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Quotidiano di informazione – Anno 35 n°79

PIMCO: Principali conclusioni del Cyclical Outlook: Mercati in tensione, la forza dell’obbligazionario

Posted by fidest press agency su martedì, 24 gennaio 2023

A cura di Tiffany Wilding, North American Economist e Andrew Balls, Global CIO Fixed Income di PIMCO Dopo aver superato uno dei peggiori anni mai registrati dalle diverse classi di attivo, gli investitori dovrebbero trovare maggiori motivi di ottimismo nel 2023 nonostante il contesto sfidante per l’economia globale. Nelle ultime Prospettive Cicliche “Mercati in tensione, la forza dell’obbligazionario” illustriamo come stiamo investendo a fronte di uno scenario di probabile recessione mentre le banche centrali continuano a combattere l’inflazione. Questo blog è una sintesi delle nostre view sull’orizzonte dei prossimi 6-12 mesi.L’attività economica si è rivelata più resiliente del previsto ma le prospettive si sono deteriorate. Le condizioni finanziarie sono inasprite e nel nostro scenario di base prevediamo modeste recessioni nei mercati sviluppati. Ravvisiamo tre principali temi economici:L’inflazione dovrebbe moderarsi e i rischi per le prospettive d’inflazione appaiono più bilanciati rispetto a qualche mese fa. Le banche centrali sono più vicine a mantenere la politica monetaria a livelli restrittivi che a inasprirla. Le recessioni poco profonde non saranno indolori in quanto probabilmente aumenterà la disoccupazione.Il Regno Unito verosimilmente è già in recessione. Seguendo il nostro modello a cerchi concentrici, a fronte del rischio che aumenta per gli attivi nei cerchi più esterni, privilegiamo gli investimenti più vicini al nucleo centrale per il 2023, focalizzandoci sui settori obbligazionari di alta qualità che offrono rendimenti appetibili che non si vedevano da diversi anni. Miriamo a rendere i portafogli resilienti, puntando su investimenti che dovrebbero essere in grado di resistere anche in caso di una contrazione più significativa.Nel nostro modello, la variazione del costo del denaro al centro, con i tassi ufficiali fissati dalle banche centrali, si propaga ai cerchi più esterni influenzando i prezzi degli attivi rischiosi sul perimetro. Crediamo che l’incertezza sulle prospettive riguardo alla politica della Federal Reserve dovrebbe essere molto inferiore nel 2023. Se la Fed e le altre banche centrali sapranno convincere gli investitori che il centro terrà, gli attivi vicini al nucleo centrale dovrebbero registrare valide performance, alimentando migliori rendimenti per gli attivi sul bordo. Tuttavia, se si verificasse una perdita di fiducia in merito all’inflazione e le banche centrali dovessero alzare i tassi più del previsto questo avrà conseguenze negative per gli attivi nei cerchi più esterni.Il riprezzamento nella porzione a breve della curva dei rendimenti nel 2022 ha rafforzato l’attrattività delle obbligazioni a breve scadenza nei cerchi concentrici del nucleo centrale. Nel nostro scenario di base ci aspettiamo un intervallo di rendimento compreso fra circa il 3,25% e il 4,25% per il decennale americano e range più ampi nei diversi scenari per il 2023, con la prospettiva di un posizionamento neutro sulla duration – una misura del rischio del tasso di interesse – o di un sottopeso tattico ai livelli attuali.Confermiamo il giudizio positivo sugli MBS agency americani, attivi di alta qualità con spread relativamente appetibili, che potrebbero beneficiare di un atteso calo della volatilità dei tassi d’interesse. Nel credito e nei prodotti strutturati continua la nostra netta predilezione per l’alta qualità e l’elevata liquidità nel posizionamento dei portafogli core. I mercati privati del credito, che possono essere più lenti a riprezzare rispetto ai mercati pubblici, potrebbero essere a rischio di ulteriori cali nel breve termine ma chi ha un approccio paziente può beneficiare di opportunità future.Poiché una recessione di qualsiasi tipo potrebbe mettere sotto pressione gli attivi più rischiosi, siamo cauti sulle aree più economicamente sensibili dei mercati finanziari come i prestiti bancari a tasso variabile. Anche le azioni sono divenute meno interessanti in un contesto di tassi d’interesse più elevati. Benché i mercati emergenti presentino valutazioni storicamente convenienti e sembrino destinati a registrare buone performance in futuro, ci manteniamo prudenti in quanto molto ancora dipende dalla capacità della Fed di domare l’inflazione e dall’abilità della Cina di riattivare l’attività economica. (abstract)

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