Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°185

Archive for novembre 2022

Teatro: Dal sogno alla scena di Clara Bauer, Pako Ioffredo e Daniel Pennac

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Napoli Giovedì 1 domenica 4 dicembre 2022 – Teatro Nuovo Napoli, Via Montecalvario 16 Inizio spettacoli ore 21.00 (giov), ore 18.30 (ven e dom) e ore 19.00 (sabato). tournée nazionale dello spettacolo Dal sogno alla scena di Clara Bauer, Pako Ioffredo e Daniel Pennac, presentato da Compagnie Mia – Mouvement International Artistique ed Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro, in collaborazione con ATP/Funaro.Dal sogno alla scena è una riflessione sul teatro, un percorso che intreccia il racconto diretto con diversi passaggi degli ultimi adattamenti teatrali di Daniel Pennac. Il mondo narrativo e onirico dell’autore ‘abita’ la scena per settanta minuti, in lingua italiana e in lingua francese tradotta dal vivo in italiano. Il sogno è al centro della narrazione ed è il punto di partenza. Daniel talvolta parte dai sogni come fonte d’ispirazione letteraria. Pako Ioffredo, Demi Licata e Daniel Pennac, agendo e interpretando, daranno vita in scena ai personaggi. Riprodurranno quelle immagini affinché lo spettatore viva la sensazione di essere sedotto, come in un sogno, da un effetto di realtà. Pennac, con le musiche di Alice Loup e Antonio Urso, la mise en espace di Clara Bauer, entrerà dal vivo fra le pieghe dei suoi libri e dei suoi ultimi spettacoli, incontrando il pubblico in quella linea di confine fra interpretazione e narrazione, lettura e recitazione. La piuma e i sogni di Pennac giocano con la poesia della scena. Tra i testi che prenderanno vita sul palco: La Legge del Sognatore, Storia di un corpo, Bartleby – Mon Frère, Grazie, L’avventura Teatrale – Le mie italiane. In teatro, l’autore produce un linguaggio, utilizza la materia onirica mettendola su carta. Clara Bauer, la regista, traduce queste immagini sul palcoscenico a partire dai racconti di Pennac, in una mise en espace di corpi evocanti immagini sonore. Nel momento che ci affidiamo alle parole, immagini e sensazioni non saranno più le stesse, la nostra intelligenza diurna le reinterpreterà, così nasce il racconto. Un racconto che vive in un diverso stato dell’intelligenza, quell’analitica e narrativa, miracolosamente evocativa, differente dalle immagini che abbiamo intensamente vissuto nel nostro universo notturno, non meno efficace nel ridonare a chi ascolta le stesse sensazioni”.

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L’editore Paoline a PiuLibriPiuLiberi 2022

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Roma LA NUVOLA – EUR • Viale Asia, 40 Si parte mercoledì 7 dicembre, alle ore 10.30 (Sala Antares) con la presentazione in anteprima del libro La fuga silenziosa di Daniela Cologgi: un romanzo appassionante, liberamente ispirato all’impresa di Marcel Mangel, il grandissimo mimo di fama mondiale noto con il nome di Marcel Marceau, che salvò molti orfani ebrei portandoli fuori dalla Francia. Un testo particolarmente adatto per affrontare con i ragazzi il tema della Shoah. L’incontro, su prenotazione, è destinato a studenti da 11 a 13 anni. Sempre per studenti, questa volta dai 13 anni in su, è la presentazione del libro Ventuno. Le donne che fecero la Costituzione di Angela Iantosca e Romano Cappelletto (venerdì 9 dicembre, alle ore 11, Sala Polaris). In occasione del 75° anniversario della Costituzione italiana, il libro dà voce a queste protagoniste della nostra Storia, in una narrazione appassionata in prima persona.Ultimo appuntamento venerdì 9, alle ore 16 (Sala Giove), con l’incontro dal titolo Il carcere tra giustizia, perdono e misericordia. Una conversazione con padre Vittorio Trani, cappellano del carcere romano di Regina Coeli dal 1978, autore, insieme ai giornalisti Agnese Pellegrini e Stefano Natoli, del libro Come è in cielo, così sia in terra. Un dialogo dal carcere e sul carcere, che vuole fare luce sull’aspetto umano dell’esperienza detentiva e sulla necessità di approcciarsi ai temi della pena e dell’esecuzione penale, nel solco tracciato dalla nostra Costituzione.

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Terzo incontro sui grandi temi dell’Enciclica Fratelli tutti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Sabato 3 dicembre, alle 14,30, presso l’Aula Nuova del Sinodo, Città del Vaticano, avrà luogo il terzo ed ultimo incontro dei “Cammini Giubilari Sinodali” previsto per il 2022 dal titolo “Riconoscersi sulla soglia dell’educativo”. Il ciclo di appuntamenti è organizzato dalla Basilica di San Pietro e dalla Fondazione Fratelli tutti.I lavori saranno aperti alla presenza del Card. Mauro Gambetti, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro. Seguiranno i saluti di Mons. Orazio Pepe, Segretario della Fabbrica di San Pietro. La tavola rotonda “L’orizzonte dell’educativo”, sarà animata dalla Prof.ssa Chiara Giaccardi, Docente di Sociologia e Antropologia dei Media presso l’Università Cattolica di Milano, dal Dott. Francesco Ghirelli, Presidente, Lega Pro e Vice Presidente FIGC e da Mons. Armando Matteo, Segretario per la Sezione Dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede.Il format dell’incontro prevede un laboratorio di dialogo: un momento di riflessione e condivisione in gruppi che rappresentano la società civile ed operano in ambito educativo tra la famiglia e la scuola. Padre Francesco Occhetta, Segretario Generale della Fondazione Fratelli tutti, moderatore dell’evento, spiega: “Lo scopo delle singole tappe dei Cammini Giubilari Sinodali è quello di riprendere i temi dell’Enciclica come la cura e l’integrazione, la detenzione e il disagio sociale e approfondirli con gli operatori sociali, per far sì che i principi possano aiutare a trovare soluzioni umane ai problemi presenti nella società. Sono incontri che nascono dalla Basilica di San Pietro al servizio del mondo. Il 3 dicembre prossimo, saranno presenti rappresentanti dello sport, delle realtà degli oratori e tutte quelle esperienze che aiutano a far crescere i giovani, dopo la solitudine causata dalla pandemia. Sarà rappresentato tutto il Paese. Siamo meravigliati dalla risposta alla nostra offerta, perché esprime il desiderio di costruire comunità, condividere i saperi e le buone pratiche, per fare insieme un passo in avanti. In questo modo silenzioso la Fondazione Fratelli tutti aiuta ad incontrarsi e a dialogare per costruire ponti e amicizia sociale. La fraternità va infatti costruita a livello culturale. Siamo all’inizio di un processo”.L’esperienza si concluderà nella Basilica di San Pietro, all’ora del tramonto, con un tempo di contemplazione della bellezza organizzato per percorsi tematici, per far vivere spiritualmente gli argomenti trattati. La visita sarà accompagnata da brani musicali eseguiti all’organo. Nel 2023 si parlerà della “riconciliazione e purificazione della memoria” con testimonianze su come si ricostruisce la giustizia che non è vendetta ma ricostruzione di rapporti e legami sociali. Nel 2024 si approfondirà il discorso sull’”amore politico”, così come lo definisce Papa Francesco, riferendosi alla responsabilità di costruire insieme il bene comune.

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GAM: Quali sono i catalizzatori che riporteranno fiducia nel mercato cinese?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

A cura di Jian Shi Cortesi – Investment Director Azionario Cina e Asia di GAM. I precedenti cicli di mercato ribassista dei titoli azionari cinesi e asiatici sono durati, in genere, dai sei ai dodici mesi. Ad oggi, l’Asia e la Cina sono in declino da 20 mesi. Si tratta del ciclo ribassista più lungo che abbiamo visto negli ultimi 20 anni, che è stato causato da una serie di eventi sfortunati, iniziati con l’inasprimento delle normative su Internet in Cina, che hanno spaventato gli investitori. Verso la fine dello scorso anno, molti segnali indicavano un’evoluzione positiva e politiche di sostegno da parte della Cina. Ma l’incertezza maggiore in quel momento era rappresentata dal mercato statunitense. Il mercato USA determina il tono del mercato globale: quindi, quando il mercato USA è in calo è difficile che i mercati globali salgano; questo è ciò che abbiamo visto ad oggi. In questo contesto di indebolimento del mercato statunitense e di forza del dollaro, i mercati globali, compresi quelli asiatici, sono scesi contemporaneamente.Il dollaro USA forte e la debolezza della valuta asiatica stanno deprimendo la domanda di tutti gli asset asiatici, sia azionari che a reddito fisso. Ciò continua a costituire un ostacolo per gli asset asiatici in generale. Guardando ai prezzi, l’indice MSCI China è al di sotto dei livelli di dicembre 2012 (10 anni fa). Negli ultimi 20 mesi, le A-shares cinesi che sono più esposte ai trend nazionali, hanno subito una correzione molto inferiore rispetto alle azioni quotate a Hong Kong, che sono maggiormente influenzate dai trend esteri. In un contesto di debolezza del sentiment degli investitori, di aumento dei tassi d’interesse e di un approccio generale votato alla riduzione del rischio, gli investitori hanno bisogno di un motivo convincente per tornare ad acquistare le A-shares cinesi e, sebbene le valutazioni a buon mercato siano una buona base di partenza, c’è anche bisogno di un catalizzatore. I potenziali catalizzatori potrebbero essere due: Innanzitutto, un allentamento del Covid: È improbabile che si assista ad un cambiamento immediato in Cina. Tuttavia, vediamo che le restrizioni da Covid sono sempre più praticabili. I lockdown generalizzati sono ora più rari. Si assiste invece a lockdown più mirati per bilanciare le restrizioni da Covid e l’impatto economico.Inoltre, una forte spinta politica. Nei precedenti cicli di ribasso, in alcuni casi i mercati si sono ripresi dopo che il livello di paura si era attenuato. In altri casi, il mercato si è ripreso dopo gli stimoli, ad esempio quelli provenienti dalla Cina nel 2008 o dall’enorme pacchetto di aiuti stanziato dagli Stati Uniti dopo il marzo 2020. Attualmente ciò sembra improbabile, poiché la Cina sta guardando all’esperienza dell’Occidente, dove l’enorme iniezione di liquidità nell’economia negli ultimi due anni sta portando a problemi di inflazione. La nostra sensazione è che sia improbabile che la Cina lanci un enorme pacchetto di stimoli.Gli investitori hanno temuto che il governo cinese prendesse di mira sia le società cinesi sia quelle internazionali. Tuttavia, dall’inizio della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina nel 2018, quest’ultima ha rinunciato alle ritorsioni contro alcune società statunitensi. Da allora abbiamo visto Tesla costruire una fabbrica a Shanghai. Starbucks conta 6.000 negozi in Cina. General Motors vende più auto in Cina che negli Stati Uniti e non abbiamo assistito a misure contro queste aziende a favore di quelle cinesi. Nel complesso, l’enfasi è ancora sulla capacità di attirare capitali stranieri e sulla maggiore apertura alle imprese internazionali.

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I mercati pubblici sovraperformeranno quelli privati nei prossimi 5-10 anni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Ciò nonostante volatilità e inflazione in crescita: è questo il sentiment degli investitori wholesale internazionali che emerge da un sondaggio commissionato da RBC BlueBay Asset Management (“RBC BlueBay”). La ricerca1, che ha coinvolto 800 fund buyer, consulenti e asset manager europei (di cui 100 italiani) e statunitensi (“investitori internazionali wholesale”), ha anche rilevato che la stragrande maggioranza degli intervistati (86%) non prevede di aumentare in modo significativo la propria allocazione ai mercati privati rispetto ai livelli attuali e rimane positiva nei confronti dei mercati pubblici, nonostante i recenti venti contrari dell’economia globale. L’indagine ha inoltre confermato l’elevata attenzione degli investitori wholesale internazionali verso la gestione attiva e le tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG). Il campione italiano è risultato in gran parte in linea con le opinioni degli investitori wholesale degli altri Paesi, con alcune importanti differenze come una maggiore sensibilità all’inflazione, un più alto grado di ottimismo riguardo ai rendimenti futuri, una maggiore attenzione alle small e mid-cap (SMID) e un livello più alto di fiducia sull’azionario cinese.A livello internazionale gli intervistati allocano attualmente il 22% (vs 20% degli italiani) dei propri portafogli ai mercati privati e non prevedono di aumentare significativamente questa allocazione nei prossimi tre-cinque anni. Mentre poco più della metà degli intervistati italiani (54%) prevede, in linea con gli altri Paesi, che i mercati pubblici performeranno meglio rispetto a quelli privati nei prossimi 5-10 anni.Due sono i fattori che condizionano l‘attenzione ai mercati pubblici: volatilità e inflazione. Il 46% degli investitori internazionali (vs 40% degli italiani) sostiene che l’attuale volatilità dei mercati non abbia cambiato l’opportunità di investire nei mercati pubblici. Per quanto riguarda l’inflazione, invece, il 28% degli intervistati a livello globale ha risposto che effettivamente essa ha impattato in modo negativo sull’orientamento a investire nei mercati pubblici. Questa percentuale sale, in Italia, al 41%.L’interesse per i mercati pubblici è rafforzato dalle priorità di asset allocation degli intervistati per i prossimi tre anni. Infatti, le azioni e il reddito fisso rimangono le scelte principali di allocazione rispettivamente per il 31% e il 26% degli intervistati a livello internazionale, prima di altre asset class. L’approccio preferito dalla maggioranza degli intervistati (76% dato globale vs 78% per gli italiani) è quello attivo rispetto a quello passivo.Aleggia fra gli investitori un certo grado di pessimismo verso i rendimenti degli investimenti finanziari: la maggior parte degli intervistati a livello internazionale (65%), infatti, concorda sul fatto che gli investitori avranno difficoltà a trovare rendimenti a causa dell’inflazione, per almeno i prossimi tre anni. Più ottimisti gli investitori italiani: solo il 44%, infatti, è preoccupato per i rendimenti in quell’arco temporale. Una buona parte degli investitori (39% internazionali vs 32% degli italiani) prevede che i rendimenti del portafoglio si aggireranno intorno al 5-6% per i prossimi 3-5 anni.La stragrande maggioranza (86%) degli investitori wholesale ritiene che i mercati emergenti siano pronti a crescere, percentuale che arriva al 94% in Italia. Più della metà (58%) degli intervistati a livello internazionale ha dichiarato di voler capitalizzare questo trend. La ricerca completa è disponibile a questo link, Megatrends 2022: Turmoil fails to derail long-term investment trends.

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L’inflazione del 2022 non è democratica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

La forte crescita dell’inflazione è stata sicuramente una delle grandi protagoniste di questo 2022. In Italia i prezzi sono aumentati ufficialmente del 10,2% nei primi 10 mesi dell’anno, ma la realtà è che per molti risparmiatori l’inflazione è salita fino al 17,1% e i costi, in termini assoluti, fino a 335 euro in più al mese.È quanto calcola Moneyfarm, società di gestione del risparmio con approccio digitale, che ha utilizzato l’indicatore di “inflazione percepita” per affrontare la questione più urgente, oggi, per le finanze personali delle famiglie italiane.Partendo dagli ultimi dati ISTAT sull’inflazione relativi ai primi 10 mesi dell’anno ed incrociandoli con la fotografia 2021 dei consumi di 52 diversi profili di famiglie e di consumatori, Moneyfarm ha stimato con il supporto di smileconomy l’inflazione percepita: un indicatore che misura i diversi impatti dell’inflazione sulle tasche dei risparmiatori, a seconda del loro stile di vita e del loro mix di consumi. Nei primi 10 mesi dell’anno, l’inflazione misurata da ISTAT è cresciuta in media del 10,2%, ma per i 52 profili tracciati l’inflazione percepita va dall’11,2% al 17,1% poiché i consumi effettivi delle famiglie esaminate “battono” l’inflazione media del paniere ISTAT. Ragionando in termini assoluti, dai calcoli Moneyfarm emerge che l’inflazione costa alle famiglie da 175€ a 335€ in più al mese. Tra le 52 tipologie di consumatori analizzate, sono i disoccupati ad avere l’inflazione percepita più elevata, al 17,1%. Quando il capofamiglia è disoccupato l’inflazione agisce come una tassa occulta di 226€ al mese su una spesa media mensile che alla fine del 2021 era di 1.319€ al mese. Una tassa che, in assenza di aiuti e di bonus, significa probabilmente dover tagliare ulteriormente i consumi per la famiglia. Quando il capofamiglia è un lavoratore dipendente, invece, l’inflazione percepita è del 12,1% e la spesa mensile aggiuntiva ammonta a 285€. Il grafico 2 spiega chiaramente perché disoccupati e lavoratori dipendenti si collocano agli estremi dell’indice di inflazione percepita. Andrea Rocchetti, Head of Investment Advisory di Moneyfarm, ha commentato: “Purtroppo meno di un italiano su due comprende concetti come l’inflazione, come emerge dal “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane” di Consob. Visti i livelli di inflazione che stanno caratterizzando la nostra economia, con le implicazioni che abbiamo spiegato sui risparmi delle famiglie, credo che sia ancora più importante che gli operatori del risparmio si impegnino sul fronte dell’educazione finanziaria. Oltre ad avere contezza degli effetti dell’inflazione, a mio avviso, i risparmiatori non devono sottovalutare l’urgenza di ragionare sulla gestione dei propri risparmi insieme a un esperto. Fare pianificazione finanziaria con un consulente, inoltre, è tanto più utile a coloro che non sono detentori di grandi patrimoni e che, non per questo, devono vedersi negato l’accesso a una gestione del risparmio efficiente”. (abstract by http://www.moneyfarm.com

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Inflation Reduction Act statunitense: una spinta vigorosa alle tecnologie di transizione energetica

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

A cura di Natalia Luna, Analista senior investimenti tematici, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments. Ad agosto gli Stati Uniti hanno approvato un’importante pietra miliare nel campo della politica climatica con l’introduzione dell’Inflation Reduction Act (IRA). Trattandosi del più grande atto legislativo federale mai approvato per affrontare il problema del cambiamento climatico, crediamo che avrà un effetto profondo su tutti i settori nei prossimi decenni. La legge prevede ingenti crediti d’imposta per tutti i settori economici che svolgono un ruolo chiave nel conseguimento della piena decarbonizzazione: energia, trasporti, edifici e agricoltura. All’interno dei singoli settori di transizione, la legge punta a offrire un supporto lungo l’intera catena del valore, dai consumatori finali fino ai fornitori, con il chiaro intento di sovvenzionare la produzione nazionale di queste tecnologie. L’obiettivo principale è sostenere i produttori statunitensi e a tal fine la legge sussidia la fabbricazione sul territorio USA di componenti destinati alle energie rinnovabili, alle batterie e ai veicoli elettrici per ridurre la dipendenza dalla Cina. L’IRA propone di stanziare più di 60 miliardi di dollari per la produzione onshore lungo l’intera catena di approvvigionamento delle tecnologie pulite per l’energia e i trasporti. Riteniamo che questa spinta verso la localizzazione della filiera produttiva e il re-shoring della produzione statunitense avrà notevoli implicazioni macro e strategiche nel prossimo decennio. L’IRA metterà a disposizione almeno 369 miliardi di dollari per sostenere le tecnologie pulite in diversi settori, tra cui energie rinnovabili, idrogeno, nucleare, cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (CCS) e veicoli elettrici. La maggior parte dei crediti d’imposta è disponibile per circa 10 anni, quindi le aziende avranno visibilità sulla voce crediti fiscali nel prossimo decennio, e ciò favorirà la realizzazione di investimenti e progetti. Credit Suisse stima che, grazie ai finanziamenti verdi in sovvenzione e all’effetto moltiplicatore dei sussidi e dei prestiti federali, il totale dei finanziamenti pubblici e privati in quell’arco temporale potrebbe aggirarsi sui 1.700 miliardi di dollari. La notevole estensione dei crediti d’imposta per le rinnovabili darà grande impulso soprattutto all’adozione dell’energia solare. Le misure dell’IRA, unite al continuo miglioramento delle condizioni economiche, potrebbero raddoppiare la crescita dell’energia solare negli Stati Uniti nel prossimo decennio. Tuttavia, la dipendenza dall’Asia per i componenti e i problemi sul fronte dei diritti umani associati alla manodopera cinese sono ostacoli da superare. L’espansione delle rinnovabili contribuirà anche allo sviluppo dell’idrogeno verde come fonte energetica chiave. (abstract fonte: http://www.columbiathreadneedle.it)

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Fixed Income – Il ritorno delle obbligazioni

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

A cura di Raymond Sagayam, Chief Investment Officer – Fixed income di Pictet Asset Management. Il reddito fisso sta vivendo un nuovo Rinascimento. Gli investitori sono ripagati sempre meglio per il rischio che si assumono e, in alcuni casi, sono più che ricompensati. Questo rappresenta una straordinaria inversione di rotta: per oltre un decennio, infatti, i prezzi delle obbligazioni sono stati insostenibilmente alti. Ad esempio, i tassi reali a 10 anni negli Stati Uniti sono passati in pochi mesi dal -1% al +1,5%. Oscillazioni di questa portata sono eventi straordinari, specie a fronte del fatto che, in altre parti del mondo, sono state ancora più ampie. Nel Regno Unito, ad esempio, i tassi reali sono saliti dal -2% al +2%. La prospettiva di fissare al 2% i tassi reali nei mercati sviluppati del reddito fisso è sempre stata considerata allettante nella storia moderna dell’investimento. Rendimenti reali di questa entità rappresentano una sorgente d’acqua fresca e cristallina in quello che è stato per troppo tempo un deserto invivibile. Senza dubbio, un domani ripenseremo stupiti a quel periodo in cui i tre quarti circa dei titoli di Stato emessi dai Paesi più ricchi pagavano rendimenti nominali negativi. Per il momento, però, sembra che i mercati prevedano tassi di interesse superiori a questo valore. Il presidente della Federal Reserve statunitense, Jerome Powell, ha recentemente citato in modo positivo uno dei suoi predecessori (il “super falco” Paul Volcker), noto per essere riuscito a superare l’ultimo grande episodio inflazionistico negli Stati Uniti, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Ciò suggerisce una crescente propensione all’errore, perseguendo una stretta monetaria eccessiva per contrastare l’allentamento delle misure di politica monetaria, prima che sia completamente attenuato il problema dell’inflazione. In effetti, un rialzo dei tassi di 75 punti base nel corso delle riunioni della Fed sembra essere diventata la nuova normalità. Di conseguenza, i mercati stanno già scontando il raggiungimento di un picco critico prossimo al 5% sui Fed fund durante la prima metà del 2023, seguito poco dopo da un ritorno all’allentamento monetario (si veda la Fig. 1). Alla luce delle persistenti pressioni sui prezzi e della contrazione del mercato del lavoro, questa pare essere una lettura eccessivamente ottimistica della velocità con cui l’inflazione potrebbe rientrare nel target prefissato dalle banche centrali. Al momento, i rendimenti obbligazionari a più lunga scadenza sono interessanti, ma la volatilità trasforma l’investimento in tali titoli in un potenziale rischio. Per questo motivo, al momento, preferiamo le obbligazioni short-duration e di alta qualità. A complicare il quadro è il timore che banche centrali, con le loro azioni, portino a un incidente: la paura di causare un crollo nel settore pensionistico ha infatti spinto di recente la Bank of England ad acquistare titoli di Stato britannici (gilt) in modo da stabilizzare i rendimenti a lunga scadenza. Il ricorso ai derivati da parte dei fondi pensione aveva ampliato a dismisura la leva finanziaria sul mercato dei gilt, nel tentativo di ottenere rendimenti aggiuntivi in un mondo a tasso zero. Questa leva si è ribaltata, ritorcendosi contro di loro, nel momento in cui i rendimenti hanno preso a salire, soprattutto quando il mercato è finito nel panico per via dell’approccio dissoluto adottato nei confronti delle finanze pubbliche dall’ormai ex Primo Ministro britannico, Liz Truss. Parte di questa forza relativa è dovuta al fatto che le banche centrali dei mercati emergenti hanno anticipato il decorso dell’inflazione, agendo in modo aggressivo prima delle banche centrali del G7 per ripristinare la stabilità dei prezzi. L’estrema sopravvalutazione del dollaro dovrebbe iniziare a diminuire non appena cominceranno a stabilizzarsi i tassi di interesse statunitensi, il che rappresenterebbe una spinta per il debito in valuta locale dei mercati emergenti. Contemporaneamente, il settore delle obbligazioni societarie dei mercati emergenti è in uno stato generale di buona salute: la leva finanziaria è relativamente bassa, le società che emettono debito sono tendenzialmente di alta qualità e, rispetto al passato, una parte crescente di questo debito è detenuta da investitori domestici ed è quindi meno soggetta a vendite dettate dal panico. Il debito dei mercati emergenti (sia quello in dollari che quello in valuta locale) merita una maggiore attenzione, anche se molti investitori sono scettici sul fatto che questa volta le cose siano davvero diverse. Anche se è ancora presto, per gli investitori i mercati obbligazionari sono più interessanti ora di quanto non lo siano stati per anni, in alcuni casi per decenni. La volatilità e i rischi di un allargamento degli spread e una propagazione della stagflazione rappresentano ancora un pericolo per tutti gli asset rischiosi. Non è possibile non tenere in considerazione il rischio di incidenti causati dai policymaker, ma agli investitori disposti ad affrontare il rischio aspetta una lauta ricompensa. (abstract fonte: http://www.bc-communication.it)

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Cosa attendersi da un Governo USA spaccato?

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Un Congresso degli Stati Uniti diviso nel 2023 limiterà probabilmente la politica fiscale, ma potrebbe essere positivo per i mercati azionari. A cura di Libby Cantrill, Managing Director, Public Policy di PIMCO.Vediamo quattro implicazioni principali: Un congelamento totale dell’agenda legislativa del Presidente Biden. Forse l’aspetto più importante per i mercati è che tutti gli aumenti delle tasse sono stati ritirati dal tavolo, sia per quanto riguarda le persone fisiche (ad esempio, aumenti della tassazione sulle plusvalenze) sia per quanto riguarda le imprese (ad esempio, una tassa sugli extra-profitti). Ciò suggerisce anche che il prossimo punto di inflessione per le tasse sarà il 2025, quando le riduzioni fiscali di Trump scadranno. Più vigilanza. I repubblicani alla Camera eserciteranno i propri poteri di controllo su questioni che vanno dalla politica energetica dell’amministrazione Biden al suo approccio nei confronti della Cina (che, in alcuni ambienti, è considerato non sufficientemente aggressivo) alla molteplicità di norme proposte dalla Securities and Exchange Commission. La vigilanza sarà probabilmente più simbolica che sostanziale – dopo tutto, in assenza di un controllo a prova di veto su entrambe le camere del Congresso, i repubblicani possono fare ben poco per modificare le politiche. Tuttavia, una maggiore vigilanza può generalmente rallentare gli ingranaggi normativi e rendere più complicato il lavoro della Casa Bianca. Sebbene anche la Federal Reserve sarà probabilmente oggetto di vigilanza – da ambo i partiti – dubitiamo che la Fed sarà influenzata da qualsiasi pressione politica finalizzata a cambiare il suo apparentemente unico obiettivo di combattere l’inflazione.Altre lotte fiscali. È qui che la sottile maggioranza dei repubblicani alla Camera potrebbe entrare in gioco ed essere potenzialmente una fonte di volatilità del mercato il prossimo anno. Meno sostegno fiscale. Sebbene continuiamo a ritenere che ci sarà un sostegno bipartisan per la prosecuzione degli aiuti all’Ucraina e per il bilancio della difesa, crediamo anche che in generale sarà fissata una soglia più alta prima di fornire un più ampio sostegno fiscale anticiclico, anche qualora l’economia dovesse rallentare. L’economia statunitense ha già subito una significativa contrazione fiscale nel 2022, in virtù della scadenza di molti programmi di aiuti statali legati al COVID; per l’anno prossimo possiamo aspettarci un’ulteriore contrazione, per la quale è improbabile che un Congresso diviso faccia qualcosa. In altre parole, così come una “Fed put” è stata scartata, anche una “fiscal put” è stata di fatto eliminata, almeno fino a quando non sarà al potere un nuovo Congresso nel 2025. Pur prevedendo una situazione di stallo nel prossimo Congresso, vediamo alcune aree di potenziale compromesso. Tra queste, la legislazione che potrebbe chiarire meglio l’attività di sorveglianza sulle criptovalute – un’esigenza ancora più urgente alla luce dei recenti problemi legati agli exchange di criptovalute – e l’approccio sulle autorizzazioni energetiche che potrebbe accelerare i progetti di energia tradizionale e rinnovabile. Anche se il passato non è certo indicativo del futuro, i mercati azionari tendono storicamente a fare bene negli anni in cui il governo è diviso. In effetti, negli anni precedenti in cui la composizione del potere a Washington era simile, ossia Camera repubblicana, Senato democratico e Casa Bianca democratica, il mercato azionario ha registrato un rendimento medio del 13,6% (secondo i dati dell’S&P 500), un rendimento medio superiore a quello di quasi tutte le altre composizioni al potere. Naturalmente, il 2023 potrebbe evolversi molto diversamente rispetto ai precedenti storici, data l’inflazione vischiosa, il rischio di recessione e la guerra in Ucraina.

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XXII NOVA Conference a New York

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

New York, XXII NOVA MBA Conference evento organizzato a New York da NOVA MBA, l’Italian MBA Association, che ha visto nelle scorse edizioni gli interventi, tra gli altri anche di Mario Draghi, si è svolta presso la Columbia Business School. La conferenza intitolata “Bounce Back Better” ha trattato temi chiave per la ripresa dell’Italia tra cui private equity, transizione energetica e innovazione digitale. Tema scelto dalle conference co-chairs Arianna Roccia and Francesca Santucci (studentesse MBA, con un passato rispettivamente in Goldman Sachs e McKinsey & Co.). I lavori sono stati aperti dall’ambasciatrice italiana degli Stati Uniti d’America Mariangela Zappia con un messaggio sull’importanza delle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Italia e le opportunita’ dell’Italia. Tra i relatori: Marco Argenti (Chief Information Officer at Goldman Sachs), Fabio Cané (Senior Partner NB Renaissance), Paolo Cerruti (Co-founder and COO at Northvolt), Monica Mandelli (Managing Director at KKR), Francesco Profumo (Chair Fondazione CompagniaSan Paolo, former Italian Education Minister, Domenico Siniscalco (Managing Director and Vice Chairman at Morgan Stanley) e Giorgio Tinacci (CEO e Founder di CASAVO). Perché un investitore internazionale dovrebbe guardare all’Italia? Questa domanda è stata rivolta direttamente a Fabio Canè, co-fondatore e senior partner di NB Renaissance, nel corso di XXII Nova Conference. Canè, che partecipava al panel dedicato proprio agli investimenti esteri in Italia, ha risposto che “in Italia ci sono ancora 6 mila aziende familiari, tante da rappresentare un terzo dell’intera economia del Paese, che stanno crescendo più del Pil”. Canè ha ricordato che proprio quest’anno sei fondi di private equity europei sono entrati nel mercato italiano, a conferma della sua attrattività: “Il livello di competizione è più basso, anche se sta crescendo perché il mercato si sta rendendo conto che in Italia ci sono opportunità”. Canè ha fatto l’esempio dei settori sui quali è focalizzata NB Renaissance: “Settori con il vento in poppa come la digitalizzazione, che beneficia anche del PNRR, la sanità (NB Renaissance ha recentemente acquisito Neopharmed), la sostenibilità e poi tutte le industrie di nicchia, le specialized industrials, dove si trovano tutte le eccellenze italiane, dalla meccatronica alle concerie alto di gamma, e così via”. A Canè è stato chiesto anche quali sono i fattori che scoraggiano gli investitori esteri, domanda cui ha risposto ricordando la complessità delle norme e i tempi della giustizia. La tavola rotonda è stata introdotta da Monica Mandelli, managing Director di KKR. Con Fabio Canè hanno preso parte al dibattito Luca Bucelli, Managing Director e Head of Italy di Tikehau, e Federico Lalatta Costerbosa, Partner e Director di BCG. Tra i temi trattati nella tavola rotonda è emerso che: la situazione macro è molto incerta (guerra, nuovo governo appena insediato, inflazione) ma l’Italia vanta un numero largo e crescente di aziende di alta qualità in settori chiave (manifattura, healthcare, ecc) che possono raggiungere una dimensione internazionale. Inoltre nonostante l’aumento dei tassi di interesse l’Italia rimane un’attraente opportunità di investimenti alternativi per capitali sia domestici sia internazionali, in particolare nel private equity che può giocare un ruolo molto importante nel supporto alle aziende italiane e in generale all’economia produttiva del Paese.In fine in Italia gli investimenti in private equity del primo semestre 2022 sono cresciuti del 73% rispetto al primo semestre 2021.

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Intelligenza Artificiale: Almawave e Cy4Gate siglano accordo di collaborazione commerciale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Almawave (EGM: AIW), società del Gruppo Almaviva, leader nell’Intelligenza Artificiale (AI), nell’analisi del linguaggio naturale e nei servizi Big Data e CY4GATE (EGM: CY4), società attiva nel mercato cyber a 360° con un diversificato offering di tecnologie proprietarie, comunicano di aver siglato una partnership strategica volta a integrare alcune tecnologie di Almawave legate alla capacità di riconoscimento e interpretazione del linguaggio naturale (grazie ad avanzate tecniche di Natural Language Processing) nelle piattaforme di Decision Intelligence di Cy4Gate, valorizzando ulteriormente e potenziando le capacità delle piattaforme al fine di offrire delle nuove funzionalità richieste dai clienti. La partnership tra le due realtà italiane porterà alla realizzazione di una soluzione integrata che troverà naturale impiego in contesti in cui emerga l’esigenza di processare enormi quantità di dati strutturati (e non) che includano oltre al dato tradizionale anche dati audio e video con parlato. Tra le caratteristiche più rilevanti che deriveranno da questa collaborazione si evidenzia la capacità che acquisiranno le piattaforme di decision intelligence di Cy4Gate di svolgere in completa autonomia anche complesse operazioni di translitterazione, ovvero la trascrizione di un testo secondo un sistema alfabetico diverso dall’originale. L’iniziativa avrà un impatto positivo sull’acquisizione di nuove opportunità di business in un mercato segnato da un’innovazione tecnologica continua, necessaria per soddisfare le sempre più esigenti richieste degli end user, migliorandone sensibilmente la customer experience. Il presente comunicato stampa è disponibile sul sito istituzionale http://www.almawave.it sezione “Investitori” e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato http://www.1info.it.

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Mercato del lavoro: sempre meno efficiente

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Tra disoccupati e “scoraggiati” si contano quasi 5 milioni le persone da inserire nel mercato del lavoro italiano, che diventa sempre meno efficiente per un problema di matching tra domanda e offerta di lavoro in continuo peggioramento. Il disallineamento crea un apparente paradosso: quando aumenta la disoccupazione, non diminuisce la difficoltà a reperire le figure professionali richieste dalle imprese. Lo rivela la nuova indagine di Randstad Research, che ha analizzato il mancato incontro tra domanda e offerta nei diversi settori e territori, identificando per la prima volta gli spostamenti della “Curva di Beveridge”, lo strumento che permette di analizzare l’efficienza dei diversi mercati del lavoro misurando la variazione percentuale del tasso dei posti vacanti al variare della disoccupazione. I senza lavoro. A fine 2021 si contavano 2,3 milioni di disoccupati. Ma esiste un’altra porzione di popolazione non occupata, che sarebbe disponibile a lavorare anche se un lavoro non lo cerca: gli “scoraggiati” inattivi che hanno rinunciato a cercare un impiego, ben 2,5 milioni. Sommati, stima Randstad Research, si contano ben 5 milioni di persone da coinvolgere nel mercato del lavoro, tra cui molti giovani, donne e esodati. Analizzando la distribuzione territoriale, in tutte le regioni del Mezzogiorno gli scoraggiati predominano sui disoccupati, con le quote maggiori in Basilicata e Molise, dove la percentuale raggiunge il 70,9% e il 65,9%. Disoccupati di lungo periodo. Una delle motivazioni che hanno portato la Curva Di Beveridge italiana a peggiorare nel periodo 2005-2009 e 2015-2019, evidenzia Randstad Research, è la disoccupazione di lunga durata, che causa una de-professionalizzazione dei profili. Seppure allineata alla media OCSE nella classifica di disoccupazione tra 6 mesi e un anno (15% nel 2020), l’Italia è al primo posto per disoccupati da più di 6 mesi, quasi il 70% del totale delle persone senza lavoro, più del doppio della media (33%). Alla fine del 2021, il 49% dei disoccupati italiani non lavorava da meno di un anno, il restante 51% da più di 12 mesi. Il 20,4% dei disoccupati lo è da più di 3 anni. Ma sono forti le differenze regionali: i disoccupati oltre i 30 mesi sono concentrati in alcune regioni del Sud. I divari regionali. Un modello econometrico elaborato da Randstad Research per analizzare la capacità di assorbire gli shock della disoccupazione e il rapporto tra posti vacanti e disoccupazione regione per regione evidenzia il divario tra Mezzogiorno e le altre regioni. Trentino-Alto Adige, Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia mostrano la maggiore efficienza nel rapporto domanda-offerta di lavoro, considerato la media del tasso di disoccupazione e del tasso dei posti vacanti nel periodo 2015-2019 (è più efficiente il mercato del lavoro che riesce a combinare un livello più basso di disoccupazione con un livello contenuto di posti vacanti). È in grave ritardo, invece, il Mezzogiorno, con Calabria e Sicilia in coda alla classifica del rapporto disoccupazione/posti vacanti.I divari settoriali. Ma ci sono anche profonde differenze tra i settori. Confrontando il rapporto tra posti vacanti e disoccupazione, si evidenziano in particolare due casi, quello dell’informatica, dove troviamo scarsissima disoccupazione ma grande difficoltà di reperimento, e quello della ristorazione, dove insieme a una difficoltà di reperimento si associata elevata disoccupazione. Le competenze che mancano. Per risolvere i problemi di matching, è fondamentale che i lavoratori acquisiscano le competenze che servono alla domanda. Prima di tutto quelle “abilitanti” (linguistiche e di calcolo in primis), poi quelle specialistiche e trasversali. Da un esercizio di correlazione tra i tassi di disoccupazione regionali e i risultati dei test Invalsi, emerge un significativo rapporto inverso: dove la disoccupazione è più alta, i test Invalsi evidenziano i risultati peggiori. Le cause sono da studiare, ma evidentemente esiste un circolo vizioso che lega le basse competenze dei giovani al contesto occupazionale di appartenenza. “Il rilancio delle politiche attive contro l’abbandono scolastico, il recupero dei Neet, la formazione dei disoccupati e degli inattivi – dice Daniele Fano – sono alcune leve da cui ripartire per facilitare le transizioni occupazionali, migliorare l’occupabilità dei lavoratori e innalzare il livello delle tutele attraverso la formazione”. (abstract by Randstad Research: Mercato del lavoro)

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Finanziaria, Altroconsumo: nuovo obbligo Pos sopra i 60 euro

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Non comprendiamo quali benefici possano derivare dallo spostare fino a 60 euro il limite per i pagamenti in contanti. La moneta elettronica garantisce trasparenza, tracciabilità ed è uno strumento molto importante per contrastare l’evasione fiscale. Siamo convinti che si debba garantire la possibilità di utilizzare le banconote a chi non ha grande dimestichezza con gli strumenti digitali, ma su questo i limiti precedenti erano ragionevoli.” Dichiara Federico Cavallo, Responsabile relazione esterne di Altroconsumo. “Chiediamo di tornare almeno alla situazione precedente e di far luce su due problematiche: da una parte, l’annosa questione delle commissioni che ampie fasce di commercianti sono costretti a pagare e per cui accettano con difficoltà la moneta elettronica; dall’altra, la promozione dell’educazione dei cittadini agli strumenti di pagamento digitali. È importante che si apra finalmente un tavolo che coinvolga il mondo del commercio, le banche, i consumatori e naturalmente il Governo nell’ottica di abbassare le commissioni e allo stesso tempo mettere in atto provvedimenti coraggiosi e di prospettiva (che guardino avanti, non quella sorta di “indietro tutta” che scaturisce dagli ultimi provvedimenti), accompagnando le persone nell’adozione semplice ed economica degli strumenti digitali, sinonimo di trasparenza e di innovazione per l’intero sistema. Il futuro passa infatti per il digitale, anche sui sistemi di pagamento.” Conclude Cavallo.

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Manovra: Unc, su Pos violato obiettivo Pnrr

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

“L’innalzamento della soglia a 60 euro per l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici è una palese violazione degli obiettivi e dei traguardi fissati per l’assegnazione delle risorse del Pnrr” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.”Al di là del fatto che Governo Meloni ci fa tornare all’età della pietra, quando gli italiani non usavano ancora la carta di credito, un passo indietro al secolo scorso, il punto è che viene violata la misura del Pnrr che prevedeva di “incoraggiare il rispetto degli obblighi fiscali (tax compliance) e migliorare gli audit e i controlli” e che nella descrizione del traguardo e obiettivo si riferiva esplicitamente “all’originario articolo 23 del decreto-legge n. 124/2019, abrogato con la conversione in legge”, ossia a quell’articolo del Dl Fisco del Governo Conte II magicamente abrogato durante i meno di 60 giorni della conversione in legge” prosegue Dona.”Quell’art. 23, introducendo per la prima volta la sanzione di 30 euro aumentata del 4% del valore della transazione, stabiliva chiaramente il perimetro di applicazione, ossia “nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo”, quindi anche di 1 euro, senza se e senza ma” conclude Dona.

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L’economia del contante. Chi paga per tutti? Il consumatore

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Sembra che verrà meno l’obbligo della possibilità di accettare pagamenti tramite pos per importi fino a 60 euro. Evasione fiscale o meno che si possa favorire, rimane il dato della difficoltà e del guadagno delle banche.La difficoltà nasce dal fatto che negli ultimi anni (e in tutti i Paesi Ue e non solo) ci siamo abituati a pagare con carta anche importi piccoli, scoprendone praticità e comodità. Raramente si vede al bar chi paga un caffè con carta di credito, ma è frequente che in un negozio, alimentare o meno, tutti paghino tramite pos: dal supermercato al grande magazzino, dal bar al ferramenta o negozio di casalinghi, fino anche alla pizzeria dove, la classica pizza e birra per due/quattro amici comporta una spesa inferiore ai 60 euro.E ci siamo abituati, di conseguenza, ad avere in tasca pochi contanti. Cosa succederà se il tetto dell’obbligo sarò superiore ai 60 euro? Che il consumatore, per non vedersi rifiutare il pagamento in un esercizio commerciale e tutti i conseguenti problemi che ci potrebbero essere per rimediare al rifiuto (cerca il bancomat più vicino, magari lasciando qualcuno “in ostaggio” presso la cassa) dovrà avere in tasca il necessario contante. In tutti i casi il consumatore dovrà usare più frequentemente il prelievo da una cassa continua (gli stipendi non vengono pagati in contanti) che, siccome la propria banca (dove in genere il prelievo è gratuito) non è sempre dietro l’angolo, gli costerà un certo importo. Cosa sarà stato ottenuto con un provvedimento del genere? Che i soldi che prima i commercianti spendevano per farsi accreditare questi importi dalla banca, oggi saranno spesi dai consumatori. E le banche continueranno comunque a guadagnare i loro balzelli. Il provvedimento sposta l’onere dai commercianti ai consumatori. Ci vien da pensare che, siccome le lobby dei commercianti hanno forte incidenza sui politici e quelle dei consumatori non esistono, ecco che, come sempre in politica ed economia, si usano i soggetti più deboli per dar credito alle proprie presunte politiche di detassazione.Il problema – il pagamento dei balzelli per i prelievi o gli accrediti ai commercianti – esiste, ma invece di affrontarlo con le banche si è preferito scaricare sui più deboli le proprie incapacità. Vincenzo Donvito Maxia http://www.aduc.it

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ADP acquisisce Infocom, azienda italiana leader nei servizi dedicati alla gestione dei Costi e del Budget del Personale

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

ADP, società multinazionale che fornisce soluzioni di gestione del capitale umano (HCM) presente in più di 140 paesi e oltre un milione di clienti gestiti in tutto il mondo, ha annunciato oggi di aver acquisito la società italiana Infocom Informatica per Commercialisti e Aziende SrL (Infocom), azienda che integra lo sviluppo di software con l’erogazione di servizi nell’ambito della gestione delle Risorse Umane. Infocom ha un fatturato annuo di 5 milioni di euro e gode di una crescita costante anno su anno. Tra i suoi prodotti di successo, Infocom annovera Infobudget che, con i suoi 500 clienti di fascia medio alta, è la soluzione leader di mercato dedicata alla gestione del costo e del Budget del Personale.

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InfoCert lancia Mail Defender: con Swascan per la sicurezza delle caselle email

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

InfoCert (Tinexta Group), la più grande Autorità di Certificazione europea, presenta il servizio Mail Defender, rivolto a PMI, professionisti e privati cittadini e sviluppato in collaborazione con Swascan, società di Tinexta Cyber, il polo italiano della cybersecurity.Mail Defender garantisce all’utente il monitoraggio continuativo delle sue caselle email – tradizionali o PEC, indipendentemente da chi ne sia il provider – e segnala con appositi report mensili eventuali furti ed esposizioni fraudolente delle relative credenziali: in tal modo i titolari, consapevoli dell’accaduto, possono agire di conseguenza e assumere le opportune contromisure. In caso di episodi di compromissione, infatti, vengono suggeriti anche le possibili azioni di Remediation.Mail Defender è fruibile completamente online al costo massimo di 1 euro + IVA al mese a casella (con canone annuale).È da evidenziare come il servizio, basato su tecnologia proprietaria Swascan, ricerchi, selezioni e analizzi costantemente un vastissimo elenco di fonti presenti non solo negli ambienti di dominio pubblico della Rete, ma anche in quelli “chiusi” del Deep e del Dark Web.La dimensione della minaccia è testimoniata dai dati: secondo il “Rapporto Clusit 2021 sulla sicurezza ICT in Italia” gli attacchi BEC (Business Email Compromise) e EAC (Email Account Compromise) sono risultati il principale reato nel 2020, causando perdite per oltre 1,8 miliardi di dollari (FBI, “2020 Internet Crime Report”), pari al 44% di tutte quelle subite da aziende e consumatori nell’anno.

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Silvia De Dominicis nominata Presidente della Fondazione Operation Smile Italia ETS

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Silvia De Dominicis è stata nominata Presidente della Fondazione Operation Smile Italia ETS. Una designazione accolta con grande entusiasmo dalla Fondazione, unica rappresentante in Italia del network internazionale Operation Smile che dal 1982 cura e assiste bambini nati con malformazioni cranio-maxillo-facciali nei Paesi a basso e medio reddito. Romana, laurea in Economia alla Luiss, Silvia De Dominicis ha iniziato la sua carriera nella multinazionale statunitense, Johnson & Johnson, leader in ambito salute, nel 1995, nel ramo della Direzione Finanziaria, ricoprendo negli anni ruoli di sempre maggiore responsabilità. Si è sempre distinta per la sua sensibilità verso i temi legati alla parità di genere, alla salute e, in generale, alle problematiche che le fasce più deboli della società si trovano a dover affrontare. Dal 2016 anche Operation Smile Ambassador per J&J Medtech in EMEA con l’obiettivo di promuovere la partnership globale tra l’azienda e l’Organizzazione internazionale e raccogliere fondi.La nomina di Silvia De Dominicis rispecchia appieno lo spirito di Operation Smile che, in occasione del quarantesimo anniversario della sua nascita, si pone un nuovo e ambizioso obiettivo: diventare il punto di riferimento per l’accesso a un’assistenza sanitaria di alta qualità. Fino ad oggi Operation Smile ha curato e donato una nuova vita a oltre 340mila persone nel mondo e, nel prossimo decennio, ha pianificato una significativa espansione dell’attività programmatica con l’ambizioso obiettivo di fornire cure gratuite per 1 milione di pazienti nati con malformazioni del volto e per coloro che sono in attesa di cure chirurgiche essenziali. Per raggiungere questo obiettivo, Operation Smile continuerà a collaborare con altre organizzazioni non profit, con i governi e i sistemi sanitari locali per garantire il diritto di ogni bambino e di ogni persona di accedere a cure gratuite, sicure e di qualità, e migliorare le infrastrutture chirurgiche degli ospedali, ovunque nel mondo.

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Marchio CE per il sistema di sutura endoscopica OverStitch™

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

Apollo Endosurgery, Inc. (“Apollo”) (NASDAQ:APEN), leader mondiale nella produzione di dispositivi medici mini-invasivi per procedure endoscopiche avanzate ha annunciato di aver ottenuto il marchio CE per il sistema di sutura endoscopica OverStitch™.”Soddisfare i requisiti del Regolamento Europeo dei Dispositivi Medici e completarel’iter documentale è un processo rigoroso – ha dichiarato David Hooper, PhD, Vicepresidente di Apollo per la Qualità e Affari Regolatori – Siamo molto soddisfatti che il sistema OverStitch™ abbia finalmente ricevuto il marchio CE per la chiusura di difetti, la fissazione di stent, la revisione endoscopica di bypass gastrico e per la gastroplastica endoscopica verticale”.OverStitch™ è indicato per il posizionamento endoscopico di suture che possono essere utilizzate per la gastroplastica verticale endoscopica (ESG™), una procedura senza incisioni che riduce il volume dello stomaco e ne ritarda lo svuotamento, ottenendo una perdita di peso duratura e clinicamente significativa in pazienti affetti da obesità (BMI 30-50 kg/m2). La gastroplastica verticale endoscopica (ESG) rappresenta oggi un’opzione meno invasiva per migliaia di pazienti affetti da obesità che spesso preferiscono evitare l’intervento bariatrico a causa della sua natura invasiva e per il timore di eventuali complicanze. Il conseguimento del marchio CE per il sistema di sutura endoscopica OverStitch™ rappresenta un traguardo importantissimo che si aggiunge alla recente autorizzazione De Novo della FDA ricevuta da Apollo Endosurgery per la procedura di gastroplastica verticale endoscopica (ESG™) e la pubblicazione dei relativi risultati clinici su The Lancet dello studio MERIT

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“Il sorriso della luna” di Klaus Zambiasi esce in lingua tedesca

Posted by fidest press agency su mercoledì, 30 novembre 2022

“Il sorriso della luna”, il romanzo con cui lo scrittore Klaus Zambiasi ha esordito nel 2015, esce oggi anche in traduzione tedesca con il titolo “Das Lächeln des Mondes”. La nuova versione si aggiunge alle traduzioni in slovacco (“Mesačný úsmev”, 2017) e in inglese (“The smile of the moon”, 2018). Klaus Zambiasi è nato a Castiglione delle Stiviere (Mantova) ma vive e lavora in provincia di Bolzano. Apprezzato pittore (sua l’immagine di copertina del libro, tratta da un olio su tela del 2007), ha lavorato nella pubblica amministrazione, prima di trasferirsi a Bratislava e mettersi in proprio nel settore immobiliare turistico. Proprio qui, nella capitale della Slovacchia, è nato “Il sorriso della luna”, ispirato a una storia realmente accaduta. L’autore, in una intervista, ha dichiarato che nel libro c’è molto di autobiografico.Il romanzo è ambientato a Castelrotto, piccolo comune ai piedi dell’Alpe di Siusi, in provincia di Bolzano, tra gli anni Settanta e la fine degli anni Novanta. Nell’aprile 1970, una tragedia scuote la comunità montana. Vi si accenna in termini vaghi, ma l’accaduto riaffiorerà in superficie nell’ultimo capitolo, come un fiume carsico. Tra l’inizio e la fine del romanzo, c’è la vicenda del giovane protagonista Joe, narrata in prima persona.Egli annota, come in un diario, le emozioni, i pensieri, i timori, le angosce, i sogni e le speranze che lo accompagnano nel suo viaggio attraverso la vita. L’infanzia trascorre felice con la famiglia su in montagna, tra prati, boschi e ruscelli, in mezzo alla natura e all’aria buona. Finché, un giorno, scopre che quelli con cui è cresciuto non sono i suoi genitori naturali. C’è, infatti, una seconda famiglia a Bolzano che lo reclama. È quella del suo vero padre, che si è risposato. Ma le domande che lo assillano sono tante. Perché è stato affidato a un’altra famiglia? Dov’è la madre biologica? Gli unici punti fermi, nell’incertezza di quei momenti, sono il volto amato della nonna, alla quale lo lega uno speciale rapporto, e il ciclico sorriso della luna alla quale può confidare i suoi pensieri più reconditi. La dolorosa separazione familiare, le difficoltà di ambientarsi nel nuovo contesto e il persistente mistero sulle sue origini conferiranno al protagonista, fin dalla più tenera età, una precoce coscienza di sé e un solido equilibrio esistenziale. La ricerca della verità sarà condotta non in maniera sistematica, ma affidandosi all’invisibile regia di un Destino che riveste di apparente casualità eventi, incontri o particolari rivelatori. Il tormento interiore per la ricerca della verità sulle origini costituisce il fil rouge del romanzo.

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