Fidest – Agenzia giornalistica/press agency

Quotidiano di informazione – Anno 35 n°165

Archive for 1 marzo 2023

CO_ME Comunità di Memoria in viaggio ad Auschwitz Birkenau

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Dal 4 al 10 marzo 140 ragazzi e ragazze di Alpignano, Bollengo, Carmagnola, Caselle, Castiglione Torinese, Cavour, Chieri, Ciriè, Collegno, Giaveno, Grugliasco, La Loggia, Lanzo, Lauriano, Leinì, Lombardore, Moncalieri, Montaldo Torinese, Nichelino, Rivalta di Torino, Rivoli, San Giusto Canavese, San Maurizio Canavese, San Mauro Torinese, Sant’Ambrogio, Settimo Torinese, Torino, Trofarello, Venaria Reale, Vinovo e Volpiano parteciperanno ad un viaggio di formazione sui temi della memoria e della cittadinanza attiva a Cracovia e Auschwitz-Birkenau. Con loro anche il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo e la consigliera metropolitana delegata alle politiche giovanili Valentina Cera: “Dal punto più basso dell’umanità nasce l’idea della nostra Europa, un’Europa dei popoli, dei diritti e della democrazia. Il processo di unificazione europea che parte dalle macerie della Seconda guerra mondiale è ancora in corso e deve vedere le nuove generazioni protagoniste” commentano i due amministratori della Città metropolitana, che propongono ai ragazzi uno strumento per acquisire consapevolezza dei processi storici che hanno portato all’esistenza dei lager. Per il reclutamento dei partecipanti è stato scelto di dare priorità ai giovani delle diverse “Antenne Europa”: si tratta di quei Comuni che hanno aderito all’iniziativa della Città metropolitana denominata “L’Europa in Comune” per promuovere la dimensione europea nello sviluppo economico e sociale dei territori e portare l’Europa più vicina ai cittadini e alle comunità. “La nostra idea” concludono Jacopo Suppo e Valentina Cera “è che l’edizione 2023 di CO_ME Comunità di Memoria sia la prima di una serie, da mettere a sistema per coinvolgere sempre più giovani in una scuola di cittadinanza attiva”. In questi giorni i 140 giovani suddivisi in gruppi hanno cominciato a conoscersi durante un percorso di formazione in presenza nella sede di Città metropolitana di Torino. CO_ME Comunità di Memoria è il progetto della Città metropolitana di Torino, in collaborazione con lo sportello Europe Direct Torino, per avviare ad un percorso di formazione sui temi della memoria e della cittadinanza attiva un gruppo di giovani dai 18 ai 30 anni. Il progetto, che rientra tra le attività del piano tematico Pa.C.E., finanziato dal programma transfrontaliero Alcotra, comprende tra l’altro una esperienza diretta nei luoghi teatro degli eventi drammatici del Novecento e delle storie di chi li ha vissuti, di chi ha combattuto e di chi ha immaginato un’Europa libera e unita.

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Stagione 2 – Episodio 1 Alex Cecchetti: Danza sulla mia fronte amore

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Roma Venerdì 10 marzo 2023, dalle ore 19.00 alle 21.00 Palazzo Roccagiovine, Foro Traiano ingresso con biglietto acquistabile su http://www.forof.it e fino al 15 aprile 2023 FOROF – la startup artistico-culturale ideata da Giovanna Caruso Fendi che, si affaccia sul Foro Traiano di Roma trasformato da Sortilegio con la mostra site specific ideata per FOROF dall’artista, poeta, giardiniere e coreografo Alex Cecchetti come un ambiente sciamanico immersivo, abitato da installazioni e opere, che invitano gli spettatori ad abbandonare sé stessi per andare incontro alla Natura.Come già avvenuto con LOVOTIC – la mostra site specific realizzata da Soundwalk Collective con cui ha inaugurato nel 2022 – anche per la sua Seconda Stagione culturale FOROF ha chiesto ad Alex Cecchetti di pensare un programma di Episodi: esperienze culturali e artistiche a carattere relazionale che attivano mensilmente la mostra, offrendo spunti di approfondimento dei temi esplorati dalle sue opere e dalla sua poetica, attraverso visite guidate speciali, performance, musica, poesia.Venerdì 10 marzo 2023, dalle 19.00 alle 21.00, con Danza sulla mia fronte amore l’artista presenta il primo di due Episodi che accompagneranno la mostra fino alla chiusura. La performance prevede due danzatori che si esibiscono all’interno dell’area archeologica, accompagnati non dalla musica ma semplicemente dal suono del loro respiro e dei battiti del loro cuore. I ballerini indosseranno delle gonne realizzate e decorate dall’artista ispirate a quelle dei Dervisci rotanti, e nel corso della serata, si esibiranno più volte, per permettere a tutto il pubblico di vivere l’esperienza. L’Episodio, che prevede un biglietto di ingresso di 30 euro acquistabile su http://www.forof.it, si conclude con un percorso enogastronomico, curato da Rimessa Roscioli. Prossimo appuntamento: mercoledì 15 aprile Episodio 2, Love Bar di Alex Cecchetti.

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Industria: Istat, fatturato 2022 +18%

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Secondo i dati resi noti dall’Istat, il fatturato dell’industria a dicembre sale dello 0,7% sul mese precedente e del 14,9% su base annua, mentre nella media del 2022 cresce del 18% sul 2021. “Bene, dati positivi! Nonostante il fatturato sia gonfiato all’inverosimile dall’inflazione alle stelle, anche le variazioni in volume registrano una dinamica positiva, per quanto molto più attenuata” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Il 2022 si chiude non solo con un rialzo sul 2021, +18%, e, ovviamente, sul 2020 (+44,6%), anno di Covid e di lockdown, ma anche rispetto ai valori pre-crisi. Secondo il nostro studio, infatti, se si confronta il fatturato del 2022 con quello pre-pandemia del 2019, è superiore del 28,1%, +30,2% il fatturato interno, +24,3% quello estero. Insomma, si sono interamente e abbondantemente recuperati i valori pre-Covid e pre-lockdown, anche se l’inflazione gioca un ruolo non certo secondario” conclude Dona.

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La Cina domina nella produzione di apparecchiature per l’energia pulita

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Irene Lauro, Environmental Economist, Schroders.Mentre Unione Europea e Stati Uniti hanno iniziato solo di recente a studiare forme di intervento statale per sostenere la produzione di energia pulita, la Cina domina già la scena.Si stima che la spesa per la politica industriale sia stata di oltre 240 miliardi di dollari nel 2019. Si tratta di una cifra tre volte superiore a quella degli Stati Uniti e nove volte superiore a quella del Giappone­.I dati dell’IEA (l’Agenzia internazionale dell’energia) evidenziano che la Cina domina la lavorazione di molti minerali fondamentali per la produzione di tecnologie green. Ha una quota del 70% circa della lavorazione globale del cobalto e del 60% del litio e del nichel. Le aziende cinesi hanno iniziato a investire in Paesi ricchi di minerali come la Repubblica Democratica del Congo già nel 2006. Il sostegno politico sostenuto ha anche aiutato la Cina a prendere il controllo della produzione mondiale di tecnologie prodotte in serie.L’economia asiatica rappresenta oltre il 70% della capacità produttiva globale di pannelli solari e batterie. È anche il maggior produttore di capacità eolica e di pompe di calore, rispettivamente il 58% e il 38% di questi mercati.Con l’avanzare della transizione energetica, il ruolo della Cina nelle catene globali del valore per la produzione di apparecchiature utilizzate per generare energia pulita e rinnovabile è destinato ad espandersi nel prossimo decennio. Nel suo ultimo rapporto Energy Technology Perspectives 2023, l’IEA mostra che “Nel 2030, la Cina da sola sarebbe in grado di rifornire l’intero mercato globale dei moduli fotovoltaici solari, un terzo del mercato globale degli elettrolizzatori e il 90% delle batterie EV del mondo”.Questa concentrazione della produzione in Cina rappresenta chiaramente un rischio per i piani di decarbonizzazione delle economie avanzate. La pandemia di Covid ha già evidenziato la necessità per i Paesi di costruire catene di approvvigionamento più resilienti, poiché la loro interruzione e le conseguenti strozzature possono creare significative pressioni inflazionistiche.L’energia rinnovabile è una fonte di energia infinita e senza vincoli che può portare a una maggiore sicurezza energetica in molti Paesi e, in ultima analisi, a costi molto più bassi. Tuttavia, l’attuale struttura delle catene globali del valore fa sì che lo sviluppo delle infrastrutture di cui i Paesi hanno bisogno per usufruire dell’elettricità prodotta dal vento e dal sole sia esposto a rischi geopolitici.

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Schroders – La corsa ai sussidi green e le sue implicazioni economiche

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Irene Lauro, Environmental Economist, Schroders. Nel mondo occidentale, sta tornando in auge l’intervento dei governi nell’attività economica attraverso la politica industriale. Nel tentativo di rafforzare le loro catene di approvvigionamento e migliorare la sicurezza energetica, le economie avanzate stanno aumentando gli sforzi per espandere la produzione di tecnologie energetiche pulite. Ad agosto 2022 gli Stati Uniti hanno firmato quella che probabilmente risulterà essere la più importante legislazione sul clima nella storia del Paese. Questa nuova legge è destinata a dare un notevole impulso all’industria delle tecnologie green degli Stati Uniti. Comporta agevolazioni fiscali e sussidi per un valore di 369 miliardi di dollari per le aziende che producono veicoli elettrici, batterie ed energia rinnovabile ed equivale a una nuova strategia industriale. La strategia promuoverà anche la ri-localizzazione negli Stati Uniti di aziende globali operanti nel settore dell’energia verde, incrementando così le opportunità di lavoro nel Paese e attirando al contempo maggiori capitali. Come reagiranno gli altri Paesi ai tentativi degli Stati Uniti di aumentare la competitività industriale? Altri Paesi, tuttavia, non resteranno a guardare mentre gli Stati Uniti aumentano la loro competitività industriale. In particolare, l’IRA rappresenta un rischio fondamentale per l’industria delle tecnologie green dell’UE.Finora, l’UE è stata leader nell’azione e nella regolamentazione in materia di clima. Ha uno dei prezzi del carbonio più alti a livello globale e si appresta ad attuare la prima border tax sul carbonio al mondo. Nel 2005 l’Unione Europea ha introdotto la tariffazione del carbonio attraverso l’implementazione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS). Grazie a questa iniziativa, il blocco ha beneficiato di una diffusione più rapida delle energie rinnovabili rispetto ad altre economie avanzate.La politica industriale sta tornando in auge anche in Europa e sarà uno strumento importante per continuare a promuovere le energie rinnovabili europee. In particolare, l’UE sta studiando una propria forma di strategia di sovvenzione green attraverso il Net-Zero Industry Act (NZIA), annunciato a Davos nel gennaio 2023. L’obiettivo è “… semplificare e accelerare le autorizzazioni per i nuovi siti di produzione di tecnologie pulite…”, con lo “scopo di concentrare gli investimenti su progetti strategici lungo l’intera catena di approvvigionamento”. È probabile che l’UE istituisca anche la Critical Raw Materials Act (legge sulle materie prime critiche), che dovrebbe garantire l’accesso a minerali e metalli cruciali diversificando l’approvvigionamento e riducendo la dipendenza da forniture altamente concentrate provenienti da Paesi terzi.

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PGIM Fixed Income: La Cina è pronta per la crescita

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Gerwin Bell, Lead Economist per l’Asia del team Global Macroeconomic Research di PGIM Fixed Income. Il consenso su molte questioni sembra essere difficile da ottenere in questi giorni e le prospettive economiche sulla Cina non fanno eccezione. Un anno fa avvertivamo che chi si aspettava una crescita superiore al 5% sarebbe rimasto sostanzialmente deluso, anche se la crescita sarebbe stata “abbastanza buona”. La nostra previsione si è rivelata corretta, anche se l’esito finale del 3% è risultato inferiore a quanto pensavamo all’epoca. Anche quest’anno abbiamo una posizione contrarian, ma nella direzione opposta, con una previsione di crescita economica del 5,7% – notevolmente superiore alle aspettative del consenso, anche se queste ultime vengono ora riviste al rialzo. Mentre l’anno scorso abbiamo affermato che una crescita più bassa non sarebbe stata la fine del mondo, avvertiamo che nel 2023 i mercati non dovrebbero adagiarsi e pensare che una crescita più elevata in Cina solleverà il mondo dalle recessioni.La nostra visione si basa principalmente sulle politiche. Il 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, tenutosi a metà ottobre, ha avuto delle ripercussioni sull’approccio della Cina all’economia e agli affari interni, rappresentando una significativa inversione di rotta per le politiche chiave. Il dietrofront più noto coincide con l’accantonamento della “politica dello zero-COVID”, che negli ultimi tre anni aveva portato a ripetute chiusure su larga scala in tutto il Paese.Economicamente più importanti sono state le svolte di politica che hanno posto fine alla disastrosa stretta che ha spinto il mercato immobiliare cinese in caduta libera e l’eliminazione del pesante giro di vite del governo sulle aziende tecnologiche. Inoltre, è ancora da stabilire se i pacchetti di stimolo fiscale che hanno sostenuto il mercato automobilistico e le infrastrutture rimarranno nel 2023.L’ipotesi migliore è che le politiche di allentamento e stimolo continueranno e si amplieranno, perché sono necessarie. La retromarcia del partito ha tacitamente riconosciuto che le politiche del passato sono state eccessivamente costose per le ambizioni di crescita del Paese in presenza di queste sfide. Ma l’abolizione di queste politiche da sola non si tradurrà in un rilancio della crescita, soprattutto con l’atteso rallentamento del commercio globale che eliminerà il motore di crescita residuo delle esportazioni: La fine dei lockdown legati al COVID farà certamente aumentare i consumi. Tuttavia, la quota dei consumi sul PIL è inferiore a quella della maggior parte degli altri Paesi, quindi qualsiasi aumento percentuale dei consumi delle famiglie avrà un impatto complessivo minore. Ad esempio, una crescita dei consumi reali del 6% farà salire il PIL solo di circa 2,25 punti percentuali. Allo stesso modo, il calo della costruzione di immobili in Cina è stato molto forte l’anno scorso – gli immobili residenziali in costruzione sono diminuiti di quasi il 30% -, anche con le nuove politiche in vigore, sarà difficile per questo settore risalire fino a un punto in cui possa raggiungere una crescita annuale. Servirà del tempo affinché la deregolamentazione del settore tecnologico conquisti gli investitori, ancora spaventati dai precedenti interventi. Allo stesso tempo, l’accelerazione della guerra tecnologica globale aggiungerà venti contrari sul piano della concorrenza e metterà sotto pressione le aziende tecnologiche cinesi che dipendono dai clienti stranieri. Lo stimolo alle infrastrutture potrebbe essere minacciato dalla ristrettezza delle entrate dei governi locali, mentre la perdita degli incentivi sulle automobili farà notizia e richiederà misure diverse per stimolare la spesa delle famiglie. Alla luce di questi fattori sfavorevoli, il governo non avrà altra scelta se non quella di proseguire con un ampio allentamento delle politiche su più fronti. Se il governo continuerà con le sue politiche di spesa e di accomodamento, come ci aspettiamo, prevediamo una crescita del 5,7%.Altri rischi di ribasso derivano da una recessione globale più ampia del previsto e da un’ulteriore acutizzazione di una guerra commerciale, o di una guerra vera e propria. Gli investitori vorranno osservare con attenzione gli annunci e le decisioni politiche dopo le “Due Sessioni” di marzo, i più importanti vertici politici cinesi dell’anno. Molto probabilmente non si innescherà una reflazione globale, poiché la Cina ha una capacità in eccesso e ci aspettiamo che gli stimoli saranno più legati ai consumi che agli investimenti. (abstract by http://www.verinieassociati.com)

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PIMCO: I mercati finalmente ascoltano il messaggio della Fed sugli “aumenti costanti”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Richard Clarida, Global Economic Advisor di PIMCO È stato un mese intenso per gli investitori e gli osservatori della Fed. Il 1° febbraio, dopo aver annunciato un rialzo di 25 punti base del tasso sui federal funds, la Federal Reserve statunitense ha dichiarato di prevedere che degli “aumenti costanti” sarebbero necessari per portare la politica monetaria nell’intervallo restrittivo necessario per indirizzare l’inflazione statunitense verso un percorso che la riporti, nel tempo, all’obiettivo di lungo periodo del 2%. Questi sviluppi illustrano bene l’interazione tra dati, destinazione e dinamiche di mercato che probabilmente si verificherà nell’anno a venire, mentre la Fed cerca di architettare quello che definiremmo un “softish landing” (se non addirittura “soft”) per l’economia statunitense, riducendo la crescita della domanda aggregata in modo da raggiungere un migliore equilibrio con l’offerta aggregata, nel perseguimento del proprio mandato di stabilità dei prezzi a lungo termine. I funzionari della Fed hanno affermato che il rischio di fare troppo poco per ridurre l’inflazione è superiore al rischio di fare troppo. Tuttavia, a nostro avviso, la maggior parte del lavoro più pesante da fare prima di sospendere i rialzi dei tassi entro la fine dell’anno è già stato fatto, anche se il rischio è che il picco del tasso sui fed funds che vedremo in questo ciclo sia più alto se i progressi nella riduzione dell’inflazione saranno più lenti di quanto la Fed si aspetta. Il tasso sui fed funds è salito per l’ultima volta al 4,75% (verso il 5,25%!) nel 2006. Sebbene non si tratti esattamente di storia antica, è comunque trascorso un lasso di tempo sufficiente per far sì che i mercati impieghino un po’ di tempo per adattarsi a una curva dei rendimenti ancorata a un tale livello. E bisognerebbe guardare ancora più indietro – addirittura decenni – per risalire all’ultima volta che la Fed ha intrapreso un ritmo di inasprimento monetario così rapido come quello del 2022. Una differenza cruciale oggi rispetto ai precedenti cicli di rialzo dei tassi è la comunicazione: La Fed è diventata molto più trasparente, offrendo proiezioni, obiettivi e indicazioni dettagliate oltre a discorsi, commenti, dichiarazioni e ricerche.Tuttavia, gli investitori dovrebbero rimanere attenti alle discrepanze che, occasionalmente, si sono riscontrate tra le indicazioni della Fed e alcuni importanti indici delle condizioni finanziarie. Sebbene secondo alcuni indici le condizioni finanziarie si siano leggermente allentate, ricordiamo che la politica monetaria opera con un certo ritardo, il che significa che l’economia statunitense probabilmente non ha ancora assorbito tutta la portata dell’inasprimento della Fed. Come ha indicato il presidente Powell nella conferenza stampa del 1° febbraio, parte di questo apparente scollamento riflette la convinzione diffusa degli investitori (dimostrata dalle valutazioni di mercato) che quest’anno i livelli di inflazione scenderanno più rapidamente di quanto previsto dalla Fed. Oltre alla sfida di domare l’inflazione, la Fed rimane concentrata sulla valutazione e sul sostegno del livello di massima occupazione nell’economia post-pandemia, in linea con l’obiettivo di inflazione del 2%. Il mercato del lavoro statunitense ha subito una trasformazione significativa dopo la pandemia: la partecipazione alla forza lavoro è crollata, le aziende faticano a coprire le posizioni aperte e gli aumenti salariali sono andati ben oltre un ritmo in linea con la produttività sottostante e con l’obiettivo di inflazione della Fed. Con i rialzi dei tassi ormai alle spalle e l’impegno della Fed a riportare col il tempo l’inflazione al target, le filosofie d’investimento che sono state utili a molti investitori prima del 2022 sono tornate di nuovo attuali. Si pensi ai concetti di base di diversificazione, gestione attiva, mitigazione del rischio. In particolare, i mercati del reddito fisso sono pronti per rendimenti interessanti, dato che i rendimenti di partenza sono a livelli che non si vedevano da anni. Come abbiamo affermato nell’ultimo Cyclical Outlook di PIMCO, “Le obbligazioni sono tornate”, intravediamo opportunità nel reddito fisso core, nei titoli garantiti da ipoteca, nel credito di alta qualità, nelle materie prime e nelle obbligazioni indicizzate all’inflazione. (abstract by http://www.verinieassociati.com

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L’impatto del “rigurgito inflattivo” di metà semestre

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist, Intermonte. Il mese di gennaio ha presentato la consueta correlazione positiva bond/borse che avevamo visto in negativo nel 2022 ed in senso opposto nel primo mese dell’anno (prezzi di borsa e bond in rialzo)Il mese di febbraio ha presentato un doppio volto in merito a tale correlazione. In sintesi: l’andamento dei tassi da inizio anno si sta confermando la variabile indipendente da cui scaturisce poi l’andamento dei listini azionari. L’inflazione è sempre l’osservato speciale ed i primi dati preliminari di Francia e Spagna di febbraio confermano la possibilità di un “rigurgito inflattivo” tra primo e secondo trimestre, tale da mettere in allarme le banche centrali e costringerle a fare qualcosa in più in termini di rialzo dei tassi e considerare una successiva pausa di qualche trimestre in luogo di qualche mese. Questo spiega perché poco alla volta il tasso di approdo atteso (il cosiddetto terminal rate) si sposta verso l’alto, situandosi ora in prossimità del 4% per la BCE e al 5,5% per la Fed. Se il tema inflazione rimane centrale, progressivamente ad esso si sta affiancando anche un altro fattore potenzialmente più temibile, ossia il ridimensionamento delle iniezioni di liquidità, che in alcune aree si sta già convertendo in drenaggio. È il caso degli Usa, dove la dinamica annuale dell’aggregato monetario M2 è già in negativo, mentre sta rallentando velocemente la crescita degli aggregati di area Euro e Giappone. In senso opposto la Cina, alle prese con il tentativo di rilanciare la crescita. Allungando l’orizzonte all’intero anno, rimane l’attesa di una fase recessiva tecnica negli Usa nel corso della seconda parte del 2023 (terzo o quarto trimestre) anche per il potenziale effetto ritardato sui consumi delle misure restrittive della Fed, soprattutto se in forma più accentuata nel primo semestre (alias terminal rate più alto) per contenere il temporaneo arresto/riduzione del calo dell’inflazione. Questo scenario porta ad ipotizzare un ridimensionamento dei tassi nel corso della seconda parte dell’anno che potrebbe avere prime avvisaglie alla fine del semestre in corso, con conseguente beneficio a tendere soprattutto della parte azionaria growth. Sul fronte pendenze di curve, la forte accentuazione dell’inversione segnala come l’ipotesi recessiva Us sia ancora distante qualche mese. Quando saremo più vicini al momento della recessione la curva, come spesso ha fatto in passato, potrebbe iniziare ad irrigidirsi di nuovo.

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Premium Brands: un’opportunità d’oro per il 2023

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Caroline Reyl, gestore del fondo Pictet-Premium Brands di Pictet Asset Management. La riapertura della Cina dopo il sollevamento delle politiche zero-Covid ha rinvigorito le prospettive per il comparto Premium Brands, dopo un 2022 a più velocità. Pricing power, domanda rigida, alta reputazione e spirito innovativo si confermano ancora fattori chiave a supporto del tema nel lungo periodo. Oltre alla Cina, da attese, anche la domanda statunitense resterà resiliente e stabile per l’anno 2023, mentre l’Europa dovrebbe beneficiare dell’aumento del turismo internazionale, sebbene permanga l’incognita della guerra russa in Ucraina. Proprio la presenza dei premium brand a livello globale aiuta le aziende a bilanciare i rischi legati alle singole regioni, che possono influenzare il sentiment dei consumatori. Inoltre, guardando al lungo termine, i premium brand si affacceranno sempre più alle economie in via di sviluppo, che attraversano ora una fase di profonda transizione: il Sud-est asiatico, ad esempio, presenta una domanda in forte espansione (con una polarizzazione del mercato verso consumatori di sesso maschile e giovani), ma anche India, America Latina e Africa rappresenteranno aree di sbocco dall’alto potenziale per il futuro della strategia Premium Brands.Il 2022 è stato un anno di test per il mercato del lusso, che ha dimostrato una buona capacità di tenuta in contesti sfidanti e di diversa natura: domanda più resiliente alle pressioni inflazionistiche, capacità di determinazione dei prezzi e la caratteristica di riserva di valore nel tempo hanno infatti supportato i ricavi delle aziende del segmento nel 2022, nonostante l’incertezza generalizzata ne abbia penalizzato le valutazioni: se guardiamo all’anno appena trascorso, il mercato luxury globale è cresciuto del 21% sfiorando quota 1.400 miliardi di euro, a fronte di corsi borsistici che hanno però segnato un -27%. L’appetito degli acquirenti di alta qualità si è quindi mantenuto forte, diminuendo in alcuni casi, ma senza mai esaurirsi del tutto e solo per un periodo di tempo contenuto.Quando parliamo di premium brand ci riferiamo a una categoria di aziende, per lo più longeve, del commercio al dettaglio di fascia alta: da Remy Cointreau ed Hermes, fondate nel 18esimo-19esimo secolo, a Louis Vuitton, Tiffany, Shiseido e Gucci di inizio ‘900, fino a Dior, Estee Lauder e Ferrari nate nel secondo dopoguerra, seguite da nomi come Essilor Luxottica negli anni ’70. Si tratta di firme che ritroviamo all’interno della strategia Premium Brands, caratterizzate da elevata capacità di innovazione e differenziazione dei prodotti, con un’importante componente di acquisto esperienziale e postvendita. Il segmento si è inoltre concentrato negli ultimi anni nello sviluppo online, spinto dalla pandemia a differenziare la distribuzione su più canali e a investire in attività di marketing e personal branding. L’ingresso nel mondo digitale non solo ha aperto le porte a nuovi consumatori (acquirenti di ceto medio-alto cinesi lontani dalle boutique fisiche e GenZ, che potrebbe arrivare a pesare il 40% degli acquisti globali di beni di lusso, rispetto al solo 4% di oggi) ma ha anche cambiato il modo di attirare clientela, integrando pratiche di digital engagement capaci di offrire modalità di acquisto esperienziale. Alcuni marchi stanno anche sperimentando la realtà aumentata, ponendo le basi per condurre il proprio business nel metaverso. Gioca inoltre un ruolo fondamentale la capacità dei premium brand di raccontarsi al mercato, di trasmettere sicurezza e trasparenza nelle procedure aziendali e di affiancare all’attività core iniziative più legate all’arte, al sociale e alla filantropia, supportando talenti emergenti e aiutando in progetti umanitari. I marchi premium rappresentano l’antitesi del “fast fashion”, grazie alla qualità e longevità dei prodotti (“le luxe c’est ce qui se répare” è tra le citazioni che risuonano in casa Hermès) e alla loro capacità di preservare e accrescere il loro valore nel tempo (circa il 6% in termini di CAGR nel periodo 2011-19). Raggiungere il livello di marchio premium implica poi un forte impegno a preservare la reputazione del nome, un’attività che richiede uno stretto controllo delle catene di approvvigionamento e della produzione ed elevati standard. Restano comunque alcune incognite. Tra le principali, il rischio di un peggioramento della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti e nuove restrizioni che potrebbero colpire soprattutto il settore dei viaggi e del leisure. Guardando al mercato cinese più da vicino, rimane da capire che direzione vorrà prendere la politica e se i grandi patrimoni di famiglie e imprenditori resteranno all’interno della regione o si sposteranno all’estero in cerca di una maggior stabilità e libertà. A partire dallo scoppio della pandemia, Pechino ha annunciato e attuato una serie di misure che hanno colpito le grandi aziende e i grandi imprenditori con normative arbitrare via via più severe. Pechino, nell’ottica di controllare usi, costumi e consumi dei cittadini cinesi, potrebbe decidere di tassare i beni di lusso. Complessivamente, tuttavia, la Cina ha promesso un maggior supporto alla crescita per gli investitori. Ancora, la conferma della politica di “common prosperity” perseguita da Xi dovrebbe offrire supporto ai marchi premium, aumentando la platea dei possibili consumatori. (abstract by Premium Brands: bc-communication.it)

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Weekly market outlook

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments. I recenti dati economici si sono dimostrati solidi in tutto il mondo, grazie alla riapertura della Cina dalla pandemia, al calo dei prezzi del gas in Europa e ai buoni dati sull’occupazione e sulla spesa dei consumatori negli Stati Uniti. Tutto ciò ha allontanato i timori di un’imminente recessione. Economie più forti dovrebbero ottenere utili migliori per le aziende e prezzi azionari più alti. Tuttavia, febbraio si presenta come un mese debole per le azioni statunitensi e i mercati emergenti sono andati anche peggio, con l’indice MSCI che ha registrato una sottoperformance di quasi il 9% dal suo picco relativo di metà gennaio. Per contestualizzare l’andamento del mercato azionario serve tenere conto di due aspetti: in primo luogo, dati statunitensi più solidi comportano una stretta più forte da parte della Federal Reserve e tassi di interesse più elevati risultano negativi per le azioni. Inoltre, il passaggio da un’economia più forte a utili più solidi potrebbe funzionare al momento, ma il mercato del lavoro estremamente rigido implica che i margini siano sotto pressione. Quasi tutti i titoli dello S&P500 hanno comunicato i risultati dell’ultimo trimestre del 2022 e, nonostante una crescita dei ricavi vicina al 6% rispetto a un anno fa, gli utili sono scesi del 4%. C’è stata quindi una forte compressione dei margini. In aggiunta, le cattive notizie sull’inflazione statunitense hanno compromesso le speranze per cui il calo dei prezzi delle materie prime e l’allentamento dei vincoli alle forniture dei beni potessero condurre ad un circolo virtuoso di disinflazione, in modo che la Fed potesse tornare verso il suo obiettivo del 2% senza una recessione. Questo scenario resta ancora possibile, ma riteniamo che la recessione negli Stati Uniti sia stata semplicemente rimandata. Guardando all’Europa, i numeri sono stati contrastanti: gli ultimi dati sul PIL della Germania hanno registrato una contrazione nel quarto trimestre del 2022, con un forte calo della spesa per i consumi discrezionali. Questo è uno sguardo al passato, mentre il futuro appare molto più roseo grazie al calo dei prezzi del gas naturale. La fiducia dei consumatori e delle imprese è migliorata e anche i deficit di bilancio appaiono più sani: la Germania ha stanziato 200 miliardi di euro per il suo programma di sostegno ai prezzi dell’energia. Si tratta di un enorme 5% del PIL e ora sembra che ne servirà solo una parte. Ovviamente non siamo comunque di fronte a un boom economico. I prezzi dell’energia rimarranno più alti di quanto non fossero prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’aumento dei tassi di interesse frenerà l’economia, soprattutto nel Regno Unito attraverso il mercato immobiliare. Ciononostante, le prospettive generali sono notevolmente migliorate. Cosa significa tutto questo per le azioni? A differenza degli Stati Uniti, le società europee non subiscono la stessa compressione dei margini. Anzi, gli utili del quarto trimestre hanno battuto nettamente quelli degli Stati Uniti. Certo, la Banca Centrale europea e la Banca d’Inghilterra dovranno aumentare ulteriormente i tassi di interesse per controllare l’inflazione, ma la riduzione di domanda che ci aspettavamo, a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia, si è attenuata. Prevediamo quindi che quest’anno le azioni europee superino quelle statunitensi. Se l’economia statunitense dovesse poi iniziare a indebolirsi, ciò dovrebbe ridurre la pressione sui rendimenti obbligazionari e indebolire il dollaro. E questo favorirebbe le azioni dei mercati emergenti. By Diana Avendaño Grassini from BC Communication

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Moneyfarm continua a crescere

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Moneyfarm, società internazionale di investimento con approccio digitale e tra i principali digital wealth manager nel panorama Fintech europeo, continua a crescere e rafforza il suo team con 50 nuove assunzioni previste per il 2023. Dopo il successo del Recruitment Plan 2022, che ha portato all’ingresso di oltre 100 nuove risorse in un solo anno, Moneyfarm prosegue nel rafforzamento del suo team internazionale: sono già una ventina le posizioni aperte tra Italia e Regno Unito per questa prima parte dell’anno. La crescita del personale, attualmente composto da circa 200 dipendenti di 25 nazionalità diverse, il 25% dei quali donne, è un’ulteriore conferma del consolidamento del business di Moneyfarm, che ad oggi conta 2,9 miliardi di euro di masse in gestione e oltre 90mila clienti, e del successo del suo modello di servizio “ibrido”, che integra tecnologia e consulenza tradizionale, mettendo un consulente a disposizione del cliente durante tutto il percorso di investimento. Forte del suo DNA digitale e di un’infrastruttura tecnologica che ha consentito di aumentare la produttività del team anche durante la pandemia, per il 2023 Moneyfarm si impegna a mantenere l’hybrid working, garantendo a tutte le sue risorse la possibilità di alternare lavoro da remoto e in presenza. Inoltre, come segno di gratitudine per l’eccellente lavoro svolto in un anno complesso come il 2022, a febbraio Moneyfarm ha erogato a ciascun dipendente un contributo straordinario di 1.000 euro lordi, un supporto concreto per fronteggiare l’impennata dei prezzi causata dall’inflazione. Numerose anche le iniziative di corporate welfare orientate al benessere dei dipendenti, come il servizio di mental coaching, il supporto psicologico, l’attività sportiva in orario di lavoro durante la wellness week trimestrale e la scelta di offrire un giorno di ferie retribuito nel mese di ottobre in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale. Ai neogenitori, inoltre, Moneyfarm garantisce l’integrazione del 100% di un mese di congedo parentale mentre, sul fronte della formazione, offre corsi professionalizzanti e corsi di lingua straniera gratuiti, oltre a un rimborso parziale ai dipendenti che decidono di intraprendere corsi universitari e master.

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TCW: Bond USA, la parola chiave è “pazienza”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

A cura di Brian Whalen, Co-Chief Investment Officer e Generalist Portfolio Manager, TCW. Guardando ai mercati obbligazionari, sembra che tutto al momento sia legato alle mosse della Federal Reserve. Considerando che da queste dipende il costo del capitale e, di conseguenza, dei finanziamenti, oltre ad avere un impatto sui mercati valutari, si può dire che l’azione della Fed abbia ripercussioni su tutta l’economia mondiale. Se si guarda ai titoli di Stato USA, considerando la volatilità del 2022, i bond a 5, 10 e 30 anni si sono tutti mossi all’interno di un dato range e dopo gli ultimi dati sull’occupazione negli Stati Uniti, abbiamo visto un lieve sell-off. In sostanza, al momento, sembra che la Fed stia suggerendo che il 5% non sarà il suo limite massimo, ma che potrebbe spingersi fino al 5,25%. Una volta raggiunto tale livello, la Banca Centrale statunitense resterebbe ferma per gran parte dell’anno, per poi effettuare un paio di tagli entro la fine del 2023, continuando con l’allentamento fino alla fine del 2024. Tutto ciò sembra aver fomentato una certa impazienza tra gli operatori di mercato. A dieci mesi dall’inizio dell’inasprimento della Fed, con i dati sull’occupazione a livelli record, gli investitori sembrano iniziare a pensare che non ci sarà alcuna recessione e che, quindi, abbia senso acquistare asset rischiosi. In realtà solitamente a dieci mesi di distanza dall’inizio di un ciclo di inasprimento monetario non si vedono ancora segnali di recessione. Ciò vale a maggior ragione nel contesto attuale, dato che siamo entrati in questo ciclo con un enorme quantità di risparmi accumulati dai consumatori (ben oltre 1.000 miliardi di dollari negli Usa), e considerando anche i dati sull’occupazione, non dovrebbe sorprendere il fatto che non siamo ancora usciti dal tunnel, ma che ci vorrà ancora del tempo. Tutto ciò ovviamente si riflette sui rendimenti dei bond: al momento le obbligazioni high yield offrono un rendimento in eccesso di solo il 3% rispetto ai Treasury – un livello che non sembra riflettere il rischio di recessione. La sensazione è che il mercato voglia dare un giudizio affrettato sugli effetti di questo ciclo di inasprimento monetario. Tuttavia, la verità è che in questa fase è necessario essere pazienti, poiché le fasi di stretta monetaria sono lunghe e variabili e l’impatto sarà visibile solo più avanti, nel corso del 2023. Ci sono diversi motivi per cui un investitore potrebbe considerare il fixed income: per il rendimento, che in questo momento è migliore di quanto non fosse da molto tempo; per il total return, che dipenderà dall’impatto del rialzo o del ribasso del prezzo dei bond, a seconda di come si muoveranno spread e tassi di interesse; e infine, per il ruolo che la componente obbligazionaria può avere in un portafoglio, ovvero il suo ruolo di diversificazione, elemento che è venuto meno nel 2022, ma che oggi, con un rendimento del 5% in media, può tornare a ricoprire, bilanciando le altre componenti in portafoglio, come azioni, asset alternativi o mercati emergenti.

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RINA Prime Value Services acquisisce il 51% della svizzera QBT Sagl

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

RINA Prime Value Services – società attiva nell’ambito della valutazione e della certificazione tecnico immobiliare, con un focus sull’innovazione tecnologica e sulla sostenibilità – ha acquisito la quota di maggioranza (51%) di QBT Sagl. Il restante 49% resta al management della Società, fra cui il fondatore Alessandro Barazzetti. QBT Sagl (Quantum Bit Technology), fondata a Chiasso nel 2008, realizza algoritmi di calcolo e software nelle aree fintech, proptech e legaltech. Forte nel settore finanziario, QBT ha sviluppato metodi di valorizzazione di portafogli crediti NPE Secured e Unsecured e relativi sistemi gestionali. QBT, in ambito Real Estate, ha realizzato il sistema gestionale per le valutazioni, adottato da RINA Prime Value Services, con il sistema di App Smart Appraisal per i sopralluoghi immobiliari. In ambito Smart Inspection, QBT ha brevettato il sistema READ (Real Estate Advisory Detection), che consiste in un innovativo metodo di rilievo 3D utilizzato nel settore immobiliare con lo scopo di classificare immagini e ricostruire scenari nel metaverso con passaggio da tridimensionale a bidimensionale. RINA Prime Value Services era già partner nel progetto al fine di implementare la parte tecnologica legata alla realizzazione delle perizie.Grazie a questa acquisizione, RINA Prime Value Services conferma la sua posizione e volontà di espandersi nel settore del proptech, arrivando ad avere “in house” i software già realizzati da QBT, e soprattutto il know necessario per sviluppare strumenti digitali innovativi da utilizzare sul mercato del real estate. RINA Prime Value Services rafforza così il nuovo Digital Innovation Center, connotandosi come vero e proprio centro di innovazione tecnologica. Il nuovo cda sarà composto dal presidente gerente Ugo Giordano (presidente RINA Prime Value Services), dal consigliere gerente Marco Primavesi e dallo stesso Alessandro Barazzetti, consigliere gerente e direttore di QBT.

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Scuola: Bonaccini mina la centralità dello Stato

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

“Il governatore Bonaccini dovrebbe valutare con maggiore discernimento il ricorso alla Corte Costituzionale opposto dall’Emilia Romagna per sua iniziativa sulle materie scolastiche, contestando al Ministro Valditara anche lo stanziamento fondi sulla legge di bilancio in favore del personale scolastico. È quantomeno bizzarro che la realizzazione del Pnrr in questo settore andasse bene finché governava Draghi mentre oggi viene contestato da Bonaccini che trascina con sé in questo delirio altre Regioni governate dal centrosinistra. Le motivazioni poi sono lunari. Da una parte si accusa il governo di voler minacciare l’autonomia scolastica dei dirigenti, come se la sua difesa fosse materia regionale e non nazionale; dall’altra si pretende di gestire la scuola come variabile indipendente del dato demografico per la diminuzione degli alunni, infine si vorrebbe usare la conferenza Stato Regioni come camera di compensazione per opporsi al governo, secondo la vetusta quanto sgangherata logica della minoranza sfascista. In ognuna di queste condizioni si legge incompetenza, peggio, volontà di mettere a rischio l’unità del sistema nazionale dell’istruzione. Da un lato il Pd grida contro l’autonomia differenziata e dall’altro sembra voler far gestire il personale scolastico alle regioni… sarà forse la botta presa con la vittoria della Schlein”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

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Scuola: Recupero 2013, l’USR delle Marche indica come rigettare le diffide

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Tiene banco la vicenda del recupero dell’anno 2013 che a seguito della Legge n. 122/2010 continua a non essere ritenuto valido ai fini della progressione economica del personale della scuola: in questi giorni, con Nota del 22 febbraio, l’Ufficio scolastico regionale delle Marche ha inviato alle scuole le modalità per rigettare le richieste in merito alle “Indicazioni diffide riconoscimento anno 2013 ai fini della progressione di carriera”. A questo proposito, Anief ricorda che nei propri modelli forniti al personale ha fatto chiedere anche l’allineamento d’intensità di vacanza contrattuale per il 2022 e il 2023 previsto dalla legislazione vigente. “Pertanto – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – al di là del merito sulla liceità delle richieste per il 2013 e in attesa del giudizio sui primi ricorsi pilota che sono stati depositati, si invita tutto il personale ad aderire a continuare ad aderire alla campagna di adesione del recupero 2013 (inviando la diffida entro il 31 agosto 2023 e non oggi per interrompere la prescrizione) e la IVC per il 2022 e il 2023, registrandosi al seguente link”. Secondo l’Usr delle Marche, “allo stato e fino a diversa indicazione ministeriale o innovazione normativa, non sussistono motivi per accogliere le molteplici richieste pervenute dal personale docente ed ata e, pertanto, alla luce della normativa vigente e delle valutazioni insite nella stessa pronuncia della Corte Costituzionale, si invitano gli istituti scolastici a tener conto delle considerazioni sopra espresse fornendo idoneo riscontro alle diffide ricevute”. In questo contesto diventa indispensabile recuperare l’indennità di vacanza contrattuale piena prevista per legge, da assegnare almeno per gli anni 2022 e 2023: ad un insegnante laureato della secondaria ad inizio carriera vengono infatti assegnate, da questo mese, la miseria di poco più di 9 euro mensili, a fronte degli 85 euro circa che dovrebbe percepire. Ecco perché Anief ha prodotto una diffida per recuperare il maltolto. Per chi è interessato a non soccombere all’ennesimo sopruso economico, il sindacato ha creato una pagina internet apposita, attraverso la quale presentare direttamente la richiesta per aderire alla campagna di recupero – in attesa della sottoscrizione del Ccnl 2022/2024 – dell’indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale liquidata mensilmente negli stipendi a decorrere dal 1° aprile 2022 secondo l’aggiornamento Nadef per l’indice del tasso di inflazione programmata 2022 e per il tasso previsionale 2023.

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Scuola: Organico Ata 2023/24, il Ministero non vuole cambiare nulla

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

L’organico del personale Ata del prossimo anno scolastico si prevede pressoché uguale a quello attuale: l’intenzione è stata comunicata ieri alle organizzazioni sindacali dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il sindacato ANIEF ha evidenziato in modo oggettivo ed obiettivo le criticità presenti nella bozza degli organici del personale ATA: “È mortificante oltre che deludente che un Ministero ogni anno proponi ai sindacati un copia e incolla dei decreti degli anni precedenti, senza dare loro alcuna possibilità di intervenire per apportare modifiche migliorative al servizio. Questo modus operandi è veramente irrispettoso e indegno per tutto il personale ATA che, dolente o volente, fa parte del personale della PA e si guadagna ogni singolo euro in modo onesto e da gran lavoratori dello Stato sotto pagati e sotto valorizzati”.La delegazione Anief ATA, ha posto la seguente domanda all’Amministrazione: c’è la volontà di revisionare le tabelle degli organici oppure no? È pretestuoso che qualsiasi altro punto risulti sempre prioritario piuttosto che fare una disamina precisa e puntuale sui problemi annosi del personale ATA della scuola. Anief ritiene, quindi, che le tabelle degli organici debbano essere assolutamente riviste, perché basate sul mero numero degli alunni in organico di diritto e non in organico di fatto; inoltre, non tengono conto degli alunni diversamente abili, nemmeno della complessità degli edifici scolastici, molti dei quali degli anni Trenta o Quaranta; come non tengono conto del personale che usufruisce della Legge 104 e dei colleghi fragili. In questo decreto non è previsto inoltre un organico di potenziamento, non viene confermato l’organico “Covid”, il quale avrebbe in parte colmato colmare i tagli selvaggi iniziati nel 2008, con il Dpr 81, e che negli anni si sono susseguiti senza che non ci fosse un domani per circa 60 mila unità di personale. Per quanto riguarda il personale assistente amministrativo, Anief ha segnalato la necessità di prevedere un aumento dei posti, perchè il lavoro affidato negli ultimi tempi alle segreterie scolastico è a dir poco immane e viene disatteso lo stesso art. 52 del DLGS 165/2001 il quale recita che “ogni dipendente è tenuto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto equivalenti nell’ambito dell’area di inquadramento, fatte salve quelle per il cui espletamento siano richieste specifiche abilitazioni professionali”. Invece, il personale amministrativo svolge compiti appartenenti ad altri enti come PASSWEB e adesso pure il PNRR”.Per quanto riguarda il personale che rientra nelle mansioni di collaboratore scolastico, il giovane sindacato ha segnalato che gli attuali criteri utilizzati non sono confacenti alla realtà. “Il personale da assegnare – continua Pacifico – riteniamo che vada parametrato in base alla situazione di ogni singolo plesso scolastico: piani, corridoi, alunni diversamente abili, presenza di personale collaboratore scolastico inidoneo alla mansione o portare di handicap con riduzione lavorativa”.Per il personale assistente tecnico, Anief ha segnalato che l’operazione dei 1.000 posti assegnati per le scuole del primo ciclo (ossia un assistente tecnico ogni quatro istituti) non è proponibile: “Ogni istituto – spiega il presidente Anief – ha in media ha 6-8 plessi scolastici e un solo assistente tecnico non riesce a gestire i quattro istituti in maniera adeguata, considerando anche il fatto che non sono previsti incentivi e rimborsi per tale personale”. Inoltre, dell’organico che era previsto nel precedente CCNL del 2007 per le figure del Coordinatore Amministrativo, Tecnico e Collaboratore Scolastico Addetto ai Servizi alla Persona, si sono perse le tracce.

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“Cosa fare in caso di separazione, divorzio o fine convivenza”

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Libro dell’Avv. Giorgio Aldo Maccaroni, Presidente AIDIF – Avvocatura Italiana per i Diritti delle Famiglie. Terza edizione aggiornata con la riforma del diritto di famiglia (Legge n. 206/2021 e D.Lgs. n. 149/2022), il libro esamina la normativa più recente e la giurisprudenza più interessante, proponendosi di offrire risposte concrete a quanti decidono di lasciarsi (coppie sposate e conviventi) e agli operatori del diritto che si occupano del settore. “Cosa fare in caso di separazione, divorzio o fine convivenza” chiarisce i dubbi comuni, che spesso accompagnano la decisione di porre fine alla propria storia sentimentale affrontando le relative problematiche e indicando la strada da intraprendere a chi, partendo da una complicata situazione familiare, si trova nella condizione di affrontare le nuove leggi e una giurisprudenza in continua evoluzione. Dall’ affidamento dei figli minori alle le questioni patrimoniali; dall’assegno di mantenimento, all’assegnazione della casa familiare: utilizzando un linguaggio chiaro, adatto tanto alle persone comuni quanto agli addetti ai lavori, il libro è una bussola in grado di orientare le scelte più difficili, in presenza di una normativa spesso altrettanto difficile da interpretare.

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Chiedi un finanziamento, ti ritrovi con una polizza assicurativa

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Succede anche questo ai consumatori e, purtroppo, quella che all’apparenza sembra un’opportunità, a volte si trasforma in un costo aggiuntivo. Casi non isolati, che l’associazione Codici tratta per tutelare i malcapitati risparmiatori.“Al momento di richiedere un finanziamento, così come un mutuo – spiega Livio De Miranda, consulente esperto di anomalie bancarie – scatta un onere assicurativo. Si tratta, in molti casi, di una polizza assicurativa obbligatoria, che tutela il finanziatore nel caso in cui il debitore non sia più in grado di saldare il debito. Sono polizze che riguardano, ad esempio, la perdita del lavoro o l’invalidità del debitore. Come al solito, l’attenzione rivolta a tutelare il finanziatore non è la stessa che riguarda il consumatore, lasciato spesso all’oscuro o non del tutto supportato per comprendere con esattezza il prodotto che si ha di fronte. Gli oneri assicurativi possono essere inclusi nel piano di ammortamento del finanziamento o essere pagati come una somma unica al momento della stipula del contratto. Non sempre le cifre sono illustrate in maniera chiara al cliente ed è così che questi oneri assicurativi possono trasformarsi in un fardello per il consumatore. Parliamo di costi aggiuntivi che possono incidere pesantemente sul costo totale del finanziamento. È così che emergono costi nascosti per spese istruttorie o commissioni, si scoprono variazioni delle condizioni contrattuali stipulate nel corso del tempo ovviamente svantaggiose, ci si accorge che la polizza è praticamente inutile perché copre eventi irrealizzabili o perché è uguale ad un’altra già sottoscritta. Questi sono solo alcuni casi per cui invitiamo a prestare attenzione a cosa si firma e per cui poi interveniamo per aiutare i consumatori a risolvere la propria situazione”.“La disponibilità su mutui e finanziamenti spesso è massima – sottolinea Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, ma quando si tratta di tutelare il consumatore, mettendolo nelle condizioni di capire cosa sta per firmare, improvvisamente la situazione si complica. Per questo il nostro invito è di leggere con attenzione i documenti e, in caso di dubbi, chiedere assistenza per verificare cosa si sta per sottoscrivere. Così si possono evitare brutte sorprese e fregature”. In caso di anomalie bancarie è possibile rivolgersi all’associazione Codici telefonando al numero 065571996 o scrivendo all’indirizzo segreteria.sportello@codici.org.

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Dal 31 marzo 2023, Swissport fornirà ad ITA Airways tutti i servizi di assistenza a terra negli aeroporti di Zurigo e Ginevra

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

Dopo l’acquisizione delle attività di handling dell’hub di ITA Airways a Roma-Fiumicino nel 2022, questa novità rappresenta un ulteriore importante passo avanti nella collaborazione tra ITA Airways e Swissport. Swissport è stata scelta da ITA Airways per i servizi di assistenza a terra negli aeroporti di Zurigo e Ginevra per tre anni, a partire dal 31 marzo 2023. Il contratto appena concluso riguarda i servizi ai passeggeri (check-in, imbarco), la gestione dei bagagli e l’assistenza agli aeromobili (trasporto dei bagagli, carico e scarico degli aeromobili, push-back, de-icing) a Zurigo e a Ginevra. Swissport è già partner di ITA Airways per i servizi di assistenza a terra negli aeroporti di Roma-Fiumicino (da luglio 2022) e di Milano-Linate (da ottobre 2022). La stretta collaborazione presso l’hub della compagnia aerea italiana e la riconosciuta qualità dei servizi offerti da Swissport sono stati i fattori decisivi per la positiva conclusione del contratto tra le due aziende anche a Zurigo e Ginevra.

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Swissport wins Ita airways as new customer at Zurich and Geneva Airports

Posted by fidest press agency su mercoledì, 1 marzo 2023

ITA Airways has contracted Swissport to provide ground services at Zurich and Geneva airports from March 31, 2023. Following the takeover of ITA Airways’ hub handling operations in Rome-Fiumicino in 2022, this represents a further important step in the cooperation between ITA Airways and Swissport. Swissport has been selected by ITA Airways to provide ground services at Zurich and Geneva airports for three years, effective 31 March 2023. The newly concluded contract covers passenger services (check-in, boarding), baggage and aircraft handling (transport of baggage, aircraft loading and unloading, push-back, de-icing) in Zurich and Geneva. Swissport has assumed hub handling of ITA Airways at Rome-Fiumicino and Milan-Linate airports starting from summer 2022. The close cooperation at the hub of the Italian airline and the provision of high-quality ground services were among the decisive factors for the conclusion of the contract in Zurich and Geneva. “We are delighted to count ITA Airways along with its significant network among our new customers in Switzerland. This contract is an important addition to Swissport’s customer portfolio in Switzerland and a demonstration of the airline’s confidence in our services. From the very beginning, Swissport has shown in Italy its expertise in hub handling and its ability to quickly and reliably start and maintain smooth operations despite high passenger volumes,” says Bruno Stefani, SVP & Managing Director DACH, Italy & France. Swissport will handle ITA Airways A319, A320, A222/223 flights in Zurich and Embraer 75/90, A319 and A320 aircraft in Geneva. The Italian airline will operate around 700 flights a year from Zurich and over 1,000 flights from Geneva to various destinations in Italy.

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