Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Archive for 15 febbraio 2023

Dato sull’inflazione Stati Uniti – Amchor IS

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Alvaro Sanmartin, Chief Economist, Amchor Il dato sull’inflazione negli Stati Uniti è risultato abbastanza in linea con le aspettative: l’inflazione si sta moderando lentamente, ma si sta moderando. In particolare, ho apprezzato che la metà dell’aumento dei prezzi su base mensile provenga dai beni rifugio, una componente che rumors, dicono, rallenterà significativamente già nei prossimi mesi. Alla luce di ciò, e anche se la componente dei beni dovesse registrare una lieve ripresa (le auto usate, ad esempio, lo faranno), è probabile che i prezzi sottostanti continuino a moderarsi in futuro. Ciò premesso, continuo a pensare che la Fed abbia ancora uno o due rialzi e che non cambierà prospettiva fino a quando non sarà sicura che l’inflazione stia convergendo a un ritmo ragionevole verso l’obiettivo del 2%. Pertanto, con la dovuta cautela, ritengo che lo scenario di atterraggio morbido rimanga il più probabile. Buone notizie per gli azionari, soprattutto al di fuori degli Stati Uniti, dove c’è più spazio per un rialzo delle valutazioni.

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Robeco: È il momento giusto per rientrare nei mercati emergenti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Arnout van Rijn, portfolio manager di Robeco Sustainable Multi-Asset Solutions di Robeco. I portafogli multi-asset di Robeco sono ora sovraesposti alle azioni dei mercati emergenti, poiché l’asset class ha voltato pagina dopo molti anni di sottoperformance. Tra i fattori favorevoli si annovera il fatto che le banche centrali dei paesi emergenti non hanno attuato misure espansive dagli effetti inflazionistici, come si è visto invece in Occidente con i piani di QE. Al contempo, molti mercati sviluppati sono alle prese con una potenziale recessione, poiché le autorità monetarie sono impegnate a contenere l’impennata dell’inflazione utilizzando come arma principale i rialzi dei tassi di interesse. Questo offre un notevole differenziale di rendimento. I mercati emergenti sono sempre stati venduti con la promessa di maggiori rischi ma anche di maggiori rendimenti, determinati da una crescita economica più sostenuta. Considerando l’andamento dei rendimenti dal 1992, anno di nascita dell’asset class, le azioni emergenti non hanno prodotto i risultati sperati. Invece, abbiamo registrato due lunghe e imponenti ondate di rialzi e due deludenti periodi di sottoperformance, soprattutto negli ultimi dieci anni. Di recente siamo diventati più ottimisti sui mercati emergenti e siamo passati a un sovrappeso nei nostri portafogli, disinvestendo dai mercati sviluppati e mantenendo un assetto nel complesso neutrale sull’azionario globale. Crediamo che siamo all’inizio di una nuova fase di relativo vigore che potrebbe durare anni. Nelle nostre prospettive quinquennali pubblicate negli Expected Returns lo scorso settembre abbiamo previsto un rendimento annualizzato del 4,0% per i mercati sviluppati e del 5,25% per i mercati emergenti. Siamo del parere che questa previsione a lungo termine sia oggi alquanto tempestiva da un punto di vista tattico.Un aspetto da monitorare sarà la capacità dei mercati emergenti di sganciarsi dal predominio degli Stati Uniti. In una simile eventualità, le economie emergenti inizierebbero a seguire più l’esempio della Cina che quello degli USA, anche se la crescente potenza di Pechino e la sua ampia sfera di influenza tendono a ridurre i vantaggi della diversificazione tra singoli paesi. Nel mondo sviluppato dominano gli Stati Uniti, mentre nei mercati emergenti la Cina è di gran lunga il componente maggiore dell’indice. Tuttavia, in entrambi i casi i rendimenti passati sono stati dominati dalle vicende statunitensi. A causa della forza evidenziata dal dollaro negli ultimi anni, molti mercati emergenti hanno mantenuto una politica alquanto restrittiva. Nel 2023 la probabilità di un taglio dei tassi in queste economie è piuttosto elevata, mentre non abbiamo molta fiducia nella possibilità di un cambio di rotta da parte della Federal Reserve, ipotesi su cui si basa il recente rally degli Stati Uniti. I dati sull’inflazione nei principali mercati emergenti sono molto più favorevoli, mentre i tassi di interesse sono più alti. Sicuramente i tassi reali più elevati e le prospettive di un picco dell’inflazione offrono maggiori chance di un allentamento rispetto a quanto previsto per gli Stati Uniti e l’Europa, dove i mercati si limitano a sperare in una svolta della Fed, in modo quasi irrazionale.Nonostante questo, le criticità non mancano. Molti paesi asiatici hanno una tradizione di corporate governance carente, soprattutto per quanto riguarda il trattamento degli investitori esterni e l’allocazione del capitale. Riteniamo che la governance e il profilo valutario di questi paesi siano migliorati. La Corea del Sud sta facendo grandi progressi in direzione di un maggior orientamento al valore per gli azionisti, mentre in Cina il punto di minimo del sentiment anti-imprese (“prosperità comune”) è ormai alle nostre spalle. Le nostre attività di engagement in molti mercati emergenti stanno dando i loro frutti, in quanto le imprese vogliono imparare le best practice da noi. Inoltre, molte società stanno facendo passi da gigante negli investimenti mirati alla transizione energetica.La tesi delle valutazioni azionarie rimane fondamentale: non solo le azioni emergenti sono scambiate a multipli vicini ai minimi in termini relativi, ma continuano anche a offrire maggiori opportunità di valore rispetto ai mercati sviluppati. Pertanto, abbiamo diversi motivi per essere più ottimisti sui titoli azionari emergenti in futuro. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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T. Rowe Price: Eurozona, la recessione resta probabile nonostante l’inverno mite

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Tomasz Wieladek, Chief European Economist, T. Rowe Price. Lo scorso inverno i prezzi dell’energia hanno subito un’impennata dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, per poi aumentare ulteriormente durante l’estate per i timori di carenza del gas. Un forte aumento dei prezzi dell’energia è stato storicamente un affidabile elemento per prevedere la recessione dell’Eurozona, ma il clima caldo degli ultimi mesi ha fatto sì che i prezzi del gas scendessero ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina. Con le riserve di gas piene, la recessione può essere evitata? La risposta sintetica è “no”. Sebbene i prezzi del gas siano scesi, sono emersi altri fattori di rischio che, secondo le nostre previsioni, peseranno sull’economia dell’Eurozona nel corso dell’anno. Quindi, anche se nel breve termine il calo dei prezzi del gas favorirà una ripresa, ritengo che una recessione nella seconda metà dell’anno sia ancora probabile. Molti analisti, me compreso, si aspettavano che la recessione sarebbe iniziata nel quarto trimestre dello scorso anno. Allora non sapevamo che un inverno di caldo record avrebbe fatto crollare i prezzi dell’energia.Gli stoccaggi di gas rimangono quasi pieni e una carenza di gas quest’inverno è ormai altamente improbabile. Questo sviluppo positivo, insieme alla normalizzazione delle catene di approvvigionamento, ha rafforzato la fiducia delle imprese e ha permesso a molti settori energivori di riavviare la produzione. Nel breve termine ciò si tradurrà probabilmente in un miglioramento dell’attività economica dell’Eurozona, rendendo improbabile una recessione causata dal gas quest’inverno.Tuttavia, lo shock del prezzo del gas non è l’unica sfida economica che l’Eurozona si trova ad affrontare. In risposta all’aumento dell’inflazione e al timore di effetti secondari, la Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente iniziato a inasprire la politica monetaria a un ritmo senza precedenti. Ciò ha fatto sì che il costo del capitale per le imprese, che era già molto alto prima che la BCE avviasse la stretta monetaria, sia salito ai livelli visti l’ultima volta durante la crisi del debito sovrano dell’Eurozona.Allo stesso modo, le già rigide condizioni monetarie e finanziarie per le famiglie e le imprese sono state ulteriormente inasprite dagli annunci di politica monetaria della BCE e dalla forward guidance su ulteriori misure. I governi, le imprese e le famiglie si sono indebitati maggiormente durante l’era dei bassi tassi di interesse, il che li rende più suscettibili a questi shock finanziari. Poiché la politica monetaria opera con un certo ritardo, è probabile che nei dati i suoi effetti negativi saranno visibili solo nel quarto trimestre.In quanto blocco dipendente dalle esportazioni, il destino dell’Eurozona è fortemente legato a quello dell’economia globale, e anche qui le notizie non sono buone. L’indice globale Purchasing Managers’ Index (PMI) è scivolato in territorio recessivo negli ultimi due mesi, mentre negli Stati Uniti – un mercato importante per l’Eurozona – sia il PMI dei servizi che quello manifatturiero sono in contrazione. È importante notare che il portafoglio ordini delle fabbriche tedesche è ora di cinque mesi, rispetto ai tre mesi dei tempi normali. Ciò suggerisce che saranno in grado di resistere alla debolezza della domanda globale nel breve termine, ma non nel medio termine.Nel breve periodo, l’attività dell’Eurozona continuerà ad essere resiliente grazie al calo dei prezzi del gas, alla normalizzazione delle catene di fornitura e al pieno portafoglio ordini. Tuttavia, nel medio termine, la debolezza economica globale e gli effetti della politica monetaria porteranno probabilmente a una recessione dell’Eurozona. Infatti, la tenuta dell’inflazione core dell’indice dei prezzi al consumo (CPI), insieme alla tenuta dell’attività reale, sosterrà il forte impegno della BCE per un’ulteriore stretta monetaria. Questo probabilmente rafforzerà la dinamica recessiva nel corso dell’anno.Tuttavia, quando i fattori di medio termine avranno effetto e si profilerà una recessione, probabilmente a partire dall’inizio dell’estate, prevediamo un inasprimento della curva dei rendimenti dei Bund e un calo dell’euro.

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PIMCO: La forza del dollaro, somma di tutte le paure

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Gene Frieda, Global Strategist di PIMCO. Gli investitori sono soliti valutare la forza del dollaro focalizzandosi sull’operato della Federal Reserve. L’eccezionale forza del dollaro nei confronti di un ampio paniere di valute ha chiaramente beneficiato dei sette rialzi dei tassi dello scorso anno, che hanno portato il tasso target dei Federal Funds al massimo degli ultimi 15 anni. Poiché la Fed continua la sua lotta per ridurre l’inflazione negli Stati Uniti, prevediamo che aumenterà ancora i tassi nel primo trimestre del 2023, prima di fare una pausa. Sebbene l’aumento dei rendimenti abbia chiaramente favorito il dollaro lo scorso anno, qualsiasi visione prospettica deve anche tenere conto di come il dollaro sia stato sostenuto dagli shock del 2022 – la guerra Russia-Ucraina, l’impennata dei prezzi dell’energia e l’inflazione – e della misura in cui questi potrebbero attenuarsi nel 2023. Riteniamo che il dollaro, che si è deprezzato dopo aver toccato il picco ventennale lo scorso settembre, probabilmente scenderà ulteriormente nel 2023 con il calo dell’inflazione, la diminuzione del rischio di recessione e l’attenuarsi di altri shock.Oltre all’aumento dei tassi d’interesse e dei rendimenti negli Stati Uniti, il dollaro è stato sostenuto dall’avversione al rischio attraverso due vettori. In primo luogo, la politica monetaria è stata molto più volatile del normale e altamente correlata tra i Paesi dei mercati sviluppati. Dal marzo 2022 la politica monetaria si è fortemente irrigidita quasi ovunque (ad eccezione della Cina, dove le condizioni finanziarie si sono inasprite attraverso altri canali). Di conseguenza, la volatilità è aumentata nei mercati del reddito fisso, valutari e azionari. Il dollaro, ampiamente considerato un bene rifugio, ne ha beneficiato.In secondo luogo, sebbene abbiamo avuto la tendenza a descrivere la forza del dollaro principalmente come un riflesso delle politiche economiche statunitensi, a nostro avviso, è più probabile che sia la somma dei timori di altri Paesi, o più specificamente, di importanti shock che hanno danneggiato la crescita nelle regioni chiave. Tra questi vi sono: Il significativo premio al rischio imposto sugli asset europei lo scorso anno per via del rischio di coda che le forniture energetiche russe potessero essere interrotte o, peggio, un evento nucleare. La guerra tra Russia e Ucraina ha rappresentato uno shock globale in termini di commercio dell’energia. Gli importatori in Asia e in Europa hanno sofferto per l’aumento dei prezzi dell’energia, mentre gli esportatori come gli Stati Uniti ne hanno tratto vantaggio. E poi c’è stata la politica zero-COVID di Pechino, che ha creato uno shock negativo della domanda proveniente dalla Cina e dalla regione. Debolezza del dollaro in vista. Nei prossimi mesi, tuttavia, riteniamo che il vantaggio in termini di rendimento del dollaro rispetto alle altre economie sviluppate si ridurrà con l’avvicinarsi della pausa del ciclo di rialzo della Fed, prevista per il primo trimestre del 2023. Dato il ritmo più veloce dei rialzi cumulativi dei tassi, è probabile che il vantaggio in termini di rendimento del dollaro si riduca nelle prime fasi di un ciclo di taglio dei tassi, anche se il dollaro mantiene un rendimento relativamente elevato. Inoltre, le variazioni nella percezione del rischio di inflazione e di crescita tendono a essere inversamente correlate. Quando l’inflazione si contrae, le aspettative di crescita tendono a migliorare. Ciò tende a ridurre l’incertezza e, a nostro avviso, si oppone al significativo rafforzamento del dollaro.Altri fattori che potrebbero incentivare la debolezza del dollaro sono: La politica della Fed, che tende a determinare l’andamento dei rialzi dei tassi altrove. Un rallentamento – ed eventualmente una pausa – nel ciclo di rialzo dei tassi della Fed implica probabilmente un rallentamento e una pausa anche delle altre banche centrali. Riduzione dell’incertezza e aumento della propensione al rischio degli investitori con il calo dell’inflazione. Anche se altre banche centrali mantengono tassi d’interesse reali più elevati, è probabile che i tassi nominali scendano su scala globale con il calo dell’inflazione.La fine della politica cinese dello zero-COVID, almeno nella misura in cui porterà a una solida ripresa. Come potrebbe evolvere il percorso del dollaro In breve, riteniamo che i premi al rischio diminuiranno con il ridursi dell’inflazione e della volatilità della politica monetaria. Nuovi shock rappresentano chiaramente un rischio, ma il premio al rischio del dollaro (e la volatilità cross-asset) rimane considerevole, a nostro avviso. Tutto ciò non esclude la possibilità che l’inflazione negli Stati Uniti diventi più viscosa rispetto ad altre economie avanzate o che la politica monetaria rimanga restrittiva per un periodo di tempo prolungato. In effetti, gli attuali livelli di volatilità implicita nei mercati valutari e del reddito fisso suggeriscono che il premio al rischio scontato nel prezzo di mercato del dollaro rimanga consistente. Tuttavia, questi premi potrebbero diminuire ulteriormente con il ridursi degli shock e con l’accumularsi di segnali a sostegno di un miglioramento e diminuzione dell’impennata dell’inflazione dello scorso anno. Prevediamo che il dollaro continuerà a perdere il suo appeal come valuta rifugio di ultima istanza.

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Asset Allocation: interesse per le azioni in Europa, Cina e mercati emergenti

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Fabrizio Santin, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management. Assistiamo a un’evoluzione positiva sui mercati finanziari a gennaio, con forti guadagni azionari e assestamento dei rendimenti obbligazionari dei paesi sviluppati. Diversi fattori hanno giocato a favore: registriamo innanzitutto una forte discesa dei prezzi del gas e dell’elettricità sui mercati all’ingrosso in Europa. Il clima relativamente mite per la stagione permette di risparmiare sulla domanda, scongiurando le ipotesi pessimistiche dello scorso autunno. L’Europa, in quanto area economica orientata all’export, trae beneficio anche dalla riapertura della Cina: il cambiamento delle politiche di Zero-Covid, che consente maggiore facilità negli spostamenti dei cittadini, renderà possibile un maggior livello di consumi di beni e servizi (come, ad esempio, hotel, ristoranti e turismo). Occorre tenere in considerazione che i consumi privati in Cina sono all’incirca il 20% in meno rispetto al periodo pre-Covid. Nel 2022, la Cina è cresciuta di circa il 3%, mentre quest’anno la crescita dovrebbe rimbalzare al 5%, secondo i nostri economisti. Se la riapertura avverrà senza intoppi, potremo anche assistere a una crescita maggiore. L’economia cinese (e dei mercati emergenti Asiatici in generale) sono, in principio, i primi beneficiari di questo nuovo corso politico in Cina, ma il ritorno di tensioni geopolitiche nei rapporti con gli USA sta togliendo smalto agli indici domestici, almeno per quanto visto nelle ultime sessioni di mercato. In questa fase, alcune azioni, tipicamente quelle maggiormente rivolte all’aumento dei consumi, hanno performato particolarmente bene, come ad esempio il settore del lusso e quello minerario. Le Banche Centrali in USA ed Europa hanno continuato a rialzare i tassi ma, allo stesso tempo, hanno attenuato i toni aggressivi. Gli indicatori sulla fiducia dei consumatori e delle imprese registrano un miglioramento relativo, soprattutto in Europa, attribuibile alla caduta dei prezzi dell’energia. Per questi motivi, ci sembrano ottimistiche le previsioni di tagli dei tassi sotto il 4% fin dalla seconda metà di quest’anno, mentre le parti lunghe delle curve dei rendimenti sembrano meglio prezzate.La stagione degli utili è contrastata: nel complesso, le aziende riescono a mantenere una marginalità accettabile, anche grazie a decisioni rapide di taglio dei costi del personale come osservato per diverse aziende del settore IT statunitense. Tuttavia, le “guidance”, ossia gli obiettivi preannunciati per il resto dell’anno, dipenderanno dallo stato di salute complessivo del consumatore americano e dell’economia nel suo complesso. Guardiamo con interesse ad Europa ed Emergenti, Cina e temi relativi collegati come il settore lusso o minerario. Negli USA, alcune parti del mercato Growth, come i servizi di comunicazione, sono molto interessanti. Nel breve termine, tuttavia, dopo la rapida accelerazione osservata a gennaio, propendiamo per un atteggiamento di attesa.L’aspetto maggiormente positivo è però la progressiva stabilizzazione delle correlazioni bond-azioni che aiuta le strategie multi-asset: a tal fine, è cruciale il superamento della ‘crioterapia’ antiinflazionistica praticata dalle principali Banche Centrali. Anche se il ciclo economico è estremamente incerto, i passi avanti sul fronte della lotta all’inflazione sembrano andare finalmente nella giusta direzione. (abstract by Gruppo Pictet)

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Moneyfarm lancia la prima gamma di portafogli tematici

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Moneyfarm, società internazionale di investimento con approccio digitale, lancia la prima gamma di portafogli tematici dedicati ai principali macro-temi di investimento destinati ad avere un impatto duraturo su società ed economia. Si tratta di 4 portafogli 100% azionari con sottostante in ETF che investono nei megatrend della Tecnologia e Innovazione, Demografia e Cambiamenti Sociali, Sostenibilità. Uno dei quattro portafogli sarà “multi-trend”, ossia diversificato grazie a un mix dei tre megatrend individuati.L’approccio adottato da Moneyfarm è il cosiddetto “core-satellite”, che ha l’obiettivo primario di generare “alfa” o rendimento aggiuntivo nel lungo termine offrendo al cliente la possibilità di personalizzare l’asset allocation e beneficiare degli incrementi di valore generati dalle macro-tendenze economiche, socio-demografiche e culturali destinate a durare nel tempo. Il cliente potrà selezionare e aggiungere uno o più portafogli tematici (a seconda del trend preferito) fino a un massimo del 20% del proprio portafoglio. I portafogli tematici sono rivolti solo agli investitori che hanno già un minimo investito di €15.000 in Moneyfarm e un profilo di rischio medio-alto. Il cliente sarà supportato dal suo consulente dedicato nella scelta dei temi più in linea con i suoi interessi e obiettivi di rischio e rendimento. L’aspetto più innovativo di questa soluzione è la sua accessibilità e la profonda complementarietà rispetto agli altri investimenti che il cliente ha già in essere con Moneyfarm. I tematici non vengono infatti proposti come prodotti a sé stanti, bensì come quota parte del portafoglio e con pesi tali da garantire l’adeguatezza dell’investimento al profilo di ciascun cliente, ponendo così l’accento sulla valutazione del rischio complessivo della soluzione di investimento. Per inserirli correttamente nel portafoglio del cliente, Moneyfarm valuta infatti con attenzione il rischio idiosincratico (ossia il rischio legato alla singola asset class, slegato dall’andamento generale del mercato), che nei tematici è più elevato rispetto agli investimenti classici. In particolare, il “risk management” di Moneyfarm ha due obiettivi fondamentali: 1) valutare e selezionare i molteplici ETF presenti su Borsa Italiana – attraverso un processo di Machine Learning che permette di capire i veri fattori di rischio sottostanti il tema di investimento – combinandoli al meglio sulla base dei tre megatrend individuati dal team di Asset Allocation così da incrementare la diversificazione e ridurre la volatilità della componente satellite; 2) inglobare la componente satellite tematica nell’allocazione complessiva del cliente con un limite massimo di esposizione a seconda del profilo di rischio, e quindi considerando anche gli altri strumenti già presenti nel suo portafoglio. Da un recente sondaggio condotto da Moneyfarm sui suoi clienti è emerso che quasi il 60% si aspetta di ottenere maggiori performance nel lungo periodo investendo in megatrend. Allo stesso tempo, il 30% circa dei rispondenti si è detto desideroso di supportare e cavalcare lo sviluppo di aziende innovative, sostenibili e orientate a nuove tecnologie e di voler esprimere i propri valori e interessi anche attraverso le scelte di investimento, ma è significativo che solo il 26% si ritenga capace di scegliere in autonomia, senza il supporto di un esperto. Il 77% dei rispondenti, inoltre, allocherebbe almeno il 3-5% del portafoglio esistente in investimenti tematici, con il 38% che ne stanzierebbe almeno il 20%. I megatrend preferiti, infine, risultano essere energia green (oltre il 50%) e value chain delle batterie (35% circa), seguiti da Intelligenza Artificiale, cybersecurity ed ESG. Abstract by http://www.moneyfarm.com

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5 ragioni per un “atterraggio morbido” dell’economia americana

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel. Come evidenziato dai sondaggi di Bloomberg e Blue Chip, il rischio di una recessione nei prossimi dodici mesi è talmente condiviso dal consensus degli operatori di mercato da provocare nervosismo, anche se, come disse Paul Samuelson, “gli economisti hanno previsto nove delle ultime cinque recessioni”, il che invita a prendere con cautela le loro previsioni economiche (come dimostra anche il fatto che l’anno scorso considerassero l’inflazione solo transitoria). Ad onore del vero, l’allarme recessione non sembra infondato, vista anche la sua relazione storica con il Leading Economic Indicator (LEI): il LEI, infatti, ha raggiunto un picco record nel febbraio 2022, per poi scendere del 5% nei nove mesi successivi e aveva raggiunto il suo massimo anche 14 mesi prima della recessione causata dalla pandemia, nel 2020. Che cosa rende possibile un “atterraggio morbido”? Prima di tutto, occorre precisare che “atterraggio morbido” non significa “recessione morbida”, quanto piuttosto una situazione simile a quella sperimentata dall’economia statunitense nel biennio 1994-1995, quando la crescita del PIL rallentò a causa dell’aumento aggressivo dei tassi da parte della Fed, senza però sfociare in una recessione. La Fed aumentò il tasso di riferimento di 300 punti base tra l’inizio del 1994 e la primavera del 1995, ma l’economia statunitense si espanse per altri cinque anni prima di incorrere nella recessione del 2001. Inoltre, quando si verifica un “atterraggio morbido”, il tasso di disoccupazione rimane basso – o addirittura diminuisce – nonostante ci si aspetti un rallentamento della crescita dei posti di lavoro nell’anno a venire. Ci sono ben 5 ragioni, dunque, che indicano uno scenario più ottimistico per il 2023. 1 – Gli USA non sono ancora in recessione. Il National Bureau of Economic Research (NBER) determina le date di inizio e fine di una recessione sulla base di indicatori economici chiave, tra cui il PIL. Otto dei nove indicatori chiave monitorati hanno raggiunto nuovi massimi di ciclo negli ultimi rapporti mensili o trimestrali. Il mercato del lavoro statunitense, in particolare, continua a mostrare una certa resistenza, mentre, se ci trovassimo in recessione, il tasso di disoccupazione dovrebbe essere in aumento. 2 – La forte domanda di manodopera non continuerà Nel 2021, l’economia americana appariva frenetica e “surriscaldata”. Ora, invece, potrebbe raffreddarsi in maniera ordinata e coerente con l’ipotesi di un atterraggio morbido. I nuovi posti di lavoro sono aumentati nel 2021, principalmente a causa della carenza di manodopera dovuta alla pandemia, alla quale le aziende hanno reagito aumentando le offerte di lavoro e concedendo salari più competitivi per attirare i talenti. 3 – Non bisogna temere la crescita salariale.mA settembre 2022, le retribuzioni aggregate e i salari erogati sono cresciuti dell’8,2% su base annua, superando le altre misure dell’inflazione core, che hanno oscillato tra il 5% e il 6%. La crescita reddituale è poi fortemente correlata alla spesa dei consumatori americani e fornisce una spinta decisiva all’attività economica generale. 4 – Eliminare gli eccessi. Le criptovalute, il settore immobiliare e quello tecnologico hanno subito perdite consistenti, seguite da una serie di licenziamenti. Come conseguenza, alcuni eccessi sono stati eliminati dall’economia e dal sistema finanziario, ponendo le basi per una crescita più sana ed equilibrata. 5 – Un riparo dalla tempesta. Infine, l’edilizia abitativa rimane una componente chiave dell’indice dei prezzi al consumo (CPI). La componente relativa agli alloggi, che comprende gli affitti di appartamenti e case unifamiliari, spiega il 40% dell’aumento dell’inflazione core negli ultimi 12 mesi (+6,6%). In sintesi, ci affidiamo all’intramontabile saggezza di Benjamin Graham: “L’investitore intelligente è un realista che vende agli ottimisti e compra dai pessimisti”.

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Investimenti e biodiversità: attività di engagement e best practices

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

A cura di Harry Ashman, Vice President, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments e Joe Horrocks-Taylor, Senior Associate, Investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments. I fattori chiave della perdita di biodiversità sono il cambiamento climatico, i cambiamenti della destinazione d’uso dei terreni, l’inquinamento, lo sfruttamento diretto delle risorse naturali e le specie invasive. Tutti questi cinque fattori sono riconducibili per lo più alle attività condotte dalle aziende. La perdita di habitat dovuta all’agricoltura è una minaccia concreta per 24.000 delle 28.000 specie a rischio di estinzione, il 32% dei siti patrimonio culturale dell’umanità è minacciato dalle attività nei settori delle estrazioni, del petrolio e del gas e il 27% delle perdite dei servizi ecosistemici totali è ascrivibile all’inquinamento chimico. Affrontare gli impatti dei nostri investimenti sulla perdita di biodiversità e gestire i rischi che tale perdita rappresenta in termini di performance finanziaria, è uno degli aspetti chiave del nostro approccio di gestione ambientale. A differenza di quanto accade per il cambiamento climatico, non esiste un’unica misura chiave di progresso e benché regolamenti e accordi globali sulla protezione della natura esistano già da tempo, il consenso internazionale e il focus sul tema non hanno seguito un percorso lineare. Lo sviluppo del quadro globale post-2020 per la biodiversità (Post-2020 Global Biodiversity Framework) dovrebbe chiarire a responsabili politici e società quali sono le leve e il livello di ambizione richiesti. Questo permetterà agli investitori di identificare con maggiore chiarezza i rischi e gli impatti tra le imprese in portafoglio e ci consentirà di orientare in modo più puntuale le nostre iniziative di engagement. Molti settori ai quali siamo esposti attraverso i nostri investimenti azionari e obbligazionari presentano una dipendenza elevatissima dai servizi ecosistemici, indicazione dell’estrema importanza che riveste la protezione di questi servizi per la vitalità nel tempo di molte imprese. Ciò corrobora il business case per implementare azioni tese a mitigare tale rischio, modificando fattori produttivi o attività operative in modo da ridurre la dipendenza o intervenendo per proteggere i servizi ecosistemici rilevanti nel loro insieme. Poiché siamo consapevoli che l’inquinamento è una questione ambientale chiave e un fattore determinante della perdita di biodiversità, abbiamo firmato una lettera indirizzata agli Stati membri delle Nazioni Unite, cui hanno contribuito il WWF, la Ellen McArthur Foundation e BCG, per dimostrare il nostro sostegno per un trattato ONU sull’inquinamento da plastica e armonizzare regolamenti e standard a beneficio di governi e aziende desiderosi di adottare un approccio circolare e affrontare il problema dei rifiuti in plastica. L’iniziativa è diventata una decisione formale delle Nazioni Unite finalizzata a un eventuale trattato. Per ulteriori informazioni si veda il sito internet di Columbia Threadneedle Investments: http://www.columbiathreadneedle.it

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ESCP Business School tra i migliori MBA al mondo

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Continua la scalata di ESCP Business School al ranking MBA del Financial Times: con un balzo di 25 posizioni, la scuola internazionale di management nel 2023 sale al 27° posto al mondo, 8° in Europa, nella prestigiosa classifica stilata annualmente dal quotidiano britannico, che considera l’offerta didattica di istituzioni a livello globale e fotografa la situazione dei partecipanti a tre anni dal termine del loro percorso di studi.A solo un anno dal debutto nella lista dei migliori Master in Business Administration e sei dal lancio del programma, la business school con sede a Berlino, Londra, Madrid, Parigi, Torino e Varsavia si conferma così tra le più prestigiose su scala mondiale.Tra i fattori che hanno determinato l’avanzamento, lo stipendio medio degli ex studenti, il rapporto qualità-prezzo, la progressione di carriera e gli obiettivi raggiunti, ma anche la quantità di articoli pubblicati dalla faculty, la mobilità internazionale e la carbon footprint, l’impronta di carbonio calcolata sulla base delle emissioni dichiarate dalle università. Su tutta la linea il programma ha dimostrato prestazioni eccezionali, ma in particolare sul fronte dell’international course experience, classificandosi 1° a livello globale, che riflette il percorso formativo multiculturale pienamente radicato nel DNA di ESCP grazie alla presenza in tutta Europa e nel mondo, con branch campus e partnership accademiche in importanti business hub come Dubai. ESCP si è inoltre classificata al 4° posto nel mondo per i criteri di insegnamento della Environmental Social Governance (governance sociale e ambientale). Gli standard ESG sono integrati in tutta l’esperienza MBA di ESCP, dai corsi principali ai workshop e ai progetti finali di consulenza aziendale.I partecipanti sono chiamati a seguire lezioni dinamiche in cui è necessaria una partecipazione attiva e ogni tematica affrontata è di forte utilità e rilevanza perché calata nel contesto lavorativo reale, anche grazie a due progetti di consulenza da svolgere in azienda in due diversi Paesi. Inoltre, è possibile scegliere una delle quattro specializzazioni erogate: Luxury, FinTech & Innovation, Entrepreneurship e Consulting. Gli alumni MBA lavorano in un’ampia varietà di settori che vanno dall’investment banking e dalla consulenza alle ONG e alla moda. La classe 2023 accoglie circa 90 studenti provenienti da tutto il mondo, con più di 20 nazionalità rappresentate in aula, con un’età media di 30 anni e un’esperienza lavorativa di circa 6 anni.

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MECSPE 2023: con circa 2000 espositori, il futuro dell’industria passa da Bologna

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

L’anno si è aperto con segnali incoraggianti per il comparto industriale: calano inflazione e prezzi dell’energia, riprende quota il mercato dell’automotive e, come registrato dall’Istat, il fatturato dell’industria di novembre è cresciuto del +11,5% rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente. Espressione di questa tendenza positiva sarà la prossima edizione di MECSPE, la principale fiera dedicata all’innovazione dell’industria manifatturiera, organizzata da Senaf e in programma a BolognaFiere dal 29 al 31 marzo, che, come ogni anno, raccoglie adesioni da tutto il Paese e dall’estero. Sono infatti già circa 2000 le imprese del comparto che hanno deciso di esporre nei saloni di MECSPE e numerosi sono i visitatori attesi anche quest’anno.Nel 2023 MECSPE apre le porte al suo pubblico altamente qualificato e professionale per tre giornate immersive, al fine di illustrare soluzioni innovative e sostenibili per la filiera, spianando la strada verso il futuro dell’industria 4.0 con un programma sviluppato sui tre pilastri della manifestazione: formazione, innovazione e sostenibilità. In particolare, quest’anno MECSPE mette al centro l’innovazione in campo energetico con uno sguardo privilegiato sul settore automotive. Il nuovo Cuore Mostra intitolato “Transizione Energetica e mobilità del futuro” è un’area di 2.000 mq interamente dedicata al confronto sui temi della mobilità sostenibile e alle soluzioni tecnologiche che ne favoriranno il progresso.Nel corso dei tre giorni di manifestazione, all’interno del Cuore Mostra, verranno affrontati, attraverso stazioni dimostrative, tavole rotonde e momenti di dibattito con i protagonisti della filiera i focus dell’area: Soluzioni e Tecnologie per la mobilità del futuro, Macchine, Apparecchiature e Sistemi Produttivi per ottimizzare l’efficienza, Reshoring per le filiere della subfornitura e Metal replacement.Nella prima giornata di fiera, l’arena ospiterà inoltre il forum internazionale “2035 E LA FILIERA AUTOMOTIVE: Cambiare il modello produttivo per rispondere ad una trasformazione tecnologica”, in collaborazione con il Gruppo Tecniche Nuove, La Camera di Commercio Italo Tedesca e la divisione delle fiere industriali della Fiera di Stoccarda, tra cui AMB e Moulding Expo. Durante l’evento, un team di esperti parlerà delle sfide e delle opportunità che il comparto automotive dovrà affrontare in vista del 2035, attraverso best practice e case history di successo. Tra questi, Alessandro Marino, Presidente della Camera di Commercio Italo-Tedesca, Markus Heseding, Amministratore delegato VDMA, Dino Calia, Mercedes-Benz AG, Daniele De Caro, Stellantis.Sempre all’interno del Cuore Mostra, nell’ultima giornata di fiera avrà luogo l’”Aluminium Energy Summit”, l’evento organizzato da METEF, l’expo internazionale per l’industria dell’alluminio, della fonderia e pressocolata, delle trasformazioni, lavorazioni, finiture ed usi finali, presente quest’anno a MECSPE con un percorso di contenuti dal mondo dell’alluminio. La filiera dell’alluminio sta avendo una notevole espansione, specialmente nel settore dei trasporti che è quello a più alto utilizzo di alluminio in Italia (42%). Si tratta di un elemento che offre opportunità rivoluzionarie per l’industria, grazie alle sue proprietà energetiche e sostenibili e alla sua capacità di essere riciclato all’infinito.

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Ottimi risultati per gli investimenti immobiliari in Italia

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Nel 2022, sul territorio italiano, si è registrato un volume complessivo di investimenti corporate pari a 11,6 miliardi di euro, in crescita del 25% se comparato con il 2021. Nonostante la frenata atipica del quarto trimestre, risulta essere il secondo miglior anno finora analizzato negli ultimi 8 anni). Una risposta positiva del mercato malgrado la complessità degli ultimi tre anni segnati dalla pandemia da Covid-19, il conflitto russo ucraino e il cambiamento climatico (quest’ultimo già presente da almeno un decennio nel dibattito internazionale tra gli operatori). Tutte dinamiche che hanno innescato la crescita dell’inflazione e dei tassi di interesse, rendendo i cicli immobiliari più dinamici e permettendo al mercato di rimanere in territorio positivo, il tutto in un’ottica più attenta al rispetto degli standard ESG e all’ efficientamento energetico. Quasi tutti i settori, infatti, sono stati capaci di trasformare in opportunità i nuovi driver emersi dall’attuale contesto geopolitico ed economico/finanziario, nonché dalle nuove esigenze degli utilizzatori finali. Il settore che ha meglio performato in tutti e quattro i trimestri è stato quello degli uffici, totalizzando nel 2022 un volume di 4,5 miliardi di euro, il 39% del totale investito. Si tratta dell’asset class che, più di tutte, si è saputa adattare alle nuove esigenze di mercato, delineando non solo un cambiamento strutturale, legato alla modularità e flessibilità, ma anche un approccio più etico e sostenibile dell’edificio e di chi lo vive, attraverso l’adozione dei parametri ESG.Segue il comparto industrial/logistica che si conferma tra le asset class di maggiore interesse per gli investitori, con un volume di 2,2 miliardi di euro, il 19% del volume complessivo, in lieve crescita rispetto al 2021 nonostante un netto rallentamento di operazioni importanti registrate nell’ultimo trimestre dell’anno. Questo settore sta sviluppando un interesse crescente verso il contesto in cui è situato, adottando strategie volte alla sostenibilità ambientale: sempre più sono infatti i nuovi progetti che prevedono la costruzione di edifici con certificazione LEED o BREEAM.Segue il settore hospitality con 1,3 miliardi di euro investiti (il 12% del volume complessivo), stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Grazie a un intuito innovativo legato alle nuove forme di ospitalità, quali turismo esperenziale, smart e co-working room e digitalizzazione, è stato capace di riprendersi dalla crisi pandemica, complice anche il ritorno dei turisti. Gli investitori si sono concentrati in attività di rebranding e riposizionamento verso il segmento upscale, upper upscale e luxury (4 stelle, 5 stelle e 5 stelle lusso). Tra le province su cui si è concentrato il maggior numero di investimenti vi sono Roma, Siena, Venezia e Milano, dove l’interesse degli operatori si è rivolto principalmente verso i trophy asset.Il settore living nel 2022 conferma la sua progressiva crescita dei volumi investiti con 1,1 miliardo di euro (10% del totale investito) in netto aumento rispetto al 2021. Milano è stata la principale città sotto il radar degli investitori, in cui si concentrano importanti operazioni che hanno riguardato sviluppi immobiliari soprattutto inerenti le nuove forme dell’abitare, quali multifamily, student housing e built to rent. Riprende, seppure più lentamente rispetto alle altre asset class, la crescita dei volumi investiti nel settore retail con 740 milioni di euro da inizio anno (6% del volume complessivo) concentrati prevalentemente nel nord Italia. Il volume complessivo 2022 beneficia di investimenti nel segmento retail park, supermercati e big box. In controtendenza il settore sanitario/assistenziale che registra 230 milioni di euro (il 2% del totale), volume d’investimento in calo rispetto al 2021. Infine, il comparto a uso misto totalizza un volume complessivo di 900 milioni di euro, che ha riguardato principalmente immobili con destinazione d’uso uffici/retail.Nel 2022 il volume maggiore di investimenti, riconducibili a una specifica area geografica, si è realizzato nel Nord Italia (62%), segue il Centro con il 15% e il Sud con il 3%. Il restante 20% risulta composto da portafogli sparsi nel territorio nazionale. Dal punto di vista della provenienza dei capitali, gli investitori esteri (il 62%), principalmente dagli USA, risultano gli operatori più attivi nei settori uffici, logistico e residenziale. I capitali domestici rimangono focalizzati principalmente sul prodotto uffici concentrato, quasi esclusivamente, su Milano.

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L’Università di Parma aderisce a “M’illumino di meno 2023”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Anche quest’anno l’Università di Parma aderisce a “M’illumino di meno”, la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili. L’iniziativa, nata e promossa da Rai Radio2 con il programma “Caterpillar”, diffonde la cultura della sostenibilità ambientale e del risparmio delle risorse. Il 16 febbraio, infatti, saranno spente tutte le luci della Sede Centrale, della Palazzina di via Cavestro dell’Ateneo e di Palazzo Zunti (via Università 7) a partire dalle 19. Saranno inoltre invitati tutti i dipendenti e le dipendenti a spegnere luci e stand by dei computer. L’iniziativa ha il patrocinio della RUS – Rete delle università per lo sviluppo sostenibile. In occasione di “M’illumino di meno 2023” il Parlamento italiano, con la conversione del decreto legge 17/2022, ha istituito la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili riconosciuta dalla Repubblica. Si festeggerà quindi ogni 16 febbraio, data della prima edizione del 2005, quando “Caterpillar”, con l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, chiese ad ascoltatori e ascoltatrici di spegnere le luci non indispensabili come segno di attenzione per l’ambiente. Un’altra novità per l’edizione 2023 sarà la mappatura delle Comunità Energetiche Rinnovabili, le alleanze territoriali di enti pubblici e cittadini che producono e distribuiscono energia da fonti alternative. L’appello è rivolto a Comuni, Fondazioni, cittadini e aziende che intendono sviluppare reti di questo tipo. Come ogni anno “M’illumino di meno” crea una comunità energetica invitando istituzioni e privati a promuovere attività di educazione ambientale e stili di vita sostenibili (piantare alberi, scegliere la mobilità dolce, spegnere le luci) per ridurre il consumo energetico e attirare l’attenzione sulle criticità climatiche.

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Parma: Incontri di Linguistica generale per l’anno 2023

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Parma 20 febbraio dalle 15.30 alle 17.30 in Aula K10 (Plesso via Kennedy) all’Università di Parma. Interviene Giovanni Gobber, docente di Glottologia e Linguistica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e introduce Domenico Giuseppe Muscianisi, linguista dell’Università di Parma. L’appuntamento è anche l’occasione per celebrare la Giornata internazionale della lingua madre del 21 febbraio. La Giornata fu proclamata dalla Conferenza Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura nel 1999, e da allora viene celebrata ogni anno per promuovere la diversità linguistica e culturale e il poliglottismo. La data è stata scelta per commemorare il 21 febbraio 1952, quando alcuni studenti furono uccisi dalla polizia a Dacca (capitale dell’attuale Bangladesh) durante una manifestazione per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese, come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.

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Piano Oncologico Nazionale 2023-2027

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Cinquanta milioni di euro in cinque anni per il Piano Oncologico Nazionale (PON). Questo è il contenuto dell’emendamento approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato con cui viene istituito il Fondo 2023-2027. Un primo passo in avanti salutato positivamente dalle Associazioni riunite nel gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. «Dopo la costituzione dei gruppi interparlamentari e l’approvazione alla Camera della mozione unitaria sul Piano Oncologico Nazionale e sui punti chiave dell’Accordo di Legislatura 2022/2027, con l’istituzione del Fondo arriva un primo importante passo in avanti verso una governance dell’oncologia in chiave moderna – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente Salute Donna Onlus e Coordinatrice del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – Ora tocca alle Regioni mettere in campo gli strumenti per utilizzare i fondi ascoltando anche le istanze delle associazioni, pronte a dare tutto il supporto necessario affinché non venga sprecato neanche un centesimo».«Ci siamo messi subito a lavoro per dare risposte concrete ai pazienti che hanno bisogno di sapere che la politica farà la sua parte – commenta Guido Quintino Liris, capogruppo FdI alla Commissione Bilancio del Senato – Le risorse stanziate consentiranno di supportare quanto viene fatto in ambito oncologico, rispondendo ai bisogni dei pazienti che devono avere la possibilità di essere curati tempestivamente e con percorsi al passo con gli strumenti offerti dalla ricerca e degli operatori sanitari che devono essere messi nelle condizioni di lavorare nel migliore di modi». L’istituzione del Fondo per il PON arriva dopo una settimana importante che ha visto la costituzione al Senato dell’Intergruppo parlamentare “Insieme per un impegno contro il cancro”, nato dopo quello alla Camera dove è stata approvata all’unanimità una mozione unitaria che chiede al Governo un impegno preciso sui 12 punti del nuovo Accordo di Legislatura 2022/2027, siglato proprio dalle Associazioni del Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” con i partiti.

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Il Presidente Roberto Messina: “Il Pronto Senior Salute è allo stremo”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Nel corso dell’intero 2022 sono arrivate al centralino di Pronto Senior Salute quasi 60.000 chiamate. Si tratta del punto d’ascolto (che risponde al numero 06.62274404) attivato oltre un anno fa da Senior Italia FederAnziani ed è un supporto, gratuito per i cittadini, al fine di ottenere il rispetto da parte dei servizi sanitari regionali dei tempi indicati dai medici all’interno delle prescrizioni per visite specialistiche, esami diagnostici ed eventuali ricoveri troppo spesso ignorati al momento dell’assegnazione degli appuntamenti. I cittadini hanno potuto così rivolgersi a personale specializzato e risolvere il 94% delle loro problematiche, riuscendo l’organizzazione a dialogare, in modo estremamente costruttivo, con i servizi sanitari regionali di riferimento aiutando così gli over 65 che avevano diritto a tali prestazioni secondo le normative vigenti. “Il nostro servizio Pronto Senior Salute è allo stremo e questo indica quanto sia in sofferenza anche il servizio sanitario nazionale – afferma Roberto Messina, Presidente di Senior Italia FederAnziani -. Siamo convinti che il 2023 sarà un vero calvario per i cittadini poter accedere alle prestazioni. Infatti la carenza di oltre 25.000 medici e 63.000 infermieri non potrà aiutare la discesa delle liste d’attesa”. L’Osservatorio GIMBE del 2019, 2020 e 2021 ha riscontrato una diminuzione complessiva delle prestazioni per oltre 144 milioni e per il 90,2% nelle strutture pubbliche. I dati AGENAS confermano una diminuzione del 40% delle attività di screening, infine oltre l’11% della popolazione ha rinunciato a visite ed esami diagnostici o specialistici per problemi economici. Pur avendo svolto un lavoro come una goccia d’acqua nel mare della Sanità, Pronto Senior di Federanziani è riuscita per lo meno ad aiutare 60.000 over 65. Nello specifico le chiamate maggiori sono state per i seguenti servizi, suddivisi in due tabelle che fanno riferimento alle visite specialistiche e agli esami diagnostici: “A questo si aggiunge – dichiara il dott. Messina – che la diminuzione degli screening, specialmente in ambito oncologico, porterà ad una emersione di patologie oncologiche, ad una stadiazione maggiore, a costi raddoppiati se non triplicati e a una diminuzione dell’aspettativa di vita. Infine siamo sbalorditi dalla diminuzione degli interventi per le fratture femorali secondo i tempi stabiliti e soprattutto la non immediata riabilitazione del paziente che, come la letteratura insegna, se non fatta secondo le linee guida porta nell’arco dei dodici mesi al decesso del paziente. Infine ancora sono sopra un milione i cittadini che attendono di essere sottoposti ad intervento di cataratta e visite specialistiche oculistiche.

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Scuola: Incredibile ma vero: a febbraio si nominano ancora i supplenti annuali!

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Il ministero dell’Istruzione ci ha detto a settembre di avere messo in cattedra tutti i docenti dal primo giorno di scuola, solo che adesso, a sei mesi di distanza, si scopre che ci sono province dove l’assegnazione di contratti annuali a tempo determinato, con scadenza 31 agosto o 30 giugno 2023, risulta ancora in corso. Accade ad esempio a Matera, dove si continuano ad assegnare dalle Graduatorie provinciali per le supplenze. Ma anche in tante scuole che, in ordine sparso, continuano a convocare per pemsupplenze da GPS e, dove esaurite, da graduatorie di istituto. Come è possibile che a metà febbraio debbano ancora essere collocati su cattedra i supplenti annuali? Con chi hanno svolto le lezioni negli ultimi 150 giorni gli alunni? “L’organizzazione spaventosamente carente della scuola italiana – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è rappresentata al meglio da questo vero e proprio supplizio in atto sulle supplenze annuali, che continuano ad essere assegnate a quasi sei mesi dall’inizio dell’anno scolastico. Questo è il rovinoso effetto della mancata immissione in ruolo dalla prima e seconda fascia Gps su tutte le discipline d’insegnamento. La verità è che senza il doppio canale di reclutamento si sta andando in un vicolo cieco, che produce sempre più cattedre vacanti e difficoltà di coprirle con personale”. “Qualche settimana fa – continua il leader del giovane sindacato – questa modalità risolutiva sul reclutamento, almeno da adottare nella fase transitoria 2023-2024, è stata presa in finalmente in considerazione anche dal ministero dell’Istruzione, che ha chiesto un parere della Commissione Ue proprio su nostra esplicita richiesta. Del resto, Anief porta avanti questa linea da anni, da quando le GPS ancora non esistevano. La risposta dei Bruxelles deve ancora arrivare, noi attendiamo fiduciosi, come pure il sollecito sulla deroga ai vincoli della mobilità, sull’organico aggiuntivo (negato dopo due anni consecutivi che era stato accordato anche con 70 mila unità di docenti e Ata. Come pure attendiamo risposte sull’allargamento delle graduatorie di più concorsi e degli assunti con riserva tornati a fare i supplenti. Non meravigliamoci – conclude Pacifico – se poi Svimez denuncia che ci ritroviamo con Un paese e due scuole: anche da queste mancate operazioni dipende il livello dell’offerta formativa prodotta nei nostri istituti scolastici”.

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Scuola: Trasferimenti per 100 mila docenti e Ata, domande già a fine febbraio

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

L’Ordinanza ministeriale sulla mobilità del personale scolastico, relativa all’anno scolastico 2023/24, potrebbe essere pubblicata a breve e tra due settimane, negli ultimi giorni di febbraio, dovrebbero partire le domande on line: lo scrive la stampa specializzata, anticipando che “la presentazione delle domande su Istanze online potrebbe essere avviata già dal 24 o 25 febbraio. Una data certa sarà resa nota durante l’incontro previsto il prossimo 17 febbraio tra Ministero e rappresentanti sindacali, tra cui anche l’Anief. Il giovane sindacato, in quell’occasione, ripeterà quello che sostiene da tempo: non si possono introdurre eventuali blocchi alla presentazione della domanda che consente al personale docente e ATA di ruolo di fare domanda di trasferimento provinciale o interprovinciale oppure richiesta di passaggio di cattedra o di ruolo per il prossimo anno scolastico. Tra le novità previste, annuncia Orizzonte Scuola, il “contratto dovrebbe recepire la nuova normativa che permette a due docenti di usufruire alternativamente dei tre giorni di permesso per assistere una persona con disabilità in situazione di gravità”. Il sindacato Anief ricorda che sarebbe un errore approvare il contratto sulla mobilità 2023/24 senza attendere il parere dell’Unione europea sulla proposta formulata dallo stesso ministero dell’Istruzione nell’ambito della proposta sulla fase transitoria del nuovo reclutamentoi”.

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Meta’s Metaverse Division Lost $35B in Four Years

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

While Mark Zuckerberg may believe that the future of his company lies in the metaverse, the truth is project is costing Meta and its shareholders billions of dollars. According to data presented by TradingPlatforms.com, the four-year operating loss of Meta’s Reality Labs division, home to the company’s virtual reality technologies and projects, climbed to a shocking $35bn.Although Meta’s investors have called on the company to reduce spending on metaverse projects, it continues to lose billions of dollars to bring its CEO’s metaverse vision to life. Even more worrying is that Mark Zuckerberg expects losses to grow significantly in 2023, after the annual operating loss of Meta’s Reality Labs division had already tripled.In 2019, the operating loss stood at a massive $4.5bn, according to Statista data and Meta’s earnings reports. A year later, this figure grew by 46% to $6.6bn. However, 2021 saw an even bigger increase, with the amount of invested money surging by 54% year-over-year to $10.2bn.In the last quarter of 2022 only, the Reality Labs division recorded an operating loss of $4.3bn, bringing the total for the year to an eye-watering $13.7bn, or 34% more than a year before that.Although Zuckerberg expects the metaverse project to grow its company’s operating income in the long run, at this point it’s just the opposite, with metaverse investments weighing heavily on Meta’s results.Last year, the company’s operating margin dropped from 40% to 25%, as total operating profit went down from $46.8bn in 2021 to $28.9bn in 2022. Moreover, Meta saw the biggest market cap drop of all big five tech giants last year, with more than $750bn wiped off its stock value.Although Meta is losing billions of dollars on metaverse projects at this point, the Statista Advertising and Media Markets Insights survey shows a huge potential in the metaverse to justify such massive investments. Even the conservative addressable market scenario, where 15% of the digital economy shifts to the metaverse, shows Zuckerberg is seemingly shooting for a slice of a large and lucrative business.According to Statista’s forecast, the metaverse’s reach is projected to hit 700 million people worldwide by the end of the decade. The total addressable market in the conservative scenario, or the revenue opportunity for metaverse products and services, is expected to hit $1.91trn in this period.In the optimistic scenario, where 35% of the digital economy shifts to the metaverse, this value jumps to $4.44trn. The full story and statistics can be found here: https://tradingplatforms.com/blog/2023/02/13/metas-metaverse-division-lost-35b-in-four-years/

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European Destination of Excellence at ITB Berlin

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

Kranj (Slovenia) will be in Hall 30, stand 303 at this year’s event, 7-9 March. 2023 European Destination of Excellence (EDEN) Kranj (Slovenia) is participating in ITB Berlin 2023. Representatives from the destination will be at the European Capital of Smart Tourism stand (Hall 20, stand 303). Kranj is setting the standard in a form of tourism that is good for the environment and benefits the local community. This means implementing tourism measures that are reducing carbon footprints, while at the same time, empowering communities to get the most out of their local tourism industry. Leading sustainable tourism practices from Kranj include: The Kranj long table: a culinary event that brings together local producers and food enthusiasts for a climate friendly meal. The event takes place in the courtyard of the Khislstein Castle, where local chefs serve up dishes sourced from the Kranj area. The event supports local producers and introduces visitors to the wonders of Slovenian cooking; all whilst maintaining a miniscule carbon footprint. The Green Team: a team dedicated to lowering the carbon footprint across Kranj. The team is made up of 16 members from different local authority institutions. It collects data, sets targets and organises workshops with local businesses and tourism industry representatives, to make sure those targets are met. The European Destinations of Excellence is an EU initiative, implemented by the European Commission. Its aim is to recognise and reward smaller destinations that have put in place successful strategies to boost sustainable tourism through green transition practices. The competition is founded upon the principle of promoting the development of sustainable tourism in destinations which brings value to the economy, the planet and people.

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«Ma leggi ancora Topolino?»

Posted by fidest press agency su mercoledì, 15 febbraio 2023

C’è chi le ha lette da piccolo, chi le ha recuperate da adulto. Una cosa è certa: tutti conosciamo le storie Disney. Dagli anni Trenta ad oggi, il fumetto Disney ha messo in scena una commedia senza fine interpretata da animali antropomorfi, che di simile all’uomo non hanno solo l’aspetto: Topolino, Paperino e gli altri, vivono sogni, conflitti e ambizioni tipicamente umane. Racconti che ritraggono la società e i suoi mutamenti, suscitando empatia nel lettore e nello spettatore.Lo sa bene la community di “Ventenni Paperoni”, un gruppo di appassionati che, tra il serio e il faceto, racconta l’universo Disney nel suo salotto online da centinaia di migliaia di seguaci: utilizzando un linguaggio universale, sblocca ricordi, solleva quesiti e incuriosisce neofiti che finiscono per appassionarsi. Contenuti apparentemente leggeri che celano un grande lavoro di analisi e approfondimento, sfociato nel saggio: «Ma leggi ancora Topolino?», pubblicato da Edizioni NPE. Una panoramica accurata sui fumetti Disney, che lancia spunti di riflessione e offre nuovi sguardi su temi e personaggi che conosciamo – o credevamo di conoscere – da sempre. In libreria dal 3 febbraio.

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