell’organo trapiantato, mettendo sotto stress l’unico rene, già sotto attacco immunologico continuo. La risposta alle malattie renali non può prescindere, dunque, da una sana alimentazione e da stili di vita corretti.
Posted in Medicina/Medicine/Health/Science | Contrassegnato da tag: malattia, obesità, renale | Leave a Comment »
Troppo disequilibrio su attribuzione fondi Pnrr destinati ai divari territoriali
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Il Governo e il Ministero dell’istruzione dovrebbero predisporre “chiare e inequivocabili linee di indirizzo e dettagliate descrizioni dei costi ammissibili, in modo da garantire efficacia alle azioni che il PNRR affida alle scuole”. E’ quanto afferma in una nota il consiglio nazionale dell’Andis (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici). “Tali azioni sono sicuramente indispensabili e costituiscono un’occasione irripetibile se si vogliono arginare e ridurre le sempre crescenti emergenze educative e le asimmetrie presenti nel nostro sistema educativo. Occorre che le scuole autonome e i Dirigenti scolastici siano dotati di strumenti agili ed operativi che consentano una risposta flessibile e contestuale alle reali esigenze delle singole istituzioni scolastiche”. Quanto all’assegnazione dei fondi destinati alla riduzione dei divari territoriali, osservano i presidi Andis, “si rileva un evidente disequilibrio nell’attribuzione, pur a parità di criteri e di contesto sociale e territoriale”. per questo, suggerisce l’Andis, “qualora non fosse possibile rivedere le assegnazioni, sarebbe opportuno che le scuole destinatarie dei fondi venissero individuate come centri di committenza per progettualità comuni nel territorio, affinché tutte le scuole, comprese quelle escluse, possano godere di questa significativa opportunità”. Per garantire l’ottimale impiego delle risorse del PNRR risulta inoltre “imprescindibile la formazione e il potenziamento dell’organico degli assistenti amministrativi, come pure l’incremento dei collaboratori scolastici indispensabili per l’ampliamento del tempo scuola. Si propone, infine, l‘istituzionalizzazione del middle management al fine di garantire una reale leadershare funzionale alla garanzia di un apprendimento equo, inclusivo e di qualità”, conclude la nota.
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: disequilibrio, divari, fondi, territoriali | Leave a Comment »
“Axians Italia X-Talent” apre ai giovani talenti
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Fino al 19 ottobre, i giovani diplomati, laureandi o neolaureati in materie scientifiche, preferibilmente in ambito telecomunicazioni, informatico ed elettronico, avranno la possibilità di iscriversi alla terza edizione di “Axians Italia X-Talent”, appuntamento promosso da Axians Italia, leader nella trasformazione digitale e brand del Gruppo VINCI Energies Italia, in collaborazione con eForHum, centro di formazione e specializzazione ICT, e Randstad, agenzia per il lavoro. Il corso, finalizzato al conseguimento del certificato CCNA (Cisco Certified Network Associate), è realizzato con il contributo di Cisco, partner tecnico del progetto. Il percorso totalmente gratuito, che inizierà il 31 ottobre, potrà accogliere fino ad un massimo di 12 studenti e avrà una durata di due mesi, per un totale di 248 ore. Al termine del periodo di formazione, che consentirà ai partecipanti di possedere una certificazione molto ambita e apprezzata dalle aziende del settore, i più meritevoli verranno selezionati per entrare immediatamente a far parte, a tutti gli effetti, del team Axians Italia. Ciascuno di loro, a seconda della propria predisposizione e attitudine e grazie al supporto dei professionisti Axians, potrà specializzarsi così con un percorso lavorativo e di formazione continua in ambiti diversi: Cybersecurity, Datacenter, Networking o Digital Workplace.
Posted in Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: axians, giovani, talenti | Leave a Comment »
Scuola: Gli stipendi dei docenti italiani sono bassi e fermi nel tempo
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
In Italia gli stipendi iniziali degli insegnanti non sono solo modesti e abbondantemente sotto l’inflazione, inoltre dopo 35 anni di servizio crescono nemmeno del 50%; ci sono Paesi europei, invece, come Irlanda, Cipro, Paesi Bassi e Polonia, dove lo stipendio iniziale degli insegnanti può aumentare di oltre il 60% già nei primi 15 anni di carriera; in altri Paesi del Vecchio Continente, come il Portogallo, lo stipendio finale, dopo 34 anni di servizio addirittura supera il doppio di quello iniziale arrivando al 115,9%. Sono numeri e percentuali che potevamo immaginare, ma non in queste proporzioni, quelli contenuti nel rapporto di Eurydice sugli stipendi e le indennità degli insegnanti e dei capi di istituto in Europa, Teachers’ and School Heads’ Salaries and Allowances in Europe, 2020/2021, pubblicato in corrispondenza della Giornata mondiale degli insegnanti svolta ieri. Quasi nessuno riesce a fare peggio dell’Italia. Forse la Spagna, dove gli insegnanti raggiungono l’aumento massimo dei loro compensi, pari al 42% dello stipendio iniziale, dopo ben 39 anni di servizio. “Ma è una eccezione – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché nella norma in Europa si raggiunge l’apice della carriera già dopo qualche lustro, mentre in Italia il docente è ancorato a degli scatti automatici non certo ‘pesanti’ e troppo distanti uno dall’altro. Riteniamo che gli scatti automatici debbano raddoppiare di consistenza, con un aumento medio periodico di almeno 200 euro netti. Ma aumentare anche di numero, reintroducendo subito il primo ‘scaglione’ dopo tre anni di servizio riconosciuto e aggiungerne uno di sicuro al 38esimo anno di anzianità, considerando che la Legge Fornero ha costretto praticamente tutti i dipendenti a rimanere al lavoro fino a quasi 70 anni di età. Ecco perché l’Anief chiede dalla scorsa primavera di sbloccare il contratto, così come sembra stia accadendo ora con lo stanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro, che porteranno in media quasi 10 euro in più netti ad insegnante”.
Posted in scuola/school | Contrassegnato da tag: docenti, italiani, scuola | Leave a Comment »
Clusit: cyber security come sicurezza fisica
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Gli avvenimenti mondiali degli ultimi mesi hanno rapidamente modificato lo scenario delle minacce informatiche a cui aziende e istituzioni si trovano a dover far fronte: il settore di business, o la grandezza dell’organizzazione non sono più discriminanti per essere colpiti dai cybercriminali, che oggi agiscono – spesso indisturbati, per lungo tempo, spesso senza che le vittime se ne accorgano – in maniera capillare sul territorio.Questo il punto di partenza del dibattito svoltosi nel corso del Security Summit Verona il 4 ottobre, condiviso dai partecipanti al panel “Analisi e prospettive nell’attuale scenario cyber a livello globale, nazionale e nel Triveneto”.I partecipanti al dibattito – Letterio Saverio Costa, Direttore Tecnico Capo del Compartimento Polizia Postale per il Veneto; Matteo Buffolo, assessore alle Politiche giovanili e di partecipazione, Pari opportunità, Innovazione del Comune di Verona; Stefano Pasquali, responsabile della comunicazione informatica del Comune di Verona e Alberto Mercurio di UNIS&F, con alcuni attori del mercato della sicurezza informatica – hanno concordato sul ruolo imprescindibile della formazione e sulla necessità di fare squadra tra chi eroga la tecnologia e chi è in grado di diffonderla nelle organizzazioni.Esiste oggi una vera e propria filiera del cybercrime, ovvero un ecosistema di aziende con competenze verticali che collaborano tra loro per ottenere profitti dagli attacchi cyber. Ecco perché le competenze di chi si deve difendere devono essere sempre più affinate.Secondo la Polizia Postale, gli attacchi che viaggiano in rete vengono condotti in maniera sempre più sofisticata grazie a tecniche evolute di ingegneria sociale con le quali i criminali commettono furti di identità digitali, un fenomeno di fronte al quale cittadini e imprese sono ancora molto vulnerabili. L’autenticazione a due fattori, condizione di sicurezza ribadita come imprescindibile, può non essere sempre sufficiente.La situazione è ancora più complessa se consideriamo che aziende e Pubbliche Amministrazioni si trovano ad implementare oggi un piano di transizione digitale velocizzato dalle opportunità del PNRR, dovendo gestire enormi moli di dati: una sfida che è possibile affrontare solo con l’incremento delle competenze digitali.Secondo gli esperti Clusit, solo con un’adeguata formazione sarà possibile puntare alla incolumità digitale, considerando la cybersecurity considerata al pari della sicurezza fisica.
Posted in Uncategorized | Contrassegnato da tag: clusit, security, sicurezza | Leave a Comment »
Integrazione, cybersecurity e gestione da remoto
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Casalecchio di Reno (BO). Allnet.Italia, distributore indipendente ad alto valore aggiunto specializzato in soluzioni innovative nell’IT e nelle telecomunicazioni, svela le pressioni maggiormente avvertite dal mondo ICT oggi in Italia e all’estero, e le previsioni del settore per il 2023 e oltre. In occasione del suo ICT Solutions Day 2022, appuntamento tecnologico di riferimento per System Integrator, ISP, Reseller e Installatori, tenutosi lo scorso 14 settembre all’Hotel Savoia Regency di Bologna, Allnet.Italia ha posto una serie di quesiti al pubblico di oltre 500 professionisti e 60 vendor riuniti da tutto il paese, ma anche dall’estero, intorno ai temi principali di Cyber security, Networking & Wireless, Smart City e UCC (Unified Communications & Collaboration). Il mercato ha condiviso le sue opinioni live e ha indicato, tra le altre cose, quali aspetti sono maggiormente richiesti dall’utenza di oggi. Un robusto 50% degli addetti ai lavori nel mondo ICT confermano che l’integrazione dei processi e degli strumenti di analytics sono le prestazioni maggiormente richieste dal mercato, seguiti da strumenti e servizi per la gestione remota (29%), stimolati dall’adesione di massa allo smart working, e da servizi in Cloud e omnichannel, a loro volta indicati come prioritari per gli utenti da circa un professionista su dieci (11%).I sondaggi hanno anche rivelato che le principali sfide alla cybersecurity oggi, secondo gli addetti ai lavori, sono: la scarsa visibilità dell’infrastruttura e la mancanza di coordinamento e integrazione (28%); la trasformazione digitale e l’adozione di nuove tecnologie, indicata da uno su quattro dei partecipanti come ostacolo significativo, e la migrazione verso il Cloud di applicazioni sempre più diffuse, selezionata da un quinto (20%) dei partecipanti al sondaggio. Durante l’evento, durato una giornata intera tra tavole rotonde e interventi dal palco, si è anche analizzata la natura e composizione delle opportunità di business future per il mondo ICT: inparticolare i progetti Smart City si rivelano come opportunità sempre più concrete rispetto a qualche anno fa per un consistente 60% dei partecipanti.Informazioni sempre aggiornate sul futuro del mondo ICT con Allnet.Italia sono disponibili sul blog: https://blog.allnet-
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: cybersecurity, integrazione | Leave a Comment »
Ottobre è il Mese Europeo della Sicurezza Informatica
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Per le aziende il rischio è sempre più elevato. Secondo Check Point Research (CPR), il numero degli attacchi è cresciuto del 59% rispetto allo scorso anno. Mentre in Italia, negli ultimi 6 mesi, un’organizzazione è stata attaccata in media 1214 volte a settimana, rispetto ai 1142 attacchi per organizzazione a livello globale. Un recente report del World Economic Forum ha inoltre rivelato che il 95% dei problemi di cybersecurity è causato da errori umani. Check Point Software condivide una guida base sulla cybersecurity per evitare di finire vittima di phishing, malware e ransomware, identificando le varie tipologie di attacchi. “Il Mese Europeo della Sicurezza Informatica è un’occasione importante per creare consapevolezza sul fatto che siamo tutti potenziali vittime di cyber attacchi – e non solo le grandi aziende come molti credono. È proprio questo il momento per educare le persone ad agire nel modo giusto per prevenire situazioni spiacevoli o addirittura dannose. La maggior parte degli attacchi informatici avviene a causa di errori umani, da qui la necessità di conoscere i modi per tutelarci dalle cyber minacce, sia nel privato che sul lavoro.” ha affermato David Gubiani, Regional Director SE EMEA Southern di Check Point Software. “Qualcuno diceva ‘Se non sei parte della soluzione sei parte del problema’, proverbio che calza perfettamente al rapporto tra utenti e cybersecurity.”
Posted in Economia/Economy/finance/business/technology | Contrassegnato da tag: informatica, ottobre, sicurezza | Leave a Comment »
I deputati europei chiedono un forte aumento dell’assistenza militare all’Ucraina
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Bruxelles. In una risoluzione adottata giorni fa, i deputati affermano che i risultati dei referendum farsa, condotti sotto la minaccia delle armi per annettere gli oblast di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia sono privi di valore e invitano i Paesi UE ad adottare ulteriori severe sanzioni. La risoluzione non legislativa è stata adottata con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni. I deputati esortano gli Stati membri dell’UE e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina ad aumentare massicciamente l’assistenza militare, in particolare nelle aree richieste dal governo ucraino. I Paesi UE “esitanti” dovrebbero fornire la loro parte di assistenza militare necessaria, per contribuire ad abbreviare la guerra. Le recenti minacce russe di usare armi nucleari sono irresponsabili e pericolose, avvertono i deputati, che invitano i Paesi UE e i partner internazionali a preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina. Qualsiasi tentativo da parte della Russia di presentare gli attacchi ai territori occupati come un attacco alla Russia stessa, e quindi come motivo per un attacco nucleare, è illegale e privo di fondamento e non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina.Il Parlamento europeo condanna la mobilitazione militare in Russia e le misure che obbligano i residenti dei territori temporaneamente occupati dall’Ucraina a prestare servizio nelle forze armate o ausiliarie russe, un atto che la Quarta Convenzione di Ginevra vieta. Al fine di mantenere la stabilità nel Caucaso meridionale e nell’Asia centrale, i deputati chiedono inoltre un maggiore sostegno ai Paesi della regione che hanno subito un afflusso di cittadini russi, in particolare Georgia, Kazakistan, Uzbekistan, Armenia e Kirghizistan.Per quanto riguarda le esplosioni sui gasdotti Nord Stream, i deputati affermano che aumentano le probabilità che si tratti del risultato di un atto coordinato e deliberato da parte di un attore statale. Le esplosioni dimostrano quanto sia pericolosa una politica di crescente dipendenza dai combustibili fossili russi e che l’uso dell’energia come arma è stato portato a un livello più pericoloso. La risoluzione invita gli Stati membri a considerare prioritaria la protezione delle infrastrutture critiche europee e a sostenere ulteriormente la resilienza dei partner dell’Europa orientale e dei Balcani occidentali. Infine, i deputati chiedono l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per il crimine di aggressione contro l’Ucraina, per perseguire Putin, tutti i funzionari civili e militari russi e i responsabili della pianificazione, del lancio e della conduzione della guerra in Ucraina.
Posted in Estero/world news, Politica/Politics | Contrassegnato da tag: assistenza, aumento, militare | Leave a Comment »
Al PD nato per errore non resta che dividersi
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
By Enrico Cisnetto. In attesa di vedere all’opera i vincitori, o meglio la vincitrice, delle elezioni, è opportuno capire cosa accade sul fronte opposto. Le preannunciate ma non ancora formalizzate dimissioni di Enrico Letta hanno avuto il merito di aprire una discussione dentro e fuori il Pd, e il demerito di aver spinto enne soggetti, più o meno titolati, a lanciare o a far lanciare la loro candidatura alla segreteria del partito, finendo per credere e far credere che il problema del Pd sia solo una questione di leadership. Il tutto senza la definizione di un percorso chiaro e lineare – salvo il fatto che prima o poi il congresso nazionale andrà celebrato – ma soprattutto senza la consapevolezza, tranne rare eccezioni e qualche riferimento non sempre congruo al novembre 1989 (la svolta della Bolognina, quando Achille Occhetto avviò lo scioglimento del Pci e la nascita Pds).In realtà, ad essere in crisi, e non solo in Italia, è l’intera sinistra, che da tempo ha perso la vecchia ragion d’essere e le relative rappresentanze sociali, senza averne trovate di nuove. I motivi sono tanti, e non tutta la responsabilità fa capo alle scelte fatte (o non fatte). Ma certo, se è vero che l’atomizzazione sociale (la società liquida descritta da Zygmunt Bauman) ha un grande peso, la colpa della sinistra sta nel fatto di non essere stata capace di leggerla e di trovare delle risposte. Lo scrittore Emanuele Trevi sostiene, e io sono molto d’accordo con lui, che l’errore più grave sia culturale: la sinistra ha elaborato una “cultura del biasimo” che declina in modo opprimente il decalogo di ciò che non si può fare e dire, codici astratti – e dunque confliggenti con la vita vera – che Simone Weil chiamava “le finte purificazioni, che servono a farti sentire migliore degli altri”. Ecco spiegata la decrescita continua degli elettori: il politicamente corretto – che è tutt’altra cosa dei “doveri” mazzinianamente intesi ed è il contrario della meritocrazia – allontana le masse e i giovani, mentre attrae la “borghesia ztl”, spesso improduttiva se non parassitaria, del tutto minoritaria.Certo, poi ci sono gli errori più squisitamente politici. Per esempio, aver creduto alla favola maggioritaria, che è stata addirittura posta da Walter Veltroni alla base del nascente Pd (“partito a vocazione maggioritaria”). L’essere transitati dal marxismo eretto a ideologia totalizzante al liberismo nella versione più scolastica e acritica, senza fermarsi alla casella della cultura keynesiana, per poi rinculare verso la peggiore delle sponde possibili, il populismo, concedendosi ad esso in tutte le sue declinazioni, da quella economica (i bonus e tutte le varie forme di spesa pubblica) a quella istituzionale (la riduzione del numero dei parlamentari). Il non essersi mai scrollato di dosso, quasi fosse una seconda pelle, quel giustizialismo usato dal 1992 in poi per scalzare il potere dominante e sostituirlo. Tutte questioni su cui il dibattito è stato flebile e marginale, per lasciare viceversa campo libero – anche e forse soprattutto all’interno del partito – a quello che io non considero un errore in sè: la cosiddetta “vocazione governista”. Si è detto, cioè, che il Pd avrebbe eretto a sua vera e unificante ideologia il potere – come se la politica non fosse lo strumento per il raggiungimento del potere e ci si dovesse appagare della semplice testimonianza – e avesse piegato tutte le sue politiche all’obiettivo di essere al governo. Ora, è vero che il Pd è stato molto al governo, ma credo che ciò che più conta è come c’è stato, quali politiche ha promosso e realizzato. E quali alleanze ha stretto, a questo fine. Ed è qui che casca l’asino. Perché nella Seconda Repubblica ha contribuito a costruire, esattamente come Silvio Berlusconi sul fronte opposto, un bipolarismo malato, in nome del quale – e in virtù delle leggi elettorali maggioritarie che lo hanno sorretto – si sono costruite maggioranze eterogenee e posticce, buone per vincere le elezioni ma pessime per governare. Idea bacata che dal 2011 in poi – a parte i momenti di unità nazionale, peraltro passaggi obbligati dalle circostanze anziché frutto di scelte – ha spinto il Pd verso l’idea di recuperare l’anti-politica (magari con l’intento pedagogico di redimerla) nelle sue varie forme, a cominciare da quella grillina.E qui siamo all’errore degli errori: elevare Giuseppe Conte, l’avvocato del popolo, a “fortissimo punto di riferimento di tutte le forze progressiste”. Una scelta pensata dall’ideologo all’amatriciana in salsa thailandese Goffredo Bettini, fatta propria da Nicola Zingaretti e poi accantonata tra mille contraddizioni da Enrico Letta, peraltro incapace di essere conseguente e costruire un’alternativa (per la quale era indispensabile il ritorno pieno al proporzionale). Scelta che ora si riaffaccia alla ribalta prepotentemente dopo l’esito del voto del 25 settembre, con alcune componenti del Pd e diversi interlocutori esterni che spingono per la nascita di una “cosa progressista” che leghi indissolubilmente i 5stelle e il Pd e tutto ciò che sta alla sua sinistra. Insomma, quello che doveva essere il “campo largo” e che non è stato. Ed è proprio da qui che il Pd dovrebbe ripartire. Non per farla propria, ma per prendere atto che essa non è politicamente e culturalmente compatibile con l’opzione “riformista”, che è propria di un’altra parte del partito. E decidersi a dividere ciò che posticciamente era stato a suo tempo unito. Da una parte un partito massimalista alla Jean-Luc Mélenchon (o, se piace di più, laburista stile Jeremy Corbin), con dentro anche Conte e la pattuglia del Fatto Quotidiano, il duo Fratoianni-Bonelli, Maurizio Landini e Michele Santoro, il professor Tomaso Montanari e il professionista dell’antimafia Roberto Saviano. Dall’altra, un partito riformista, magari con un’anima più socialista o liberal-socialista e una più marcatamente liberal-democratica, che aggiunga ai riformisti del Pd il duo Calenda-Renzi, che recuperi Emma Bonino e il mondo radicale, che si prepari ad ereditare i moderati di Forza Italia (meglio gli elettori che gli eletti) una volta che la calamita berlusconiana non ci sarà più. Insomma, per salvare la sinistra, anzi le due sinistre, bisogna dichiarare definitivamente fallito l’esperimento veltroniano di mettere insieme i post-comunisti e gli ex democristiani di sinistra, più una spruzzata di laici, e di conseguenza sciogliere il Pd. Altro che cambiare segretario, magari ricorrendo ancora una volta al plebiscitarismo delle primarie, e procedere al restyling di nome e marchio, quasi fosse un prodotto da rilanciare sul mercato. Altro che sperare nel lavacro purificatore dello stare per un po’ all’opposizione. Altro che “apriamo le finestre” e facciamo entrare forze fresche contro i potentati locali e il loro sistema feudale. Altro che fare un congresso rifondativo per “andar oltre” senza dire cosa ciò significhi (“l’oltrismo” è una dei grandi “ismi” che pervade l’intellighenzia di sinistra). Il tema non è ritrovare l’unità – che non c’è mai stata, realmente – ma consacrare le diversità, senza più ambiguità e ipocrisie. Qualcuno dice – anche tra i miei ospiti di War Room (https://m.youtube.com/watch?v=zwITAU1_MSA) – che sarebbe suicida far vivere queste diversità in soggetti distinti e che occorre un grande aggregatore pur che sia capace di tollerare al suo interno punti di vista e priorità diverse, e dunque per questo contendibile. Capisco, ma tutto ciò si giustifica solo se s’intende inseguire ancora il mito del partito a vocazione maggioritaria, che porta con sé come inevitabile corollario l’altra storica parola d’ordine mitologica “nessuno alla nostra sinistra”, e continuare ad offrire al Paese l’opzione del sistema politico bipolare nonostante i suoi clamorosi (e costosi) fallimenti. Se invece ci si decide una volta per tutte a costruire alleanze politiche (basate sulle affinità) e non cartelli elettorali (che svaniscono dopo il voto), allora dividersi è la cosa più logica da fare. Anche in vista della certa spaccatura del “destra-centro” – l’incertezza riguarda il motivo scatenante e il momento in cui si manifesterà – che richiederà sforzi di fantasia per assicurare un governo decente al Paese. Nel frattempo, consiglio ai dirigenti del Pd, e a tutti gli appassionati della materia, di leggersi il libro di un ex (è uscito dal partito nel 2014), Antonio Floridia, docente di istituzioni e processi politici all’Università di Firenze, dall’evocativo titolo “Un partito sbagliato” (Castelvecchi Editore). È una lettura istruttiva. By Enrico Cisnetto direttore http://www.terzarepubblica.it
Posted in Spazio aperto/open space | Contrassegnato da tag: dividersi, errore, pd | Leave a Comment »
Tempi duri per i “bamboccioni”
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
Con un nuovo indirizzo della Cassazione sul mantenimento dei figli maggiorenni perennemente disoccupati da parte dei genitori divorziati. Il reddito di cittadinanza, o comunque le misure di sostegno, debuttano in una ordinanza della Suprema Corte, la n. 29264 depositata oggi, dando ragione ad un padre (in amministrazione di sostegno) che a distanza di 7 anni dalla separazione continuava a foraggiare la figlia quasi trentenne, divenuta a sua volta madre ma ancora residente nella casa familiare con la sua ex moglie. Non hanno infatti diritto al mantenimento neppure se vivono ancora a casa con mamma e in territori, come alcune zone del sud, dove è più difficile reperire un lavoro. Per i giudici di legittimità, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “La decisione degli Ermellini poggia su due principi. In primo luogo, in caso di figlio maggiorenne e non autosufficiente, i presupposti su cui si fonda l’esclusione del diritto al mantenimento, che debbono costituire oggetto di accertamento da parte del giudice del merito e della cui prova è gravato il genitore che si oppone alla domanda, sono integrati: dall’età del figlio, destinata a rilevare in un rapporto di proporzionalità inversa per il quale, all’età progressivamente più elevata dell’avente diritto si accompagna, tendenzialmente e nel concorso degli altri presupposti, il venir meno del diritto al conseguimento del mantenimento; dall’effettivo raggiungimento di un livello di competenza professionale e tecnica del figlio e dal suo impegno rivolto al reperimento di una occupazione nel mercato del lavoro tuttavia il figlio di genitori divorziati, che abbia ampiamente superato la maggiore età, e non abbia reperito una occupazione lavorativa stabile o che, comunque, lo remuneri in misura tale da renderlo economicamente autosufficiente, non può soddisfare l’esigenza a una vita dignitosa, alla cui realizzazione ogni giovane adulto deve aspirare, mediante l’attuazione mera dell’obbligo di mantenimento del genitore, quasi che questo sia destinato ad andare avanti per sempre”.
Posted in Welfare/ Environment | Contrassegnato da tag: bamboccioni, tempi | Leave a Comment »
Happy National Hispanic Heritage Month!
Posted by fidest press agency su lunedì, 10 ottobre 2022
I always enjoy this month because it reminds us that there is no singular identity that defines the American experience. We all start at different points and walk different paths, but we’re all walking toward the same dream. Similarly, there is no singular identity that defines the Latino community. However, we’re all linked by the same hope for a better future — not just for ourselves, but for our families and neighbors as well.That brings me to the other reason that this month excites me so much: it focuses on the future. Hispanic and Latino voters have driven turnout in three of the fastest growing states in the country: Arizona, Nevada, and Texas. Over 60 percent of Latinos are under the age of 35. The future of this country is closely tied to the Latino community.Latino voters are a powerful force in our democracy, and Democrats have an incredible story to tell about the results we’ve been able to deliver for the Latino community because of their support. Democrats will continue our intensive work to earn the votes of Latino and Hispanic communities this month and every month beyond. Through the launch of the DNC’s Latino Signature Program, Adelante, we have consistently invested in reaching out to Latinos in Spanish across the country through phone calls, text messages, and community events that meet voters exactly where they are. We are not taking anything for granted, and we will continue to highlight how the leadership of President Biden and Democrats is delivering for Latino families.That’s why the DNC has dedicated over half a million dollars in paid media to Hispanic outreach this month alone. We will be running ads on Spanish-language radio stations and Spanish-language newspapers as well as digital ads in both English and Spanish. All of this is in addition to the more than seven figures we have invested in Spanish-language radio and print in a dozen states.We have also partnered with sister committees and state parties to invest in Latino coalition-building and organizing in targeted coordinated campaigns across the country. Additionally, we hosted a Campaign Readiness Project bootcamp focused around recruiting, training, and placing diverse, local staff in battleground states. This effort helped increase bilingual staff on the ground and put particular focus on recruiting for bilingual communications, coalitions, and organizing staff to help build the pipeline for both 2022 and 2024.In short, Democrats are working hard for you. We’re working to serve everyone in this country — not just the people who voted for us. We are doing everything we can to unite while Republicans continue to actively divide. When they’re not playing callous political games with the lives of immigrants, they’re pushing for policies no one wants like a national abortion ban. They’re threatening to take away our Social Security and Medicare. They’re trying to make it harder for us to vote. They’re even threatening the survival of the planet. All of this so that they can divide us and hold onto power. They have no interest in serving even the people who elected them. Republicans in office just serve their own personal interests.So as you celebrate National Hispanic Heritage Month and think about the future of this country, it’s time to think about Election Day. We’ve been doing the legwork since January 2021. The special elections and primaries were all dress rehearsals, and the main event is next. We know who our candidates are. We know what they need. They need you. By Jaime Harrison
Posted in Estero/world news | Contrassegnato da tag: heritage, hispanic | Leave a Comment »