A cura di John Ploeg, Co-Head of ESG Research di PGIM Fixed Income I veicoli elettrici presentano una serie unica di sfide ambientali e sociali dovute, in gran parte, alle loro batterie. Tra queste vi sono l’aumento delle emissioni legate alla produzione e allo smaltimento, nonché le implicazioni sociali e ambientali derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione della grande quantità di minerali utilizzati per la loro produzione. Al momento, questi impatti sono limitati a causa della piccola quota di veicoli elettrici e della loro età relativamente giovane. Tuttavia, con l’elettrificazione del mercato e il raggiungimento della fine del ciclo di vita dei veicoli elettrici più vecchi, tali preoccupazioni sono destinate a crescere.Sebbene gli scarichi dei tubi di scappamento costituiscano la maggior parte delle emissioni complessive delle automobili, anche le emissioni derivanti dai materiali acquistati per la filiera produttiva sono significative. Uno studio ha stimato che le emissioni derivanti dalla produzione di un’auto media ammontano a circa 4 tonnellate di CO2 e che lo smaltimento aggiunge un’altra tonnellata. Tuttavia, questo totale aumenta notevolmente per i veicoli elettrici a causa della produzione delle batterie. Le aziende stanno iniziando ad affrontare il problema legato a queste emissioni (anche sfruttando impianti di produzione delle batterie alimentati con energie rinnovabili), ma in generale queste rimangono elevate.Oltre ad avere degli impatti sulla produzione, le batterie pongono anche problemi di rifiuti tossici. Detto questo, stanno prendendo forma alcune normative che impongono il riciclo delle batterie e l’industria sta impiegando notevoli sforzi (e molti miliardi di dollari) in questa area. Il controllo della filiera delle batterie fino alla fine del ciclo di vita sta diventando una parte importante delle strategie connesse alle risorse a lungo termine di molti fornitori di componentistica di base (OEM) e una significativa attività di ricerca e sviluppo si sta dedicando alla progettazione e alla chimica di batterie più riciclabili. Tuttavia, il riciclo delle batterie rimane complesso e gran parte delle ricerche si trova ancora in una fase iniziale.Gran parte dei minerali utilizzati nella produzione di veicoli elettrici proviene da Paesi in via di sviluppo e viene lavorata in Cina. I problemi legati all’estrazione artigianale del cobalto sono forse i più noti, ma la maggior parte della produzione di metalli e minerali comporta la possibilità di numerosi danni ambientali e sociali. Le preoccupazioni per la sicurezza della catena di approvvigionamento stanno spingendo i Paesi sviluppati a lanciare strategie per accrescere la produzione nazionale; tuttavia, si tratta di progetti che possono richiedere molti anni e che stanno già affrontando una forte resistenza da parte delle comunità che vivono vicino alle miniere in via di apertura. Sebbene i gas serra siano al centro dell’attenzione, in genere non sono altrettanto dannosi in un contesto locale. Al contrario, le emissioni sotto forma di particolato (PM), ossidi di azoto e ossidi di zolfo possono causare danni significativi alla salute di chi vi è esposto. Queste emissioni possono essere diminuite riducendo le emissioni dai tubi di scappamento, ma esistono altre fonti di inquinamento automobilistico, tra cui l’usura degli pneumatici e della frizione, la polvere dei freni e l’usura dell’asfalto e la dispersione della sua polvere, tutti fattori che spesso non vengono considerati con l’elettrificazione. Per quanto quest’ultima rappresenti ovviamente una parte fondamentale di tutti i processi i di decarbonizzazione, l’aggiunta di nuova capacità produttiva di energia rinnovabile è soggetta a vincoli (in termini di costi, spazio, materiali, tempo, et cetera.); inoltre, la realizzazione di questa nuova capacità solleva problemi ambientali e sociali. Pertanto, la riduzione della domanda di energia rappresenta spesso il mezzo più economico ed efficiente per ridurre le emissioni. Una parte di questo obiettivo può essere raggiunto attraverso l’elettrificazione dei veicoli. Tuttavia, sono necessarie anche altre misure di efficientamento e di riduzione della domanda. Le automobili presentano in generale numerosi problemi sociali, molti dei quali si aggravano nei veicoli elettrici. Tra questi, la crescente quantità di spazio dedicato alle strade e ai parcheggi, soprattutto nelle aree urbane dense che mancano di spazi pubblici adeguati e di alloggi a prezzi accessibili. Le crescenti dimensioni e il peso dei veicoli, che rendono le collisioni più pericolose, e l’aumento della potenza e delle velocità di accelerazione sono fattori particolarmente accentuati nella maggior parte dei veicoli elettrici (la cui silenziosità presenta ulteriori rischi). Un ulteriore effetto a catena sull’ambiente è che la riduzione della sicurezza per chi non guida solleva preoccupazioni reali per chi sta pensando di passare a modalità di trasporto attive (ad esempio, a piedi o in bicicletta) e scoraggia molti dal farlo. Infine, i costi. Considerando che la maggior parte delle principali case automobilistiche ha ridotto o addirittura eliminato la propria offerta di auto di fascia bassa, l’accessibilità delle automobili è già stata messa a dura prova. Il sovrapprezzo richiesto per i veicoli elettrici non fa che aggravare ulteriormente la situazione. Sebbene i veicoli elettrici rappresentino chiaramente un passo avanti verso emissioni nette zero, non rappresentano la soluzione definitiva, al contrario, danno origine a numerose sfide ambientali e sociali che sono considerazioni fondamentali nell’assegnazione dei rating di impatto ESG e nella determinazione dell’idoneità delle strategie orientate all’ESG.
Archive for 17 ottobre 2022
PGIM: I compromessi ambientali e sociali dei veicoli elettrici
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
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Weekly market outlook a cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Al momento i mercati sono fortemente concentrati sui dati economici, con l’IPC statunitense in primo piano questa settimana.La stagione dei bilanci per il terzo trimestre sta entrando nel vivo con la pubblicazione dei risultati di alcune società di riferimento. Venerdì è un giorno importante, con JPMorgan, Citi e Morgan Stanley che presenteranno i loro risultati. Quali sono i loro piani sulle riserve per perdite su crediti? Hanno avuto altri “incidenti” a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie?Ci sono anche Pepsico, Domino’s Pizza e Delta. Il giorno prima abbiamo ascoltato TSMC con le sue preoccupazioni per la carenza di semiconduttori che si sta trasformando in un eccesso, oltre a ulteriori azioni da parte del governo statunitense per limitare l’accesso della Cina alla tecnologia avanzata.Non sarei sorpreso se la stagione dei bilanci fosse positiva, ma gli analisti guarderanno oltre i numeri principali. È la prospettiva degli utili a preoccupare maggiormente, con un calo significativo dei margini.Vi spiego perché. Innanzitutto, l’inflazione è troppo alta e la Federal Reserve deve rallentare l’economia per ridurla. Questo comporterà quasi certamente una recessione. I margini diminuiscono sempre in caso di recessione. Inoltre, i margini sono vicini ai massimi storici e anche senza un rallentamento dell’economia tenderebbero a tornare verso la media storica.La spesa in conto capitale negli Stati Uniti è in piena espansione e, sebbene ciò sia positivo per la salute a lungo termine dell’economia statunitense, l’aumento dell’offerta associato deprime i margini. Inoltre, il mercato del lavoro è in crisi e ciò significa che i lavoratori possono recuperare parte della quota di reddito che hanno ceduto ai profitti. Anche il dollaro forte e le difficoltà economiche d’oltreoceano incideranno sugli utili. In questo contesto, i titoli azionari sembrano destinati a faticare. Non credo che le prospettive siano disastrose. Dopo tutto, i mercati sono già scesi molto. Gli investitori sono pessimisti. Ci sono buone ragioni per prevedere che l’imminente recessione statunitense sarà breve e poco profonda. Se avessi ragione, rappresenterebbe una grande opportunità di acquisto. Ma le prospettive per i prossimi mesi sono di ulteriore debolezza, a mio parere personale.
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Maddalena: la donna prima della Santa – esposizione di Brigitte Aubignac
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Torino. Giovedì 20 ottobre 2022 alla Galleria Degliacrobati (via ornato 4) inaugurerà la mostra MADDALENA di Brigitte Aubignac, a cura di Dominique Stella, dove resterà in mostra fino a sabato 21 gennaio 2023. L’artista, Brigitte Aubignac, ha dedicato una vera e propria epopea pittorica alla vita di Maria Maddalena, per riscoprire la donna prima dell’asceta ed esplorare l’ambiguità con la quale è stata raccontata nel corso dei secoli; privata del diritto al desiderio e a un corpo capace di sentire, Maria Maddalena è stata elevata ad apostola dopo che la sua sessualità è stata “santificata”. Non è un’esposizione comune in quanto la Galleria Gliacrobati è nata con un obiettivo speciale: riconnettere l’Arte con la sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche. Oltre all’attività espositiva, infatti, la Galleria sostiene un atelier-laboratorio aperto ad artisti e pazienti psichiatrici. Gli artisti rappresentati privilegiano linguaggi fortemente orientati verso l’estetica espressionista che si rifà alla matrice storica dell’Art Brut e che al tempo stesso evidenzia la necessità di ampliare la ricerca verso il più trasversale mondo Outsider, accogliendo esperienze autodidatte e frequentando territori generalmente non indagati dai sistemi ufficiali dell’Arte, come il disturbo psichiatrico e la marginalità sociale. L’esposizione è sostenuta dal portale Psicoanalisi e Sociale, collaborazione che venerdì 21 ottobre 2022 vedrà Brigitte Aubignac, Dominique Stella e lo psicanalista Tito Baldini, Presidente del portale, in dialogo sulla piattaforma Zoom. (fonte: http://www.stilemarete.it/)
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Conferenza stampa Noi Festival
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Milano 28 ottobre 2022 Ore 10.30 Hotel Westin Palace Piazza della Repubblica, 20 Sala Giardino, primo piano. Franklin Graham, presidente della Billy Graham Evangelistic Association e di Samaritan’s Purse, torna in Italia per la prima volta da quando ha portato a Cremona un Ospedale da campo d’emergenza con il suo Team specializzato in Assistenza a Catastrofi e Calamità, durante il periodo più difficile della pandemia di COVID-19.La Samaritan’s Purse è stata la prima organizzazione internazionale a portare soccorso medico in Italia durante la micidiale prima ondata del Covid-19. Sotto la guida di Franklin Graham, un team di dottori e infermieri di cinque diverse nazionalità ha curato più di 280 pazienti, lavorando per due mesi nell’ospedale da campo allestito a fianco dell’ospedale di Cremona.Circa una dozzina di operatori della Samaritan’s Purse che avevano prestato la loro opera a Cremona, inclusi medici e infermieri, faranno ritorno in Italia con Franklin Graham per il lancio del Noi Festival, e per questo incontro del giorno 28 ottobre, che si preannuncia carico di emozioni. Lì incontreranno nuovamente alcuni dei pazienti con i quali hanno vissuto in prima linea quelle esperienze molto toccanti durante la crisi. INGRESSO SU ACCREDITO
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Carenza personale e rischio Pnrr, stabilizzare neoassunti
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
“Le amministrazioni centrali dello stato sono tutte nella stessa condizione di pesante carenza di organico e rischiano di non realizzare gli obiettivi del Pnrr se non si danno concrete prospettive di stabilità a quanti vi entrano”. Ad affermarlo è il segretario nazionale della Fp Cgil, Florindo Oliverio. Per questo, aggiunge, “mentre guardiamo con favore alle stabilizzazioni già previste per i Funzionari del Pnrr di quelle amministrazioni, come Mef e altre, che opportunamente hanno fatto assunzioni a tempo determinato per l’intera durata dei progetti, e ben oltre i canonici 36 mesi utili alla stabilizzazione, chiediamo da tempo alle altre, la Giustizia in testa, di prevedere già la proroga dei contratti con durata inferiore e creare così le condizioni per la stabilizzazione di tutti gli altri assunti del Pnrr”.Per Oliverio, infatti, “abbiamo sin da subito giudicato incomprensibili le assunzioni a 31 mesi dei Funzionari addetti all’Ufficio per il processo del Ministero della Giustizia, per poi procedere a nuove assunzioni a 24 mesi di nuovo personale. Gli abbandoni di questi mesi dovrebbero aver insegnato che senza una prospettiva di stabilizzazione i neoassunti rinunciano e vanno altrove. E se le amministrazioni perdono un’occasione utile a evitare chiusure di uffici, il paese rischia di perdere le risorse dell’Europa”, conclude.
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Incertezza economica e aspettative dei dipendenti
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Il nuovo studio BCW Expectations at Work, che ha coinvolto oltre 13.000 persone di cinque differenti settori in 15 Paesi in tutto il mondo, rivela che per un lavoratore su due un’occupazione stabile (52%), un posto di lavoro comodo e sicuro (50%), stipendio e benefit (49%) e la cultura del lavoro (48%) sono gli aspetti più importanti tra i 62 proposti in relazione a cinque dimensioni dell’esperienza di un dipendente.A livello globale, il 50% dei dipendenti non prevede di cambiare l’attuale occupazione nei prossimi 12 mesi, e questa intenzione registra un aumento del 18% per chi si dichiara soddisfatto di aspetti fondamentali quali stipendio, stabilità e posto di lavoro. Ma per le organizzazioni che, oltre a soddisfare queste richieste, si impegnano a creare una cultura del lavoro positiva, l’intenzione di rimanere aumenta del 24%, così come la soddisfazione professionale aumenta del 56% e c’è un 68% in più di possibilità che il dipendente dia un giudizio positivo del proprio responsabile. Le cifre indicate sono addirittura superiori tra i dipendenti Millennial e della Generazione Z, che si dichiarano più intenzionati a restare (30%) quando tutte queste esigenze vengono soddisfatte rispetto a chi lavora in organizzazioni che non lo garantiscono.In Italia, le tre aspettative principali tra i dipendenti sono in linea con le tendenze globali: un’occupazione stabile (58%), un posto di lavoro comodo e sicuro (55%) e uno stipendio remunerativo (54%). Seguono i permessi pagati (54%) e l’indennità di malattia (51%). Inoltre, tra le 10 principali aspettative di un dipendente, in sesta posizione (51%) rispetto al 16° posto (45%) a livello globale, ci sono anche la richiesta di un carico di lavoro gestibile e pretese ragionevoli da parte del datore di lavoro. Seguono, al 50%, un adeguato piano pensionistico, la fiducia nei manager e strumenti e tecnologia (7° posto). In netto contrasto con i risultati globali, solo un elemento tra tutti quelli che determinano la cultura del lavoro conquista la top 10 delle attese dei dipendenti in Italia, ossia una comunicazione interna aperta e onesta (49%). È interessante osservare che, tra i dipendenti appartenenti alla Generazione Z in Italia, fattori importanti quali stipendio e benefit si collocano solo al 22° posto (indennità di malattia e assicurazione sulla vita, al 48%), a differenza dei Baby Boomer che indicano come esigenza prioritaria uno stipendio remunerativo (al 1° posto con il 69%).Oltre ad analizzarne le aspettative, lo studio ha approfondito anche la valutazione del datore di lavoro da parte dei dipendenti, considerando tutte le dimensioni dell’esperienza lavorativa. Sono la cultura e la leadership le aree in cui le organizzazioni devono recuperare terreno per soddisfare le attese dei dipendenti, soprattutto quelli delle generazioni più giovani, che hanno maggiori aspettative in questo ambito. Dal confronto tra le aspettative nei confronti dei datori di lavoro e la valutazione delle loro effettive prestazioni, emerge un gap medio di 17 punti tra quello che i dipendenti si aspettano e quello che vivono ogni giorno in fatto di benessere (16 punti), comunicazione interna (17 punti), democrazia sul posto di lavoro e voce dei dipendenti (16 punti) e leadership (17 punti), che sono le aree principali in cui le organizzazioni devono darsi da fare per colmare la distanza con i propri dipendenti.In Italia il gap tra le attese dei dipendenti e il vissuto quotidiano è molto più ampio – evidenziando sia l’elevato livello delle aspettative in quest’area sia l’impegno che i dipendenti ritengono debba essere messo in campo per soddisfarle, soprattutto in relazione alla leadership dei top manager. Sono infatti significativi i gap relativi a riconoscimento dei dipendenti (20 punti), benessere (24 punti), oltre a efficacia della leadership e capacità di prendere decisioni (21 punti). Lo studio ha rivelato anche forti differenze nelle aspettative delle diverse generazioni. I dipendenti della Generazione Z considerano quasi tutti i componenti della leadership e della cultura del lavoro più importanti dello stipendio ricevuto, che si colloca al 25° posto su 62 (il 45% li considera molto importanti), mentre i Baby Boomer attribuiscono allo stipendio e ai benefit la priorità rispetto a quasi tutte le prerogative di leadership e cultura, con il salario in seconda posizione (49%) dopo la sicurezza lavorativa (52%). Anche le aspettative rispetto ai manager di riferimento sono diverse a seconda della generazione. Per esempio, i dipendenti della Generazione Z affermano di apprezzare maggiormente le soft skill, come il supporto e l’empatia, che sono avanti di 11 posizioni rispetto alle altre generazioni. I Millennial, invece, sostengono di preferire i manager che dimostrano apprezzamento e offrono opportunità di crescita, avanti di 11 posizioni rispetto alle altre generazioni. Per la Generazione X e i Baby Boomer, invece, la fiducia e l’equità nei processi decisionali sono al vertice della classifica delle aspettative vero i propri responsabili diretti. Per maggiori informazioni sullo studio di BCW Expectations at Work, dal sito: https://www.bcw-global.com/p/expectations-at-work
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Giovani sfiduciati, dare un futuro a loro per dare futuro all’Italia
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
“E’ un quadro preoccupante, quello fornito dal nuovo rapporto Censis sulla ‘Generazione Post Pandemia’. I nostri giovani sono terribilmente sfiduciati”. Lo ha scritto su Facebook il Segretario generale della Cisal, Francesco Cavallaro, commentando il resoconto. “Chi può fugge all’estero perché manca una promessa di miglioramento e di benessere. Chi resta è in preda a incertezza e ansia. Qualcuno ha smesso di studiare altri hanno perso il lavoro. Tantissimi hanno spostato in avanti i passaggi alla vita adulta. Ma cosa si deve aspettare ancora per mettere i nostri ragazzi al centro dell’agenda? – sottolinea Cavallaro. Dare un futuro ai giovani significa dare un futuro al Paese. Ed il futuro non si costruisce con contratti a termine o intermittenti. Creare le condizioni per aiutare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, agendo anche sul sistema previdenziale, deve essere in cima alle priorità del nuovo Governo. Un lavoro stabile, ben retribuito e contrattualizzato”. By Alessio Bompasso
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Rc auto: Unc, rialzo prezzi auto usate, per via delle nuove
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
L’rc auto sta salendo per numerosi automobilisti perché, vendendosi poche auto nuove, le vecchie si sono rivalutate. Questa almeno è la motivazione che alcune compagnie assicurative stanno propinando a molti consumatori che, pur non avendo fatto incidenti, hanno visto lievitare il premio al momento del rinnovo.“Un paradosso! Le nostre auto usate, pur se è passato un anno e abbiamo percorso più chilometri, ora valgono di più di un anno fa, dato che di auto nuove se ne vendono meno per via delle strozzature dal lato dell’offerta, dovute alla carenza di componenti, ci sono ritardi nelle consegne, le auto nuove costano di più. Sarebbe anche una bella notizia se volessimo venderle, ma non se stiamo rinnovando l’assicurazione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.“Insomma, i prezzi dell’rc auto delle auto usate non salgono solo con la scusa dell’inflazione, dei rincari dei pezzi di ricambio e delle riparazioni, per l’aumento degli incidenti, ma per il solo fatto che la nostra auto, pur essendo più vecchia e più logorata dello scorso anno, vale lo stesso di più, e non perché l’abbiamo fatta riparare o sistemare dal carrozziere, ma solo perché un altro mercato, quello del nuovo, è ancora bloccato” conclude Dona.
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Politiche e strategie per il futuro sostenibile delle aree montane
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Camigliatello Silano (prov. di Cosenza) dal 25 al 27 ottobre si tiene la manifestazione internazionale che ogni due anni riunisce i più importanti stakeholder delle terre alte. Centinaia di partecipanti, tra cui istituzioni europee e nazionali, tecnici ed esperti del mondo accademico, oltre a tanti imprenditori locali, si incontreranno per costruire insieme soluzioni innovative alle nuove sfide economiche, ambientali e sociali, partendo da settori chiave come l’agricoltura e il turismo, e fornire le basi per la creazione di politiche pubbliche più attive, integrate ed efficaci con al centro le aree montane e la qualità della vita di chi le popola. Obiettivo ultimo: definire una strategia di sviluppo sostenibile per montagne “smart” entro il 2050.Patrocinata dal Mipaaf, la XII Convention Europea della Montagna parte il 25 ottobre con le visite studio nel Parco Nazionale e Riserva della Biosfera della Sila, per poi raggiungere l’Edificio Nave della Sila, location dell’apertura ufficiale dell’evento il 26 ottobre e dei tanti workshop e conferenze ad hoc che si terranno fino al 27, tra sessioni dedicate alle politiche per una montagna più intelligente; ricerca e innovazione per l’aumento di attrattività e resilienza delle zone montane; condivisione di buone pratiche.Tanti gli ospiti autorevoli, tra i quali Elisa Ferreira, commissaria europea per la Coesione e le Riforme; Herbert Dorfmann, europarlamentare e membro dell’Intergruppo per le Aree rurali, montane e i villaggi intelligenti; Pasquale Tridico, presidente dell’INPS. A dare il via ai lavori inaugurali saranno Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani; Juanan Gutiérrez Lazpita, presidente di Euromontana; Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria; Francesco Curcio, presidente del Parco Naturale della Sila.
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Agricoltura: Filiera corta e consumi
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
La crisi spinge gli italiani a risparmiare anche sul cibo per far fronte all’inflazione crescente e al conseguente crollo del potere di acquisto – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Il dato deve mettere in guardia, ma si presta a più letture: tra le strategie adottate dai consumatori prevale infatti la scelta di prodotti locali e a km zero. Una tendenza che può rappresentare un’opportunità per i nostri agricoltori, in una fase storica in cui i mercati vivono limitazioni mai viste prima e la globalizzazione sembra segnare il passo. Il calo della spesa alimentare si traduce in una diminuzione della domanda, che non può certamente essere positiva per la filiera – continua Tiso. Secondo le ultime stime, nella seconda metà del 2022 la perdita complessiva di potere d’acquisto per gli italiani ammonterà a 12,1 miliardi, circa 470 euro in meno a famiglia in soli sei mesi. L’alto tasso di inflazione, senza precedenti nell’era della moneta unica, può tuttavia portare alla riscoperta dei cibi locali e di stagione, favorendo la filiera corta.Quasi quattro consumatori su dieci (37%) dichiarano di voler acquistare alimenti a km zero per ridurre i consumi energetici e sostenere la nostra economia. L’augurio è che gli italiani possano presto uscire dalla morsa della crisi economica e, al tempo stesso, mantenere alcune delle abitudini di consumo adottate in questi mesi difficili premiando le nostre produzioni.
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Finanziamento da 22 milioni di euro erogato da Crédit Agricole Italia
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
E’ intervenuta in qualità di Arranger, capofila e Banca agente – insieme a Banca Monte dei Paschi di Siena e UniCredit, in favore di CORIPET, il consorzio senza fini di lucro di produttori, converter e riciclatori di bottiglie in PET “bottle to bottle”, attivo nel comparto delle acque minerali, soft drink, latte, olio e succhi di frutta. L’operazione, sostenuta all’80% dalla Garanzia Green SACE, permetterà l’acquisto di 860 nuovi eco-compattatori in tutta Italia per il riciclo ad uso alimentare di bottiglie PET. “L’attenzione alle tematiche sostenibili è un pilastro fondamentale del nostro piano strategico” dichiara Marco Perocchi, Responsabile Direzione Banca d’Impresa di Crédit Agricole Italia. Con questa operazione confermiamo non solo la vicinanza alle esigenze dei territori sui cui operiamo ma anche il sostegno concreto a progetti che agevolano la transizione ecologica, attraverso realtà come Coripet, esempio virtuoso di economia circolare”.
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La cannabis ha uno status legale “complicato” in molti Paesi
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Conoscere lo stato dei fatti nel mondo è utile anche perché in Italia ci apprestiamo ad un percorso “buio”: il nuovo governo sembra abbia intenzioni peggiorative rispetto alle piccole conquiste che il movimento antiproibizionista ha accumulato in questi ultimi decenni.Per chi ha scelto l’opzione legalizzatoria della cannabis (e non solo) fa gioco essere ben informati. I confronti che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni saranno duri e, come in tutti gli ambiti, l’informazione, il confronto, lo scambio di esperienze sono incentivi a far ragionare, forse, anche coloro che abitualmente sono chiusi nei loro fortini ideologici.Noi non crediamo che il Parlamento di questa legislatura potrà pronunciarsi in merito alla legalizzazione. Anzi. Staremmo anche molto attenti, ché i flop (su droghe e non solo) che ci sono stati nella precedente legislatura (dove in teoria c’erano maggioranze “disponibili”) sono stati un segnale d’allarme sul fatto che nella cultura dei nostri rappresentanti istituzionali manca proprio la considerazione dell’importanza dei “diritti individuali”… figuriamoci con l’attuale Parlamento che, almeno sui numeri, dovrebbe essere il contrario di quello precedente… Attenzione, quindi, che con questo Parlamento si rischia di peggiorare quanto abbiamo già conquistato sulla via delle legalizzazioni. Per questo, di conseguenza, abbiamo indicato che la via migliore sarebbe quella referendaria, facendo tesoro degli artigli che il regime liberticida italiano ha mostrato nel precedente tentativo col suo “carro armato” Corte Costituzionale. Il CBD derivato dalla canapa è ora legale ovunque negli Stati Uniti grazie all’approvazione del Farm Bill del 2018. La canapa è una cannabis che contiene meno dello 0,3% di THC. Il CBD derivato dalla cannabis con oltre lo 0,3% di THC è ancora illegale a livello federale.La cannabis con concentrazioni di THC superiori allo 0,3%, e qualsiasi CBD da essa derivato, è ancora classificata come droga di Tabella I.Delta-8: Delta-8 è attualmente legale a livello federale ai sensi della legge sulla canapa del 2018, ma i legislatori statali hanno vietato la sostanza in Alaska, Colorado, Delaware, Idaho, Iowa, Montana, New York, Nevada, North Dakota, Oregon, Rhode Island, Vermont, Utah e Washington. Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it
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Ricerca “Driving Ambitions”
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
The Business Case for Circularity in the Car Industry” di Accenture, pubblicata in partnership con il World Economic Forum e il World Business Council for Sustainable Development, che propone un nuovo modello di economia circolare. Lo studio rivela come l’economia circolare. nel mercato automotive può aumentare la redditività di tutta la catena di valore del 50%. Un approccio genera benefici a livello di sostenibilità ambientale e di business, ma necessita di una collaborazione a livello ecosistemico e richiede un ripensamento di tutto il ciclo di vita di ciascun veicolo. Infatti, l’economia circolare consentirà alle case automobilistiche e ai fornitori di superare i limiti dei loro attuali modelli di business, cogliendo l’opportunità di migliorare la redditività lungo tutta la catena del valore del 50%, e di generare ricavi nel corso del ciclo di vita del veicolo superiori al suo prezzo di vendita iniziale (da 15 a 20 volte per singola unità). È un risultato raggiungibile principalmente attraverso i modelli di business “as-a-service” – come il leasing dei veicoli, il car sharing e la mobility as-a-service – e attraverso i servizi di rigenerazione, riparazione e riciclo dei materiali/componenti. Sebbene sia possibile migliorare la circolarità anche all’interno di un modello basato sulla proprietà del veicolo – attualmente il più diffuso tra i consumatori, che comporta il mantenimento di un mezzo inattivo per gran parte del tempo – è indubbiamente l’utilizzo intensivo di ciascun veicolo tipico dei modelli “as-a-service” a dare i maggiori benefici sia dal punto di vista del business che della sostenibilità ambientale. Un fattore strategico chiave diventa così il cambiamento delle preferenze delle persone verso un nuovo approccio access-based, fondato sulla necessità di soddisfare di volta in volta le diverse esigenze di mobilità anziché sul possesso dell’auto.Inoltre, la produzione e le vendite potrebbero aumentare grazie al miglioramento della struttura dei costi di materie prime riciclate e di una produzione più standardizzata nella modularità e nei veicoli appositamente costruiti. By Marco Vassallo Havas PR Milan
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Istruzione: Il nuovo governo mantenga impegno per la scuola
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Il nuovo Governo mantenga gli impegni sulla scuola. Manca pochissimo all’avvio della XIX legislatura e il sindacato chiede di mantenere alta l’attenzione sulla scuola, come tutti i partiti politici si sono impegnati di fare nel corso della campagna elettorale in vista delle elezioni del 25 settembre scorso. “Alla vigila dell’insediamento del nuovo Parlamento abbiamo richiesto alla politica di non dimenticare la scuola”, ricorda Marcello Pacifico, presidente del sindacato autonomo Anief, intervistato dall’agenzia Teleborsa, e aggiungendo che “la scuola ha bisogno di interventi urgenti e di una riforma che vada a rivedere tutto quello che non ha portato sinora a risultati concreti”.Precariato, gestione degli organici, valorizzazione del personale e gestione delle graduatorie sono i punti più urgenti da affrontare. “Sono tutti elementi”, assieme al finanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro per il rinnovo del contratto da sottoscrivere entro l’autunno, “devono essere affrontati subito – ha concluso Pacifico -, ecco perché stiamo consegnando dei dossier, affinché dalla prossima settimana, con l’insediamento del nuovo Governo” che si sta per formare.
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Scuola: Carta docenti e aumenti stipendiali
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Marcello Pacifico, presidente Anief, è stato intervistato dalla rivista specializzata Scuola informa. Tra i temi discussi ritroviamo carta docente, aumenti stipendiali, precariato A proposito dei successi che il sindacato sta collezionando nei tribunali a favore della carta del docente ai precari, si è discusso del fatto che, tra l’altro, nei prossimi anni l’importo dovrebbe essere ridotto: il sindacalista autonomo ha affermato che “questi fondi relativi alla carta docente saranno tagliati fra tre anni per finanziare la riforma per una formazione intensivata che non condividiamo nei contenuti e nel merito. In primo luogo perché tutti gli insegnanti meritano di essere valorizzati e non soltanto alcuni e poi perché gli stipendi sono bassi rispetto alla media europea e all’inflazione, per non parlare del fatto che ci sono docenti, i precari, che prendono sempre lo stesso stipendio. Prima di parlare di una formazione incentivante bisognerebbe parlare degli stipendi degli insegnanti in generale”. Sulla questione aumenti Pacifico ha detto che “gli aumenti decenti per gli stipendi della scuola sembrano davvero un miraggio. Anief, in sede di rinnovo del contratto, chiederà un contratto ponte, perché già l’inflazione era alta, adesso c’è la crisi energetica” che farà salire ancora il costo della vita; “addirittura ora siamo alle soglie del 10%. Un primo ristoro dovrebbe essere rappresentato da un aumento di circa 100 euro. Certamente non è bastevole, è lontana dall’infrazione e degli stipendi europei, ma intanto è un primo ristoro rispetto al costo della vita che ci sta sempre più impoverendo. Gli arretrati dovrebbero essere di 3000 euro per il 2019, 2020 e 2021. Attendiamo il 18 ottobre, ne discuteremo all’Aran”, ha concluso il presidente della giovane organizzazione sindacale rappresentativa.
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La scuola dell’Accademia dei sartori diretta dal molisano Sebastiano Di Rienzo
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Un tempo, specie nei paesi, costituiva una delle poche alternative all’agricoltura o alla pastorizia. Poi il mestiere di sarto, grazie all’evoluzione tecnica e all’alta dose di creatività, è diventato simbolo indiscusso del “made in Italy” nel mondo. Una schiera di “nomi” provenienti soprattutto dalla provincia italiana sono diventati invidiati emblemi universali dell’eleganza, della classe, dell’estro e del gusto del bello.Dopo una fase in cui la sartoria ha ceduto il passo al prêt-à-porter, da qualche anno si registra un ritorno dell’abito confezionato su misura, con molti ragazzi che associano questo affascinante mestiere al proprio futuro. Una specializzazione che richiede molta formazione, alle prese con la conoscenza dei tessuti, con l’abilità nel prendere le misure, realizzare disegni, effettuare tagli, cuciture, asole e sottopunti, imbastire, padroneggiare il confezionamento e ovviamente saper sfruttare e affinare la propria creatività. “L’Italia in questo settore resta leader nel mondo ed è necessario non disperdere questo patrimonio perché soltanto chi affonda le radici nel passato può comprendere l’importanza del futuro – spiega Gaetano Aloisio, presidente dell’Accademia nazionale dei sartori, il punto di riferimento associativo e formativo del settore grazie alle 130 sartorie aggregate e ai 450 anni di storia, essendo nata nel 1575 a Roma su impulso pontificio.L’organismo, che partecipa ai congressi internazionali del comparto e promuove sfilate di moda e iniziative in tutta Italia (un mese fa la suggestiva sfilata al Campidoglio a Roma), ha lanciato in questo giorni un’importante partnership con lo storico lanificio biellese Vitale Barberis Canonico, 350 anni di esperienza alle spalle, due stabilimenti e circa 450 addetti. Tra gli obiettivi, la formazione delle nuove generazioni di maestri sarti.“L’Accademia da anni promuove una propria scuola finalizzata alla formazione, supportata anche da numerose borse di studio – spiega Sebastiano Di Rienzo, direttore della scuola dell’Accademia nonché uno dei più rinomati maestri sarti a livello internazionale, a cui il giornalista Giampiero Castellotti ha dedicato una ricca biografia. “La nostra generazione ha caratterizzato soprattutto il rilancio economico del Paese nel secondo dopoguerra, rendendo l’abilità artigianale italiana un patrimonio mondiale. Oggi c’è la necessità che una nuova schiera di ragazzi erediti questo patrimonio di tecniche e di immagine – spiega Di Rienzo. “La nostra Accademia ogni anno accoglie aspiranti sarti provenienti da tutto il mondo, a riprova della sua unicità a livello internazionale e della centralità del nostro mestiere nel made in Italy”.
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Cervello umano e intelligenza artificiale
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Incontro con il professor Alessandro Rossi nella sede degli Industriali aretini. Niente economia, per un pomeriggio nella sede della Delegazione di Arezzo di Confindustria Toscana Sud. Solo apparentemente, però. Il tema di mercoledì 19 ottobre alle ore 17 saranno le Neuroscienze e il progetto Human Connectome che propone un cambio delle prospettive nello studio delle funzioni cerebrali, spostando l’attenzione degli scienziati dall’analisi delle funzioni neuronali alla comprensione dell’architettura e delle connessioni cerebrali nel tentativo di mettere in chiaro il rapporto tra l’organizzazione del cervello e l’intelligenza (relazionale) della persona. Un tema che è in grado di connettersi al rapporto tra tecnologia e intelligenza artificiale e quindi all’economia. Benché la teoria economica non sia una teoria del cervello, capire quali sono i fondamenti del comportamento umano che determinano i processi decisionali, cioè come si genera una scelta, ha oggi sconfitto l’idea che l’economia non abbia bisogno delle Neuroscienze. “Oggi il mercato cerca sempre più di indagare i comportamenti dei consumatori, le loro scelte e le loro preferenze – spiega Fabrizio Bernini, Presidente di Confindustria Toscana Sud – la neuroeconomia è una nuova area di studio interdisciplinare che avrà grande sviluppo e alla quale guardano con attenzione sia il mondo economico che quello scientifico”. Relatore dell’evento sarà il professor Alessandro Rossi, Direttore Scientifico della Fondazione Gianfranco Salvini, ordinario nella Facoltà di medicina dell’Università di Siena e Direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Motorie. Rossi ha collaborato con Università in Australia, Francia, Belgio, Inghilterra e Stati Uniti. Tra i suoi temi di ricerca la connettività corticale, la memoria e processi cognitivi, le proprietà elettrofisiologiche dei neuroni umani e la neurofisiopatologia del sistema nervoso periferico. La Fondazione Gianfranco Salvini, con sede in Valdarno, promuove e sostiene, nel contesto nazionale e internazionale, attività di studio e ricerca scientifica in ambito riabilitativo. All’incontro del 19 ottobre nella sede dell’Associazione Industriali di Arezzo (Via Roma 2), interverranno Fabrizio Bernini (Presidente Confindustria Toscana Sud), Albarosa Fuccini (Presidente CRT), Marzia Sandroni (Presidente Fondazione Gianfranco Salvini). Moderatore sarà il professor Mauro Mancuso (Direttore Scientifico CRT e Direttore area dipartimentale di medicina fisica e riabilitativa Asl Tse). Saranno presenti Simona Dei (Direttrice sanitaria Asl Tse) e Cristiano Scarselli (Direttore Clinico CRT). La partecipazione all’evento (3 crediti ECM) è gratuita. E’ sufficiente contattare la Segreteria organizzativa: By Silvia Gabrielli
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Come dire ‘no’ a un attacco ransomware secondo Veeam
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
A cura di Edwin Weijdema, Global Technologist, Veeam. Con oltre 236 milioni di attacchi ransomware nella prima metà del 2022, gli attacchi stanno crescendo in volume e intensità e stanno colpendo quasi tutti i settori industriali. Ciò è dovuto all’afflusso di nuovi criminali del ransomware e agli sforzi più audaci per assicurarsi il pagamento di riscatti da parte dei malintenzionati. Tuttavia, anche se molte organizzazioni si affrettano a pagare il riscatto quando vengono attaccate, questo non fornisce alcuna garanzia di riavere i propri dati. Secondo il Veeam Ransomware Trends Report 2022, il 52% delle organizzazioni globali con dati criptati ha pagato il riscatto e recuperato con successo i propri dati, ma una su quattro non è riuscita a recuperarli. Di conseguenza, il dibattito sull’opportunità di pagare o meno continua a essere molto controverso. Mentre alcuni pagano per cercare di tornare rapidamente online e riprendere le operazioni, altri che hanno pianificato l’inevitabile possono recuperare i dati senza pagare. È invece necessario che tutte le organizzazioni raggiungano un livello di temerarietà che gli possa permettere di rifiutare il pagamento sapendo che il loro backup dei dati è sufficientemente rigoroso da garantire che i tempi di ripristino siano bassi e la perdita di dati pari a zero.Prima che le organizzazioni possano raggiungere questo punto di “non paura”, ci sono molti passi da fare, ma prima devono considerare il motivo per cui pagano le richieste e capire il pericolo di dire “sì”.Fondamentalmente, sono spaventati e cercano di evitare diverse conseguenze dannose. Il danno alla reputazione è uno dei principali, così come le preoccupazioni dei dipartimenti di sicurezza per le ripercussioni sul loro lavoro. Questo spinge le organizzazioni a effettuare pagamenti nella speranza di rimanere fuori dalle cronache e che il disastro si risolva in modo tranquillo. Una nota più seria è rappresentata dai metodi utilizzati dai criminali del ransomware, che spesso fanno pensare alle organizzazioni di non avere davvero scelta. Le bande di ransomware prendono di mira i backup, lasciando le organizzazioni in una posizione difficile: anche se hanno eseguito il backup dei dati, questo fa parte dell’attacco. Se si guarda alla mente di un criminale di ransomware, si capisce perché prenderebbe di mira i backup: dopo tutto, sono i dati più preziosi, sensibili e critici per l’azienda ad avere la priorità per il backup, in modo che gli aggressori sappiano che ciò che stanno ottenendo è cruciale per le funzioni aziendali, piuttosto che dati di cui le organizzazioni possono fare a meno. La doppia estorsione è talvolta nota anche come “estorsione del nome e della vergogna”, e questo comunica molto chiaramente il motivo per cui è una minaccia per le organizzazioni e per cui queste pagano nella speranza di evitarla. Questo tipo di attacco ransomware comporta non solo il furto e la crittografia dei dati, ma anche la loro diffusione. Gli aggressori estorcono i loro obiettivi minacciando di condividere i dati rubati, ad esempio con i loro concorrenti.La tripla estorsione aggiunge ulteriore pressione alla tattica della doppia estorsione, minacciando anche un attacco DDoS (Distributed Denial-of-Service) se il pagamento non viene effettuato in tempo. Quando ciò accade, le organizzazioni possono sentirsi davvero disperate: non solo hanno subito l’esfiltrazione e la crittografia dei loro dati, ma rischiano anche la loro pubblicazione e la chiusura completa della loro attività in caso di attacco DDoS.Purtroppo, il più delle volte questo è ciò che accade quando si pagano le richieste di ransomware, e il modo migliore per evitarlo è assicurarsi che la propria strategia di backup sia abbastanza solida da poter dire di no. Il backup è l’ultima linea di difesa contro gli attacchi ransomware, ma non tutti i backup sono uguali. Non è sufficiente avere un backup: come abbiamo visto, questi ultimi sono presi di mira dagli aggressori. I repository di backup sono stati presi di mira nel 94% degli attacchi e quasi il 70% degli eventi informatici ha visto colpiti almeno alcuni repository.
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Doveroso riconoscere risparmi energia a dipendenti ma vogliamo certezza su erogazione
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
“Abbiamo chiesto in queste settimane con le nostre proposte la necessità di riconoscere aiuti alle lavoratrici e ai lavoratori per il caro energia, a maggior ragione a chi in smart working ha maggiori costi privati a fronte di risparmi generati dalle amministrazioni. Ma vogliamo discutere le modalità di erogazione”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil in merito a quanto previsto dalla circolare del dipartimento della Funzione pubblica la quale invita le amministrazioni a inserire il risparmio energetico tra gli obiettivi della sezione ‘valore pubblico, performance, anticorruzione’ del Piao, il Piano integrato di attività e organizzazione. Come Fp Cgil, aggiunge, “condividiamo la possibilità di redistribuire alle lavoratrici e ai lavoratori i risparmi energetici prodotti dalle amministrazioni pubbliche ma la modalità con la quale verranno erogati non ci convince. Serve una convocazione urgente delle organizzazioni sindacali per garantire che tali risparmi siano distribuiti in maniera certa, efficace e celere, a beneficio totale delle lavoratrici e dei lavoratori”.In queste settimane, osserva la Fp Cgil, “ci siamo mobilitati per rivendicare con forza misure che sostengano le lavoratrici e i lavoratori colpiti dall’impennata inflazionistica ed è urgente dare risposte immediate all’aggravio economico. Per queste ragioni sosteniamo la scelta di redistribuire i risparmi energetici delle amministrazioni ai dipendenti pubblici, come previsto dai contratti, ma perché ciò avvenga velocemente c’è bisogno di individuare una modalità non farraginosa e a beneficio delle lavoratrici e dei lavoratori, possibile solo attraverso il confronto: serve subito una convocazione”, conclude la Fp Cgil. By Giorgio Saccoia
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US Labor Demand Remains Historically High with 1.7 Job Openings for Every Unemployed Person
Posted by fidest press agency su lunedì, 17 ottobre 2022
Although the number of job openings in the United States dropped by more than one million in August, showing the labor market is slowly coming off the boil, the labor demand remains historically high.According to data presented by AugustaFreePress.com, despite the latest job openings drop, there are still 1.7 unfilled positions for every unemployed person in the United States.The US Unemployment Level Dropped by 25% YoY, Job Openings Down by 2% YoYAccording to Statista and Bureau of Labor Statistics data, job openings in the United States fell sharply in August as the labor market began to cool. The number of opened jobs stood at 10.1 million that month, almost a million less than in July.The latest data showed the US unemployment level is also downsizing, with the total number of unemployed persons standing at 5.8 million in September, 210,000 less than a month before. These figures mean there are still more than 1.7 unfilled positions for every unemployed person in the United States. Although still high, that is much less than the ratio seen in the months earlier this year.In March, the US Bureau of Labor Statistics reported 11.86 million job openings and 5.95 million unemployed persons, meaning there were almost two unfilled positions for every unemployed person.By June, the ratio fell to 1.86, with 5.91 million unemployed persons and 11.04 million opened jobs. However, the figure spiked the following month as job openings rose to 11.17 million. In contrast, the number of unemployed persons dropped to 5.67 million, bringing the ratio to 1.97, the second-highest this year. Statistics show the US unemployment level dropped by 25% year-over-year, falling from 7.67 million to 5.8 million. Total job openings were down by 2% in a year, decreasing from 10.4 million to 10.1 million. The unemployment rate stood at 3.5% in September, down from 4.8% in the same month a year ago.Analyzed by states, New York has the highest unemployed rate, 4.7% as of August, down from 6.6% in the same month last year. Illinois ranked in second place with 4.5%, 1.5% less than a year ago. The states of New Mexico and Nevada follow with a 4.4% unemployment rate each. Like the US market, Europe has also seen its unemployment level fall this year. According to Eurostat data, the euro area seasonally-adjusted unemployment rate was 6.6% in August, stable compared with July and down from 7.5 % in August 2021. The number of unemployed persons stood at 12.9 million in August, almost 1.7 million less than in the same month a year ago. Statistics show the Czech Republic had the lowest unemployment rate of all European countries, with just 2.3% in August. Spain, which has an unemployment rate of 12.6%, is on the other side of the EU scale. Greece follows with 11.4%. The full story and statistics can be found here: https://augustafreepress.com/us-labor-demand-remains-historically-high-with-1-7-job-openings-for-every-unemployed-person/
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