Bologna giovedì 19 gennaio alle ore 17.00, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita la presentazione di CITY OF GOD, catalogo della mostra omonima di Alessandro Pessoli, inaugurata a Palazzo Vizzani, nella sede dell’associazione bolognese Alchemilla, nel 2021. L’evento espositivo dedicato all’artista, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e oggi residente negli Stati Uniti, è stato curato da Fulvio Chimento, con l’organizzazione congiunta di Alchemilla (Bologna), greengrassi (Londra) e ZERO… (Milano). Alla presentazione interverranno Fulvio Chimento, Antonio Grulli e Camilla Sanguinetti, presidente di Alchemilla, che dialogheranno con Alessandro Pessoli in collegamento da Los Angeles, dove l’artista vive e lavora.
Archive for 17 gennaio 2023
Presentazione di CITY OF GOD
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
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Commento macro Amchor: Usa ed UE, con l’inflazione sotto controllo si allontana la recessione. Cina e Sudest asiatico in rimbalzo
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor. Sebbene i rischi rimangano rilevanti, iniziamo il 2023 con una prospettiva ragionevolmente costruttiva per l’economia globale. Riteniamo che negli Stati Uniti e nell’Eurozona sussistano le condizioni giuste affinché una politica monetaria moderatamente restrittiva possa tenere sotto controllo l’inflazione senza generare una recessione, tanto meno una recessione grave.Nel caso degli Stati Uniti, gli ultimi dati macroeconomici suggeriscono che si stanno già ottenendo risultati tangibili in termini di correzione dell’eccesso di domanda e che questo, a sua volta, comincia a tradursi in un certo allentamento delle pressioni su prezzi e salari. È inoltre positivo notare che le aspettative di inflazione a breve termine hanno iniziato a moderarsi nell’ultimo periodo.È dunque altamente probabile che la Fed sia vicina a concludere il processo di rialzo dei tassi, aprendo così la porta a quello che potrebbe essere un atterraggio morbido per l’economia statunitense nel 2023.Passando all’Eurozona, riteniamo che la crescita a breve termine continuerà a sorprendere al rialzo grazie al calo dei prezzi delle materie prime, una situazione di bilancio sana per famiglie e imprese, una politica fiscale chiaramente espansiva e una sensibile accelerazione dei salari.In quest’ottica, nelle prossime settimane presteremo particolare attenzione a due aspetti: i negoziati sui salari (per verificare che i salari non accelerino oltre il limite, a nostro avviso gestibile, del 4-5% entro il 2023) e, appunto, la politica fiscale (per verificare se nel corso dell’anno in corso sia possibile evitare eccessive distorsioni pro-cicliche).Comunque sia, l’Eurozona ha un importante vantaggio nell’affrontare l’attuale situazione di forte pressione inflazionistica: il fatto che per molti anni l’inflazione sia stata ben sotto controllo nel nostro continente sta contribuendo a mantenere ragionevolmente ancorate le aspettative di inflazione a medio e lungo termine. Con due conseguenze: i sindacati sono piuttosto cauti nelle loro richieste salariali e le aziende, in generale, non cercano di sfruttare l’attuale forza della domanda per aumentare in modo aggressivo i propri margini aziendali. Per quanto riguarda la Cina, l’attività economica dovrebbe accelerare in modo significativo e potrebbe raggiungere tassi di crescita ben superiori al 5% nel 2023 grazie al rimbalzo dell’attività post-Covid e a politiche fiscali e monetarie fortemente espansive. Insieme alla Cina, i Paesi del Sud-Est asiatico quest’anno saranno probabilmente tra i migliori in termini di crescita economica: qui, infatti, la completa eliminazione delle restrizioni legate alla pandemia è avvenuta in tempi relativamente recenti e l’orientamento di politica monetaria è meno restrittivo di quello di Stati Uniti ed Europa. A fronte di questo quadro macroeconomico, nonostante il nostro scenario di “atterraggio morbido” per l’economia statunitense, le valutazioni delle azioni USA non ci sembrano particolarmente interessanti. Per contro, i mercati azionari di Cina, Sud-Est asiatico ed Europa presentano, a nostro avviso, prospettive di rischio/rendimento ragionevolmente interessanti. A livello settoriale, grazie alla valutazione e al contesto di tassi d’interesse strutturalmente più elevati in cui probabilmente ci muoveremo nei prossimi anni, ci piace particolarmente il settore bancario europeo.Nel caso del Giappone, riteniamo abbastanza probabile che nella prima metà del 2023 la Bank of Japan (BoJ) sarà costretta ad adottare ulteriori misure di allentamento nella sua politica di controllo della curva, il che potrebbe portare a un ulteriore spostamento verso l’alto della curva giapponese.La conferma di un tetto all’inflazione negli Stati Uniti infine aprirebbe le porte a un interessante profilo di rischio-rendimento per le valute emergenti, soprattutto asiatiche. Allo stesso tempo, livelli di dollaro pari a 1,07-1,10 euro renderebbero il biglietto verde ragionevolmente interessante come copertura per le esposizioni ad attività rischiose nell’Eurozona. Lo yen, dal canto suo, potrebbe beneficiare di eventuali nuove misure di standardizzazione della politica monetaria da parte della BOJ quest’anno e, in questo senso, sarebbe anche in una buona posizione per servire da copertura contro gli shock negativi che potrebbero colpire l’economia globale. (abstract by http://www.verinieassociati.com/
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GAM: Nel 2023 Tech e Asia favoriranno l’azionario europeo
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A cura di Niall Gallagher, Investment Director, Azioni europee di GAM. Il 2022 è stato un anno tumultuoso, i prezzi dell’energia in Europa hanno raggiunto livelli senza precedenti a seguito dell’invasione russa in Ucraina, mentre l’inflazione è risalita dopo una lunga pausa. Nonostante tali ostacoli persistano, abbiamo già assistito a un’ampia correzione dei mercati azionari, i PE a termine in Europa sono pari a 11 rispetto a una media a lungo termine di 14. Questa brusca svalutazione del mercato, unitamente all’aumento significativo dei rendimenti obbligazionari e alle correzioni delle valute, indica che buona parte della correzione probabilmente è già avvenuta. A nostro giudizio, è iniziata una nuova fase per i mercati, infatti sia le pressioni inflazionistiche (e dunque i tassi di interesse) che i prezzi dell’energia, soprattutto in Europa, resteranno più alti più a lungo. Ciononostante, la tenuta degli utili delle società europee appare evidente dai resoconti del 2022. Anche se ci aspettiamo qualche momento di debolezza nel 2023, in generale le prospettive sono positive soprattutto grazie all’esposizione delle società europee alla crescita globale (oltre il 50% dei ricavi viene generato al di fuori dell’Europa). Il settore finanziario continua a essere importante per noi dato che il rialzo dei tassi di interesse determina una migliore redditività. Inoltre, una situazione patrimoniale più solida grazie alla regolamentazione adottata dopo la crisi finanziaria globale e i consumatori meno indebitati comportano, nel complesso, una minima erosione degli impieghi. Continuiamo a concentrare l’attenzione anche sul settore energia, in previsione dei prezzi dell’energia più elevati nel medio termine, e cerchiamo in particolare le società nella fase di transizione dai carburanti fossili alle fonti alternative. La tecnologia continua ad avere effetti rivoluzionari. Noi ricerchiamo le società che beneficeranno dei cambiamenti strutturali in corso, come il passaggio dai servizi offline a quelli online, che avrà effetti positivi su alcuni rivenditori e sul settore fintech. Digital 4.0 continuerà a rappresentare un fattore di crescita per cloud computing, Internet of Things, 5G e fabbriche digitali, per esempio, mentre i semiconduttori resteranno al fulcro della crescita e in questo senso le società europee sono leader globali. Infine, l’Asia sembra finalmente emergere dai continui lockdown per il Covid e ciò dovrebbe favorire la crescita delle classi medie. Entro il 2030, l’Asia rappresenterà due terzi della popolazione mondiale appartenente alle classi medie. Tale tendenza dovrebbe favorire, in particolare, le principali società del lusso con sede in Europa.
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Robeco: Uno stormo di cigni neri, 10 sorprese che potrebbero sovvertire le previsioni per il 2023
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
A cura di Colin Graham, Head of Multi-Asset Strategies di Robeco. Il primo scenario è quello di una “rivincita di Riccioli d’Oro”, ossia di una ricetta economica alla giusta temperatura, né troppo calda né troppo fredda. In questo contesto l’inflazione statunitense segna il picco in assenza di una recessione, il dollaro si deprezza e la Federal Reserve può dormire sonni tranquilli, pur rimanendo vigile. L’espansione fiscale post-Covid rallenta, agendo da freno all’eccesso di domanda. Agli occhi degli investitori multi-asset, la riduzione del rischio di default rende molto attraenti le obbligazioni high yield. In alternativa, la Fed potrebbe stancarsi dei bassi tassi di lungo periodo e rivedere il suo obiettivo di inflazione, adducendo una rottura strutturale con il precedente regime che vige sostanzialmente dai tempi della crisi finanziaria globale. Potrebbe sostenere che l’obiettivo del 2% è troppo vicino allo zero, affermando che la prossima recessione rischia di far precipitare l’economia in una vera e propria deflazione. Seguirebbe il panico e, per le obbligazioni denominate in dollari USA, rendimenti negativi per il terzo anno consecutivo. Ancora peggiore è la prospettiva deflazionistica. L’impegno a migliorare il profilo ambientale, sociale e di governance (ESG) delle aziende ha assunto un’importanza enorme. Il problema è che ha portato anche a un aumento dell’ecologismo di facciata, il greenwashing. Un altro problema crescente riguarda l’impact washing o finto impatto positivo, quando cioè le aziende o gli investitori affermano di generare un impatto sul territorio che tuttavia è difficilmente dimostrabile o misurabile. È possibile che le dichiarazioni di sostenibilità divengano soggette a controlli più severi da parte di autorità di regolamentazione, media e investitori. Di conseguenza, le grandi istituzioni finanziarie faranno fatica a dimostrare le proprie caratteristiche di sostenibilità in tutti gli aspetti della loro attività.Una questione meno nota riguarda la propensione al rischio, in cui si chiede agli investitori multi-asset di indicare il livello di rischio che sono disposti ad accettare. Questi fondi vengono in genere suddivisi in tre categorie: “prudenti”, ossia a basso rischio e investiti soprattutto nei titoli di Stato più sicuri; “moderati”, che offrono un mix bilanciato tra azioni ed obbligazioni; oppure “aggressivi”, con un’allocazione azionaria predominante. Il problema è che nel 2022 queste etichette non mostravano grandi differenze. A fine dicembre lo scarto di performance tra questi profili non superava i 20 punti base (in euro. Se ciò dovesse ripetersi nel 2023, avremmo un secondo anno di rendimenti negativi per i fondi bilanciati, analogamente a quanto accaduto allo scoppio della bolla tecnologica del 2001-2002. Ma non ci sono solo cattive notizie. Nella visione consensuale prevale la convinzione che la guerra in Ucraina, che nel 2022 ha causato tanta volatilità sui mercati e ha scatenato una forte inflazione in tutto il mondo, continuerà. Se tuttavia la pace prendesse il sopravvento, ci sarebbe uno stravolgimento più favorevole. Potremmo assistere ad un dividendo di pace: l’Ucraina metterebbe in sicurezza i suoi confini con gli ‘aiuti’ europei e i flussi di grano, petrolio e gas riprenderebbero, ponendo fine alle strozzature. Le economie mondiali, in particolare quelle europee, avrebbero un vantaggio in termini di costi energetici. C’è poi la possibilità di un “cambio di governo shock”, come nel caso del Regno Unito che nel 2022 ha visto avvicendarsi tre primi ministri. Potremmo assistere a un importante cambio di politica al cadere di un governo ‘importante’, come è accaduto a Boris Johnson e un mese dopo a Liz Truss, con conseguenti picchi di volatilità.Infine, l’impegno economico ad azzerare le emissioni nette potrebbe sorprendere in positivo. Non si può fare marcia indietro sul clima: le prove del cambiamento climatico continuano ad aumentare e la COP27 ha evidenziato come la politica giochi un ruolo chiave per determinare l’equilibrio tra ambizione e attuazione climatica. Potremmo assistere alla creazione di un ’super-fondo’ multinazionale per agevolare la transizione verso le emissioni zero, sostenuto da diversi governi.” Nessuno possiede una sfera di cristallo in grado di prevedere perfettamente gli eventi che influenzano i rendimenti di mercato.Siamo pronti ad affrontare un altro anno turbolento con un approccio contrarian, che nel 2022 ha generato valore. (abstract http://www.verinieassociati.com/)
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Da Gimme5: Anno nuovo, nuovi obiettivi da raggiungere risparmiando e investendo
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
L’inizio di un nuovo anno rappresenta l’occasione perfetta per fare un bilancio di tutti quei sogni che da tempo ognuno di noi tiene nel cassetto, per capire come possano concretamente essere realizzati in futuro. Sognare in grande, però, purtroppo non basta. Occorre cominciare da subito ad adottare una serie di buoni comportamenti volti a migliorare la propria salute finanziaria. Mettere da parte una piccola quota dello stipendio ogni mese o investire una parte dei risparmi fermi sul conto corrente potrebbero sembrare azioni troppo semplici, ma se adottate con costanza nel tempo, aiutano realizzare i propri desideri, dall’ultimo modello di smartphone al viaggio dei sogni, dall’auto nuova all’anticipo per la prima casa, fino all’università dei figli. 1° obiettivo: il viaggio dei sogni. Le spiagge delle Maldive o i grattacieli di Manhattan non sono irraggiungibili: cominciando oggi a mettere da parte 100 euro al mese per due anni, senza mai saltare un accantonamento, a dicembre 2024 si otterrebbe un gruzzolo di 2.400 euro. Considerando, però, l’effetto dell’inflazione che erode il potere d’acquisto dei risparmi, la somma accantonata avrebbe un valore reale di 2.355 euro, con una perdita di valore del 2% circa. Se invece di lasciare fermo il denaro sul conto corrente, questa somma mensile fosse investita in un fondo comune composto in egual misura da titoli governativi e obbligazioni (dato l’arco temporale di breve periodo è più indicato optare per soluzioni di investimento con minori livelli di volatilità), a dicembre 2024 il capitale potrebbe raggiungere i 2.433 euro, con un guadagno del 3,3%. 2° obiettivo: auto nuova Se sogniamo più in grande, ad esempio un’auto nuova, cominciando oggi a risparmiare 150 euro al mese per 5 anni, a dicembre 2027 si raggiungerebbe la somma di 9.000 euro, il cui valore reale, però, a causa dell’inflazione ammonterebbe solo a 8.575 euro (con una perdita di valore di circa il 5%). Se, invece, il capitale risparmiato fosse investito mensilmente in un fondo composto per il 25% da titoli governativi, per il 35% da obbligazioni e per il 40% da azioni, dopo cinque anni si potrebbe disporre di 9.700 euro, registrando un guadagno del 13% circa. 3° obiettivo: prima casa L’ultimo obiettivo considerato dalla simulazione è anche il più ambizioso: l’anticipo del mutuo per l’acquisto della prima casa, da realizzare entro un orizzonte temporale di dieci anni. Se a gennaio 2023 si iniziasse a risparmiare una somma di 200 euro al mese per 10 anni consecutivi, a dicembre 2032 si avrebbe a disposizione un gruzzolo di ben 24.000 euro. Purtroppo, però, anche in questo caso occorre fare i conti con il potere erosivo dell’inflazione, che abbassa il valore reale della somma risparmiata a 21.788 euro (con una perdita del 9% circa). Dato l’ampio arco temporale che si ha a disposizione, però, la somma risparmiata potrebbe essere investita in questo caso in un fondo con una componente azionaria maggiore (20% obbligazioni e 80% azioni), potendo raggiungere in dieci anni la cifra di 30.342 euro, con un guadagno del 39% circa. Una volta deciso l’obiettivo per cui cominciare a risparmiare nel 2023, Gimme5 dà la possibilità di impostare fino a cinque obiettivi di risparmio e di scegliere il fondo più adatto in base all’orizzonte temporale a disposizione, con la possibilità di automatizzare i versamenti giornalieri o mensili e associarli alle proprie passioni, per realizzare ancora più velocemente i propri progetti.
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L’investimento responsabile nel 2023: sviluppi normativi e prospettive di crescita
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
A cura di Claudia Wearmouth, Global Head of Responsible Investment di Columbia Threadneedle Investments. Il caos causato dalla pandemia da Covid-19 si è forse attenuato in molte aree del mondo grazie alle vastissime campagne vaccinali, ma il 2022 è stato indubbiamente un anno turbolento. Basti pensare alla guerra in Ucraina, ai prezzi energetici, all’impennata dell’inflazione e alla crisi del costo della vita, mentre le devastazioni causate da fenomeni meteorologici estremi evidenziano quanto i cambiamenti climatici restino un’importante sfida da affrontare a livello mondiale. Come si posiziona l’investimento responsabile (IR), in questo contesto di forte incertezza? Dopo i solidi rendimenti degli ultimi anni, molti fondi IR hanno sofferto nel 2022, in parte a causa di un’esposizione generalmente modesta al settore del petrolio e del gas, che ha beneficiato dell’impennata dei prezzi dell’energia. Inoltre, le strategie orientate all’IR tendono a privilegiare i titoli e i settori growth come la tecnologia e la salute, che hanno subito revisioni al ribasso dei rating a causa dell’incertezza attorno alle dinamiche dell’inflazione e dei tassi di interesse. Più a lungo termine, crediamo fermamente che la tesi d’investimento rimanga intatta, specialmente in un contesto in cui la relativa gamma di opportunità si sta ampliando. Malgrado queste difficoltà, l’IR continua a godere di grande popolarità: fattori ESG, sostenibilità, investimento socialmente responsabile sono, infatti, tutti termini e tipologie di investimento che ricadono nella sfera dell’IR e che sono oggi sempre più ricercati. A questo proposito, Bloomberg ipotizza che gli attivi ESG potrebbero superare i 50.000 miliardi di dollari entro il 2025. Sembra quindi che nell’ambito degli investimenti si sia risvegliato un desiderio diffuso di comprendere meglio l’idea di investire per le generazioni future e per il pianeta, oltre che per il proprio rendimento finanziario. Come Columbia Threadneedle, restiamo focalizzati sulla qualità e su una continua evoluzione del nostro approccio all’integrazione di criteri ESG: sottoponiamo le fonti di dati ESG a una costante revisione e continuiamo a sviluppare strumenti analitici ESG per aiutare i nostri team d’investimento a estrarre informazioni di alta qualità su cui basare decisioni d’investimento consapevoli. Questa metodologia sarà per noi un aspetto cruciale nel 2023 e oltre.Guardando al 2023, in un contesto in cui l’IR registra uno slancio crescente, ci aspettiamo che le normative vengano progressivamente potenziate per rafforzare la trasparenza e impedire il greenwashing. All’adozione del Regolamento SFDR (Regolamento relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari), in Europa, è seguita l’introduzione degli obblighi di informativa sulla sostenibilità (Sustainability Disclosure Requirements, SDR) nel Regno Unito, e misure analoghe potrebbero presto entrare in vigore negli Stati Uniti su proposta della Securities and Exchange Commission. Associate agli impegni assunti nell’ambito di iniziative come lo UK Stewardship Code e la Net Zero Asset Managers Initiative, queste normative consolidano ulteriormente i requisiti in materia di trasparenza. Il potenziamento della supervisione regolamentare e degli standard comuni può promuovere miglioramenti non soltanto a livello di informativa ma anche di prodotti e servizi, in quanto induce gli asset manager a innovare la propria offerta, per rimanere al passo (o meglio ancora anticipare) l’evoluzione del contesto normativo. Un altro aspetto legato a questo processo è una crescente dipendenza dai dati ESG per l’adempimento degli obblighi normativi e per aggiornare i clienti sull’impatto delle strategie in cui hanno investito. Malgrado i progressi compiuti in termini di copertura e qualità dei dati, resta ancora molta strada da fare per migliorarne l’accuratezza e l’affidabilità. Nulla, infatti, può sostituire esperienza e competenze reali approfondite.Infine, un’ultimo tema legato all’IR per il 2023 è incentrato sull’engagement. Gli investitori di tutto il mondo sono sempre più consapevoli del potere che può derivare da un’attività di engagement ESG attenta e accurata. Molte delle “società sostenibili” più conosciute sono ampiamente partecipate, e crediamo che l’attività di engagement rappresenti uno strumento importante per identificare le aziende meglio posizionate per diventare i leader di domani. Riteniamo, poi, che l’engagement sia anche uno strumento fondamentale per favorire la transizione di società e industrie verso pratiche più sostenibili, su cui pongono l’enfasi molti fondi ESG.Investendo in aziende in grado di fornire prove credibili del loro percorso verso un futuro sostenibile, e utilizzando l’attività di engagement per favorire questa evoluzione, gli investitori possono infatti generare un impatto positivo concreto. All’opposto, un approccio generalista può indurre a disinvestire da una società solamente perché si trova in una fase non sufficientemente avanzata di questo percorso. Come Columbia Threadneedle abbiamo oltre 20 anni di esperienza nell’engagement su questioni ESG e poniamo l’enfasi su azioni di engagement attente e mirate con le società; in questo modo, siamo certi che l’impatto del nostro lavoro risulterà ancora più incisivo, in quanto focalizzato sul modo in cui le aziende ben posizionate opereranno la transizione verso un futuro sostenibile. By http://www.columbiathreadneedle.it
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Prospettive su inflazione e politiche monetarie nel 2023
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. Il dato sull’inflazione USA pubblicato la scorsa settimana ha confermato le aspettative per il 2023: un rallentamento dell’inflazione è, infatti, ampiamente atteso e sembra essere stato già prezzato dai mercati. Per esempio, lo swap CPI statunitense a 1 anno è pari al 2,4%, mentre l’inflazione breakeven a due anni derivata dal mercato dei TIPS è già tornata al 2,1%. Poiché l’inflazione core si colloca attualmente tra il 5% e il 6%, il fatto che il mercato si aspetti una rapida decelerazione dell’inflazione non è affatto un’aspettativa sbagliata. Tuttavia, la storia non fornisce numerose prove di bruschi rallentamenti dell’inflazione. Ad esempio, l’ultima volta che l’indice Fed di Dallas ha registrato un aumento del 5% su base annua, ci sono poi voluti circa 15 anni per ritornare verso il 2%. Anche durante la Grande Recessione del 2008, che ha colpito in modo sproporzionato il mercato immobiliare, l’CPI dei servizi di base ha subito una decelerazione dal 3,3% su base annua all’inizio della recessione al 2,7% su base annua dopo un anno di recessione. In primo luogo, ci aspettiamo una deflazione per i beni core (che escludono i prezzi di cibo ed energia). In secondo luogo, ci aspettiamo che i costi per i servizi abitativi – gli affitti, per intenderci – raggiungano il picco nel secondo trimestre del 2023, per poi decelerare gradualmente verso la normalità. Infine, prevediamo che i servizi non abitativi rimangano sostanzialmente solidi fino a quando il mercato del lavoro non deteriorerà concretamente – e, in questo caso, le aspettative sono per il quarto trimestre 2023.Di conseguenza, il PCE core si attesterà ancora attorno al 4% entro la fine del 2023. Una decelerazione più rapida dei beni core, un calo più marcato dei prezzi dei servizi abitativi e una diminuzione sostenuta dei prezzi dei servizi non abitativi, però, cambierebbero la nostra view.Olivier Blanchard, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale, e Jason Furman, ex presidente del Council of Economic Advisors, sostengono che il target dell’inflazione al 2% non sia un valore critico e che, di conseguenza, la Fed dovrebbe rivedere al rialzo l’obiettivo di inflazione.Questa nuova narrazione è diventata sempre più popolare tra i trader nel corso del 2022, ma sta facendo fatica a imporsi al di fuori dei circoli accademici e tra i principali fautori della politica monetaria. Il presidente della Banca Centrale americana Jerome Powell, infatti, non è incline: dopo la riunione della Fed di dicembre ha affermato che tale proposta non fosse nemmeno presa in considerazione, lasciando poco spazio a ripensamenti nell’immediato futuro. La più recente modifica del quadro di riferimento della Fed, il Flexible Average Inflation Targeting (FAIT), è il risultato di un processo pluriennale di revisione pubblica, che, solitamente, dura anni. La prossima revisione è prevista per il 2025: fino ad allora, dobbiamo convivere con il target del 2%. Ma se i policymakers della Fed, Jerome Powell incluso, iniziassero a discutere di possibili revisioni delle politiche o se le previsioni di inflazione sul lungo periodo venissero modificate, ciò porterebbe a una revisione del nostro outlook. Al momento, l’opinione più diffusa tra gli operatori di mercato è che la Fed non taglierà i tassi di interesse fino a quando l’inflazione non scenderà sotto il livello dei Fed Funds. L’idea alla base di questa narrazione è che l’inflazione non diminuirà, a meno che la Fed non comprima ulteriormente l’economia. Questo è la storia a insegnarcelo! In nessun ciclo storico – nemmeno in quello più mite del 2015-2019! – il tasso terminale sui Federal Funds si è attestato al di sotto del tasso annuo dell’inflazione core.
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Le imprese italiane hanno chiuso il 2022 con fatturati in crescita
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Nonostante il peggioramento della congiuntura economica e il clima di elevata incertezza, le imprese italiane hanno chiuso il 2022 con ricavi in crescita. La persistenza di fattori critici, come inflazione e shock energetico, si rifletterà però in una stagnazione dei conti economici nel 2023-24 (che già da quest’anno potrebbe diventare contrazione nello scenario più pessimistico), con effetti diversificati tra i settori: tra i più colpiti, elettromeccanica, informazione e comunicazione, agricoltura, mentre godranno di un rimbalzo quelli che hanno sofferto più a lungo per il Covid, come il sistema moda; le performance di servizi non finanziari e costruzioni dipenderanno molto dallo scenario incerto. Nel 2024 il fatturato sarà comunque più alto rispetto al 2021: difficoltà per automotive e agricoltura, mentre andrà bene per logistica e trasporti. Come è facile immaginare, i settori più esposti saranno quelli energivori e più dipendenti da materie prime. Sono le principali evidenze dal Cerved Industry Forecast, lo studio di Cerved che analizza l’evoluzione dei ricavi delle imprese italiane nel biennio 2023-24. L’analisi evidenzia dati fortemente differenziati a livello settoriale per la diversa esposizione agli shock in corso: energia, inflazione, materie prime, tensioni geopolitiche. Il modello di previsione è stato costruito considerando l’andamento di variabili microeconomiche, settoriali e macroeconomiche, sintetizzando la congiuntura in due possibili scenari: base, caratterizzato da sviluppi positivi verso la risoluzione del conflitto russo-ucraino, stabilizzazione dei prezzi di commodities ed energia e gestione efficiente dei fondi pubblici del PNRR; e pessimistico (worst), in cui si osserverebbero un’escalation del conflitto, persistente inflazione e difficoltà nell’implementazione dei piani del PNRR. In base alle stime effettuate da Cerved, nel 2022 i fatturati reali delle imprese sono cresciuti del 3,1%, un dato che a causa dell’inflazione è inferiore in maniera nettissima rispetto ai valori nominali (18,2%). La ripresa post-pandemica cesserà però nel 2023, con i ricavi previsti in forte decelerazione nello scenario base (+0,5%) e addirittura in contrazione dell’1,1% nello scenario pessimistico, che nei tre anni dal 2021 al 2024 vedrebbe una crescita del fatturato reale di solo il 2,1%. La variabile inflattiva continuerà a giocare un ruolo chiave nella pianificazione aziendale dei prossimi anni: nello scenario più roseo, il 2024 vedrà un incremento nominale del fatturato del 24,1% a fronte di un aumento reale del solo 4,8% rispetto al 2021. L’elettromeccanica è il comparto con le peggiori performance (-1,9% nello scenario base, -3,7% in quello worst), con difficoltà legate soprattutto al calo della domanda estera (Germania e USA), ma non se la cava bene neanche informazione e comunicazione (-0,4% e -2,9%), rallentato dalla frenata degli investimenti nel marketing pubblicitario e dalle tensioni geopolitiche e commerciali nell’ambito telecomunicazioni. A livello più disaggregato, il settore che più soffrirà per l’aumento dei prezzi dell’energia è quello dei sanitari, (-11,1% del fatturato nel 2024 rispetto al 2021 nello scenario migliore), a causa del maggior costo di piastrelle, mattoni e componenti per costruzioni in ceramica, industrie molto energivore. Il secondo è quello della carta per usi grafici (-11,8% nel 2024 sul 2021 nello scenario worst), che risente anche della grave crisi dell’editoria. Un’ulteriore variabile critica riguarda i prezzi delle commodities, che se rimanessero elevati avrebbero tuttavia effetti più contenuti rispetto all’energia: nel 2024, i settori più colpiti perderebbero in media l’8,33% (contro il 9,6%) in rapporto al 2021. Nello scenario worst, quattro settori avrebbero una variazione negativa in doppia cifra: vendita di gas (-12,7%), imballaggi in metallo (-11,8%), accumulatori e batterie (-10,6%) e mangimi per animali (-11,1%), colpiti non solo dall’aumento del prezzo dei cereali, ma anche dal calo strutturale del consumo della carne rossa. (abstract)
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Una rete di luoghi della memoria per non dimenticare la Shoah
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Come tramandare la memoria della Shoah in un’epoca in cui sono rimasti pochi testimoni e si rischia che ne resti solo qualche riga sui libri di storia? I viaggi della Memoria non sono solo quelli che tradizionalmente ci portano ad Auschwitz o a Dachau. Anche in Italia sono molti i luoghi che parlano dell’Olocausto, della violenza e della discriminazione. Per questo motivo è nata una Rete italiana che li collega tutti e che intende promuovere le visite delle scuole: il Memoriale della Shoah e il Binario 21 a Milano, il civico Museo della Risiera di San Sabba a Trieste, il Museo Nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, la Fondazione Fossoli a Carpi e il Museo internazionale della memoria Ferramonti di Tarsia (Cosenza). Il Centro di ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica, in occasione della Giornata per la Memoria del 27 gennaio, promuove l’incontro “I luoghi della memoria per insegnare la Shoah” mercoledì 18 gennaio alle ore 16 presso la sede del P.I.M.E. (aula P011) in via Pagliano 10 a Milano.Durante il convegno con Sira Fatucci (Unione delle comunità ebraiche italiane) si parlerà dei viaggi della memoria che consentono di avvicinarsi alla Shoah attraverso la raccolta di oggetti ritrovati nei campi di sterminio, ma anche dei luoghi di persecuzione a Milano come il carcere di San Vittore o l’hotel Regina di cui racconterà Patrizia Baldi (Centro di documentazione ebraica contemporanea). E ancora Daniela Tedeschi (Associazione Figli della Shoah) dirà delle pietre d’inciampo con nomi e date dei deportati, mentre Saverio Colacicco introdurrà alla Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. Accanto ai luoghi della disperazione ci sono, però, anche quelli della speranza e della salvezza, come i Giardini dei Giusti di cui parlerà Annamaria Samuelli (Fondazione Gariwo) e la Sciesopoli ebraica di Selvino che sarà presentata da Marco Cavallarin.Sito: http://www.cattolicanews.it
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Portobello a zero impatto ambientale
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Portobello S.p.A. (“Portobello” o la “Società”), società quotata sul mercato Euronext Growth Milan che opera attraverso l’attività di barter nel settore editoriale e pubblicitario e proprietaria della omonima catena retail e del portale ePrice, comunica di avere rafforzato il proprio impegno di sostenibilità ambientale attraverso il progetto Forever Zero CO2, il programma di compensazione carbonica di Forever Bambù, realtà leader nella piantumazione di bambù gigante con agricoltura biodinamica e simbiotica, a fini industriali, alimentari ed energetici.Grazie a questo ambizioso progetto, Portobello ha azzerato le emissioni inquinanti di tutta la catena retail, 31 negozi aperti fino ad oggi, attraverso l’assorbimento di ulteriori 600 tonnellate di CO2 all’anno. Nel 2022 sono stati già piantumati circa 23.000 mq di foresta di bambù a Civitella Paganico (GR) e quest’anno la Società disporrà di ulteriori 23.700 mq, di cui 16.600 mq a Civitella Paganico e 7.100 mq a Portomaggiore (FE) per compensare complessivamente 1.200 tonnellate di CO2 all’anno, corrispondenti a 24.000 tonnellate di CO2 entro il 2043.
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Nuove scoperte dell’Homo erectus
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Un team interdisciplinare di scienziati, guidato dalla Goethe University di Francoforte e dal Senckenberg Research Institute and Natural History Museum di Francoforte, che raccoglie ricercatori di diversi paesi e istituzioni, tra le quali l’Università degli Studi di Padova e il Museo delle Civiltà di Roma, ha scoperto – attraverso l’analisi dei loro denti – cosa mangiavano i nostri antenati della specie Homo erectus, vissuti centinaia di migliaia di anni fa sull’isola di Giava, nel sud-est asiatico. Se si prende una lente d’ingrandimento e una torcia e si osservano i propri denti con molta attenzione allo specchio, in alcuni punti si può notare un disegno di linee sottili e parallele che attraversano i denti. Queste linee corrispondono alle strie di Retzius che segnano la crescita progressiva dello smalto dentale. Lo smalto inizia a formarsi nel grembo materno e continua a mineralizzarsi fino all’adolescenza, quando gli ultimi denti da latte cadono e vengono sostituiti da quelli permanenti. Come in tutti i vertebrati terrestri, anche nell’uomo lo smalto si mineralizza gradualmente in strati microscopicamente sottili, le strie di Retzius appunto, la cui analisi consente di comprendere la velocità di sviluppo dello smalto stesso. Stress fisiologici e/o esterni, come ad esempio la nascita, lo svezzamento o le malattie infettive lasciano tracce visibili, dette strie di Retzius accentuate, che aiutano a comprendere lo stato di salute degli individui. Le strie di Retzius permettono anche di ricostruire il quadro cronologico della composizione chimica dello smalto dei denti, che a sua volta riflette i cambiamenti della dieta individuale.Un’équipe internazionale di scienziati della Goethe University di Francoforte, guidata dal professor Wolfgang Müller e dalla sua studentessa Jülide Kubat, ora dottoranda all’Université Paris Cité, insieme ad altri ricercatori, tra cui Alessia Nava (già all’Università del Kent, ora a Sapienza Università di Roma), Luca Bondioli (Dipartimento di Beni Culturali: Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica dell’Università di Padova) e Beatrice Peripoli (ex studentessa del Dipartimento di Beni Culturali, Università di Padova, ora dottoranda a Sapienza Università di Roma) ha confrontato le abitudini alimentari di un antenato dell’uomo moderno – Homo erectus – con quelle degli oranghi e di altre specie animali, tra loro contemporanee, attraverso lo studio dei denti. Questo nostro antenato e le altre specie animali sono vissuti durante il Pleistocene, tra 1,4 milioni e 700.000 anni fa, sull’isola Giava, che all’epoca era caratterizzata sia da foreste pluviali monsoniche, sia da paesaggi aperti alberati che da savane erbose. Per analizzare lo smalto dei denti, i ricercatori hanno inglobato i denti nella resina e poi li hanno tagliati in fettine sottilissime di circa 150 micrometri di spessore. Questi preziosissimi campioni dentali fanno parte della Collezione “Gustav Heinrich Ralph von Koenigswald” dell’Istituto di Ricerca Senckenberg e del Museo di Storia Naturale di Francoforte, un prestito permanente della Fondazione Werner Reimers. Successivamente, è stato utilizzato un laser speciale per asportare una piccola quantità di smalto dalle sezioni sottili, che è stato analizzato chimicamente tramite l’utilizzo dello spettrometro di massa per rilevare la presenza di diversi elementi chimici, tra cui lo stronzio e il calcio, che si trovano sia nelle ossa che nei denti (Laser Ablation Inductively Coupled Plasma Mass Spectrometry (LA-ICPMS)). Il rapporto tra stronzio e calcio (Sr/Ca) dipende dalla dieta, spiega Wolfgang Müller: “Lo stronzio viene gradualmente espulso dall’organismo, per così dire come un’impurità del calcio vitale. Nella catena alimentare, questo porta a una continua diminuzione del rapporto stronzio-calcio (Sr/Ca) dagli erbivori, agli onnivori, fino ai carnivori”.Il team di ricerca è riuscito a confermare questa tesi confrontando i dati provenienti dall’analisi dei denti di diversi animali del Pleistocene provenienti da Giava: i predatori felini mostravano un basso rapporto stronzio-calcio, i predecessori degli attuali rinoceronti, cervi e ippopotami mostravano alti rapporti stronzio-calcio e i maiali del Pleistocene, in quanto onnivori, si trovavano nel mezzo.Nel complesso, sostiene Müller, la ricerca dimostra che l’analisi laser ad alta risoluzione spaziale degli elementi, unita alla ricostruzione della cronologia di formazione dello smalto dentale, può fornire informazioni temporali straordinariamente dettagliate sulla storia della vita dei nostri antenati: “Improvvisamente ci si sente molto vicini a questi primi esseri umani che hanno vissuto molto tempo prima di noi. Si può percepire cosa poteva significare per loro il cambio di stagione e come interagivano con il loro mondo circostante. È assolutamente affascinante”.
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“Inventing for life Health Summit”
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Roma martedì 31 gennaio 2023, dalle ore 14.00 alle 18.00 a Roma, all’Auditorium Ara Pacis (Lungotevere in Augusta). Un evento che esplorerà gli argomenti chiave delle politiche sanitarie in Italia, sui quali si confronteranno i rappresentanti delle istituzioni, delle società scientifiche e delle associazioni di cittadini: il ruolo centrale della Sanità nell’agenda della politica; l’importanza di Ricerca e Innovazione come volano per lo sviluppo economico, industriale e sociale; il valore della partnership tra pubblico e privato.
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“Scienza e tecnica. Dalla rivoluzione scientifica alla rivoluzione digitale”
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
E’ il volume della serie Patavina Libertas. Una storia europea dell’Università di Padova la collana di alta divulgazione fondata su solide ricerche d’archivio condotte da giovani storici e storiche dell’Ateneo, che rilegge il percorso padovano in chiave europea, tra spazi e forme della libertas e il suo ruolo negli sviluppi dei saperi umanistici e scientifici. Il libro, curato da Giulio Peruzzi e Valentina Roberti e pubblicato in edizione da Donzelli e Padova University Press, viene presentato al pubblico in occasione delle celebrazioni per gli 800 anni dell’Ateneo, mercoledì 18 gennaio alle ore 17.00 in Aula Nievo di Palazzo del Bo, via VIII febbraio 2 a Padova. Ospiti dell’incontro gli autori, Giorgio Moro (Dipartimento di Scienze chimiche), Franco Cardin (Dipartimento di Matematica), Ettore Fornasini e Pierfrancesco Brunello (Dipartimento di Ingegneria).Il cammino della scienza moderna – iniziato tra la seconda metà del Cinquecento e la fine del Seicento – non è stato lineare, ma le università, in particolare l’Ateneo patavino, vi hanno svolto un ruolo rilevante. Una scienza intrecciata con la tecnica fin dalle botteghe rinascimentali, dove alle competenze artistiche si erano via via affiancate quelle che poi apparterranno all’architetto, all’urbanista, all’ingegnere. Proprio lo sviluppo della tecnica, oggi un settore cruciale dell’eccellenza patavina ma entrata in ritardo nelle università italiane, dimostra quanto sia imprescindibile per il suo sviluppo un’adeguata maturazione culturale e imprenditoriale del territorio.Fin dalla sua nascita la scienza definisce anche i valori che costituiscono il suo ethos; tra questi: l’indipendenza da etnia, nazionalità, religione, classe sociale; il carattere di «proprietà comune» delle conoscenze; l’uso della ragione; la sospensione del giudizio fino alla verifica dei fatti. Sono tutti valori che le società totalitarie hanno sempre cercato di arginare. Non è un caso che inizialmente la ricerca venga svolta nelle accademie, dove si dà corpo a una «Repubblica ideale» fatta di libera discussione e circolazione delle idee, lavoro di gruppo, rispetto delle regole di metodo, confronto di proposte e risultati sulla base di esperimenti e dimostrazioni. Una «Repubblica ideale» ben diversa dal contesto in cui prende le mosse la scienza nuova. Solo in seguito – nel resto d’Europa prima che in Italia – entreranno in scena le università, e tra le italiane l’Università di Padova sarà spesso all’avanguardia, a cominciare dai diciotto anni illuminati dalla presenza di Galileo. Galileo infatti coglie a pieno i fermenti europei dell’epoca, sottolineando l’importanza di introdurre la sperimentazione nel processo di conoscenza dei fenomeni naturali, di valorizzare il ruolo della tecnica per ampliare le conoscenze scientifiche, di affermare la libertà della ricerca e il primato della ragione. Dalla dominazione della Serenissima fino al Novecento, l’Ateneo patavino saprà tenere il passo con gli sviluppi della scienza e della tecnica, anticipando spesso le prospettive future.L’evento viene trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube di Ateneo.
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Bennet lancia un’iniziativa Web 3.0 / blockchain per puntare ai clienti più giovani e digitali
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Viene lanciato oggi ufficialmente il Bennet NFT Club, il primo progetto di loyalty realizzato da un’azienda del settore GDO basato su tecnologia blockchain e Non Fungible Tokens. Un sistema interamente realizzato in Italia da Smiling, Innovation Company di Milano specializzata in blockchain per il marketing. Bennet NFT Club è una piattaforma loyalty dedicata ai clienti appassionati di tecnologia di qualunque età, con un’attenzione particolare ai millennial e ai “clienti del futuro” che guideranno i nuovi trend di acquisto, con iniziative nuove e sperimentali. Si tratta di un’iniziativa che non ha precedenti in Italia nel settore della GDO, e comunque pochissimi a livello internazionale, che si inserisce in un trend di progetti Web 3.0 / Blockchain estremamente innovativi oggi sperimentato solo da multinazionali attive nel mondo dello sport e dell’entertainment.Il Bennet NFT Club è un’iniziativa aperta a tutti, clienti tesserati (sono oltre 2 milioni in Italia) e non: chiunque può accedere alla pagina web dedicata https://nft.bennet.com/ e iscriversi fornendo i propri dati personali e collegando il proprio wallet blockchain (Metamask o altri). All’utente vengono proposti tre collezioni di Non Fungible Tokens per un totale di 2.700 oggetti digitali differenti offerti, il cui design di base prende le mosse dalle nuove shopping bag di Bennet realizzate da IED-Istituto Europeo di Design nel 2022 (https://www.bennet.com/shopper-bennet-ied).Le tre collezioni NFT by Bennet hanno tre fasce di costi differenti e, corrispondentemente, tre pacchetti di vantaggi differenti, e tutti offrono la possibilità di partecipare ad un concorso che ad oggi non ha precedenti: i premi in palio sono infatti sei NFT quotati, mintati sulla blockchain da primari brand quali Gucci, Nike, Adidas e The Sandbox (uno dei più noti metaversi).
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La storia mi ha sempre affascinato
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
Già nei miei precedenti libri non ho mancato l’occasione per scrivere in proposito. Ora se passo a una trattazione con un titolo che traccia i tratti specifici di vicende che hanno interessato un secolo e si sono posti alla nostra attenzione per la loro drammaticità e per i lutti e danni provocati, è perché vi ho colto un passaggio epocale che si sta proiettando in maniera inquietante nel XXI secolo. Non potrei di certo con lo stesso animo descrivere i tempi e le vicende umane di altri eventi traumatici come la Rivoluzione francese, perché quella non l’ho vissuta come questa, sia pure con l’età di un ragazzo. Il primo impatto con l’idea della guerra che bussava alle porte l’ho vissuto quando con i miei genitori abitavo a Pistoia e nel 1941, i bombardieri inglesi avevano incominciato a martellare alcune città italiane ed io sentivo gli effetti delle bombe che cadevano e le cannonate della contraerea nelle aree vicine. Mio padre, allora, era militare di carriera. Aveva combattuto nella Prima guerra mondiale ed era stato ferito. Aveva vissuto il dramma del reduce e le incomprensioni della piazza nei confronti di chi per anni, riuscendo a salvare la pelle, si era trovato intrappolato in una trincea alla mercé dei cecchini e a dover respingere le sortite del nemico e a partecipare a quelle del proprio reparto per la conquista di un lembo di terra. Poi vennero il fascismo e poi ancora un’altra guerra che a differenza della prima non era circoscritta in un’aerea ben definita, ma si dilagava ovunque e, dove gli eserciti non guerreggiavano, ci pensava l’aviazione a provocare vittime civili e immani distruzioni. I miei genitori pensarono bene che sarebbe stato meglio, soprattutto per me, trasferirci in una località che ritenevano meno esposta ai rischi della guerra. Fu così che con mia madre ritornammo al nostro paese natio, Campobasso, una località fuori dalle grandi linee di comunicazione e di certo poco interessante dal punto di vista strategico sia per i bombardieri che negli anni successivi solcavano i cieli ed erano motivi di curiosità ma non certo di preoccupazione, sia per gli eserciti in movimento. Mio padre, invece, fu assegnato, dopo la campagna d’Albania, a Spoleto e lì visse i momenti più tragici dell’armistizio e della rabbiosa reazione dei tedeschi che si sentirono traditi dall’alleato italiano. Ma anche Campobasso, alla fine, non fu immune di un interesse militare tanto che mia madre pensò bene di mandarmi dalle zie paterne che vivevano in un paesino a quaranta chilometri dal capoluogo: Morrone nel Sannio. Lo fece anche perché mancavano le scorte alimentari e s’incominciava a fare la fame. Lei, invece, non poteva muoversi dovendo accudire alla madre semi paralizzata a letto e intrasportabile. Ma la guerra sembrava inseguirmi. Gli alleati sbarcarono a Termoli a una quarantina di chilometri da dove mi trovavo e considerarono Morrone del Sannio un paese da sottrarre ai tedeschi per la sua caratteristica di trovarsi abbarbicato sulla cima di una montagna e da dove era possibile avere un osservatorio naturale d’indubbio valore strategico per la loro successiva avanzata che avrebbe chiuso in una sacca le truppe tedesche che non avendo altri sbocchi erano costrette ad arretrare verso Campobasso e da dove, invece, sull’altro versante avanzavano gli alleati provenienti da Napoli. Per mia fortuna e quella dei morronesi avemmo a che fare con le truppe regolari tedesche e non da reparti di SS o elementi della Gestapo. Erano gentili e socievoli. Non solo. Con l’avvicinarsi delle truppe americane pensarono bene di lasciare il paese di notte alla chetichella. Da una parte fu un bene ma, dall’altra, ingenerò una malcelata preoccupazione per i paesani pensando che gli alleati potevano non sapere di questa evacuazione spontanea e incominciare con un fuoco preventivo prima di entrare in paese.Si ritenne, quindi, importante fare in modo d’avvisarli. Ma come? Io con altri bambini ascoltavo questi discorsi che preoccupavano gli adulti e che per noi erano motivo d’eccitazione. Io con altri, sfuggendo alla sorveglianza dei nostri parenti, ci portammo verso le ultime case del paese da dove si poteva osservare il tratto che degradando verso il piano, con scarsi alberi e con bassi cespugli giungevano sino al cimitero a ridosso del quale vi era un bosco che, a sua volta, lambiva la strada comunale che si allacciava, dopo quattro o cinque chilometri, allo stradone che collegava Termoli a Campobasso e alla vicina stazione ferroviaria di Ripabottoni. Ricordo che parlavamo tra di noi e cercavamo di scrutare con attenzione lo spazio antistante per riuscire a individuare qualche segnale che ci permettesse di capire dove potevano trovarsi i soldati alleati. Si sa che i ragazzi sono spesso impulsivi e non hanno ancora la percezione esatta del pericolo. Alla fine tra tanto parlottare e scrutare e persino individuare movimenti strani che altri poi smentivano categoricamente indicandone altri io mi decisi di rompere gli indugi e di corsa mi diressi a valle tra i campi incolti e qualche avvallamento che riuscii miracolosamente ad evitare finché mi ritrovai placcato e a terra con un soldato americano mentre sulla nostra testa sibilavano i proiettili di una mitragliatrice. Ciò permise, se non altro, agli americani d’individuare il nido di mitragliatrici della retroguardia tedesca e d’apprendere che in paese non vi erano tedeschi. Il resto fu trionfale. Il lieto fine, come si sa, è una liberazione dalle ansie patite in precedenza e mi permise di trasformare i rimbrotti delle zie impaurite dall’apprendere la mia bravata in un moto di gioia collettiva. Così offrii il mio contributo alla causa della guerra ma non mi liberai del tutto dai suoi fantasmi. Ricordo che fui portato a Campobasso dagli americani alcuni giorni dopo che la conquistarono su una loro jeep per andare da mia madre e mia nonna e ne approfittai per recare loro alcuni generi alimentari della campagna e dei generosi regali a base di cioccolato, latte in polvere, zucchero, carne in scatola e caffè avuti dopo che gli statunitensi appresero che una delle mie zie era una cittadina americana. Fu proprio un pomeriggio, mentre passeggiavo con mia madre nei pressi della villa cittadina, che fui preso da un attacco di panico. La causa scatenante fu il rullio di un tamburo della fanfara militare scozzese e che scambiai, probabilmente, con colpi di cannone. Questa paura mi perseguitò per anni e si riaffacciava tutte le volte che sentivo un forte e improvviso rumore. Da questa mia esperienza, ero un ragazzo che aveva da poco compiuto dieci anni, posso oggi capire cosa significa trovarsi nel bel mezzo di una battaglia, essere circondati da morti e feriti e soffrire la fame. Forse per questo motivo quelli della mia generazione sono stati più condiscendenti con i propri figli e aver loro permesso di vivere un’esistenza meno rigorosa anche se alla fine questa nostra indulgenza non ha giovato alla loro formazione. Le guerre, quindi, portano dei cambiamenti comportamentali sia nell’immediato rendendoci più maturi, sia perché fanno sentire i loro effetti a lungo e tendono a riverberarsi nelle generazioni successive e nei modi più imprevedibili. Forse non è stato solo un caso se le tante esitazioni mostrate dai governanti degli altri stati europei, nei confronti della Germania hitleriana, siano stati determinati proprio dal timore che si potesse scatenare un altro conflitto bellico con conseguenze probabilmente peggiori di quelle lasciate dal primo. Un atteggiamento da saggi ma anche da persone che pur non avendo preso coscienza di quanto fosse drammatico lo scenario di una guerra futura, che prevedeva ragionevolmente l’uso di armi sempre più sofisticate e distruttive come lo fu la bomba atomica, e ne hanno saputo qualcosa gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki in Giappone, avvertivano il forte desiderio delle popolazioni, che sulla loro pelle avevano vissuto momenti tragici, e non volevano che i grandi della terra parlassero ancora di guerre. Del resto, l’occidente europeo non sembrava tanto preoccupato delle dittature di destra ma, semmai, lo era, di certo, per quelle sinistra, a partire dalla Russia. (Da Fidest: Io figlio della lupa)
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EUMOFA has recently published the third edition of the study “Blue bioeconomy report”
Posted by fidest press agency su martedì, 17 gennaio 2023
The report is released every two years and this edition aims to provide an updated overview of the European Union’s blue bioeconomy sector focusing on micro- and macroalgae cultivation systems, examination of potential of seaweed as blue carbon and of the sargassum seaweed as well as on whether seaweed farming can transform regional economies. Overview of latest developments of micro- and macroalgae cultivation systems: Seaweed farming and harvesting are still very small-scale in Europe – despite 36% of entries in a global seaweed industry database being in Europe, many are start-ups not yet commercially operational. Europe has vast areas suitable for seaweed and macroalgae cultivation[1];[2] , but it only accounts for less than 0,25% of global human-led seaweed production (farming + harvesting). Besides the EU hosts significant wild seaweed ecosystems that play a crucial role in the marine carbon cycle. Seaweed acts as a net sequestrator of CO2 worldwide, potentially matching levels of sequestration from tidal marshes, mangroves and seagrass ecosystems combined. Possible actions to integrate seaweed in climate policies include conservation, restoration and farming, with potential positive effects on both climate and the environment. There is a growing demand for seaweed products that producers cannot fulfill due to a variety of factors (knowledge silos, lack of data transparency, unpredictable production cycles, inefficient supply chains, complex regulatory frameworks), all of which disincentivize risk averse investors and businesses.Pelagic sargassum plays a crucial role in marine ecosystems, serving as hotspots for biodiversity and productivity in otherwise substrate poor, low-nutrient open-ocean waters. Yet the use of Sargassum around the world is limited to certain niche areas, and there is no real market for the time being. The full study is available in English.
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