Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°84

Chi può permettersi la badante?

Posted by fidest press agency su lunedì, 6 febbraio 2023

Sono oltre un milione i datori di lavoro domestico che stanno affrontare gli aumenti legati al lavoro domestico. Infatti, dal 1° gennaio 2023 l’aggiornamento delle retribuzioni minime in base alla variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo, ha portato a far crescere le retribuzioni del lavoro domestico. Il rischio è che il lavoro domestico diventi un costo eccessivo per le famiglie, alimentando quindi il lavoro informale (in un settore in cui il tasso di irregolarità è già del 52% secondo l’Istat). Per questo sono necessari incentivi fiscali che rendano più conveniente il lavoro regolare. A partire da questa constatazione, l’Osservatorio DOMINA ha analizzato l’impatto dell’assistenza familiare (badanti) sul bilancio familiare di un pensionato o, più in generale, di una famiglia italiana. Se pensiamo che la maggior parte dei datori di lavoro domestico ha almeno 60 anni, si può facilmente intuire che la principale fonte di reddito sia la pensione. I costi annui per il lavoratore domestico variano da 2 mila euro (5 ore a settimana) a oltre 16 mila per una assistenza di 54 ore con convivenza. Si registrano aumenti (al netto dei massimi importi deducibili) di oltre 8% in tutte le categorie, che pesano notevolmente in caso di assunzione di lavoratori per molte ore a settimane. Una famiglia che assume una badante convivente non formata si troverà a pagare 1.377 euro più all’anno, mentre se è formata quasi duemila ero in più. Aumenti importanti che rendono difficile il sostentamento della spesa per l’assistenza con la sola pensione. Commenta Lorenzo Gasparrini, Segretario Generale DOMINA “Il costo di una assistenza prolungata può essere molto oneroso: è necessario dare nuovi incentivi fiscali alle famiglie in modo che riescano a far fronte in modo regolare alle problematiche legate alla non autosufficienza. Il rischio, visti gli aumenti retributivi dovuti all’incremento del costo della vita, è che le famiglie preferiscano la via dell’informalità, con i rischi connessi sia per il lavoratore che per la famiglia stessa.”

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