New York, 537 West 20th Street fini al 25 febbraio 2023 David Zwirner Gallery di New York presenta Roma/New York, 1953–1964, una mostra che esplora gli scambi, i contatti e le contaminazioni avvenute negli anni Cinquanta e Sessanta fra gli artisti italiani e americani. In mostra opere di Carla Accardi, Afro, Franco Angeli, Luigi Boille, Alberto Burri, Giuseppe Capogrossi, Piero Dorazio, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Philip Guston, Franz Kline, Willem de Kooning, Jannis Kounellis, Conrad Marca-Relli, Gastone Novelli, Achille Perilli, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella, Salvatore Scarpitta, Mario Schifano, Toti Scialoja, Mark Tobey, Cy Twombly, provenienti da importanti istituzioni e collezioni degli Stati Uniti, e dagli archivi e fondazioni degli artisti. Tra gli americani al centro della mostra è presente Conrad Marca-Relli. Nato da genitori italiani immigrati, l’artista è stato una figura cardine dei contatti tra le due comunità, promotore di rapporti duraturi tra artisti, collezionisti e mercanti dei due continenti. Roma/New York, 1953–1964 si concentra in particolare su alcuni artisti italiani, molti dei quali, come Carla Accardi e Gastone Novelli, sono riconosciuti e acclamati in Italia, ma sono ancora poco conosciuti negli Stati Uniti. Come loro anche Luigi Boille è stato uno dei protagonisti del periodo, presente in quel decennio in importanti mostre presso la Rome-New York Art Foundation di Roma e il Solomon R. Guggenheim Museum di New York.La mostra vuole inoltre rendere omaggio a Germano Celant (1940–2020), curatore, scrittore e studioso, che nel 1993 organizzò la storica rassegna Roma-New York: 1948–1964, alla Murray and Isabella Rayburn Foundation di New York, un’esposizione che è stata una pietra miliare degli studi e delle ricerche sulle connessioni tra Europa e Stati Uniti nell’immediato dopoguerra ed è oggi fonte di ispirazione anche per questa mostra. Due le opere di Gastone Novelli in mostra: La totale estinzione (1962), Cose da conservare (1963), opere esemplari della sua ricerca, in cui l’artista giunge alla formulazione più matura e compiuta del suo personale, e completamente nuovo, linguaggio fatto di segni astratti, immagini e parole. Informazioni: https://www.davidzwirner.com/exhibitions/2023/roma-new-york-1953-1964
Archive for 14 gennaio 2023
Mostra: Roma/New York, 1953–1964
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
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Schroders – Credito globale: nel 2023 l’approccio attivo sarà premiato?
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
A cura di Rajeev Shah, Global Credit Strategist, e Janina Sibelius, Investment Specialist, Schroders. Non è esagerato dire che il 2022 è stato l’anno peggiore per il credito nella storia recente. Tuttavia, con le valutazioni dei mercati obbligazionari governativi e societari di nuovo allettanti, il 2023 si mostra incoraggiante.I mercati finanziari stanno iniziando ad adattarsi a un nuovo contesto di mercato. Un ambiente in cui le banche centrali continuano a diventare più aggressive e si allontanano dall’era del Quantitative Easing (QE), mentre si prevede che l’inflazione raggiunga il suo picco.Tuttavia, i timori di una recessione globale rimangono elevati, anche se è ancora troppo presto per dire quanto profonda o prolungata si rivelerà tale contrazione.Mentre le banche centrali dei mercati emergenti hanno già aumentato i tassi di interesse in modo significativo, i mercati sviluppati hanno inasprito le condizioni finanziarie nell’ultimo anno, con una serie di rialzi dei tassi. L’aumento dei costi di finanziamento ha iniziato a comprimere la crescita e, nel 2023, dovremmo assistere a una riduzione della volatilità dei mercati obbligazionari determinata dai tassi di interesse.Il conseguente riprezzamento dei mercati obbligazionari governativi e societari ha reso le valutazioni interessanti in termini di spread e rendimento assoluto. I fondamentali societari sono solidi, anche se stiamo entrando in una fase di rallentamento e si prevede un certo deterioramento nel corso dell’anno. In effetti, le valutazioni attuali riflettono per lo più il sentiment negativo di quest’anno, offrendo un ottimo profilo di reddito per il credito globale con molte cattive notizie già prezzate. L’inflazione, che è stata la principale preoccupazione del mercato, potrebbe essere prossima a raggiungere il suo picco. Le cose stanno migliorando negli Stati Uniti, dove i dati sull’inflazione mostrano segni di stabilizzazione e persino di diminuzione. Anche l’inflazione europea, esacerbata dalla guerra in Ucraina, dovrebbe raggiungere il picco, ma in ritardo rispetto a quella statunitense.Le maggiori dislocazioni e gli intervalli di spread all’interno del mercato, nonché la maggiore distinzione tra i settori, consentiranno non solo una migliore allocazione settoriale ma, cosa più importante, un ritorno del mercato globale del credito ai fondamentali. Per gli investitori attivi nel credito globale si presenta quindi l’opportunità di generare forti rendimenti nel nuovo anno.I fondamentali aziendali si sono mantenuti solidi, ma ci si può aspettare un certo deterioramento. I fondamentali delle aziende si sono mantenuti solidi per tutto l’anno, ma si profilano possibili sfide per gli utili, dato che il rallentamento dell’economia pesa sulla crescita delle vendite. Ciò potrebbe mettere in difficoltà i settori ciclici (settori che seguono i flussi e i riflussi dell’economia), dove di solito gli utili si riducono maggiormente nei periodi di crisi. La sfida principale per le aziende quest’anno sarà il rallentamento della crescita globale e il possibile deterioramento della forza dei consumatori, dato che la prolungata inflazione elevata continua a intaccare il potere d’acquisto dei consumatori.La natura aggressiva dei rialzi dei tassi ha portato a una significativa volatilità degli spread, che tuttavia diminuirà una volta che la Fed sospenderà o rallenterà i rialzi dei tassi.In Europa è probabile che le aspettative di recessione per questo inverno si avverino, seguite da una debole ripresa. Sebbene i governi stiano attuando misure fiscali per aiutare i consumatori e le imprese, queste mettono in discussione i deficit dei paesi e la sostenibilità generale del debito nel medio-lungo termine.I costi di copertura valutaria si sono spostati a favore del credito europeo, con un cambiamento sostanziale rispetto agli ultimi anni di QE in cui era favorito il credito statunitense. Questo cambiamento ha reso il credito europeo molto interessante per gli investitori stranieri.È probabile che il mercato dei green bond continui a crescere, dopo che hanno dominato le emissioni di corporate bond ESG. Inoltre, nel 2023 potrebbero esserci ulteriori emissioni di sustainability linked bond (SLB) nel mercato delle obbligazioni high yield.
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New economy: Chi viene espulso dai giganti del digitale
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
“Nei processi di automazione, robotizzazione e digitalizzazione lo Stato deve soccorrere chi si trova senza lavoro a causa di questi processi. Quando un posto di lavoro viene sostituito da un robot, o un negozio di vicinato viene chiuso per il commercio elettronico, il problema non lo vive soltanto la persona ma un’intera struttura sociale. E questa struttura sociale, che si fonda sulle relazioni, dev’essere tutelata e protetta dalle distorsioni del lavoro agile e del commercio elettronico. Non si può e non si deve arrestare la modernizzazione ma le istituzioni pubbliche non possono accelerare acriticamente queste trasformazioni che, comunque sono ineludibili e progrediscono già con il mercato. Devono piuttosto creare camere di compensazione per evitare una disoccupazione di sistema, quella che ha indotto Bill Gates a dire che il futuro è nel reddito universale garantito dai giganti del web con un più proporzionato pagamento delle tasse, per impedire che intere famiglie finiscano sul lastrico”. È quanto ha dichiarato il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al convegno ‘Energia, mare e lavoro’ presso l’auletta dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati organizzato dalla GC consulting presieduto dall’avv. Giuseppe Cavuoti.
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Da Columbia Threadneedle Investments: prospettive 2023 azionario globale
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
Il 2022 è stato l’anno del reset delle valutazioni, con molte economie che sono uscite dal periodo pandemico di “denaro quasi gratis” e i tassi di interesse che sono saliti alle stelle dai recenti minimi storici. Tuttavia, gli utili hanno resistito piuttosto bene al costo del capitale più elevato, all’inflazione dei fattori produttivi e all’incertezza della domanda, in parte grazie a un fenomenale potere di determinazione dei prezzi; la mentalità del “tutto è più costoso” è diventata la norma. Per quanto riguarda il 2023, non ci aspettiamo che si ripeta lo shock valutativo che ha pesato sui mercati azionari nel 2022. L’anno sarà probabilmente più incentrato sugli utili: quali aziende potranno affrontare i costi più elevati, sia che si tratti di interessi che di salari dei dipendenti, e quali invece non riusciranno a farlo, soprattutto di fronte al rallentamento della domanda a livello globale. Detto questo, i mercati sono ovviamente lungimiranti e l’imminente probabile recessione deve essere una delle previsioni più esagerate della storia. Alcune società hanno già subito forti riduzioni delle aspettative sugli utili e stanno già iniziando a guardare a una possibile ripresa economica verso la fine dell’anno.Ci sono ragioni per essere ottimisti: la Cina sta riaprendo a ritmi molto più sostenuti, l’occupazione sta in gran parte reggendo, l’inflazione salariale sta rallentando e i costi dell’energia si stanno riducendo. La crescita globale potrebbe rivelarsi non così terribile come si temeva l’anno scorso.Tuttavia, l’andamento del mercato rimane al vaglio dei responsabili politici e al centro di questa equazione c’è il percorso dell’inflazione, che potrebbe rivelarsi più difficile del previsto.Dopo il reset del 2022, un numero maggiore di titoli presenta nuovamente interessanti valutazioni e la nostra attenzione si è concentrata su quelli in cui è probabile che gli utili rimangano resistenti o che abbiano già scontato il rallentamento degli utili. In quest’ultimo caso, le società di semiconduttori rimangono uno dei nostri settori preferiti, dove riteniamo che la cattiva notizia sia nel prezzo; i titoli tendono a muoversi prima nell’anticipare la ripresa economica e i fattori strutturali alla base della domanda a lungo termine non sono scomparsi.
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Inflazione USA al 6,5% leggermente sotto le aspettative
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
A cura di Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm. Il dato USA sull’inflazione (CPI) di dicembre si è attestato al 6,5%, leggermente inferiore alle previsioni del 6,6%, mentre l’inflazione core è scesa al 5,7%, in linea con le aspettative dei mercati. La Federal Reserve si sentirà rassicurata dal fatto che i suoi rialzi dei tassi stanno avendo, finora, l’effetto desiderato, dato che l’inflazione statunitense è in calo per il sesto mese consecutivo, attestandosi al livello più basso in più di un anno. L’inflazione di oggi, insieme ai dati sui salari non agricoli della scorsa settimana, farà sì che la Fed riconsideri il ritmo dei rialzi dei tassi, visto che si riunirà tra poche settimane. La pubblicazione fa aumentare le probabilità di un aumento dei tassi dello 0,25% all’inizio del mese prossimo, un ulteriore passo indietro rispetto al precedente aumento dello 0,50%. Allo stesso tempo, le richieste iniziali di disoccupazione e quelle continue sono risultate entrambe inferiori alle aspettative, indicando un mercato del lavoro statunitense ancora solido. I dati sui salari saranno probabilmente al centro dell’attenzione della Fed in futuro, in quanto diventeranno sempre più importanti per determinare l’entità e la velocità del calo dell’inflazione al consumo.
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Istat: produzione novembre -0,3% su mese, -3,7% su anno
Posted by fidest press agency su sabato, 14 gennaio 2023
Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, la produzione industriale a novembre scende dello 0,3% sul mese precedente e del 3,7% su base annua. “Si profila lo spettro della recessione. Prosegue inarrestabile il calo della produzione” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Serve un cambio nella politica economica del Governo. L’Esecutivo ha ragione nel sostenere che bisogna puntare sulla crescita, perché solo se si crea ricchezza si può poi ridistribuire, ma per far ripartire la crescita bisogna ridare capacità di spesa alla famiglie. Solo se decollano i consumi, infatti, le imprese possono tornare a produrre a pieno regime, altrimenti non avranno ordinativi. I consumi rappresentano il 60% del Pil. Il fatto che secondo i dati di oggi a crollare maggiormente rispetto a ottobre, dopo l’energia, siano i beni di consumo, deve essere un campanello d’allarme per il Governo. Se i consumatori non acquistano, le imprese non producono. E’ elementare!” conclude Dona.
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