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Quotidiano di informazione – Anno 36 n° 107

Teatro: Angelo della Gravità un’eresia

Posted by fidest press agency su sabato, 5 novembre 2022

Roma TeatroBasilica Piazza Porta S. Giovanni, Biglietti 18 euro Orario spettacoli dal martedì al sabato ore 21.00 – domenica ore 17.45. Sarà in scena al TeatroBasilica dal 4 al 6 novembre lo spettacolo Angelo della gravità – un’eresia, con la regia di Alvia Reale, tra le più raffinate artiste italiane. In scena l’attore Fabio Mascagni con un monologo scritto da Massimo Sgorbani, autore e drammaturgo tra i più rilevanti in Italia, già Premio Riccione e Premio Enriquez alla drammaturgia. Decisamente lontano per caratteristiche fisiche dal personaggio di Sgorbani – un uomo obeso finito in cella in America per omicidio di una donna che lo aveva rifiutato e troppo grasso per essere giustiziato – Mascagni si misura con una prova d’attore coraggiosa e originale. Lo spettacolo, nella lettura di Alvia Reale, è sospeso tra tragedia e paradosso comico, una sorta di cabaret macabro, uno show degli orrori e dei desideri di un’anima sola e disturbata. Quasi danzando, il protagonista ci conduce in un vortice di racconti pescati dal profondo di un bimbo cresciuto troppo, in preda a fame di emozioni e ad una voracità di piaceri in bilico tra il ridicolo e il disgustoso.Un “angelo” tutt’altro che etereo, inchiodato alle leggi della fisica e di un corpo che non ha forma ma solo peso, che fa i capricci per essere soddisfatto, che fluttua tra amore e pornografia, religione e blasfemia.Solo immaginando un delirante “mondo nuovo” – quello in cui gli “angeli della gravità” come lui alla fine conquistano la leggerezza e riescono ad elevarsi verso Dio – il condannato affronta la morte imminente e si consegna ad una paradossale santità.Da un fatto realmente accaduto, riportato sulle pagine dei giornali. Un detenuto nel braccio della morte, aspetta il giorno dell’esecuzione. Lo Stato che lo ha condannato ammazza tramite impiccagione. Il detenuto è talmente grasso che la corda del boia non reggerebbe il peso. L’esecuzione deve essere rinviata. Quelle del testo sono le parole che il detenuto pronuncia nelle ore della sua ultima attesa. Attesa prolungata, dilatata (dell’obeso, anche il tempo è ipertrofico). Il luogo dell’azione verbale potrebbe essere una cella, ma più esattamente è un luogo qualsiasi davanti a Dio. Se non proprio davanti, di sicuro nelle Sue vicinanze.Massimo Sgorbani.La voglia di lavorare con Fabio Mascagni è la molla che mi ha spinto ad intraprendere questa avventura. Quello che mi interessa nel lavoro, è scoprire insieme qualcosa che non sappiamo già. Il protagonista del testo è un personaggio che ha delle caratteristiche fisiche molto precise, ma non ritenevo necessario cercare una verosimiglianza con la fisicità dell’attore. Con un piccolo intervento drammaturgico, ho pensato che un “cabaret macabro” potesse darci la giusta distanza, come avveniva attraverso la forma epica dei “cartelli brechtiani “ che, rifiutando lo stile naturalistico, non “incarnavano” un avvenimento ma lo “narravano”, stimolando la coscienza critica e l’immaginario dello spettatore. Alvia Reale

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