La Asl Roma 2 (naturalmente via via come in questo caso in collaborazione con altre asl o strutture), sta mettendo in campo in questi mesi, direi in questi giorni, giorno dopo giorno, numerose iniziative di “apertura” delle strutture pubbliche ai cittadini con iniziative di trasparenza o altro, ma anche e soprattutto di messa a disposizione della sanità più innovativa a tutti i cittadini, attraverso ad esempio l’introduzione della chirurgia robotica più avanzata nei propri ospedali di riferimento. Nell’ottica della promozione e della tutela della salute dei cittadini nel proprio contesto socio-ambientale, sperimentando anche l’offerta di nuovi servizi coerente con l’evolversi della domanda e dei bisogni e con l’innovazione in campo medico. Il CORSO SULLA DIAGNOSI PRECOCE DEL DISTURBO NEUROCOGNITIVO che ha promosso invece per domani, sabato 22 ottobre, e rivolto a 30 medici di base, riguarda invece una patologia in crescente aumento nel nostro Paese e nella nostra Regione, soprattutto tra la popolazione femminile, l’Alzheimer. Il CORSO SULLA DIAGNOSI PRECOCE DEL DISTURBO NEUROCOGNITIVO – che formerà i medici di medicina generale alla somministrazione di un breve test alla paziente e al paziente anziani capace di intercettare prematuramente i disturbi della memoria al fine di indirizzarli tempestivamente alle opportune strutture e cure – è la concreta testimonianza di una possibile efficace collaborazione tra un ospedale che apre le sue porte e il mondo della medicina di base. By Diana Daneluz
Archive for 21 ottobre 2022
Asl Roma Due: Formazione mirata ai medici di base
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
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Urgente una riflessione sul fenomeno della ‘polifarmacia’
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
I progressi della medicina non si registrano solo in base al numero di pillole prescritte. A volte, per il bene del paziente, è necessario fare marcia indietro, sfoltendo la loro ‘polifarmacia’, che significa prendere più di 5-6 medicine al giorno, condizione comune in almeno i due terzi degli anziani, come evidenzia uno studio americano pubblicato su JamaInternal Medicine nel 2016. Certo, l’allungamento della vita porta con sé varie conseguenze, come la comparsa di patologie croniche, che spesso si associano in uno stesso paziente. Avere una ‘regia’ centrale, come quella offerta dal medico internista, mette al riparo i pazienti dai rischi di una ‘polifarmacia’ troppo affollata, dovuta alla ‘collezione’ di tante prescrizioni di farmaci diverse, una per ogni specialista consultato, spesso in conflitto tra loro, tanto da provocare interazioni ed effetti indesiderati, che possono pregiudicare la sicurezza del paziente. “Alcuni studi, condotti nell’ambito del programma REPOSI (REgistroPOliterapie della Società Italiana di Medicina Interna), un network di reparti di medicina interna e geriatria italiani – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna –hanno messo ben in evidenza il fenomeno della polipharmacy e le sue ricadute. A rischio di effetti indesiderati sono soprattutto le persone con una ridotta funzionalità renale, condizione comune tra gli anziani”. “Il lessis more – prosegue Sesti – non vale solo per le medicine, ma anche per i troppi esami, alcuni dei quali (le TAC) ad esempio comportano rischi per la salute legati ad un eccesso di radiazioni. Un articolo del National Cancer Institute pubblicato su JAMA Internal Medicine ha stimato che considerando il numero di TAC effettuato nel 2007 sarebbe lecito attendersi un eccesso di 60 mila casi di cancro e ben 30 mila morti in eccesso. Ora di certo, molti di questi esami potrebbero aver contribuito a salvare delle vite, facendo scoprire ad esempio un tumore in fase precoce. Ma la stragrande maggioranza poteva forse essere evitata. Quindi anche in questo caso la parola d’ordine è ‘appropriatezza’, soprattutto quando un esame a ‘rischio’ viene prescritto ad un paziente giovane”.Deprescribing significa anche rivedere periodicamente insieme al paziente (o ai suoi familiari) tutte le sue prescrizioni per eliminare quelle più a rischio (tipicamente benzodiazepine, antidepressivi, ‘supplementi’ vari, inibitori di pompa protonica, oppiacei, antinfiammatori non steroidei, e altri ancora) o non strettamente utili. “Un esercizio – riflette Sesti – che potrebbe sembrare utopico visto lo scarso tempo a disposizione dei medici, specialisti o non, ma necessario. E d’altronde, l’inerzia prescrittiva, quella che porta a ripetere le prescrizioni anno dopo anno senza una rivalutazione critica, non rappresenta una strategia vincente. Secondo un’analisi recente, 1 ricovero su 11 a carico dei pazienti anziani, può essere ricondotto ad una prescrizione sbagliata o agli effetti indesiderati dei farmaci”. Questo ha portato la Society for Post-acute and Long Term Care americana a lanciare negli Usa la campagna ‘Drive to deprescribe’ (vi hanno aderito finora oltre 4.500 strutture sanitarie americane), mirata ad ottimizzare la prescrizione di farmaci nei pazienti ricoverati in post-acuzie o nelle RSA, particolarmente interessate dal fenomeno della polifarmacia. Obiettivo di massima è ridurre del 25% il numero di prescrizioni entro un anno. Questa società scientifica svolge regolari seminari online con un focus su diversi gruppi di farmaci (il 20 ottobre ne è previsto uno su statine, antipertensivi e aspirina). Altri paladini del movimento deprescribing sono gli esperti statunitensi del National Institute on Aging che nel 2019 hanno lanciato lo US Deprescribing Research Network. Un altro deprescibing network è stato creato in Canada, con offerta di borse di studio e seminari per dibattere l’argomento. E intanto su Pubmed, il numero delle pubblicazioni sul deprescribing aumenta di anno in anno. Insomma l’epoca del ‘lessis more’ è iniziata. (abstract. fonte Web http://www.simi.it, Web http://www.aristea.com)
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Terapia dell’obesità
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
L’obesità e le malattie correlate (in particolare il diabete di tipo 2), sono al centro di una vera e propria pandemia, che ha risvolti umani, clinici e socio-economici enormi. È dunque imperativo trovare soluzioni terapeutiche. E i primi importanti risultati concreti di questo sforzo di ricerca planetario si stanno cominciando a vedere, con le terapie già approdate alla pratica clinica e quelle di prossimo arrivo.La carica dei nuovi farmaci contro l’obesità: ecco i farmaci di oggi e di domani che potrebbero relegare la chirurgia ai soli casi gravi. La farmacoterapia è un pilastro nella lotta all’obesità e alle sue complicanze. Quello che stiamo vivendo è un momento magico e molto particolare nella storia del trattamento dell’obesità perché finalmente sono a disposizione farmaci molto efficaci, con un profilo di sicurezza ottimo e in grado di proteggere contro gli eventi cardiovascolari, dalla steatosi epatica, dall’infertilità, e altri ancora.“ Si tratta insomma di risultati che cominciano a rosicchiare il campo della chirurgia bariatrica. “Su un altro fronte – prosegue il professor Sbraccia – il trial SURMOUNT-1 sulla tirzepatide (un doppio analogo GLP-1/GIP o dual agonist) a somministrazione settimanale ha mostrato dati di estremo interesse, con una metà dei pazienti trattati che superano il 25% di calo ponderale”. Insomma, abbiamo di fronte prospettive notevoli nel campo della terapia dell’obesità. Questi farmaci sono tutti ‘costruiti’ intorno all’azione di una serie di ormoni gastrointestinali che agiscono sia sull’apparato gastro-intestinale, che a livello centrale, nella regolazione del bilancio energetico. “Più in là – anticipa il professor Sbraccia – avremo anche i poli-agonisti e i tripli-agonisti (attivi sui recettori di GLP-1, GIP e glucagone). E comunque già oggi la terapia dell’obesità ha rotto il muro del suono, consentendo di superare soglie ritenute impensabili un tempo”. E quindi per i pazienti con obesità il futuro sarà migliore. Ma non mancano i problemi. Questi farmaci hanno un costo non indifferente e attualmente sono a carico del paziente. “Questo – sostiene il professor Sbraccia – nel nostro sistema universalistico, introduce un problema di equità. Se poi i trial di outcome cardiovascolare, dimostrassero un’efficacia di queste terapie nelle popolazioni a rischio (chi ha già avuto un infarto o un ictus, ad esempio) certamente questo sarebbe un’altra freccia all’arco del trattamento con questi farmaci. Certo la rimborsabilità, in un sistema che deve essere sostenibile, potrebbe non essere semplice da ottenere, ma magari a fronte di questi risultati una fetta di popolazione potrebbe ottenerla”.In pipeline inoltre è in sviluppo per l’obesità la semaglutide orale, attualmente disponibile per i soggetti con diabete. “Ritengo però che queste terapie orali – prosegue Sbraccia – andrebbero riservate ad una nicchia di pazienti, gli adolescenti quelli con il terrore dell’ago (anche se questi che si usano sono sottili come capelli). Fare una piccola iniezione a settimana, certi della biodisponibilità del farmaco somministrato per questa via, sembra ancora la via migliore”.L’obesità parte (anche) dalla testa: dal ‘bernoccolo del goloso’, ai circuiti della ‘dipendenza da cibo’, cosa ci sta insegnando la fisiologia. E l’Italia primeggia in queste ricerche. La ‘radice’ cerebrale del sovrappeso non è la stessa in tutte le persone e la comprensione della sua diversità e complessità rappresenta l’obiettivo fondamentale della ricerca futura verso la personalizzazione della prevenzione e cura dell’obesità. Nell’ultimo periodo, invece, si stanno cominciando a prendere in esame sottogruppi di pazienti con obesità e si sta cominciando a capire che i meccanismi, le cause, ma anche quello che sollecita l’appetito, variano molto da un individuo all’altro. “Un filone di ricerca – rivela la dottoressa Iozzo – sta prendendo in esame l’associazione tra struttura e funzioni del cervello delle persone con obesità e l’influenza della genetica. Questi studi per ora sono fisiologia pura, ma in quello che sta emergendo c’è già in embrione la possibilità di un trattamento basato su queste scoperte. “Già oggi – afferma la dottoressa Iozzo – possiamo proporre alcuni interventi, in grado di migliorare la funzione del cervello e in parte anche la sua struttura, e questi sono: la perdita di peso, il tipo di dieta e l’esercizio fisico. La somministrazione di insulina direttamente nel cervello è un’altra terapia al vaglio, essendo l’insulina un ormone che inibisce l’appetito. Ma l’approccio più promettente, anche perché più ‘naturale’ è lo studio del microbiota intestinale, che differisce da una persona all’altra.”. Ancona – i tessuti adiposi (sia il cosiddetto grasso ‘bianco’, che quello ‘bruno’) formano un vero e proprio organo: il cosiddetto ‘organo adiposo endocrino’. E quest’organo negli obesi è patologico perché l’ipertrofia (aumento di volume) delle cellule adipose, che cercano in questo modo di immagazzinare quanta più energia possibile, induce la comparsa di un’infiammazione cronica di basso grado. Questa infiammazione è causata dalla morte di questi adipociti ipertrofici, che in questo modo lasciano tanti ‘detriti’ che devono essere riassorbiti dall’organismo. Deputati a questa sorta di ‘waste management’ sono i macrofagi, cellule infiammatorie specializzate nella ‘rimozione dei detriti’, che però nello svolgimento del loro lavoro, producono anche sostanze che vanno ad interferire con il recettore dell’insulina. E questo porta ad una ridotta funzionalità dell’insulina stessa (‘resistenza’ insulinica). In un primo tempo il pancreas cerca di compensare producendo più insulina, ma poi esaurisce la sua funzione; e il crollo dei livelli di insulina conseguente è alla base della comparsa del diabete di tipo 2”. Ma c’è dell’altro. “Le cellule del grasso viscerale (quella della ‘pancia’) – afferma il professor Cinti – muoiono prima di quelle del sottocutaneo; ecco perché l’accumulo di grasso a livello viscerale, più tipico dei maschi (le donne tendono ad accumulare grasso soprattutto a livello sottocutaneo) risulta più pericoloso da un punto di vista metabolico e può facilitare la comparsa di diabete di tipo 2”. Il tessuto adiposo bianco (WAT) e quello bruno (BAT) hanno compiti molto diversi; il primo, immagazzina energia (sotto forma di trigliceridi) da ridistribuire poi all’organismo (come acidi grassi liberi) negli intervalli tra i pasti; il grasso bruno invece immagazzina i trigliceridi in un modo particolare, così da poterli rilasciare in maniera rapida e massiva per una particolare funzione dei mitocondri, che è quella di utilizzare l’energia per generare calore (termogenesi). Le due tipologie di tessuto adiposo hanno una buona capacità di adattamento e, a seconda delle esigenze, possono ‘trasformarsi’ uno nell’altro; così ad esempio, in seguito all’esposizione cronica al freddo, il tessuto adiposo bianco si converte in bruno (‘browning’), mentre in risposta ad un apporto eccessivo e cronico di energia (obesità), il tessuto bruno si trasforma in bianco (‘whitening’). “Diversi studi su modello animale (il topo) – conclude il professor Cinti – hanno dimostrato che la dispersione dell’energia, operata dal tessuto adiposo bruno, può essere sfruttata per trattare obesità e diabete 2 nel topo. Cominciano ad accumularsi evidenze che l’imbrunimento del tessuto adiposo bianco potrebbe avere effetti favorevoli anche nell’uomo e dunque rappresentare un futuro target terapeutico per il trattamento dell’obesità”. Un recente lavoro del gruppo del professor Cinti ha evidenziato come l’importanza dell’infiammazione del grasso viscerale negli obesi possa giocare un ruolo patogenetico nel COVID-19. (abstract. fonte Web http://www.simi.it, Web http://www.aristea.com)
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Diabete: Le cellule che curano
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
“Quest’anno – commenta il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna – la SIMI ha voluto introdurre tra i temi del proprio Congresso annuale un argomento di ricerca di frontiera ovvero quello delle terapie cellulari nel campo delle patologie cardio-metaboliche. Si tratta di studi sperimentali che non hanno attualmente un’applicazione clinica ma che sono destinati a diventare una terapia del prossimo futuro. Quello che ci rende particolarmente contenti è il fatto che alcuni dei migliori centri di ricerca delle terapie cellulari si trovano in Italia e gli studiosi invitati al 123° Congresso della SIMI faranno il punto sull’attuale stato di avanzamento delle ricerche e sulle prospettive di applicazione clinica nel prossimo futuro”.Il campo delle terapie cellulari per il trattamento del diabete di tipo 1 è in rapida evoluzione e una nuova entusiasmante era è già iniziata. La speranza è di poter disporre a breve di fonti illimitate di cellule produttrici di insulina, alternative a quelle dei donatori, utilizzate da tempo per i trapianti. “Le migliori candidate per la produzione di cellule beta – ricorda il Professor Lorenzo Piemonti, direttore del DiabetesResearch Institute del San Raffaele di Milano e uno dei maggior esperti mondiali sull’argomento – sono al momento le cellule staminali umane pluripotenti, che hanno un potenziale illimitato di divisione e differenziazione. Diversi laboratori hanno sviluppato protocolli per la differenziazione delle cellule pluripotenti in cellule beta e un grande sforzo negli ultimi anni si è concentrato sullo sviluppo di prodotti cellulari con un buon profilo di sicurezza (capacità di non generare tumori) che ne consenta l’applicazione clinica”. Attualmente sono registrati 6 studi clinici che utilizzano cellule staminali pluripotenti umane per la terapia del diabete di tipo 1 e i primi pazienti nei quali sono state impiantate hanno presentato un evidente beneficio clinico. Oltre alle cellule beta da donatore, oggi si dispone di diverse fonti alternative. Le tre grandi categorie sono: cellule staminali pluripotenti, cellule provenienti da maiali transgeniche e la cosiddetta ‘complementazione della blastocisti’, in pratica la creazione di un animale ‘chimera’ nel quale viene fatto sviluppare un organo umano, da utilizzare in seguito per il trapianto.“Le cellule produttrici di insulina del maiale – commenta il professor Piemonti– sono molto interessanti perché questa insulina differisce da quella umana per un solo aminoacido; in passato peraltro veniva usata in terapia, prima che arrivasse quella umana”. Naturalmente le reazioni di rigetto contro questi tessuti di origine animale sono un problema e non facili da tenere sotto controllo; per questo sono allo studio attività di modificazione genetica degli animali per poter ottenere cellule ‘invisibili’ al nostro sistema immunitario.“Le cellule staminali pluripotenti –prosegue Piemonti – sono al momento le migliori per la terapia del diabete. Due le fonti principali ideali per caratteristiche di qualità e quantità: a) quelle che derivanti dall’embrione b) le cellule ‘riprogrammate’, frutto di una grande scoperta che ha valso a Yamanaka il premio Nobel”. Tornando dal mondo delle possibilità future alla realtà attuale, al momento sono registrati nel mondo 6 studi clinici sulle staminali pluripotenti umane (Usa e Canada) e un solo studio in Europa, registrato da un consorzio del quale fanno parte Francia, Belgio, Olanda, Svizzera ed Italia. Nel 2018 è stato impiantato con cellule progenitrici ottenute da staminali pluripotenti il primo paziente in Europa (nel 2014 negli Usa). Abbiamo dunque ‘imparato’ a produrre cellule produttrici di insulina in laboratorio e quindi in futuro potremmo non aver più bisogno di ricorrere ai donatori d’organo; da questi trial preliminari inoltre sono state ottenute le prove di principio che queste cellule sono in grado di funzionare al punto da rendere il soggetto insulino-indipendente. “La scommessa di oggi – conclude il professor Piemonti– è di poterle utilizzare senza gli immunosoppressori. A questo riguardo si stanno esplorando alcune strade: 1) mettere le cellule all’interno di un ‘contenitore’ che le isoli e le protegga dall’attacco del sistema immunitario; 2) modificarle geneticamente, rendendole invisibili al sistema immunitario (silenziando alcuni geni e inserendone altri che le rendono invisibili al sistema immunitario); 3) creare linee di cellule staminali pluripotenti da soggetti che siano come HLA identici (è come trovare nel mondo un donatore completamente compatibile) e creare una ‘banca’ di queste linee per le principali categorie di HLA”. Ma quest’ultimo punto è per ora solo wishful thinking. Un altro importante e tanto atteso capitolo della rigenerazione cellulare è quello che potrebbe portare ad una terapia cellulare per i tanti cuori ‘stanchi’ che popolano il pianeta. Allo stato attuale, le terapie cellulari cardiache, in particolare quelle arrivate alla fase della sperimentazione clinica (cellule mononucleate del midollo, progenitori endoteliali, cellule staminali mesenchimali e progenitori cardiaci adulti) sono da considerarsi ‘una scatola nera all’interno di una scatola nera’. (abstract. fonte Web http://www.simi.it, Web http://www.aristea.com)
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La SIMI premia le eccellenze della ricerca italiana
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
I quattro progetti vincitori dell’edizione 2022 andranno a indagare il ruolo del fegato nell’immuno-metabolismo in corso di sepsi, i meccanismi alla base delle malattie cardiovascolari nei soggetti con diabete di tipo 2, come trattare al meglio il danno renale acuto che può comparire nei pazienti con cirrosi epatica. L’ultimo progetto infine prevede un trattamento sperimentale con staminali da cordone ombelicale nei pazienti con malattia interstiziale polmonare in corso di sclerodermia La Società Italiana di Medicina Interna ha annunciato i vincitori della prima edizione del Premio ‘Giovani ricercatori’ che supporta l’eccellenza della ricerca italiana under 40 nel campo della medicina interna. I grant della prima edizione del premio, ognuno del valore di 25 mila euro, sono andati a Teresa Vanessa Fiorentino (professore associato di Medicina Interna, Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, 1983), Devis Benfaremo (ricercatore in Medicina Interna, Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari, Università Politecnica delle Marche, Ancona, 1987), Salvatore Silvio Piano (ricercatore di Medicina Interna, Università Azienda Ospedaliera di Padova, 1983) e a Rosanna Villani, ricercatore in Medicina Interna, Università di Foggia (1984).“La SIMI – commenta il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna – è particolarmente orgogliosa di avere avuto l’opportunità di finanziare con un bando competitivo quattro progetti di ricerca nel campo della medicina interna, presentati da quattro ricercatori under 40. Abbiamo avuto un numero di proposte di ricerca di notevole livello scientifico che eccedeva quello delle risorse disponibili. Questo fatto sottolinea come la ricerca italiana nel campo della medicina interna abbia raggiunto livelli di eccellenza internazionale che meritano di avere in massimo supporto finanziario possibile. La SIMI si impegnerà nei prossimi anni a trovare altre risorse per continuare a finanziare le ricerche dei giovani Internisti ma è anche indispensabile che accanto ai finanziamenti privati si affianchino quelli pubblici per evitare la fuga all’estero di questi ‘cervelli’ che costituiscono un patrimonio nazionale”. (abstract. fonte Web http://www.simi.it, Web http://www.aristea.com)
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31 Antenne sul territorio per conoscere l’Europa
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Lunedì 24 ottobre 2022 alle 14, presso l’Auditorium della Città metropolitana di Torino (corso Inghilterra 7, Torino) si terrà un incontro dedicato all’Iniziativa “L’Europa In Comune. Per il rafforzamento della dimensione europea dei territori” promossa dalla Città metropolitana di Torino con il suo Europe Direct Torino. L’obiettivo è facilitare l’accesso all’informazione a livello locale e contribuire ad aumentare la visibilità dell’attività comunitaria a livello territoriale, coinvolgendo i Comuni per avvicinare l’Europa ai cittadini, allestendo spazi informativi sul territorio e la messa a disposizione di competenze, strumenti e servizi utili per favorire una maggiore diffusione della dimensione europea nello sviluppo delle attività e dell’economia dei territori. I Comuni aderenti all’iniziativa si fanno Antenna Europa sul territorio in stretto collegamento con Europe Direct Torino. Negli anni passati molti Comuni avevano già compreso e colto l’opportunità di farsi Antenne: Alpignano, Carmagnola, Ciriè, Condove, Giaveno, Grugliasco, Moncalieri, Rivoli, Rivalta, Settimo Torinese, San Mauro Torinese, Trofarello, Venaria Reale, Leini, Umavs Unione Montana Alta Valle Di Susa. L’incontro presso la sede della Città metropolitana sarà l’occasione per rinnovare la firma del protocollo e per dare il benvenuto alle nuove Antenne: Bollengo, Brusasco, Burolo, Castiglione Torinese, Carema, Caluso, Cavour, Chiesanuova, Foglizzo, Lanzo Torinese, Lauriano, Lombardore, Montanaro, Montaldo Torinese, Sant’Ambrogio e Gal Valli Del Canavese.
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Stato di salute delle banche italiane
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
In questi ultimi mesi sono continuate numerose fusioni tra istituti di credito nel sistema bancario italiano, in particolare quelli più piccoli, che hanno dato vita a nuove entità di dimensioni maggiori. Di recente la Banca centrale europea ha sollecitato le banche europee a limitare lo stacco di dividendi e la corresponsione di bonus. Il monito della Bce parte dalla considerazione che la guerra in Ucraina porrebbe portare a uno shock macroeconomico e, per farvi fronte, le banche devono essere in più possibile in salute e ben patrimonializzate.Per valutare qual è stato l’impatto dei primi mesi del conflitto sui bilanci delle banche italiane, e come si presentano equipaggiate di fronte alle inevitabili difficoltà che ci aspettano nei prossimi mesi, Altroconsumo ha svolto un’indagine prendendo in considerazione gli ultimi risultati disponibili a fine settembre, liberamente consultabili sul sito delle banche medesime. Molte, oltre al bilancio del 2021, hanno già pubblicato anche i dati semestrali e questo ha permesso di valutare se il conflitto ha inciso in modo significativo sui bilanci delle banche italiane. Dall’indagine emerge che, per il momento, molti istituti di credito italiano si siano comportati con prudenza e abbiano usato i mesi passati per rafforzare la propria solidità in vista delle prossime sfide future.In sintesi, il dato che emerge con maggior chiarezza è l’aumento del numero di banche nella fascia alta della classifica, quelle a 5 stelle, che passano da 63 a 89, mentre quelle a 4 stelle sono rimaste più o meno invariate, è diminuito molto il numero delle banche a 3, 2 e 1 stella. Si deve segnalare comunque che in seguito a numerose fusioni e acquisizioni, il campione delle banche analizzate è diminuito rispetto alla precedente rilevazione, pur mantenendosi di poco sopra le 250.
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Scuola: Rinnovo del contratto, si continua a perdere tempo
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Prosegue la trattativa all’Aran per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale del personale del comparto Istruzione, Università e Ricerca degli anni 2019-2021. Stamane l’incontro si è incentrato sulla parte comune del CCNL riguardante il rapporto di lavoro: ferie, malattie, congedi e permessi. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ha detto: “così non va bene, con l’inflazione al 10% stiamo perdendo solo tempo”. Secondo il leader del giovane sindacato “va certamente apprezzato il tentativo di snellimento che sta portando avanti l’amministrazione, ma nei contenuti abbiamo posto diversi rilievi perché il contratto proposto dall’amministrazione è palesemente peggiorativo rispetto a quello vigente. Tuttavia, la nostra idea rimane quella del “contratto ponte”: aumenti e arretrati da approvare subito, il resto si discuterà in occasione del prossimo rinnovo contrattuale 2022/24”. Proseguono gli incontri all’Aran per il rinnovo del contratto degli impiegati pubblici: oggi si è svolta una riunione, appena terminata, durante la quale Anief ha posto le sue posizioni sugli istituti relativi alla parte generale sul rapporto di lavoro. Il confronto fra le varie tematiche si è confermato tutt’altro che semplice e anche per questo motivo procede non sempre serenamente. Il presidente Anief, Marcello Pacifico, ha ribadito che “non bisogna perdere altro tempo: chiediamo al governo in via di formazione che nella nuova Legge di Bilancio trovi le risorse necessarie innanzitutto per adeguare l’indennità di vacanza contrattuale. Abbiamo stimato che ci vogliono 6 miliardi per aggiornare questa indennità, che dovrebbe portare un aumento da gennaio 2023 del 4%, quindi di altri 70-80 euro nelle more del nuovo contratto 2022-24”. Nel frattempo, ha aggiunto il sindacalista autonomo, “gli stipendi degli insegnanti e del personale scolastico sono scivolati in basso, diventando tra quelli più bassi d’Europa e d’Italia: non possiamo pensare di aumentarli con gli artifizi come la riduzione del cuneo fiscale: servono risorse aggiuntive importanti e aumenti veri. Per questo, al nuovo governo chiediamo di garantire i 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% così da permettere l’indicizzazione IPCA”
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Preistoria? Storie dall’Antropocene
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Roma mercoledì 26 ottobre 2022 ore 11.00 – 11.30 Palazzo delle Arti e delle Tradizioni Popolari Piazza Guglielmo Marconi 8, ore 11.45 – 13.00 Palazzo delle Scienze (secondo piano) Piazza Guglielmo Marconi 14. Nel contesto del nuovo allestimento delle collezioni preistoriche del Museo delle Civiltà, Preistoria? Storie dall’Antropocene delinea un itinerario che si interroga sulla definizione stessa di “preistoria”, una “storia” composta da testimonianze materiali che ci restituiscono nel loro insieme molteplici sistemi di pensiero, invenzioni culturali, organizzazioni economiche, politiche e sociali. La selezione di oggetti esposti – tra cui il cranio neandertaliano Guattari 1 del Circeo, le tre “Veneri” dei siti di Savignano, Lago Trasimeno e La Marmotta, e le piroghe recuperate dal fondo del lago di Bracciano insieme a centinaia di reperti provenienti dal villaggio neolitico de La Marmotta e la Fibula co-abitano per millenni la Terra con tutte le altre specie viventi. La sezione si conclude con il primo capitolo di una ominazione immaginifica, disegnata dall’artista e graphic designer Goda Budvytytė e dalla studiosa di nanotecnologie Laura Tripaldi per immaginare possibili sviluppi dell’evoluzione e renderci creatori consapevoli e responsabili delle sue nuove storie. Nella sezione saranno inoltre presenti gli interventi di due artisti contemporanei: l’artista libanese Ali Cherri, recente vincitore del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia di cui il Museo delle Civiltà introduce in collezione il film The Digger, e l’artista e antropologa Elizabeth A. Povinelli membro del collettivo indigeno australiano Karrabing Film & Art Collective, la quale interverrà sulle pareti del percorso espositivo riflettendo sul concetto di “preistoria”, re-interpretato come “sedimentazione” continua.
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Orientamento professionale: torna l’iniziativa gratuita di Gi Group Holding
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Dal 24 ottobre torna Destination Work, l’appuntamento digitale e gratuito con il mondo del lavoro della prima multinazionale italiana del lavoro, che quest’anno vedrà il coinvolgimento di tutti i brand del Gruppo.Aprire le porte a un’intera popolazione di lavoratori e candidati per offrire stimoli, strumenti e opportunità di confronto sul mondo del lavoro grazie a webinar e contenuti di approfondimento. Non solo. I partecipanti avranno l’opportunità di fissare sessioni one to one con un esperto HR di Gi Group Holding per una consulenza personalizzata in ambito lavorativo.10 gli appuntamenti in programma che spaziano da consigli e spunti per muovere i primi passi nel mondo del lavoro, a scenari evolutivi e opportunità offerte dal mercato, fino a veri e propri momenti di approfondimento e formazione che interessano le diverse fasi di una carriera. Durante tutto l’arco della settimana, sarà inoltre possibile accedere all’area Career Corner, ovvero uno spazio dove prenotare sessioni di orientamento one to one per ricevere una consulenza personalizzata sul proprio percorso professionale con gli esperti HR di Gi Group Holding. Le oltre 200 sessioni disponibili sono frutto del tempo e delle competenze donate, in forma volontaria, dai dipendenti che hanno aderito al progetto. Al fianco di Gi Group Holding come partner in questa edizione: Valore D, Futureberry, Skuola.net, EA7 Emporio Armani Olimpia Milano, VR46 Riders Academy e 511 Racing Sport.
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Agricoltura biologica
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Lo stanziamento di 24 milioni per l’agricoltura biologica annunciato dal sottosegretario Battistoni è destinato a rafforzare le filiere sostenibili e fa sperare che il nuovo esecutivo sappia raccogliere il testimone dal governo Draghi accelerando la transizione ecologica – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. I nuovi fondi per il biologico sono uno degli ultimi atti del governo uscente, un provvedimento dalla valenza anche simbolica per il prossimo titolare del Mipaaf in vista del passaggio di consegne. Il futuro ministro delle Politiche agricole dovrà infatti mettersi al lavoro in tempi rapidi per portare avanti i molti dossier rimasti aperti. I governi che si sono avvicendati durante la crisi sanitaria lasciano in eredità alcuni progressi sul fronte della sostenibilità, anche se le misure sono arrivate quasi sempre in ritardo e non sono di per sé sufficienti a imprimere la svolta di cui c’è bisogno – continua Tiso. All’approvazione della legge nazionale sul biologico fa da contraltare un Piano strategico nazionale sulla Pac poco ambizioso, che non ha tenuto nel dovuto conto le critiche sollevate sulla prima bozza.Altri lasciti positivi sono le battaglie in sede europea contro l’etichetta alimentare a semaforo, il cosiddetto Nutriscore, e la difesa dei nostri marchi da forme di concorrenza sleale come l’Italian Sounding. Il nuovo ministro delle Politiche agricole non partirà quindi da zero, ma dovrà mostrarsi capace di imporre un cambio di passo per portare a compimento le riforme avviate dai suoi predecessori.
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Crescente insoddisfazione degli agricoltori per le condizioni di lavoro
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
E si aggiungono i ristretti margini di guadagno. E’ in stridente contrasto con il ruolo sempre più centrale ricoperto dal primo settore – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. I risultati del XII Rapporto “Gli Italiani e l’agricoltura” mostrano con chiarezza che i meriti dei coltivatori non sono riconosciuti dal sistema economico, ma in compenso vengono ben percepiti e compresi dagli italiani. Il 60% degli agricoltori considera peggiorata la propria condizione rispetto all’anno precedente, mentre nel 2021 la pensava in questo modo il 52% di loro – continua Tiso. La crisi economica sta colpendo tutto il sistema produttivo, ma in un periodo di grande difficoltà lo scontento diffuso in un settore strategico come quello agricolo deve far suonare un campanello d’allarme. Tra i dati positivi va invece sottolineato che un italiano su tre (33%) consiglierebbe ai propri figli di fare gli agricoltori. C’è un crescente divario tra la funzione che gli agricoltori svolgono all’interno del sistema Paese, con le sue molteplici ricadute in termini sociali e ambientali, e lo spazio loro riservato all’interno dell’agenda politica. Le richieste del primo settore devono diventare una priorità del nuovo esecutivo per colmare questo gap e promuovere una crescita equilibrata.
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Settima edizione del ‘Patient Advocacy Network’
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Roma. Le Associazioni di pazienti e cittadini, in virtù del loro ruolo di rappresentanza, dovrebbero concorrere in maniera strutturata alla costruzione delle politiche sanitarie sia a livello nazionale sia regionale. In Europa, sono già attivi modelli di partecipazione istituzionale delle Associazioni di pazienti e le iniziative che vanno in questa direzione si stanno moltiplicando. Le Associazioni di pazienti chiedono di svolgere un ruolo attivo nei processi decisionali che possono portare a risultati significativi nell’assistenza e nella cura. Oggi però, in Italia, sono ancora escluse dai tavoli decisionali, a differenza di quanto sta avvenendo in altri Paesi europei. Le Associazioni di pazienti, sono sempre più realtà in grado di concorrere alla costruzione e allo sviluppo di alcune delle più importanti politiche sanitarie. Ed è proprio nella direzione di creare una sanità partecipata che oggi e domani, a Roma, si svolge la settima edizione del ‘Patient Advocacy Network’, un’iniziativa formativa rivolta alle Associazioni di Pazienti e organizzata dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) – Facoltà di Economia dell’Università Cattolica nel campus di Roma, con il supporto incondizionato di AstraZeneca. A dimostrazione della rilevanza del ruolo dell’advocacy, partecipano all’evento circa 25 Associazioni che rappresentano pazienti con patologie croniche, oncologiche ed ematologiche, tra cui aBRCAdaBRA Onlus, ACTO Onlus, AISM, ANMAR (Associazione Nazionale Malati Reumatici), APIC (Associazione Italiana Pazienti di Colangiocarcinoma), Associazione Italiana Pazienti BPCO, Associazione Malati di Reni, Associazione Palinuro, Codice Viola, EpaC Lazio, Europa Donna ed Europa Uomo, FAND (Associazione Italiana Diabetici), FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni in Oncologia), FederDiabete Lazio, Fondazione Italiana del Rene, Fondazione Italiana per il Cuore, Gruppo LES Italiano ODV, La Lampada di Aladino, Loto Onlus, Pagaie Rosa, Respiriamo Insieme, Walce Onlus.L’iniziativa nasce con l’obiettivo di coinvolgere le Associazioni di pazienti, attive in diverse aree, per promuovere la formazione e il confronto su temi strategici nell’agenda sanitaria del nostro Paese, contribuendo a rafforzare il loro ruolo di advocacy nei confronti di Istituzioni e decisori.
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Adeguare stipendi dei medici al resto d’Europa
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
“Siamo il terzultimo Paese in Europa sul fronte delle remunerazioni dei medici, davanti solo a Portogallo e Grecia. La Spagna, quartultimo Paese della classifica, offre ai propri professionisti ben 35.000 euro lordi in più all’anno. E’ necessario che l’Italia si adegui agli stipendi del resto d’Europa”. È questo l’appello lanciato da Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, nel corso del congresso ‘La sanità europea del futuro’ svoltosi a Bruxelles. “E’ chiaro- ha spiegato Magi- che molti giovani medici italiani decidano di andare all’estero: hanno offerte economicamente più allettanti e contratti stabili che gli consentono di crearsi una famiglia. Un medico inizia a lavorare intorno ai 30 anni, dopo 11 anni di formazione- ha ricordato il presidente Omceo Roma- e nel nostro Paese, oltre a remunerazioni basse, gli vengono offerti contratti a tempo determinato, ossia precariato. Andando avanti così la fuga verso gli altri paesi è inevitabile e andrà ad aumentare la carenza, già grande, di specialisti. E’ necessario dunque intervenire per dare serenità ai nostri giovani e farli restare nel nostro Paese”. Sul fronte della riorganizzazione, Magi ha poi messo in evidenza l’importanza di uniformare l’assistenza sanitaria. “E’ necessario creare delle regole, un Codice deontologico per i medici, che sia uguale in tutta Europa e, allo stesso tempo, offrire un’assistenza sanitaria il più equa possibile in tutti i paesi in modo da consentire la libera circolazione dei pazienti”. Al Codice deontologico il presidente Omceo Roma ha dedicato una relazione specifica nel corso della seconda giornata di Congresso evidenziando come si tratti di un progetto a cui si sta lavorando dal 2005 e che ha visto delle tappe importanti nel 2015 e nel 2018 con gli Stati generali della sanità. “Oggi- ha concluso Magi- la Comunità europea sta discutendo per arrivare a delle linee guida comuni a tutti i medici europei cercando di superare le differenze che possono esistere tra i paesi sia dal punto di vista delle regolamentazioni, sia da quello etico e bioetico”.
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“Capitale criminale. Gialli e misteri della città eterna”
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Roma. Di Francesco Sala (Collana L’Erudita, Edizioni Giulio Perrone Editore) racconta i principali fatti di sangue della Capitale degli ultimi decenni: il delitto Pasolini, il mostro del Circeo, il rapimento Grazioli, il clan dei Marsigliesi e la nascita, ascesa e declino della Banda della Magliana. Trame di potere che si intrecciano a disegni di malavita, gialli risolti e irrisolti, fatti inspiegabili o radicati nell’odio ideologico; storie che si intrecciano con la Storia e con la società che la vive e subisce.L’opera letteraria sarà presentata sabato 22 ottobre ore 18 presso il Teatro di Villa Lazzaroni a Roma. Assieme a Francesco Sala, interverranno anche Antonio Del Greco, scrittore, direttore operativo della Italpol e già dirigente della Omicidi di Roma; Antonella Colonna Vilasi, responsabile dell’Università Centro Studi sull’Intelligence – UNI; Antonio De Bonis, per trent’anni al servizio del R.o.s. (Raggruppamento Operativo Speciale) dei Carabinieri, occupandosi di contrasto alla criminalità organizzata di tipo mafioso nazionale e internazionale. Modera Gabriele Ziantoni, direttore artistico della radio New Sound Level fm.90,00.Roma caput mundi, Roma eterna, Roma capitale, Roma criminale. Una Roma macchiata dalla corruzione e dal sangue. Leggiamo e tremiamo davanti la realtà di questa dura cronaca nera che macchia di rosso le pagine di storia d’Italia. Riportando le puntate del podcast Capitale Criminale e attraverso interviste e testimonianze, viene dipinto il quadro più brutto di questo museo a cielo aperto: dal brutale omicidio di Pasolini al rapimento di Aldo Moro, dalle lotte contro la mafia di Falcone e Borsellino ai delitti della Banda della Magliana. Il massacro del Circeo è ogni volta un pugno allo stomaco ed è in grado di far crollare tutte le convenzioni e le percezioni del perbenismo borghese. Capitale Criminale non è un libro che distoglie lo sguardo dalla realtà, è piuttosto la denuncia sociale di una Roma stuprata dalla malavita e dai segreti di uno Stato che non lascia né vinti né vincitori, né condanne né assoluzioni, ma solo vittime che non devono essere dimenticate.
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Gold medal Ecovadis a C.O.I.M. Spa
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
La multinazionale italiana che produce specialità chimiche dal 1962 e che opera in tutto il mondo attraverso diciannove società produttive e commerciali, è stata recentemente insignita della gold medal Ecovadis, posizionandosi nel primo 5% delle circa 90.000 aziende valutate globalmente dalla piattaforma di riferimento per le prestazioni di sostenibilità.La valutazione di Ecovadis tiene conto di ventuno criteri in quattro principali aree: etica, ambiente, acquisti sostenibili, diritti umani e pratiche lavorative. “Sebbene la legislazione europea sia più esigente riguardo all’implementazione di metodi di valutazione della sostenibilità, prevediamo di sottoporre alla verifica Ecovadis anche gli altri stabilimenti di COIM nel mondo, partendo dagli Stati Uniti.” afferma l’Ing. Giuseppe Librandi, Presidente e CEO di COIM. “L’impegno di COIM verso la sostenibilità va oltre ai processi di certificazione e include le attività di ricerca e sviluppo, grazie alle quali oggi disponiamo di un ampio portafoglio di soluzioni da fonti riciclate e rinnovabili, prodotti compostabili e low VOC; la riduzione delle emissioni di CO2 lungo tutta la filiera e l’incremento delle competenze e del benessere delle oltre 1.200 persone che rendono possibile il successo di COIM nel mondo.
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Necessario un confronto tra il nuovo governo e operatori sanitari
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Roma “In campagna elettorale di sanità si è parlato ma si è parlato meno di quanto ci aspettavamo. Un motivo c’è: siamo in una tempesta perfetta, questa è la realtà storica che stiamo vivendo, un momento dopo la pandemia di situazione drammatica del Paese, sia a livello economico che strutturale. C’è una guerra in atto, è un momento in cui c’è ancora una pandemia in atto. Stiamo vedendo luce in fondo al tunnel ma ci siamo ancora dentro. È chiaro che in un momento del genere, chi si appresta a governare ha sicuramente gravi difficoltà”. Lo ha detto il segretario generale del Sumai Assoprof, Antonio Magi, durante i lavori della Tavola Rotonda ‘Decreto 77: il ruolo della specialistica ambulatoriale convenzionata interna’, organizzata a Roma in occasione del 54° Congresso nazionale del Sumai Assoprof, dal titolo ‘Pnrr, Missione 6, specialista dove sei?’.”L’altra tempesta perfetta- ha proseguito- è legata all’anzianità del personale sanitario, al fatto che negli anni passati non si è potuto fare un turnover adeguato, sia per quanto riguarda l’attività ospedaliera, cercando di coprire le uscite per pensionamenti con le entrate, sia per quanto riguarda la parte convenzionata”.”Per noi specialisti ambulatoriali le ore che si liberavano non sono sempre state ricoperte. Abbiamo carenze di medici di medicina generale- ha poi aggiunto- un fatto legato alla politica del personale che non è stata fatta, a un non adeguamento di quella che è la situazione rispetto a quella degli altri Paesi europei. Purtroppo, infatti, stiamo vedendo che ci sono colleghi, e parlo di specialisti, che preferiscono non lavorare nel Servizio sanitario nazionale ma scelgono di andare o nel privato o all’estero, perchè il Ssn è poco attrattivo”.”Noi- sottolinea Magi- siamo infatti il terzultimo Paese come remunerazioni dei medici, mentre il quartultimo che è la Spagna ha 35mila euro lordi in più rispetto a quello dell’Italia. Una condizione del genere fa scegliere ai giovani medici di scegliere altro. Abbiamo problemi strutturali legati alle liste d’attesa. I cittadini, non trovando quelle risposte nelle Asl, sono costretti ad andare nel Pronto Soccorso, creando una difficile condizione. È davvero una tempesta perfetta. Spero- conclude Magi, ringraziando il Ssn per il ruolo svolto in pandemia- che il nuovo governo si confronti con gli operatori per risolvere insieme il problema. Dobbiamo fare un patto, un’alleanza, tra esecutivo e operatori sanitari per trovare soluzioni che, in questo momento, sono molto complesse ma che dobbiamo per forza trovare”.
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Riforma del corso di laurea in Farmacia
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
“L’adozione del decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca che riforma il corso di laurea in Farmacia è un traguardo storico per la Federazione e per il futuro della Professione. Oggi si concretizza uno dei grandi obiettivi dell’attività federale: il nuovo curriculum universitario sancisce, di fatto, l’ampliamento del ruolo del farmacista e il suo apporto professionale sempre più centrale all’interno del sistema sanitario: nelle farmacie di comunità, in ospedale, nella ricerca e nell’industria”. Lo dichiara Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), a seguito dell’emanazione del Decreto Ministeriale n.1147 che definisce il nuovo ordinamento didattico del corso di laurea magistrale a ciclo unico in “Farmacia e farmacia industriale”.“Un sentito ringraziamento – continua Mandelli – va al Ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, per aver convintamente sostenuto la revisione del percorso accademico, portando a compimento il lungo e proficuo lavoro del Tavolo tecnico istituito dallo stesso dicastero, al quale ha preso parte la FOFI insieme ai rappresentanti delle istituzioni e del mondo accademico. “Il farmacista ricopre oggi un ruolo di primo piano in ambito clinico, nelle attività di prevenzione e nel processo di cura, tanto nell’ospedale quanto sul territorio, ed è al centro del nuovo modello di assistenza basato sulla prossimità, del quale la ‘Farmacia dei Servizi’ costituisce il pilastro fondamentale. La revisione del percorso di studi universitario, in cui le conoscenze e le competenze di base saranno integrate con elementi altamente professionalizzanti, al passo con i progressi delle scienze mediche e farmaceutiche, le innovazioni tecnologiche e i nuovi bisogni di salute, rappresenta un tassello cardine per l’avanzamento professionale, coerente con le nuove funzioni dei farmacisti, in tutti gli ambiti in cui operano”, conclude Mandelli.
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Gli insetti si rappresentano i numeri in ordine crescente
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
Esattamente come gli esseri umani, anche le api ordinano le numerosità crescenti da sinistra verso destra. Noi infatti rappresentiamo (Linea Numerica Mentale) i numeri nello spazio, i più piccoli a sinistra e i più grandi a destra, e l’orientamento di questa linea mentale dipende sicuramente da fattori sociali e culturali, come testimonia l’esistenza, in una minoranza di società, di una direzionalità opposta (da destra verso sinistra) rispetto a quella, prevalente, occidentale.Recentemente un ordinamento spaziale dei numeri è stato dimostrato anche in varie specie animali come i macachi e i pulcini di pollo domestico. Una questione cruciale rimane tuttavia capire l’origine di un’associazione numerica spaziale, orientata da sinistra a destra, piuttosto che da destra a sinistra, nei vertebrati (umani e animali) e negli invertebrati, malgrado la considerevole riduzione nella dimensione del cervello e nel numero dei neuroni.La ricerca dal titolo “An insect brain organizes numbers on a left-to-right mental number line” pubblicata sulla rivista «PNAS» dimostra che la figurazione spaziale dei numeri è una rappresentazione di natura biologica comune a sistemi nervosi con origini evolutive distanti. Il comportamento di scelta osservato nelle api, dotate di un “micro-cervello”, evidenzia la convergenza delle strategie di elaborazione numerica che esistono tra cervelli di diverse complessità nonostante le differenze evolutive.L’ape mellifera è dotata di spiccate abilità di orientamento spaziale e di conteggio simili ad alcuni vertebrati. Rimaneva tuttavia un mistero se questi piccoli invertebrati orientassero i numeri nello spazio in ordine crescente come fanno gli esseri umani con la Linea Numerica Mentale.Dopo avere addestrato le api a trovare del cibo (una soluzione zuccherina) in prossimità di un’immagine raffigurante 3 figure posta davanti a loro, i ricercatori hanno osservato la reazione delle api davanti a due immagini, del tutto identiche: una posta a sinistra e l’altra a destra. Entrambe le immagini raffiguravano lo stesso numero di figure in numero però diverso da 3 (che era l’entità numerica appresa durante l’addestramento). Nel primo esperimento le due immagini raffiguravano entrambe una figura, nel secondo ne raffiguravano cinque.Di fronte a un numero più piccolo di figure, per intenderci quello con numerosità pari a uno, le api cercavano il cibo in prossimità dell’immagine di sinistra, mentre quando il numero di figure era maggiore di tre, nel nostro caso cinque, le api si dirigevano verso destra. Una serie di esperimenti di controllo hanno evidenziato come sia la numerosità a determinare l’associazione con lo spazio e non la quantità di area, perimetro o densità delle immagini. In un esperimento cruciale, si sono selezionati due gruppi di api: uno è stato addestrato a trovare il cibo in prossimità di un’immagine centrale raffigurante una singola figura, l’altro gruppo è stato addestrato con cinque figure.Quando le api sono state poste di fronte a due pannelli raffiguranti tre figure, quelle addestrate con una figura si sono dirette verso destra, mentre quelle addestrate con cinque figure si sono dirette a verso sinistra. È interessante notare come lo stesso numero (il 3) diriga il comportamento verso destra con api addestrate con una singola figura o verso sinistra per quelle addestrate con cinque figure.In altre parole, se le api vedono una numerosità più piccola di quella iniziale vanno verso sinistra e quando ne vedono una più grande vanno a destra. Inoltre, la grandezza di un numero è relativa e dipende dal confronto con il numero osservato durante addestramento.La ricerca è stata supportata da un progetto Marie Curie Global (European’s Union Horizon 2020 Research and Innovation program under the Marie Sklodowska-Curie Grant/Award Number: SNANeB_795242) Rosa Rugani è ricercatrice al Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università degli Studi di Padova e da oltre un decennio studia le basi biologiche dei processi cognitivi.
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The Bodo Möller Chemie Group takes over the Portuguese Henkel Bonderite specialist Anmapi
Posted by fidest press agency su venerdì, 21 ottobre 2022
The Bodo Möller Chemie Group takes over the Portuguese distributor Anmapi, LDA. In doing so, the Offenbach-based supplier of specialty chemicals expands its own branch network on the Iberian Peninsula and with Anmapi acquires an established and experienced Henkel partner. With the acquisition, Bodo Möller Chemie further expands its partnership with Henkel in the area of Bonderite® cleaners and corrosion protection products for the metal industry in Southern Europe. Anmapi has customer relationships that have grown for decades as well as outstanding expertise in surface technology, and is considered an absolute Bonderite® specialist. “By taking over Anmapi, we significantly expand the European business of our group and, moreover, acquire a partner that can be regarded as a true asset for us in Bonderite® application know-how. While we have built up the loyalty to Henkel and other manufacturers in Central and Eastern Europe, Anmapi has taken over this task since its foundation in Portugal in 1999,” says Frank Haug, Chairman of the Board of the Bodo Möller Chemie Group.“The Bodo Möller Chemie Group has an outstanding reputation and, like our company, is a link between manufacturers and users, it offers its own laboratories and helps the industry in a decisive way to make the right selection and optimally process the products. Thus, we are proud to be a strong community now and to represent the name Bodo Möller Chemie here in Portugal in the future,” explains António Freitas, the founder of Anmapi. From Porto, the new Portuguese subsidiary will also distribute – apart from the Bonderite® and Loctite® product lines from Henkel – industrial adhesives made by Huntsman and 3M, technical textile and thermoplastic solutions from Porcher Industries, mixing and application solutions from Medmix as well as pigments from Merck in the future. (abstract)
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