Dossier: Alternanza scuola lavoro
Posted by fidest press agency su venerdì, 27 gennaio 2023
“Abbiamo redatto un dossier di 60 pagine sull’alternanza scuola-lavoro, tema che non può essere liquidato con uno slogan, ma che richiede massimo approfondimento. Dalle nostre analisi delle esperienze di questi ultimi anni emergono innanzitutto le difformità delle opportunità in base ai territori, lo scarso monitoraggio e la necessità di una maggiore qualificazione del turoraggio”.È quanto riporta, in una nota, Domenico Mamone, presidente del sindacato datoriale Unsic, con 3.960 sedi e oltre 331mila soggetti associati, tra lavoratori autonomi e aziende.“Oltre ad elencare i tanti e gravi incidenti degli ultimi anni e ad individuare i pro e i contro delle esperienze, nel dossier che consegneremo domani nel tavolo ministeriale delle 10,30 a viale Trastevere avanziamo sedici proposte per riformare la materia, dalla non obbligatorietà almeno nei licei e dall’estromissione come requisito di ammissione agli esami di Stato agli sgravi per le aziende coinvolte che dovrebbero avere certificazioni aggiuntive sulla sicurezza, oltre a quelle di prassi. Proponiamo anche un accordo scritto tra struttura ospitante e scuola con l’impegno a fornire un programma formativo allineato con le finalità di orientamento e formazione, un albo per i tutor, lo status dello studente per distinguerlo dal lavoratore, il feedback standard sull’esperienza vissuta, la conciliazione tra l’alternanza e le interrogazioni e le verifiche scolastiche a garanzia degli studenti e l’incremento delle esperienze presso aziende e organismi italiani all’estero”. La piattaforma dell’Unsic richiede anche un ruolo per sindacati e organismi rappresentativi di settore sul fronte della prevenzione della sicurezza e della regia locale per la co-progettazione e propone l’inserimento della formazione sulla sicurezza nel programma di educazione civica. Infine il sindacato lancia l’idea di un dibattito aperto sull’eventuale “minisalario” allo studente per l’alternanza (sul modello tedesco), “benché i ragazzi siano in formazione e non dovrebbero lavorare” e un monitoraggio ministeriale, oggi assente.
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